Interventi |
PORCINO Giovanni (Presidente) Passiamo alla discussione dell'interpellanza n. mecc. 201502263/002, presentata in data 25 maggio 2015, avente per oggetto: "Tassa rifiuti per gli operatori mercatali, quanto ci marcia il Comune?" PORCINO Giovanni (Presidente) La parola, per la risposta, all'Assessore Passoni. PASSONI Gianguido (Assessore) L'interpellanza richiede una serie di risposte in merito al tema enunciato nel titolo, e lo fa attraverso una serie di considerazioni a vario titolo, riferendosi ovviamente alla condizione attuale del pagamento della Tassa Rifiuti da parte degli operatori mercatali: trae spunto dal D.P.R. 158, Legge Ronchi, che sostanzialmente ha introdotto il principio di tassazione che è in vigore attualmente, e lo è da parecchi anni; ci sono alcuni criteri, tali per cui le occupazioni mercatali inferiori a metà anno devono diventare a tariffa giornaliera, e ripete più o meno il calcolo che viene effettuato; qual è la tariffa giornaliera indicata, o comunque la tariffa a metro ponderato annuo che è applicata dalla Città di Torino, e sostanzialmente chiude il ragionamento affermando che ci sarebbe una disparità di trattamento sui Comuni che hanno applicato il 158 tout court e con altre tipologie di categoria. Cita il famoso studio IPLA, per il quale è stata effettuata la contestualizzazione in passato e pone un confronto sommario, ma non così preciso, con altre Città, concludendo pertanto con una serie di quesiti: si chiede quali siano le quantità di produzione di rifiuti annui attribuite alle diverse categorie commerciali mercatali; quali siano le quantità similari di produzione di rifiuti annui attribuite ai ristoranti, ai bar, ai supermercati e alle discoteche; se l'Amministrazione confermi la correttezza del metodo di calcolo delle tariffe; come giustifichi l'Amministrazione la discrepanza delle tariffe e quali siano le intenzioni dell'Amministrazione per la determinazione delle tariffe TARI 2015. Si tratta di questioni abbastanza rilevanti, che peraltro sono state affrontate più volte in Aula, anche in sede di determinazione della tariffa Tassa Rifiuti negli anni precedenti. In sintesi, ricordo che la normativa sulla TARES prevede la copertura integrale, cioè al 100%, dei costi di raccolta e smaltimento, e che la Città ha raggiunto questo obiettivo nel 2013 con il passaggio da TARSU a TARES. Per alcune categorie, in realtà, la copertura non è mai stata raggiunta. Questa è una delle categorie - la 30, cioè "Banchi di vendita all'aperto alimentari" - per le quali, appunto, non è effettuata la copertura integrale, in quanto l'Amministrazione (sin dal 2013, ma poi nel 2014 in particolare), mostrando una specifica attenzione, ha contenuto gli aumenti tariffari, che avrebbero ricevuto coloro che stavano in questa categoria, con il contenimento del 20% rispetto all'anno 2012, anno che, ribadisco, nemmeno prevedeva la copertura totale del costo del servizio, ai sensi del Decreto Ronchi. Tali dati sono facilmente recuperabili, per cui non li citerò, nella deliberazione del 22 ottobre 2013, la 4619/013, che approvò le tariffe che specificava, peraltro con ampio dibattito d'Aula, le agevolazioni motivate da esigenze di tipo perequativo per l'applicazione dell'equità fiscale, pur dentro un ragionamento di approssimazione al full cost, che, tuttavia, esentava, almeno in quella fase, gli operatori di mercato. Allo stesso modo, la deliberazione del 2014, la 3263/013, applicava un'ulteriore riduzione del 10% rispetto al 2013, proprio per la categoria 30, cioè "Banchi di vendita all'aperto alimentari", ricordando che nel mondo dei mercati, applicando i coefficienti di contestualizzazione, il maggior carico tributario sta a coloro che producono il rifiuto umido e, pertanto, producono servizio di commercio di tipo alimentare o assimilato. Quindi, se confrontiamo l'andamento delle categorie riferite all'anno 2014, vediamo che la categoria 30, ad esempio, è di fatto al livello del 2012, cioè paga 44,77 Euro (tariffa metro quadrato annua), mentre pagava 49,75 Euro nel 2013. Lo stesso vale per le categorie 31 e 34 (che sono le altre due categorie interessate), che pagano meno del 2012, e sostanzialmente la categoria 34 è costante. Quindi, sostanzialmente, la categoria 30, cioè quella oggetto dell'interpellanza odierna nello specifico, nel 2013 e nel 2014, di fatto, non ha pagato cifre in più, relativamente all'imposta, rispetto al 2012. Più o meno, dal 2011 al 2014, si tratta di 1 Euro in più al metro quadrato, che è una cifra decisamente contenuta, molto meno dell'ISTAT. Con riferimento poi agli altri argomenti, che sono piuttosto ponderosi e lunghi, proverò a rispondere secondo l'andamento dei quesiti. Le quantità di produzione di rifiuti attribuibili alle categorie in chilogrammi al metro quadro annuo sono, per la categoria 30, 108,31. Le quantità comprendono gli imballaggi, come previsto dall'articolo 7 del Regolamento Rifiuti 280, che li considera rifiuti assimilati agli urbani. Il coefficiente attribuito ai ristoranti ai bar, ai supermercati e alle discoteche, espresso in chilogrammi al metro quadro annuo, per paragone, è 68,93. Relativamente ai supermercati, si evidenzia che il Consiglio ha istituito, su proposta del presente Assessore Passoni, una categoria ad hoc, che è in corso di contestualizzazione, proprio per separare coloro che producevano rifiuti dalla grande distribuzione da coloro che invece sono produttori di rifiuti nella distribuzione al dettaglio, mercatale o meno, e naturalmente i risultati li vedremo solo nel 2015. Successivamente, nel 2014 - siamo all'ultima parte dell'interpellanza - la Città ha istituito un Tavolo specifico di lavoro con le rappresentanze dei mercati e dei mercatali e ha costituito un lavoro di ricontestualizzazione per alcune tipologie di rifiuto. Questo lavoro, che è stato programmato e che è tuttora in corso e che sarà presentato solo quando arriveremo a luglio in Aula per la definizione della nuova tariffa, è stato peraltro raccontato metodologicamente proprio giovedì scorso alle categorie e rappresenta, ahimè - dico ahimè nel senso che sono misurazioni verificabili - una non diminuzione sostanziale della quantità di rifiuti prodotti nelle aree mercatali, ma, anzi, un mantenimento e forse anche un incremento della produzione dei rifiuti complessivi, con ciò, pertanto, potendo dichiarare tranquillamente che l'attenzione rivolta sul contenimento delle tariffe nel 2013, 2014 e 2015 - che spero verrà confermata - va incontro a un'esigenza più di carattere perequativo, che non di carattere scientifico, in quanto, se fosse stata di carattere scientifico, avremmo dovuto comunque adeguare ancora la tariffa. La Città conferma il metodo di calcolo determinato. Ricordo che questo è ovviamente dentro il campo delle utenze cosiddette "non domestiche" e delle superfici dove si producono rifiuti urbani assimilati, del costo unitario sull'unità di peso dei rifiuti, cioè univoco per tutte le utenze, e del coefficiente di produzione specifica dei rifiuti prodotti per l'unità di superficie, cosiddetti "Kd" e "Kc", specifico per ogni categoria di utenza, e aggiornato annualmente in funzione dei rifiuti totali prodotti. Tali dati sono rilevati, dal 2003 in poi, dagli studi IPLA, sono elaborati anche dall'AMIAT e sono rapportati al periodo di occupazione annuale con calcolo del Kd conseguente. Tale indice, naturalmente, è verificato e in particolare quest'anno ovviamente modificato ulteriormente, in quanto oggetto di misurazioni specifiche. Circa il calcolo, viene fatta ogni anno una deliberazione, che - ricorderete - approva ogni anno una tariffa annuale per giorno di occupazione, che è commisurata alla superficie occupata, Euro/metro quadrato, della sola piazzola assegnata. In altri Comuni la superficie per la quale si è tassati è molto più ampia della sola posizione a terra del banco di vendita, presa come riferimento da Torino, che è mediamente a Torino di 10 metri quadrati. A Torino, per esempio, la media del banco di vendita alimentare è calcolata pari a 41,5 metri quadrati, e ciò dice perché alcuni dati comparativi parlano di costo al metro quadrato, ma nessuno poi va a calcolare il carico effettivo in capo alla ditta del mercato, e se la convenzione e la superficie è molto più larga, non poi così vero che si paghi poi tanto di meno di quanto non si paga a Torino, anzi. Il D.P.R. 158/99, articolo 6, prevede che gli Enti Locali organizzano e strutturano sistemi di misurazione specifici dei rifiuti, e allora così si è fatto a Torino e non si è utilizzata la tabella generale del D.P.R. 158. Discussione, questa, piuttosto lunga ed articolata, che però, tuttavia, fa onore a questa Città sul piano ambientale, perché obiettivamente sarebbe forse più vantaggioso per qualcuno utilizzarla al coefficiente più vantaggioso del D.P.R. 158 a discapito di altri, atteso che la Tassa Rifiuti copre il costo complessivo dei rifiuti, ma la Città ha scelto da anni di misurare puntualmente la contribuzione in rifiuti, e pertanto il costo, pertanto attribuendo il giusto costo, o perlomeno la migliore approssimazione possibile al giusto costo, riferita alla misurazione che il D.P.R. 158 permette, senza ricorrere quindi ai pareri convenzionali o alle variazioni percentuali fisse previste e citate nell'interpellanza. Pertanto, nel 2015 la Città arriverà a una nuova contestualizzazione specifica per queste categorie, il cui esito poi dovrà essere valutato e di cui si dovrà prendere atto. Mi limito ad una considerazione finale, che è la seguente: la politica, in tutte le salse, credo che abbia facile terreno nel giudicare qualunque tipo di tributi o imposte si paghi nelle Pubbliche Amministrazione come qualcosa di noioso, antipatico, poco divertente e, magari, così screditando l'operato degli Amministratori ma anche degli Enti Locali stessi, a prescindere dal colore e dalle proprie Amministrazioni. Devo dire che sinceramente, però, bisogna essere un po' onesti con se stessi e dirsi: anche se, Consigliere Bertola, la Città improvvisamente applicasse il 158, e pertanto decidesse di non applicare le misurazioni specifiche che fanno onore a questa Amministrazione, in quanto più eque delle misurazioni del 158, fatto cento il costo del servizio, lo sposteremmo solo in capo a qualcun altro. Io capisco che oggi inseguire il consenso di una certa categoria specifica sia più facile che affrontare il tema delle politiche ambientali tout court complessivamente, ma se tanto il servizio facesse cento e cento bisogna coprire, come dice la Legge, non è che andando ad applicare una percentuale convenzionalmente più favorevole a qualcuno risolviamo il problema ambientale o miglioriamo la qualità del sevizio di questa Città, anzi. Quindi, continuo a pensare che sia giusto applicare la contestualizzazione con uno studio specifico per ogni categoria; continuo a pensare che sia giusto rivendicare questo come metodo ambientale corretto e, sinceramente, stante il quadro generale che si va a discutere, penso che il Tavolo che è stato istituto tra Città e categorie sia la sede migliore e più corretta, anche in materia di trasparenza, per discutere ed esaminare i dati, che naturalmente sono sempre oggetto di valutazione di parte, perché quando uno impone e l'altro paga ovviamente i ruoli sono diversi, ma che hanno istituito un Tavolo di lavoro che consente di fotografare realisticamente la situazione dei rifiuti nel 2015 e anche di trarre qualche considerazione generale finale, tipo per esempio che non è così vero che la crisi, in tutte le categorie merceologiche, ha compresso il numero dei rifiuti, ma solo in alcune, per esempio sui consumatori e non per forza sulla produzione o su coloro che intermediano il commercio per effetto degli imballaggi. Con ciò, penso che, quando avremo in Consiglio Comunale la deliberazione sulla tariffa del 2015, esamineremo questi aspetti e decideremo insieme la tariffa migliore, già consapevoli che, però, nel 2013-2014 le categorie del commercio ambulante hanno beneficiato degli sgravi specifici che sono stati messi a carico di altre categorie, sempre dentro il costo complessivo della tariffa. PORCINO Giovanni (Presidente) La parola al Consigliere Bertola. BERTOLA Vittorio L'Assessore ha fatto un discorso lungo, inserendo anche altri elementi e ricordando che la Città, almeno da quello che dice lui, ha già fatto degli sconti; gli anni scorsi si pagava anche di più, i mercatali pagavano di più, e chiudendo con questa gentilissima accusa di seguire il consenso di alcune specifiche categorie e quindi non preoccuparsi dell'equilibrio generale del sistema, né tantomeno dell'ambiente, ma solo dei voti di una particolare categoria. Io questo lo vorrei rispedire al mittente, intanto perché forse l'Assessore Passoni è più abituato a lavorare con la mia Consigliera, ma, se avesse seguito la mia attività consiliare, saprebbe che io non ho mai fatto cose di questo genere. Io, in realtà, ho preso a cuore questa vicenda della Tassa Rifiuti degli operatori dei mercati non solo perché si tratta di migliaia di persone che spesso fanno fatica ad arrivare a fine mese, e io ogni tanto ne trovo qualcuna nel mio ufficio che viene a dirmi: "Domani mi impicco, non ce la faccio più a pagare e ho Equitalia che mi porta via la casa" - e queste sono cose che l'Assessore dovrebbe prendere un po' più seriamente, e non soltanto parlare di consenso politico -, ma anche perché, esaminando le carte, questa pare una totale ingiustizia che non si riesce a spiegare, perché sicuramente è più giusto fare un'analisi dei pesi, dei consumi di rifiuti, la produzione effettiva e far pagare a ognuno quello che produce, però non si spiega, cioè o gli operatori mercatali di Torino sono degli zozzoni assurdi, o se no non si capisce com'è che a Torino lo stesso banco, della stessa dimensione, preso e messo lì, paga 4.000 Euro e a Napoli ne paga 800, quattro volte e mezza in meno, a Milano ne paga 400, cioè 11 volte in meno. Senza fare poi l'altro confronto, quello con le categorie, per cui, se uno invece confronta il banco di alimentari con la stessa superficie di un negozio di alimentari, c'è comunque una differenza di molte volte, addirittura sulle discoteche sono 24 volte o qualcosa del genere. Per cui, naturalmente fidiamoci pure tutti delle misurazioni, però alla fine c'è questo elemento di fondo che nessuno riesce a spiegare. Com'è che se lo stesso banco fa un giorno di mercato a Torino e uno a Grugliasco, a Torino paga 4.000 e a Grugliasco ne paga 300? Cioè, non c'è nessuna logica possibile a spiegare. C'è chiaramente una qualche distorsione del sistema, di tutto questo metodo di calcolo che io mi sono ripercorso e sono contento di sentire dall'Assessore che ho anche fatto giusti i calcoli. Allora il problema politico è questo, cioè o è impazzito tutto il resto d'Italia, che invece regala agli ambulanti la raccolta rifiuti, perché in realtà producono un sacco di rifiuti e non glieli fanno pagare, o se no c'è qualcosa che non va a Torino. Poi se si parla con alcuni di questi ambulanti, dicono: "Io ho un banco di macelleria", il banco di macelleria, per chi non lo sapesse, produce essenzialmente rifiuti di macellazione, che sono rifiuti speciali, per cui il macellaio paga una ditta a parte, perché non sono rifiuti urbani, quindi paga 700 Euro all'anno - mi hanno detto - per smaltire tutti i rifiuti della macellazione; poi gli avanzano i sacchettini di cellophane e di cartone, sui quali peraltro è già stato pagato il contributo CONAI a norma di legge, quindi quando uno compra la scatola il contributo per smaltirla è già pagato, e per quei due sacchettini noi gli facciamo pagare 3.000 Euro all'anno. Allora c'è qualcosa che non va anche in questa logica. Io veramente non capisco più cosa stia succedendo. Sicuramente poi l'Assessore arriverà con una pila di carte che mi dice che i loro studi dimostrano che, ed è vero, uno va anche a vedere i mercati e trova l'immondizia buttata. Tra l'altro, anche dal punto di vista ambientale questa situazione è negativa, perché poi l'ambulante, che ha pagato 4.000 Euro all'anno, magari gli girano anche un po' le balle, e non è che si mette proprio a fare la differenziata precisa, perché tanto paga 4.000 Euro all'anno sia che differenzi sia che non differenzi, qualunque cosa faccia, e magari ha anche il dente avvelenato perché deve indebitarsi per pagare 4.000 Euro all'anno. Allora magari posso anche capire - anche se non lo giustifico - che non si metta proprio lì a fare la cernita e a raccogliere dei sacchetti. Quindi, questa situazione è un problema grosso, perché si rischia di ammazzare il piccolo commercio, quel poco che è resistito ancora agli ipermercati, eccetera, quello ambulante, e questo è un problema sociale, perché poi ci troviamo 10.000 persone in mezzo a una strada se chiudono i mercati. Voglio capire poi la Città come pensi di affrontare un problema sociale di questo genere. Vedremo che cosa verrà fuori da questo Tavolo annunciato con le categorie, se ci sarà un miglioramento. Ho voluto presentare l'interpellanza un mese prima che arrivassero in Aula le tariffe, proprio perché non volevo arrivare all'ultimo momento, che poi sembrasse una cosa improvvisa, ma perché volevo che ci fosse una riflessione e un tempo per ponderare meglio la questione, almeno per quest'anno, però bisognerà fare qualcosa. Dopodiché - un'ultima cosa che vorrei aggiungere -, io capisco anche il discorso che, se noi facciamo pagare di meno ad alcuni, dobbiamo fare pagare di più ad altri, e questo è un ragionamento che si può fare, ma forse il problema di fondo è quanto costa nel suo complesso la raccolta rifiuti di Torino, perché se ancora mi sento dire - come ha detto l'Assessore Lavolta qualche settimana fa - che torneremo indietro sulla raccolta differenziata del vetro e della plastica in buona parte della città, perché costa troppo differenziare, mettere i cassonetti per il vetro nei cortili, e torneremo alla raccolta stradale, che vorrà dire tornare indietro con la differenziata, e poi mi sento dire che i costi, comunque, aumentano e, comunque, tutti gli anni dobbiamo pagare questa cifra, io non capisco più cosa stia succedendo nella raccolta rifiuti di Torino. Siamo completamente fuori controllo, perché alla fine la sensazione che si ha è quella che invece di aumentare la differenziata, riuscendo ad abbassare i costi perché recuperiamo materiale, riuscendo a far pagare ognuno quello che consuma veramente, incentivando a produrre meno rifiuti, andiamo avanti con un sistema che torna indietro: le percentuali della raccolta differenziata diminuiscono, perlomeno non sono aumentate in 4 anni, e i costi continuano ad aumentare. E intanto la raccolta rifiuti è stata ceduta al privato IREN (che è privato quando fa comodo), che incassa. Allora, qui c'è qualcosa che non va. Io mi limito a segnalarlo per l'ennesima volta e vedremo cosa succederà nei prossimi anni. PORCINO Giovanni (Presidente) L'interpellanza è discussa. |