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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 22 Giugno 2015 ore 10,00
Paragrafo n. 8
INTERPELLANZA 2015-02263
"TASSA RIFIUTI PER GLI OPERATORI MERCATALI, QUANTO CI MARCIA IL COMUNE?" PRESENTATA DAI CONSIGLIERI BERTOLA ED APPENDINO IN DATA 25 MAGGIO 2015.
Interventi

PORCINO Giovanni (Presidente)
Passiamo alla discussione dell'interpellanza n. mecc. 201502263/002, presentata in data
25 maggio 2015, avente per oggetto:

"Tassa rifiuti per gli operatori mercatali, quanto ci marcia il Comune?"

PORCINO Giovanni (Presidente)
La parola, per la risposta, all'Assessore Passoni.

PASSONI Gianguido (Assessore)
L'interpellanza richiede una serie di risposte in merito al tema enunciato nel titolo, e lo
fa attraverso una serie di considerazioni a vario titolo, riferendosi ovviamente alla
condizione attuale del pagamento della Tassa Rifiuti da parte degli operatori mercatali:
trae spunto dal D.P.R. 158, Legge Ronchi, che sostanzialmente ha introdotto il principio
di tassazione che è in vigore attualmente, e lo è da parecchi anni; ci sono alcuni criteri,
tali per cui le occupazioni mercatali inferiori a metà anno devono diventare a tariffa
giornaliera, e ripete più o meno il calcolo che viene effettuato; qual è la tariffa
giornaliera indicata, o comunque la tariffa a metro ponderato annuo che è applicata dalla
Città di Torino, e sostanzialmente chiude il ragionamento affermando che ci sarebbe
una disparità di trattamento sui Comuni che hanno applicato il 158 tout court e con altre
tipologie di categoria. Cita il famoso studio IPLA, per il quale è stata effettuata la
contestualizzazione in passato e pone un confronto sommario, ma non così preciso, con
altre Città, concludendo pertanto con una serie di quesiti: si chiede quali siano le
quantità di produzione di rifiuti annui attribuite alle diverse categorie commerciali
mercatali; quali siano le quantità similari di produzione di rifiuti annui attribuite ai
ristoranti, ai bar, ai supermercati e alle discoteche; se l'Amministrazione confermi la
correttezza del metodo di calcolo delle tariffe; come giustifichi l'Amministrazione la
discrepanza delle tariffe e quali siano le intenzioni dell'Amministrazione per la
determinazione delle tariffe TARI 2015.
Si tratta di questioni abbastanza rilevanti, che peraltro sono state affrontate più volte in
Aula, anche in sede di determinazione della tariffa Tassa Rifiuti negli anni precedenti.
In sintesi, ricordo che la normativa sulla TARES prevede la copertura integrale, cioè al
100%, dei costi di raccolta e smaltimento, e che la Città ha raggiunto questo obiettivo
nel 2013 con il passaggio da TARSU a TARES.
Per alcune categorie, in realtà, la copertura non è mai stata raggiunta. Questa è una delle
categorie - la 30, cioè "Banchi di vendita all'aperto alimentari" - per le quali, appunto,
non è effettuata la copertura integrale, in quanto l'Amministrazione (sin dal 2013, ma
poi nel 2014 in particolare), mostrando una specifica attenzione, ha contenuto gli
aumenti tariffari, che avrebbero ricevuto coloro che stavano in questa categoria, con il
contenimento del 20% rispetto all'anno 2012, anno che, ribadisco, nemmeno prevedeva
la copertura totale del costo del servizio, ai sensi del Decreto Ronchi. Tali dati sono
facilmente recuperabili, per cui non li citerò, nella deliberazione del 22 ottobre 2013, la
4619/013, che approvò le tariffe che specificava, peraltro con ampio dibattito d'Aula, le
agevolazioni motivate da esigenze di tipo perequativo per l'applicazione dell'equità
fiscale, pur dentro un ragionamento di approssimazione al full cost, che, tuttavia,
esentava, almeno in quella fase, gli operatori di mercato.
Allo stesso modo, la deliberazione del 2014, la 3263/013, applicava un'ulteriore
riduzione del 10% rispetto al 2013, proprio per la categoria 30, cioè "Banchi di vendita
all'aperto alimentari", ricordando che nel mondo dei mercati, applicando i coefficienti
di contestualizzazione, il maggior carico tributario sta a coloro che producono il rifiuto
umido e, pertanto, producono servizio di commercio di tipo alimentare o assimilato.
Quindi, se confrontiamo l'andamento delle categorie riferite all'anno 2014, vediamo che
la categoria 30, ad esempio, è di fatto al livello del 2012, cioè paga 44,77 Euro (tariffa
metro quadrato annua), mentre pagava 49,75 Euro nel 2013. Lo stesso vale per le
categorie 31 e 34 (che sono le altre due categorie interessate), che pagano meno del
2012, e sostanzialmente la categoria 34 è costante.
Quindi, sostanzialmente, la categoria 30, cioè quella oggetto dell'interpellanza odierna
nello specifico, nel 2013 e nel 2014, di fatto, non ha pagato cifre in più, relativamente
all'imposta, rispetto al 2012. Più o meno, dal 2011 al 2014, si tratta di 1 Euro in più al
metro quadrato, che è una cifra decisamente contenuta, molto meno dell'ISTAT.
Con riferimento poi agli altri argomenti, che sono piuttosto ponderosi e lunghi, proverò
a rispondere secondo l'andamento dei quesiti.
Le quantità di produzione di rifiuti attribuibili alle categorie in chilogrammi al metro
quadro annuo sono, per la categoria 30, 108,31. Le quantità comprendono gli
imballaggi, come previsto dall'articolo 7 del Regolamento Rifiuti 280, che li considera
rifiuti assimilati agli urbani.
Il coefficiente attribuito ai ristoranti ai bar, ai supermercati e alle discoteche, espresso in
chilogrammi al metro quadro annuo, per paragone, è 68,93. Relativamente ai
supermercati, si evidenzia che il Consiglio ha istituito, su proposta del presente
Assessore Passoni, una categoria ad hoc, che è in corso di contestualizzazione, proprio
per separare coloro che producevano rifiuti dalla grande distribuzione da coloro che
invece sono produttori di rifiuti nella distribuzione al dettaglio, mercatale o meno, e
naturalmente i risultati li vedremo solo nel 2015.
Successivamente, nel 2014 - siamo all'ultima parte dell'interpellanza - la Città ha
istituito un Tavolo specifico di lavoro con le rappresentanze dei mercati e dei mercatali
e ha costituito un lavoro di ricontestualizzazione per alcune tipologie di rifiuto. Questo
lavoro, che è stato programmato e che è tuttora in corso e che sarà presentato solo
quando arriveremo a luglio in Aula per la definizione della nuova tariffa, è stato peraltro
raccontato metodologicamente proprio giovedì scorso alle categorie e rappresenta,
ahimè - dico ahimè nel senso che sono misurazioni verificabili - una non diminuzione
sostanziale della quantità di rifiuti prodotti nelle aree mercatali, ma, anzi, un
mantenimento e forse anche un incremento della produzione dei rifiuti complessivi, con
ciò, pertanto, potendo dichiarare tranquillamente che l'attenzione rivolta sul
contenimento delle tariffe nel 2013, 2014 e 2015 - che spero verrà confermata - va
incontro a un'esigenza più di carattere perequativo, che non di carattere scientifico, in
quanto, se fosse stata di carattere scientifico, avremmo dovuto comunque adeguare
ancora la tariffa.
La Città conferma il metodo di calcolo determinato. Ricordo che questo è ovviamente
dentro il campo delle utenze cosiddette "non domestiche" e delle superfici dove si
producono rifiuti urbani assimilati, del costo unitario sull'unità di peso dei rifiuti, cioè
univoco per tutte le utenze, e del coefficiente di produzione specifica dei rifiuti prodotti
per l'unità di superficie, cosiddetti "Kd" e "Kc", specifico per ogni categoria di utenza,
e aggiornato annualmente in funzione dei rifiuti totali prodotti. Tali dati sono rilevati,
dal 2003 in poi, dagli studi IPLA, sono elaborati anche dall'AMIAT e sono rapportati al
periodo di occupazione annuale con calcolo del Kd conseguente.
Tale indice, naturalmente, è verificato e in particolare quest'anno ovviamente
modificato ulteriormente, in quanto oggetto di misurazioni specifiche.
Circa il calcolo, viene fatta ogni anno una deliberazione, che - ricorderete - approva
ogni anno una tariffa annuale per giorno di occupazione, che è commisurata alla
superficie occupata, Euro/metro quadrato, della sola piazzola assegnata.
In altri Comuni la superficie per la quale si è tassati è molto più ampia della sola
posizione a terra del banco di vendita, presa come riferimento da Torino, che è
mediamente a Torino di 10 metri quadrati. A Torino, per esempio, la media del banco di
vendita alimentare è calcolata pari a 41,5 metri quadrati, e ciò dice perché alcuni dati
comparativi parlano di costo al metro quadrato, ma nessuno poi va a calcolare il carico
effettivo in capo alla ditta del mercato, e se la convenzione e la superficie è molto più
larga, non poi così vero che si paghi poi tanto di meno di quanto non si paga a Torino,
anzi.
Il D.P.R. 158/99, articolo 6, prevede che gli Enti Locali organizzano e strutturano
sistemi di misurazione specifici dei rifiuti, e allora così si è fatto a Torino e non si è
utilizzata la tabella generale del D.P.R. 158. Discussione, questa, piuttosto lunga ed
articolata, che però, tuttavia, fa onore a questa Città sul piano ambientale, perché
obiettivamente sarebbe forse più vantaggioso per qualcuno utilizzarla al coefficiente più
vantaggioso del D.P.R. 158 a discapito di altri, atteso che la Tassa Rifiuti copre il costo
complessivo dei rifiuti, ma la Città ha scelto da anni di misurare puntualmente la
contribuzione in rifiuti, e pertanto il costo, pertanto attribuendo il giusto costo, o
perlomeno la migliore approssimazione possibile al giusto costo, riferita alla
misurazione che il D.P.R. 158 permette, senza ricorrere quindi ai pareri convenzionali o
alle variazioni percentuali fisse previste e citate nell'interpellanza.
Pertanto, nel 2015 la Città arriverà a una nuova contestualizzazione specifica per queste
categorie, il cui esito poi dovrà essere valutato e di cui si dovrà prendere atto.
Mi limito ad una considerazione finale, che è la seguente: la politica, in tutte le salse,
credo che abbia facile terreno nel giudicare qualunque tipo di tributi o imposte si paghi
nelle Pubbliche Amministrazione come qualcosa di noioso, antipatico, poco divertente
e, magari, così screditando l'operato degli Amministratori ma anche degli Enti Locali
stessi, a prescindere dal colore e dalle proprie Amministrazioni.
Devo dire che sinceramente, però, bisogna essere un po' onesti con se stessi e dirsi:
anche se, Consigliere Bertola, la Città improvvisamente applicasse il 158, e pertanto
decidesse di non applicare le misurazioni specifiche che fanno onore a questa
Amministrazione, in quanto più eque delle misurazioni del 158, fatto cento il costo del
servizio, lo sposteremmo solo in capo a qualcun altro. Io capisco che oggi inseguire il
consenso di una certa categoria specifica sia più facile che affrontare il tema delle
politiche ambientali tout court complessivamente, ma se tanto il servizio facesse cento e
cento bisogna coprire, come dice la Legge, non è che andando ad applicare una
percentuale convenzionalmente più favorevole a qualcuno risolviamo il problema
ambientale o miglioriamo la qualità del sevizio di questa Città, anzi.
Quindi, continuo a pensare che sia giusto applicare la contestualizzazione con uno
studio specifico per ogni categoria; continuo a pensare che sia giusto rivendicare questo
come metodo ambientale corretto e, sinceramente, stante il quadro generale che si va a
discutere, penso che il Tavolo che è stato istituto tra Città e categorie sia la sede
migliore e più corretta, anche in materia di trasparenza, per discutere ed esaminare i
dati, che naturalmente sono sempre oggetto di valutazione di parte, perché quando uno
impone e l'altro paga ovviamente i ruoli sono diversi, ma che hanno istituito un Tavolo
di lavoro che consente di fotografare realisticamente la situazione dei rifiuti nel 2015 e
anche di trarre qualche considerazione generale finale, tipo per esempio che non è così
vero che la crisi, in tutte le categorie merceologiche, ha compresso il numero dei rifiuti,
ma solo in alcune, per esempio sui consumatori e non per forza sulla produzione o su
coloro che intermediano il commercio per effetto degli imballaggi.
Con ciò, penso che, quando avremo in Consiglio Comunale la deliberazione sulla tariffa
del 2015, esamineremo questi aspetti e decideremo insieme la tariffa migliore, già
consapevoli che, però, nel 2013-2014 le categorie del commercio ambulante hanno
beneficiato degli sgravi specifici che sono stati messi a carico di altre categorie, sempre
dentro il costo complessivo della tariffa.

PORCINO Giovanni (Presidente)
La parola al Consigliere Bertola.

BERTOLA Vittorio
L'Assessore ha fatto un discorso lungo, inserendo anche altri elementi e ricordando che
la Città, almeno da quello che dice lui, ha già fatto degli sconti; gli anni scorsi si pagava
anche di più, i mercatali pagavano di più, e chiudendo con questa gentilissima accusa di
seguire il consenso di alcune specifiche categorie e quindi non preoccuparsi
dell'equilibrio generale del sistema, né tantomeno dell'ambiente, ma solo dei voti di una
particolare categoria. Io questo lo vorrei rispedire al mittente, intanto perché forse
l'Assessore Passoni è più abituato a lavorare con la mia Consigliera, ma, se avesse
seguito la mia attività consiliare, saprebbe che io non ho mai fatto cose di questo genere.
Io, in realtà, ho preso a cuore questa vicenda della Tassa Rifiuti degli operatori dei
mercati non solo perché si tratta di migliaia di persone che spesso fanno fatica ad
arrivare a fine mese, e io ogni tanto ne trovo qualcuna nel mio ufficio che viene a dirmi:
"Domani mi impicco, non ce la faccio più a pagare e ho Equitalia che mi porta via la
casa" - e queste sono cose che l'Assessore dovrebbe prendere un po' più seriamente, e
non soltanto parlare di consenso politico -, ma anche perché, esaminando le carte,
questa pare una totale ingiustizia che non si riesce a spiegare, perché sicuramente è più
giusto fare un'analisi dei pesi, dei consumi di rifiuti, la produzione effettiva e far pagare
a ognuno quello che produce, però non si spiega, cioè o gli operatori mercatali di Torino
sono degli zozzoni assurdi, o se no non si capisce com'è che a Torino lo stesso banco,
della stessa dimensione, preso e messo lì, paga 4.000 Euro e a Napoli ne paga 800,
quattro volte e mezza in meno, a Milano ne paga 400, cioè 11 volte in meno. Senza fare
poi l'altro confronto, quello con le categorie, per cui, se uno invece confronta il banco di
alimentari con la stessa superficie di un negozio di alimentari, c'è comunque una
differenza di molte volte, addirittura sulle discoteche sono 24 volte o qualcosa del
genere.
Per cui, naturalmente fidiamoci pure tutti delle misurazioni, però alla fine c'è questo
elemento di fondo che nessuno riesce a spiegare. Com'è che se lo stesso banco fa un
giorno di mercato a Torino e uno a Grugliasco, a Torino paga 4.000 e a Grugliasco ne
paga 300? Cioè, non c'è nessuna logica possibile a spiegare. C'è chiaramente una
qualche distorsione del sistema, di tutto questo metodo di calcolo che io mi sono
ripercorso e sono contento di sentire dall'Assessore che ho anche fatto giusti i calcoli.
Allora il problema politico è questo, cioè o è impazzito tutto il resto d'Italia, che invece
regala agli ambulanti la raccolta rifiuti, perché in realtà producono un sacco di rifiuti e
non glieli fanno pagare, o se no c'è qualcosa che non va a Torino.
Poi se si parla con alcuni di questi ambulanti, dicono: "Io ho un banco di macelleria", il
banco di macelleria, per chi non lo sapesse, produce essenzialmente rifiuti di
macellazione, che sono rifiuti speciali, per cui il macellaio paga una ditta a parte, perché
non sono rifiuti urbani, quindi paga 700 Euro all'anno - mi hanno detto - per smaltire
tutti i rifiuti della macellazione; poi gli avanzano i sacchettini di cellophane e di cartone,
sui quali peraltro è già stato pagato il contributo CONAI a norma di legge, quindi
quando uno compra la scatola il contributo per smaltirla è già pagato, e per quei due
sacchettini noi gli facciamo pagare 3.000 Euro all'anno. Allora c'è qualcosa che non va
anche in questa logica.
Io veramente non capisco più cosa stia succedendo. Sicuramente poi l'Assessore
arriverà con una pila di carte che mi dice che i loro studi dimostrano che, ed è vero, uno
va anche a vedere i mercati e trova l'immondizia buttata.
Tra l'altro, anche dal punto di vista ambientale questa situazione è negativa, perché poi
l'ambulante, che ha pagato 4.000 Euro all'anno, magari gli girano anche un po' le balle,
e non è che si mette proprio a fare la differenziata precisa, perché tanto paga 4.000 Euro
all'anno sia che differenzi sia che non differenzi, qualunque cosa faccia, e magari ha
anche il dente avvelenato perché deve indebitarsi per pagare 4.000 Euro all'anno. Allora
magari posso anche capire - anche se non lo giustifico - che non si metta proprio lì a
fare la cernita e a raccogliere dei sacchetti.
Quindi, questa situazione è un problema grosso, perché si rischia di ammazzare il
piccolo commercio, quel poco che è resistito ancora agli ipermercati, eccetera, quello
ambulante, e questo è un problema sociale, perché poi ci troviamo 10.000 persone in
mezzo a una strada se chiudono i mercati. Voglio capire poi la Città come pensi di
affrontare un problema sociale di questo genere.
Vedremo che cosa verrà fuori da questo Tavolo annunciato con le categorie, se ci sarà
un miglioramento. Ho voluto presentare l'interpellanza un mese prima che arrivassero
in Aula le tariffe, proprio perché non volevo arrivare all'ultimo momento, che poi
sembrasse una cosa improvvisa, ma perché volevo che ci fosse una riflessione e un
tempo per ponderare meglio la questione, almeno per quest'anno, però bisognerà fare
qualcosa.
Dopodiché - un'ultima cosa che vorrei aggiungere -, io capisco anche il discorso che, se
noi facciamo pagare di meno ad alcuni, dobbiamo fare pagare di più ad altri, e questo è
un ragionamento che si può fare, ma forse il problema di fondo è quanto costa nel suo
complesso la raccolta rifiuti di Torino, perché se ancora mi sento dire - come ha detto
l'Assessore Lavolta qualche settimana fa - che torneremo indietro sulla raccolta
differenziata del vetro e della plastica in buona parte della città, perché costa troppo
differenziare, mettere i cassonetti per il vetro nei cortili, e torneremo alla raccolta
stradale, che vorrà dire tornare indietro con la differenziata, e poi mi sento dire che i
costi, comunque, aumentano e, comunque, tutti gli anni dobbiamo pagare questa cifra,
io non capisco più cosa stia succedendo nella raccolta rifiuti di Torino.
Siamo completamente fuori controllo, perché alla fine la sensazione che si ha è quella
che invece di aumentare la differenziata, riuscendo ad abbassare i costi perché
recuperiamo materiale, riuscendo a far pagare ognuno quello che consuma veramente,
incentivando a produrre meno rifiuti, andiamo avanti con un sistema che torna indietro:
le percentuali della raccolta differenziata diminuiscono, perlomeno non sono aumentate
in 4 anni, e i costi continuano ad aumentare.
E intanto la raccolta rifiuti è stata ceduta al privato IREN (che è privato quando fa
comodo), che incassa. Allora, qui c'è qualcosa che non va. Io mi limito a segnalarlo per
l'ennesima volta e vedremo cosa succederà nei prossimi anni.

PORCINO Giovanni (Presidente)
L'interpellanza è discussa.

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