Interventi |
PORCINO Giovanni (Presidente) Passiamo alla discussione dell'interpellanza (question time) n. mecc. 201502558/002, presentata in data 11 giugno 2015, avente per oggetto: "Collocazione di eventuali profughi sul territorio cittadino" PORCINO Giovanni (Presidente) La parola, per la risposta, alla Vicesindaco Tisi. TISI Elide (Vicesindaco) Nel merito della richiesta di destinazione del sito di Villa Cristina, credo che in qualche modo la questione sia già stata chiarita a mezzo stampa ed anche nell'incontro di venerdì dal Prefetto. Villa Cristina è una delle possibilità che erano emerse e, probabilmente, ha avuto un'attenzione mediatica oltre quelle che erano le effettive possibilità, tant'è che, ad oggi, non è tra i siti presi in considerazione per realizzare un hub. Ricordo che Villa Cristina è una struttura privata e, quindi, in ogni caso non avrebbe potuto esserci un'interlocuzione diretta tra la Pubblica Amministrazione ed un soggetto privato, per cui, come ho detto, evidentemente è stata sopravvalutata come questione. Credo, però, sia importante dire che siamo in una fase nella quale l'arrivo di molte persone nella nostra Regione (che, peraltro, finora, non ha generato situazioni di particolare tensione, come è successo ad esempio alla Stazione di Milano, o in altre città, e questo credo che vada evidenziato) sta richiedendo, in particolare in capo alla Regione Piemonte, che ha la responsabilità di governare il sistema insieme alle Prefetture, la possibilità di realizzare uno o almeno due hub sul territorio piemontese, proprio perché il tessuto piemontese non è in grado di distribuire immediatamente tutti gli arrivi, ma anche perché l'hub, peraltro, ha una funzione particolare che il Ministero gli attribuisce, che è quella di una prima accoglienza, di una prima fase in cui si effettuano screening e valutazioni anche sotto il profilo della richiesta del titolo (permesso di soggiorno, piuttosto che di status di rifugiato). Quindi, questo tipo di indicazione dal Ministero è stata data a tutte le Regioni. È indubbio che la Regione ha chiesto anche la collaborazione della Città di Torino per capire se ci possano essere degli spazi, non necessariamente sulla città di Torino, che possano svolgere questa funzione. È chiaro che la preoccupazione principale di tutti i livelli istituzionali che ho citato è proprio quella di cercare di evitare il più possibile di creare ulteriori tensioni o concentrazioni, anche dal punto di vista numerico, su territori che vedono una presenza già importante. Io vorrei ricordare che la Città di Torino ha lo SPRAR e che, dal punto di vista, invece, dei punti di accoglienza gestiti dalla Prefettura, proprio lavorando con la Prefettura, si è cercato di mantenere un equilibrio tra la disponibilità che la Città ha già dato attraverso lo SPRAR e i posti che la Prefettura ha individuato con questo altro canale di accoglienza parallelo allo SPRAR, tant'è che - come è noto - ci sono molti siti di accoglienza che sono fuori dalla città di Torino, proprio perché è stata anche attenzione e cura della Prefettura cercare in questo di creare un equilibrio. Io penso che sia assolutamente un aspetto che viene considerato; al momento, per quanto mi è noto, non mi risulta che la Regione e le Prefetture abbiano definito e individuato un luogo dove realizzare questo hub. Ciò non toglie, naturalmente, che ci sia un lavoro che va in questa direzione, che riesca a svolgere questa attività di accoglienza attraverso questo meccanismo di filiera, che dovrebbe passare dall'hub per poi avere una distribuzione sul territorio, considerando appunto di avere un equo impatto di queste accoglienze sul territorio piemontese. Questo è quanto posso dire in questo momento più in generale relativamente a questo question time, che, nello specifico, era riferito alla struttura di Villa Cristina. PORCINO Giovanni (Presidente) La parola al Consigliere Ricca. RICCA Fabrizio Relativamente alla notizia che era circolata di Villa Cristina, è importante quanto ha detto la Vicesindaco a verbale. Condivido totalmente la linea che stanno utilizzando i governatori di Liguria, Lombardia e Veneto sulla gestione, in quanto ci sono delle situazioni anche a Torino che dimostrano che forse qui non c'è la capacità di saper gestire il fenomeno; pensiamo al MOI: un hub ce l'avevamo già e abbiamo visto che fine ha fatto. Avendo già visto questo film, posso immaginare che cosa succederà quando verranno inseriti questi hub e quando, magari, a queste persone verrà negata la richiesta di asilo: decideranno di occuparlo e avremo un MOI 2. Questa è la mia preoccupazione, perché è stato dimostrato che non c'è la capacità di saper gestire il fenomeno. Non so se il problema sia politico, se sia tecnico, se sia tecnico-politico o se sia politico-tecnico, però mi piacerebbe avere una programmazione di come si vorrà gestirlo nel momento in cui verranno fatti questi due hub. Prima di tutto, non dovranno essere tutti e due a Torino, perché Torino ha le spalle larghe, ma, in questo momento, non riesce a sopportare più di quello che c'è già, nonostante abbia dimostrato nel tempo di essere, anche a livello di accoglienza, una città avanti anni luce rispetto a tante altre in questo Paese. Poi, bisognerebbe avere una programmazione di come potranno essere gestiti, perché un conto è dire che verranno creati due hub e un altro è avere idea di come poterli far funzionare. Quindi, Presidente, a me non dispiacerebbe se potessimo portare la discussione in maniera più approfondita all'interno di una Commissione, per poter ragionare e per cercare di capire insieme alla Giunta e al Sindaco (perché, poi, è lui che si occupa direttamente, anche come Presidente dell'ANCI, di trattare determinate situazioni) se ci siano delle soluzioni migliori. Vorremmo, quindi, capire come possiamo essere utili non solo alla Città, ma, magari, anche alla Città Metropolitana o, più in generale, al Piemonte per poter fare qualcosa di concreto. PORCINO Giovanni (Presidente) La parola, brevemente, alla Vicesindaco. TISI Elide (Vicesindaco) Io l'ho detto prima, ma lo ripeto perché credo sia importante. Lo strumento che hanno i Comuni sull'accoglienza si chiama SPRAR. Peraltro, abbiamo così tanta consapevolezza che bisogna evitare le concentrazioni dei grandi numeri che lo SPRAR della Città di Torino (470 posti, se non ricordo male), al di là di due centri numericamente più importanti, per il resto è stato tutto impostato su piccole accoglienze in alloggi e, quindi, piccoli numeri, proprio per evitare di creare quelle situazioni che, come ricordava il Consigliere, generano poi un impatto sul territorio. La questione degli hub, che ho riferito perché sono a conoscenza che è una richiesta che i Ministeri stanno facendo alle Regioni, rientra davvero nella valutazione e nel lavoro di programmazione che sta in capo alle Regioni e alle Prefetture. Dico questo, perché mi riesce un po' difficile immaginare che all'interno di una Commissione si possa trattare una materia che non è pienamente nelle nostre possibilità. Noi possiamo dare delle indicazioni; l'indicazione principale che diamo come Città, anche alle scelte eventuali della Regione, è proprio anche in una scelta di accoglienza, ma abbiamo anche chiesto alla Prefettura di evitare di creare grandi concentrazioni e di caricare sulle stesse aree territoriali (anche per Torino ci sono quartieri e quartieri) delle situazioni che, poi, riescano a creare del conflitto. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). No, questo è assolutamente escluso. Si era citato, ad esempio, il centro Fenoglio di Settimo da trasformare eventualmente in hub, proprio perché ha una localizzazione anche fisica che consentirebbe di fare un'attività di quel tipo in modo appropriato. È chiaro che l'intenzione della Regione - sto riferendo cose su cui la Regione sta lavorando prioritariamente - è quella di trovare due localizzazioni che corrispondano anche a due aree della Regione piuttosto lontane, altrimenti non avrebbe l'utilità che dovrebbe avere, ma credo di non dire nulla di nuovo perché l'Assessora Cerutti ha già riferito ciò più volte anche agli organi di stampa. L'altro aspetto che vorrei ricordare, senza voler assolutamente fare polemica, è che la situazione del MOI è figlia di una fase storica - che spero si ricordino anche i Consiglieri, perché era una preoccupazione che io avevo più volte riportato anche in sede giornalistica - derivante dalla chiusura dell'emergenza Nord Africa. Allora, io credo che bisogna imparare dagli errori per non ripeterli; certamente, quando si chiudono delle fasi di accoglienza, non devono essere fatte in quel modo, ma, soprattutto, ricordo che, in quella fase, di tutti gli sbarchi che arrivarono in Piemonte una percentuale altissima fu collocata su Torino e prima cintura, generando evidentemente proprio quella concentrazione che adesso tutti diciamo che non si deve realizzare. Era anche un'altra Amministrazione regionale; credo che, oggi, ci sia la necessità di guardare in modo responsabile a questo problema, seguendo delle linee guida che ci aiutino ad evitare le concentrazioni, perché non servono a nessuno, né a chi arriva né a chi accoglie. Stiamo lavorando come ANCI per sensibilizzare i piccoli Comuni; proprio stamattina, qui c'è una riunione in questo senso, che è finalizzata a sensibilizzare i piccoli Comuni, perché piccoli numeri anche in centri più piccoli sono probabilmente di più facile gestione. C'è bisogno, ovviamente, che su questo la politica lavori nella direzione dell'interesse prioritario dei cittadini. PORCINO Giovanni (Presidente) Quindi, Consigliere Ricca, io considererei il question time discusso ed eventualmente, se lo ritiene, può interloquire con il Presidente alla Commissione competente per ulteriori approfondimenti sul tema di ordine generale. L'interpellanza è discussa. |