Interventi |
MAGLIANO Silvio (Vicepresidente Vicario) Passiamo alla discussione dell'interpellanza n. mecc. 201502423/002, presentata in data 4 giugno 2015, avente per oggetto: "ATC, l'occupante è abusivo ma la bolletta è regolare?" MAGLIANO Silvio (Vicepresidente Vicario) La parola, per la risposta, alla Vicesindaco. TISI Elide (Vicesindaco) La risposta predisposta dal Presidente dell'ATC è un po' lunga e tocca tutti i punti che sono stati oggetto dell'interpellanza. Per quanto riguarda il punto 1), ATC non fa firmare alcun contratto agli occupanti abusivi, non stabilisce i rapporti di fornitura con essi e non chiede corrispettivi, ma risarcimenti, come denotano le diciture in bolletta. Atteso che ATC non può quantificare la sussistenza di danni materiali a priori, ma solo dopo lo sgombero, e che deve quantomeno chiedere il ristoro per l'indebito utilizzo da parte dell'occupante abusivo dell'immobile che è destinato ad altri, l'acconto viene commisurato al valore di 1,3 del canone base in analogia con le previsioni di cui al combinato disposto degli articoli 30, comma 6, e 19, lettera C), della Legge della Regione Piemonte 46/1995, salva ovviamente richiesta di maggior danno. Relativamente al punto 3), la risposta al punto precedente risponde anche alla prima parte di questo punto; per il resto si conferma che le bollette vengono inviate per tutta la durata dell'occupazione, posto che è l'indebita occupazione da parte dell'occupante perdurante sino al rilascio che determina la necessità di ristoro per l'occupazione, che, altrimenti, diverrebbe, oltre che abusiva, gratuita. Per quanto riguarda il punto 4), il saldo si calcola all'esito del rilascio, mediante la differenza tra le somme dovute per l'occupazione abusiva (per i servizi illegittimamente fruiti e per eventuali danni materiali arrecati all'immobile rilasciato) e l'importo che l'occupante abusivo avesse corrisposto prima del rilascio. Occorre comunque evidenziare che per tutti gli importi a debito degli occupanti abusivi sussiste una ineludibile e, talora, insormontabile difficoltà al recupero, legata proprio al fatto che, spesso, si tratta di soggetti privi di beni o redditi su cui ottenere la soddisfazione del credito una volta ottenuto il titolo giudiziario. Quanto qui riferito vale anche per il punto 6) e costituisce peraltro una certa diseconomia del sistema, che comporta spese certe per l'ottenimento dei titoli giudiziari a fronte di risultati estremamente modesti per quanto concerne l'effettivo recupero delle somme. Relativamente al punto 5), l'edilizia sociale è disciplinata da norme speciali di Diritto pubblico che fanno riferimento ad una specifica procedura di verifica dei requisiti sia da parte dei Comuni competenti per l'assegnazione, sia da parte dell'ATC per quanto concerne le volture ed i subentri. Sebbene sia principio di carattere generale che i rapporti tra Amministrazione Pubblica e terzi debbano avere forma scritta, nel caso di specie la sottoscrizione della convenzione è anche prevista espressamente dalla Legge Regionale del Piemonte n. 3 e la mancata sottoscrizione è causa di annullamento all'assegnazione. Pertanto in mancanza di provvedimento amministrativo e sottoscrizione di convenzione di locazione, non è configurabile un rapporto locativo di fatto di edilizia sociale pubblica. Per quanto riguarda il punto 6), il mancato pagamento delle bollette comporta l'avvio di azioni giudiziarie per il recupero degli importi insoluti. Primariamente, si agisce, tuttavia, per il rilascio dell'immobile abusivamente occupato, in ragione del fatto che è necessario riacquisirne la disponibilità per la corretta assegnazione e anche perché solo a rilascio avvenuto sarà possibile quantificare esattamente il debito eventuale. Per quanto riguarda invece l'ultimo punto, rispetto a quanto avviene nei confronti degli occupanti senza titolo, come Città riteniamo legittimo l'operato di ATC, che provvede correttamente a richiedere il risarcimento del danno per l'occupazione protratta in attesa del recupero coattivo dell'immobile. MAGLIANO Silvio (Vicepresidente Vicario) La parola al Consigliere Bertola. BERTOLA Vittorio Ringrazio per la risposta ed anche per l'attività di lettura. È chiaro che nessuno vuole giustificare l'occupazione abusiva delle case ATC, né quando è una vera e propria occupazione abusiva (cioè quella che ci si immagina, di qualcuno che va lì, sfonda la porta, cambia la serratura e vi si installa), né nel caso - che comunque è più frequente - di qualcuno che magari viveva lì con una persona che aveva il titolo e poi quella persona muore o va via e cerca di rimanere nell'alloggio; si tratta di situazioni intermedie di questo genere, spesso anche da parte di persone comunque indigenti, che magari avrebbero anche loro titolo ad avere la casa popolare, ma sono in una certa posizione in graduatoria e devono aspettare. Però non è legittimo stare abusivamente in una casa ATC; questo principio va sicuramente fatto rispettare e, quindi, ATC fa bene a cercare di sgomberare le case occupate abusivamente. Il punto che mi ha lasciato veramente un po' perplesso è scoprire che, durante questo periodo in cui ATC cerca di sgomberare le case, manda delle bollette e dei canoni di affitto esattamente come se fossero degli affittuari normali, anche se al posto della dicitura: "canone" c'è scritto: "acconto danni occupazione abusiva". Quindi, ci si chiede a che titolo, ad uno che è abusivo per definizione (e quindi non dovrebbe avere neanche il motivo per stare lì, non dovrebbe avere alcun rapporto con me, perché dovrei mandarlo via con la forza), mando invece le bollette come se fosse un occupante regolare, anche se con una dicitura modificata. In giurisprudenza i danni esistono nel momento in cui sono quantificati da una sentenza giudiziaria, cioè si va da un Giudice che decide che c'è stato un danno che deve essere risarcito. Se io vengo tamponato, non mando tutti i mesi a casa di chi mi ha tamponato una bolletta da 100 Euro al mese per farmi pagare. Ho capito che c'è un regime speciale, come dice l'ATC, di edilizia pubblica e che, probabilmente, ha delle sue norme; magari approfondirò maggiormente la questione con un avvocato, perché l'ho fatto in maniera veloce prima di presentare l'interpellanza e vedremo di capire meglio. Ho qualche dubbio sul fatto che non si possa neanche in questo modo configurare un rapporto potenziale almeno di legittimazione di questa occupazione e, se non si configura sul piano legale, c'è il problema che tende a configurarsi sul piano della percezione delle persone, perché il problema vero è che queste persone già spesso avrebbero diritto (perché, magari, si tratta di persone indigenti che sono lì senza averne titolo, ma che sono in graduatoria in attesa di una casa popolare) e poi si vedono arrivare ogni mese questa bolletta e magari fanno sforzi - non mangiano, perché comunque si tratta di persone che guadagnano 200 Euro al mese - per pagare la bolletta all'ATC pensando che possa costituire l'inizio di un rapporto regolare, se non di una regolarizzazione dell'occupazione. Dopo, magari, 7 mesi che pagano faticosamente questa bolletta, arriva l'ufficiale giudiziario che, giustamente, li manda via e, a quel punto, si lamentano per aver fatto dei sacrifici per pagare i 200 Euro al mese per poi essere mandati via a forza, quando, magari, avrebbero anche il diritto ad avere una casa e si tratta di una situazione che esaspera un po' le tensioni sociali, per cui non sono così convinto che sia, almeno in tutti i casi, la cosa giusta da fare. Dopodiché è vero che avere degli immobili pubblici occupati abusivamente è un danno e che se riusciamo a recuperare un po' di soldi almeno dagli occupanti limitiamo un po' questo danno, però non sono così convinto che tutta questa architettura stia veramente in piedi sia sul piano legale, che sul piano politico e sociale. Non posso fare altro che prendere atto del fatto che ATC ritiene di avere ragione, però mi piacerebbe, magari con calma in Commissione, non soltanto su questo argomento (possiamo anche dichiarare discussa questa interpellanza), fare un'analisi di quanti sono i casi di occupazione abusiva e, al loro interno, quanti sono quelli proprio abusivi (cioè di persone che, magari, avrebbe persino i soldi per pagare un affitto di mercato e invece si installano lì) e quanti sono - credo che siano la maggior parte - quelli che, di fatto, occupano perché avrebbero comunque diritto ad una casa, ma, avendo noi 500 case all'anno a fronte di 2.000 sfratti, non riusciamo a dare una casa a tutti. Nonostante tutto, questo non giustifica il fatto di passare davanti agli altri in graduatoria occupando una casa, però pone il problema anche in una luce un po' diversa. PORCINO Giovanni (Presidente) L'interpellanza è discussa. |