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MAGLIANO Silvio (Vicepresidente Vicario) Iniziamo l'adunanza odierna del Consiglio Comunale discutendo l'interpellanza n. mecc. 201405464/02, presentata in data 12 novembre 2014, avente per oggetto: "Mense scolastiche e nuove tariffe di ristorazione" MAGLIANO Silvio (Vicepresidente Vicario) La parola, per la risposta, all'Assessore Pellerino. PELLERINO Mariagrazia (Assessore) Ringrazio gli interpellanti, che mi danno anche modo di ritornare sul tema delle tariffe della ristorazione scolastica e anche di precisare alcuni punti. L'interpellanza si può sintetizzare come una richiesta di confronto tra le tariffe praticate dalla Città di Torino e quelle che, invece, sono praticate, per l'analogo servizio, in altre città sia dell'area metropolitana, ma proprio anche di Regioni diverse. Innanzitutto, ci tengo ovviamente a premettere - senza nasconderci dietro un dito - che il risultato delle tariffe della ristorazione è il risultato di diverse variabili. Tra queste variabili ne citerei almeno due: una è naturalmente la quota di compartecipazione al servizio che viene posta a carico dei cittadini, quindi delle famiglie; l'altra è quella della qualità del cibo proposto. Partirei dalla quota di compartecipazione. Io credo sia noto a tutto il Consiglio Comunale - che, d'altra parte, ha approvato il piano tariffario, che rientra proprio nelle prerogative del Consiglio - quella che è stata una riduzione costante dei trasferimenti dallo Stato e anche da parte di altri Enti pubblici all'area Servizi educativi della Città di Torino nel periodo 2010-2014. Lo ricordo perché, ovviamente, non possiamo non tenere conto di questo aspetto, rispetto a quella che è la quota di compartecipazione al servizio che la Città mette a carico dei genitori. Il fondo nazionale per la prima infanzia della Regione Piemonte, dove noi ricevevamo 1,8 milioni di Euro, è passato a zero; il contributo per il funzionamento della scuola d'infanzia paritaria, erogato dal MIUR, è a meno 28%, cioè un terzo in meno; il contributo per il funzionamento dei nidi d'infanzia è a meno 75%, cioè abbiamo un 25% di quello che avevamo; il contributo in materia di diritto allo studio della Legge n. 28 (questi ultimi due sono erogati dalla Provincia di Torino) è a meno 60%. Questo è il contesto e il perimetro di riduzione fortissima delle risorse con cui la Città cerca, con estremo impegno, ma, naturalmente, anche difficoltà, di mantenere l'offerta di servizi che va ad erogare. Dall'altra parte, però, c'è un tema che a me sembra molto importante e centrale per quanto riguarda la ristorazione scolastica, che è il tema della qualità del cibo proposto, che può essere molto diversa. Quindi, il confronto che si fa tra quanto costa a Venezia e quanto a Torino non può essere privo di riferimenti a quello che è il capitolato d'appalto e che viene richiesto al soggetto che vincerà la gara. Come sapete, noi abbiamo una qualità molto alta. Abbiamo scelto prodotti biologici da produzione integrata, carni piemontesi, prodotti locali da filiera corta, prodotti DOP e IGP, prodotti da commercio equo solidale, un servizio sostenibile con stoviglie pluriuso, trasporti con mezzi ecologici. Questo, però, ci sembra, anche da un punto di vista della buona Amministrazione, un'importante scelta, trattandosi di 8,5 milioni di pasti annui e quello che oggi spendiamo in più assicurerà, oltre che un pasto buono, sano e corretto, anche una maggiore salute della nostra popolazione. Anche la scelta della filiera corta è una scelta politica, che va nella direzione di contribuire ad assicurare al territorio locale la ricaduta economica generata dal servizio di ristorazione scolastica. Basti pensare che il nostro capitolato ha vinto un bando europeo per gli appalti innovativi; il titolo del bando è proprio "Innocat" perché riguarda il Public Procurement. Detto questo, la compartecipazione dei genitori - ai quali abbiamo sicuramente chiesto un carico maggiore, ma credo che, purtroppo, sia un po' il trend che vi è in tutte le città, perché l'Ente Locale Città ha patito, come ultima catena del potere decisionale, le decisioni degli anelli che lo precedono - può essere regolata in molti modi. La Città di Torino ha scelto di prevedere delle fasce ISEE, dove quindi vi è una tariffa progressiva in relazione alla condizione economica dei genitori. Vi sono invece delle Città, come ad esempio Venezia o Bergamo, dove pagano tutti la stessa tariffa, che abbiano 3.000,00 Euro di ISEE oppure che ne abbiano 100.000,00. Questa non è la nostra scelta. La nostra scelta - e credo sia una scelta apprezzabile, tanto che è stata recentemente scrutinata anche dal TAR proprio in materia di ristorazione scolastica - è stata riconosciuta una scelta costituzionalmente orientata, perché improntata ai principi di equità e progressività, cioè tariffe più basse che crescono al crescere dei redditi. Visto che qui la tabella degli interpellanti riporta l'esempio di Venezia, mi faceva piacere dire: "Attenzione, perché Venezia fa pagare a tutti lo stesso importo". Qualcuno potrà dire che le fasce ISEE si prestano ad essere in qualche modo eluse, perché c'è qualcuno che simula redditi diversi da quelli che invece dispone. Come i Consiglieri interpellanti sanno, la Città, soprattutto in questi ultimissimi due o tre anni, si è impegnata in un'azione di controllo capillare e diffusa su tutte le dichiarazioni ISEE, attraverso un protocollo con l'Agenzia delle Entrate, che ha consentito di riportare nelle nostre casse alcune centinaia di migliaia di Euro. Parliamo di circa 700.000,00 Euro, recuperati attraverso il controllo delle dichiarazioni ISEE. Adesso si sta sperimentando con Soris proprio un controllo massivo, poiché Soris è in possesso della banca dati, quindi questo meccanismo di controllo sarà ulteriormente implementato. Poi, a gennaio entrerà in vigore il nuovo ISEE, che tenderà a ridurre sempre di più le elusioni ed evasioni tariffarie. Per maggior equità, noi, da quest'anno - come sapete - abbiamo anche scelto che si paghino soltanto i pasti consumati, mentre in precedenza, con il regime forfettario, di fatto si pagavano tutti i pasti, anche se il bambino non partecipava al servizio, perché era assente da scuola e, come in molte città dove vige il pagamento puntuale, anche noi abbiamo previsto una quota di iscrizione annuale al servizio, anche questa equa e progressiva, perché fatta secondo le fasce ISEE, che è una parziale contribuzione da parte delle famiglie a quei costi che sono sostenuti dall'Amministrazione, indipendentemente dal numero di pasti che vengono consumati, cioè sono costi fissi: l'organizzazione del servizio, la sua erogazione, il controllo del servizio, la formulazione delle diete e molti altri. Ripeto, anche la quota di iscrizione annuale, che abbiamo suddiviso su richiesta del Consiglio, era in due rate, l'abbiamo suddivisa in ulteriori altre due rate (è successo quel disallineamento che sappiamo sul servizio informatico, ma a marzo saremo pronti e la rata successiva sarà pagata in due tranche). Passando invece ad una disamina più attenta dell'interpellanza, mi permetto di dire che la tabella fornita dai Consiglieri è arbitraria ed in parte errata. I pasti che vengono indicati sono 165. In realtà, i pasti sono 175 e non 165, quindi dieci in più, secondo il calendario scolastico Regionale. Il numero, ovviamente, è ottenuto dalla divisione e quindi è più piccolo. Nel confronto con lo scorso anno scolastico, poi, bisognava tenere conto che l'anno scorso il servizio è iniziato circa due settimane dopo dall'inizio della scuola, mentre invece quest'anno è iniziato puntuale con il primo giorno di scuola. Siccome stiamo parlando di un servizio in cui la compartecipazione dei genitori copre soltanto una parte del costo, il 79%, è evidente che iniziare il servizio prima significa aumentare di più i costi. Però, ci tenevamo, perché era un servizio a cui le famiglie tengono, proprio perché è un servizio, quello della ristorazione, che, in qualche modo, aiuta anche la conciliazione con il tempo del lavoro. Però, aver iniziato prima e avere un calendario scolastico più lungo significa che quei numeri sono diversi da quel confronto che viene fatto con lo scorso anno. Questa tabella non tiene conto del fatto che per ogni giorno di assenza non si paga, mentre invece lo scorso anno si pagava. Quindi, oltre ad una riduzione della tariffa, ricavabile dalla semplice somma algebrica tra la porzione della quota fissa e il singolo pasto, vi è un vantaggio che è indubbio, quello di pagare soltanto i singoli pasti. Mi permetto poi di aggiungere che il confronto operato con le tariffe applicate in altre città è fuorviante, perché non tiene in alcun conto i fattori specifici di ogni singola tariffa e del sottostante sistema. Come faccio a confrontare un'altra città, semplicemente sulla base di un costo medio, che, poi, come andremo a vedere, è pure sbagliato? Bisogna vedere quello che è il sistema tariffario che viene applicato nell'altra città. Esempio: le riduzioni, i rimborsi, la possibilità di variare la tariffa in corso d'anno. Un indicatore migliore potrebbe essere quello dei costi sostenuti dalle famiglie. Su questo, gli Uffici hanno fatto dei conti e il valore medio della tariffa di ciascun pasto nella ristorazione della scuola dell'obbligo, per quelle che sono le fasce ISEE, perché la cosa che poi io continuo a non capire è come in questa tabella sia stato indicato come importo giornaliero 5,25 Euro. In realtà, non può essere indicato un valore di 5,25 Euro, perché questo valore è calcolabile soltanto attraverso l'addensamento nelle fasce ISEE, cioè io devo sapere quanti utenti stanno dentro ciascuna delle fasce ISEE, moltiplicare quegli utenti, a seconda della loro fascia ISEE, per il pasto singolo e per la quota fissa che pagano, entrambi calibrati alle fasce ISEE, suddividerli per il numero degli utenti ed ottengo la tariffa media. Questo conto gli Uffici l'hanno fatto e la tariffa media, anche se è un conto del tutto approssimativo, anche perché poi noi non sappiamo quanti di questi utenti consumino il pasto tutti i giorni e quanti no, comunque il costo medio è 3,70 Euro e non 5,25. Quindi, questo costo del pasto, che viene indicato nella tabella, direi che è proprio arbitrario, perché si indica 5,25 Euro che, in realtà, è il costo massimo, non è il costo medio del pasto. In ogni caso, per fare quel tipo di calcolo, bisognava sommare per ogni fascia, come ho già detto, il costo del singolo pasto per quella fascia, la porzione della quota fissa riferita a quella fascia, verificare quanti utenti e, poi, dal totale suddividere il risultato per il numero degli utenti. Però, c'è sempre una variabile, che sono le assenze. Tra l'altro, se noi andiamo a verificare, conti alla mano, nel 2013-2014, cioè l'anno scolastico terminato qualche mese fa, noi abbiamo la scuola primaria a tariffa forfettaria piena nella fascia massima era 147,00 Euro, moltiplicati per otto bollettini si ottiene 1.176,00. Noi quest'anno, andando a fare tutti i vari calcoli, arriveremo a poco più di 1.080,00 Euro. Quindi, sostanzialmente, abbiamo un risparmio netto di circa 100,00 Euro, lasciando fissa quella presenza tutti i giorni. In realtà, è chiaro che il vantaggio viene dal fatto che poi non si pagano i giorni in cui il pasto non viene consumato. Quello che, però, mi interessa dire è che l'importo giornaliero medio non è affatto pari a 5,25 Euro, ma sulla base di tutti quei dati che ho detto prima, vale a dire ripartizione fra numero di utenti per le fasce ISEE, la media attendibile è pari a 3,70 Euro. La tabella del confronto con gli altri Comuni, anche qui non si capisce come sia stata ricavata la media pagata, come sono state attribuite le fasce ISEE, quali sono gli utenti nelle diverse fasce ISEE, perché per poter dire che a Moncalieri, piuttosto che a Grugliasco, si paga così, a quel punto tu dovresti sapere quanti utenti ci sono in tutte le fasce che quella città prevede, quanto è l'importo per ciascuna delle fasce ISEE, se hanno le stesse fasce ISEE nostre e così via. Quindi, è un'indicazione del tutto arbitraria. Non so quali siano i criteri con cui è stata fissata, perché l'unico modo per fare i calcoli ed ottenere una media è quello che dicevo prima, che si compone della conoscenza di una serie di dati che qui, invece, non vengono esplicitati. Tenete poi ancora presente che negli ultimi anni, come ben sapete, vi è stata anche una crescita di addensamento nelle due fasce ISEE più basse. Io ci tengo ancora a dire che - mi scuso per la lunga risposta, però il sistema tariffario è piuttosto complesso, per come noi lo abbiamo immaginato, cioè equo e progressivo - a Venezia la prima fascia paga 3,55 Euro, la nostra prima fascia paga 1,50 Euro e la seconda fascia 2,50 Euro, quindi a Venezia è ben più elevata e tutti pagano 3,55. A Bergamo pagano tutti 5,51 Euro. A Bologna sono molto più cari di noi. Quindi, ho già detto prima che va considerato che il 30% dei nostri utenti è nelle prime due fasce, cioè in quelle dove si paga 1,50 Euro e 2,50 Euro. Questo, per carità, può essere una scelta, anzi è una scelta di natura politica che viene fatta, ma anche perché io credo che sia dovere di chi gestisce e di chi amministra un Comune cercare di mantenere vivo il contatto con la realtà e il contesto della città e a me è capitato in tantissime scuole di certe aree della nostra città di venire a conoscenza del fatto che per molti bambini quel pasto lì è l'unico pasto consumato in modo equilibrato durante la giornata, e sono proprio questo 30% che sta in quelle due prime fasce. Abbiamo scelto di continuare, forse non è una scelta condivisa da tutti, ma mi sembra una scelta spendibile per un'Amministrazione progressista e che si ispira anche a principi solidaristici. Il 30% dei nostri utenti paga 1,50 Euro o 2,50 Euro; in queste altre città pagano tutti 5,51 Euro oppure 3,50 Euro. Io non credo che il valore della compartecipazione dei genitori debba essere fisso, perché vi sono condizioni economiche diverse, di cui io credo sia giusto tenere conto ed è una scelta politica, esattamente come il TAR ci ha riconosciuto di poter fare. MAGLIANO Silvio (Vicepresidente Vicario) In qualità di primo firmatario dell'interpellanza, sono soddisfatto della risposta. Le chiedo solo se gentilmente poi può lasciarci copia della nota che ha fornito, perché i numeri sono tanti e i paragoni sono evidentemente molti. Per cui, mi ritengo soddisfatto della risposta acquisendo questo dato e sarà mia cura, Assessore, fornirle la modalità di calcolo con la quale è stata realizzata questa tabella, in modo tale che possiamo anche confrontare le motivazioni per le quali questa tabella ha visto la luce. Sulla modalità di quote, anche lei ha detto che da due dovevano diventare quattro, ma a causa di un errore, secondo me grave, da parte della struttura, non abbiamo applicato una mozione del Consiglio Comunale. Verificherò, alla luce di quello che lei ci ha fornito. C'è un unico dato che non ho capito. Prima, lei ha fatto riferimento ai 147,00 Euro, che, moltiplicato per otto bollettini, risulta 1.176,00 Euro, e poi ha citato il dato di 1.080,00 Euro, ma non ho capito se sia già comprensivo dell'iscrizione annua per massima fascia e non media fascia. Comunque, la ringrazio; sono soddisfatto della risposta e se mi lascia la nota, o adesso in Aula, oppure se può farcela pervenire tramite e-mail, sarà mia cura approfondirla e, nel caso, svilupparla. La parola al Consigliere Appendino. APPENDINO Chiara Ringrazio l'Assessore della lunga risposta. Premetto che condivido l'impostazione della suddivisione per fasce ISEE, non la metto in discussione. Ho voluto sottoscrivere questa interpellanza, in realtà, per due motivi, che poi probabilmente non sono strettamente collegati alle domande puntuali poste nel testo (una sì, le altre no). Questa deliberazione, che è di settembre, era stata approvata ad ottobre inoltrato e, forse, la comunicazione ai genitori era stata fatta addirittura ai primi di novembre, perché c'era stata tutta la questione del Bilancio, quindi eravamo andati molto lunghi. Noi, ma probabilmente anche voi come Assessorato, abbiamo ricevuto veramente forse più segnalazioni di confusione su come era composta e cosa stavano pagando i genitori, rispetto all'anno precedente in cui c'era stato quell'aumento che avevamo discusso tantissime volte. Io adesso non voglio ripartire da quella polemica, perché non avrebbe senso in questa sede. Devo dire, però, che a fronte anche di quanto era successo l'anno precedente, quest'anno ci siamo trovati in una situazione che io mi sento di dire peggiore rispetto all'anno precedente, anche noi come Consiglieri Comunali, immagino anche gli Uffici, anzi, non oso immaginare gli Uffici, l'Assessorato e anche chi si trovava poi nelle scuole a dover rispondere ai genitori, perché i genitori si sono trovati a dover pagare o, comunque, a differenza di come avveniva in passato, a dover affrontare una spesa più alta. Io ho anche casi in famiglia non diretti, che non capivano cosa fosse questa quota che veniva richiesta. Prendo il caso della fascia ISEE più alta, che è quella citata nell'interpellanza, i 5,25 Euro più i 298,00 di quota fissa di iscrizione, non si capiva che cosa fossero questi 298,00 Euro che venivano richiesti. Lì c'è stata proprio una mancanza di comunicazione nei confronti dei genitori, che non comprendevano. Come diceva giustamente lei anche in premessa, è molto complicato capire come è composta la tariffa. Per un genitore probabilmente è ancora più complicato, perché non partecipa ai lavori di Commissione e, comunque, questo ha creato veramente parecchio scompenso. Questo era il primo tema. Secondo tema. Quando abbiamo discusso la questione in Commissione, molta della discussione è stata fatta sul tema della sperimentazione che dovrebbe partire da gennaio, relativa ad uno sconto più o meno alto se il bambino aveva un orario ridotto, oppure no. Teoricamente, dovrebbe partire da gennaio, si doveva decidere in quali scuole iniziare la sperimentazione. Io quindi chiederei due cose: se fosse possibile, senza per forza dover rimandare l'interpellanza, visto che siamo a dicembre e gennaio incombe, poter fare un punto in Commissione (si era impegnata anche lei, Assessore, a verbale, si ricorda sicuramente) su quali sono le intenzioni in merito alla sperimentazione che si vorrà fare a gennaio, quindi su quali istituti si intende partire, se c'è sempre quell'idea di farlo, perché quella deliberazione in realtà dava la possibilità, ma non c'era ancora nessuna linea di indirizzo effettivamente chiara, se non lo sconto, ma, effettivamente, non era in qualche modo costituito già l'iter delle scuole, eccetera. Quindi, la prima richiesta è quella di poter fare un punto in Commissione per capire effettivamente se a gennaio l'Amministrazione - quindi l'Assessorato - continuerà a portare avanti quella strada, in quali scuole e come. Per quanto riguarda il secondo punto - e parlo a titolo personale -, quando abbiamo discusso della proposta di deliberazione, ho impiegato molte delle mie energie per capire questa parte della sperimentazione; se ricorda, anche gran parte del dibattito in Commissione riguardava cosa comportasse uno sconto eventuale del 25% sul personale, eccetera. Invece, è stata posta poca attenzione - parlo per me - relativamente a come fosse composta la parte della quota fissa della tariffa, cioè c'è tutto un tema - che lei sicuramente conosce, perché, se non ricordo male, l'Amministrazione è anche stata chiamata a rispondere ufficialmente del fatto se sia corretto o meno pagare una quota fissa, cioè se sia corretto avere una quota fissa, che potrebbe essere una sorta di tassa d'iscrizione, su un servizio comunque non obbligatorio, a domanda individuale. Nel momento in cui avevamo discusso la proposta di deliberazione, io avevo sottovalutato questo tema, perché avevamo affrontato soprattutto l'altro tema; quindi, oggi vorrei capire se sia possibile fare un approfondimento in Commissione su questi due punti. Quindi, vorrei capire innanzitutto come è calcolata. Come ho detto anche più volte in altre occasioni, io comprendo la necessità di dover coprire una parte dei costi indiretti o, meglio, una parte dei costi fissi del servizio, perché è chiaro che la Città deve mettersi nelle condizioni di poter comunque erogare un servizio; quindi, capisco la necessità di dover avere una parte di introito garantito e certo. Non capisco - perché non abbiamo fatto la discussione in Commissione, ma non l'ho semplicemente sollevata e mi piacerebbe poterlo fare successivamente, visto anche che quest'anno ha avuto inizio questa nuova formula - quanto abbiamo coperto effettivamente con questa parte di quota di iscrizione fissa, che cosa vada a coprire nel dettaglio. Vorrei capirlo anche per noi, Consiglieri, per avere più consapevolezza rispetto a quello che sarà nei prossimi anni. Quest'anno è stato fatto questo cambiamento. Io non so se l'Amministrazione voglia continuare ad intraprendere questa strada, oppure no. Io penso che questa discussione debba essere affrontata in V Commissione - anche nell'ambito dell'altra sperimentazione che si vuol far partire -, non penso che sia questa la sede adatta per farlo, perché probabilmente diventerebbe un dibattito soltanto tra me e lei, saremmo soltanto in due a discuterne, quindi non sarebbe sicuramente un indirizzo del Consiglio. Quindi, io chiedo di poter affrontare la questione in V Commissione in quest'ottica. Dal mio punto di vista, non è necessario rimandare l'interpellanza, in quanto tale; le domande sono solo più ampie. Penso che, però, sia necessario affrontare il tema, sia per dare maggiore trasparenza e risposte genitori, sia per capire quali siano gli indirizzi rispetto alla deliberazione di settembre - se vogliamo portarla avanti nel 2015 -, sia per capire meglio come sia andata effettivamente l'implementazione di questa nuova formula di disegno della tariffa di ristorazione. MAGLIANO Silvio (Vicepresidente Vicario) La parola, per una breve replica, all'Assessore Pellerino. PELLERINO Mariagrazia (Assessore) È chiaro che ogni cambiamento porta con sé delle difficoltà, e noi in questi tre anni di cambiamenti ne abbiamo fatti tanti. D'altra parte, però, se non avessimo fatto questi cambiamenti, probabilmente la Città non avrebbe potuto continuare ad offrire tutti i servizi che offriva prima. All'inizio della mia risposta ho parlato di tutti i fondi che l'Assessorato alle Politiche Educative riceveva in trasferimento dallo Stato, dalla Regione e dalla Provincia, di cui rimane praticamente il 30%. Ora, nonostante avessimo soltanto il 30% delle risorse, abbiamo continuato ad offrire servizi nella stessa misura, anzi abbiamo aperto un nido in più e abbiamo iniziato il servizio di ristorazione in modo puntuale con l'inizio dell'anno scolastico; dico questo perché siamo in una sede politica, almeno io tale ritengo essere il Consiglio, sovrano dell'indirizzo politico dell'Amministrazione comunale. Siamo in una sede politica e mi sembra importante che noi rivendichiamo anche quello che tutti insieme siamo riusciti a fare finora, cioè mantenere inalterata l'offerta dei servizi, cercando di riorganizzarli in modo tale da ottenere questo risultato. Quindi, per questo abbiamo introdotto tanti cambiamenti. Io credo che anche il pagamento puntuale dei pasti consumati sia un buon risultato. Certo, il pagamento puntuale dei pasti consumati significa che si portano 41.000 utenti ad una prenotazione puntuale, che deve essere fatta tutte le mattine; questa prenotazione poi si traduce in un caricamento sul Borsellino Elettronico di questi pasti consumati. È una rivoluzione, sia da un punto di vista informatico, sia per quello che è l'approccio: una volta arrivava il bollettino con scritta sopra una cifra; oggi sei tu che, a seconda delle tue disponibilità di cassa, puoi caricare il Borsellino, di più o di meno, salvo poi naturalmente i sistemi di alert, eccetera. È chiaro che questo può aver creato anche qualche incertezza di interpretazione, però è anche vero che il fatto di aver scelto di passare ad una tariffazione di tipo puntuale - e questo vale per tutte le Città che hanno fatto questa scelta - ci consente anche un miglior controllo rispetto a quello che noi spendiamo e paghiamo alle aziende di ristorazione, perché ogni giorno noi abbiamo esattamente il controllo di quanti pasti stanno producendo per noi e, quindi, di quanti ne dobbiamo pagare. Per le famiglie questo coincide con il fatto di dover pagare solo quei pasti. Quindi, io credo che sia una buona innovazione. Così come la modalità del Borsellino Elettronico ci ha consentito quest'anno di risparmiare 800.000,00 Euro di diritti di riscossione, già al netto di quello che paghiamo a Soris nel nostro contratto. Quindi, ritengo che queste siano tutte innovazioni che hanno un duplice risultato: da una parte, di ottimizzare le risorse pubbliche e, dall'altra, venire incontro nel modo migliore al servizio dei cittadini. È chiaro che nella fase del cambiamento ci saranno delle difficoltà e delle criticità, che man mano abbiamo provveduto a risolvere. In tutte le Città dove si è passati ad una tariffazione puntuale esiste questa quota fissa, come abbiamo scritto anche al TAR quando avevamo in corso quel ricorso, e io credo che anche il TAR ci abbia dato ragione rispetto alla composizione delle nostre tariffe, riconoscendo che c'è una quota di costi fissi, che non sono prodotti dalla consumazione del pasto, che si mettono accanto a costi fissi legati all'organizzazione del servizio, all'erogazione del servizio e al controllo, ovvero al monitoraggio costante della qualità del servizio, anche in materia di sicurezza alimentare. Noi abbiamo all'incirca 3.000 diete speciali. Tutto questo significa affrontare dei costi, che sono costi indiretti, e i costi che sono sopportati dalla Città vengono riconosciuti in parte all'interno di questa quota fissa. Credo sia assolutamente legittimo. La composizione di questo costo è stata più volte da noi esplicitata, su richiesta dei Consiglieri Comunali attraverso interpellanze, scritte o orali, è stata depositata nelle memorie difensive, è stata anche in Commissione, non su richiesta sua, Consigliere Appendino, ma su richiesta di altri. Io credo sia abbastanza chiaro. Comunque, non sono costi che la Città ha, in qualche modo, tirato fuori come il coniglio dal cilindro; sono dei costi che evidentemente si aggiungono al costo puro del singolo pasto che la Città paga all'azienda che li fornisce. Quanto alle sperimentazioni orarie - che però non riguardano la ristorazione, ma riguardano i servizi 0-6 -, a gennaio non ci saranno ancora, al momento non sono state programmate dagli Uffici; quando ci saranno, ne parleremo in Commissione, ma al momento non vi è ancora una proposta da poter discutere in Commissione. MAGLIANO Silvio (Vicepresidente Vicario) L'interpellanza è discussa. Lo dico anche come primo firmatario insieme al Consigliere Appendino, sarà poi nostra cura magari chiedere direttamente al Presidente della Commissione di fare una verifica, facendo passare il tempo adeguato. Ringrazio l'Assessore. Mi scuso con gli Assessori e i Consiglieri presenti per il tempo trascorso, ma mi sembrava che questo tema necessitasse di queste delucidazioni. Rinnovo all'Assessore la richiesta, da parte mia e del Consigliere Appendino, di avere dei report... (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Perfetto. |