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LEVI Marta (Vicepresidente) Passiamo alla discussione dell'interpellanza n. mecc. 201405356/002, presentata in data 10 novembre 2014, avente per oggetto: "Al CAAT tutto uguale?" LEVI Marta (Vicepresidente) La parola, per la risposta, all'Assessore Mangone. MANGONE Domenico (Assessore) Al CAAT non è tutto uguale. Questa è la prima risposta che possiamo dare ai Consiglieri del Movimento 5 Stelle. Al CAAT non è tutto uguale, perché, ad iniziare da quando ci sono stati i noti eventi di un po' di mesi fa, in seguito allo sciopero e al blocco del CAAT, ce ne siamo occupati, ce ne siamo occupati tanto e abbiamo fatto bene ad occuparcene, perché, evidentemente, c'era una situazione che andava monitorata attentamente. Lì la partita nasce dall'iniziativa di un'organizzazione sindacale, che ha organizzato la prima manifestazione e che aveva pubblicato un volantino, nel quale veniva detta una serie di cose. Cose di una certa gravità, che io ho ritenuto meritevoli di approfondimento, tant'è che abbiamo convocato immediatamente un incontro al CAAT, il primo, poi ce ne sono stati tanti altri, è inutile fare il resoconto degli incontri che abbiamo fatto, abbiamo iniziato un percorso. A quell'incontro hanno partecipato: questa organizzazione sindacale, e buona parte dei lavoratori rappresentati da questa organizzazione erano presenti all'incontro ed alla riunione; i grossisti; ovviamente, i presidenti delle cooperative; il CAAT e la Città di Torino, che, in qualche modo, conduceva la riunione con il sottoscritto. Ci siamo resi conto che lì la situazione effettivamente meritava di essere approfondita. Da lì abbiamo iniziato un percorso di incontri e di riunioni. Nel frattempo, una seconda organizzazione sindacale, quella della UIL, è entrata nel CAAT; altre organizzazioni sindacali non si vedono. Quindi, la prima anomalia che ho fotografato in quell'ambiente, che evidentemente è un ambiente poco accogliente, perché si lavora di notte, è l'assenza di organizzazioni sindacali. Quindi, è entrata per prima l'organizzazione sindacale, che mi pare si chiami S.I. COBAS, successivamente è entrata la UIL, ma non vi sono altre organizzazioni sindacali e fino a quel momento non c'era alcuna organizzazione sindacale. Quindi, questa prima anomalia mi ha colpito, perché io credo che in una democrazia il ruolo del sindacato sia fondamentale e utile anche per riuscire ad individuare le strade per risolvere i problemi. In quell'occasione non abbiamo potuto avere questo confronto, ma gli incontri sono proseguiti entrando nel merito delle questioni; questo significava riuscire ad affrontare i problemi, primo tra tutti le condizioni del lavoro, e, tra gli altri - che veniva denunciato a più riprese -, quello della presenza non regolare di lavoratori. Quindi, abbiamo affrontato la questione. Senonché, mentre tutto questo ragionamento veniva portato avanti con le organizzazioni sindacali presenti, S.I. COBAS e UIL, ad un certo punto, mentre si stava ragionando per risolvere i problemi e, seduti al tavolo, il sindacato poteva affrontare con noi la situazione, c'è stato un episodio e ovviamente alla Città è dispiaciuto che vi sia stato, perché nella notte del 16-17 ottobre vi è stata un'altra di quelle iniziative, e in questo caso è sembrata un fulmine a ciel sereno al sottoscritto, che, con impegno, stava tentando di affrontare una situazione estremamente complicata. Allora ho chiesto conto a questo sindacato del comportamento che stava assumendo, perché, in una situazione nella quale c'era l'impegno della Città e si stavano facendo dei passi - che poi le dirò - per risolvere i problemi veri dei lavoratori, per risolvere veramente i problemi dei lavoratori, il verificarsi di un'iniziativa come questa era assolutamente fuori luogo, perché avevamo fatto presente più volte che la sola minaccia di bloccare il CAAT o le voci di corridoio che tendevano a dire: "Si blocca, c'è una manifestazione", creano un danno alla struttura. Creare un danno alla struttura significa creare, direttamente e indirettamente, un danno ai lavoratori stessi. Quindi, una cosa è affrontare i problemi veri dei lavoratori (orari, paga, eccetera), altra cosa è mettere in pericolo la struttura stessa. Da quel momento, io non ho più incontrato questo sindacalista, perché, se ci si siede per risolvere dei problemi, evidentemente c'è bisogno di un reciproco rispetto dei ruoli, cosa che invece in questa circostanza non c'è stata, e quindi io da allora non ho più incontrato questo sindacalista. Nonostante ciò, ovviamente, siccome quello che stavamo facendo, lo facevamo perché avevamo ritenuto che quei problemi andavano affrontati, noi siamo andati avanti, tant'è che il Consiglio d'Amministrazione... poi risponderò in maniera puntuale alle domande che mi ha fatto... LEVI Marta (Vicepresidente) Assessore, proviamo a metterci meno di mezz'ora, perché se no non riusciamo a venirne a capo. Grazie. MANGONE Domenico (Assessore) Il tempo passa, ha ragione, non mi ero reso conto. Poi terminerò rispondendo in maniera puntuale alle domande, però, Consigliere, credo che sarebbe opportuno - e glielo chiedo io - portare la questione in Commissione, perché merita un approfondimento. È inutile che adesso io le dica quali sono le modifiche che abbiamo apportato: chiamiamo il CAAT e ce lo facciamo raccontare. Per andare velocemente alla conclusione - il tempo passa velocemente -, dico che nelle richieste che lei mi fa, Consigliere, c'è tutta una serie di cose che non può riguardare e non può essere oggetto di discussione da parte della Città. Siamo interessati da un punto di vista dell'evoluzione di questi temi, ma, come Città, non possiamo imporre il contratto unico, la paga oraria minima; c'è tutta una serie di cose, che poi alla fine sono le richieste fatte da questo sindacato, sulle quali ovviamente noi abbiamo già detto al sindacato stesso che la Città svolge un ruolo di mediazione, tutto il resto fa parte della contrattazione tra imprese e sindacato, quindi il tavolo va separato. Noi ci siamo occupati di ciò che ci compete e, in maniera particolare, del Regolamento CAAT. LEVI Marta (Vicepresidente) La parola al Consigliere Appendino. APPENDINO Chiara Innanzitutto, parto dalle parole che ha detto l'Assessore, cioè portiamo la questione in Commissione audendo il CAAT, e sono assolutamente d'accordo, anche perché in realtà questa interpellanza è frutto di una discussione che è nata proprio in quella Commissione. Era una Commissione Controllo di Gestione in congiunta con la III Commissione. Abbiamo audito il CAAT e sono emerse delle questioni, che lei oggi ha riportato, che sono oggettivamente gravi. Io non condivido (l'ho già detto in Commissione e lo dico adesso in Aula) il fatto che si dica che la questione non ci riguarda, quando stiamo parlando di un'azienda o comunque di un soggetto che è del Comune al 91%, un soggetto in cui noi mettiamo delle figure di riferimento, che gestiscono questo soggetto. Quindi, mi sembra molto debole, per non dire paradossale, che l'Assessore venga in Aula, ma in parte lo ha detto anche in Commissione, a dirci che io sto facendo delle richieste che non ci riguardano. Non è vero, ci riguardano. Ci riguardano, eccome. Perché se noi siamo consapevoli del fatto che lì - tra l'altro la Commissione Antimafia e Legalità è andata in sopralluogo e l'ha visto con i suoi occhi - ci sono situazioni di lavoro in nero (l'ha detto anche l'Assessore), in cui le persone sono a rischio, perché il lavoro di facchinaggio che fanno è evidentemente molto a rischio, ci sono delle richieste legittime, dal mio punto di vista, di avere un contratto unico. Per cui, non penso che si possa dire che non ci riguarda. Capisco che ci sono delle questioni sindacali. Non condivido neanche - perché l'ho vissuto sulla mia pelle, quando abbiamo partecipato, come Movimento 5 Stelle, alle vicende del movimento No Tav - la criminalizzazione di chi protesta, che diventa causa del fatto che non si siano fatte le cose. Non è così. È giusto che si protesti per dei diritti. È giusto che si metta in piazza il fatto che lì ci sono delle situazioni che sono inaccettabili. Non condivido il fatto che se qualcuno, al di là del sindacato di appartenenza, manifesta e avanza giustamente delle rimostranze (stiamo parlando tra l'altro di un soggetto che è del Comune al 91%), venga criminalizzato, colpevole del fatto che non si è arrivati ad avere un contratto unico; mi sembra una forzatura. Ma questo non lo dico in difesa di quel sindacato, lo dico come rappresentante della Città. Noi ci dobbiamo porre la questione. Mi rendo conto che sia molto delicata e quindi sono assolutamente d'accordo con l'Assessore di andare in Commissione. Però non condivido la criminalizzazione di chi protesta, giustamente, perché vengano riconosciuti dei diritti, per i quali si ha diritto a protestare, dicendo che la questione non riguarda l'Amministrazione Comunale. Quindi, su questi due presupposti, se sono condivisi anche dall'Assessore, chiedo di approfondire la delicata questione in Commissione Controllo di Gestione più la III Commissione, dove è già stato fatta la prima parte della discussione, con la prima audizione del CAAT. Quindi, sono consapevole che la questione sia delicata, però va approfondita partendo da questi due presupposti, cioè che il problema riguarda la Città direttamente e che chi sta protestando lo fa nell'interesse di ottenere una tutela dei diritti, non per bloccare delle trattative, o per portare a casa dei risultati, ma per tutelare i lavoratori, che anche l'Amministrazione, ovviamente, ha interessa a tutelare. LEVI Marta (Vicepresidente) La parola, per una breve replica, all'Assessore Mangone. MANGONE Domenico (Assessore) Intanto la Città è proprietaria dell'immobile. Tutto ciò che avviene dentro, avviene nell'ambito di regole. Dopodiché, è evidente che dal punto di vista politico ci interessa che cosa succede lì dentro, tant'è che ce ne siamo occupati. Sulla seconda parte, invece, io non criminalizzo nessuno. Dico solo che se c'è un Tavolo vero, perché io non faccio Tavoli per accontentare, ma Tavoli veri dove si stanno affrontando i problemi, non si rompe il Tavolo senza motivo e si va a bloccare il CAAT. Se c'è una rottura del Tavolo, posso capire. Io non criminalizzato. Dico solo che questo non è modo di fare, perché nel momento in cui si stanno affrontando sul serio le questioni, si continua su quel Tavolo, se l'intenzione è quella di risolvere i problemi dei lavoratori. Perché se l'intenzione invece non è quella di risolvere i problemi dei lavoratori, ma ci sono altre finalità politiche, io quelle finalità politiche non le posso assecondare, perché lì parliamo della vita, delle sorti di lavoratori, parliamo di persone, e io non mi faccio utilizzare da organizzazioni sindacali per fare politica. Io amministro la Città, e intendo affrontare e risolvere i problemi. LEVI Marta (Vicepresidente) L'interpellanza è discussa per l'Aula, ma l'argomento viene rinviato alla discussione della III Commissione più la Commissione Controllo di Gestione. |