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Estratto dal verbale della seduta di Mercoledì 10 Dicembre 2014 ore 10,00
Paragrafo n. 19
INTERPELLANZA 2014-06224
"LA SORTE INCERTA DEL BANDO PER LE ARCATE DELL'EX-MOI" PRESENTATA DAI CONSIGLIERI CURTO ED ALTRI IN DATA 28 NOVEMBRE 2014.
Interventi

MAGLIANO Silvio (Vicepresidente Vicario)
Passiamo alla discussione congiunta dell'interpellanza n. mecc. 201406224/002,
presentata in data 28 novembre 2014, avente per oggetto:

"La sorte incerta del bando per le arcate dell'ex-MOI"

e dell'interpellanza n. mecc. 201405779/002, presentata in data 20 settembre 2014,
avente per oggetto:

"Bando per assegnazione arcate ex MOI"

MAGLIANO Silvio (Vicepresidente Vicario)
Ricordo ai Consiglieri che la gestione delle interpellanze generali è stabilita
dall'articolo n. 63, comma 7 del nostro Regolamento. Un firmatario ha a disposizione
tre minuti per presentare l'interpellanza generale e, poi, risponderà l'Assessore
Passoni che è presente in Aula.
L'articolo n. 63 recita: "Nella trattazione di un'interpellanza generale, un Consigliere
firmatario di ogni Gruppo che abbia presentato una o più interpellanze può illustrarle
per un tempo complessivamente non superiore a tre minuti. Il Sindaco o uno o più
Assessori da lui delegati possono rispondere per un tempo prestabilito dalla
Presidenza - il tempo sarà in base a quello che gli Assessori avranno da dire -. Dopo
la risposta, ogni Consigliere può intervenire per un tempo non superiore a cinque
minuti.
Qualora i Consiglieri di un Gruppo firmatari di interpellanze abbiano rinunciato
all'illustrazione, un Consigliere del Gruppo ha diritto ad intervenire per un tempo di
dieci minuti.
Al termine degli interventi, il Sindaco o l'Assessore che rappresenta la Giunta in sua
assenza o l'Assessore che ha risposto all'interpellanza, può replicare per un tempo
non superiore a cinque minuti.".
La parola al Consigliere Curto.

CURTO Michele
Non mi avvarrei della facoltà di presentare l'interpellanza generale, per poter invece
- se ho capito bene il Regolamento - intervenire per dieci minuti, anche perché mi
sembra che l'interpellanza sia molto didascalica e chiara.
Venerdì, in Conferenza dei Capigruppo, eravamo stati avvisati che avrebbe risposto
l'Assessore Lo Russo, mentre, in realtà, risponderà l'Assessore Passoni e va
benissimo; mi sembra chiaro che il Regolamento prevede che possa intervenire uno o
più Assessori, per cui non trattenetevi.

MAGLIANO Silvio (Vicepresidente Vicario)
La ringrazio per l'auspicio.
Il Consigliere Tronzano comunica che aggiunge la sua firma alla prima delle due.
Se tutti i Consiglieri firmatari accettano la stessa proposta fatta dal Consigliere Curto,
questo vi permette poi di intervenire con un maggior numero di minuti dopo la
risposta.
Quindi, se si può lavorare in questa direzione e con questo metodo, lascerei subito la
parola all'Assessore Passoni.
Prego, Assessore.

PASSONI Gianguido (Assessore)
Proverò, nel tempo che mi è consentito usare, a riassumere questa vicenda,
rispondendo perlopiù in modo congiunto spesso a quesiti che riguardano entrambe le
interpellanze.
Entrambe, per esempio, chiedono delucidazioni sull'istruttoria, sui tempi e sulle
modalità con cui abbiamo affrontato questo tema e, poi, naturalmente, c'è un tema
legato alla prospettiva e allo sviluppo della vicenda, che lascerò per ultimo, come
viene richiesto.
In via preliminare, ricordo all'Aula, ma, in realtà, le interpellanze già in parte
ricordano la circostanza, che le arcate del MOI sono proprietà della Città di Torino e
sono site in via Giordano Bruno, 181.
La Città ha conferito in concessione trentennale parte di queste arcate, gli edifici
denominati per le planimetrie G, I, F2 ed E, alla Fondazione 20 Marzo 2006 che, a
sua volta, ha affidato, con rogito atto notaio Grassi Reverdini, in data 11 aprile 2012,
la gestione in concessione degli impianti dei siti olimpici, tra i quali ovviamente è
contenuto anche il compendio sopraccitato, che con procedure ad evidenza pubblica
è stato assegnato alla società Parcolimpico S.r.l.
L'Amministrazione, sin da quando - qui ripercorro succintamente una cronologia dei
fatti - nel 7 luglio 2008, con modifica del 22 marzo 2010, fu indirizzata da parte del
Consiglio Comunale la concessione alla Fondazione 20 Marzo 2006,
sostanzialmente, ha inarcato una serie di deliberazioni: la prima, del 2010, ha
raggiunto poi il perfezionamento nel 2012 per il conferimento in concessione delle
arcate suddette.
La parte non conferita e non concessa nei lati suddetti è rimasta in capo direttamente
alla Città di Torino.
In tal senso, l'Amministrazione aveva approvato il 31 luglio 2012, cioè
successivamente a quando si era determinata la condivisione della gestione e
dell'assegnazione della concessione delle arcate stesse, con deliberazione n.
2012/4245 del 31 luglio, le prime linee di indirizzo volte all'avvio di una procedura
pubblica per la concessione di valorizzazione ventennale del complesso arcate MOI,
al fine della loro rifunzionalizzazione.
In questo provvedimento, l'attività espositivo, museale e culturale era individuata
come maggiormente rispondente alle esigenze della Città, per massimizzare la
valenza dell'area come polo di attività di rilevanza pubblica, anche in coerenza con
la destinazione urbanistica a servizi pubblici (così dice il provvedimento di allora).
Tuttavia, per avere ulteriori conferme sul fatto che dette attività rappresentassero la
migliore scelta per il raggiungimento degli obiettivi, nel 2012, con deliberazione n.
4624 dell'11 settembre, la Giunta si avvale di ulteriori ipotesi di riuso provenienti da
attori privati, al fine di verificare l'eventuale esistenza di tipologie di attività diverse
rispetto a quelle individuate con l'atto precedente, che potessero essere interessanti e
con una migliore ricaduta sul territorio circostante.
Pertanto, fu approvata la pubblicazione, preliminarmente all'indizione della gara
pubblica per l'individuazione dei concessionari, di un avviso per acquisire
manifestazioni di interesse, non vincolanti per l'Amministrazione, da parte di
operatori interessati all'insediamento del compendio, al fine di censire in modo
esteso tutte le attività compatibili con la destinazione del PRG.
Come si evince dal verbale del 9 ottobre 2012, l'apposita Commissione nominata con
determinazione n. 2012/43877 ha esaminato le proposte pervenute e sono state
presentate nei termini di bando 25 manifestazioni di interesse. In esse, sono state
enucleate in sintesi alcune tipologie di attività da aggiungere a quelle
precedentemente individuate, che provo a sintetizzare, perché l'elenco è molto lungo:
sportivo dilettantistiche, laboratori artistico artigianali, scuola di canto ritmico e
tecnica vocale, spazio di ferro-modellismo, laboratori di studi fotografici, attività
museali, corsi, biblioteche, laboratori in campo fotografico, innovation lab, parco
divertimenti, aree sportive, centro animazione e formazione sportiva, musica, arte,
teatro, arti visive, cultura, sport indoor, casa del volontariato con infopoint, biblioteca
specializzata, sportello assistenza professionale, sedi di studio di architettura, piccola
città del ghiaccio con avviamento al pattinaggio, attività ludico-sportiva collegata
alla danza, aggregativa per ristorazione baby parking, distretto culturale con spazio
polifunzionale nell'area arte contemporanea, spettacolo studio produzione video
web, residenze da artista, attività commerciali di bar e ristorazione, educative
occupazionali, espositive, mostre, organizzazioni di eventi collegati a manifestazioni
già presenti al Lingotto e incubatore per nuove iniziative a carattere fieristico
congressuale, impianto cittadino omologato per la pratica sportiva hit ball.
Come previsto dalla deliberazione di allora, tali manifestazioni non vincolanti, ma
costituenti semplice indagine di mercato, hanno concorso alla definizione di un
progetto unitario, redatto dall'Istituto Superiore sui Sistemi Territoriali per
l'Innovazione, il SiTI, del Politecnico, contenente le linee guida di recupero e
gestione unitaria del compendio.
Infatti, copia di queste manifestazioni di interesse, unitamente alla relazione
riepilogativa sulle attività stesse, fu trasmessa al SiTI, in modo tale che il gruppo di
lavoro istituito presso il Dipartimento del Politecnico potesse analizzare le risultanze
dell'avviso pubblico, per individuare eventuali ulteriori attività insediabili in loco.
Lo studio, consegnato alla Città nell'aprile 2013, contenente le indicazioni delle linee
guida per il recupero e gestione del compendio, è stato oggetto di approvazione da
parte della Giunta Comunale con deliberazione del 15 luglio 2014. In quest'ultimo
provvedimento sono contenute le direttive di utilizzo e articolazione dei lotti in
relazione al vero e proprio bando. Il tempo intercorso è stato necessario per
l'interlocuzione tra gli Assessorati coinvolti, in particolare l'Assessorato alla Cultura,
l'Assessorato al Patrimonio, all'Urbanistica e il soggetto concessionario delle arcate
terze, per addivenire nel mese di maggio alla soluzione tecnico-patrimoniale che
avrebbe consentito l'approvazione della deliberazione del 15 luglio 2014.
A seguito di approvazione di tale provvedimento - quindi siamo a luglio 2014 - si è
provveduto a richiedere l'acquisizione del formale assenso alla società Parcolimpico,
soggetto individuato con gara dalla Fondazione 20 Marzo 2006 quale concessionario
delle arcate e pertanto ad addivenire alla possibilità di pubblicare un bando,
comprensivo di tutte le arcate contenute nel compendio.
Per riqualificare questo compendio, la deliberazione del luglio 2014 partiva, quindi,
dalla riqualificazione proposta in via unitaria dallo studio elaborato dal SiTI.
Quando si addivenne alla necessità di produrre il disciplinare di gara, il Servizio
contratti e appalti ha richiesto una serie di atti al soggetto concessionario. Questa
interlocuzione di natura tecnica la ometto, nel senso che i documenti richiesti si
riferivano alla relazione impiantistica e ai mandati per sottoscrivere il bando.
Queste circostanze vengono poi superate dal fatto che, successivamente, con
ulteriore disamina da parte degli Assessorati interessati, in particolare conseguenti a
una valutazione circa il fatto che il canone da rinvenirsi tramite la valutazione di cui
alla deliberazione di cui sopra, contenuta peraltro in perizia dell'Ufficio Patrimonio,
del Settore valutazioni, ammontava in circa 208.000,00 Euro, si è andati a
rideterminare la progettualità, consentendo una maggiore flessibilità. Ma di questo
dirò dopo.
Tale valore, cioè il valore di 208.000,00 Euro, è stato determinato tenendo conto del
fatto - l'interpellanza chiede anche conto delle valutazioni - che le attività insediabili
nel compendio risultavano essere unicamente, sulla base di quanto previsto dal
bando, attività espositivo, museali, culturali e sportive, oltre ad una quota di attività
accessorie all'attività principale ai sensi dell'articolo 3 comma 16 delle NUEA, nella
misura del 15,11% della SLP esistente nel lotto.
Nel determinare il valore, la perizia ha tenuto conto, inoltre, degli investimenti
minimi richiesti dal concessionario per riqualificare il compendio (recupero edilizio,
adeguamento impiantistico e strutturale). Questa valutazione differisce notevolmente
da quella precedente, in quanto l'accordo di valorizzazione precedente prevedeva
consistenti e più rilevanti interventi, obbligatori al piano di recupero delle arcate
medesime.
Successivamente, naturalmente, l'Amministrazione, che ovviamente ha valutato che
l'esigenza fosse la riqualificazione dell'area in piena coerenza con la sua vocazione a
servizi pubblici, ha evidentemente rimodulato il prezzo di base d'asta, non però
modificando la valutazione o abbassando, come letto nell'interpellanza, ma
mantenendo, in realtà, inalterata la valutazione espressa con la perizia sopraccitata.
Infatti, la perizia è composta da due diversi importi, oltre la quota per ammortamento
dell'investimento minimo; uno, riguardante la base d'asta del lotto privo delle attività
di natura accessoria; l'altro, puramente facoltativo e da sommarsi al primo, per
l'utilizzo del lotto nella percentuale di SLP citata, il 15,11% delle attività accessorie
a quella principale.
Dette attività sono pertanto meramente eventuali nella seconda proposta, che è stata,
in realtà, redatta dall'Ufficio Patrimonio, ma che non è arrivata alla fase deliberativa.
Questa modalità di recupero fisico ha ritenuto opportuno sostanzialmente escludere
l'obbligatorietà di comprendere in toto le attività accessorie citate. Pertanto, il valore
del canone annuo da porsi a base di gara è stato rideterminato considerando
unicamente quanto indicato nella perizia per attività museali espositive, cioè Euro
101.425,00, con la specifica che, qualora il concessionario realizzi l'attività di cui
sopra, cioè quelle accessorie, il canone annuo verrà incrementato nella misura pari a
3,50 Euro/mese per ogni metro quadrato di superficie effettivamente utilizzata per
tale attività, valore già presente nella perizia precedente.
In tal modo, ove venissero realizzate - ipotesi probabile - attività accessorie ammesse
nelle NUEA del PRG, l'importo corrisposto diverrebbe analogo a quello approvato
nella deliberazione del 2014 più volte citata.
In sintesi, non è una perizia diversa, non è una valutazione diversa, è la facoltà di
richiedere, o no, l'utilizzo della SLP che già era contenuta nella perizia del mese di
luglio.
Al pari naturalmente di quanto deliberato nel luglio 2014, l'incremento del canone
verrebbe ripartito come canone base in ogni caso in misura proporzionale alle
superfici tra Parcolimpico S.r.l. e Città, indipendentemente dalle localizzazioni delle
attività accessorie all'interno di quale lotto del lotto medesimo.
Sulla base di ciò, sostanzialmente, è stato richiesto l'assenso alla società
Parcolimpico S.r.l. sulla seconda proposta, quella modificata, e dopo qualche
settimana, in data 14 novembre, la società Parcolimpico, in realtà, ha risposto
negativamente, non condividendo la rimodulazione del canone e pertanto ha invitato
la Città a procedere con l'indire il bando, secondo le condizioni previste dalla
deliberazione del luglio 2014. Questa è la storia amministrativa fin qui portata.
Circa la gestione, manutenzione e situazione manifestatasi fino ad oggi, naturalmente
la cronistoria spiega facilmente come è stato complicato gestire un compendio che
abbia la condivisione di assegnazione in concessioni e di spazi diversi.
Precisando, bisogna dire che le superfici che sono note al Consiglio, in quanto sono
quelle che consentono di attraversare lo spazio pubblico delle arcate per arrivare
all'ascensore e alla passerella, non sono oggetto di concessione, ma non sono
neanche oggetto di regolamentazioni speciali, cioè sono trattate alla stregua di suolo
pubblico. Pertanto, per quanto riguarda la manutenzione del sedime attualmente di
suolo pubblico, questo è effettuato tramite i normali servizi in affidamento dei servizi
della Città a titolo di manutenzione per conto di AMIAT S.p.A. Così come la
manutenzione dell'ascensore di risalita al piano passerella è effettuato dalla Città di
Torino, tramite il contratto generale di gestione degli ascensori tramite IREN Servizi
e Innovazione, ex Iride Servizi.
Non esistendo, pertanto, all'interno della situazione di spazio pubblico, o comunque
dell'intero "compendio arcate", in questo caso ci riferiamo a superfici pubbliche,
cioè raggiungibili senza accesso, su queste parti naturalmente la Città ha provveduto,
secondo il principio di buona gestione, ad intervenire con l'attività che riteneva
necessaria.
In certe fasi, cioè nei periodi in cui questo compendio non è stato concesso a soggetti
terzi o, per esempio, alla stessa Circoscrizione, l'Amministrazione ha peraltro
affidato temporaneamente anche i servizi di vigilanza notturna, oltre al servizio di
apertura e chiusura dell'accesso del complesso delle arcate rispetto all'ingresso di via
Giordano Bruno. Ora, ovviamente l'Amministrazione... (INTERVENTO FUORI
MICROFONO). Adesso dirò i periodi, ma sostanzialmente è avvenuto a più riprese,
secondo un piano di concessione che proverò a raccontare.
Sostanzialmente, volevo riepilogare dicendo che l'Amministrazione, in sintesi, ha
applicato... (INTERRUZIONE REGISTRAZIONE) ...su tutti gli immobili patrimoniali
occupati che attualmente non hanno una destinazione definitiva. Cioè, secondo la
mozione di indirizzo, che, se ricordo bene, si chiama "Waiting for the future" (cioè
bisogna cercare delle destinazioni temporanee agli immobili non definitivamente
assegnati o occupati da attività definitive), si occupa e si realizza un'attività costante
di concessione delle situazioni immobiliari a strutture temporanee.
Faccio degli esempi. Tra giugno e settembre 2014, l'attività è stata assegnata alla
Circoscrizione 9 per attività di tipo associativo economico, sulla base di un bando
circoscrizionale. Nel marzo 2014, è stato utilizzato per una campagna stampa
pubblicitaria su veicoli di nuova produzione.
Da marzo a giugno 2013, "Vivi arte viva", utilizzo per mostre d'arte; da ottobre a
novembre 2013 "Paratissima"; a giugno 2013, riprese fotografiche in concessione; a
luglio 2012, riprese fotografiche di Film Commission; tra ottobre e novembre 2012,
"Paratissima"; a settembre 2011, la Comunità Emmaus, mercato di solidarietà; tra
settembre e ottobre 2011, mostre feline. Oltre queste attività, in mezzo ne sono state
effettuate altre, messe a disposizione dalla Circoscrizione per progetti temporanei.
Questo al fine di non rendere la situazione dell'occupabilità, o della utilizzabilità
dell'area, oltre un limite di abbandono e di insicurezza, che potrebbe determinarsi per
effetto della non destinazione definitiva delle aree.
Inoltre, quando si è provveduto a realizzare questo procedimento, si aveva in mente
la legislazione unitaria. E qui veniamo all'oggi. La legislazione unitaria è quella
volontà politica che ha consentito all'Amministrazione di non bandire un
procedimento solo per le sue arcate, ma di perseguire sempre convintamente la strada
del bando unitario quale strada per consentire la realizzazione di un risultato
complessivo di riqualificazione.
Ai fini però della manutenzione, ribadendo e ricordando che sui sedimi pubblici
questa è svolta di fatto dalla Città di Torino in assenza di una regolamentazione,
peraltro i due proprietari delle arcate, in termini giuridici di diritti reali sono Città di
Torino e CONI, che è proprietaria della parte in fondo a destra dei magazzini, mentre
Parcolimpico S.r.l. è concessionario di concessione, pertanto non ha diritto reale, non
ci sono i presupposti giuridici per l'istituzione di un condominio, ma non è neanche
stato in realtà attuato, al momento, naturalmente auspicabilmente in superamento per
effetto di un bando unitario, un Regolamento di gestione degli spazi comuni, che
peraltro sono fruibili da parte di tutti i concessionari, o utilizzatori, di ogni tipo di
arcata.
Con riferimento al quadro contrattuale, la situazione attuale è che, quando si stipulò
la concessione del 14 ottobre 2011, cioè quella tra Città e Fondazione 20 Marzo
2006, si inserì l'articolo 8 nella convenzione di manutenzione, che stabiliva gli
obblighi di manutenzione ordinaria e straordinaria, non del complesso ovviamente
esterno, ma delle arcate in concessione in capo al concessionario Fondazione 20
Marzo 2006. Così come la Fondazione 20 Marzo 2006, con atto dell'11 aprile 2012,
delegò la concessione per la gestione al soggetto così individuato con evidenza
pubblica, che è Parcolimpico S.r.l., partecipato per cessione da Fondazione 20 Marzo
2006 al 30% e da Set Up-Live Nation al 70%, se ricordo bene. E nel punto n. 5,
pagina 5, articolo 5 dell'atto stesso, fu inserita la norma per la quale l'obbligo della
manutenzione straordinaria ed ordinaria del complesso, che già era in capo alla
Fondazione, veniva trasferita al concessionario ulteriore, cioè Parcolimpico S.r.l.
Ai fini di ciò, ovviamente, ogni soggetto che oggi è detentore a vario titolo, con
cessione proprietà e diritto reale della propria componente è responsabile della
propria manutenzione, mentre la Città sopperisce in qualche modo alla manutenzione
generale, alla pulizia e all'accessibilità della passerella, riferita agli spazi pubblici, in
assenza di un utilizzatore generale che regolamenti gli spazi pubblici, o di una
gestione temporanea, che speriamo non si protragga oltre, sugli spazi pubblici
medesimi.
A questa fotografia, che, direi, si riferisce al passato, o al recente passato,
aggiungerei la prospettiva di immagine futura. Come già annunciato e come già
all'epoca enucleato nelle compatibilità di attività inserite nello studio che SiTI
esaminò post manifestazione di interesse, tra queste c'era anche l'attività di sviluppo
di attività economiche, o di attività di ricerca, o di attività propedeutica alla ricerca,
che naturalmente erano contenute anche nei progetti di allora.
In tal senso, l'Amministrazione ha avviato un'interlocuzione con i soggetti che
potrebbero essere candidati ad interessarsi a una gestione unitaria e ha ricevuto -
pertanto la istruirà nei prossimi giorni - una lettera di manifestazione di interesse per
l'insediamento di un centro di didattica, ricerca, congiunto nelle arcate MOI, da parte
del rettore del Politecnico di Torino e dell'Università degli Studi di Torino.
Pertanto, al momento attuale amministrativo in cui l'Amministrazione deve o
bandire, stante il quadro attuale secondo deliberazione del luglio 2014, oppure
modificato l'indirizzo, nei prossimi giorni gli Assessorati competenti si riuniranno,
esamineranno le istanze pervenute, per valutare quale sarà lo strumento più efficiente
e più interessante per consentire - naturalmente, se questo intervento verrà garantito -
quello che potrebbe essere l'utilizzo complessivo con una destinazione naturalmente
importante e autorevole, che è quella di natura universitaria, riferita ad attività di
incubatore di attività economiche e nuovi centri di didattica, che, ci pare, anche
confortati dallo studio che SiTI fece due anni fa, perfettamente coerente non solo con
la destinazione dei servizi pubblici dell'area, ma anche con quella che è stata la
disamina delle manifestazioni pervenute in allora e della possibilità di dare a questo
compendio una soluzione, speriamo, definitiva.
Con tutto ciò, sono a disposizione per eventuali chiarimenti.

MAGLIANO Silvio (Vicepresidente Vicario)
Grazie, Assessore.
La parola al Consigliere Appendino.

APPENDINO Chiara
Siccome c'è un'altra interpellanza generale, che è assegnata all'Assessore Lo Russo,
firmata da me e dal Consigliere Ambrogio, secondo me sarebbe opportuno per il
dibattito che rispondesse l'Assessore Lo Russo e che poi partissero le risposte. Se ha
qualcosa da aggiungere, altrimenti le diamo per discusse entrambe. Però, sono
assegnate a due Assessori diversi.

MAGLIANO Silvio (Vicepresidente Vicario)
Prima ho detto che rispondeva ad entrambe l'Assessore Passoni. Possono rispondere
entrambi, ma questa è la disponibilità data dagli Assessori. Se l'Assessore Lo Russo
desidera integrare, può farlo; se non vuole integrare, come ho detto prima...
(INTERVENTO FUORI MICROFONO). Perfetto, ha risposto l'Assessore Passoni;
l'Assessore Lo Russo non integra. Ha parlato Passoni... (INTERVENTO FUORI
MICROFONO). Certo, è chiaro, però visto che sull'ordine dei lavori era assegnata a
lei, ma ha risposto l'Assessore Passoni sia alla prima che alla seconda, se poi ci sarà
la necessità di integrare, lo potrà fare uno di voi per cinque minuti, come da
Regolamento.
Detto questo, procediamo con gli interventi. Ho iscritti a parlare i Consiglieri
Ambrogio e Marrone.
La parola al Consigliere Ambrogio.

AMBROGIO Paola
Ringrazio l'Assessore per la risposta. Sicuramente, si tratta di un'area la cui gestione
è piuttosto complicata. Ringrazio anche l'Assessore per aver fatto un'illustrazione
complessiva e generale, che parte dal 2012 e arriva sino ai giorni nostri. Io, invece,
vorrei partire dalla fine, chiedendo anche all'Assessore - mi scusi, magari è anche
provocatoria -: ma lei è stato di recente in quest'area? (INTERVENTO FUORI
MICROFONO). Ci è stato di recente. Perché dalle risposte date, dall'illustrazione,
mi pareva... Glielo chiedo, anche perché io personalmente, insieme ai Colleghi di
Commissione, credo di essere stata almeno quattro volte nell'ultimo anno a fare
sopralluoghi (come Commissione, a parte le visite e i giri che ognuno di noi può fare
a titolo personale per andare a verificare lo stato di un'area piuttosto che di un'altra).
Quindi, l'attenzione da parte delle Commissioni e dei singoli Consiglieri sicuramente
c'è stata.
Io parto dalla fine, perché parto dalla deliberazione del 15 luglio 2014; una
deliberazione di Giunta Comunale che dice: "Proposta dell'Assessore Passoni di
concerto con l'Assessore Lo Russo e l'Assessore Braccialarghe". Quindi, mi sembra
una proposta condivisa, peraltro, come dice la deliberazione, da Fondazione 20
Marzo 2006 e da Parcolimpico. Oggetto della deliberazione: "Concessione di
valorizzazione del complesso immobiliare di proprietà comunale denominato Arcate
facente parte dell'ex MOI. Approvazione linee guida per la redazione bando di gara".
Quindi, siamo al 15 luglio 2014, al di là di tutta la premessa che già l'Assessore ha
fatto, la Giunta ha deciso e ha dato delle linee ben precise per un bando di gara.
Linee condivise sia da Parcolimpico che dalla Fondazione, che prevedono, come
stabilito anche nella deliberazione, rispetto alla concessione dell'area, un canone
annuo di 208.000,00 Euro. Peraltro, come stabilisce il punto n. 8 dell'impegnativa:
"Si autorizza sin d'ora, nel caso in cui la gara andasse deserta, i dirigenti competenti
a procedere all'indizione di nuova gara che preveda un'articolazione del compendio
costituito da fabbricati indicati al punto n. 2 in tre lotti", quindi, prima, si parte da
gara unitaria, come ha detto l'Assessore, ma è già previsto nella deliberazione che,
nel caso in cui la gara andasse deserta, si proceda invece con i tre lotti separati.
Il punto, Sindaco, è che, dal 15 luglio, oggi siamo al 10 dicembre; non so se anche lei
insieme all'Assessore Passoni sia stato a visitare quell'area e ne abbia visto la
condizione, perché nell'ultimo incontro noi abbiamo anche ricevuto la relazione di
Parcolimpico, che l'ultima volta, quasi come Cenerentola, si è messo lì con la
scopetta e ha risistemato tutta la sua parte, mentre la parte del Comune l'abbiamo
rivista per una quarta volta e, al di là di quello che ci dice l'Assessore su passaggi e
concessioni temporanee alla Circoscrizione, è in uno stato pietoso, penoso e di totale
abbandono. Non è stato portato via solo il rame, ma è stato portato via tutto quello
che si poteva portare.
È veramente scandaloso vedere un tale stato di abbandono in soli sei anni. Una
struttura che era anche nuova. Lasciamo perdere anche quella di Parcolimpico, dove
c'erano le cucine, tutte attrezzature nuove, in completo stato di abbandono, ma quella
invece di parte del Comune, anche in fase successiva, anche quando la bacchetta
magica di Parcolimpico ha fatto il miracolo, ha continuato a restare in quello stato.
La deliberazione del 15 luglio era condivisa da più Assessori, da Parcolimpico e
Fondazione, e mi chiedo per quale ragione nell'ultimo sopralluogo - che risale più o
meno a un mese fa - Parcolimpico ci dice: "Abbiamo ricevuto una lettera da parte
dell'Assessore al Patrimonio che vuole rivedere la cifra".
Se noi dobbiamo fare gli interessi della Città e c'è un Settore Valutazioni del
Comune, che dipende dall'Assessorato al Patrimonio, che quattro mesi fa ha fatto
una valutazione, stabilendo un canone annuo di 208.000,00 Euro, per quale ragione
un mese fa, quindi tre mesi dopo, Parcolimpico deve ricevere una lettera da parte
degli Uffici Comunali che dice: "Noi adesso magari la concessione la facciamo, però
rivediamo il canone, lo dimezziamo".
Ma per quale ragione? Che cosa è successo? Da quel che ricordo, la crisi risale a
parecchi anni fa, non è avvenuta nel mese di agosto. Si tratta di una crisi precedente e
se degli Uffici Comunali hanno stabilito ed hanno fatto una valutazione di canone,
per quale ragione non si è proceduto? Visto che la deliberazione c'è, gli Uffici
dovevano avere l'incarico di procedere con il bando e per quale ragione non è stato
fatto?
C'è stato un rimpallo tra il Comune e Parcolimpico rispetto alle valutazioni. A me
non interessa fare gli interessi dell'uno o dell'altro, ma quelli della città, per cui se
dobbiamo pensare a risistemare l'area, a dargli comunque una nuova collocazione
per il futuro e a ripensare che cosa metterci dentro, senza svenderla (perché, poi, vale
quel che vale) e se, tre mesi fa, gli Uffici Comunali hanno stabilito che vale
208.000,00 Euro all'anno, significa che questo è il canone che la Città deve
percepire. A questo punto, mi chiedo quali siano le considerazioni che hanno portato
al rimpallo tra Assessorati e Parcolimpico per non procedere al bando e rivedere la
cifra posta a bando di gara.
Sicuramente, ci devono essere delle risposte e qualcuno deve avere delle
responsabilità, perché nel frattempo, mentre la palla passa tra uno e l'altro, l'area
continua a perdere valore ed il concessionario che se ne farà carico avrà sempre più
spese da sostenere per la risistemazione.
Mi chiedo, se nella deliberazione di luglio 2014 era già prevista una futura messa a
gara per lotti separati, per quale motivo da luglio ad oggi non si è proceduto. A
maggior ragione, se risulta che c'è stato anche un interesse, prima girava la voce (io
parlo di "voci", perché, ufficialmente, non abbiamo saputo nulla) dell'ASI, adesso
dell'Università o Politecnico, per cui significa che i 208.000,00 Euro posti a base di
gara possono essere interessanti, allora si proceda con il bando. Mi spieghi perché,
nonostante vi sia una deliberazione ed una determinazione di luglio, non è stato
ancora fatto, visto che, intanto, il resto cade a pezzi.

MAGLIANO Silvio (Vicepresidente Vicario)
La parola al Consigliere Marrone.

MARRONE Maurizio
Purtroppo la vicenda delle arcate MOI è solo una delle fin troppo numerose pagine
vergognose rispetto... (INTERVENTO FUORI MICROFONO).

MAGLIANO Silvio (Vicepresidente Vicario)
Consigliere! Sindaco, lei non provochi. Prego, Consigliere Marrone.
(INTERVENTO FUORI MICROFONO). Lo so che lei ha tutta la notte davanti.
Prego, Consigliere Marrone.

MARRONE Maurizio
Stavo ricordando, Sindaco (ma tanto non ha bisogno che glielo ricordi io), che
purtroppo la vicenda delle arcate MOI è solo una delle diverse pagine imbarazzanti
che riguardano la gestione o, per meglio dire, la non gestione del patrimonio
immobiliare delle Olimpiadi.
Le Olimpiadi invernali sono state un capitolo - penso - glorioso per questa città nel
presente, così come ingloriosa è stata la non gestione di tutta la ricchezza che poteva
rimanere sul territorio negli anni consecutivi. Quando sentivo dire: "In soli sei anni
quanto degrado!", in realtà "soli sei anni" è un periodo relativamente piuttosto ampio
se lo guardiamo dal punto di vista di una amministrazione pubblica di immobili.
Mi limito a ricordare che, dietro lo scaricabarile tra diversi Enti che è già stato
menzionato (teso volontariamente a mascherare il vostro indecisionismo e l'assenza
di una strategia su quell'area), diventa difficile disgiungere il tema "degrado arcate"
dal tema "degrado palazzine".
Se dovessi immaginare una metafora del patrimonio immobiliare ex Olimpico del
MOI non mi viene in mente nulla di meglio di una sorta di cestino da picnic
abbandonato serenamente di fianco ad un formicaio, che lentamente comincia a
deperire e ad essere defraudato ad una lentezza quasi centellinata, ma
clamorosamente e inevitabilmente costante e prolungata nel tempo.
Non ho partecipato ai sopralluoghi della Commissione, ma ne ho fatto uno personale
e mi ha stupito accorgermi del fatto che gli sciacalli del rame - e di qualunque altro
materiale di pregio che sia stato depredato da lì - avevano addirittura i ricoveri
notturni o per il maltempo accantonati sul fianco vicino al piazzale, proprio a
dimostrazione della totale serenità con la quale l'operazione illegale è stata
evidentemente prolungata.
Questo lo devo abbinare anche ad altri episodi che non riguardano strettamente le
arcate, ma anche le palazzine, perché sarebbe riduttivo cercare di ricondurre tutta la
vostra responsabilità solo ad uno scontro tra due Assessori.
In realtà, la responsabilità di questa Giunta è più collegiale e si estende anche ad altri
Assessorati. Prima di tutto, per il degrado portato dalla poca trasparenza - e su questo
forse avremo occasioni future per riaggiornarci - sulla leggerezza e l'irresponsabilità
con la quale avete concesso la residenza virtuale alle centinaia di persone che hanno
creato un ghetto lì, tra moschee salafite abusive e centri di narcotraffico.
In secondo luogo, per l'operazione con la quale è stato annunciato ai media un
protocollo tra il vostro Assessore all'Ambiente, la Circoscrizione e un sedicente
Comitato Migranti, che - sempre rileggendo i media, ma con i virgolettati
dall'Assessore Lavolta - avrebbe risolto il problema rifiuti al MOI, e, a seguito di un
mio accesso ufficiale agli atti, ho potuto constatare che non esiste alcun protocollo,
perché non c'è e me l'hanno detto i vostri Uffici, ed è stata un'operazione mediatica
lanciata dopo una chiacchierata, con addirittura la notizia fuorviante che le lamiere
dei cantieri immobiliari dell'area ex MOI, sia palazzine, sia arcate, essendo di
proprietà del privato che fa i lavori, in realtà, se le riprenderà il privato; e nessuno
nell'Amministrazione ha detto - grazie a Dio, aggiungerei - ai profughi di prenderle e
di vendersele, per lucrare sulla rivendita dei metalli. Però questo è stato detto sui
media.
Così come la perla scintillante del gazebo di presidio antispaccio degli occupanti.
Meraviglioso! Una sorta di collezione di baffi Moretti, in estrema esposizione
piramidale nel piazzale davanti alle palazzine, presidio talmente antispaccio e
talmente legalitario che è stato sciolto forzosamente dalle Forze dell'Ordine. Tutto
questo con la benedizione non solo dei media, ma anche della vostra Giunta e
dell'Amministrazione della Circoscrizione.
Noi vi rimproveriamo - ed è nostro mestiere farlo - l'indecisionismo e l'immobilismo
su quella struttura, ma forse converrebbe quasi che rimaneste immobili, perché le
cose che sono state fatte, per certi versi, sono state ancora più dannose e irrispettose
dell'immagine della nostra Istituzione, che ormai in quella zona è pari a zero, in
termini di stima e di rispetto, di quanto lo sarebbero state se, piuttosto, foste rimasti
veramente completamente immobili.
La domanda con cui chiudo questo intervento è: ma avete la più pallida idea di cosa
fare veramente lì (ma davvero e non con i protocolli, i piani d'ambito e le relazioni
universitarie), oppure siamo di fronte all'ennesima chiacchierata, destinata ad essere
archiviata sotto il tappeto nei futuri due anni che ci separano dalla fine di questa
tornata amministrativa?

MAGLIANO Silvio (Vicepresidente Vicario)
La parola al Consigliere Curto.

CURTO Michele
Ringrazio l'Assessore Passoni per aver risposto, a nome della Giunta,
all'interpellanza generale.
Ho ascoltato le cose hanno detto i Consiglieri del centrodestra, devo dire, di una certa
grevità, prima che gravità. C'è, però, un aspetto parallelo a cui non ho sentito dare
risposta fino in fondo, anche perché l'Assessore si è concentrato, giustamente,
immagino, sulle prospettive per il futuro, considerando però che questo futuro è
diventato un futuro anteriore, cioè è diventato un futuro che è sempre di là da venire.
È un tema che, però, per quanto mi riguarda, mi è molto caro ed è la ragione per cui,
per quanto il tema sia prevalentemente patrimoniale, perché parla di un patrimonio
per quota direttamente della Città di Torino, per altra quota - come diceva
giustamente l'Assessore - concesso a concessionari, io credo che esista però un
aspetto che fa riferimento precisamente al tema del post-olimpico, e mi riferisco a
questo: in questo periodo intercorso fra un bando che non arriva e la riconsegna del
patrimonio olimpico, io credo che l'Amministrazione abbia fatto una serie di sforzi
"waiting for future" diceva l'Assessore prima, cioè una serie di sforzi guardando al
futuro. Futuro che, intanto, è diventato anteriore, ma comunque un futuro.
Però, dall'altra parte, non possiamo dire che quelle palazzine non avessero casa per
nulla. La scelta del 2007 di consegnare a una Fondazione tutta pubblica - la
Fondazione 20 Marzo 2006 - e poi la finalizzazione, prevista nel 2009, 2010 e 2011,
di trasferire la concessione ad un soggetto privato, Parcolimpico, della gestione di
quegli spazi, è una scelta che oggi va richiamata in gioco.
Cosa intendo per "richiamata in gioco"? Questa è una cosa che mi avete sentito dire
diverse volte in quest'Aula. Quel patrimonio olimpico, nella sua complessità, è un
patrimonio multimilionario, addirittura miliardario nel costo, cioè per costruirlo la
collettività locale - Comune, Provincia e Regione - ha speso (è difficile fare questo
calcolo) fra i 600-800 milioni di Euro e il miliardo di Euro. È una cifra molto
considerevole, soprattutto se la consideriamo alla luce del debito pubblico della Città
di Torino.
Quel patrimonio è stato concesso alla Fondazione 20 Marzo 2006 due anni dopo, ad
una cifra molto inferiore, ma comunque cospicua. Cioè, la concessione
cinquantennale per le parti che riguardavano la Città di Torino, e trentennale per quel
che riguardava il patrimonio olimpico, veniva contabilizzata 285 milioni di Euro.
Alla fine, la Fondazione 20 Marzo 2006, il Pubblico, decise invece di dare in
gestione quegli spazi con una procedura particolare, che non era un'evidenza
pubblica sulla gestione degli spazi, come quella che vorremmo discutere adesso,
bensì era un'evidenza pubblica sulla cessione di quote di una società vettore privata
che intanto era stata costruita, cioè Parcolimpico, per una cifra oggettivamente
ridicola, intorno ai 2 milioni di Euro.
Vista in termini economici assoluti, era un po' una montagna che aveva partorito un
topolino, cioè un miliardo di Euro di investimenti, che era poi finita in 2 milioni di
Euro di gestione.
Si rispose - e bisognerebbe andare a prendere gli atti deliberativi e la gara - che
l'interesse pubblico, però, si annidava, da un lato nella manutenzione di quelle
strutture, nel prolungamento del ciclo vita, dall'altra parte nella messa a disposizione
di quelle strutture, cioè nel fatto che quelle strutture sarebbero rimaste aperte, a
disposizione dei cittadini.
Allora, a distanza di anni, non possiamo non chiederci la bontà di quella scelta, ma
soprattutto la responsabilità di chi ha partecipato a quel bando.
Ma se l'interesse pubblico e la ragione per cui glieli abbiamo concessi ad un prezzo
ridicolo erano la manutenzione e la messa a disposizione dei cittadini, come è
possibile che quegli spazi siano stati vandalizzati? Com'è possibile che "waiting for
future" sia regredito, fino al punto che "Paratissima", che è la cosa più informale di
questa città, non abbia trovato casa in quegli spazi quest'anno? Com'è possibile che
quegli spazi siano stati depredati? È questa la domanda. E qualcuno deve rispondere
a questa domanda, qualcuno si deve assumere la responsabilità di questa domanda,
fosse anche il socio privato.
Ci sono delle polizze fideiussorie. Si configura una responsabilità erariale, un danno
di cui bisognerebbe chiedere conto.
Allora, la domanda che faccio all'Assessore al Patrimonio e all'Assessore al post-
olimpico è: ma qualcuno ha chiesto conto di questo danno? È stato contabilizzato
questo danno? Perché io penso che il Consiglio Comunale, nelle sue articolazioni, a
cominciare dalla Commissione Controllo di Gestione, debba convocare i signori di
Parcolimpico e dirgli: "Scusate, ma quando avete messo la guardiania? Quando è
stata fatta la manutenzione?". (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Lo so, era
un artificio retorico il mio. Quando è stata messa la guardiania? Quando è stata
prevista la manutenzione?
Io ricordo quando convocammo Fortunato Asprea, il dirigente della Provincia,
chiedendogli conto di relazioni del Comitato di Controllo assolutamente lacunose.
Tre incontri in tre anni e mezzo. Com'è possibile?
Da questo punto di vista, è arrivato il momento di svoltare, e svoltare nelle due
direzioni: questa cosa può andare tutta a Parcolimpico, a patto che Parcolimpico si
assuma le proprie responsabilità; altrimenti, se questa cosa non succede, va bene, si
vada avanti rapidamente con il bando, ma visto che ormai la pista di bob è andata, le
arcate sono andate, Sindaco, e sostanzialmente sono rimasti i beni valibili, cioè per
capirci il PalaIsozaki e poco altro, allora forse è arrivato il momento di chiedere
conto di quel rapporto fra il pubblico e il privato, che è la cosa sulla quale, per quanto
mi riguarda - lo dico da tempo - avevo riposto grandi speranze nel post-olimpico,
nell'assegnazione di una delega post-olimpica e su cui credo sia arrivato il momento,
al 2014, di fare i conti. Anche perché - facciamo attenzione - strutture che erano
nuove nel 2006, presto inizieranno a sentire l'usura del tempo. Basta vedere i piani di
manutenzione straordinaria previsti per queste strutture.
L'altro giorno l'Assessore Gallo, nelle more della trattativa col Torino, ha portato in
Giunta una deliberazione da 400.000,00 Euro per la manutenzione dei tiranti dello
stadio Olimpico, giustamente, perché quelle strutture non sono più degli adolescenti,
iniziano ad essere come me, un trentaquattrenne con i primi acciacchi.
Bisognerebbe capire se questi acciacchi siano stati curati per tempo, se si sia fatta
prevenzione, o se siano stati lasciati - come spesso capita - nelle mani del pubblico,
privatizzando gli utili e pubblicizzando le perdite, o almeno i costi, perché questo
sarebbe francamente intollerabile.
Per questo il post-olimpico non può diventare il post-post-olimpico. Quel patrimonio
va considerato oggi, adesso. Non si può continuare a mettere i piedi in due scarpe.
Un privato, che dovrebbe svolgere un ruolo pubblico di manutenzione e di apertura,
che lo fa solo laddove questi siti siano interessanti da un punto di vista economico; se
lo sono da un punto di vista economico e gli interessano sono quelli, rifacciamo il
conto, perché il conto è diverso. Se, invece, sono disponibili a tenerli aperti tutti e a
manutenerli tutti, lo facciano. Quello che non è accettabile credo sia il degrado che
oggi c'è, purtroppo, alle arcate del MOI, pubbliche e private, comunali e già
concesse due volte.

MAGLIANO Silvio (Vicepresidente Vicario)
La parola al Consigliere Appendino.

APPENDINO Chiara
In questi giorni ho cercato di ricostruire un po' la vicenda e mi sono letta tutte le
deliberazioni. L'Assessore Passoni ha fatto una ricostruzione corretta. A me, però,
mancano le motivazioni di alcuni passaggi.
Infatti, guardando la deliberazione di luglio 2012, a cui l'Assessore faceva
riferimento (che per me è la prima, nel senso che poi ho guardato le ultime vicende
da cui sono nate l'esigenza e la volontà politica di fare il bando), ho appreso che, al
di là della vicenda di come era costituito il canone (quindi se si pagava per il primo
triennio 1.000,00 Euro, poi non 1.000 Euro) e come era definito effettivamente
l'importo dalla valutazione, la questione riguardava la possibilità di bandire insieme
tutte le arcate.
L'Assessore ha detto che da luglio 2012 a luglio 2014 ci sono state delle
problematiche con gli Uffici e si è cercato, in qualche modo, di ricostruire e di
trovare una soluzione.
C'è un "però", nel senso che io continuo a non capire perché da luglio 2012 a luglio
2014 si apprende che Parcolimpico chiede di togliere alcune arcate.
Nella deliberazione di luglio 2014, quella famosa in cui si definiscono i 208.000,00
Euro - e ho appreso adesso che c'è stata un'altra proposta di novembre -, in realtà già
si prendeva atto di una decisione che io vorrei capire come sia stata presa e come sia
stata motivata da Parcolimpico. Parcolimpico all'inizio ci diceva che era d'accordo a
conferire mandato alla Città di bandire l'area tutta insieme, e poi, due anni dopo, a
luglio 2012, ha detto che questo valeva solo per alcune arcate. Io sinceramente
questo non l'ho capito. Quali sono le motivazioni?
Tra l'altro, io ho letto il documento del SiTI e da qui è chiaro che l'interesse
prevalente era che l'area venisse bandita tutta insieme.
Allora che cosa è successo? Quali sono le motivazioni per cui Parcolimpico ha
deciso e ha comunicato alla Città che non sarebbero state bandite tutte insieme le
arcate?
Non solo, c'è un altro elemento rilevante: nella deliberazione di luglio 2012 si parla
di 25% di area commerciale sulla SLP; nella deliberazione di luglio 2014 questa cala
al 15,11%, cui faceva riferimento l'Assessore Passoni, che è - immagino, come
anche in parte spiegato nella deliberazione - la riduzione dovuta al fatto che le arcate
non sono più le stesse, ma sono solo una parte. Si è rinunciato a una parte di arcate,
che sono in realtà quelle più arretrate, che non danno su via Giordano Bruno, e
quindi quel 25%, che è il massimo permesso dalla Legge, in qualche modo doveva
essere schiacciato, ammortizzato sulle arcate che vengono adesso bandite con questa
deliberazione, e quindi si è ridotto al 15,11%.
Ora, io sinceramente non ho capito se su questa deliberazione di luglio 2014 - e
chiedo all'Assessore di avere risposta - effettivamente Parcolimpico abbia dato
mandato alla Città di Torino di procedere.
Lo dico perché, se Parcolimpico ha dato mandato a procedere sulla deliberazione di
luglio 2014 (e devo dire sinceramente che preferivo quella di luglio 2012, perché
evidentemente - come diceva anche il Politecnico, lo studio fatto dal SiTI -
l'interesse prevalente della Città era gestire quell'area tutta insieme, quindi non
capisco perché si arrivi a questo spezzatino e chiedo conto delle decisioni di
Parcolimpico, perché sicuramente, come Città, come Giunta, l'Assessore Lo Russo
avrà, immagino, una relazione con Parcolimpico, quindi ci spieghi, per cortesia, cosa
è successo tra luglio 2012 e luglio 2014 per cui Parcolimpico ha cambiato idea), io
non capisco sinceramente perché non si sia proceduto a bando.
Sono d'accordo con il Consigliere Ambrogio. E dico di più. Io ho letto dai giornali
che si parla di Università di Torino. Ma mi risulta - perché ho fatto un accesso agli
atti - che l'Università di Torino abbia già manifestato interessi sull'area a luglio 2012
e a settembre 2012. Non mi sembra una novità. L'accesso agli atti io l'ho fatto, ho
chiesto chi sono i 25 soggetti che hanno risposto e tra questi c'è l'Università di
Torino. Non mi sembra che sia una grande novità. O ha cambiato il progetto, oppure
si sapeva già.
Allora io vorrei capire quali siano le intenzioni dell'Università di Torino e che cosa
abbia proposto. Io evidentemente non ho i dettagli. E soprattutto, visto che ho letto
sui giornali che si parlava forse di convenzione urbanistica o di affidamento diretto,
vorrei capire come verrebbe strutturata questa cosa. Di cosa stiamo parlando? Perché
io sinceramente continuo a rimanere dell'idea che sia necessario bandire sulle linee
guida date a luglio 2014. L'alternativa non l'ho capita e non ho capito cosa sia
successo nel mezzo, perché c'è una serie di atti che sono tutti coerenti e poi, ad un
certo punto, c'è un'incoerenza, sicuramente - immagino - dovuta alla relazione tra la
Città di Torino e Parcolimpico.
Quindi, vorrei che mi venisse spiegato qui perché nella deliberazione di luglio 2014
Parcolimpico dice che non vuole più darci mandato su una serie di arcate e perché
questa deliberazione non sia stata attuata.

MAGLIANO Silvio (Vicepresidente Vicario)
La parola al Consigliere Paolino.

PAOLINO Michele
Io credo che ci sia una necessità, da parte della Giunta, di verificare se intenda
integrare, o meno. Se vogliamo, possiamo anche sospendere qualche minuto. Se è
irrituale...

MAGLIANO Silvio (Vicepresidente Vicario)
Il Capogruppo si è interrotto perché c'era una Giunta in atto.
Prego, continui pure Consigliere Paolino.

PAOLINO Michele
Io credo che sia necessario distinguere due questioni: da una parte, abbiamo la
necessità - e io mi auguro, auspico e invito la Giunta a farlo insieme al Consiglio
Comunale - di aprire un ragionamento su come la Città stia dentro Fondazione 20
Marzo 2006 e su come la Fondazione 20 Marzo 2006 stia dentro Parcolimpico.
Un aspetto è questo: il nostro ruolo di Ente Pubblico, di Istituzione pubblica, dentro
una Fondazione che ci appartiene per DNA, prima ancora che per quota azionaria o
di condivisione di responsabilità, cioè è qualcosa che coincide con la Città stessa,
perché la nostra è una città olimpica; quindi, dal momento che la Fondazione, in
qualche modo, ha in mano il testimone del patrimonio olimpico, non solo fisico, non
solo materiale, è bene che sia chiaro quale sia il mandato che noi diamo a chi ci
rappresenta all'interno della Fondazione 20 Marzo 2006, perché sia chiaro il
mandato che viene dato all'interno di Fondazione 20 Marzo 2006 rispetto a
Parcolimpico, che vede il privato con un ruolo preponderante. In qualche modo,
credo sia necessario chiarire come l'interesse privato possa non essere preminente - a
parte la questione investimenti - rispetto all'interesse complessivo della città.
Noi non possiamo in alcun modo consentire che ci siano dubbi che l'interesse
complessivo sia condizionato da interesse legittimo di parte. Questo argomento non è
l'oggetto dell'interpellanza generale di oggi (ne avete parlato in molti interventi, è
stato detto anche nella risposta che finora è stata data), ma deve essere una
discussione che noi avviamo da oggi in qualche sede istituzionale, che può essere la
Conferenza dei Capigruppo o la Commissione competente, rispetto alla quale la
politica, il Consiglio Comunale deve dare un indirizzo in maniera precisa: ribadisco,
come stiamo dentro Fondazione 20 Marzo 2006 e come Fondazione 20 Marzo 2006
sta dentro Parcolimpico.
Altra questione è la vicenda MOI. Il Consigliere Appendino la chiama "spezzatino".
Io penso che il male di questa vicenda - e l'hanno detto in più di un'occasione anche
il Consigliere La Ganga ed altri Consiglieri - sia il fatto che le arcate non abbiano
mai avuto un solo soggetto interessato e siano, in qualche modo, sottese a interessi
diversi.
Voglio dirlo in maniera esplicita. Le arcate sono una sorta di baluardo rispetto a chi
ha fatto investimenti dall'altra parte della città. Sono considerate, in molte
fattispecie, come una sorta di barriera, una sorta di confine da parte di soggetti privati
verso altri soggetti privati. A noi, Pubblico, questo non interessa. A noi interessa che
nelle arcate del MOI ci siano attività per la Città di Torino, private, pubbliche, quello
che sia, che non si sia degrado, non ci sia abbandono, ma che ci siano attività
all'interno.
Quindi, è naturale che questo può avvenire se l'interesse coincide, e anche la
responsabilità dell'immobile, non a pezzetti, ma da parte di soggetto unico.
Credo che quello che ci ha detto oggi l'Assessore Passoni sia importante. È questo il
futuro al quale io mi aggancio, Consigliere Curto, il fatto che, se ho capito bene, c'è
un interesse oggi, non nel 2012 o nel 2013, oggi c'è un interesse, a fronte di una
volontà della Città a procedere ad un bando, c'è un interesse da parte dell'Università
a progetti reali e a risorse reali di investimento su quell'area.
Queste sono le carte che dobbiamo andare a vedere. Tutto il resto mi interessa
relativamente poco.
Voglio porre una questione di carattere anche un po' emotivo. Noi abbiamo deciso,
come Città di Torino, di intitolare la passerella olimpica al generale Romano. Il
generale Romano è la persona che ha avuto l'intuizione di svolgere le Olimpiadi a
Torino e ha avuto la forza di convincere le Istituzioni a seguirlo in quel sogno. Lui
quel sogno non l'ha visto. Noi abbiamo il dovere che quella passerella, che il
contesto che sta di fronte a quella passerella non sia in una situazione di degrado o di
abbandono.
Sono convinto che la Giunta sia impegnata a far sì che così non sia. Tutto il resto ci
interessa relativamente poco. Quello che ci interessa è che lì ci siano attività di
interesse pubblico, ancora una volta oggetto di vanto per la nostra Città.

LEVI Marta (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Carbonero.

CARBONERO Roberto
Come Presidente della Commissione, volevo tenermi un po' fuori dal discorso
politico, perché mi sembrava corretto e coerente farlo; in realtà, poi mi ci tirano un
po' per i capelli, allora è giusto che anche il Gruppo Lega Nord si esprima su questa
vicenda.
È una vicenda che mette in evidenza semplicemente il tipo di gestione che si è
consolidato ormai da anni in questa Città, che è una via di mezzo tra la patata
bollente e la polvere sotto i tappeti.
Non posso credere che, combinazione, proprio oggi ci sia dell'interesse da parte
dell'Università di Torino; dopo sette anni di abbandono, combinazione proprio
adesso arriva a fagiolo l'interesse. È un progetto nuovo. In questi sette anni non è
venuto in mente a nessuno. Molto bene.
Sono convinto che l'intenzione di cercare di rimandare sempre e di arrivare sempre
all'ultimo momento, perché tanto fino all'ultimo momento potrebbe essere un
problema non nostro, è dimostrata proprio dal fatto che metà del MOI adesso è stata
ripulita dopo la terza ispezione, anche abbastanza incisiva, della Commissione, ma
che l'altra metà, quella di competenza del Comune, continua ad essere in uno stato
veramente di abbandono totale. Quindi, non c'è neanche la capacità di mandare ogni
tanto due o tre addetti a fare un giro per dargli una pulita, perché non ci si arriva,
perché anche lì ormai siamo arrivati al punto che, ad esempio, l'AMIAT interviene
solo se chiamata, dato che deve risparmiare al massimo. Allora, anche in quel caso
non si ha una strategia. Lo stesso succede per GTT. Succede così per tutto.
Ormai siamo talmente alla canna del gas che, giustamente, si va solo se ci chiamano,
perché altrimenti è inutile sprecare risorse, energie o denari. Ormai è questo
l'esempio.
Lo ripeto, metà del MOI è di gestione diretta del Comune e il fatto che sia in uno
stato di assoluto e completo abbandono è la dimostrazione che non si ha l'interesse
per cercare di curare i beni di questa Città, perché in questo momento probabilmente
non possiamo anche economicamente, ma sicuramente non c'è la volontà di farlo. È
meglio aspettare l'ultimo momento, quando si è proprio alle strette, allora a quel
punto si è costretti ad agire in qualche modo.
Credo che lo stesso destino capiterà al Virtual Media Park, che siamo andati a
vedere, e abbiamo segnalato che abbiamo visto che è fermo. (INTERVENTO FUORI
MICROFONO). Guardi, in questi tre anni e mezzo, al di là di cercare soluzioni...
(INTERVENTO FUORI MICROFONO). Non c'è problema, ci mancherebbe, però si
è sempre e solo sentito dire: "Vedremo, faremo". Non ho mai sentito una volta dire:
"È vero, ne prendiamo atto e la soluzione è questa, perché è già allo studio di". Si
arriva sempre dopo. Si arriva sempre all'ultimo momento, quando ormai si è
talmente alle strette che non si può fare diversamente.
Siamo anche al penultimo atto, perché poi di fianco ci sono le palazzine dell'ex MOI,
che giovedì prossimo andremo finalmente a vedere in che condizioni sono, e anche
quella è una situazione che cercherete di risolvere da giovedì in avanti, perché fino a
giovedì non ci sarà alcun tipo di soluzione, se non esattamente come, ad esempio, su
Lungo Stura, tirare su una rete rossa, che non si veda dentro; qui abbiamo tirato su
delle staccionate blu e non si vede dentro. Questa non è la soluzione, questo è
tamponare un qualcosa che tanto al momento non ci interessa, perché comunque ci
costerebbe un'esposizione mediatica, ci costerebbe un'esposizione economica, ci
costerebbe un impegno anche solo di dirigenti che hanno tante altre cose a cui
pensare, probabilmente.
Giovedì assisteremo all'ultimo atto. Sappiamo benissimo che il MOI è una
conseguenza delle palazzine. Perché nessuno si è avvicinato in questi due anni?
Perché qualunque tipo di attività, ludica, commerciale, culturale, sarebbe di fianco a
quattro palazzine occupate da qualche centinaio di cosiddetti "profugo", che di
"profughi", secondo me, non hanno più niente, se non la ricerca disperata di
qualcos'altro. Allora, è impossibile pensare che qualcuno voglia investire o creare un
qualcosa di importante di fianco ad un qualcosa di assolutamente fatiscente. È chiaro.
Allora andava bene che tutto andasse così.
Giovedì è l'ultimo atto e poi vediamo che cosa succederà; vedremo che questa
Università, improvvisamente, dopo sette anni, ha deciso che è meraviglioso andare
ad occupare le arcate del MOI e farci qualcosa di importante.

LEVI Marta (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Tronzano.

TRONZANO Andrea
Non volevo intervenire, perché sono realmente un po' imbarazzato anche a sentire le
parole del Consigliere Paolino che difende l'indifendibile. Complimenti, perché è il
suo mestiere, quindi le auguro una fulgida carriera all'interno di un Partito
Democratico. Però, visto che non penso che siate né sprovveduti, né incapaci, mi
chiedo quand'è che inizierà a mettersi d'accordo, tra le varie anime, su che cosa
vuole essere questa Città, perché io penso - ma ormai sono sempre più convinto che
sia così - che questa incapacità di decidere derivi da questa incrostazione di potere
all'interno di un unico Partito.
Io ricordo soltanto - a beneficio del verbale, perché tutti se lo sono dimenticato - che
lì a fianco, dove c'è il rifugio antiaereo, avete fatto atterrare una quantità di metri
cubi di costruzione - che, tra l'altro, avete dovuto anche spostare su piazza Guala -
che grida vendetta di fronte a Dio e agli uomini, tanto è stata assurda, durante il
periodo dell'ultima epoca dell'Assessore Viano, mi pare, non c'era ancora
l'Assessore Lo Russo.
Oggi su quella zona non è successo ancora nulla, perché non può succedere nulla.
Ma quello è l'ultimo atto di tutta una serie di azioni che poi, combinazione, vengono
risolte sempre da qualcuno che, sempre all'interno del Partito Democratico, si decide
di fare intervenire.
Ecco che spunta il Politecnico. Combinazione, il Politecnico. Strano che spunti il
Politecnico. Di solito non interviene mai. Eppure, combinazione, oggi spunta il
Politecnico.
Chi spunta per comprare in quell'area? Un costruttore famosissimo, forse in
concordato ultimamente, che prende l'area perché, combinazione, abbiamo
un'emergenza.
Ma quando la smettiamo di prenderci in giro, perlomeno fra di noi, che conosciamo i
meccanismi? Io preferirei veramente che qualcuno di voi dicesse: "Siamo fermi
perché non vogliamo o non possiamo decidere", perché mi rifiuto di pensare che
siate irresponsabili o incompetenti.

LEVI Marta (Vicepresidente)
La parola, per la replica, all'Assessore Passoni.

PASSONI Gianguido (Assessore)
Rispetto al dibattito, sono stati richiesti alcuni chiarimenti e alcune precisazioni. Uno
penso sia un equivoco.
Il Consigliere Ambrogio ha ricostruito, a modo suo, la vicenda della valutazione del
canone, che però vorrei provare a ricostruire rispondendo anche ad altri quesiti.
In sostanza, la differenza fondamentale tra la deliberazione di luglio 2014 e quella
del 2012 e seguente è innanzitutto il tipo di strumento di valorizzazione: allora si
parlava di accordo di valorizzazione con interventi di una certa consistenza su 20
anni, ci si basava su quella perizia, quindi su investimenti molto rilevanti, e allora il
sito comprendeva tutto il compendio del MOI, comprese le parti anteriori su via
Giordano Bruno. Pertanto, la cosiddetta SLP riferita si riferiva al 25% complessivo,
compresa la parte prospiciente.
Il tempo intercorso tra la primavera del 2013 e maggio 2014 è servito a trovare una
nuova intesa, spostando e modificando quel tipo di bando che non aveva avuto
l'assenso precedentemente. Pertanto, si è concentrata la SLP sul fronte della strada
nella zona di Parcolimpico, che vale il 10% del 25%, e si è lasciato il 15% residuo
medio sulla parte oggetto di bando, cioè la parte interna.
La valutazione è stata quindi cambiata, perché non era più un accordo di
valorizzazione, si è portata a 208.000 la valutazione, comprensiva dell'intera SLP. E
quando la Giunta, su istanza degli Assessorati di progetto (di progetto sarebbero
Cultura, Assistenza, Educativi, cioè quelli che hanno la responsabilità di condurre
verso un'attività sociale, e non soltanto economica, quelle attività di patrimonio
pubblico a servizi pubblici), ha provato a rimodulare quel bando, individuando come
opzionale la SLP non obbligatoria, ha solo fatto un'operazione algebrica, cioè ha
sottratto alla valutazione obbligatoria originaria di 208.000 il caso in cui la SLP non
fosse in concessione, la differenza fa i 100 e fischia mila Euro.
Se io avessi fatto un bando chiedendo di opzionare una quota parte, avrei valutato a
3,50 Euro a metro quadrato la SLP richiesta dell'offerente nel bando.
Quindi, non sono atti incoerenti, sono molto coerenti. Sono semplicemente scenari
totalmente diversi, maturati in base alle interlocuzioni, al cambiamento di indirizzo
dell'Amministrazione, certo, ma anche alla volontà che questo compendio non fosse
solo valorizzato economicamente, ma anche su progetti di base sociale o di beneficio
collettivo.
Rispondo all'ultima domanda. Perché, se oggi si decidesse di bandire con la
deliberazione del luglio 2014, non potremmo farlo domani mattina? Perché non il
Patrimonio, non l'Urbanistica, ma l'Ufficio Contratti e Appalti ritiene di dover
attendere ancora una verifica procedurale riferita a due aspetti: 1) la sussistenza della
certificazione impianti; 2) la titolarità a firmare il mandato per bandire in nome e per
conto di un terzo, che è Parcolimpico S.r.l..
Questa è la fotografia statica, oggettiva, ad oggi. Per cui se dovessimo tornare a
quello, procederemmo secondo modalità. Non è l'unica strada possibile. C'è un
nuovo interessato, che non è nuovo, nel senso che c'era già allora, ma ora è concreto.
Nei prossimi giorni valuteremo come procedere.
Lascio la parola all'Assessore Lo Russo, per quanto di competenza.

MAGLIANO Silvio (Vicepresidente Vicario)
La parola all'Assessore Lo Russo.

LO RUSSO Stefano (Assessore)
Molte delle questioni puntuali sollevate dall'interpellanza generale sono state già
trattate dall'Assessore Passoni. Pertanto, mi limito, per delega, a occuparmi di quella
parte del dibattito che ha interessato più specificatamente la relazione tra Città di
Torino e Fondazione 20 Marzo 2006.
Corre l'obbligo puntualizzare alcune delle questioni che sono state sollevate e che,
nella titolarità della delega che esercito, credo sia utile ricordare all'Aula.
Ovviamente né io né il Consigliere Curto eravamo presenti quando furono assunte
determinate decisioni su come manutenere e gestire il patrimonio post olimpico. La
Fondazione 20 Marzo 2006 - che è una Fondazione di partecipazione totalmente
pubblica, in capo a Regione Piemonte, Città di Torino, Provincia di Torino (quindi a
breve la Città di Torino, quantomeno in termini di Città metropolitana, diventerà
ulteriormente importante) e CONI - è titolare di alcuni degli immobili.
Alcuni di questi immobili sono certamente produttori di reddito potenziale; altri
immobili, conferiti a blocco nella gara citata, sono immobili che necessariamente
rappresentano - per funzione, per localizzazione e anche per tipologia di fruizione -
centri di costo.
La ragione per cui all'epoca fu individuato un blocco unico in cui conferire tutti gli
immobili, era esattamente quella di avere un soggetto unico gestore di tutto il
compendio immobiliare, che avesse la facoltà e la potenzialità di bilanciare le
perdite, necessariamente presenti su alcuni immobili e gli utili verosimilmente e
potenzialmente attivabili su altri.
Rilevo che al momento della cessione, attraverso la gara ad evidenza pubblica citata,
in una formula che a suo tempo fu valutata idonea. Io non faccio mistero nel dire che
probabilmente, fosse dipeso da me, l'avrei impostata in maniera diversa, ma
all'epoca fu fatto in questi termini. Fu individuata una modalità per cui, attraverso
una cessione di gestione e una cessione di quota della società Parcolimpico, la
Fondazione 20 Marzo 2006 fosse contemporaneamente soggetto proprietario degli
immobili e socio, nel caso di specie di minoranza, all'epoca al 30% e, in virtù del
diritto esercitato dal socio privato, dal 1 gennaio al 10%, della quota di
partecipazione di Parcolimpico, in un momento in cui rilevo e trasmetto il fatto che il
Bilancio di esercizio della Fondazione 20 Marzo 2006 aveva perdite consolidate per
6 milioni di Euro/anno.
Posso tranquillamente affermare che, verosimilmente, il processo di risanamento
avviato dal socio privato all'interno della Fondazione 20 Marzo 2006 e gli
efficientamenti e le ottimizzazioni prodotte dal socio privato all'interno della società
Parcolimpico, produrranno - per la prima volta dal momento di esecuzione della
gara, ci è stato annunciato verbalmente, lo vedremo - un utile di Bilancio sul 2014,
che produrrà, ovviamente stiamo parlando di cifre minime, ma certamente una totale
inversione di tendenza rispetto a quelle che erano le perdite di esercizio quando
Fondazione 20 Marzo 2006, senza gestore privato e gestendo direttamente come
soggetto pubblico i beni che ho citato, di fatto esercitava, in termini di assoluta
perdita milionaria per le casse pubbliche.
Questo lo dico per riportare anche un pochino nell'ordine corretto il nostro piano di
ragionamento. Certamente la Città, che è una delle componenti della Fondazione 20
Marzo 2006, esercita tutte le proprie prerogative di socio di minoranza e certamente
tutte le proprie prerogative di compartecipe degli asset proprietari, con la massima
determinazione e, ovviamente, rispettando i dettami derivanti dal contratto in essere
tra socio privato e socio pubblico, derivante a suo tempo dalla gara.
Questo è tanto più vero - ed è a verbale, sia in assemblea dei soci che all'interno dei
verbali del Consiglio d'Amministrazione della Fondazione 20 Marzo 2006 - che
proprio la scelta fatta di allocare le risorse derivanti dalla Legge n. 65/2012, quelle
cioè del progetto post olimpico, anche su immobili di proprietà della Fondazione 20
Marzo 2006, su proposta della Città di Torino, condivisa dalla Regione Piemonte, si
è chiesto e si è dato mandato al CdA di Fondazione 20 Marzo 2006 di valutare il
minor costo derivante dagli interventi di efficientamento energetico, a scomputo
delle somme eventualmente da rinegoziare con il soggetto privato di Parcolimpico.
Questo lo dico perché mi pareva doveroso affermarlo, a fronte di alcune delle
considerazioni che ho sentito fare.
Ovviamente, l'Assessore è assolutamente a disposizione del Consiglio Comunale,
anche in Commissione, se il Consiglio lo riterrà opportuno, per fornire puntuali
informazioni in ordine a quanto ho poc'anzi detto.
Aggiungo una considerazione tutta personale, tutta politica. Mi pare che
complessivamente l'efficacia e l'efficienza soprattutto della valorizzazione di alcuni
cespiti conferiti da Fondazione 20 Marzo 2006 a Parcolimpico (cito uno su tutti, il
Pala Alpitour) e la capacità e l'efficacia gestionale, produrranno - notizia di questi
giorni - uno dei più importanti eventi di musica rock europei esattamente a Torino.
Quindi, complessivamente, credo che nel pacchetto di giudizi che ciascuno di noi si è
formulato in questi anni, sulla base del proprio punto di osservazione, sia doveroso,
per onestà intellettuale, tenere dentro tutto il sistema.
Detto ciò, è ovviamente cura della Città di Torino, con gli altri soci pubblici di
Fondazione 20 Marzo 2006, esercitare le prerogative proprie del socio all'interno
della società e le prerogative proprie del proprietario dell'immobile per quanto
riguarda la corretta conduzione degli immobili.
Arrivando più nello specifico sulle arcate, non mi rileva, a fronte di precisa richiesta
formulata da me, attraverso il Consigliere di amministrazione alla Fondazione 20
Marzo 2006, alcun inadempimento delle condizioni contrattuali pattuite sulla
manutenzione in ordine alle arcate del MOI, e i danneggiamenti intercorsi sono da
attribuire a fatti evidentemente presenti anche sulle arcate comunali, legati ad atti di
vandalismo.
Peraltro, mi è stata trasmessa, ed è nella disponibilità dei Consiglieri qualora lo
ritenessero, formale documentazione che certifica quello che ho poc'anzi detto.
Pertanto, nello specifico delle arcate MOI non risultano, a fronte di precisa richiesta,
inadempimenti di alcun tipo da parte di Parcolimpico S.r.l. sull'ordine contrattuale, e
i fatti derivanti dai presenti atti di danneggiamento sono imputabili a fatti di natura
criminosa, per cui sono state sporte regolari denunce presso l'Autorità di Pubblica
Sicurezza che ho agli atti.
Per quanto riguarda l'ultima delle questioni, così provo a fornire una spiegazione
logico deduttiva razionale alla brillante domanda del Consigliere Appendino, non
risultano interlocuzioni diverse da quelle relazionate dall'Assessore Passoni nella
data intercorrente tra il 15 luglio e la data odierna, che fondamentalmente vanno
nell'ottica delle giustificazioni poste dall'Assessore Passoni a verbale.
Rispondo relativamente a quanto è stato peraltro annunciato dall'Assessore Passoni.
In data 7 dicembre 2014, quindi tre giorni fa, è pervenuta all'attenzione Sindaco una
formale manifestazione di interesse, che si differenzia significativamente rispetto alla
partecipazione alla manifestazione di interessi di cui alla deliberazione del 2012. Si
differenzia per due fondamentali elementi: il primo è che questa manifestazione di
interesse, firmata dai due Rettori, il professor Gilli e il professor Ajani, fa riferimento
all'intero compendio delle arcate. Il secondo elemento è che, evidentemente, questa
manifestazione di interesse è innovativa anche sul piano dei contenuti.
A brevissimo avremo modo di realizzarla nella sede propria, ovviamente quando il
Sindaco lo riterrà, ma anticipo che da una sommaria lettura di quanto ci è pervenuto,
il progetto è senza dubbio uno dei progetti più ambiziosi che questa Città ha
certamente non solo il dovere di considerare, ma forse ha anche il dovere di prendere
seriamente in esame, per quanto riguarda il tipo di funzionalità su cui articolare il
futuro delle arcate MOI.
Questo lo dico perché è evidente che una valutazione in ordine al contenuto di questa
manifestazione di interesse, in senso positivo, cioè di accoglimento di questa
strategia di sviluppo dell'incubatore, fondamentalmente del Centro di Biotecnologie,
costituito da un consorzio composto dal Politecnico e dall'Università degli Studi,
attraverso la facoltà di medicina, che vedrebbe allocato nell'intero compendio delle
arcate del MOI, negli oltre 17.000 metri quadrati, un centro di ricerca di rilevanza
internazionale, un incubatore di imprese, sedi didattiche, attraverso un articolato
progetto, io non faccio mistero ed esprimo pubblicamente la mia posizione di
trovarla una delle soluzioni più efficaci per il futuro impegno delle arcate MOI.
È del tutto evidente che la discussione che maturerà in questi termini all'interno
dell'organo politico, definirà due tipi di procedure, perché ovviamente non sfugge a
nessuno che un progetto di tale rilevanza, soprattutto portato avanti da istituzioni di
carattere pubblico, mal si concilierebbe con la procedura ad evidenza pubblica del
bando patrimoniale deliberato dalla Giunta Comunale in data 15 luglio 2014.
In altri termini, l'eventuale scelta di andare verso la direzione scritta nella
manifestazione di interesse pervenuta agli atti alla Città e protocollata ieri,
evidentemente sarebbe una scelta di campo, perché diventerebbe improprio far
concorrere in una procedura negoziale ad evidenza pubblica un soggetto pubblico
che propone un intervento di questo tipo.
Pertanto, qualora la scelta ricadesse sull'utilizzo delle arcate MOI e andasse incontro
alla formalizzazione di un rapporto con il consorzio, anzi con l'Università degli Studi
e con il Politecnico di Torino (per capirci, Consigliere Appendino, sul modello
Cittadella Politecnica; ovviamente quello era addirittura un diritto di superficie
perpetuo), si configurerebbe come un convenzionamento ai sensi dell'articolo 19,
quinto comma, delle norme di attuazione del Piano Regolatore di attuazione dei
servizi pubblici.
Pertanto, il provvedimento che, dopo l'esame che faremo in questi giorni, la Giunta
dovesse adottare, evidentemente si comporrà di una scelta politica chiara, che
individua questo come soggetto attuatore dei servizi pubblici, che peraltro è la
destinazione d'uso prevista dal nostro Piano Regolatore per l'intero compendio delle
arcate MOI, e che evidentemente non potrà trovare, per quanto penso tutti
condividiamo, un bando di natura competitiva a valere essenzialmente sul canone e
sullo sviluppo procedurale, il ragionamento intorno alla negoziazione ad evidenza
pubblica relativa invece al bando di carattere patrimoniale.
Per fare questo, è ovvio che occorre l'accordo di Parcolimpico, che oggi è presente
sulla deliberazione 15 luglio 2014 e che verosimilmente andrà esplorato qualora la
scelta dell'Amministrazione ricada invece su una modalità diversa, che è quella
dell'affidamento, in attuazione dei servizi pubblici del Piano Regolatore,
all'Università e al Politecnico, per sviluppare il progetto del Centro di Biotecnologie,
dell'incubatore di imprese e dell'attività di ricerche e di alta formazione.
È chiaro quindi che oggi non siamo ancora nelle condizioni, a prescindere da quella
che è la volontà e l'opinione dei singoli soggetti, che inevitabilmente può anche
differire, verosimilmente, di avere la certezza di poter andare avanti sotto questo
profilo, perché questa manifestazione di interesse, peraltro pervenuta da poco,
avendo carattere di unitarietà sull'intero compendio delle arcate, è evidente che
occorre, su questo tipo di impostazione, avere anche l'assenso della società
Parcolimpico, che gestisce la parte di arcate non in disponibilità della Città.
Qualora 1) l'Amministrazione non rilevasse questa manifestazione di interesse; 2, di
interesse, caso teorico 1; 2) non si arrivasse a condividere con Parcolimpico, in una
procedura negoziata, l'attuazione dei servizi pubblici del Piano Regolatore ai sensi
dell'articolo 19 quinto comma, con questo tipo di manifestazione di interesse, è
evidente che l'unica strada che rimarrebbe a questo punto aperta e apribile è quella di
dare esecuzione formale alla deliberazione 15 luglio 2014, di cui all'oggetto
dell'interpellanza.
Come è stato detto, credo a brevissimo, ragioneremo rispetto a quanto ci è poche ore
fa pervenuto e credo sia nostro dovere e compito relazionare all'Aula in ordine a
queste valutazioni, anche eventualmente raccogliendo ulteriori spunti, sapendo che
qualunque decisione dovesse essere assunta, occorre necessariamente andare
incontro a una procedura di accordo con il soggetto che in questo momento, in virtù
della legittima titolarità patrimoniale derivante dalla gara sulle arcate della
Fondazione 20 Marzo 2006, è titolare dell'uso delle medesime arcate.

LEVI Marta (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Appendino.

APPENDINO Chiara
L'Assessore Lo Russo ha aggiunto delle questioni che sono abbastanza rilevanti, nel
senso che si sta trattando di prendere tutt'altra strada rispetto a quello che abbiamo
detto sino ad oggi, con altri strumenti, probabilmente magari una Variante, una
convenzione. Insomma, si sta dicendo tutta una serie di cose... (INTERVENTO
FUORI MICROFONO). Sì, Sindaco, è un'altra strada rispetto a quello di cui
abbiamo discusso sino a oggi.
Quindi, chiedo all'Assessore di venire in II più I Commissione a relazionare sul
progetto che ha presentato il Politecnico di Torino, per capire cosa stiamo facendo,
perché quello che ci è stato detto adesso è esattamente il contrario rispetto a quello
che abbiamo detto fino a dieci minuti fa.

LEVI Marta (Vicepresidente)
Credo che abbia un senso immaginare di proseguire questa discussione in II più I, o I
più II Commissione, come chiede il Consigliere Appendino.
La parola al Consigliere Curto.

CURTO Michele
Mi sembra che, come diceva correttamente il Consigliere Paolino, da questa
discussione in realtà si evincano due questioni: una di carattere particolare, puntuale,
molto importante, sulle arcate ex MOI, che trovo corretto e ragionevole che venga
discussa in II più I Commissione. L'altra questione è di carattere più generale, ma
non disgiunta, che sottolineava il Consigliere Paolino, sulla gestione del patrimonio
post olimpico, sulla quale peraltro l'Assessore Lo Russo è intervenuto dandoci
elementi che riguardano la discussione dentro Fondazione 20 Marzo 2006. Per
esempio, la Legge Obiettivo e la destinazione di fondi della Legge Obiettivo.
Su questo secondo oggetto, Presidente, propongo un approfondimento nelle
Commissioni competenti, che possono essere I Commissione più Commissione
Controllo di Gestione, o Commissione Controllo di Gestione più I Commissione, o
come si reputa necessario. Però, io la chiederei in forma urgente, perché, se ho capito
le cose che diceva l'Assessore Lo Russo, sono deliberazioni in corso d'atto.
Inoltre, in quella sede o, meglio, prima di quella sede, chiedo all'Assessore Lo Russo
di produrre la documentazione di cui parlava sugli elementi di non responsabilità
nella colpa in vigilando, come io la definirei, cioè il fatto che se uno occupa uno
spazio che non è utilizzato, dovrebbe vigilarlo. Ma mi sembra che l'Assessore Lo
Russo diceva che invece ci sono materiali di Parcolimpico che dimostrerebbero che
si è trattato di un commando "terrorista" a depredare di rame il mercato dell'ex MOI.

LEVI Marta (Vicepresidente)
Consiglieri, scindiamo in due la discussione. Una discussione è quella che va in II
più I
Commissione, specificamente sulle arcate MOI. Una seconda discussione in generale
è sulla gestione del post olimpico, che andrà, se non capisco male, in Commissione
Controllo di Gestione più I Commissione.
Quindi prego il Presidente Altamura di concordare con gli altri Presidenti, Carbonero
in un caso e Carretta nell'altro, la convocazione urgente di codeste Commissioni. I
Presidenti di Commissione decideranno se aggiungere ulteriori Commissioni.

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