| Interventi |
LEVI Marta (Vicepresidente) Passiamo alla discussione dell'interpellanza (question time) n. mecc. 201406101/002, presentata in data 26 novembre 2014, avente per oggetto: "Il Comune di Torino non dimentichi" LEVI Marta (Vicepresidente) I tempi per il question time sono: tre minuti per la risposta e due minuti per la replica. La parola, per la risposta, all'Assessore Curti. CURTI Ilda (Assessore) Il 4 dicembre verrà presentato, come viene richiamato dall'interpellante, un libro che si intitola: "Recluse. Lo sguardo della differenza femminile sul carcere", alla presenza delle due coautrici. Una è Grazia Zuffa, psicologa e psicoterapeuta molto nota, ha svolto attività di ricerca e formazione nel campo delle droghe e delle dipendenze, è stata senatrice della Repubblica nella X e XI legislatura e dal 2006 è membro del Comitato Nazionale di Bioetica; l'altra è Susanna Ronconi, che ha finito di scontare la sua pena interamente nel 1998, come viene richiamato dall'interpellante, dopo diciotto anni di carcere, in seguito a buona condotta e alla dissociazione avvenuta nel corso degli anni Ottanta. È formatrice e supervisore nel campo delle marginalità e delle dipendenze, collabora con il Gruppo Abele da molti anni ed è esperta di ricerca sociale. Il libro è l'esito di una ricerca condotta nelle carceri di Sollicciano, Empoli e Pisa, indaga la situazione delle donne in carcere, sia delle detenute che delle agenti penitenziarie. Nel libro si ricorda, tra l'altro, un fatto purtroppo un po' dimenticato, cioè l'incendio al braccio femminile del Carcere Le Vallette del 3 giugno 1989, in cui morirono undici donne, nove recluse e due agenti penitenziarie. Questo è il contesto - e l'ho richiamato - in cui la Città ha dato il patrocinio, così come il Garante dei Detenuti. Questo significa che non c'è nessuna indulgenza per la fase feroce e assassina del terrorismo e degli anni di piombo che soprattutto a Torino hanno lasciato un ricordo indelebile e incancellabile per il numero di vittime innocenti; questo per chiarire una volta per tutte la posizione della Città nei confronti di chi ha seminato dolore e morte. Parlano le storie delle Istituzioni e parlano le storie personali delle persone, dal Sindaco Fassino, la cui biografia è nota, alla mia, che è meno nota, ma che vorrei sottolineare. Ho cominciato la mia storia di attivista politica dentro le organizzazioni politiche che più hanno pagato in termini di vite umane di contrasto alla violenza terrorista. La mia vita da attivista politica è cominciata a tredici anni, nel giorno del rapimento di Moro, il 16 marzo 1978, quando decisi di schierarmi dalla parte della democrazia iscrivendomi ad un'organizzazione giovanile di Partito, convinta da un appello contro il terrorismo distribuito davanti alla mia scuola. Vorrei anche sottolineare che la prima manifestazione pubblica a cui partecipai fu a quattordici anni, il funerale dell'operaio comunista Guido Rossa, trucidato a Genova dalle Brigate Rosse, per chi non se lo ricordasse; tanto per chiarire, una volta per tutte, da che parte stiamo, personalmente e come Istituzione. Susanna Ronconi ha scontato interamente la sua pena, da molti anni si occupa di questioni legate al mondo della marginalità e delle dipendenze ed è coautrice di un libro sulla condizione carceraria delle donne. A questo la Città e il Garante dei Detenuti parteciperanno. Nessun revanscismo, semplicemente l'attenzione al mondo carcerario visto dagli occhi delle donne. LEVI Marta (Vicepresidente) La parola al Consigliere Greco Lucchina. GRECO LUCCHINA Paolo Ringrazio l'Assessore per il suo intervento. Detto questo, ci ritroviamo su alcune cose che sono scritte ovviamente nel question time, su alcune posizioni che l'Assessore per sua stessa dichiarazione dice, rispetto a quanto è il riconoscimento dei fatti. Detto questo, sulla riabilitazione, sul diritto all'oblio, Assessore, la penso esattamente come lei, però non alla santificazione. Me la conceda questa parola, nel senso che quando scrivo "Torino non dimentichi", lei lo ha ricordato bene, facendo un excursus storico anche di quello che è avvenuto in questa Città, c'è una parte di questa Città che considera il Comune di Torino e questa casa la casa di tutti. Fermo restando il diritto all'oblio, credo che a qualcuno possa far male vedere concessa una delle sale più prestigiose di questo Palazzo, perché può riaprire ferite sicuramente vive. Io ho scritto una volta per tutte, sulla quale lei è ritornata più volte nel suo intervento, anche in maniera simpatica, glielo riconosco, perché non è la prima volta che ci troviamo ad affrontare un tema di questo genere. Ricordo perfettamente il putiferio che successe in occasione delle dichiarazioni del nostro Sindaco, quando doveva sposare D'Amore e poi, per sua stessa dichiarazione, fu costretto a rinunciare ad officiare le nozze di questo ex brigatista, dichiarando: "Non è mai stata mia intenzione rinnovare un dolore atroce, dunque ho convenuto, insieme allo stesso, sull'opportunità che il suo matrimonio fosse celebrato da un altro ufficiale di Stato Civile". Per questo dico una volta per tutte che, pur riconoscendo, ovviamente, la bontà di quanto scritto in questo libro, probabilmente sull'opportunità di invitare un'ex brigatista, coautrice di un libro, e non parlo dell'altra coautrice evidentemente, a presentare presso una sede così prestigiosa, può semplicemente riaprire ferite che sono ancora laceranti. LEVI Marta (Vicepresidente) L'interpellanza è discussa. |