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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 24 Novembre 2014 ore 10,00
Paragrafo n. 15

Comunicazioni del Presidente su "Richiesta di comunicazioni al Sindaco su: "Spaccio di droga all'interno dello stabilimento ex Moi".
Interventi

PORCINO Giovanni (Presidente)
I Consiglieri Ricca, Tronzano, D'Amico, Liardo e Marrone hanno richiesto al
Sindaco di riferire in ordine allo spaccio all'interno dello stabilimento ex MOI e,
contestualmente, sulle modalità di intervento che il Comune immagina. La
Conferenza dei Capigruppo ha accolto la richiesta.
La parola, sull'ordine dei lavori, al Consigliere Ricca.

RICCA Fabrizio
Alla Conferenza dei Capigruppo era in dubbio la presenza del Sindaco e, secondo
me, visto che il tema è piuttosto importante e dato che abbiamo visto il Sindaco,
vorremmo che fosse presente in Aula durante la discussione.

PORCINO Giovanni (Presidente)
Il Sindaco sarà presente per il dibattito, Consigliere. La richiesta è stata esaudita, è
arrivato il Sindaco.
La parola, per la risposta, all'Assessore Tedesco.

TEDESCO Giuliana (Assessore)
Cercherò di rispondere esattamente nel merito di questa comunicazione, che è molto
precisa, anche perché sono andata a riguardarmi i verbali delle sedute d'Aula e solo
tre settimane fa ho risposto ad un'interpellanza molto più complessa e generale sul
MOI, presentata dal Capogruppo Bertola del Movimento 5 Stelle.
Quindi per evitare di ripetere le stesse cose, anche perché la volta precedente ho
risposto sugli aspetti patrimoniali, sugli aspetti di pulizia portando report di AMIAT,
di IREN e di tutti gli Assessorati competenti, ora mi fermo al merito di quanto
chiedono i Consiglieri e rispondo dicendo che spero che il Capogruppo Ricca, che è
il primo firmatario di questa comunicazione, abbia celermente segnalato agli organi
competenti quanto dichiara in questa comunicazione, perché non è possibile che si
continui ad usare la sede politica per segnalare questioni che, invece, andrebbero
guardate sotto un profilo più specificatamente tecnico.
Quindi do per scontato che il Capogruppo Ricca abbia fatto segnalazione con nome e
cognome precisa alla Questura e a tutti gli organi competenti. Poiché sediamo come
Città in Comitato Ordine e Sicurezza, faremo presente questo aspetto, come già
abbiamo fatto più volte, perché la questione dell'ordine pubblico, per quel che
riguarda il MOI, è coordinata dal Comitato in cui, dicevo, siede anche la Città.
Per quanto riguarda invece l'aspetto più generale dei profughi che trovano alloggio al
MOI, ripeto quanto già detto la volta precedente: la Città, e di questa cosa se ne sta
facendo carico personalmente il Vicesindaco Tisi, sta lavorando con ANCI e con il
Governo, credo con il Prefetto Morcone che per il Ministero dell'Interno si occupa di
queste cose, per un progetto pilota che veda proprio Torino come Città in via di
sperimentazione, per cercare di creare una soluzione un po' più articolata, si tratta
infatti di un problema che riguarda più Città Metropolitane e non solo Torino, ma
anche, per esempio, Milano e Bari.
Si sta lavorando con tempi molto stretti con il Governo, però al momento ancora non
possiamo dire nulla di più.

PORCINO Giovanni (Presidente)
Passiamo alla discussione.
Ricordo i tempi di intervento: cinque minuti un Consigliere per Gruppo, tre minuti
tutti gli altri.
La parola al Consigliere Ricca.

RICCA Fabrizio
Sono assolutamente insoddisfatto di questa risposta, perché le condizioni da tre
settimane a questa parte sono pesantemente cambiate, sono seriamente preoccupato,
perché non c'è stata una risposta, perché si continua a parlare di niente di fronte ad
una questione sempre più delicata.
Situazioni più tecniche. Signor Sindaco, bisogna voler affrontare la questione. Noi
abbiamo provato a fare un sopralluogo la settimana scorsa in veste totalmente
privata, ma da Consiglieri Comunali, quindi potendo fare sindacato ispettivo,
volendo andare a controllare cosa c'era negli immobili del Comune e siamo stati
bloccati dai centri sociali che usavano i profughi come scudi, perché non volevano
che entrassimo, perché chissà cosa potevamo scoprire. Poi, quando andiamo dentro a
vedere cosa si nasconde, cosa troviamo? Droga, spaccio, criminalità.
Questo è inaccettabile, perché non voler intervenire, esattamente come chiede il
Prefetto… perché il Prefetto a mezzo stampa dice che l'autorità è del Sindaco,
dipende dal Sindaco, sono le parole del Prefetto. (INTERVENTO FUORI
MICROFONO).
Dato che sedete al Tavolo per l'ordine e la sicurezza, a me spiace vedere che non c'è
una sintonia tra il Sindaco e il Prefetto, perché questa è la parvenza che vedo, perché
se qualcuno vuole intervenire, lo fa. Il Prefetto si è reso disponibile per farlo
immediatamente. Così dice: "Al momento in cui mi verrà chiesto, potrò intervenire
immediatamente, chiaramente concordandolo con il Tavolo". Quindi, Assessore, il
Tavolo c'è, ma bisogna fare qualcosa, dovete essere voi a chiedere di intervenire.
Sono convinto che il problema sia molto più ampio, lo dicono anche le parole del
Presidente Rizzuto, il Presidente della Circoscrizione 9, che dice: "Adesso Fassino
deve battere un colpo, perché questa è una situazione diversa da tutte le altre
occupazioni in Città". Ecco, è arrivato il momento di battere un colpo, Sindaco,
prenda una decisione, risolva il problema.
Anche perché la testimonianza che le ho portato, oltre ad essere molto grave, apre
uno scenario, ovvero adesso che sapete cosa c'è dentro, perché qualcuno ve l'ha fatto
vedere, non intervenire vuol dire essere complici di quella criminalità e, da cittadino
torinese, non voglio che la mia Amministrazione sia complice dello schifo che c'è
all'interno del MOI.
Quindi va presa immediatamente una posizione, bisogna intervenire
immediatamente, perché una cosa è far finta di non vedere, una cosa è quando queste
situazioni le abbiamo sotto gli occhi e ce ne dimentichiamo.
Quindi, signor Sindaco, l'invito che le faccio è quello di attivarsi immediatamente
con il Tavolo per l'ordine e la sicurezza, abbiamo capito che il Prefetto è disponibile,
non sarò io a dirlo, perché non faccio il Sindaco, non sarò io a dirle come fare, ma le
dico di fare, perché è una necessità, non soltanto della Circoscrizione 9, non soltanto
degli abitanti della zona intorno al MOI, ma di tutta la Città.

PORCINO Giovanni (Presidente)
La parola al Consigliere Marrone.

MARRONE Maurizio
Presidente, mi può ricordare i tempi di intervento?

PORCINO Giovanni (Presidente)
Cinque minuti un Consigliere per Gruppo, tre minuti tutti gli altri, Consigliere.

MARRONE Maurizio
Direi che la novità di oggi può essere riassunta in modo molto veloce: un tempo
poteva essere un sospetto, adesso è una verità, perché comunque ci sono delle prove
che lo dimostrano.
Sapete qual è il vero problema? Il vero problema è la composizione di partecipazione
del Fondo Città di Torino che individua delle responsabilità ben precise, ma anche di
ordine legale, perché se come penso, mi potrete confermare, questo Fondo che
possiede le palazzine olimpiche del MOI è al 36% della Prelios SGR, al 29% di
Equiter e al 35% ancora del Comune di Torino, capirete che il Comune di Torino - e
su questo ha ragione il Prefetto - ha in mano l'asso, l'OPA che potrebbe diventare in
questo caso il veto, rispetto ad un intervento della Prefettura e delle Forze
dell'Ordine in quella palazzina. Perché il fatto che il Prefetto abbia detto - e io spero
che lo sapesse questa Amministrazione - che il privato Prelios ha già sollecitato un
intervento alla Prefettura e alle Forze dell'Ordine e che l'unico motivo per cui non si
può dare seguito a questo intervento è proprio il fatto che la Città mantiene nel suo
portafoglio un terzo del soggetto abilitato a richiedere formalmente questo
intervento, mette - come è già stato detto dal Consigliere Ricca che mi ha preceduto -
la Città in una sorta di posizione di scelta se richiedere o no, badate bene, non solo e
tanto gli sgomberi, ma l'applicazione della Legge in quelle palazzine.
In più, quello che ritengo davvero paradossale è che questo centrosinistra ci abbia
imposto - e dico imposto, perché ricorderete che l'opposizione si è letteralmente e
fisicamente incatenata ai banchi della Presidenza - una deliberazione che regalava a
queste persone la residenza fittizia in questa Città. E che si parlasse di queste persone
è stato palesato nel dibattito ampiamente dai carattere d'urgenza con cui è stata
imposta l'approvazione di questa deliberazione, perché altrimenti ormai era scaduta
la dimensione di permesso di soggiorno umanitario per l'emergenza profughi e,
quindi, la Prefettura avrebbe potuto finalmente riportare lì ordine e giustizia.
Questa maggioranza si è assunta una responsabilità precisa impedendo questo
intervento e continua ad assumersela, se sta valendosi di questo terzo di
partecipazione bloccando il privato nell'esigere di riportare legalità in quel frangente.
Vi dico la verità, non ho mai chiesto pubblicamente lo sgombero di
quell'occupazione, perché quella è una occupazione peculiare, perché il fatto che
anche solo ipoteticamente ci siano dei profughi rende tutto chiaramente molto più
complicato, ma non deve però diventare un alibi. In realtà, aggrava la posizione di
questa Amministrazione Comunale, perché la domanda è: ma nella circostanza in cui
un anno fa avete imposto la deliberazione per la residenza fittizia "Casa Comunale
3", non vi siete posti allora come Giunta il problema di sapere chi c'è lì dentro?
La verità, e spero che l'Assessore mi smentisca, ma temo di no, è che voi non avete
la più pallida idea di chi c'è lì dentro, perché la gente che ha occupato lì, è stata
messa come da un Ufficio di Collocamento, una sorta di immobiliare illegale, dai
centri sociali: Askatasuna e Gabrio, nome e cognome, dell'area autonoma e
disobbediente delle occupazioni antagoniste. E sono, guarda caso, quegli stessi
esponenti italianissimi dei centri sociali che nel corso del sopralluogo che è andato a
monte, ma che ha visto comunque dei Consiglieri, tra cui il sottoscritto, andare lì,
ordinavano agli immigrati presenti - adesso dico immigrati perché non sappiamo nel
dettaglio di che nazionalità siano o quale sia lo status giuridico - di non dialogare con
i Consiglieri Comunali presenti.
Sono queste le persone che vi hanno sostanzialmente sottratto, però con il vostro
benestare, queste palazzine e hanno creato questa bomba sociale nel cuore di una
periferia Lingotto che non presentava queste difficoltà.
La vera domanda con la quale cerco di arricchire la richiesta di comunicazioni, spero
che l'Assessore mi presti attenzione, perché in realtà è il sunto proprio solo del mio
intervento, è: ma la Città, in seno al Fondo Città di Torino come Amministrazione
Comunale, ha fatto la formale denuncia, fosse anche solo contro ignoti per
quell'occupazione abusiva? Perché, per esempio, so di altre occupazioni, un'altra al
Lingotto che non ha mai fornito il benché minimo problema di ordine pubblico, sulla
quale è stata fatta la denuncia. È stata fatta per il MOI? È stato chiesto alle Forze
dell'Ordine di procedere quantomeno ad un censimento di questa struttura per capire
chi è profugo e chi non lo è? Se ancora qualche profugo c'è lì dentro.

PORCINO Giovanni (Presidente)
La parola al Consigliere Paolino.

PAOLINO Michele
Attraverso questo dibattito il Consiglio deve prendere una decisione: se intende
strumentalizzare la vicenda delle palazzine del MOI e dei profughi presenti a Torino
o se, invece, intende dare il proprio contributo per individuare insieme una soluzione.
Non possiamo accettare che il problema sia spostato sul soggetto più debole, che è la
Città di Torino, o sul soggetto ancora più debole, che sono i cittadini del quartiere e
della Città nel suo insieme. Credo che l'unica soluzione possibile sia un accordo in
sede di Comitato per la sicurezza e l'ordine pubblico, condiviso da Governo, da
Prefettura, da Questura e sicuramente dalla Città che in quella, come in altre
occasioni, farà la sua parte.
Si tratta di un problema nazionale che non può essere scaricato esclusivamente su di
noi: è un problema che il nostro Paese ha e che, periodicamente, si ripresenta nella
nostra città per una serie di ragioni.
Quindi, periodicamente nella nostra Città - più che in altre - ci troviamo di fronte ad
un'emergenza di questo genere.
Sarebbe un errore strumentalizzare ed usare questa vicenda a fini politici ed
elettoralistici. Dobbiamo svolgere il nostro mandato, concordare con Prefetto e
Questore un sopralluogo (rispetto al quale abbiamo già dato la nostra disponibilità ad
esserci) e cercare nella sede opportuna una soluzione possibile da reggere e che sarà
sicuramente temporanea. Mi auguro, come già detto dall'Assessore Tedesco, che non
ci si limiti all'azione politica; se il Consigliere Ricca ha in qualche modo avuto
testimonianza di un reato, deve fare ciò che questo comporta, cioè sporgere una
denuncia e, a quel punto, sarà l'Autorità Giudiziaria e di investigazione a dover
svolgere il proprio compito. Non spetta alla Città, l'ho detto prima durante la
riunione dei Capigruppo, e non risolveremo il problema chiedendo all'Assessore
Tedesco ed all'Assessore Tisi di mettersi l'armatura e l'elmetto per andare al MOI.
Possiamo risolvere il problema cercando di mettere insieme una rete che regga la
presenza di un numero così elevato di persone, perché - mi avvio a concludere il mio
intervento - il problema non scompare semplicemente sgomberando e disperdendo
queste persone in giro per la città. Non funziona così e non è così che risolviamo il
problema.
L'ultimo pensiero è rispetto alla Circoscrizione ed ai cittadini residenti della zona dei
Mercati Generali di via Giordano Bruno e della zona Lingotto. A queste persone noi
dobbiamo - e con il "noi" mi riferisco a tutte le Istituzioni coinvolte - dare una
risposta che non può in alcun modo essere interpretata come un girarci dall'altra
parte. È necessario che, anche rispetto all'Istituzione circoscrizionale, non ci sia la
volontà di strumentalizzarla, ma che ci sia un'unità di intenti, cioè arrivi una risposta
istituzionale per cui la Città si affianca alla Circoscrizione per gestire insieme
l'emergenza di questi mesi - ormai, di questi anni -, e che si possano trovare delle
soluzioni reali, che non sono soltanto la demagogia o l'invocare azioni che non
dipendono esclusivamente dalla Città di Torino.

PORCINO Giovanni (Presidente)
Vorrei dare il bentornato in Sala Rossa al Consigliere Curto, che ci ha raggiunti.
La parola al Consigliere Trombotto.

TROMBOTTO Maurizio
Do anche io il bentornato al Capogruppo del Gruppo al quale mi onoro di
appartenere.
Venendo al tema di queste comunicazioni, diversamente dal Consigliere Ricca
ringrazio l'Assessore Tedesco per le risposte che sono state date, con il tono pacato
che la contraddistingue, ma, allo stesso tempo, con precisione e completezza per quel
che può essere detto in questo momento. Condivido anche le parole che sono state
dette dal Consigliere Paolino, Capogruppo del Partito Democratico.
Detto questo, il tema è sicuramente complesso, presenta sfaccettature molto diverse
tra loro e tiene insieme problemi quali quelli dell'accoglienza verso i migranti, verso
i rifugiati o, comunque, verso persone che fuggono da situazioni di violenza. Visto
che, tra l'altro, domani ricordiamo giustamente la violenza contro le donne, in questo
caso invece parliamo magari di situazioni di fuga da condizioni generalizzate di
violenza e, però, pare che in qualche modo, da parte di Consiglieri che sono
intervenuti tra coloro che hanno richiesto queste comunicazioni, questi aspetti
vengano dimenticati o tralasciati.
Come dicevo, sono elementi di particolare complessità; poi sicuramente la
coabitazione di alcune centinaia di persone in un Paese che non è il loro, quasi, come
dire, se vogliamo, naturalmente può anche porre dei problemi di ordine pubblico,
oltre che di disagio sociale ed economico, e credo che sarebbe ipocrita in qualche
modo trascurarli e non considerarli. Ma c'è una differenza da qui a fare le
affermazioni a microfono e, quindi, a verbale (per cui ufficiali) che ho sentito
quest'oggi in Aula, delle quali io chiedo conto, perché non si può pensare di ricoprire
un ruolo istituzionale, politico ed ufficiale e poi poter affermare qualunque cosa.
Ho preso nota e credo di citare testualmente i termini che sono stati utilizzati:
"droga", "spaccio" e "criminalità" ed è stato detto che ci sono le prove. Mi chiedo
come questi elementi, che sono di particolare gravità, siano in qualche modo emersi
con totale certezza. Chiederei a coloro che hanno fatto queste affermazioni, se il
Regolamento lo consente (perché mi sembra che il Consigliere Ricca sia già
intervenuto due volte su questo punto), che le dimostrino, le confermino e
soprattutto, come ha già fatto chi mi ha preceduto, siano conseguenti (o sia
conseguente) a questo tipo di dichiarazioni.
Credo che dichiarazioni di questo genere non possano essere lasciate cadere, ma
debbano essere confermate e suffragate da prove (d'altro lato, è stato detto che
queste prove ci sono). Quindi, come Consigliere Comunale, lo chiedo ufficialmente:
le pretendo, le voglio e non accetto che accuse di questo genere altrimenti vengano
utilizzate semplicemente per una lotta politica, che è legittima, ma che deve
utilizzare altri tipi di strumenti. Soprattutto - e lo dico con nettezza e chiarezza - la
lotta politica non può e non deve essere fatta sulla pelle delle persone, siano essi
uomini o donne, adulti o bambini, indipendentemente dalla nazionalità, dalla
religione e dal colore della pelle.
Capisco - e mi avvio alla conclusione del mio intervento - che i risultati della tornata
elettorale di ieri abbiano galvanizzato qualche forza politica e qualche singolo
esponente, ma non è in questo modo che si aiuta la costruzione di una società civile,
tollerante, equilibrata e rispettosa delle regole.

PORCINO Giovanni (Presidente)
Non ci agitiamo, Consiglieri. Qualche secondo lo lascio a tutti. (INTERVENTO
FUORI MICROFONO). Non ho bisogno di suggerimenti, Consigliere.
(INTERVENTO FUORI MICROFONO). No, non penso. Presenti una mozione di
sfiducia se non è soddisfatto, ma non credo di non rispettare il Regolamento.
La parola al Consigliere Tronzano.

TRONZANO Andrea
Innanzitutto, rigetto al mittente le accuse di strumentalizzazione fatte dai Consiglieri
Paolino e Trombotto.
Per quanto mi riguarda, non credo di essere mai venuto meno all'onestà intellettuale;
nelle cose corrette bisogna essere corretti ed andare fino in fondo, perché questa non
è una richiesta che proviene dalle forze politiche (Capigruppo o Consiglieri di
maggioranza), ma è una richiesta che viene dal territorio ed il Presidente di
Circoscrizione, Rizzuto, lo evidenzia in una recente intervista su un quotidiano
locale.
Quindi, non è la questione maggioranza-opposizione, o una strumentalizzazione, o
l'essere galvanizzati da un risultato elettorale emiliano o calabrese, ma è soltanto la
questione di parlare di Torino all'unisono, su valori fondanti e comuni. Sindaco, uno
di questi valori è il fatto che, innanzitutto, non si litighi fra Istituzioni, perché questo
è fondamentale. Le Istituzioni… (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Va bene,
ma lo dico in generale. Le Istituzioni: il Sindaco (che, tutto sommato, ha anche poteri
di ordine pubblico all'interno del Tavolo per la sicurezza) ed il Prefetto devono
assolutamente procedere all'unisono.
In questo momento, probabilmente le opinioni e le visioni sono diverse, anche per
ragioni politiche, all'interno della maggioranza dello stesso Sindaco, questo mi pare
evidente, però al tempo stesso io direi che dobbiamo marciare all'unisono. E, quindi,
dall'opposizione, attraverso gli interventi che sono stati fatti, viene un appello anche
alla maggioranza affinché si proceda nella direzione voluta dai cittadini. Sono state
raccolte 400 firme attorno a piazza Galimberti e non se le sono inventate il
Consigliere Tronzano o l'opposizione, perché si tratta di 400 firme di persone che
sono esasperate. Sono esasperate perché non possono più uscire la sera, perché c'è lo
spaccio e perché le donne (lo dico a loro che oggi, giustamente, insieme agli uomini
stanno combattendo il femminicidio) vengono molestate; cari Consiglieri Centillo,
Genisio, Onofri e Nomis, le donne vengono molestate e non se lo inventa il
Consigliere Tronzano, ma lo dicono i cittadini che sono su quel territorio.
La prima cosa da fare è pensare a coloro che sono laggiù, che stanno vivendo quella
situazione. Il secondo elemento è la proprietà: la proprietà privata o pubblica è un
diritto reale, costituzionale e non può essere violata così impunemente, perché
l'accoglienza, caro Consigliere Trombotto, non è impunità. L'accoglienza deve
essere sempre collegata strettamente alla manifestazione di legalità. Quando lì dentro
- lo dimostra questo video del Consigliere Ricca - non c'è legalità e ai Consiglieri
Comunali, proprietari secondo la percentuale che abbiamo detto prima, viene negata
la possibilità di entrare e di fare un sopralluogo, dicendogli anche - questo mi ha
lasciato basito - che devono suonare il campanello e prendere appuntamento, allora
mi chiedo se c'è qualcosa in questa città che non funziona.
Non si tratta di una strumentalizzazione, credetemi, è soltanto il tentativo un po'
veemente e forte di arrivare ad una soluzione. È questo il punto. Quindi, la proprietà
privata o la proprietà pubblica è un diritto reale, costituzionale.
Il secondo aspetto riguarda il fatto che non si può rigenerare il MOI senza avere
risolto la questione di queste palazzine. Il Fondo non venderà mai nulla se lì dentro
non ci sarà legalità e se non ci sarà la certezza che ci sono dei profughi. Fino a che i
profughi non saranno sistemati da altre parti, questa valorizzazione del Fondo non
potrà avvenire e questo è un altro aspetto fondamentale da tenere in considerazione.
Credetemi, le facce che ho visto e la violenza verbale con le quali queste facce ci
dicevano di allontanarci, mi fanno ritenere che lì dentro non ci siano più profughi. Il
video di oggi, rispetto al video di un anno fa, dimostra chiaramente il cambio di
violenza verbale e di attitudini psicosomatiche di queste persone all'interno. Andate
a rivedere il video di un anno fa.
Per quanto riguarda il Ministero dell'Interno, il Ministro, a maggio di quest'anno,
disse che sarebbe intervenuto in Piemonte per fare un Tavolo che avesse le attitudini
per governare il fenomeno della sicurezza nella nostra regione. Chiedo all'Assessore
ed al Sindaco di ricordare queste parole al Ministro, affinché possa venire e prendere
atto che in molti frangenti la situazione è fuori controllo, non solo al MOI, ma anche
in altre parti, anche a causa della crisi della città.
Per quanto riguarda il Prefetto, ho grande stima per l'Istituzione e per il Prefetto, ma
quando dice che la città è sicura, perché i dati sono rassicuranti, non sa o non le
dicono che i cittadini torinesi non denunciano più, perché sono sfiduciati ed hanno
paura. Per fortuna, c'è ancora un'opposizione che vuole mettere in evidenza, senza
paura, questi elementi. I cittadini non denunciano più ed è per questo motivo che i
dati sono, tutto sommato, rassicuranti, ma non è così per chi vive questo territorio e
questa città.
Per favore, signor Sindaco, troviamo una soluzione ed utilizzi anche queste parole
dell'opposizione, che rappresenta una parte di questa città, per andare al Tavolo della
sicurezza a cercare di ripristinare la legalità in quel tratto di città, che,
oggettivamente, è fuori controllo e che danneggia i cittadini della zona.

PORCINO Giovanni (Presidente)
Consigliere Greco Lucchina, le chiedo scusa se ho ecceduto, ma non era mia
intenzione mancarle di rispetto.
La parola al Consigliere Liardo.

LIARDO Enzo
Intanto non me ne voglia il Consigliere Paolino (adesso non lo vedo in Aula, non so
dove sia, ma non mi va di parlare dei non presenti, anche se non ne parlo male), ma
tra la Conferenza dei Capigruppo ed il suo intervento in Consiglio avrà ripetuto 20
volte di cercare di non fare degli interventi in maniera speculativa e di collaborare.
Noi ci siamo, Consigliere Paolino, però vorremmo anche capire in che direzione
andare, soprattutto rispetto al suo intervento e a quello del Consigliere Trombotto, al
quale vorrei chiedere se si rapporta con la città.
Devo anche sottolineare un aspetto, ma non è allusivo nei suoi confronti, che vorrei
che il Presidente mi spiegasse prima dell'intervento: come può essere che, in tempo
reale, quello che si decideva in Conferenza dei Capigruppo veniva immediatamente
recepito sulle case dell'ex MOI? Immediatamente, in tempo reale. Mi piacerebbe
capirlo, perché, se vogliamo iniziare un rapporto di collaborazione, dobbiamo partire
da questo e, se non partiamo da questo, non può esserci un rapporto di
collaborazione.
Signor Sindaco, dico solo che lì abbiamo la questione (so che ne prenderà atto e che
ne è al corrente) di corso Tazzoli, che non è neanche lontano dalla zona che stiamo
trattando questa sera, e c'è, appunto, la questione dell'ex MOI ed i cittadini sono
veramente disorientati rispetto ad una questione di vitalità del territorio, perché c'è
un enorme disagio ed una grande preoccupazione.
A questo si aggiungono altre realtà nella città, oltre alla crisi, e potremmo anche dire
che siamo sull'orlo di una crisi di nervi di questa Città. Signor Sindaco, non voglio
enfatizzare la cosa, però è così e non lo dico in senso speculativo, ma semplicemente
come grido d'allarme.
Consigliere Trombotto, guardiamo gli aspetti più pratici, visto che lei, quando parla,
mi sembra veramente un dreamer, un sognatore: sa quanto costa ai contribuenti
questo scherzetto del MOI? Sa che danno erariale c'è e continua ad esserci a fronte di
queste palazzine (che possono essere anche discusse nella loro costruzione) e sa, oggi
come oggi, quanto stiamo spendendo in ordine manutentivo? Anche perché gli
impianti sono abbastanza tecnologici e, di conseguenza, hanno bisogno di
manutenzione. Iniziamo a dare dei dati, così magari i cittadini torinesi possono
prendere coscienza… (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Consigliere Viale,
ce li abbiamo, ma questa non è la sede per tirare fuori dei dati.
Per quanto ci riguarda, Consigliere Paolino, siamo d'accordo di fare un'operazione
congiunta, concordandola in piena serenità. Però vorremmo anche capire come.
Perché sinceramente, dal suo intervento e da quello del Consigliere Trombotto, non
ho capito da che parte cominciare (anzi, spero in una replica del Sindaco), ma
sicuramente noi ci siamo per una risoluzione del problema, non in senso speculativo.

PORCINO Giovanni (Presidente)
La parola al Consigliere Greco Lucchina.

GRECO LUCCHINA Paolo
Intervengo brevemente, in coda al mio Capogruppo. Ascoltando i vari interventi, mi
sembra che noi da questa parte dell'Aula viviamo una città diversa dalla vostra. È
come se ci fossero due Torino e provo a spiegarmi meglio.
Credo che la parte dei cittadini torinesi che parla con i Consiglieri di questa
minoranza consiliare abbia paura di vivere questa città. Sarò brevissimo, ma voglio
chiedere una cosa a questa Giunta - ma non è solo la Giunta, lo fa anche il Prefetto
nel suo articolo - che sostiene sostanzialmente che questa città è sicura; la mia
domanda è: se questa Città è sicura, perché c'è il Tavolo per la sicurezza?
(INTERVENTO FUORI MICROFONO). C'è in tutte le città italiane, ho capito.
I dati inconfutabili, che ogni Forza dell'Ordine non è disposta a discutere, non sono
quelli sugli episodi di cronaca nera che leggiamo sui giornali e che vediamo ogni
giorno nelle interviste in televisione, compresa quella di ieri sera sui cittadini che
abitano le periferie di questa città e che sono fortemente preoccupati per la propria
sicurezza? Stiamo parlando delle stesse cose, signor Sindaco? Perché, glielo
ribadisco, a me sembra di vivere una città diversa dalla vostra ed i cittadini che
parlano con me hanno molta paura a causa di questa situazione.

PORCINO Giovanni (Presidente)
La parola al Consigliere Viale.

VIALE Silvio
Vedo che la febbre del Torino Film Festival ha contagiato il Consigliere Ricca, che è
andato a fare il suo filmato. Dopodiché dal filmato non si capisce bene se poi l'ha
comprata o meno, cioè la fa vedere ma non si capisce bene. Non si sa se l'ha
comprata o meno, si vede solo che è all'esterno del MOI e conosce abbastanza bene
la materia. Quindi, da consumatore ha fregato chiaramente dall'altra parte.
Dopodiché chi gliel'ha venduta - o forse ha tentato di vendergliela - è entrato dentro
il MOI a prenderla e l'ha portata fuori. Per scoprire che nelle palazzine del MOI ci
sono diversi spacciatori, bastava chiederlo e glielo avrei detto. Non c'era bisogno di
fare un sopralluogo ed una messa in scena di questo tipo, perché gli spacciatori in
questa città sono in moltissimi luoghi e non è detto che, visto che ci sono degli
spacciatori, tutto il palazzo e tutto il gruppo sia per forza negativo.
Quando ho saputo del filmato, ero convinto che fosse entrato dentro ed avesse fatto
finalmente quel sopralluogo, con la scusa di comprare del fumo, che voleva fare la
settimana precedente. Invece ho visto semplicemente che l'ha usato come pretesto
per fare oggi una discussione, che non è stata chiesta lunedì scorso; probabilmente
perché mancava il Consigliere Curto e quindi non si voleva far mancare il
Consigliere Curto alla discussione (peraltro, non è ancora intervenuto).
Qual è il punto che vorrei dire? Ha ragione il Consigliere Greco Lucchina,
probabilmente noi viviamo due città differenti, perché la città che vivo io ha
sicuramente dei problemi e ci sono sicuramente delle persone che soffrono e
patiscono per questi problemi, ma sono comunque delle persone che cercano di
vivere questa città sapendo che, quando si vive con altri, bisogna dotarsi di una certa
dose di tolleranza. È un po' come qui dentro: io tollero voi e voi tollerate me.
(INTERVENTO FUORI MICROFONO). Io tollero molti di voi, tra l'altro con
cristiana rassegnazione.
Quindi, il punto qual è? Ovviamente, abbiamo una gran parte di cittadini che sanno
di vivere a Torino, che ha sempre avuto - come tutte le grandi città - problemi di
delinquenza, di spaccio, eccetera, e che cerca di affrontarli e di trovare un modo per
reagire personalmente e collettivamente in qualche modo.
Se invece qualcuno pensa che l'unica soluzione sia andare a lamentarsi dal
Consigliere Greco Lucchina, dal Consigliere Tronzano, dal Consigliere Marrone o
dal Consigliere Ricca, lo può certamente fare, ma non mi stupisco che ne esca più
spaventato di prima; è ovvio, ci mancherebbe altro. Inviterei i cittadini a venire a
parlare con me, con il Consigliere Trombotto, con il Consigliere Paolino, con il
Consigliere Genisio o con altri e sicuramente ne uscirebbero meno spaventati, anche
se forse i problemi non sarebbero risolti.
Termino il mio intervento, dicendo che o vogliamo risolvere i problemi ed
affrontarli, o, invece, pensiamo che la politica sia soffiare sui problemi, alimentare le
contraddizioni, aumentare le tensioni e, in questo, si soddisfa il proprio ego.

PORCINO Giovanni (Presidente)
La parola, per la replica, al Sindaco.

SINDACO
Io credo che sia giusto discutere e anche essere molto preoccupati di una situazione
delicata. Però io penso anche con la responsabilità di chi ha incarichi istituzionali e
non può essere soggetto alimentatore di paure e di tensione. Chi ha una
responsabilità istituzionale deve farsi carico delle preoccupazioni dei cittadini e dare
risposte che riducano la preoccupazione, non che la alimentino.
Con il massimo rispetto e la libertà di opinione, penso che un intervento come quello
del Consigliere Greco Lucchina non aiuti, perché è una rappresentazione ansiogena e
allarmistica, che non aiuta a risolvere nessun problema e determina ancora più
allarme, al di là del giusto.
Mi consenta di richiamare una vicenda che ho vissuto di persona. Quando mi fu
chiesto di fare il Ministro della Giustizia, era l'ultimo anno della Legislatura 1996-
2001. Avvicinandosi le elezioni, il tema della sicurezza veniva molto agitato. Il
Primo Ministro Amato mi chiese giustamente di verificare quale consistenza aveva e
come poteva essere affrontato questo stato di continuo allarme che veniva
alimentato. E facemmo, per avere una base cognitiva, una larga indagine rivolta ai
cittadini. Le prime tre domande di questa ampia indagine erano: lei quale ritiene sia il
principale problema del Paese? E la risposta, l'item che riceveva più risposte, era la
sicurezza. Circa il 66% dei rispondenti.
La seconda domanda era: lei pensa che nella sua Città ci sia un problema di sicurezza
o comunque la sicurezza sia aumentata o diminuita? E alla seconda risposta si
passava dal 66, che diceva che la sicurezza era il principale problema, al 37 che
diceva che nella sua Città c'erano dei problemi.
La terza domanda era: lei, mantenendo l'anonimato naturalmente della risposta, è
stato direttamente destinatario di episodi che abbiano messo in discussione la sua
sicurezza? 3% rispondeva di sì.
Perché ricordo questo episodio? Perché c'è una differenza tra la reale consistenza di
un fenomeno e la sua percezione. È naturalmente dovere della politica e delle
Istituzioni fare i conti con le percezioni, sia ben chiaro, perché la percezione
determina una condizione di ansia e di allarme. Quindi io con la percezione faccio i
conti, ma sapendo distinguere ciò che è percezione da ciò che è realtà.
Quindi, in questo il Prefetto ha detto una cosa ragionevole, quando ha detto che
Torino è una Città sicura, non volendo con ciò dire che non c'è un problema di
nessun tipo, perché in una Città di un milione di abitanti non si può mai dire che non
ci siano problemi. Ma volendo dire che la sicurezza della Città di Torino è nella
media della sicurezza della Città italiane e delle Città europee. Anzi, per alcuni
aspetti ci sono Città europee dove il tema della sicurezza è più acuto che da noi.
Ma stiamo nel nostro Paese. La sicurezza di Torino è mediamente quella che si
riscontra a Milano, a Verona, a Venezia, a Genova. Almeno in tutte le Città del Nord
c'è un trend analogo. Questo era il significato di quella affermazione del Prefetto.
Basterebbe pensare a quanti sono gli omicidi in questa Città. Nel 2013 sono
esattamente stati numero 5. Non cinquanta, non cinquecento, ma cinque. E parlo di
un delitto molto grave.
Per questo io dico che non possiamo sottovalutare niente, ma abbiamo tutti la
responsabilità di fare i conti con i dati per come sono, e darne una rappresentazione
per come sono.
Dopodiché a me colpisce che in questo dibattito, in cui si chiede di sgomberare e si
invoca rigore, nessuno abbia fatto riferimento a ciò che succede in queste settimane a
Milano e a Roma. Curiosa dimenticanza. (INTERVENTO FUORI MICROFONO).
Lascia stare la Legge Regionale. Curiosa dimenticanza di quello che sta succedendo
nelle periferie di Roma e di Milano. Curiosa dimenticanza del fatto che laddove si è
tentato di intervenire nei modi qui richiesti si è prodotta una condizione di tensione
mille volte più alta di quella che c'era prima. Curiosa dimenticanza che il Prefetto di
Milano, non so se abbia fatto bene o male - e personalmente ho dei dubbi -, ma
comunque il Prefetto di Milano, il massimo responsabile dell'autorità dello Stato in
quella Città, abbia sconsigliato di fare certe operazioni. E siccome ho parlato adesso
per telefono, come avete visto, con il Prefetto per sapere se esattamente
corrispondeva al suo pensiero quello che voi avete detto qui, cioè che la Prefettura è
pronta ad intervenire domani mattina, se soltanto il Sindaco glielo dice.
(INTERVENTO FUORI MICROFONO). Lascia perdere quell'articolo di giornale,
se vuoi ti faccio sentire nuovamente in viva voce il Prefetto in persona. I giornali
possono anche non rappresentare le cose per come sono. Capita spesso. Chiedi conto
dell'intervista. Io ti dico, se vuoi la richiamiamo in viva voce, ciò che il Prefetto mi
ha detto: e cioè che non era la sua opinione quella rappresentata dal giornale, perché
è un po' troppo semplice. Per cui voi tentate qui di rappresentare uno scaricabarile tra
le Istituzioni che non c'è.
Il Prefetto sostiene giustamente un'altra cosa: che dobbiamo decidere tutti insieme, e
su questo ha ragione, valutando tutte le conseguenze e gli effetti di ogni atto che
mettiamo in essere. Questo dice il Prefetto, e in questo ha ragione.
Dopodiché io non ho nessuna difficoltà a richiedere la convocazione del Comitato
per la Sicurezza domani mattina per chiedere: cosa facciamo? La Polizia di Stato non
dipende da me, i Carabinieri non dipendono da me, la Guardia di Finanza non
dipende da me, la Polizia Forestale non dipende da me. Sono quattro corpi di Polizia
che dipendono dallo Stato. Se tutti insieme decidiamo di agire, le autorità che
rappresentano lo Stato hanno tutta la possibilità di farlo. Chiaro?
Questa storia che basti che Fassino dica e domani mattina mandiamo tutti a casa è
pura propaganda. Poi bisognerebbe sapere dove li mandiamo. Aggiungo che bisogna
anche sapere che questa Città, come tutte le Città italiane, in questi ultimi due anni ha
dovuto fare i conti con un'ondata di profughi enorme, e che questo è un problema in
più.
Adesso vengo anche alla questione degli spacciatori. Però il tema MOI va inquadrato
in una situazione un po' più complicata. Dopodiché io sono il primo a pensare che
sia utile cercare di avere una soluzione che consenta alla Città di vedere restituite le
palazzine oggi occupate. Non ho dubbi a proposito. Il problema è capire come
riuscire a farlo non determinando nella Città quello che è accaduto a Milano, dove
hanno dovuto fermarsi e tornare indietro, rafforzando quindi quelli che hanno
occupato, perché se poi tu tenti di sgomberare e poi non lo fai, il giorno dopo hai
legittimato quelli che occupano.
Oppure avere episodi come quelli accaduti nelle periferie di Roma. Bisogna capire
un po' come vogliamo gestire questa Città, proprio per evitare che si producano
tensioni più gravi di quelle che già la crisi non ci produce.
Quanto al problema droga o non droga, io faccio una cosa semplice. Io chiederò
questa sera agli Uffici di consegnarmi il verbale di questa discussione e questo
verbale io lo mando alla Procura della Repubblica, perché se lì ci sono dei reati, la
Procura della Repubblica intervenga. Non ho alcun problema ad agire. Lo mando al
Procuratore della Repubblica, lo mando al Prefetto e lo mando al Questore.
Segnalo alle autorità che dei Consiglieri segnalano che al MOI si spaccia droga e,
essendo un reato, chiedo alle autorità di agire. Se prima di agire, ritengono di farsi
raccontare dai Consiglieri cosa hanno visto, meglio ancora, come testimoni e come
persone informate dei fatti. Figuriamoci se ho qualche problema a denunciare gli
spacciatori di droga! (INTERVENTO FUORI MICROFONO). E nessun problema a
chiedere che si intervenga. Se mando alla Procura della Repubblica è perché si
intervenga!
L'ho appena detto, lo mando al Procuratore, al Prefetto e al Questore chiedendo che
si traggano tutte le conseguenze e si intervenga. Punto e finito. Questo mi sembra
quello che dovevo dire.
In ogni caso, noi lavoriamo per cercare di arrivare ad una soluzione, lo facciamo al
tavolo prefettizio del Comitato della Sicurezza cercando un'intesa tra tutte le forze
che intorno a quel tavolo siedono, che fino ad oggi hanno sempre lavorato sulla base
di opinioni condivise.
Quanto all'episodio specifico che è stato qui denunciato, ripeto, io informerò le
autorità della Magistratura, le autorità di Polizia, chiedendogli di trarre tutte le
conseguenze e di intervenire sui fenomeni illegali che sono stati denunciati.

PORCINO Giovanni (Presidente)
Le comunicazioni del Sindaco sono concluse.

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