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Estratto dal verbale della seduta di Mercoledì 12 Novembre 2014 ore 15,00
Paragrafo n. 18

Comunicazioni del Sindaco su: "Tagli previsti per gli enti locali dalla legge di stabilità".
Interventi

PORCINO Giovanni (Presidente)
La parola al Sindaco.

SINDACO
Dividerei la comunicazione in due parti. La prima parte per richiamare gli elementi
principali della Legge di Stabilità, con particolare riferimento ai provvedimenti che
riguardano la finanza locale; la seconda parte relativa allo stato del confronto in
corso con il Governo per la definizione dei provvedimenti stessi.
La Legge di Stabilità, come sapete, è stata presentata dal Governo con un obiettivo di
ordine generale, che è quello di una Legge che, oltre a confermare gli obiettivi di
riduzione dell'indebitamento, contenimento del deficit entro i parametri europei del
3%, punta, al tempo stesso, a favorire il rilancio degli investimenti e il rilancio della
crescita.
L'obiettivo generale della Legge di Stabilità è quello di rimettere in moto la fase di
crescita, considerato che l'Italia, come sappiamo, da lungo tempo conosce una
condizione di stagnazione, che la espone a una condizione di precarietà economica e
finanziaria particolarmente grave, e rilanciare gli investimenti attraverso una
riduzione di pressione fiscale, che in parte è già stata anticipata con lo "Sblocca
Italia", con una parziale riduzione dell'IRAP, e che viene consolidata con la Legge di
Stabilità, con un'ulteriore riduzione dell'IRAP e con una serie di altri provvedimenti,
tutti tesi a determinare un allentamento della pressione fiscale sulle famiglie e sulle
imprese.
La Legge di Stabilità è una Legge corposa, come tutti possono constatare
guardandola; ci sono molti provvedimenti che riguardano indirettamente anche noi e
possono essere da noi condivisi. Richiamo, in particolare, i provvedimenti che
investano la finanza locale.
Per quello che riguarda la finanza locale, la misura principale è quella di una
manovra di contenimento della spesa per circa 12 miliardi di Euro, distribuiti per 6
miliardi a carico dell'Amministrazione dello Stato, per 4 miliardi a carico delle
Regioni, per 1 miliardo a carico di Province e Città Metropolitane, e per 1,5 miliardi
a carico dei Comuni. Contemporaneamente prevedendo un allentamento del Patto di
Stabilità consistente.
Il Patto di Stabilità cubava l'anno scorso un saldo di 4,3 miliardi; in questa Legge di
Stabilità il saldo del Patto di Stabilità viene globalmente portato a poco più di 1
miliardo e quindi con un rilevante allentamento di questo vincolo.
Se la manovra fosse così configurata, sarebbe una manovra naturalmente esposta alle
valutazioni e alle opinioni di ciascuno, ma finanziariamente sostenibile. La verità è
che la Legge di Stabilità, letta in tutte le sue parti, configura a carico dei Comuni una
serie di misure spesso non quantificate nella Legge, ma che tradotte in
quantificazione - non è difficile farlo - determinano una manovra sui Comuni molto
più pesante, perché a 1,2 miliardi di tagli a carico dei Comuni bisogna aggiungere un
taglio di 300 milioni che grava sui Comuni come conseguenza di tagli già previsti da
provvedimenti del 2013 e del 2014, che erano provvedimenti di tagli pluriennali; a
questo si deve aggiungere l'impatto che ha sulla finanza locale l'istituzione del fondo
di copertura dei crediti di difficile esigibilità, che, valutato nella Legge di Stabilità in
2,2 miliardi, determina l'obbligo per i Comuni di accantonare, per questo fondo, una
cifra da includere nel Bilancio di parte corrente; quindi, con un doppio effetto sulla
finanza dei Comuni, che per un verso riduce la parte di spesa corrente spendibile,
perché obbliga a bloccarne una quota sul fondo; per altro verso, il fondo entra
incidendo anch'esso sul Patto di Stabilità.
Non solo, ma a questo si deve aggiungere che la Legge di Stabilità prevede che per il
2015 non siano più utilizzabili gli oneri di urbanizzazione su spesa corrente, per una
quota di 1 miliardo.
La Legge di Stabilità prevede che quel contenimento di 1,2 miliardi possa essere
realizzato unicamente ed esclusivamente con riduzioni di spesa e non con altre forme
flessibili di gestione del Bilancio.
La Legge di Stabilità, inoltre, prevede il mantenimento di una serie di vincoli
ordinamentali e organizzativi che incidono anch'essi sulla spesa.
La valutazione che l'ANCI ha fatto di una manovra siffatta è quella che se la
manovra a carico dei Comuni rimanesse tale, avrebbe un valore di 3,7 miliardi e non
di 1,2 miliardi.
Alla luce di questo, ovviamente, l'ANCI ha chiesto immediatamente un confronto
con il Governo, per verificare, intanto, la congruità delle nostre valutazioni, e poi, se
queste nostre valutazioni si dimostrano fondate e congrue, come assumere delle
misure correttive, stante che una manovra di 3,7 miliardi sarebbe una manovra
assolutamente insostenibile per il sistema dei Comuni.
Il confronto con il Governo è in corso, c'è stato un incontro ieri sera, dopo un primo
incontro la scorsa settimana; ce ne sarà un altro entro l'inizio della settimana
prossima per chiudere, perché a partire dalla prossima settimana il Parlamento passa
all'esame della Legge di Stabilità e quindi esamina gli emendamenti, quindi entro
lunedì, martedì chiude la partita.
Il confronto si è sviluppato fin qui, devo dire - avendo partecipato anche ad analoghi
confronti in occasione di Leggi di Stabilità precedenti -, in modo costruttivo, positivo
e con una disponibilità del Governo a esaminare le nostre valutazioni.
Fino ad oggi quali sono le cose che sarebbero state acquisite in termini di correzione
della manovra, così come è stata proposta nella Legge di Stabilità originale?
La prima questione è che si è accettata la nostra proposta per il 2015 di continuare ad
avere la possibilità di utilizzare gli oneri di urbanizzazione anche su spesa corrente.
Questo è stato accettato e quindi se questo punto verrà tradotto, come sulla base
dell'accordo dovrà essere, in emendamento approvato dal Parlamento, questo
ovviamente alleggerisce il taglio sulla spesa.
La seconda misura che è stata assunta, che è stata proposta dal Governo, è una
decisione che riguarda i mutui contratti dai Comuni con Cassa Depositi e Prestiti e
Ministero dell'Economia e delle Finanze. La proposta che ci è stata avanzata,
naturalmente da noi accolta, perché corrisponde ad una richiesta che l'ANCI faceva
da tempo, è la disponibilità da parte di Cassa Depositi e Prestiti e Ministero a
rinegoziare, con i Comuni che hanno contratto mutui, i mutui stessi, in modo da
dilazionarne e allungarne la scadenza.
È stato fin qui acquisito l'accordo di farlo per tutti i mutui di prima rinegoziazione.
Noi abbiamo chiesto che sia possibile farlo anche per i mutui che hanno già avuto la
negoziazione, che possano essere nuovamente rinegoziati.
Sul primo punto c'è l'accordo; sul punto il Governo si è riservato di valutare quant'è
l'onere globale di questa nostra richiesta e se sia sostenibile o no.
Terzo: il Governo propone, sempre nella linea di sostenere il rilancio degli
investimenti e quindi favorirli, che per il 2015 i Comuni abbiano la possibilità di
contrarre mutui, sempre dentro ovviamente i saldi di Patto. I Comuni che potranno
contrarre mutuo lo potranno fare a interesse zero. Lo Stato si fa carico del costo del
mutuo stesso. Quindi è una misura che favorisce gli investimenti e non incide sul
Bilancio di parte corrente.
Quarta questione: fondo crediti di difficile esigibilità, altra questione già risolta. Noi
abbiamo chiesto che la causa per cui la riduzione di spesa sia esclusivamente fatta
con secca riduzione di spesa corrente, sia invece flessibilizzata, cioè si dica che noi
dobbiamo fare una riduzione di spesa di 1,2 miliardi, lasciando poi ai Comuni di
valutare come viene conseguito questo obiettivo e anche questo principio è stato
accolto.
Per quello che riguarda il fondo di copertura crediti di dubbia esigibilità, c'è stato
intanto un punto importante. Noi avevamo detto che la valutazione messa in Legge di
Stabilità che questo fondo occupasse, per il 2015, 2,2 miliardi, era sottostimato, che
secondo noi era calcolabile intorno a 2,7/2,8 miliardi. Si sono rifatti tutti i calcoli, le
stime, i confronti continui tra esperti e si è acquisito di assumere la cifra di 2,6
miliardi. Questo significa ridurre ulteriormente il saldo di Patto, quindi un
allentamento ulteriore del Patto di Stabilità.
A questo punto, il Patto occuperebbe globalmente non 1 miliardo circa, ma si
attesterebbe sui 600 milioni. Quindi questa è un'altra questione alleggerita.
Rimangono irrisolte tre questioni, sulle quali sta continuando il confronto. Due
questioni riguardano esattamente i crediti di difficile esigibilità. La Legge di Stabilità
dell'anno scorso prevedeva già che questi crediti potessero essere assorbiti in un arco
decennale; noi chiediamo che questo arco temporale sia allungato a 30 anni, in
coerenza con il Decreto Legislativo n. 35, quello sui pagamenti della Pubblica
Amministrazione, che prevede che le somme anticipate siano restituite dai Comuni
nell'arco di 30 anni. Noi chiediamo che anche per ciò che riguarda i crediti di
difficile esigibilità il loro assorbimento sia nello stesso periodo trentennale.
Secondo, che il fondo che secondo la Legge dovrebbe essere costituito
immediatamente entro il 2015 per un valore pari al 100% dei crediti di difficile
esigibilità sia invece distribuito su cinque anni, in modo da renderlo più graduale.
Terza questione che abbiamo posto, che non ha ancora ricevuto una risposta,
riguarda le Città Metropolitane, perché il taglio di 1 miliardo su Province di secondo
livello e Città Metropolitane è un taglio molto oneroso, che rischia di mettere in
grande difficoltà queste due Istituzioni, nel momento in cui devono nascere.
Mentre su tutte le altre questioni c'è l'accordo, è stato definito ieri sera, sulle tre
questioni che ho richiamato, temporalità del fondo a 30 anni, costituzione del fondo
in un arco quinquennale e tagli alle Città Metropolitane, il Governo si è riservato di
valutare costo, impatto, eccetera, stante che il Governo, ovviamente, dal suo punto di
vista, cerca di mantenere i soldi globali, mi pare del tutto evidente, si è riservato di
valutare e di farci sapere nelle prossime ore, quando ci sarà il prossimo incontro,
quali siano le sue determinazioni.
Sono stati acquisiti anche altri due punti sollevati dall'ANCI. Il primo è la rimozione
di molti vincoli ordinamentali e organizzativi che nei decreti e nei provvedimenti
legislativi sono stati imposti ai Comuni in questi anni. È stata acquisita la nostra
proposta, cioè che sia la spending review, sia le politiche di Bilancio, nel rapporto tra
Governo ed enti Comuni, siano definiti dai saldi. Una volta che si è definito il saldo,
come quel saldo debba essere perseguito è discrezionale decisione di ogni Comune.
Questo significa far saltare tutte le norme di blocco: blocco del personale, i vincoli
sulla spesa, eccetera, perché questa è una prerogativa dei Comuni, appartiene alla
loro autonomia determinare le modalità con cui si organizza un Bilancio e si
determinano priorità di un segno o di un altro nell'allocazione delle risorse.
Questo principio, che fino ad oggi non è mai stato accettato e che ledeva in modo
fortissimo l'autonomia degli Enti Locali, è stato invece accettato. L'ANCI ha
sottoposto, questa mattina, un dossier molto ampio di norme ordinamentali di cui noi
chiediamo la rimozione in modo tale da restituire ai Comuni l'autonomia relativa.
Nella Legge di Stabilità c'è l'accordo per recuperare un finanziamento adeguato al
fondo nazionale per la non autosufficienza, che nel testo originario invece era stato
penalizzato. C'è l'impegno a ricostituire il fondo per gli investimenti infrastrutturali
di grande scala, che per quello che ci riguarda significa i finanziamenti delle
Metropolitane delle grandi Città. C'è l'impegno, a partire da settembre del 2015, a
trasferire in capo allo Stato le spese per gli Uffici giudiziari, che, come sapete, oggi
sono in capo ai Comuni, lo Stato dovrebbe rimborsarle, poi in realtà i rimborsi non
arrivano. A partire da settembre 2015 questo onere passa direttamente in capo allo
Stato, come è giusto che sia, perché questa è una competenza primaria dello Stato,
non è una competenza del sistema degli Enti Locali.
Infine, si è avviato un confronto, per ora di ordine generale, non ancora nei dettagli,
che in questo caso sono molto importanti, sulla local tax, perché è intenzione del
Governo, in occasione dell'approvazione della Legge di Stabilità, anche dare corso
alla riorganizzazione del sistema fiscale.
Noi abbiamo posto, fin dall'inizio, due punti, che io ho ribadito ancora ieri e che in
termini di principio sono acquisiti, cioè che nel momento in cui si definisca un
tributo locale, questo tributo sia di competenza piena ed esclusiva degli Enti Locali,
quindi non siano più tributi a compartecipazione; se un tributo è in capo ai Comuni, è
in capo ai Comuni, mentre oggi, come sapete, non è così.
Secondo, che ovviamente si deve costruire un meccanismo che garantisca che nel
2015 il gettito non sia inferiore a quello che abbiamo realizzato nel 2014, perché se
no sarebbe un'ulteriore riduzione di risorse.
Questi due principi sono stati accettati. Dopodiché, si è messo al lavoro un gruppo di
lavoro, con esperti sia di ANCI che del Ministero dell'Economia e delle Finanze, che
adesso stanno lavorando a verificare tutte le cifre, tutti i meccanismi e a costruire
questo nuovo sistema fiscale.
Per quello che riguarda, infine, una questione che è compresa nella Legge di
Stabilità, ma su cui non ci sono particolari novità, perché sono state accolte una serie
di proposte che l'ANCI aveva formulato. L'ANCI aveva proposto alcuni
emendamenti migliorativi di un impianto che avevamo condiviso. Mi riferisco a tutta
la parte relativa alle società partecipate.
Nella Legge di Stabilità, per la prima volta, c'è un approccio alle società partecipate
diverso da quello che è stato adottato fino a ieri. Fino a ieri il tema era affrontato in
un modo semplice: un comma in un articolo di una riga che diceva che i Comuni che
hanno società partecipate, entro la data "x" devono dismettere. Noi abbiamo spiegato
che quando si parla di aziende, di imprese, di mercato, non basta mettere una data,
bisogna costruire una strategia di politica industriale, bisogna prevedere incentivi ai
processi di aggregazione, agevolazioni fiscali per le società multiutility che si
fondono, si riorganizzano, fondi di ammortizzatori sociali laddove eventualmente ci
fosse eccedenza di forza lavoro. Devi avere una strategia, non puoi semplicemente
mettere una data, tant'è vero che la data veniva messa e regolarmente non è successo
mai niente.
Questo principio è stato acquisito già fin dal testo iniziale. C'è una parte significativa
nella Legge di Stabilità dedicata a tutto il tema delle partecipate, che in buona misura
corrisponde alle proposte dell'ANCI.
Ieri sera abbiamo sottoposto un'ipotesi, sempre per allentare il taglio sulla spesa
corrente, all'esame del Governo, che in caso di dismissioni patrimoniali, immobiliari
o mobiliari, il 20% del ricavato possa essere devoluto alla spesa corrente per il solo
esercizio 2015. È una misura straordinaria, tesa a ridurre l'impatto del taglio di 1,5
miliardi (1,2 miliardi più 300 milioni). Non so se questo sarà acquisito o meno,
perché evidentemente ha degli impatti, però anche questo l'abbiamo posto.
Questo è lo stato dell'arte. Una valutazione più compiuta e anche un giudizio credo
lo si potrà dare quando questo confronto sarà terminato, perché, primo, bisogna che
tutto ciò che è acquisito sia effettivamente tradotto in emendamenti e questo lo
sapremo soltanto quando gli emendamenti saranno depositati; secondo, ci sono
ancora delle partite aperte, che sono quelle che ho indicato, su cui stiamo
sviluppando un confronto e vediamo come procede.

PORCINO Giovanni (Presidente)
Apriamo la discussione sulle comunicazioni. Ricordo ai Consiglieri i tempi di
intervento: cinque minuti per ogni Gruppo.
La parola al Consigliere Ricca.

RICCA Fabrizio
Ringrazio il Sindaco per averci dato un quadro un pochino più chiaro, anche se già
oggi abbiamo potuto leggere qualcosa sui giornali.
Sinceramente non ci siamo accorti che il Governo abbia fatto degli interventi per
diminuire la pressione fiscale. Anzi, ci chiediamo se davvero il Presidente Renzi
abbia fatto il Sindaco prima di diventare Presidente del Consiglio dei Ministri, perché
questa manovra sembra davvero scaricare tutto il peso sugli Enti Locali: Regioni,
Città metropolitane, Province, che sono quelle che hanno ricevuto il taglio maggiore,
e Comuni.
Apprezzo gli sforzi che sono stati fatti, perché comunque la possibilità di contrarre
mutui a interessi zero, o di spalmare i crediti inesigibili (chiaramente questa proposta
dovrà essere approvata), ci danno la possibilità, rispetto a quello che c'era prima, di
poter respirare un pochino di più.
Quello che invece mi preoccupa molto, Sindaco, è questa Local Tax. Non vorrei che
cambiando nome, mettendo tutti i tributi insieme, delegando completamente agli Enti
Locali la riscossione, arrivi un taglio ulteriore e il Comune sia obbligato, per
incassare, ad alzare al massimo tutte le tariffe e questo peso cada di nuovo sui
cittadini. Cioè da una parte si fa finta di abbassare la pressione fiscale, dall'altra si
massacrano i cittadini, mettendogli le mani nel portafogli, tramite i Sindaci dei
Comuni.
Questa è la mia preoccupazione più grande. Adesso vediamo come andrà la
votazione, magari si può riaggiornare la discussione, sperando però che questa
manovra ci permetta di avere un Bilancio non ad ottobre 2015, ma magari a febbraio,
perché sappiamo che è tutto incluso in una sola tassa, quindi si può lavorare in questo
senso.
Di fronte all'eventualità di nuovi tagli, chiedo al Sindaco (l'ho già fatto diverse volte,
ma forse questo è il contesto più adatto) non di andare a parlare con il Governo, ma
di andare a imporsi con il Governo, perché non possiamo permettere che tutti i
Comuni italiani paghino per una inefficienza di un Governo che dovrebbe tagliare e
ridurre gli sprechi, ma finora non ha fatto assolutamente niente.

PORCINO Giovanni (Presidente)
La parola al Consigliere Greco Lucchina.

GRECO LUCCHINA Paolo
Ringrazio anch'io il signor Sindaco, per aver portato queste argomentazioni in Aula
oggi.
Detto questo, in estrema sintesi, mi pare che al centro dell'attenzione ci sia la
rinegoziazione dei mutui, la ricognizione dei residui attivi con l'evidente
adeguamento del fondo svalutazione crediti, la copertura da parte degli oneri di
urbanizzazione per il 2015, per la parte di spesa corrente, il 20% degli asset
patrimoniali nel 2015, se non ho capito male, anche questo sulla dismissioni, e poi la
Local Tax.
La verità è che io avevo letto sui giornali le dichiarazioni del Sindaco nel momento
in cui è stato rieletto alla Presidenza dell'ANCI e mi avevano colpito le sue
affermazioni, che cito virgolettate: "I Comuni non devono essere indicati come il
buco nero nella spesa pubblica, quando le cifre dimostrano il contrario". A supporto
di questa sua affermazione il Sindaco aveva portato un'indagine ISTAT, sia sulla
spesa che sul debito pubblico.
Il Sindaco la conosce bene perché sono sue dichiarazioni, ma mi consenta una
battuta. Quando spesso ho ricordato l'attendibilità delle indagini statistiche, per
esempio l'ho fatto più volte intervenendo con lei in merito alla sicurezza della nostra
Torino, della nostra Provincia, il Sindaco ha sempre svalutato e un po' criticato
l'attendibilità delle mie fonti. Comunque, la teniamo per buona.
L'ottica con cui, secondo me, il Presidente Renzi guarda il Patto di Stabilità mi vede
d'accordo sulla necessità di risparmiare su alcuni capitoli di spesa. Sicuramente non
con tagli netti, ma con veri e propri capitoli di risparmio e, quindi, ci mettiamo anche
la parola sprechi?
È vero, il Sindaco ha parlato di società partecipate e questo mi ha fatto molto piacere,
perché anch'io non condivido molte delle cose che sono state fatte. Bisogna farlo,
dismettere, punto e basta. Detto questo, è anche vero che c'è un'altra indagine di
Confcommercio, sicuramente il Sindaco la conoscerà, che dice che gli Enti Locali
sopportano il 68% di tutti gli oneri sostenuti dall'Amministrazione per le aziende
partecipate.
Quindi, sicuramente faccio un plauso a questa Amministrazione, che, rispetto alle
Linee programmatiche, ha invertito un po' la rotta. Io non so se sia merito
dell'Assessore Tedesco, da quando ha preso la delega alle partecipate, o sia una
strategia di questa Amministrazione. Detto questo, lo riconosco.
Però, accanto a quello che considero uno spreco, come la gestione delle partecipate
degli anni scorsi, aggiungo un'altra cosa: l'albo dei beneficiari delle provvidenze di
natura economica. Sono libri molto voluminosi, Sindaco, che contengono i contributi
concessi dal Comune. Se li avessi portarti, probabilmente avrei coperto il microfono.
Quello che voglio dire è che va bene tutto, però se c'è la necessità di razionalizzare e
di intervenire anche sulla spesa dei Comuni, non bisogna solo lamentarsi. Va bene
tutto il lavoro che il Sindaco sta facendo in qualità di Presidente dell'ANCI, ma
bisogna partire realmente da una razionalizzazione dei contributi erogati dal
Comune.

PORCINO Giovanni (Presidente)
La parola al Consigliere La Ganga.

LA GANGA Giuseppe
Credo si debba dare atto al Sindaco di averci dato una sintesi puntuale e precisa del
lavoro svolto, che nell'insieme, data l'emergenza, è un lavoro positivo.
Il punto drammatico è che operiamo in condizioni di emergenza, perché che il
Governo voglia che i Comuni si liberino dei crediti inesigibili, è cosa buona e giusta;
ed è un disastro che i Comuni, per ragioni di emergenza, siano obbligati a diluire nel
tempo l'effetto di questa misura, che è una misura di risanamento.
Il fatto che il Governo chieda di non usare gli oneri di urbanizzazione per le spese
correnti, è cosa buona e giusta; ed è un disastro che i Comuni siano obbligati a
chiedere su questo una diluizione nel tempo.
È cosa buona e giusta che le dismissioni non vadano a finanziare la spesa corrente, e
solo una condizione di emergenza può indurre i Comuni a chiedere che il 20% di
questi proventi vadano a finanziare la spesa corrente.
Tutto questo lo dico perché il nodo politico con il Governo - non è una questione di
questa ANCI e di questo Governo, ma è un problema di natura istituzionale tra il
sistema delle Autonomie e il Governo centrale - è che è tuttora irrisolto il nodo
dell'autonomia tributaria degli Enti Locali. Il Sindaco fa bene a dire, una volta per
tutte, che si tratta di individuare quei tributi che siano di competenza piena ed
esclusiva del sistema delle autonomie.
Si parla di Local Tax. Al Presidente Renzi piace molto usare l'inglese. In questi anni
abbiamo cambiato tre, quattro volte nome allo stesso tributo, che riguarda il
patrimonio immobiliare. Ora, prendiamo il patrimonio immobiliare come cespite,
razionalizziamone la sua valutazione attraverso la riforma del Catasto, attraverso un
diverso e nuovo censimento dei valori immobiliari; stabiliamo che tutta la materia
immobiliare, nel giro di tempi accettabili - questa è una trattativa di tipo politico -
vada in capo alla responsabilità degli Enti Locali.
Se pensate che quando si è istituita l'IMU, i Governi di allora, stretti dalle
emergenze, hanno individuato alcuni cespiti che erano locali e sono diventati statali,
penso ai capannoni industriali, il fatto di dire che le competenze piene ed esclusive
siano definite una volta per tutte, mi sembra un'esigenza politicamente condivisibile.
Osservo, infine, che questa Local Tax va, a mio parere, ridefinita come un tributo
immobiliare locale a regime, senza aggiungerci demagogicamente e inefficacemente
tributi di altra natura.
Ho letto - però può darsi che siano solo cattive informazioni giornalistiche - che la
TARI entrerebbe nella Local Tax. La TARI è un tributo che ha una sua specificità,
un suo riferimento, un parametro preciso. La TOSAP ha un suo riferimento e un suo
parametro preciso. Credo che la Local Tax debba essere limitata ai valori
immobiliari.
Qui mi fermo, augurandomi che il Sindaco, come Presidente dell'ANCI, possa
portare alcune di queste considerazioni, per quel che valgono, a una discussione con
il Tavolo del Governo.

PORCINO Giovanni (Presidente)
La parola al Consigliere Appendino.

APPENDINO Chiara
Ringrazio anch'io il Sindaco per le comunicazioni. In parte il Consigliere La Ganga
mi ha anticipato su uno dei due punti che volevo sollevare e che condivido, cioè che
in realtà il punto nodale, come sicuramente si pone anche il Sindaco Fassino, come
Presidente ANCI, e si pongono tutti i Sindaci, è qual è il ruolo e l'autonomia del
Comune.
Concordo con il Consigliere La Ganga quando dice che arrivare a punti di
negoziazione utilizzando gli oneri di urbanizzazione per coprire la spesa corrente, o
utilizzando le entrate una tantum per coprire un taglio sulla spesa corrente, sia
fortemente sbagliato. Lo dimostra il fatto che questa Città - l'ho ricordato più volte -
abbia intrapreso la strada esattamente opposta. Cioè per garantire un equilibrio di
Bilancio non utilizziamo gli oneri di urbanizzazione per la spesa corrente e non
utilizziamo le entrate una tantum per garantire i servizi essenziali. Il Bilancio deve
essere in equilibrio indipendentemente dalla capacità o meno dell'Ente, in questo
caso il Comune, di realizzare delle entrate che evidentemente all'origine sono
incerte.
Quindi, anch'io condivido quanto diceva il Consigliere La Ganga che questo non può
essere il punto di arrivo.
Io capisco che ci sia una situazione emergenziale e che si lavori sempre
sull'emergenza, però è anche vero che per quanto sia breve la mia storia politica, in
tre anni e mezzo abbiamo vissuto sempre e solo di emergenze. Non ne faccio una
colpa al Sindaco, ci mancherebbe, l'ho detto nella premessa; però è chiaro che questa
situazione emergenziale mette anche il Comune nell'impossibilità di attuare delle
politiche, nel doversi trovare a fare il contrario di quello che la logica dice, cioè
chiedere una deroga sull'utilizzo degli oneri di urbanizzazione per la spesa corrente.
Questo è un punto che abbiamo discusso più volte in quest'Aula ed è oggettivamente
inaccettabile.
Mi collego anche al tema della Local Tax. Io ho molta paura, perché ogni volta che
ho sentito introdurre un nome nuovo a una tassa, ho visto che aumentava
l'imposizione fiscale, la complicava, metteva l'Ente Locale nell'impossibilità di dare
informazioni ai cittadini, che vivevano da un lato nell'incertezza, perché non
sapevano quale tassa fosse, come e quanto dovevano pagare. Inoltre, la nuova tassa
ha messo il Comune, con i suoi Uffici, nell'assoluta situazione di emergenza di
capire, innanzitutto, come funziona la nuova tassa, emanare un Regolamento, farlo
approvare dal Consiglio Comunale e poi farlo capire ai cittadini.
Adesso di nuovo si rincorre questa situazione, che mette le imprese nella situazione
di non saper prevedere a inizio anno quanto devono coprire di imposizione fiscale,
sia a livello locale, che a livello nazionale. Questo è un problema per le imprese,
soprattutto in questo momento, come lo è per la famiglia, che deve gestire il proprio
budget in un momento di crisi.
Quindi, non vorrei che questa fosse l'ennesima mossa mediatica, per cui cambiamo
nome a una tassa e alla fine ci mettiamo dentro anche la TARI, che - come diceva il
Consigliere La Ganga - non c'entra nulla. Le informazioni giornalistiche dicono che
potrebbe entrarci anche la TARI. Per carità, Sindaco, non facciamo questa cosa,
perché si sta cercando di andare sempre più nella direzione di legare il costo del
rifiuto su quanto deve pagare il cittadino. Per cui, non mettiamo insieme TASI, IMU
e, forse, la COSAP. Io sono assolutamente contraria anche sul tema COSAP, però
anche questa è un'informazione giornalistica, non so se sia vera oppure no, ma non
facciamolo.
Se deve essere una tassa nuova, deve essere una tassa eventualmente patrimoniale,
che nulla ha a che vedere con tutto il resto, dal mio punto di vista, e che deve essere
totalmente gestita dal Comune. Quando dico "totalmente", come sa bene il Sindaco,
non vorrei che poi ci trovassimo come il primo anno, non ricordo se con la TARI o la
TASI (gli hanno cambiato talmente tante volte il nome che non lo ricordo), che
abbiamo dovuto pagare il balzello fisso allo Stato.
Evitiamo questo, ma evitiamo anche il meccanismo dei vasi comunicanti, per cui "vi
diamo la Local Tax, però vi diminuiamo i trasferimenti". Perché poi c'è anche la
terza leva, per cui noi dobbiamo versare allo Stato una parte di tassa e lo Stato decide
dall'oggi al domani di tagliare i trasferimenti al Comune.
Terzo tema. Io ho un'altra grande preoccupazione. Ogni tanto mi capita di vedere
delle trasmissioni televisive in cui ci sono dei membri del Governo, o loro
sostenitori, che parlano di questa manovra come di uno strumento per fare efficienza
sui Comuni e sulle Regioni.
Più volte mi sono scaldata in quest'Aula per alcune spese che considero sprechi, poi
ognuno fa la sua valutazione; però io non accetto che si dica agli Enti Locali che per
fare efficienza si deve tagliare, perché non è così. Nel senso che noi abbiamo tutte le
possibilità per farlo; quindi, come diceva il Consigliere Greco Lucchina, cominciamo
a farlo.
Il Consigliere parlava dei contributi di Giunta, su cui ci sarebbe un lavoro enorme da
fare, l'abbiamo sollevato più volte anche in quest'Aula, in termini di trasparenza, di
accessibilità e di riduzione dei contributi, in certi casi. Però è inaccettabile che un
Governo giustifichi i tagli a un Comune, a una Regione, perché è l'unico modo per
permettere all'Ente Locale di fare efficienza. Questa mentalità la respingo totalmente
al mittente.
Allo stesso modo respingo il fatto che il capitalismo municipale - anche questo l'ho
detto più volte - venga considerato fallito, a causa dell'incapacità della politica di
gestire quello strumento sino ad oggi. Non accetto che si dica che bisogna vendere le
partecipate perché il Comune non è in grado di gestirle. Mi sembra che anche questo
stia passando mediaticamente, Sindaco.

PORCINO Giovanni (Presidente)
La invito a concludere, Consigliere Appendino.

APPENDINO Chiara
Ho terminato, Presidente.
Si parla delle partecipate come se fossero tutti dei bacini di sprechi; ci sono
partecipate in cui ci sono degli sprechi, che sono state gestite male, ma non è tutto
così. Quindi, secondo me, è totalmente scorretto far passare le dismissioni in modo
così semplicistico nell'opinione pubblica.

PORCINO Giovanni (Presidente)
La parola al Consigliere Altamura.

ALTAMURA Alessandro
Riprendo una parte dell'intervento del Consigliere Appendino, che nella sua parte di
intervento ha segnalato quali sono le criticità che conosciamo, fra l'altro inutile
sottolinearlo, ma per la memoria anche di chi interviene è utile quantomeno ricordare
come negli ultimi quattro anni abbiamo avuto quattro Governi diversi, è vero che
manca il Movimento 5 Stelle all'appello, ma tutte le altre forze politiche, a vario
titolo, ci sono state.
Il risultato europeo, e italiano, rispetto all'equilibrio di Bilancio, alla spesa e al debito
pubblico, non ha avuto grandi risultati e continuiamo a vedere proiezioni sulla
crescita, come giustamente ha detto il Sindaco, che non fanno bene sperare neanche
per il 2015.
Ringraziamo, ovviamente, il Sindaco per il lavoro che svolge, anche e soprattutto
come Presidente Nazionale dell'ANCI. Volevo solamente ricordare il rispetto della
tempistica, i prossimi quattro giorni che avremo e che avrà a disposizione per poter
concludere una trattativa che, mi sembra, come è stato anticipato, abbia già portato a
casa due punti importanti e dirimenti rispetto alla trattativa che ha svolto per i
Comuni italiani.
Credo che sia fondamentale e altrettanto importante, quindi faccio un appello al
Sindaco circa il fondo, quello con la richiesta di prolungamento trentennale, perché
effettivamente se questo si salda con l'operazione di armonizzazione finanziaria che
deve partire dal 1° gennaio 2015 su tutta la finanza locale, a maggior ragione poter
assorbire gli inesigibili in un tempo più lungo, quindi prolungato, ci mette in una
condizione come Comuni di avere una valvola di compensazione migliore.
Il secondo punto su cui ritengo sia necessario soffermarsi è che il bilancio dei
Comuni incide sulla spesa pubblica per il 7,6% - questo lo ricordo in particolare al
Consigliere Appendino - e impatta sul debito pubblico italiano per il 2,5%, se non
ricordo male - il Sindaco mi confermi questi numeri - e che, ovviamente, rispetto alle
dismissioni che sono state definite semplicistiche e fatte solamente per fare cassa,
riteniamo che questo percorso sia stato fatto in tanti anni e non è partito in questi
ultimi due anni.
È altrettanto vero - e con questo concludo - che questa Amministrazione in quattro
anni, Consigliere Appendino, ha visto un taglio da parte di tutti i Governi per 330
milioni di Euro, che, ovviamente, non è stato semplice assorbire. Senza dimenticare
che abbiamo approvato l'ultimo previsionale quando la settimana precedente
abbiamo ricevuto la notizia di un ulteriore taglio di 8,6 milioni di Euro. Credo che in
questa situazione si stiano veramente facendo i miracoli.

PORCINO Giovanni (Presidente)
La parola al signor Sindaco, per una breve replica.

SINDACO
Non l'ho ribadito qui, perché me l'avete sentito dire altre volte, l'avete letto sui
giornali, quindi non voglio neanche abusare della pazienza dei Consiglieri, però non
c'è dubbio che prendo una considerazione che faceva il Consigliere Appendino, con
cui concordo - qualche volta concordo anche con il Consigliere Appendino, questa è
una notizia -, che lo sforzo chiesto in questi anni ai Comuni è stato notevole.
Tra il 2010 e il 2014 è stato chiesto ai Comuni uno sforzo di quasi 17 miliardi di
Euro (circa 8 miliardi di tagli lineari e 9 miliardi di contribuzione al Patto di
Stabilità). Se si guarda la dinamica dal 2007 ad oggi, si vede che la spesa corrente dei
Comuni è diminuita, mentre la spesa dello Stato è aumentata.
In questo caso, Consigliere Greco Lucchina, ci sono le cifre, quindi non c'è
l'opinabilità, sono cifre dell'ISTAT, cifre aritmetiche: se si fa 100, tutta la spesa
globale italiana, la spesa imputabile ai Comuni è il 7,6%, e se si fa 100, tutto il debito
pubblico italiano imputabile ai Comuni è il 2,5%. Ogni tanto faccio una battuta con
queste cifre e dico che se siamo 7,6 e 2,5, vuol dire che il problema non siamo noi
Comuni.
Qualche volta ho chiesto anche in modo piuttosto energico in dibattiti pubblici,
eccetera, a Ministri, ad esponenti di vari Governi: "Scusate, mi volete dire che cosa si
fa sul 97,5% del debito e sul 92,4% della spesa? Perché noi siamo persone
responsabili e, se ci chiedete di portare 7,6 e 2,5 a zero, ci possiamo anche stare, ma
gli altri cosa fanno?".
Non c'è dubbio che c'è stato in questi anni un carico sugli Enti Locali, sui Comuni in
particolare, ma anche sulle Regioni, a dire il vero, e sulle Province negli ultimi due
anni, superiore proporzionalmente allo sforzo che è stato chiesto ad altri, allo Stato in
particolare.
Quindi chiedere che ci sia, com'è stato detto qui dai Consiglieri Greco Lucchina e
Appendino, da tutti, una equità nello sforzo che viene chiesto, è assolutamente giusto
e noi come ANCI questo lo ribadiamo costantemente. Difatti, quando sono uscite le
cifre che dicevano 1,2, non ho esitato neanche un attimo a dire: "No, non sono 1,2,
sono 3,7 e questa cosa qui noi non siamo in grado di sostenerla. Chiedo che si discuta
per cambiarla". E stiamo discutendo per farlo.
Sulle questioni specifiche, solo per chiarezza, la possibilità di utilizzare gli oneri di
urbanizzazione in spesa corrente attualmente c'è, non viene introdotta nel 2015, nel
2015 bisognava uscirne. Siccome c'è un taglio di spesa, c'è un taglio rilevante perché
noi andiamo a 1,2 più 300, a 1,5, ci siamo fatti carico di chiedere che sia introdotto
nel 2016 per attutire un taglio di 1,5 miliardi. Capisco anch'io il limite della richiesta,
però si tratta esattamente di una condizione di emergenza.
Sulla questione della fiscalità, la posizione dell'ANCI è che TARI è fuori, così come
COSAP, eccetera, sono fuori; quindi, da questo punto di vista, le cose che lei dice
coincidono con la posizione ANCI.
Per quanto riguarda il gettito, sono stato chiaro - adesso il Consigliere Ricca è uscito
un attimo -, è evidente che il gettito 2015 non può essere inferiore nella nuova
modalità a quello che avevamo nel 2014, perché altrimenti diventa insostenibile. Il
che significa anche fare tutto un ragionamento sulle aliquote, sulle detrazioni, che
non si discosti da quello che avevamo, perché è evidente che siamo tutti consapevoli
che non si può ridurre le tasse con una mano e poi aumentarle con l'altra, mi pare del
tutto ragionevole.
Ancora due cose. Quello che forse non è ancora chiaro, in generale, fuori di qui, è
che in questi anni, a forza di manovre, i trasferimenti ai Comuni, nel senso classico,
sono ormai ridotti al lumicino. Il trasferimento è una nozione che sta uscendo dalla
finanza locale. Anzi, la maggioranza dei Comuni oggi è contributore attivo. Il
comparto dei Comuni è contributore attivo, cioè noi diamo più di quello che
riceviamo e i trasferimenti sono ormai al lumicino. Anche per questo è necessario
arrivare a cambiare la qualità dei rapporti, perché oltre a una certa misura non si può
andare.
L'altra questione riguarda noi. Naturalmente penso che tutti i Comuni, anche la Città
di Torino deve essere assolutamente rigorosa. Poi, si può sempre fare meglio,
intendiamoci bene, si possono avere sempre ulteriori proposte, ulteriori integrazioni a
quanto abbiamo fatto e la discussione del Bilancio 2015 sarà l'occasione per mettere
a frutto tutto quello che ciascuno riterrà di proporre. Ritengo che come Comune in
questi anni abbiamo fatto un'operazione rigorosa.
Segnalo che con il Bilancio 2014 non abbiamo nessuna posta di entrata straordinaria:
non ci sono tante Città italiane delle nostre dimensioni che hanno fatto altrettanto.
Mi sto battendo per portare a scadenza trentennale il riassorbimento del fondo crediti
di dubbia esigibilità e altri cinque anni per la costituzione. Devo dire che se dovessi
partire solo dalle esigenze del Comune di Torino, per noi questo non è un problema,
anzi, perché in questi anni avevamo costituito il fondo addirittura prima che fosse
obbligatorio per legge.
Il vero problema dei crediti non esigibili è soprattutto tutto riferito ad una massa di
Comuni che in questi anni non hanno messo in campo politiche rigorose e che quindi
si trovano adesso con l'acqua alla gola, perché hanno continuato a valutare crediti di
dubbia o inesistente esigibilità come esistenti e su questo fondare il rapporto…
(INTERVENTO FUORI MICROFONO). Certo, quindi il problema è serio.
Però, credo che ci siamo messi sulla strada di dare a Torino un'Amministrazione
rigorosa e credo che dobbiamo continuare su questa strada, poi tutte le proposte che
verranno in questa direzione sono, naturalmente, ben accette.

PORCINO Giovanni (Presidente)
Le comunicazioni del Sindaco sono terminate.

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