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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 27 Ottobre 2014 ore 10,00
Paragrafo n. 17

Comunicazioni del Presidente su "Minuto di silenzio in memoria di Reyhaneh Jabbari, condannata a morte in Iran, e per la morte del fisico Tullio Regge".
Interventi

PORCINO Giovanni (Presidente)
Comunico al Consiglio Comunale che Reyhaneh Jabbari è stata giustiziata a mezzanotte
di ieri nel carcere di Teheran, dove era rinchiusa, nonostante la campagna internazionale
lanciata per salvarla.
La giovane iraniana era stata condannata a morte nel 2009 per l'uccisione di un uomo
che voleva stuprarla. La ragazza ammise di aver accoltellato alle spalle l'uomo per
difendersi dall'aggressione sessuale.
L'esecuzione era stata rinviata diverse volte, l'ultima il 30 settembre, rinvii che avevano
fatto sperare invano in un atto di clemenza da parte delle autorità iraniane.
La famiglia dell'uomo era disposta al perdono, ma per farlo il figlio dell'uomo ucciso
aveva chiesto che Reyhaneh negasse di aver subito un tentativo di stupro. Lei si è
sempre rifiutata di farlo, pagando con la vita la difesa della propria dignità. Ai familiari
giunga pertanto il cordoglio del Consiglio Comunale della Città di Torino.
Devo dare un'altra notizia spiacevole. Comunico ai Consiglieri che in data giovedì 23
ottobre è mancato, all'età di 83 anni, presso l'Ospedale San Luigi di Orbassano, il fisico
piemontese Tullio Regge, nato a Borgo d'Ale, in Provincia di Vercelli.
A pieno titolo riconosciuto tra i più brillanti scienziati del ventesimo secolo, nei primi
Anni Sessanta definì infatti quello che è noto a tutti come il "calcolo di Regge",
procedimento ideato allo scopo di semplificare lo studio della relatività generale e che
ne ha consegnato, di fatto, il suo nome all'immortalità.
Professore emerito al Politecnico di Torino, oltre ai citati fondamentali contributi alla
meccanica quantistica, concentrò l'attività di ricerca nel campo della fisica e delle alte
energie, nei quali sviluppò il concetto di momento angolare complesso e di poli
attraverso i cosiddetti "poli di Regge", astrofisico nella materia statistica e della fisica
delle basse temperature.
Studente prima e insegnante poi alla Rochester University e all'Università di Princeton,
ha ottenuto, durante la sua prestigiosa carriera, importanti riconoscimenti come la
medaglia Einstein e la medaglia Cecil Powell.
Membro dell'Accademia dei Lincei, è stato eletto Deputato al Parlamento Europeo dal
1989 al 1994 come indipendente nella lista del Partito Comunista Italiano e,
successivamente, del Partito dei Democratici di Sinistra.
Al suo lavoro di scienziato ha affiancato un'intensa attività divulgativa, di cui ne sono
testimonianza numerosi libri, tra i quali si ricordano "Infinito. Viaggio ai limiti
dell'universo", "L'universo senza fine", "Lettera ai giovani sulla scienza" e "L'infinito
cercare", e le frequenti collaborazioni con i quotidiani "La Gazzetta del Popolo" e "La
Stampa".
Resterà vivo in tutti noi il ricordo di un genio della fisica, di un uomo che ha
trasformato il mondo della divulgazione scientifica e, anche in questo caso, ai familiari
giunga il cordoglio del Consiglio Comunale della Città di Torino.
Prima di invitare i signori Consiglieri ad osservare un minuto di silenzio, in ricordo di
queste due figure, do la parola al Sindaco per un breve ricordo.

SINDACO
Per quanto riguarda la drammatica esecuzione di questa giovane donna iraniana che,
come ha giustamente sottolineato il Ministro degli Esteri del nostro Paese, il Ministro
Mogherini, è stata uccisa due volte, prima nel corpo con il tentativo di stupro e poi con
l'esecuzione che ha posto fine alla sua esistenza, si è levato in tutto il mondo un
sentimento di indignazione e di protesta. Credo che il nostro Consiglio Comunale non
possa che associarsi a questo sentimento.
Questa mattina su un grande quotidiano italiano è pubblicata la lettera che prima di
morire questa giovane ragazza ha spedito alla madre. Si tratta di una lettera straziante e,
al tempo stesso, piena di straordinaria dignità. Credo che la lettura di questa lettera
valga più di ogni parola, più di ogni commento; raccomando a tutti di leggerla nel caso
non l'aveste ancora potuto fare. In quella lettera credo siano contenute le ragioni
irrinunciabili per qualsiasi persona umana per la tutela della propria dignità, della
propria personalità e del proprio corpo.
Credo che questa vicenda ci dice almeno due cose. La prima che la battaglia che da anni
si conduce per l'eliminazione della pena di morte deve essere continuata, perché per
quanto questa battaglia abbia via via conquistato in molti Paesi la soppressione della
pena capitale, non è così ancora in molte parti del mondo, tra cui l'Iran, e vi è dunque la
necessità di continuare una battaglia per liberare il pianeta da questa forma di giustizia
che, in realtà, assomma a barbarie altra barbarie e assomma a sofferenza altra
sofferenza.
In secondo luogo, credo che questa vicenda ci sollecita tutti a considerare che la
battaglia per il rispetto delle donne, dei loro diritti, della loro soggettività, della loro
vita, non è ancora vinta, né per sempre, né in tutto il mondo.
Noi viviamo in una società democratica, nella quale tuttavia non mancano spesso
episodi drammatici di offesa alle donne e alla loro vita. Tuttavia ci sono parti del mondo
in cui questa tutela e questa protezione delle donne è ancora meno garantita ed è ancora
più a rischio, perché prevalgono stilemi, modi di guardare alla donna, consuetudini
antiche che sono la perpetuazione di una condizione di subalternità e di minorità che
qualsiasi coscienza civile nel mondo di oggi non può accettare.
Credo che il modo migliore per questo Consiglio Comunale per onorare questa giovane
ragazza iraniana sia ribadire che la Città di Torino è impegnata in tutte le sedi in cui può
far valere la sua voce per affermare questi due obiettivi: la battaglia contro la pena di
morte e la battaglia per la tutela delle donne e dei loro diritti.
Il Presidente del Consiglio ha ricordato che nei giorni scorsi è venuto a mancare il
professor Tullio Regge, un eminente scienziato, come sapete, riconosciuto dall'intera
comunità internazionale con i riconoscimenti più autorevoli, un punto di riferimento
della fisica su scala mondiale, un uomo che ha illustrato, con le sue scoperte e con le sue
elaborazioni, l'Italia e la comunità scientifica del mondo intero.
I meriti scientifici del professor Regge sono stati abbondantemente riconosciuti in questi
giorni e faccio riferimento, naturalmente, a quello che è stato ampiamente ricordato in
primo luogo dai Colleghi della sua comunità scientifica sia italiani, sia internazionali.
Voglio ricordare, accanto allo scienziato, anche l'uomo di straordinaria arguzia, un
uomo pieno di ironia, di senso della vita che aveva saputo trasformare anche la sua
permanente disabilità in una forma di vitalità che lo caratterizzava in ogni
interlocuzione sia scientifica che accademica, sia nella vita quotidiana con gli altri.
Ho avuto la fortuna di conoscere bene e da vicino il professor Regge, gli incarichi
politici che ho ricoperto mi portarono ad essere la persona che gli propose di fare il
parlamentare europeo. In quegli anni ho avuto con lui un'intensa interlocuzione e ne
ricordo la straordinaria vivacità intellettuale, l'umanità che lo caratterizzava nei rapporti
con ogni interlocutore, che metteva immediatamente a suo agio, ne ricordo l'ironia, il
gusto dello scherzo, l'arguzia con cui caratterizzava i rapporti con le persone che gli
erano più abituali e ne ricordo anche l'impegno civile e la passione politica.
Assolse con lo stesso rigore con cui praticava la sua attività di scienziato al mandato
parlamentare europeo, caratterizzandosi anche a Bruxelles e Strasburgo come punto di
riferimento per il dibattito culturale e scientifico su scala europea.
Infine ricordo, come mi è stato ricordato qualche giorno fa da una persona molto vicina
a Tullio Regge, che negli ultimi anni della sua vita, prima che il male lo colpisse ancora,
era stato molto sollecitato a consolidare ulteriormente la sua residenza negli Stati Uniti,
Paese nel quale aveva abbondantemente praticato, come sappiamo, la sua attività
scientifica. Di fronte a questa sollecitazione, si era risolto nello scegliere di tornare in
Italia e di tornare a Torino, dichiarando a chi lo aveva sollecitato che voleva restituire al
suo Paese almeno una parte di quello che aveva accumulato nella storia della sua vita e
lo voleva fare soprattutto per la sua Città.
Lo dico perché siamo il Consiglio Comunale di Torino e credo che anche questa
testimonianza di relazione tra il professor Regge e questa Città vada ricordata in questo
momento, perché rafforza i nostri sentimenti di gratitudine verso di lui.
(Il Consiglio osserva un minuto di silenzio)

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