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PORCINO Giovanni (Presidente) Passiamo alle comunicazioni del Sindaco aventi ad oggetto "Piano Housing sociale con Cassa Depositi e Prestiti". La parola, per la risposta, al Vicesindaco Tisi. TISI Elide (Vicesindaco) Come ho già riferito in Conferenza dei Capigruppo, intanto credo che occorra chiarire che, rispetto all'ordine del giorno, anzi, alla richiesta di approfondimenti, non esiste un Piano Housing condiviso con Cassa Depositi e Prestiti. Il Protocollo che è stato sottoscritto con Cassa Depositi e Prestiti si limita ad individuare alcune possibili collocazioni di sviluppo di progetti di Housing, nella fattispecie tre, l'area Veglio, piazza Repubblica e via Fiocchetto, che peraltro - almeno due di questi - erano già stati oggetto di analisi per includerli in bandi che non avevano avuto esito. Il Piano Housing della Città, invece, discende dalle Linee Guida della Regione Piemonte, quindi a quelle si ispira; è stato portato in questo Consiglio con atti successivi, a partire dal 2007, e viene annualmente aggiornato con una deliberazione di Giunta che ricomprende al suo interno proprio tutte le esperienze di Housing, laddove siano rispettose di quelle che sono queste Linee Guida della Regione. Nella fattispecie, c'è tutta una serie di strutture - alcune hanno visto un'integrazione pubblico e privato, altre sono squisitamente private, e sono quasi tutte in capo a delle Onlus o comunque a delle organizzazioni di Terzo Settore -, che hanno realizzato interventi di sostegno all'abitare proprio dentro le Linee Guida dell'Housing sociale. Io, però, vorrei anche sgomberare un po' l'idea che l'Housing sia sostitutivo dell'Edilizia Residenziale Pubblica. Non è così. L'Housing sociale ha una sua connotazione e, secondo me, può prevedere, come peraltro prevede nelle varie opzioni che la Città rappresenta, tutta una serie di sfumature che possono andare da un intervento anche di bassa soglia o temporaneo - penso ad alcuni interventi che noi stiamo facendo di social housing, via Romolo Gessi piuttosto che la stessa piazza della Repubblica, via Priocca, piuttosto che i più recenti che si sono inseriti, che mettono a disposizione soluzioni abitative per le famiglie in attesa di entrare nell'Edilizia Residenziale Pubblica, quindi con un target molto low-cost -, fino ad un social housing che, viceversa, può prevedere un coinvolgimento di quella fascia cosiddetta "grigia" o a rischio di impoverimento, che necessita di interventi che non sono da Edilizia Residenziale Pubblica, o decisamente di basso costo, ma che comunque non riescono totalmente ad inserirsi in un mercato privato. Bisogna anche dire che dipende molto da quante saranno le azioni che, come Pubbliche Amministrazioni, riusciremo a mettere in campo. Ad esempio, alcuni dei social housing presenti in Città hanno beneficiato, anche partecipando al bando regionale, di un sostegno anche economico di fondi Regionali che a suo tempo erano stati messi a disposizione; penso, ad esempio, al social housing che è in via di realizzazione con l'opera Barolo, quello in via Cottolengo, i cui lavori sono già iniziati da alcuni mesi e che probabilmente saranno a breve conclusi. Dunque, è evidente che dipende anche molto dal tipo di investimento che le Istituzioni riescono a fare in questo comparto. Per quanto riguarda, invece, Cassa Depositi e Prestiti, come dicevo, questo Protocollo si inserisce all'interno di questo piano più generale, prevedendo di poter essere un tassello aggiuntivo, cioè di prevedere anche la possibilità, su alcuni specifici interventi, di avere un Piano di prefattibilità realizzato da Cassa Depositi e Prestiti, naturalmente valutato poi dalla Città ed eventualmente, se di interesse, da avviarsi attraverso delle procedure di bando di evidenza pubblica, che peraltro devono avere anche dei passaggi proprio di deliberazione di questo Consiglio Comunale. Quindi, questo è quanto credo si possa riferire sul tema. PORCINO Giovanni (Presidente) Ricordo i tempi di intervento: in Conferenza dei Capigruppo non sono stati definiti termini particolari, per cui rimangono cinque minuti a Gruppo. La parola al Consigliere Marrone. MARRONE Maurizio Ringrazio il Vicesindaco per la risposta. Facendo l'esempio della residenza temporanea di via Priocca, quella realizzata dalla Compagnia di San Paolo quando era Presidente Sergio Chiamparino, mi aiuta nell'introdurre il mio ragionamento. Io non condivido la vostra tesi, quando sostenete che quella possa essere una risposta a chi si trova in bassa soglia, ovvero, nel gergo tecnico, chi si trova oggettivamente in una reale emergenza abitativa con un reddito limitato. Questo lo voglio dire perché, posto che noi Consiglieri abbiamo fatto anche un sopralluogo di Commissione lì, basta andare a guardare sul sito Internet il prezziario, il tariffario, per rendersi conto che addirittura per le tariffe cosiddette "agevolate", per chi si trova in cosiddetto "stress abitativo", ammontano a oltre 300,00 Euro per un bilocale, e per potervi accedere bisogna dimostrare di avere un reddito minimo di 1.000,00 Euro. Ora, io mi chiedo solo se chi ritiene che questa sia una risposta a chi è in bassa soglia, abbia idea di quale sia l'identikit del soggetto medio a cui vengono destinate decine di dinieghi nelle due Commissioni Emergenza Abitativa settimanali, oltre che tutte le famiglie che sono in attesa da bando di casa popolare, anche con punteggi altissimi. Parliamo di famiglie spesso numerose, a cui i bilocali non bastano, famiglie che spesso sono a reddito zero, anche se per il nostro Assessore al Patrimonio sono evidentemente tutti degli evasori, che spesso hanno come unico reddito l'assegno sociale dei servizi, piuttosto che assegni di invalidità. In tutto, poche centinaia di Euro per mantenere diverse persone. Questo cosa significa? Che questa è una non risposta al problema dell'emergenza abitativa. E cosa c'è dietro? Quanto c'è di risposta sociale, e quanto c'è di business? Sempre su via Priocca, io devo ricordare in questa sede che si tratta di un immobile comunale, che la Città ha messo a disposizione con un comodato d'uso gratuito trentennale, in cui i soldi per il restauro li ha messi tutti la Fondazione bancaria Compagnia di San Paolo e, sostanzialmente, al consorzio cooperativo che gestisce il tutto - che è quello che di fatto affitto locali da residence a prezzo, tutto sommato, quasi commerciale, addirittura richiedendo garanzie -, quella stessa realtà, che beneficia di un immobile (si tratta quasi sul pieno centro di Torino, senza un canone d'affitto), dispone di una sfilza di locali commerciali affacciati su piazza della Repubblica, dove - non so bene cosa ci sia di sociale dietro - hanno realizzato una gastronomia, un ristorante, un'agenzia turistica e un CAAF. Ora, sinceramente, che questa sia una risposta all'emergenza abitativa, io ho qualche dubbio e lo mantengo. Mi dispiace che in questo dibattito sia assente il Capogruppo Curto di SEL, perché in questa mia volevo ricordare che, in realtà, su strategie per affrontare la reale emergenza abitativa, questo Consiglio Comunale - devo dire, più che al Vicesindaco, all'Assessore al Patrimonio, che oggi è assente - ha già indirizzato delle mozioni, degli ordini del giorno, che sono già quindi vincolanti e che sono stati puntualmente disattesi. Parliamo di quello di SEL sul riutilizzo delle caserme: le caserme sono state destinate dal Demanio, si è sentito parlare di utilizzi culturali, turistici, di residenza universitaria, ma mai di emergenza abitativa. Parliamo, invece, degli appartamenti che già sono di proprietà del Comune, che il Comune mette in asta pubblica e che non vengono venduti: c'è una mozione che impegna il Comune a destinarli, ove possibile, ad emergenza abitativa; tutto ciò non è stato fatto. Le politiche di patrimonio immobiliare di questa Città messe avanti dalla Giunta, a partire dall'Assessorato al Patrimonio, non obbediscono agli indirizzi già approvati in questa tornata amministrativa dal Consiglio Comunale. E questo è un dato di fatto. Per cui, quello che chiedo è che - poi su questo un passaggio lo faccio, ovvero l'ipotesi di fare un Consiglio Comunale aperto su questo tema - la Città deve tenere conto degli indirizzi del Consiglio Comunale per dare delle risposte immediate o quantomeno tempestive all'emergenza abitativa, che è un dato di oggi, con migliaia di famiglie in attesa. Ricordiamoci che, per colpa della farraginosità della Legge Regionale sulla casa, la graduatoria, che dovrebbe essere pubblicata dal Comune di Torino, continua a slittare in termini di tempistiche di pubblicazione. Alle famiglie era stato detto che sarebbe avvenuto tra giugno e luglio, adesso siamo ad ottobre e la graduatoria non è ancora stata pubblicata. Forse sarebbe il caso di indire un Consiglio Comunale aperto. In Conferenza Capigruppo se n'era dibattuto per due o tre occasioni. Io non voglio riproporre lo stesso dibattito che lì si è svolto, dico solo che, se un Consiglio aperto sarà, dovrà essere un'occasione anche quella tempestiva, perché è ridicolo che ad una situazione emergenziale - e vado a concludere, Presidente - si risponda con un evento che addirittura si programma dopo Natale, a gennaio; deve essere un momento in cui ciascuna forza politica, ciascuna forza, che sia Consiliare o di Giunta, porti quelle che sono le sue determinazioni, ribadisca quelli che sono gli indirizzi già approvati, dia la propria visione di un problema da risolvere, e non invece un consueto teatro che si prepara con delle Commissioni, dove purtroppo si arriva o a nulla, o a degli indirizzi che poi vengono approvati anche con delle convergenze bipartisan particolarmente faticose e che poi la Giunta non applica e a cui la Giunta non dà seguito. Se si farà un Consiglio Comunale aperto, che poi alla fine è abortito in Conferenza dei Capigruppo, sia qualcosa di realmente urgente e non di ulteriormente dilazionato nel tempo. PORCINO Giovanni (Presidente) La parola al Consigliere Centillo. CENTILLO Maria Lucia Ringrazio il Vicesindaco per l'esposizione, come sempre, molto chiara. Io credo che il diritto all'abitare sia un diritto di cittadinanza e che la casa sia un bene primario. Quindi, in questo modo noi ci dobbiamo muovere e stiamo cercando di muoverci, sapendo che non esiste un'unica risposta all'emergenza abitativa o al bisogno di avere una casa. Penso che sia opportuno un approfondimento in questa direzione, quindi la mia proposta al Vicesindaco, alle Colleghe e ai Colleghi è quella eventualmente di approfondire in Commissione il Piano del social housing, per conoscere meglio anche il Protocollo a cui faceva riferimento il Vicesindaco, per avere un quadro di ciò che abbiamo e di ciò che si sta costruendo. Nell'intervento del Consigliere è stato richiamato l'Assessore al Patrimonio, ma, anche rispetto alla collegialità della Giunta, io vorrei sapere se ci sono altri piani sui quali si sta ragionando, per avere alla fine un quadro complessivo non solo del social housing, ma delle politiche abitative. Poiché ci troviamo frequentemente a parlare di questi argomenti con il Vicesindaco nelle Commissioni competenti, so che alle spalle c'è un grosso lavoro con gli Uffici, con l'associazionismo, con il Terzo Settore, con le Fondazioni bancarie, con tutto ciò che ruota intorno alla nostra Città e, come dice il Vicesindaco, non è che possiamo parlare solo di Edilizia Residenziale Pubblica, dobbiamo avere tante risposte e avere anche delle risorse, che in questo momento sono piuttosto carenti. Per cui, in funzione di un ragionamento ampio e complessivo, che abbiamo fatto anche con il Consigliere Marrone - io spero non si debba fare solo vetrina -, possiamo ragionare nel merito delle questioni. Mi auguro di poterlo fare in termini approfonditi in Commissione, per cui ribadisco questa proposta, che, se è condivisa, come immagino, quanto prima potremo trattare l'argomento nella IV Commissione con la II Commissione, per avere un quadro più particolare. PORCINO Giovanni (Presidente) La parola al Consigliere Curto. CURTO Michele Io penso che la discussione di oggi, aperta dal Consigliere Marrone, sia una delle tappe del confronto che abbiamo avuto in questi due anni rispetto ad un tema di estrema importanza nella nostra città. Io ho trovato non solo interessante, ma anche ben quadrata la posizione dell'Assessore Tisi, che ricorda come il social housing sia uno degli strumenti per affrontare la situazione che abbiamo di fronte, e che però non può risolvere questa situazione, ma soprattutto non può sottrarsi dalla responsabilità di ripensare politiche pubbliche generali sul tema della casa e sul diritto all'abitare. Io nelle scorse settimane avevo reagito alla proposta del Consigliere Marrone, proponendo un Consiglio Comunale aperto sul tema del diritto all'abitare a Torino, partendo da una consapevolezza: credo che questo Consiglio Comunale e una parte della Giunta abbiano messo in campo - lo ricordava adesso il Consigliere Centillo, Presidente della IV Commissione - uno sforzo, spesso anche straordinario, per provare a dare risposta a quella che è una contraddizione della nostra Città, e probabilmente questo sforzo è stato interpretato in termini di politiche sociali - penso al Fondo "salva- sfratti", penso al tema dell'emergenza freddo -, ma non è stato adeguatamente raccolto e interpretato da altre deleghe, da altre competenze all'interno del governo della Città e della Giunta. Per esempio, il già citato tema dell'utilizzo delle caserme, se viene derubricato da possibile leva per affrontare il tema dell'emergenza abitativa e anche per liberare in tempi brevi degli spazi pubblici da utilizzare come polmone per le situazioni più complesse, in particolare per quelle che riguardano le famiglie, ma invece viene utilizzato per più vari e più diffusi interessi urbanistici della Città, io credo che sia non solo un errore, ma probabilmente anche un fraintendimento del mandato che il Consiglio Comunale aveva consegnato alla Giunta. Per questa ragione, penso che un Consiglio Comunale aperto su questi argomenti possa essere molto importante e interessante, a patto che non venga vissuto come un momento celebrativo per le cose che abbiamo già fatto - anche perché purtroppo ce ne sarebbe poca ragione, perché lo sappiamo tutti, lo ha sempre detto anche l'Assessore Tisi, non possono essere sufficienti -, né un momento catartico rispetto alla sfida che abbiamo di fronte e rispetto alla situazione di difficoltà che vive la Città. Io credo che debba essere un appuntamento, un orizzonte di lavoro. PORCINO Giovanni (Presidente) Chiedo scusa se la interrompo, Consigliere. Non riusciamo a sentire. Posso chiedere ai Colleghi un po' di silenzio? Grazie. Prego Consigliere, prosegua. CURTO Michele Allora, un Consiglio Comunale aperto collocato alla fine di questo anno o all'inizio del prossimo anno e preceduto da una fitta rete, da un fitto lavoro istruito dalla Commissione competente, teso a ricercare collaborazioni, interazioni e soprattutto alleanze non solo sociali, con le forze civili della Città, ma anche interazione e discussione con la Regione Piemonte, che si sta apprestando a rivedere la Legge Regionale sulla casa, io penso che un orizzonte di lavoro di questo tipo sia non solo opportuno, ma addirittura necessario. Per questa ragione, la Conferenza dei Capigruppo ha deciso di aggiornare la decisione sulla convocazione di un Consiglio Comunale aperto straordinario su questo argomento, che non vuol dire rinunciare a quello che diceva il Consigliere Paolino l'altro giorno in Conferenza dei Capigruppo - mi permetto di citarlo -, cioè individuare il tema dell'abitare come una delle assolute priorità della Città, tanto da opportunamente farne centro, farne focus del secondo Consiglio Comunale aperto di questa tornata amministrativa, ma credo che la dilazione individuata alla Conferenza dei Capigruppo non debba farci rinunciare. Per questa ragione, nelle prossime settimane predisporrò un atto di indirizzo, sul quale chiederò il consenso degli altri Colleghi Capigruppo, perché si possa non rinunciare a questo percorso di lavoro e, soprattutto, perché si possa continuare, rispetto alle risorse 2014 e soprattutto alle risorse 2015, un percorso che sia teso a fare leva e a cercare collaborazioni e alleanze che mettano al centro il tema della situazione dell'abitare a Torino. PORCINO Giovanni (Presidente) Non ci sono altri Consiglieri che chiedono di intervenire. La parola, per la replica, al Vicesindaco. TISI Elide (Vicesindaco) Posto che all'inizio del mio intervento ho detto che non credo di aver mai sostenuto che il social housing sia lo strumento principale per far fronte all'emergenza abitativa, che molto spesso ha connotazioni - come veniva ricordato dai Consiglieri - per le quali c'è bisogno di altri strumenti, ribadisco, il social housing è servito e continua ad essere utile in tutte le situazioni in cui c'è bisogno di trovare una soluzione abitativa temporanea, compresa la necessità di superare proprio anche quel periodo che divide spesso le famiglie tra il tempo dell'acquisizione del diritto - e soprattutto da quando intercorre poi l'operazione di sgombero - e quello dell'accesso alla casa popolare, laddove ci sia questo tipo di acquisizione di diritto maturato. In questo senso - le contavo prima -, sono oltre 12 le esperienze di social housing che noi abbiamo, molte delle quali rispondono proprio a questo tipo di bisogno. Ne cito un'altra, la struttura di Doro. Ricordo anche che la maggioranza dei social housing di questa Città non fruiscono e non hanno fruito di finanziamenti pubblici; questo è un altro aspetto da tenere in considerazione. Ma certamente non è l'unico strumento che ci consente di affrontare un problema di emergenza abitativa; anzi, per la sua natura, ha spesso caratteristiche che fan sì che intercetti un bisogno che ha anche sfumature diverse. Se si pensa alla famiglia con i 1.000,00 Euro di reddito, a cui faceva riferimento il Consigliere Marrone, che potenzialmente può accedere all'housing di piazza della Repubblica, io credo che non sia poi così negativo immaginare che con 300,00 Euro si riesca ad assolvere a tutti i costi di un'abitazione, perché oggi sappiamo bene che il vero nodo è nella disponibilità di reddito familiare e nei costi dell'abitazione, che talvolta sono i canoni, ma sempre più spesso sono anche le utenze. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Finisco il ragionamento. In questo senso, tra l'altro, tutti questi housing - compresa piazza della Repubblica, ma anche gli altri - mettono anche a disposizione, laddove ci siano delle segnalazioni da parte della Città (in molti casi abbiamo dei protocolli), delle possibilità abitative anche a prezzi diversi, ma credo non sia questa la sede in cui andare ad approfondire nel merito le singole esperienze di housing, che, come dicevo, sono 12, con caratteristiche tutte molto diverse l'una dall'altra, e forse è proprio questa diversità che può consentire una complementarietà nella risposta. È chiaro che l'emergenza abitativa si affronta con altri strumenti. Non è un caso se proprio questo Consiglio Comunale ha varato, non troppi mesi fa, un'iniziativa che sta facendo un po' scuola in Italia, che è quella del Fondo "salva-sfratti". Non è un caso se proprio Torino sta promuovendo le richieste di modifica della Legge Regionale e l'ANCI le ha fatte proprie - da due anni peraltro, perché abbiamo atti depositati che risalgono a due anni fa -, chiedendo che venissero sveltite le procedure di assegnazione, dei bandi, dell'elaborazione delle graduatorie, ma che poi ci fosse anche la possibilità di mettere in filiera tutti quegli strumenti di cui oggi disponiamo, che sono quelli più specifici per l'emergenza abitativa, che riguardano il Fondo sostegno alla locazione, le Agenzie metropolitane e poi anche il Fondo "salva-sfratti". Io credo che occorra davvero fare un ragionamento a tutto campo. Su questi temi credo di avere sempre raccolto i suggerimenti non solo della maggioranza, ma anche dell'opposizione, quando sono stati costruttivi, perché credo che il tema dell'emergenza abitativa debba vedere la più alta coesione di intenti in questa Città, anche delle forze politiche, perché credo fermamente che attraverso le soluzioni sull'emergenza abitativa passi un pezzo importante della coesione sociale nella nostra città. Quindi, credo che le indicazioni di lavorare in Commissione, di approfondire questi temi, distinguendo quella che è l'emergenza abitativa di chi è già in una condizione di sfratto, da chi rischia di entrarci, vadano affrontate tutte, perché, se da un lato dobbiamo lavorare con chi è già in emergenza, non possiamo neanche dimenticarci che c'è tutta un'altra fetta di popolazione, di nuclei familiari che, avendo visto una riduzione del proprio reddito familiare, necessitano anche di soluzioni meno costose. Quindi, io credo che su questo ci sia assolutamente non solo la disponibilità, ma anche la convinta adesione a lavorare con le Commissioni e con il Consiglio Comunale. PORCINO Giovanni (Presidente) Le comunicazioni del Sindaco sul Piano Housing sociale sono concluse. |