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LEVI Marta (Vicepresidente) Riprendiamo l'esame della seguente proposta di deliberazione n. mecc. 201403051/024, presentata dalla Giunta Comunale in data 15 luglio 2014, avente per oggetto: "Bilancio di Previsione 2014 - Relazione Previsionale e Programmatica - Bilancio Pluriennale per il triennio 2014-2015-2016. Approvazione" LEVI Marta (Vicepresidente) Riprendiamo l'analisi degli emendamenti. L'emendamento n. 266, presentato dall'Assessore Passoni, recita: LEVI Marta (Vicepresidente) La parola all'Assessore Passoni. PASSONI Gianguido (Assessore) L'emendamento n. 266 allegava la relazione dei Revisori dei Conti. A questo punto lo metteremo comunque in votazione, poiché è stata notificata, via e-mail, ai Consiglieri la nuova relazione dei Revisori dei Conti, che, in conseguenza peraltro anche dell'emendamento n. 443, che sarà l'ultimo che approveremo e che correda le variazioni, gli emendamenti e i pareri di Circoscrizioni e dei Revisori, supera, per effetto dell'approvazione dei maxi emendamenti, le riserve sul Bilancio precedente ante assestamento, e pertanto a pagina 42 esprime il parere favorevole sul Bilancio di Previsione. Quindi, la Giunta invita ad approvare l'emendamento n. 266, per corredare la documentazione fin qui compiuta, e poi l'emendamento n. 443, per il corredo dell'aggiornamento dei documenti allegati. LEVI Marta (Vicepresidente) Non essendoci altre richieste di intervento, pongo in votazione l'emendamento n. 266: Presenti 24, favorevoli 24. L'emendamento n. 266 è approvato. LEVI Marta (Vicepresidente) L'emendamento n. 443, presentato dall'Assessore Passoni, recita: LEVI Marta (Vicepresidente) Non essendoci richieste di intervento, pongo in votazione l'emendamento n. 443: Presenti 24, favorevoli 24. L'emendamento n. 443 è approvato. LEVI Marta (Vicepresidente) Abbiamo pertanto finito le votazioni degli emendamenti. Possiamo procedere con le dichiarazioni di voto. Ricordo che i tempi d'intervento sono raddoppiati, in quanto siamo in sessione di Bilancio. Quindi, 20 minuti un Consigliere per Gruppo, 10 minuti tutti gli altri Consiglieri e 4 minuti i Consiglieri che intendono intervenire in dissenso dal proprio Gruppo. La parola al Sindaco. SINDACO Naturalmente ringrazio tutti i Consiglieri che sono intervenuti. È stato un dibattito vero, appassionato, a cui ciascuno ha partecipato con proposte e tesi pensate e vissute nell'interesse della Città. Credo che questo sia un dato di partenza che rende vero e utile questo dibattito. Desidero ringraziare l'Assessore Passoni, la dottoressa Tornoni, gli Uffici che in questi mesi e in queste ultime settimane si sono sobbarcati l'onere di dover gestire il Bilancio che, per tutte le ragioni che sono state richiamate nel corso della discussione, a partire dalla relazione e dalla replica dell'Assessore Passoni, sono ben evidenti al Consiglio Comunale. Non ripeterò ovviamente quello che è stato richiamato dall'Assessore Passoni, di cui condivido sia la relazione che la replica, ma richiamerò alcuni elementi di quadro generale che riguardano le scelte di questa Amministrazione e il rapporto tra queste scelte e il Bilancio. Io credo che non possa essere ignorato intanto il contesto in cui operiamo ormai da qualche anno, un contesto segnato dal manifestarsi, via via sempre più acuto, tra la domanda di tutela, di protezione, di sostegno che ci viene dalla società, che vive una crisi economica che da sette anni attanaglia il nostro Paese, e la riduzione delle risorse e degli strumenti con cui rispondere a questa domanda. Detto in altri termini, si è allargata anno dopo anno la forbice tra la domanda che ci viene rivolta dai cittadini e gli strumenti e le risorse con cui noi siamo chiamati a rispondere a questa domanda. Non è un tema di Torino, è un tema nazionale, come sappiamo. Il Paese è gravato da un debito pubblico che supera il 130% del PIL, continuando a conoscere una condizione di stagnazione che apertamente, negli ultimi mesi, ha assunto il profilo della recessione e della deflazione. Tutto ciò determina una crescita di fattori di instabilità, di insicurezza, di incertezza nella vita delle persone, delle famiglie, delle imprese. In questo contesto così critico e difficile, gli Enti Locali sono i primi destinatari di ogni domanda, di ogni esigenza, di ogni sollecitazione che ci viene dai cittadini. I Comuni sono le Istituzioni più prossime ai cittadini, che i cittadini conoscono meglio; i Sindaci e gli Amministratori sono i naturali referenti per i cittadini e al Sindaco e agli Amministratori vengono rivolte le istanze di ogni tipo: le ansie, le speranze, le paure, le esigenze, i bisogni che maturano in una società, in ogni persona, trovano come primo naturale destinatario l'Istituzione più prossima, che è l'Amministrazione Comunale, chi la guida e chi la dirige. Ovviamente anche noi, come tanti altri Comuni italiani, abbiamo sofferto di un contesto che anche a Torino vede una crisi economica che ha introdotto fattori di incertezza, di insicurezza, di precarietà nella vita di molte famiglie, oltre che nell'attività di molte imprese. Anche noi abbiamo subito una costante contrazione delle risorse disponibili. Nel 2009 ricevevamo come contributi, da Enti terzi (Stato, Regione ed altri), globalmente, 471 milioni di Euro, di cui 368 milioni di Euro arrivavano dallo Stato. Nel 2014 ciò che ci viene da Stato, Regioni o altri Enti si è ridotto a 126 milioni di Euro e la quota dello Stato è 51 milioni di Euro. Chiunque capisce che una condizione di questo genere ha messo a dura prova la tenuta dell'azione amministrativa della Città. Anche calcolando gli introiti che ci sono derivati, a partire dal 2011, dalla reintroduzione di una fiscalità patrimoniale locale, noi abbiamo subito, anno dopo anno, costantemente negli ultimi sei anni, una riduzione di risorse non inferiore ai 25, 30 milioni di Euro ogni anno. Basta moltiplicare per il numero degli anni, per capire in quali difficoltà abbiamo dovuto dibatterci. Anche quest'anno è così. Anzi, quest'anno, una serie di fattori contingenti, per esempio il mutamento della Giunta Regionale, quindi la ritardata approvazione da parte del Consiglio Regionale delle scelte di Bilancio, ritardate decisioni da parte dello Stato in materia di trasferimenti e di fiscalità riconosciute agli Enti Locali, hanno determinato un quadro di ulteriori incertezze. Questo ha portato a presentare un Bilancio che - come abbiamo detto a luglio, all'atto della presentazione, e come ha ribadito, argomentando, l'Assessore - è un Bilancio tecnico, nel senso che richiede, entro la fine dell'anno, di trovare occasioni di assestamento che consentano di definire i nostri impegni, in termini di erogazione dei servizi e di investimenti, in modo adeguato, con l'obiettivo di avere un Bilancio che globalmente sia capace di mantenere l'offerta dei servizi che abbiamo erogato nel 2013 e negli anni precedenti. Pur in un quadro così difficile, che non credo abbiamo scoperto in queste due giornate di discussione, perché è noto ed è ritornato più volte negli interventi dei Consiglieri, noi abbiamo fatto la scelta di non ridurre l'ambizione della Città, non ridurre l'offerta sia di servizi che di investimenti che la Città poteva mettere, e mette in campo. Cioè non abbiamo fatto una scelta di contrazione dell'attività della nostra Amministrazione, ma ci siamo sforzati in ogni modo di trovare dei punti di compatibilità tra un quadro di risorse certamente più difficile e compresso rispetto al passato, e al tempo stesso l'obiettivo di mantenere inalterata la capacità di offrire ai cittadini i servizi di cui i cittadini beneficiano, e di mantenere, nelle dimensioni possibili, una dinamica di investimenti, senza ricorrere all'accrescimento della pressione fiscale e facendo in modo che questa scelta potesse essere sostenuta, oltre che dalle nostre risorse, minori rispetto al passato, anche dal reperimento di risorse aggiuntive. Questo è stato l'impianto - che non è solo del Bilancio 2014 - che abbiamo perseguito fin dal 2011, anno dopo anno. Fare in modo che la crisi non si scaricasse sui cittadini, in termini di riduzione di prestazione di servizi che l'Amministrazione Comunale mette loro a disposizione; fare in modo che la capacità di investimento della Città, o con risorse proprie o con risorse terze, non si spegnesse e non si riducesse; fare in modo che tutto questo avvenisse senza che sulle famiglie e sulle imprese si potesse determinare un aumento di pressione fiscale, considerato che oggi la pressione fiscale nel nostro Paese ha già livelli alti. Io penso che noi siamo stati coerenti con questo impianto, perché se guardiamo i servizi, credo che, dal 2011 ad oggi, abbiamo garantito l'insieme dei servizi e delle prestazioni sociali che i cittadini torinesi hanno avuto e hanno. Qualche giorno fa, in una conferenza stampa, ho presentato un'applicazione, reperibile sugli iPhone e sugli iPad, di un'iniziativa realizzata dalla Città insieme a "Save the Children" e alla Compagnia di San Paolo. Questa applicazione mette a disposizione delle famiglie torinesi la mappa puntuale di tutti i servizi che sono dedicati all'infanzia nella nostra Città. Tutti i servizi di ogni natura riferiti all'infanzia. Asili nido, scuole materne, consultori pediatrici, baby-garden, laboratori educativi e quant'altro. È reperibile, non è una parola, ed è verificabile. A Torino ci sono 46.000 bambini che hanno meno di sei anni, e questa mappa indica 700 servizi per l'infanzia, che tutti i giorni sono a disposizione delle famiglie e dei loro bambini. È un dato incontrovertibile, incontestabile, basta cercare questa applicazione ed esaminarla. Io non so quante Città in Italia mettono a disposizione di 46.000 bambini, 700 servizi per l'infanzia. È una dimostrazione di come non abbiamo ridotto la nostra offerta sul fronte dei servizi educativi. Sul fronte dei servizi socio-assistenziali, le dimensioni dei servizi che ogni giorno la nostra Città eroga sono analoghe. Sono circa 700 servizi, dal sostegno alle famiglie in povertà, all'emergenza freddo per i poveri, al sostegno alle persone portatori di disabilità, all'assistenza domiciliare agli anziani, a tutto quello che costituisce l'ampio spettro dei servizi volti a sostenere le persone che, per una ragione o per l'altra, si trovino in una condizione di maggiore fragilità o debolezza. Settecento servizi che costituiscono una rete di welfare ampia e cospicua, che rappresenta, anche da questo punto di vista, una politica di sostegno e di accompagnamento alle persone e alle famiglie, tanto più utile e preziosa in una fase di crisi, che in questi anni ci siamo sforzati di mantenere inalterata. Sul piano delle politiche di investimento, o mobilitando risorse nostre, o mobilitando risorse terze (ci tornerò su questo tema del rapporto tra risorse pubbliche e risorse private), ci siamo sforzati di mantenere un'attività di investimento che non riducesse il dinamismo della città, quel dinamismo che ha cambiato Torino negli anni e che ha trasformato questa città, che ha potuto contrastare meglio la crisi di altre e che continua ad offrire, pur in un quadro di crisi, perché non viviamo in una campana di vetro, opportunità e occasioni che sono legate a questa capacità di trasformazione della città. Dico tutto questo perché ho seguito tutto il dibattito, tutti gli interventi, e dalla criticità della situazione sociale, conseguente alla crisi, e dalla minore disponibilità di risorse, in alcuni interventi si è tratta la conclusione di una Città che sarebbe allo sbando, al collasso e non sarebbe in grado di affrontare la crisi. Io mi permetto di contestare questo tipo di rappresentazione, anche perché non è la rappresentazione che i torinesi e il resto d'Italia hanno di Torino. Anzi, per molte politiche, per esempio per le politiche dell'infanzia, visto che abbiamo parlato di questo, è considerata una Città di avanguardia, che è stata in grado e continua a essere in grado di mettere a disposizione dei cittadini politiche di alta qualità e capaci di offrire alle famiglie quei sostegni e quelle prestazioni che sono necessarie perché ogni famiglia possa, anche in una fase di crisi, guardare alla propria vita con maggiore sicurezza. Naturalmente, per fare tutto questo, si sono dovute fare, bisogna fare e occorrerà fare delle scelte. Io condivido l'intervento che il Consigliere La Ganga ha fatto ieri, quando ha sottolineato la necessità per continuare a governare una fase così difficile, e al tempo stesso farlo senza compromettere servizi, prestazioni e investimenti, di mettere in campo una politica fortemente innovativa nel reperimento delle risorse finanziarie, nell'organizzazione della struttura della macchina Comunale, nell'erogazione dei servizi e quant'altro. È quello che abbiamo fatto ed è quello che stiamo facendo. Anch'io condivido totalmente l'intervento che l'Assessore Passoni ha fatto qualche minuto fa. Francamente trovo una curiosa contraddizione in chi, da un lato, ci chiede continuamente di garantire che tutto quello che questa Città eroga rimanga a disposizione dei cittadini; però, dall'altro lato, ogni qualvolta si prende una misura che va nella direzione o di liberare le risorse necessarie, o di riformare le modalità erogative per garantire quel servizio, o comunque qualsiasi progetto che vada in questa direzione, si obietta che non si deve fare. Francamente questo atteggiamento lo trovo contraddittorio, che mi pare una dismissione di responsabilità. Se l'obiettivo comune è fare in modo che questa Città sia in grado di creare le condizioni affinché nessun cittadino possa soffrire più di quanto già non soffre, per effetto della crisi, e al tempo stesso questa Città sia capace di far maturare le condizioni perché non si interrompa un dinamismo necessario per contrastare la crisi e, quando ci saranno le condizioni, anche per uscirne, tutto questo richiede delle scelte, che abbiamo fatto. Nella relazione dell'Assessore Passoni sono indicate delle cose molto precise. È indicato che abbiamo continuato a intervenire sulla riorganizzazione del personale e sui suoi costi. È indicato che abbiamo agito sulla ricontrattazione di appalti e servizi. Abbiamo avviato, con il concorso decisivo del Consiglio Comunale, il progetto di riforma del decentramento, che va nella direzione di una riorganizzazione e di una razionalizzazione delle risorse finanziarie e umane. Abbiamo avviato anche riforme di sistemi erogativi, su cui bisogna essere chiari una volta per tutte, perché io non dimentico che, per sei mesi, io e chi come me fece quella battaglia, siamo stati messi alla berlina sul fatto che distruggevamo il welfare-state, perché passavamo in affidamento, dalla gestione diretta, 9 asili nido su 54. Poi, naturalmente, nessuno si è peritato di andare a vedere oggi come funzionano i 9 asili, scoprendo che quei 9 asili funzionano esattamente come gli altri 45, perché la qualità delle prestazioni è la stessa, perché c'è un criterio di governo e di monitoraggio costante e continuo da parte dell'Amministrazione; che i bambini e le famiglie non pongono alcun problema in quei 9 asili nido; anzi, segnalo che in quella riorganizzazione abbiamo ricavato 56 posti in più. Cito questo esempio (non mi interessa la recriminazione, né la polemica, né vanto, né medaglie; non fa parte del mio stile), per dire che forse quando si mette in campo una qualche capacità innovativa, prima di dire subito che si sta distruggendo tutto, che si mette in discussione il welfare, che si riducono le prestazioni, bisognerebbe forse provare a mettersi tutti insieme per vedere come quell'innovazione può essere invece un esercizio positivo per garantire, in altro modo, che i cittadini abbiano le stesse prestazioni. Credo che dobbiamo farne tesoro di quell'esperienza, nel senso che se vogliamo garantire tutto ciò che si dice qui, che è stato sostenuto anche da certi emendamenti, per ciò che riguarda i servizi educativi e i servizi socio-assistenziali, e io voglio garantire tutto ciò che i cittadini hanno, se l'infanzia in questa città ha 700 servizi, per quello che mi riguarda non bisogna passare a 699 servizi, ma, se è possibile, a 701 servizi. Però per farlo non si può dire che tutto deve rimanere come prima, perché se tutto rimane come prima, quell'obiettivo non si consegue. Allora, bisogna avere la capacità di introdurre fattori di riforma e di innovazione che, avendo come bussola l'inalterata offerta di prestazioni, siano capaci di mettere in campo tutte le modifiche in termini erogativi e riorganizzativi che sono necessari. E io penso che ci siano tutte le condizioni per farlo. Se noi dovessimo fare leva soltanto su risorse pubbliche è chiaro che non saremmo in grado di garantire tutto quello che garantiamo. In questi anni ci siamo sforzati di fare in modo che là dove non arrivavano risorse pubbliche, potessero arrivare altre risorse, penso agli investimenti infrastrutturali. Sta per essere ultimata - la inaugureremo a cavallo della fine dell'anno - in via Caraglio il primo dei sette poli di housing studentesco a sostegno di Torino Città Universitaria. Seicento posti letto, quindi non una piccola struttura, totalmente finanziata da capitali privati. La regia è della Città, che determina una strategia di allocazione di poli per housing studentesco e poi sollecita capitali privati a investire, creando le condizioni della remuneratività di quel capitale, per il periodo della gestione (20, 30, 40 anni). Ma questo l'abbiamo fatto, e questo è un modo per continuare a investire mobilitando capitali privati per finalità pubbliche. Dopo quello di Via Caraglio, stanno per iniziare i lavori per la trasformazione dell'ex Manifattura Tabacchi, nel sito universitario delle scienze motorie, in cui verrà realizzata un'altra residenza universitaria; così come la trasformazione dell'area Combi, finalizzata a realizzare residenze universitarie alle spalle del polo universitario di Economia, all'ex "Poveri Vecchi". Potrei fare altri esempi, come quello dei parcheggi sotterranei pertinenziali, che sono investimenti che la città vive, e che naturalmente, avendo meno risorse, si possono fare perché mobilitano capitali privati. Io credo che si debba continuare a fare tutto questo, avendo la capacità, ogni volta, di valutare come tutto questo possa essere compatibile con la pianificazione urbanistica della Città, con le scelte strategiche che la Città ha fatto, con la vita di ogni territorio. C'è un tema che è stato evocato oggi in Aula. Il Consigliere Appendino ha detto che vogliamo continuare a costruire supermercati. No, Consigliere Appendino, noi non continuiamo a costruire supermercati. Per quello che riguarda questa Amministrazione ha autorizzato supermercati di grandi dimensioni meno di qualsiasi Amministrazione precedente, tanto per fare le cifre. Il Consigliere Apendino non può non vedere un fenomeno che ci impone una riflessione e una discussione seria su come si organizza la distribuzione commerciale, ed è il cambiamento delle strategie dei grandi gruppi di distribuzione, che mentre fino a 10 anni fa avevano come scelta strategica di allocare le proprie attività in grandi strutture, di grandi dimensioni, in aree tangenziali alla Città, oggi invece hanno cambiato completamente strategia e allocano le attività commerciali direttamente nella città, con strutture di taglio molto più piccolo. Chiunque di noi può dire quanti sono i Carrefour Express che si possono contare girando per la città. I Carrefour Express sono l'emblema del mutamento di una strategia di distribuzione da parte dei grandi gruppi. Allora, un Consiglio Comunale serio, anziché demonizzare la distribuzione commerciale, riflette sul fatto che c'è un cambiamento e discute su come teniamo conto di quel cambiamento, sul piano urbanistico, sociale. E le scelte che facciamo le riconduciamo a questo mutamento. Anche perché la realtà non è mai uguale a se stessa, come sappiamo, stiamo dentro una società che non solo per effetto della crisi, ma anche per effetto di altre dinamiche, ha una velocità di cambiamento e di trasformazione enorme, che ci impone costantemente una capacità di relazione con i mutamenti che intervengono nella nostra realtà, ai fini di governarli e di collocare dentro una governance del cambiamento le scelte che vogliamo fare. Rientra dentro questa logica anche la questione delle dismissioni. A parte il fatto che io continuo a pensare che c'è una schizofrenia che ci riguarda tutti. Tutte le mattine apriamo i giornali e prima di passare alla cronaca cittadina ci sono 30 pagine di cronache nazionali. Ma sono tre o quattro anni che le cronache nazionali sono piene del tema relativo alle dismissioni sul piano nazionale. È un tema di dibattito generale, o è un tema inventato quando si dice che bisogna dismettere il patrimonio dello Stato per liberare risorse? È un'invenzione quando si dice che bisogna aprire a capitali privati le grandi società di cui è proprietario lo Stato, in toto o in parte maggioritaria, e che bisogna riorganizzare le società partecipate? Sono tutte cose che s'inventa questa Giunta della fame e della paura, o sono i temi del dibattito politico generale dell'Italia da un po' di anni? (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Non so cosa voglia dire, è una frase apodittica, poi mi spiegherà cosa vuole dire. Dopodiché noi mettiamo in essere politiche di valorizzazione e dismissione del patrimonio mobiliare e immobiliare in funzione di cosa? Quei soldi non li andiamo a giocare al Casinò o nella Borsa di Zurigo, ma li liberiamo perché servono o sulla spesa corrente o sul conto capitale, a finanziare le politiche che vengono qui sollecitate. Devo dire che la discussione di oggi sull'emendamento relativo all'allegato con l'elenco degli immobili che dismettiamo, per quello che mi riguarda è qualcosa di surreale, perché quattro di quegli immobili erano già stati oggetto di un'ampia discussione sui giornali e anche in Aula, quando l'anno scorso la Cassa Depositi e Prestiti fece la prima operazione, su incarico del Governo, di acquisizione di immobili da parte di Amministrazioni statali e locali. L'allegato è arrivato in questi giorni, perché una settimana fa, non a luglio, la Cassa Depositi e Prestiti, su indicazione del Governo, ha deciso di riaprire un nuovo bando per l'acquisizione, da parte di CDP, di immobili di proprietà di Amministrazioni statali e locali. E siccome questo bando è stato deciso una settimana fa, si è presentato un emendamento allegato che facesse il punto degli immobili che possono essere presi in considerazione (poi vedremo), al fine di liberare risorse che ci consentano di soddisfare gli impegni che dobbiamo garantire con il conto capitale. Allo stesso modo la dismissione di partecipazioni societarie. Il tutto viene finalizzato a garantire una razionalizzazione delle risorse e un loro migliore uso. Peraltro segnalo che questo dibattito che stiamo facendo in Aula, si svolge, oltre che nel Parlamento nazionale, anche in molti altri Consigli Comunali, perché questo tema ce l'hanno di fronte tutte le Città italiane. Noi dobbiamo essere, da un lato, ovviamente consapevoli di tutte le difficoltà, e io per primo credo di esserlo; al tempo stesso, però, dobbiamo anche sapere che le difficoltà non basta denunciarle ed evocarle per superarle. Le difficoltà le devi aver presente, perché è il dato cognitivo da cui devi partire. Dopodiché devi mettere in campo delle strategie con le difficoltà per gestirle e superarle. Questo è il tema. Ho sentito molti interventi che spiegano che noi non siamo capaci di fare il nostro mestiere, che sbagliamo tutto, ma non ho sentito una sola proposta alternativa a quello che la Giunta ha avanzato con il suo Bilancio. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Noi ci sforziamo di fare le cose e di reperire le risorse, e se ci viene detto che tutto quello facciamo è sbagliato, io vi invito a spiegarci qual è la cosa giusta che dobbiamo fare. Voglio sapere quanti sono in grado di redigere un Bilancio e di venire in Aula a proporre un Bilancio alternativo a quello che ha presentato l'Assessore Passoni. Se qualcuno ne è capace, io sono ben lieto di accoglierlo. Se è migliore di quello dell'Assessore Passoni, me ne rallegro. Vorrei che lo si presentasse, per favore. Perché a spiegare che è tutto sbagliato e che il problema è un altro o bisogna fare altre cose, buona notte. Siccome ho 65 anni e faccio politica da un po' di anni, di gente che mi ha spiegato che bisognava andare oltre, che bisogna fare altre cose, nella mia vita ne ho incontrato tanta, e non mi diverte più. E comunque non mi pare più che sia utile. Il problema è se si hanno delle proposte che sono alternative e migliori, ben vengano. Tra l'altro, la finalità di un'Assemblea elettiva di rappresentanza è anche quella di mettere a confronto proposte. Quando mi sono insediato in questo banco, tre anni fa, ho detto che la Giunta non si blinda e non si chiude di fronte a proposte che vengono dall'opposizione, o dalla sua stessa maggioranza, che non siano state maturate dentro la Giunta, perché è dovere di chi ha una funzione di governo misurarsi a confrontarsi in modo dialettico con l'Assemblea rappresentativa dei cittadini. E tutto ciò che può venire di utile, per quello che ci riguarda, noi siamo pronti ad accoglierlo. Però, ripeto, io sollecito che si faccia uno sforzo di proposta, non soltanto uno sforzo di denuncia. Non perché le denunce siano inutili, ma una denuncia a cui non consegua una proposta, rischia di essere sterile e vana. In conclusione, penso che abbiamo presentato un Bilancio che avrà necessità naturalmente di un completamento in fase di assestamento, che parte dalla consapevolezza che la città ha tantissime energie, tantissime risorse e tantissime potenzialità. Questa è una città ricca di energie e il dovere di chi governa una città è quello di creare le condizioni perché ciascuna di queste energie possa esprimersi al meglio. Questo è l'obiettivo che ci muove. E io credo che, in molti campi, questo l'abbiamo fatto e lo stiamo facendo; tra l'altro, con un riconoscimento da parte della società torinese, che - vi garantisco - non corrisponde a quello che spesso ascolto qui dai banchi dell'opposizione. È diverso. Poi può darsi che mi sbagli io, però questa non è una città che non è governata, questa è una città che è governata ed è una città che tutti i giorni si misura con la crisi. Io non ho mai sostenuto che a Torino non c'è la crisi. Questa accusa è ricorrente, l'ha ripetuta anche il Consigliere Appendino nel suo intervento. Non ho mai detto questo. In questa città c'è la cassa integrazione, ci sono i lavoratori in mobilità, ci sono delle famiglie che hanno visto ridotto il loro reddito, sono raddoppiati il numero degli sfratti, c'è una condizione di precarietà e di incertezza che investe una parte non piccola della popolazione della nostra città. È chiaro? Ne sono assolutamente convinto. Dopodiché, detto questo, Torino non è solo questo. Torino è anche 2 Università di eccellenza, con 100.000 studenti, 30.000 dei quali da fuori Regione: 20.000 italiani e più di 10.000 stranieri. Torino è il più grande bacino automotive, con imprese di tecnologia e di produzione di eccellenza, che anche nella crisi hanno continuato a esportare e sono un punto di forza del sistema produttivo non solo di questa città, ma di questo Paese. Torino è un sistema culturale di eccellenza, che è stato riconosciuto anche in queste settimane dalla riunione dei vertici dei Ministri degli Esteri e della Cultura a Torino. È una città con un patrimonio straordinario, che si trova a essere in un punto di avanguardia nel campo della cultura del nostro Paese. Torino è sede di centri di ricerca, di innovazione, di tecnologia. Anche questo è Torino. Noi abbiamo il dovere di vedere le due facce, tutte e due. E le dico di più, Consigliere Appendino. Noi dobbiamo essere consapevoli che il rischio è che le due Torino si allontanino. Quindi sono ben consapevole di quale sia il problema. Ma se voglio essere capace di tutelare la parte più debole, ho bisogno anche di valorizzare la parte più forte, perché se mi occupo solo dei deboli e non creo condizioni per la parte più forte, non ce la farò neanche a rappresentare e tutelare i deboli. Delle due Torino dobbiamo occuparci, cercando il più possibile di creare una saldatura, perché poi in fondo qual è il problema che ha l'Italia, e quindi anche la nostra città? È che siamo in questa condizione perché questo Paese non cresce. Ma attenzione, se vogliamo farlo crescere, la condizione fondamentale è rimettere in moto gli investimenti, rimettere in moto la mobilitazione di capitali e di tecnologie, è rimettere in moto le intelligenze. Se rimetti in moto la crescita, avrai anche più risorse per occuparti di chi è in condizioni di povertà. Quindi delle due Torino dobbiamo occuparci, facendo in modo ogni giorno che le due città non si allontanino, ma trovino - il più possibile - punti di contatto, di complementarietà, facendo in modo che la Torino più forte sia in grado di mettere quello che produce, esporta, accumula, pensa a vantaggio non soltanto di sé, ma di tutti, a partire anche dall'altra Torino. Questo è il tema. Io penso che tutti i giorni noi lavoriamo per questo obiettivo. Vi ringrazio dell'attenzione. LEVI Marta (Vicepresidente) La parola al Consigliere Ricca. RICCA Fabrizio Il Sindaco è davvero bravo con le parole, però noi abbiamo un Bilancio che, come abbiamo potuto appurare in questa giornata, è stato un massacro. La città di Torino e i suoi cittadini escono con le ossa a pezzi da questo Bilancio. Quest'anno abbiamo avuto 27 milioni di Euro quest'anno di tagli; in una settimana il Governo decide di prenderci ulteriormente a schiaffi, comunicando su internet, senza avvisarci, un ulteriore taglio di 8 milioni di Euro. Questo, forse, anche per colpa di chi dice sempre di sì. Abbiamo tagliato tutto, abbiamo portato all'osso qualsiasi cosa, e i torinesi ne pagano le conseguenze i torinesi, perché noi possiamo avere due Università, possiamo avere il Polo dell'automotive, possiamo avere la cultura, ma i torinesi domani e dopodomani si troveranno nella stessa condizione di ieri, ovvero non ci sono soldi per fare le cose. Noi votiamo un Bilancio da commissariati, perché questa di oggi è la dimostrazione che siamo commissariati. Se ci dicono fate così, noi abbassiamo la testa e facciamo così. Sindaco, sono anni che si dice che si deve dismettere, ma visto chi ci ha governato negli ultimi tre anni, forse è meglio smettere di ascoltare questa gente, perché negli ultimi tre anni l'Italia è andata sempre più a picco. Ci troviamo in deflazione, chi doveva intervenire non è intervenuto, non ha fatto niente. Anzi, ha aspettato, ha rimandato, tant'è che è il secondo anno di fila che ci troviamo a fine settembre a dover votare un Bilancio. Quindi, io inizierei a ragionare sul perché dobbiamo dismettere. Io non credo che le dismissioni siano una dei grandi temi nazione; forse è ora di rivalorizzare quel patrimonio, di rimetterci in piedi, rimetterci a lavorare su quelle che sono le basi che già oggi abbiamo, perché pensare di vendere oggi per pagare l'affitto domani, vuol dire che dopodomani non avremo niente più da vendere e non avremo più una base su cui poter lavorare. Anzi, avremo regalato il nostro patrimonio, perché in fase di difficoltà si svende, come è successo con le nostre partecipate, e ci troveremo nella condizione di non avere più niente. Dato che il Sindaco dice tante belle cose, voglio leggergli una e-mail di una mamma, che è giunta a tutti i Consiglieri: "Buongiorno a tutti, mi chiamo... e sono una delle tante mamme che ha i figli che vanno a scuola. Solo qualche giorno fa sono venuta a conoscenza delle tariffe che il Comune di Torino ha deciso per le scuole dell'infanzia e per le scuole primarie nell'anno scolastico 2014-2015. Sono rimasta sconvolta dalle cifre che ho visto nel prospetto ISEE. Volevo solo far sapere che come me tante altre famiglie sono monoreddito e non è accettabile, a mio modesto parere, che ci siano delle cifre così elevate per la mensa scolastica. Nello specifico mi riferisco a quelle della scuola primaria, perché ho una bambina che frequenta la prima elementare e un bimbo che fa il secondo anno di materna. Il Comune dovrebbe aiutare le famiglie e non tassarle in questo modo". Questo è quello che pensano i torinesi, perché dire non aumentiamo la pressione fiscale, magari è vero, però gliela aumentiamo indirettamente. Se vogliamo aiutare i torinesi, dobbiamo iniziare a dire no allo Stato, perché se ci tagliano 312 milioni di Euro in cinque anni, evidentemente è perché noi gliel'abbiamo lasciato fare, perché nessuno ha battuto i pugni. Quindi, anche se ormai ho perso la speranza, io mi aspetto che qualcuno da qui vada a Roma e magari dia anche due "schiaffi" politici a chi tutti gli anni decide questi tagli, perché se quest'anno ci sono 51 milioni di Euro di tagli, il prossimo anno potranno essere 40 e nel 2016 potranno essere zero, perché tanto noi abbiamo le partecipate da vendere. PORCINO Giovanni (Presidente) La parola al Consigliere Greco Lucchina. GRECO LUCCHINA Paolo Ho ascoltato attentamente il Sindaco e l'Assessore Passoni. Voglio iniziare con una mia riflessione tecnica, che altro non fa che riprendere quello che è stato il mio contributo al dibattito di ieri. Io sostengo che, alla fine, non ci rassicurano tutte le azioni che avete messo in campo per garantire il bilanciamento strutturale tra entrate e spese, anche ovviamente per quel che concerne il prevenire una compromissione degli equilibri della parte corrente. È chiaro che si registra una forte incertezza sulle entrate di natura tributaria, che di pari passo vanno con il costante adeguamento al Fondo di svalutazione crediti, che è sostanzialmente sostenuto dalle contravvenzioni, e quindi è a carico dei cittadini torinesi. Riconosciamo al Sindaco la sostanziale riduzione, anche se non significativa, della spesa per il personale e di un progressivo ridimensionamento del debito in termini generali dell'Ente. Il Sindaco Fassino ha ragione a fare un'arringa ogni volta che si parla di Bilancio e gli riconosciamo che non è Chiamparino, perché il Sindaco Fassino sta proseguendo con una sua azione per ridurre il debito dell'Ente. Chiamparino ha fatto una cosa diversa, e il Sindaco Fassino si è trovato a gestire con enormi difficoltà (il Sindaco stesso ha citato i mancati trasferimenti dallo Stato e dalla Regione) una situazione estremamente grave. Potrei ricordarle una serie di cose, che ho già avuto modo di citare. Chiaramente non ci è piaciuto il venir meno di quello che era un vero e proprio obiettivo programmatico: non ricorrere a nuovo indebitamento. Lo abbiamo fatto con l'accensione di un mutuo di 16 milioni di Euro nei confronti della Cassa Depositi e Prestiti e il Sindaco ha ricordato il decreto "Sblocca Crediti". Se a questo aggiungiamo il gettito della TASI, qualche onere di urbanizzazione e le dismissioni patrimoniali (vedremo come andranno a finire, perché in conto capitale ci sono solo le Farmacie Comunali), allora anche quest'anno chiudiamo il Bilancio. Però, Sindaco, con quale programmazione? Questo è un Bilancio tecnico, è un Bilancio di difesa. Noi non ci sottraiamo alla sua riflessione di contribuire a questa programmazione, per cui proveremo a farlo concretamente in fase di assestamento, se ce ne darete l'occasione. Ho ascoltato con attenzione il Sindaco quando ha ripreso le considerazioni espresse in questi giorni dal Consigliere La Ganga, in merito alla riorganizzazione della macchina Comunale, al fatto che bisogna compartecipare tutti e al fatto che bisogna attrarre nuovi investimenti. Però, dall'analisi che ha fatto il Sindaco e da quello che è stato un processo periodico a cui ho assistito concretamente, perché sono Consigliere Comunale solo da tre anni, io al dinamismo a cui il Sindaco fa sempre riferimento, aggiungo la parola coraggio, perché ho il timore che tra qualche anno, per tutte le motivazioni espresse dal Sindaco, non potremo garantire i servizi a domanda individuale. Allora ci sarà un solo modo per uscire da questa empasse, cioè comportarsi come si comportano alcune Città del Nord Europa, che garantiscono l'erogazione del servizio solo con il pagamento da parte di chi usufruisce del servizio. Concludo dicendo che quando il Sindaco si rivolge all'opposizione lo fa con estrema onestà intellettuale; però, deve avere la stessa onestà intellettuale anche quando parla dei supermercati, perché io mi ritrovo nelle dichiarazioni del Consigliere Appendino. Nei mesi scorsi ho avuto modo di andarmi a rileggere le Linee programmatiche di Sergio Chiamparino, in cui l'ex Sindaco diceva che non voleva i supermercati. Ora, è chiaro che se vogliamo attrarre investimenti privati abbiamo la necessità di offrire una soluzione che permetta al privato di realizzare dei profitti, ma il modello supermercato oramai è superato e non basta più. Il Sindaco parlava dei Carrefour Express; per me il Carrefour Express in via Amendola non ci deve stare. Questione di punti di vista. Per tutte queste motivazioni, il Nuovo Centrodestra non può assolutamente approvare questo Bilancio. Quindi, il nostro voto sarà contrario. PORCINO Giovanni (Presidente) Ricordo che i tempi di intervento sulle dichiarazioni di voto non sono raddoppiati, per cui rimangono cinque minuti, come previsto ordinariamente. La parola al Consigliere Tronzano. TRONZANO Andrea Assessore, la sua abilità nel ridurre il debito della Città nasconde naturalmente 25 milioni di Euro di nuovi mutui, ma questo fa parte di una polemica politica che abbiamo già affrontato. Detto questo, voglio iniziare il mio intervento sulla Cassa Depositi e Prestiti, che mi sta molto a cuore. Al Sindaco dico che utilizzare soldi dalla Cassa Depositi e Prestiti per fare investimenti, può essere una cosa saggia. Le ricordo però che la Cassa Depositi e Prestiti raccoglie 200 miliardi di risparmi dei cittadini. Se lei utilizza questi soldi per comprare dei palazzi a disposizione della Città di Torino, secondo me, non è un buon investimento, perché credo che in questo momento ci sia un saccheggio - glielo ripeto per l'ennesima volta - della Cassa Depositi e Prestiti, e credo che non sia una cosa saggia, signor Sindaco. Visto che lei è un componente autorevole di questo organo, la prego di valutare con grande attenzione che sono 200 miliardi di Euro raccolti dai piccoli risparmiatori come noi. Questo lo voglio dire come primo punto, perché mi sembra assolutamente fondamentale farglielo notare. Poi naturalmente farete cosa credete. Secondo argomento. Alcune riforme le potete fare solo voi, signor Sindaco, non c'è niente da fare. Il mio Partito, Forza Italia, non è riuscito a fare le riforme di ammodernamento dell'Italia. Il PD dirà che è stata colpa nostra, noi diciamo che le condizioni ambientali non ci hanno consentito di farle. Le potete fare solo voi. Ne abbiamo preso atto. Vi chiediamo allora di farle. Le ripeto un'altra cosa che, secondo me, non è in linea con il vostro intendimento nazionale di fare delle riforme vere che servano a questo Paese: in questa città non avete ancora attuato le dismissioni. Una parte della vostra maggioranza vi blocca, non le avete ancora fatte, ma il peggio, signor Sindaco, sempre da un punto di vista politico, non da un punto di vista strategico, che compete a lei, credo che sia quello di vendere a una parte di nuovo pubblica, come IREN, ad esempio. È sostanzialmente un giro di denaro sempre all'interno del settore pubblico. Conseguentemente credo che anche questa non sia una cosa saggia. La terza considerazione sono i tagli lineari. Quante critiche quando eravamo noi al Governo nel 2001, 2002, 2008, 2009: "fate i tagli lineari, siete dei disgraziati". Oggi li fate voi e nessuno dice niente. Io voglio dirlo perché rimanga a verbale: i tagli lineari sono sempre tagli lineari, sia che li faccia Tremonti, sia che li faccia l'Assessore Passoni, pur con dimensioni diverse. Faccio un complimento all'Assessore Passoni, perché ritengo Tremonti un grande; altrettanto ritengo che Passoni sia un ottimo Assessore al Bilancio, naturalmente con delle idee diverse dalle mie. Quindi, all'Assessore rivolgo indirettamente un complimento, ma i suoi tagli lineari sono uguali a quelli di Tremonti; però, la maggioranza di questo Consiglio Comunale non ha sollevato nessuna critica nei confronti dei tagli lineari decisi dall'Assessore Passoni. Inoltre, Sindaco, visto che lei è un autorevole esponente della politica, le dico basta con i Bilanci dei Comuni presentati a settembre. Lo so che non è colpa del Sindaco, però basta. Piuttosto, visto che i Consiglieri Centillo e Curto si prodigano, ogni tanto, di presentare delle proposte di mozione importanti, provate a fare un ordine del giorno con cui chiedete al Governo, che è il vostro Governo, di smetterla con questi Bilanci Preventivi a settembre. Ho citato il Consigliere Curto per dire che ogni tanto fa delle cose importanti, anche se i 150.000,00 Euro per il freddo potevano essere spesi diversamente. Comunque è una scelta legittima, quindi non la contesto. Però, siccome presentate anche dei provvedimenti importanti, fatene uno con cui chiedete al vostro Governo che la finisca di programmare i Bilanci Preventivi alla fine dell'esercizio finanziario; altrimenti, Assessore, che cosa stiamo a fare qui noi Consiglieri? Naturalmente questo lo collego al fatto che me ne sono fregato di questo Bilancio (lo dico proprio senza nessun problema), perché è un Bilancio tecnico, in cui non ci sono cifre chiare. Credo che sia un Bilancio inutile, nella sostanza; come anche questa discussione così protratta. Noi però faremo attenzione - e questo lo voglio sottolineare - al Bilancio di assestamento. Quello sì che ci interessa. Però anche in questo caso, purtroppo, Assessore e Sindaco, arriviamo alla fine del 2014. Quindi forse varrà per il 2015. Speriamo che lei possa prendere qualche nostro suggerimento per il 2015. Su questo tema… PORCINO Giovanni (Presidente) La invito a concludere, Consigliere Tronzano. TRONZANO Andrea Scusi, Presidente. Su questo tema vi dirò chiaramente che noi cercheremo di dare spazio alle imprese e ai cittadini, per mettere loro un po' di soldi in tasca. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Questa è demagogia? Va bene. Però presenteremo proposte concrete sulle imprese e sui cittadini e ve le faremo vedere. Io credo che in questa fase, Assessore, i servizi cimiteriali, le mense scolastiche, il suolo pubblico, l'edilizia, perché io continuo a sentire parlare di edilizia da voi e continuo a vedere pratiche che costano fino a 600,00 Euro… PORCINO Giovanni (Presidente) Consigliere Tronzano, deve concludere. TRONZANO Andrea Ho finito, Presidente. Dicevo che continuo a vedere pratiche edilizie che costano fino a 600,00 Euro. Quindi, su questi quattro temi, ma di cosa stiamo parlando? Sono diminuite le tasse? No, andate a vedere, non sono diminuite. Sono aumentate. Quindi è inutile che continuiamo a fare questa retorica sulla diminuzione delle tasse. Torino continua a essere una delle città più care, dal punto di vista delle tasse, conseguentemente è meno appetibile, nonostante tutti i proclami che noi stiamo cercando di fare. Presidente, grazie per aver atteso ancora qualche istante. Concludo rispedendo al mittente le critiche del Sindaco e del Consigliere Altamura. Le proposte dell'opposizione sono sempre arrivate molto puntuali, come ad esempio sulla tassa rifiuti; alcune sono state accettate, alcune no, però sono sempre arrivate. Quindi noi siamo propositivi, signor Sindaco, e non abbiamo mai nascosto i nostri intendimenti. PORCINO Giovanni (Presidente) La parola al Consigliere Appendino, per dichiarazioni di voto. APPENDINO Chiara Ringrazio il Sindaco per il suo intervento e anche per l'enfasi che ci ha messo, che riconosco. Non ripeto tutto quello che ho detto ieri, anche perché ho percepito che ha ascoltato l'intervento anche facendo più volte riferimento alle cose che ho dichiarato, però, signor Sindaco, su una cosa proprio non siamo d'accordo e forse non lo saremo mai, penso che il rapporto tra Istituzione e cittadino si debba basare su un punto cardine che è la trasparenza, la lucidità nel raccontare i fatti. Signor Sindaco, oggi non può venire in Aula a dirci che non sono stati tagliati i servizi, che l'offerta è rimasta inalterata, addirittura - spero di aver capito male - ha detto che non è cambiata la capacità di investimento della Città. Ma guardiamo i numeri, signor Sindaco. Ma guardi i numeri! È diminuita, ma va bene. Cioè non va bene, ma dica le cose come stanno, perché, signor Sindaco, lei magari va in giro e all'estero dicono che la Città di Torino è la migliore del mondo, ma qui un cittadino, quando si sente dire che la quantità di investimenti non è calata, guarda i numeri e le ride in faccia, signor Sindaco. Le ride in faccia, perché è da qui che si parte. Bisogna raccontare le cose come stanno. Magari esagero da un punto di vista - come dice lei -, ma i numeri sono numeri, signor Sindaco, i tagli sono tagli. E qua nessuno sta dicendo che siete incapaci a tagliare o siete incapaci a fare un Bilancio, bisogna raccontare le cose come stanno e non tollero la mistificazione della realtà, perché diventa propaganda politica e non è tollerabile in un momento del genere. Lei parla di grande dinamismo? Bene, ma cos'è questo dinamismo? Di cosa si tratta? Continuate a puntare su una leva, e lei ha fatto riferimento ai centri commerciali, che non c'è più. I costruttori, signor Sindaco, non possono essere uno dei punti fondamentali su cui basare l'economia di questa Città. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). No, non ha detto il contrario. E sa perché lo dico? Perché i numeri dicono che quella leva è già stata sfruttata e non è più utilizzabile. PORCINO Giovanni (Presidente) Non interloquiamo, Consiglieri. APPENDINO Chiara Seconda cosa, signor Sindaco, lei dice che la Città - diciamola come vogliamo - non è piegata dalla crisi. Però quando leggo un rapporto che dice che un torinese su dieci è in povertà, e sappiamo cosa vuol dire, non è vulnerabile, è in povertà, non posso pensare che addirittura il divario tra la Città povera e la Città ricca sia un bene, signor Sindaco. Come fa a dirmi che lei deve utilizzare la Città ricca per poter restituire qualcosa alla Città povera? Il fatto che il divario sia aumentato in questi anni, che lo dice il Rapporto Rota, vuol dire che questa cosa è già stata smentita dai fatti, non funziona, perché il divario aumenta, non diminuisce. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). No, non ha detto questo, ha detto esattamente il contrario, signor Sindaco, e io mi preoccupo, perché io vivo come lei la Città, o forse no, viviamo zone diverse, e quello che io vedo è una Città diversa da quella che vede lei. Vedo il Politecnico, certo, lo vedo, vedo l'Università. Ma vedo anche dei poveracci, vedo una FIAT, che lei continua a dire che c'è, che non c'è più, perché gli investimenti sono diminuiti e lo dicono anche qui i numeri, perché le auto prodotte a Torino sono diminuite e lo dicono anche qui i numeri. La prego, signor Sindaco, di non fare come ha fatto anche in replica oggi, che ha annunciato l'ennesimo grande risultato che è questa carta. Ben venga quella a cui si riferiva, ma non è questo che i cittadini vogliono, signor Sindaco. Non sono gli annunci. Non è parlare del 2026. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). No, non ci intendiamo, lo so. Evidentemente c'è una distanza enorme, però penso sinceramente che in una situazione del genere gli annunci non risolvano. Terzo tema: la programmazione. Signor Sindaco, penso che ci sia un problema, e l'ho detto anche con molta onestà intellettuale nel mio intervento, che vivete voi come Giunta, che vive il Consiglio come maggioranza e opposizione, diventa molto difficile intervenire nelle politiche, quando di fatto non si può programmare, è difficile per voi ed è difficile per noi. Però non può venirci a dire che in questo Bilancio ci sono solo critiche e non ci sono proposte, perché ci è stato detto che non era possibile emendare di fatto nel merito questo Bilancio, che dovevamo farlo in assestamento. Quindi questa sua critica la rimando al mittente. Inoltre, quando lei mi dice che non proponiamo nessun modello, non abbiamo proposte, guardi, le faccio un esempio pratico che ho fatto anche ieri un po' nell'intervento, ma torno nel merito. È il terzo anno che sono in Commissione Cultura ed è il terzo anno che vedo l'Assessore Braccialarghe venire in Commissione e dirci che siamo in una situazione d'emergenza, perché approviamo il Bilancio a sei dodicesimi o a nove dodicesimi. È mai stata fatta una proposta da parte vostra di riformare questo sistema di finanziamento alla Cultura? No, non è mai stato fatto nulla. Non è mai stato fatto nulla. Quel sistema lì non regge, signor Sindaco. Quando l'emergenza si ripete continuamente, perché siamo in fase emergenziale ormai da tre o quattro anni, bisogna ridisegnare un modello, che non vedo da parte vostra. L'abbiamo fatto noi. Probabilmente ce lo boccerete, ma non vedo nulla. Quindi quando si parla di innovazione e ridisegnare un qualcosa, vuol dire… (INTERVENTO FUORI MICROFONO). No, signor Sindaco. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Allora, lei provi a vedere che anche da questa parte ci sono delle proposte, perché ci sono delle deliberazioni protocollate. Quindi, sinceramente concludo dicendo che non voteremo questo Bilancio, sinceramente, signor Sindaco, la invito - l'ho fatto ieri, lo rifaccio oggi - a cercare di disegnare e raccontare la Città così com'è, nel bene e nel male. PORCINO Giovanni (Presidente) Concluda, Consigliere. APPENDINO Chiara Sto concludendo. La invito anche a partecipare di più alle Commissioni e ad informarsi su quello che facciamo, perché in realtà proponiamo e lavoriamo nel merito. Poi, ultima cosa, per favore, quando cita modelli di innovazione e nuovi strumenti e nuovi disegni, non mi parli delle esternalizzazioni, perché non vedo nulla nell'innovazione e nel tema delle esternalizzazioni; invece le proporrei di parlare… PORCINO Giovanni (Presidente) Deve concludere, Consigliere. APPENDINO Chiara Sto chiudendo. Le proporrei invece di pensare e parlare di strumenti che coinvolgano il cittadino. Ad esempio, ci sono già strumenti in atto che stanno migliorando il rapporto tra cittadino ed Istituzione, lo si sta sperimentando in alcune Circoscrizioni. Quindi la invito sinceramente, quando parla di innovazione, di utilizzare le parole nel modo giusto. PORCINO Giovanni (Presidente) La parola al Consigliere Ambrogio. AMBROGIO Paola Signor Sindaco, ho ascoltato con attenzione il suo intervento e devo dire, come hanno riscontrato anche i Colleghi, che è stato bravo, ha confermato comunque di conoscere i problemi che riguardano Torino, i problemi della nostra crisi, i problemi dell'occupazione, i problemi che derivano dal lavoro, il problema casa e ci ha anche detto che secondo lei la Città sta puntando sui poli di eccellenza, quindi la cultura, il patrimonio immobiliare, cioè fonti che, in qualche modo, dovrebbero compensare il problema della crisi e la Città intende potenziare questi settori, questi poli di eccellenza. Peccato che poi ci troviamo oggi, invece, a dover approvare un Bilancio con 27 milioni di tagli, venerdì la presentazione di questi ulteriori 8 milioni di tagli lineari, su cui non abbiamo in effetti assistito ad una sommossa popolare, ma tutti l'hanno accettato con una grande calma. Allora, mi chiedo se non c'è programmazione, al di là dei meno, meno, meno, di tutti i tagli, che vanno dai 2.000,00 Euro della Protezione Civile a qualche altro migliaio di Euro dell'Ambiente o dell'Urbanistica, oltre a quello con le cifre più consistenti, l'unico segno positivo in questo Bilancio - lo diceva prima qualche Collega - era invece l'emergenza freddo. Mi chiedo come faremo ad intervenire, a compensare e a dare le risposte che i torinesi ci chiedono sui problemi che li riguardano. Non credo che i grandi poli di eccellenza di cui parlava potranno dare soluzioni nell'immediato. Qualcuno prima ha letto una delle tante lettere che arrivano quotidianamente ai vari Consiglieri, per i vari Settori e che ci pongono problemi concreti che riguardano la Città. Noi ci impegneremo comunque, anche nella fase di assestamento, a non deluderla e a farle delle proposte, vedrà che dalla minoranza arriveranno e queste potranno essere un valido suggerimento anche per l'Assessore Passoni. Come ha anticipato ieri il mio Collega, il Capogruppo Marrone, non parteciperemo alla votazione, perché questo non è un Bilancio da votare, ci aspettavamo che anche lei, non solo come Sindaco di una Città capoluogo, ma anche come Presidente dell'ANCI, facesse qualcosa in più e battesse i pugni per opporsi ai tagli che gli Enti Locali non sono più in grado di sostenere. A questo non abbiamo assistito, finora nulla è stato fatto e, quindi, non voteremo il Bilancio. PORCINO Giovanni (Presidente) La parola al Consigliere Curto. CURTO Michele Grazie signor Sindaco, grazie Assessore Passoni per quella che comunque è stata una Sessione di Bilancio difficile e faticosa, che si è aperta con un taglio comparso sugli schermi dei sistemi informativi della Città di Torino nella notte di poco più di una settimana fa e che abbiamo provato, io credo, tutti quanti insieme a gestire. Io penso che questo non può, signor Sindaco, esimerci dal valutare politicamente, non soltanto in una generica linea che registra l'andamento dei finanziamenti agli Enti Locali negli ultimi anni. Dal 2011 quando ci siamo insediati, abbiamo visto alla guida del Paese tre Governi, tre Ministri delle Finanze (Tremonti, Monti, Letta) e ora il Governo Renzi, che hanno dato all'andamento dei trasferimenti agli Enti Locali un indice di una discesa progressiva che lei prima fotografava. Dal Consiglio Comunale di una delle principali Città d'Italia, ex capitale, che ha come Sindaco l'ultimo segretario del più importante Partito della sinistra italiana e il Presidente dell'ANCI, io penso, Sindaco, che oggi dovremo dire qualche parola in più e dire che è immorale e inaccettabile ed è macelleria sociale pensare di tagliare nella notte le risorse alla base dell'architrave democratico dell'impalcatura democratica, dire che non c'è nulla di nuovo, di moderno nel tagliare agli Enti Locali e ai servizi per i cittadini, dire che questo sicuramente non genererà un meccanismo anticiclico che è quello di cui il nostro Paese avrebbe bisogno. So che lei condivide in cuor suo le cose che sto dicendo. Sappiamo entrambi che una differente valutazione politica del Governo ci impediscono di condividerle anche pubblicamente. Tutto ciò premesso, signor Sindaco, penso che in questo Bilancio si sia fatto quanto si poteva e sarebbe un po' ingeneroso non riconoscere a tutte le componenti della maggioranza di aver responsabilmente dato corso a tutti gli interventi che si potevano mettere in campo. Per esempio, penso a quella decisione di dismettere le Farmacie Comunali che non ci ha visto discutere, non perché non avremmo voluto farlo, non faccio responsabilità a nessuno, ma perché non abbiamo potuto farlo, eppure in poche settimane ci siamo trovati responsabilmente tutti quanti d'accordo a proseguire. Penso, per esempio, a quella scrittura, a quella posta di Bilancio che fa riferimento alla scelta urbanistica che riguarda l'area ex Combi. Se n'è discusso quest'estate, eppure trova posto e posta nel nostro Bilancio, senza che questa discussione sia conclusa, proprio perché siamo convinti tutti quanti, anche Sinistra Ecologia e Libertà, che questo sia il miglior governo possibile della Città in questo momento e che, quindi, insieme dobbiamo andare avanti. Per questo, Sindaco, credo che sarebbe poco produttivo scambiarci accuse o darci voti su chi meglio o su chi più responsabilmente interpreta questo momento della crisi della Città, senza invece vedere il cammino e il percorso fatto insieme e senza capire che ci sono alcune cose su cui noi, come Gruppo politico, continuiamo a pensare di avere la responsabilità di ricordare a questa maggioranza quali erano le premesse con cui ci siamo presentati ai cittadini e con cui governiamo la Città. Il tema delle dismissioni che è stato inaugurato per esempio nel dibattito nazionale, Sindaco, fu inaugurato pochi mesi dopo che un referendum aveva chiamato la nostra gente, la vostra gente ad esprimervi su quale fosse il parere democratico e popolare sulla percezione della gestione della cosa pubblica e del bene comune. Cosa diversa è entrare nei singoli provvedimenti, fare fatica, violentarsi alcune volte rispetto ai propri credo, alle proprie utopie e alle proprie idee rispetto al possibile e all'esistente. Ma quell'orizzonte, quella prospettiva che è di contrasto al neoliberismo, penso che non possiamo dimenticarla, né accantonare e non possiamo con infingimenti non ricordare quello che la nostra gente ci ha detto. Sindaco, credo che di idee in questa maggioranza ce ne siano tante e ci sia anche il grande sforzo di portarle al dibattito collettivo e comune. Le faccio un esempio che arrivava un anno fa e che a un anno di distanza credo fotografi bene l'impossibilità spesso che queste idee diventino politiche pubbliche. Un anno fa quest'Aula, questa maggioranza approvò tutta insieme una mozione sul tema della marginalità sociale, provò - devo dire, facendo squadra con l'Assessore al Bilancio - a trovare le risorse, oggi la richiamiamo "emergenza freddo". Eppure in quella discussione non solo questa maggioranza tutta attivò una parte della Città che ci ha permesso, e lo sa il Presidente Centillo, lo sa il Vicesindaco Tisi, lo sanno i Capigruppo, di far partecipare ad un ridisegno dei servizi, proprio in virtù delle cose che dicevamo in tanti l'altro giorno, un mondo diffuso della Città. PORCINO Giovanni (Presidente) La invito a concludere, Consigliere. CURTO Michele Ma Sindaco, un anno fa avevamo chiesto al Governo di mettere a disposizione le Caserme, quei luoghi spesso di privilegio, perché quando guardo l'Ospedale Riberi e penso che c'è qualcuno in questa Città che con 40,00 Euro può dormire e avere le utenze pagate in virtù del fatto che appartiene al Ministero della Difesa, mentre invece ci sono centinaia di famiglie torinesi che sono sfrattate e non hanno nessuna possibilità, se penso che oggi il Governo di questo Paese - me lo permetta, Sindaco - è nelle vostre mani e che il tema delle Caserme è stato derubricato sostanzialmente a una divisione fifty-fifty di una valorizzazione immobiliare, allora penso che alcune di quelle proposte e delle idee non vengano adeguatamente prese in considerazione. Sindaco, concludo - Presidente, mi permetta - con un ultimo passaggio. L'ho detto l'altro giorno, glielo ripeto oggi, credo che la chiave di volta fondamentale sia la valorizzazione del capitale umano, l'idea di un governo a capacità diffuse, policentrico, sempre più democratico e orizzontale. Per questo è necessario un forte ricambio che non sia solo generazionale, ma nei modi di pensare e di vedere. Le faccio un altro esempio e concludo: TNE sembrava un carrozzone inutilizzabile, abbiamo avuto il coraggio di cambiare e, nel cambiare, abbiamo valorizzato quelle aree nonostante la contrarietà di FIAT e un certo ostruzionismo. Possiamo fare la stessa cosa con le nostre Partecipate? Prima di discutere se venderle e come venderle, sapendo che non sempre saremo d'accordo, possiamo veramente dare corso ad un ricambio della classe dirigente di questa Città concentrata in poco più di duecento persone? Come non diciamo noi pericolose forze di sinistra, ma dice la Fondazione San Paolo. Questa è la vera sfida per il futuro. Ultimo, e ho finito, Presidente, mi permetta, c'è un capitolo su cui potremmo agire, i 200 milioni in spesa corrente che anno dopo anno paghiamo in interessi per la massa debitoria: abbiamo provato a ricontrattare e a ridiscutere quella massa debitoria? Abbiamo la forza per mettere in discussione un rapporto con il privato a partire dal più forte? I poteri finanziari di questa Città? Grazie signor Sindaco: noi voteremo convintamente sì a questo Bilancio, sicuri che un giorno arriveranno le risorse per il welfare di questa Città. PORCINO Giovanni (Presidente) La parola al Consigliere Cervetti. CERVETTI Barbara Ingrid Sindaco e Assessore, sappiamo bene che stiamo attraversando un momento di crisi di congiuntura economica, nazionale e internazionale, sfavorevole con pesanti ricadute nel settore privato come in quello pubblico. Anche ieri in quest'Aula è stato riconosciuto in modo trasversale. Questo è il famoso "contesto", tra virgolette, quello a cui faceva riferimento il nostro Sindaco nel suo discorso. A peggiorare un clima poco disposto all'ottimismo è arrivata anche in questi giorni la notizia da Roma di un ulteriore taglio che costringe il Comune di Torino a limare ulteriormente il proprio Bilancio 2014. Negli ultimi anni gli amministratori della cosa pubblica sono stati chiamati a contenere la spesa, soprattutto a livello locale. A Torino l'abbiamo fatto e siamo riusciti in parte a mantenere sotto controllo le uscite, pur conservando fino ad oggi la necessaria attenzione ai servizi verso i cittadini. Per questo sono state percorse anche strade forse impopolari, mi riferisco alle privatizzazioni delle Farmacie Comunali, di parte delle grandi aziende partecipate quali AMIAT, TRM, GTT, SITAF, alle quali come Gruppo dei Moderati siamo sempre stati favorevoli. Mi permetto, però, di evidenziare, dal nostro punto di vista, che in questo campo il fattore tempo gioca un ruolo fondamentale, per cui ci auguriamo che nel decidere di alienare alcune partecipazioni, nel futuro tutto possa avvenire in modo più celere e non aspettare magari di arrivare ad avere difficoltà e vendere i nostri tesori. È riconosciuta, signor Sindaco, la sua capacità di recepire con prontezza i campanelli d'allarme e quindi arrivare poi a reagire con vendite urgenti e necessarie pur di salvaguardare il nostro welfare. L'Assessore al Bilancio che lei ha scelto ha capacità e qualità tali da ottenere il nostro sostegno e la nostra fiducia rispetto ai provvedimenti che vorrà suggerire e attuare, perché si tratta di fiducia, davvero, perché sappiamo che stiamo correndo ai ripari in questo momento, non stiamo creando grandi progettualità, stiamo correndo ai ripari e in questo ci sentiamo di dare fiducia all'operato dell'Assessore e del Sindaco. Il pessimismo e le tante critiche che si sentono non sempre aiutano a superare i momenti difficili. In questo momento forse bisogna anche vedere quello che è, correndo ai ripari e cercando davvero di non guardare alle polemiche inevitabili che ci legano ad un passato, cercando di non guardarle, bisogna anche avere però la concretezza e la lealtà di guardare ciò che si sta facendo oggi. Oggi vedo una riduzione delle spese del personale che il nostro Assessore è riuscito a raggiungere; oggi vedo una continua, progressiva riduzione del debito complessivo dell'Ente; oggi vedo che rispettiamo i parametri del Patto di stabilità; vedo che procediamo con le dismissioni patrimoniali: Farmacie Comunali sono già in Bilancio in conto capitale, su GTT ci sono nuove speranze, su AMIAT stiamo andando avanti. Io oggi vedo anche questo. Vedo che continuiamo con la ricognizione dei residui attivi e passivi; vedo che oggi rispettiamo l'adeguamento del Fondo svalutazione crediti, lo vedo; vedo sostanzialmente che manteniamo inalterata l'erogazione dei servizi ed è per quello che vedo e che ho elencato, che a nome del Gruppo dei Moderati, noi diciamo sì al Bilancio. PORCINO Giovanni (Presidente) La parola al Consigliere Paolino. PAOLINO Michele Ci apprestiamo a votare un Bilancio tecnico, non per responsabilità di questa Istituzione: i tagli ci hanno inseguito come una maledizione, come un anatema fino all'ultimo secondo del lavoro che abbiamo fatto, lo approviamo in un contesto socio- economico pesantissimo. Vorrei rassicurare il Consigliere Appendino: non solo non neghiamo il contesto e la situazione che stanno vivendo tutti i cittadini della nostra Città, dal primo all'ultimo, ma tutti i nostri sforzi sono orientati per cercare di trovare insieme soluzioni, non solo nel breve periodo, ma a partire dall'immediato a poter dare strategia e orizzonte, perché tutti si sentano un po' più rasserenati e alleggeriti da questo pesante zaino che abbiamo sulle spalle, dovuto a questa crisi così difficile. Non ho risposto questa mattina al Consigliere Greco Lucchina che, in qualche modo, polemizzava sul fatto che siamo stati fino all'ultimo secondo ieri sera fino a tardi a cercare anche un Euro da sommare ad un altro Euro, per aggiungere qualche soldo sull'emergenza freddo. Occuparsi dell'emergenza freddo vuol dire occuparsi di persone che quando si vota, non sanno che ci sono le elezioni: non si tratta quindi di andare a cercare il loro consenso. Una Città, ancorché in un contesto in cui la crisi economica piega tutti, nel momento in cui sa ancora occuparsi di chi soffre e di chi vive ai margini, ha dignità, speranza e futuro. Non vogliamo perdere nulla, ad incominciare dalla dignità di questa Città, dalla sua forza, dal fatto che questa Città non è un'entità tecnico amministrativa, ma è una comunità di persone e noi siamo chiamati a farci carico di questa comunità. Questa comunità sta vivendo un periodo difficile, un periodo lungo, ma questa Città, questa comunità sa che c'è un'Amministrazione che prova a farsi carico dei problemi, anche dell'ultimo degli indigenti sotto i portici di corso Vittorio. Se posso passare una notte a trovare un Euro, mi attivo per farlo e non mi interessa farlo su sollecitazione di Tizio o di Caio, lo faccio per quella persona lì. Tutto il Consiglio ha dimostrato grande maturità e sensibilità nel lavoro di preparazione di questo Bilancio che arriva tardi, un Bilancio - l'abbiamo detto in tutti i modi - che non ha più molto senso approvare oggi, ma abbiamo la responsabilità, perché ci viene chiesto di approvarlo oggi, di farlo con l'impegno dovuto. Per questo ringrazio il Presidente Altamura e tutti i membri della Commissione e tutti i Consiglieri, di maggioranza e di opposizione, perché ognuno ha portato il proprio contributo e la propria sensibilità. Abbiamo provato a lavorare nell'interesse del bene comune, cercando di evitare di pensare a nicchie, ad ambiti specifici, cercando di dare un po' di ossigeno. Nel momento in cui ci preoccupiamo di poter garantire il servizio di pulizia dei parchi, permettiamo alle persone che lavorano nelle cooperative che se ne occupano di avere qualche speranza in più, di sapere che hanno qualche appoggio, che gli è garantito ancora un po' di lavoro. Devo fare ammenda con il Consigliere Appendino, stamattina ho percepito solo in parte la portata della sua proposta. Mi sono fermato agli aspetti che solleticano l'Aula e la contrapposizione e non solo, anche la portata simbolica, e per questo c'è un impegno da parte nostra a confrontarci con lei, con tutti i Gruppi che lo vorranno, per predisporre una mozione congiunta e unitaria davvero, che dia un indirizzo a partire anche da questo Bilancio, ma poi anche per l'anno prossimo, rispetto ad un'ulteriore azione di sobrietà da parte dei Gruppi Consiliari, che già lo sono molto. Ho usato più volte la parola responsabilità nei confronti dei Consiglieri: è esattamente così, non viene sperperato un solo Euro nella nostra attività, le spese sono ridotte al minimo e riusciamo ancora a fare un avanzo e lo destiniamo tutti insieme, e non solo una parte, andando ad individuare progetti che vanno riconosciuti per le persone in difficoltà. Abbiamo fatto scelte politiche. Quando si parla di welfare, voglio ricordare… PORCINO Giovanni (Presidente) La prego di concludere, Consigliere. PAOLINO Michele Si, mi avvio alla conclusione. Ho taciuto molto durante la discussione di questo Bilancio, mi prendo un minuto in più, se mi permette. Quando parliamo di welfare, non parliamo di una cosa astratta, parliamo di una qualità dei servizi alle persone e alle persone in difficoltà e alle famiglie in difficoltà, che sono il fiore all'occhiello di questa Città. Pensiamo alle persone in difficoltà e alle loro famiglie. Se riusciamo a garantire un giorno in più al mare per una persona con disabilità, vuol dire un giorno di tregua in più per la famiglia che tutto l'anno ce l'ha in carico e potersi occupare per un giorno di loro stessi, perché per tutto il resto del tempo si occupano dei loro figli e dei loro ragazzi, la Città glielo deve riconoscere. E così vale per le maestre di sostegno: abbiamo tagliato i soldi al Consiglio Comunale per garantire di non tagliare il servizio delle maestre di sostegno per i ragazzi delle medie. Il secondo livello politico è la responsabilità della Città rispetto alla spesa. Siamo stati attentissimi rispetto alla spesa e abbiamo cercato di razionalizzare la macchina comunale al massimo, chiedendo ad ogni Direzione di fare il massimo dell'attenzione sui costi. L'ultimo pensiero lo voglio rivolgere, in occasione dell'approvazione del Bilancio, a tutti i dipendenti, dai fattorini agli impiegati, ai funzionari di questa macchina comunale che, con grande fatica, ma devo dire generalmente con grande professionalità, tutti i giorni aprono servizi per le persone, aprono gli Uffici per ricevere gente, sanno accogliere, sanno essere attenti e farsi carico; noi dobbiamo lavorare con loro per il futuro, per dare presente e futuro a questa Città. Per questo, chiedo davvero con convinzione, lasciandoci dietro le tossine di una lunga discussione, di un lungo lavoro d'Aula, di approvare questo Bilancio. PORCINO Giovanni (Presidente) Non essendoci altre richieste di intervento per dichiarazioni di voto, pongo in votazione la proposta di deliberazione così emendata: Presenti 31, favorevoli 24, contrari 7. La proposta di deliberazione è approvata. PORCINO Giovanni (Presidente) Pongo in votazione l'immediata eseguibilità del provvedimento: Presenti 31, favorevoli 24, contrari 7. L'immediata eseguibilità è concessa. |