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Estratto dal verbale della seduta di Martedì 30 Settembre 2014 ore 10,00
Paragrafo n. 13
DELIBERAZIONE (Giunta: proposta e urgenza) 2014-03051
BILANCIO DI PREVISIONE 2014 - RELAZIONE PREVISIONALE E PROGRAMMATICA - BILANCIO PLURIENNALE PER IL TRIENNIO 2014-2015-2016 APPROVAZIONE.
Interventi

LEVI Marta (Vicepresidente)
Riprendiamo l'esame della seguente proposta di deliberazione n. mecc.
201403051/024, presentata dalla Giunta Comunale in data 15 luglio 2014, avente per
oggetto:

"Bilancio di Previsione 2014 - Relazione Previsionale e Programmatica - Bilancio
Pluriennale per il triennio 2014-2015-2016. Approvazione"

LEVI Marta (Vicepresidente)
Riprendiamo l'analisi degli emendamenti.
L'emendamento n. 266, presentato dall'Assessore Passoni, recita:


LEVI Marta (Vicepresidente)
La parola all'Assessore Passoni.

PASSONI Gianguido (Assessore)
L'emendamento n. 266 allegava la relazione dei Revisori dei Conti. A questo punto
lo metteremo comunque in votazione, poiché è stata notificata, via e-mail, ai
Consiglieri la nuova relazione dei Revisori dei Conti, che, in conseguenza peraltro
anche dell'emendamento n. 443, che sarà l'ultimo che approveremo e che correda le
variazioni, gli emendamenti e i pareri di Circoscrizioni e dei Revisori, supera, per
effetto dell'approvazione dei maxi emendamenti, le riserve sul Bilancio precedente
ante assestamento, e pertanto a pagina 42 esprime il parere favorevole sul Bilancio di
Previsione.
Quindi, la Giunta invita ad approvare l'emendamento n. 266, per corredare la
documentazione fin qui compiuta, e poi l'emendamento n. 443, per il corredo
dell'aggiornamento dei documenti allegati.

LEVI Marta (Vicepresidente)
Non essendoci altre richieste di intervento, pongo in votazione l'emendamento n.
266:
Presenti 24, favorevoli 24.
L'emendamento n. 266 è approvato.

LEVI Marta (Vicepresidente)
L'emendamento n. 443, presentato dall'Assessore Passoni, recita:


LEVI Marta (Vicepresidente)
Non essendoci richieste di intervento, pongo in votazione l'emendamento n. 443:
Presenti 24, favorevoli 24.
L'emendamento n. 443 è approvato.

LEVI Marta (Vicepresidente)
Abbiamo pertanto finito le votazioni degli emendamenti. Possiamo procedere con le
dichiarazioni di voto. Ricordo che i tempi d'intervento sono raddoppiati, in quanto
siamo in sessione di Bilancio. Quindi, 20 minuti un Consigliere per Gruppo, 10
minuti tutti gli altri Consiglieri e 4 minuti i Consiglieri che intendono intervenire in
dissenso dal proprio Gruppo.
La parola al Sindaco.

SINDACO
Naturalmente ringrazio tutti i Consiglieri che sono intervenuti. È stato un dibattito
vero, appassionato, a cui ciascuno ha partecipato con proposte e tesi pensate e vissute
nell'interesse della Città. Credo che questo sia un dato di partenza che rende vero e
utile questo dibattito.
Desidero ringraziare l'Assessore Passoni, la dottoressa Tornoni, gli Uffici che in
questi mesi e in queste ultime settimane si sono sobbarcati l'onere di dover gestire il
Bilancio che, per tutte le ragioni che sono state richiamate nel corso della
discussione, a partire dalla relazione e dalla replica dell'Assessore Passoni, sono ben
evidenti al Consiglio Comunale.
Non ripeterò ovviamente quello che è stato richiamato dall'Assessore Passoni, di cui
condivido sia la relazione che la replica, ma richiamerò alcuni elementi di quadro
generale che riguardano le scelte di questa Amministrazione e il rapporto tra queste
scelte e il Bilancio.
Io credo che non possa essere ignorato intanto il contesto in cui operiamo ormai da
qualche anno, un contesto segnato dal manifestarsi, via via sempre più acuto, tra la
domanda di tutela, di protezione, di sostegno che ci viene dalla società, che vive una
crisi economica che da sette anni attanaglia il nostro Paese, e la riduzione delle
risorse e degli strumenti con cui rispondere a questa domanda.
Detto in altri termini, si è allargata anno dopo anno la forbice tra la domanda che ci
viene rivolta dai cittadini e gli strumenti e le risorse con cui noi siamo chiamati a
rispondere a questa domanda. Non è un tema di Torino, è un tema nazionale, come
sappiamo. Il Paese è gravato da un debito pubblico che supera il 130% del PIL,
continuando a conoscere una condizione di stagnazione che apertamente, negli ultimi
mesi, ha assunto il profilo della recessione e della deflazione. Tutto ciò determina
una crescita di fattori di instabilità, di insicurezza, di incertezza nella vita delle
persone, delle famiglie, delle imprese. In questo contesto così critico e difficile, gli
Enti Locali sono i primi destinatari di ogni domanda, di ogni esigenza, di ogni
sollecitazione che ci viene dai cittadini.
I Comuni sono le Istituzioni più prossime ai cittadini, che i cittadini conoscono
meglio; i Sindaci e gli Amministratori sono i naturali referenti per i cittadini e al
Sindaco e agli Amministratori vengono rivolte le istanze di ogni tipo: le ansie, le
speranze, le paure, le esigenze, i bisogni che maturano in una società, in ogni
persona, trovano come primo naturale destinatario l'Istituzione più prossima, che è
l'Amministrazione Comunale, chi la guida e chi la dirige.
Ovviamente anche noi, come tanti altri Comuni italiani, abbiamo sofferto di un
contesto che anche a Torino vede una crisi economica che ha introdotto fattori di
incertezza, di insicurezza, di precarietà nella vita di molte famiglie, oltre che
nell'attività di molte imprese.
Anche noi abbiamo subito una costante contrazione delle risorse disponibili. Nel
2009 ricevevamo come contributi, da Enti terzi (Stato, Regione ed altri),
globalmente, 471 milioni di Euro, di cui 368 milioni di Euro arrivavano dallo Stato.
Nel 2014 ciò che ci viene da Stato, Regioni o altri Enti si è ridotto a 126 milioni di
Euro e la quota dello Stato è 51 milioni di Euro. Chiunque capisce che una
condizione di questo genere ha messo a dura prova la tenuta dell'azione
amministrativa della Città.
Anche calcolando gli introiti che ci sono derivati, a partire dal 2011, dalla
reintroduzione di una fiscalità patrimoniale locale, noi abbiamo subito, anno dopo
anno, costantemente negli ultimi sei anni, una riduzione di risorse non inferiore ai 25,
30 milioni di Euro ogni anno. Basta moltiplicare per il numero degli anni, per capire
in quali difficoltà abbiamo dovuto dibatterci.
Anche quest'anno è così. Anzi, quest'anno, una serie di fattori contingenti, per
esempio il mutamento della Giunta Regionale, quindi la ritardata approvazione da
parte del Consiglio Regionale delle scelte di Bilancio, ritardate decisioni da parte
dello Stato in materia di trasferimenti e di fiscalità riconosciute agli Enti Locali,
hanno determinato un quadro di ulteriori incertezze.
Questo ha portato a presentare un Bilancio che - come abbiamo detto a luglio, all'atto
della presentazione, e come ha ribadito, argomentando, l'Assessore - è un Bilancio
tecnico, nel senso che richiede, entro la fine dell'anno, di trovare occasioni di
assestamento che consentano di definire i nostri impegni, in termini di erogazione dei
servizi e di investimenti, in modo adeguato, con l'obiettivo di avere un Bilancio che
globalmente sia capace di mantenere l'offerta dei servizi che abbiamo erogato nel
2013 e negli anni precedenti.
Pur in un quadro così difficile, che non credo abbiamo scoperto in queste due
giornate di discussione, perché è noto ed è ritornato più volte negli interventi dei
Consiglieri, noi abbiamo fatto la scelta di non ridurre l'ambizione della Città, non
ridurre l'offerta sia di servizi che di investimenti che la Città poteva mettere, e mette
in campo. Cioè non abbiamo fatto una scelta di contrazione dell'attività della nostra
Amministrazione, ma ci siamo sforzati in ogni modo di trovare dei punti di
compatibilità tra un quadro di risorse certamente più difficile e compresso rispetto al
passato, e al tempo stesso l'obiettivo di mantenere inalterata la capacità di offrire ai
cittadini i servizi di cui i cittadini beneficiano, e di mantenere, nelle dimensioni
possibili, una dinamica di investimenti, senza ricorrere all'accrescimento della
pressione fiscale e facendo in modo che questa scelta potesse essere sostenuta, oltre
che dalle nostre risorse, minori rispetto al passato, anche dal reperimento di risorse
aggiuntive.
Questo è stato l'impianto - che non è solo del Bilancio 2014 - che abbiamo
perseguito fin dal 2011, anno dopo anno. Fare in modo che la crisi non si scaricasse
sui cittadini, in termini di riduzione di prestazione di servizi che l'Amministrazione
Comunale mette loro a disposizione; fare in modo che la capacità di investimento
della Città, o con risorse proprie o con risorse terze, non si spegnesse e non si
riducesse; fare in modo che tutto questo avvenisse senza che sulle famiglie e sulle
imprese si potesse determinare un aumento di pressione fiscale, considerato che oggi
la pressione fiscale nel nostro Paese ha già livelli alti.
Io penso che noi siamo stati coerenti con questo impianto, perché se guardiamo i
servizi, credo che, dal 2011 ad oggi, abbiamo garantito l'insieme dei servizi e delle
prestazioni sociali che i cittadini torinesi hanno avuto e hanno.
Qualche giorno fa, in una conferenza stampa, ho presentato un'applicazione,
reperibile sugli iPhone e sugli iPad, di un'iniziativa realizzata dalla Città insieme a
"Save the Children" e alla Compagnia di San Paolo. Questa applicazione mette a
disposizione delle famiglie torinesi la mappa puntuale di tutti i servizi che sono
dedicati all'infanzia nella nostra Città. Tutti i servizi di ogni natura riferiti
all'infanzia. Asili nido, scuole materne, consultori pediatrici, baby-garden, laboratori
educativi e quant'altro. È reperibile, non è una parola, ed è verificabile. A Torino ci
sono 46.000 bambini che hanno meno di sei anni, e questa mappa indica 700 servizi
per l'infanzia, che tutti i giorni sono a disposizione delle famiglie e dei loro bambini.
È un dato incontrovertibile, incontestabile, basta cercare questa applicazione ed
esaminarla. Io non so quante Città in Italia mettono a disposizione di 46.000
bambini, 700 servizi per l'infanzia. È una dimostrazione di come non abbiamo
ridotto la nostra offerta sul fronte dei servizi educativi.
Sul fronte dei servizi socio-assistenziali, le dimensioni dei servizi che ogni giorno la
nostra Città eroga sono analoghe. Sono circa 700 servizi, dal sostegno alle famiglie
in povertà, all'emergenza freddo per i poveri, al sostegno alle persone portatori di
disabilità, all'assistenza domiciliare agli anziani, a tutto quello che costituisce
l'ampio spettro dei servizi volti a sostenere le persone che, per una ragione o per
l'altra, si trovino in una condizione di maggiore fragilità o debolezza.
Settecento servizi che costituiscono una rete di welfare ampia e cospicua, che
rappresenta, anche da questo punto di vista, una politica di sostegno e di
accompagnamento alle persone e alle famiglie, tanto più utile e preziosa in una fase
di crisi, che in questi anni ci siamo sforzati di mantenere inalterata.
Sul piano delle politiche di investimento, o mobilitando risorse nostre, o mobilitando
risorse terze (ci tornerò su questo tema del rapporto tra risorse pubbliche e risorse
private), ci siamo sforzati di mantenere un'attività di investimento che non riducesse
il dinamismo della città, quel dinamismo che ha cambiato Torino negli anni e che ha
trasformato questa città, che ha potuto contrastare meglio la crisi di altre e che
continua ad offrire, pur in un quadro di crisi, perché non viviamo in una campana di
vetro, opportunità e occasioni che sono legate a questa capacità di trasformazione
della città.
Dico tutto questo perché ho seguito tutto il dibattito, tutti gli interventi, e dalla
criticità della situazione sociale, conseguente alla crisi, e dalla minore disponibilità di
risorse, in alcuni interventi si è tratta la conclusione di una Città che sarebbe allo
sbando, al collasso e non sarebbe in grado di affrontare la crisi. Io mi permetto di
contestare questo tipo di rappresentazione, anche perché non è la rappresentazione
che i torinesi e il resto d'Italia hanno di Torino.
Anzi, per molte politiche, per esempio per le politiche dell'infanzia, visto che
abbiamo parlato di questo, è considerata una Città di avanguardia, che è stata in
grado e continua a essere in grado di mettere a disposizione dei cittadini politiche di
alta qualità e capaci di offrire alle famiglie quei sostegni e quelle prestazioni che
sono necessarie perché ogni famiglia possa, anche in una fase di crisi, guardare alla
propria vita con maggiore sicurezza.
Naturalmente, per fare tutto questo, si sono dovute fare, bisogna fare e occorrerà fare
delle scelte. Io condivido l'intervento che il Consigliere La Ganga ha fatto ieri,
quando ha sottolineato la necessità per continuare a governare una fase così difficile,
e al tempo stesso farlo senza compromettere servizi, prestazioni e investimenti, di
mettere in campo una politica fortemente innovativa nel reperimento delle risorse
finanziarie, nell'organizzazione della struttura della macchina Comunale,
nell'erogazione dei servizi e quant'altro. È quello che abbiamo fatto ed è quello che
stiamo facendo.
Anch'io condivido totalmente l'intervento che l'Assessore Passoni ha fatto qualche
minuto fa. Francamente trovo una curiosa contraddizione in chi, da un lato, ci chiede
continuamente di garantire che tutto quello che questa Città eroga rimanga a
disposizione dei cittadini; però, dall'altro lato, ogni qualvolta si prende una misura
che va nella direzione o di liberare le risorse necessarie, o di riformare le modalità
erogative per garantire quel servizio, o comunque qualsiasi progetto che vada in
questa direzione, si obietta che non si deve fare. Francamente questo atteggiamento
lo trovo contraddittorio, che mi pare una dismissione di responsabilità.
Se l'obiettivo comune è fare in modo che questa Città sia in grado di creare le
condizioni affinché nessun cittadino possa soffrire più di quanto già non soffre, per
effetto della crisi, e al tempo stesso questa Città sia capace di far maturare le
condizioni perché non si interrompa un dinamismo necessario per contrastare la crisi
e, quando ci saranno le condizioni, anche per uscirne, tutto questo richiede delle
scelte, che abbiamo fatto.
Nella relazione dell'Assessore Passoni sono indicate delle cose molto precise. È
indicato che abbiamo continuato a intervenire sulla riorganizzazione del personale e
sui suoi costi. È indicato che abbiamo agito sulla ricontrattazione di appalti e servizi.
Abbiamo avviato, con il concorso decisivo del Consiglio Comunale, il progetto di
riforma del decentramento, che va nella direzione di una riorganizzazione e di una
razionalizzazione delle risorse finanziarie e umane. Abbiamo avviato anche riforme
di sistemi erogativi, su cui bisogna essere chiari una volta per tutte, perché io non
dimentico che, per sei mesi, io e chi come me fece quella battaglia, siamo stati messi
alla berlina sul fatto che distruggevamo il welfare-state, perché passavamo in
affidamento, dalla gestione diretta, 9 asili nido su 54.
Poi, naturalmente, nessuno si è peritato di andare a vedere oggi come funzionano i 9
asili, scoprendo che quei 9 asili funzionano esattamente come gli altri 45, perché la
qualità delle prestazioni è la stessa, perché c'è un criterio di governo e di
monitoraggio costante e continuo da parte dell'Amministrazione; che i bambini e le
famiglie non pongono alcun problema in quei 9 asili nido; anzi, segnalo che in quella
riorganizzazione abbiamo ricavato 56 posti in più.
Cito questo esempio (non mi interessa la recriminazione, né la polemica, né vanto, né
medaglie; non fa parte del mio stile), per dire che forse quando si mette in campo una
qualche capacità innovativa, prima di dire subito che si sta distruggendo tutto, che si
mette in discussione il welfare, che si riducono le prestazioni, bisognerebbe forse
provare a mettersi tutti insieme per vedere come quell'innovazione può essere invece
un esercizio positivo per garantire, in altro modo, che i cittadini abbiano le stesse
prestazioni.
Credo che dobbiamo farne tesoro di quell'esperienza, nel senso che se vogliamo
garantire tutto ciò che si dice qui, che è stato sostenuto anche da certi emendamenti,
per ciò che riguarda i servizi educativi e i servizi socio-assistenziali, e io voglio
garantire tutto ciò che i cittadini hanno, se l'infanzia in questa città ha 700 servizi,
per quello che mi riguarda non bisogna passare a 699 servizi, ma, se è possibile, a
701 servizi. Però per farlo non si può dire che tutto deve rimanere come prima,
perché se tutto rimane come prima, quell'obiettivo non si consegue.
Allora, bisogna avere la capacità di introdurre fattori di riforma e di innovazione che,
avendo come bussola l'inalterata offerta di prestazioni, siano capaci di mettere in
campo tutte le modifiche in termini erogativi e riorganizzativi che sono necessari. E
io penso che ci siano tutte le condizioni per farlo.
Se noi dovessimo fare leva soltanto su risorse pubbliche è chiaro che non saremmo in
grado di garantire tutto quello che garantiamo. In questi anni ci siamo sforzati di fare
in modo che là dove non arrivavano risorse pubbliche, potessero arrivare altre
risorse, penso agli investimenti infrastrutturali.
Sta per essere ultimata - la inaugureremo a cavallo della fine dell'anno - in via
Caraglio il primo dei sette poli di housing studentesco a sostegno di Torino Città
Universitaria. Seicento posti letto, quindi non una piccola struttura, totalmente
finanziata da capitali privati. La regia è della Città, che determina una strategia di
allocazione di poli per housing studentesco e poi sollecita capitali privati a investire,
creando le condizioni della remuneratività di quel capitale, per il periodo della
gestione (20, 30, 40 anni). Ma questo l'abbiamo fatto, e questo è un modo per
continuare a investire mobilitando capitali privati per finalità pubbliche.
Dopo quello di Via Caraglio, stanno per iniziare i lavori per la trasformazione dell'ex
Manifattura Tabacchi, nel sito universitario delle scienze motorie, in cui verrà
realizzata un'altra residenza universitaria; così come la trasformazione dell'area
Combi, finalizzata a realizzare residenze universitarie alle spalle del polo
universitario di Economia, all'ex "Poveri Vecchi".
Potrei fare altri esempi, come quello dei parcheggi sotterranei pertinenziali, che sono
investimenti che la città vive, e che naturalmente, avendo meno risorse, si possono
fare perché mobilitano capitali privati. Io credo che si debba continuare a fare tutto
questo, avendo la capacità, ogni volta, di valutare come tutto questo possa essere
compatibile con la pianificazione urbanistica della Città, con le scelte strategiche che
la Città ha fatto, con la vita di ogni territorio.
C'è un tema che è stato evocato oggi in Aula. Il Consigliere Appendino ha detto che
vogliamo continuare a costruire supermercati. No, Consigliere Appendino, noi non
continuiamo a costruire supermercati. Per quello che riguarda questa
Amministrazione ha autorizzato supermercati di grandi dimensioni meno di qualsiasi
Amministrazione precedente, tanto per fare le cifre.
Il Consigliere Apendino non può non vedere un fenomeno che ci impone una
riflessione e una discussione seria su come si organizza la distribuzione
commerciale, ed è il cambiamento delle strategie dei grandi gruppi di distribuzione,
che mentre fino a 10 anni fa avevano come scelta strategica di allocare le proprie
attività in grandi strutture, di grandi dimensioni, in aree tangenziali alla Città, oggi
invece hanno cambiato completamente strategia e allocano le attività commerciali
direttamente nella città, con strutture di taglio molto più piccolo. Chiunque di noi può
dire quanti sono i Carrefour Express che si possono contare girando per la città. I
Carrefour Express sono l'emblema del mutamento di una strategia di distribuzione da
parte dei grandi gruppi.
Allora, un Consiglio Comunale serio, anziché demonizzare la distribuzione
commerciale, riflette sul fatto che c'è un cambiamento e discute su come teniamo
conto di quel cambiamento, sul piano urbanistico, sociale. E le scelte che facciamo le
riconduciamo a questo mutamento. Anche perché la realtà non è mai uguale a se
stessa, come sappiamo, stiamo dentro una società che non solo per effetto della crisi,
ma anche per effetto di altre dinamiche, ha una velocità di cambiamento e di
trasformazione enorme, che ci impone costantemente una capacità di relazione con i
mutamenti che intervengono nella nostra realtà, ai fini di governarli e di collocare
dentro una governance del cambiamento le scelte che vogliamo fare.
Rientra dentro questa logica anche la questione delle dismissioni. A parte il fatto che
io continuo a pensare che c'è una schizofrenia che ci riguarda tutti. Tutte le mattine
apriamo i giornali e prima di passare alla cronaca cittadina ci sono 30 pagine di
cronache nazionali. Ma sono tre o quattro anni che le cronache nazionali sono piene
del tema relativo alle dismissioni sul piano nazionale. È un tema di dibattito generale,
o è un tema inventato quando si dice che bisogna dismettere il patrimonio dello Stato
per liberare risorse? È un'invenzione quando si dice che bisogna aprire a capitali
privati le grandi società di cui è proprietario lo Stato, in toto o in parte maggioritaria,
e che bisogna riorganizzare le società partecipate? Sono tutte cose che s'inventa
questa Giunta della fame e della paura, o sono i temi del dibattito politico generale
dell'Italia da un po' di anni? (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Non so cosa
voglia dire, è una frase apodittica, poi mi spiegherà cosa vuole dire.
Dopodiché noi mettiamo in essere politiche di valorizzazione e dismissione del
patrimonio mobiliare e immobiliare in funzione di cosa? Quei soldi non li andiamo a
giocare al Casinò o nella Borsa di Zurigo, ma li liberiamo perché servono o sulla
spesa corrente o sul conto capitale, a finanziare le politiche che vengono qui
sollecitate.
Devo dire che la discussione di oggi sull'emendamento relativo all'allegato con
l'elenco degli immobili che dismettiamo, per quello che mi riguarda è qualcosa di
surreale, perché quattro di quegli immobili erano già stati oggetto di un'ampia
discussione sui giornali e anche in Aula, quando l'anno scorso la Cassa Depositi e
Prestiti fece la prima operazione, su incarico del Governo, di acquisizione di
immobili da parte di Amministrazioni statali e locali.
L'allegato è arrivato in questi giorni, perché una settimana fa, non a luglio, la Cassa
Depositi e Prestiti, su indicazione del Governo, ha deciso di riaprire un nuovo bando
per l'acquisizione, da parte di CDP, di immobili di proprietà di Amministrazioni
statali e locali. E siccome questo bando è stato deciso una settimana fa, si è
presentato un emendamento allegato che facesse il punto degli immobili che possono
essere presi in considerazione (poi vedremo), al fine di liberare risorse che ci
consentano di soddisfare gli impegni che dobbiamo garantire con il conto capitale.
Allo stesso modo la dismissione di partecipazioni societarie.
Il tutto viene finalizzato a garantire una razionalizzazione delle risorse e un loro
migliore uso. Peraltro segnalo che questo dibattito che stiamo facendo in Aula, si
svolge, oltre che nel Parlamento nazionale, anche in molti altri Consigli Comunali,
perché questo tema ce l'hanno di fronte tutte le Città italiane.
Noi dobbiamo essere, da un lato, ovviamente consapevoli di tutte le difficoltà, e io
per primo credo di esserlo; al tempo stesso, però, dobbiamo anche sapere che le
difficoltà non basta denunciarle ed evocarle per superarle. Le difficoltà le devi aver
presente, perché è il dato cognitivo da cui devi partire. Dopodiché devi mettere in
campo delle strategie con le difficoltà per gestirle e superarle. Questo è il tema.
Ho sentito molti interventi che spiegano che noi non siamo capaci di fare il nostro
mestiere, che sbagliamo tutto, ma non ho sentito una sola proposta alternativa a
quello che la Giunta ha avanzato con il suo Bilancio. (INTERVENTO FUORI
MICROFONO). Noi ci sforziamo di fare le cose e di reperire le risorse, e se ci viene
detto che tutto quello facciamo è sbagliato, io vi invito a spiegarci qual è la cosa
giusta che dobbiamo fare. Voglio sapere quanti sono in grado di redigere un Bilancio
e di venire in Aula a proporre un Bilancio alternativo a quello che ha presentato
l'Assessore Passoni. Se qualcuno ne è capace, io sono ben lieto di accoglierlo. Se è
migliore di quello dell'Assessore Passoni, me ne rallegro. Vorrei che lo si
presentasse, per favore. Perché a spiegare che è tutto sbagliato e che il problema è un
altro o bisogna fare altre cose, buona notte. Siccome ho 65 anni e faccio politica da
un po' di anni, di gente che mi ha spiegato che bisognava andare oltre, che bisogna
fare altre cose, nella mia vita ne ho incontrato tanta, e non mi diverte più. E
comunque non mi pare più che sia utile.
Il problema è se si hanno delle proposte che sono alternative e migliori, ben vengano.
Tra l'altro, la finalità di un'Assemblea elettiva di rappresentanza è anche quella di
mettere a confronto proposte. Quando mi sono insediato in questo banco, tre anni fa,
ho detto che la Giunta non si blinda e non si chiude di fronte a proposte che vengono
dall'opposizione, o dalla sua stessa maggioranza, che non siano state maturate dentro
la Giunta, perché è dovere di chi ha una funzione di governo misurarsi a confrontarsi
in modo dialettico con l'Assemblea rappresentativa dei cittadini. E tutto ciò che può
venire di utile, per quello che ci riguarda, noi siamo pronti ad accoglierlo.
Però, ripeto, io sollecito che si faccia uno sforzo di proposta, non soltanto uno sforzo
di denuncia. Non perché le denunce siano inutili, ma una denuncia a cui non
consegua una proposta, rischia di essere sterile e vana.
In conclusione, penso che abbiamo presentato un Bilancio che avrà necessità
naturalmente di un completamento in fase di assestamento, che parte dalla
consapevolezza che la città ha tantissime energie, tantissime risorse e tantissime
potenzialità. Questa è una città ricca di energie e il dovere di chi governa una città è
quello di creare le condizioni perché ciascuna di queste energie possa esprimersi al
meglio.
Questo è l'obiettivo che ci muove. E io credo che, in molti campi, questo l'abbiamo
fatto e lo stiamo facendo; tra l'altro, con un riconoscimento da parte della società
torinese, che - vi garantisco - non corrisponde a quello che spesso ascolto qui dai
banchi dell'opposizione. È diverso. Poi può darsi che mi sbagli io, però questa non è
una città che non è governata, questa è una città che è governata ed è una città che
tutti i giorni si misura con la crisi.
Io non ho mai sostenuto che a Torino non c'è la crisi. Questa accusa è ricorrente, l'ha
ripetuta anche il Consigliere Appendino nel suo intervento. Non ho mai detto questo.
In questa città c'è la cassa integrazione, ci sono i lavoratori in mobilità, ci sono delle
famiglie che hanno visto ridotto il loro reddito, sono raddoppiati il numero degli
sfratti, c'è una condizione di precarietà e di incertezza che investe una parte non
piccola della popolazione della nostra città. È chiaro? Ne sono assolutamente
convinto.
Dopodiché, detto questo, Torino non è solo questo. Torino è anche 2 Università di
eccellenza, con 100.000 studenti, 30.000 dei quali da fuori Regione: 20.000 italiani e
più di 10.000 stranieri.
Torino è il più grande bacino automotive, con imprese di tecnologia e di produzione
di eccellenza, che anche nella crisi hanno continuato a esportare e sono un punto di
forza del sistema produttivo non solo di questa città, ma di questo Paese.
Torino è un sistema culturale di eccellenza, che è stato riconosciuto anche in queste
settimane dalla riunione dei vertici dei Ministri degli Esteri e della Cultura a Torino.
È una città con un patrimonio straordinario, che si trova a essere in un punto di
avanguardia nel campo della cultura del nostro Paese.
Torino è sede di centri di ricerca, di innovazione, di tecnologia.
Anche questo è Torino. Noi abbiamo il dovere di vedere le due facce, tutte e due. E
le dico di più, Consigliere Appendino. Noi dobbiamo essere consapevoli che il
rischio è che le due Torino si allontanino. Quindi sono ben consapevole di quale sia
il problema. Ma se voglio essere capace di tutelare la parte più debole, ho bisogno
anche di valorizzare la parte più forte, perché se mi occupo solo dei deboli e non creo
condizioni per la parte più forte, non ce la farò neanche a rappresentare e tutelare i
deboli.
Delle due Torino dobbiamo occuparci, cercando il più possibile di creare una
saldatura, perché poi in fondo qual è il problema che ha l'Italia, e quindi anche la
nostra città? È che siamo in questa condizione perché questo Paese non cresce. Ma
attenzione, se vogliamo farlo crescere, la condizione fondamentale è rimettere in
moto gli investimenti, rimettere in moto la mobilitazione di capitali e di tecnologie, è
rimettere in moto le intelligenze. Se rimetti in moto la crescita, avrai anche più
risorse per occuparti di chi è in condizioni di povertà.
Quindi delle due Torino dobbiamo occuparci, facendo in modo ogni giorno che le
due città non si allontanino, ma trovino - il più possibile - punti di contatto, di
complementarietà, facendo in modo che la Torino più forte sia in grado di mettere
quello che produce, esporta, accumula, pensa a vantaggio non soltanto di sé, ma di
tutti, a partire anche dall'altra Torino. Questo è il tema.
Io penso che tutti i giorni noi lavoriamo per questo obiettivo. Vi ringrazio
dell'attenzione.

LEVI Marta (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Ricca.

RICCA Fabrizio
Il Sindaco è davvero bravo con le parole, però noi abbiamo un Bilancio che, come
abbiamo potuto appurare in questa giornata, è stato un massacro. La città di Torino e
i suoi cittadini escono con le ossa a pezzi da questo Bilancio. Quest'anno abbiamo
avuto 27 milioni di Euro quest'anno di tagli; in una settimana il Governo decide di
prenderci ulteriormente a schiaffi, comunicando su internet, senza avvisarci, un
ulteriore taglio di 8 milioni di Euro. Questo, forse, anche per colpa di chi dice sempre
di sì.
Abbiamo tagliato tutto, abbiamo portato all'osso qualsiasi cosa, e i torinesi ne
pagano le conseguenze i torinesi, perché noi possiamo avere due Università,
possiamo avere il Polo dell'automotive, possiamo avere la cultura, ma i torinesi
domani e dopodomani si troveranno nella stessa condizione di ieri, ovvero non ci
sono soldi per fare le cose.
Noi votiamo un Bilancio da commissariati, perché questa di oggi è la dimostrazione
che siamo commissariati. Se ci dicono fate così, noi abbassiamo la testa e facciamo
così. Sindaco, sono anni che si dice che si deve dismettere, ma visto chi ci ha
governato negli ultimi tre anni, forse è meglio smettere di ascoltare questa gente,
perché negli ultimi tre anni l'Italia è andata sempre più a picco. Ci troviamo in
deflazione, chi doveva intervenire non è intervenuto, non ha fatto niente. Anzi, ha
aspettato, ha rimandato, tant'è che è il secondo anno di fila che ci troviamo a fine
settembre a dover votare un Bilancio.
Quindi, io inizierei a ragionare sul perché dobbiamo dismettere. Io non credo che le
dismissioni siano una dei grandi temi nazione; forse è ora di rivalorizzare quel
patrimonio, di rimetterci in piedi, rimetterci a lavorare su quelle che sono le basi che
già oggi abbiamo, perché pensare di vendere oggi per pagare l'affitto domani, vuol
dire che dopodomani non avremo niente più da vendere e non avremo più una base
su cui poter lavorare. Anzi, avremo regalato il nostro patrimonio, perché in fase di
difficoltà si svende, come è successo con le nostre partecipate, e ci troveremo nella
condizione di non avere più niente.
Dato che il Sindaco dice tante belle cose, voglio leggergli una e-mail di una mamma,
che è giunta a tutti i Consiglieri: "Buongiorno a tutti, mi chiamo... e sono una delle
tante mamme che ha i figli che vanno a scuola. Solo qualche giorno fa sono venuta a
conoscenza delle tariffe che il Comune di Torino ha deciso per le scuole dell'infanzia
e per le scuole primarie nell'anno scolastico 2014-2015. Sono rimasta sconvolta dalle
cifre che ho visto nel prospetto ISEE. Volevo solo far sapere che come me tante altre
famiglie sono monoreddito e non è accettabile, a mio modesto parere, che ci siano
delle cifre così elevate per la mensa scolastica. Nello specifico mi riferisco a quelle
della scuola primaria, perché ho una bambina che frequenta la prima elementare e un
bimbo che fa il secondo anno di materna. Il Comune dovrebbe aiutare le famiglie e
non tassarle in questo modo".
Questo è quello che pensano i torinesi, perché dire non aumentiamo la pressione
fiscale, magari è vero, però gliela aumentiamo indirettamente. Se vogliamo aiutare i
torinesi, dobbiamo iniziare a dire no allo Stato, perché se ci tagliano 312 milioni di
Euro in cinque anni, evidentemente è perché noi gliel'abbiamo lasciato fare, perché
nessuno ha battuto i pugni.
Quindi, anche se ormai ho perso la speranza, io mi aspetto che qualcuno da qui vada
a Roma e magari dia anche due "schiaffi" politici a chi tutti gli anni decide questi
tagli, perché se quest'anno ci sono 51 milioni di Euro di tagli, il prossimo anno
potranno essere 40 e nel 2016 potranno essere zero, perché tanto noi abbiamo le
partecipate da vendere.

PORCINO Giovanni (Presidente)
La parola al Consigliere Greco Lucchina.

GRECO LUCCHINA Paolo
Ho ascoltato attentamente il Sindaco e l'Assessore Passoni. Voglio iniziare con una
mia riflessione tecnica, che altro non fa che riprendere quello che è stato il mio
contributo al dibattito di ieri. Io sostengo che, alla fine, non ci rassicurano tutte le
azioni che avete messo in campo per garantire il bilanciamento strutturale tra entrate
e spese, anche ovviamente per quel che concerne il prevenire una compromissione
degli equilibri della parte corrente.
È chiaro che si registra una forte incertezza sulle entrate di natura tributaria, che di
pari passo vanno con il costante adeguamento al Fondo di svalutazione crediti, che è
sostanzialmente sostenuto dalle contravvenzioni, e quindi è a carico dei cittadini
torinesi.
Riconosciamo al Sindaco la sostanziale riduzione, anche se non significativa, della
spesa per il personale e di un progressivo ridimensionamento del debito in termini
generali dell'Ente. Il Sindaco Fassino ha ragione a fare un'arringa ogni volta che si
parla di Bilancio e gli riconosciamo che non è Chiamparino, perché il Sindaco
Fassino sta proseguendo con una sua azione per ridurre il debito dell'Ente.
Chiamparino ha fatto una cosa diversa, e il Sindaco Fassino si è trovato a gestire con
enormi difficoltà (il Sindaco stesso ha citato i mancati trasferimenti dallo Stato e
dalla Regione) una situazione estremamente grave. Potrei ricordarle una serie di
cose, che ho già avuto modo di citare.
Chiaramente non ci è piaciuto il venir meno di quello che era un vero e proprio
obiettivo programmatico: non ricorrere a nuovo indebitamento. Lo abbiamo fatto con
l'accensione di un mutuo di 16 milioni di Euro nei confronti della Cassa Depositi e
Prestiti e il Sindaco ha ricordato il decreto "Sblocca Crediti". Se a questo
aggiungiamo il gettito della TASI, qualche onere di urbanizzazione e le dismissioni
patrimoniali (vedremo come andranno a finire, perché in conto capitale ci sono solo
le Farmacie Comunali), allora anche quest'anno chiudiamo il Bilancio.
Però, Sindaco, con quale programmazione? Questo è un Bilancio tecnico, è un
Bilancio di difesa. Noi non ci sottraiamo alla sua riflessione di contribuire a questa
programmazione, per cui proveremo a farlo concretamente in fase di assestamento,
se ce ne darete l'occasione.
Ho ascoltato con attenzione il Sindaco quando ha ripreso le considerazioni espresse
in questi giorni dal Consigliere La Ganga, in merito alla riorganizzazione della
macchina Comunale, al fatto che bisogna compartecipare tutti e al fatto che bisogna
attrarre nuovi investimenti. Però, dall'analisi che ha fatto il Sindaco e da quello che è
stato un processo periodico a cui ho assistito concretamente, perché sono Consigliere
Comunale solo da tre anni, io al dinamismo a cui il Sindaco fa sempre riferimento,
aggiungo la parola coraggio, perché ho il timore che tra qualche anno, per tutte le
motivazioni espresse dal Sindaco, non potremo garantire i servizi a domanda
individuale. Allora ci sarà un solo modo per uscire da questa empasse, cioè
comportarsi come si comportano alcune Città del Nord Europa, che garantiscono
l'erogazione del servizio solo con il pagamento da parte di chi usufruisce del
servizio.
Concludo dicendo che quando il Sindaco si rivolge all'opposizione lo fa con estrema
onestà intellettuale; però, deve avere la stessa onestà intellettuale anche quando parla
dei supermercati, perché io mi ritrovo nelle dichiarazioni del Consigliere Appendino.
Nei mesi scorsi ho avuto modo di andarmi a rileggere le Linee programmatiche di
Sergio Chiamparino, in cui l'ex Sindaco diceva che non voleva i supermercati. Ora, è
chiaro che se vogliamo attrarre investimenti privati abbiamo la necessità di offrire
una soluzione che permetta al privato di realizzare dei profitti, ma il modello
supermercato oramai è superato e non basta più. Il Sindaco parlava dei Carrefour
Express; per me il Carrefour Express in via Amendola non ci deve stare. Questione
di punti di vista.
Per tutte queste motivazioni, il Nuovo Centrodestra non può assolutamente approvare
questo Bilancio. Quindi, il nostro voto sarà contrario.

PORCINO Giovanni (Presidente)
Ricordo che i tempi di intervento sulle dichiarazioni di voto non sono raddoppiati,
per cui rimangono cinque minuti, come previsto ordinariamente.
La parola al Consigliere Tronzano.

TRONZANO Andrea
Assessore, la sua abilità nel ridurre il debito della Città nasconde naturalmente 25
milioni di Euro di nuovi mutui, ma questo fa parte di una polemica politica che
abbiamo già affrontato.
Detto questo, voglio iniziare il mio intervento sulla Cassa Depositi e Prestiti, che mi
sta molto a cuore. Al Sindaco dico che utilizzare soldi dalla Cassa Depositi e Prestiti
per fare investimenti, può essere una cosa saggia. Le ricordo però che la Cassa
Depositi e Prestiti raccoglie 200 miliardi di risparmi dei cittadini. Se lei utilizza
questi soldi per comprare dei palazzi a disposizione della Città di Torino, secondo
me, non è un buon investimento, perché credo che in questo momento ci sia un
saccheggio - glielo ripeto per l'ennesima volta - della Cassa Depositi e Prestiti, e
credo che non sia una cosa saggia, signor Sindaco.
Visto che lei è un componente autorevole di questo organo, la prego di valutare con
grande attenzione che sono 200 miliardi di Euro raccolti dai piccoli risparmiatori
come noi. Questo lo voglio dire come primo punto, perché mi sembra assolutamente
fondamentale farglielo notare. Poi naturalmente farete cosa credete.
Secondo argomento. Alcune riforme le potete fare solo voi, signor Sindaco, non c'è
niente da fare. Il mio Partito, Forza Italia, non è riuscito a fare le riforme di
ammodernamento dell'Italia. Il PD dirà che è stata colpa nostra, noi diciamo che le
condizioni ambientali non ci hanno consentito di farle. Le potete fare solo voi. Ne
abbiamo preso atto. Vi chiediamo allora di farle.
Le ripeto un'altra cosa che, secondo me, non è in linea con il vostro intendimento
nazionale di fare delle riforme vere che servano a questo Paese: in questa città non
avete ancora attuato le dismissioni. Una parte della vostra maggioranza vi blocca,
non le avete ancora fatte, ma il peggio, signor Sindaco, sempre da un punto di vista
politico, non da un punto di vista strategico, che compete a lei, credo che sia quello
di vendere a una parte di nuovo pubblica, come IREN, ad esempio. È
sostanzialmente un giro di denaro sempre all'interno del settore pubblico.
Conseguentemente credo che anche questa non sia una cosa saggia.
La terza considerazione sono i tagli lineari. Quante critiche quando eravamo noi al
Governo nel 2001, 2002, 2008, 2009: "fate i tagli lineari, siete dei disgraziati". Oggi
li fate voi e nessuno dice niente. Io voglio dirlo perché rimanga a verbale: i tagli
lineari sono sempre tagli lineari, sia che li faccia Tremonti, sia che li faccia
l'Assessore Passoni, pur con dimensioni diverse.
Faccio un complimento all'Assessore Passoni, perché ritengo Tremonti un grande;
altrettanto ritengo che Passoni sia un ottimo Assessore al Bilancio, naturalmente con
delle idee diverse dalle mie. Quindi, all'Assessore rivolgo indirettamente un
complimento, ma i suoi tagli lineari sono uguali a quelli di Tremonti; però, la
maggioranza di questo Consiglio Comunale non ha sollevato nessuna critica nei
confronti dei tagli lineari decisi dall'Assessore Passoni.
Inoltre, Sindaco, visto che lei è un autorevole esponente della politica, le dico basta
con i Bilanci dei Comuni presentati a settembre. Lo so che non è colpa del Sindaco,
però basta. Piuttosto, visto che i Consiglieri Centillo e Curto si prodigano, ogni tanto,
di presentare delle proposte di mozione importanti, provate a fare un ordine del
giorno con cui chiedete al Governo, che è il vostro Governo, di smetterla con questi
Bilanci Preventivi a settembre. Ho citato il Consigliere Curto per dire che ogni tanto
fa delle cose importanti, anche se i 150.000,00 Euro per il freddo potevano essere
spesi diversamente. Comunque è una scelta legittima, quindi non la contesto.
Però, siccome presentate anche dei provvedimenti importanti, fatene uno con cui
chiedete al vostro Governo che la finisca di programmare i Bilanci Preventivi alla
fine dell'esercizio finanziario; altrimenti, Assessore, che cosa stiamo a fare qui noi
Consiglieri?
Naturalmente questo lo collego al fatto che me ne sono fregato di questo Bilancio (lo
dico proprio senza nessun problema), perché è un Bilancio tecnico, in cui non ci sono
cifre chiare. Credo che sia un Bilancio inutile, nella sostanza; come anche questa
discussione così protratta. Noi però faremo attenzione - e questo lo voglio
sottolineare - al Bilancio di assestamento. Quello sì che ci interessa. Però anche in
questo caso, purtroppo, Assessore e Sindaco, arriviamo alla fine del 2014. Quindi
forse varrà per il 2015. Speriamo che lei possa prendere qualche nostro suggerimento
per il 2015. Su questo tema…

PORCINO Giovanni (Presidente)
La invito a concludere, Consigliere Tronzano.

TRONZANO Andrea
Scusi, Presidente. Su questo tema vi dirò chiaramente che noi cercheremo di dare
spazio alle imprese e ai cittadini, per mettere loro un po' di soldi in tasca.
(INTERVENTO FUORI MICROFONO). Questa è demagogia? Va bene. Però
presenteremo proposte concrete sulle imprese e sui cittadini e ve le faremo vedere.
Io credo che in questa fase, Assessore, i servizi cimiteriali, le mense scolastiche, il
suolo pubblico, l'edilizia, perché io continuo a sentire parlare di edilizia da voi e
continuo a vedere pratiche che costano fino a 600,00 Euro…

PORCINO Giovanni (Presidente)
Consigliere Tronzano, deve concludere.

TRONZANO Andrea
Ho finito, Presidente. Dicevo che continuo a vedere pratiche edilizie che costano fino
a 600,00 Euro. Quindi, su questi quattro temi, ma di cosa stiamo parlando? Sono
diminuite le tasse? No, andate a vedere, non sono diminuite. Sono aumentate. Quindi
è inutile che continuiamo a fare questa retorica sulla diminuzione delle tasse.
Torino continua a essere una delle città più care, dal punto di vista delle tasse,
conseguentemente è meno appetibile, nonostante tutti i proclami che noi stiamo
cercando di fare.
Presidente, grazie per aver atteso ancora qualche istante. Concludo rispedendo al
mittente le critiche del Sindaco e del Consigliere Altamura. Le proposte
dell'opposizione sono sempre arrivate molto puntuali, come ad esempio sulla tassa
rifiuti; alcune sono state accettate, alcune no, però sono sempre arrivate. Quindi noi
siamo propositivi, signor Sindaco, e non abbiamo mai nascosto i nostri intendimenti.

PORCINO Giovanni (Presidente)
La parola al Consigliere Appendino, per dichiarazioni di voto.

APPENDINO Chiara
Ringrazio il Sindaco per il suo intervento e anche per l'enfasi che ci ha messo, che
riconosco. Non ripeto tutto quello che ho detto ieri, anche perché ho percepito che ha
ascoltato l'intervento anche facendo più volte riferimento alle cose che ho dichiarato,
però, signor Sindaco, su una cosa proprio non siamo d'accordo e forse non lo saremo
mai, penso che il rapporto tra Istituzione e cittadino si debba basare su un punto
cardine che è la trasparenza, la lucidità nel raccontare i fatti.
Signor Sindaco, oggi non può venire in Aula a dirci che non sono stati tagliati i
servizi, che l'offerta è rimasta inalterata, addirittura - spero di aver capito male - ha
detto che non è cambiata la capacità di investimento della Città.
Ma guardiamo i numeri, signor Sindaco. Ma guardi i numeri! È diminuita, ma va
bene. Cioè non va bene, ma dica le cose come stanno, perché, signor Sindaco, lei
magari va in giro e all'estero dicono che la Città di Torino è la migliore del mondo,
ma qui un cittadino, quando si sente dire che la quantità di investimenti non è calata,
guarda i numeri e le ride in faccia, signor Sindaco. Le ride in faccia, perché è da qui
che si parte. Bisogna raccontare le cose come stanno.
Magari esagero da un punto di vista - come dice lei -, ma i numeri sono numeri,
signor Sindaco, i tagli sono tagli. E qua nessuno sta dicendo che siete incapaci a
tagliare o siete incapaci a fare un Bilancio, bisogna raccontare le cose come stanno e
non tollero la mistificazione della realtà, perché diventa propaganda politica e non è
tollerabile in un momento del genere.
Lei parla di grande dinamismo? Bene, ma cos'è questo dinamismo? Di cosa si tratta?
Continuate a puntare su una leva, e lei ha fatto riferimento ai centri commerciali, che
non c'è più. I costruttori, signor Sindaco, non possono essere uno dei punti
fondamentali su cui basare l'economia di questa Città. (INTERVENTO FUORI
MICROFONO). No, non ha detto il contrario. E sa perché lo dico? Perché i numeri
dicono che quella leva è già stata sfruttata e non è più utilizzabile.

PORCINO Giovanni (Presidente)
Non interloquiamo, Consiglieri.

APPENDINO Chiara
Seconda cosa, signor Sindaco, lei dice che la Città - diciamola come vogliamo - non
è piegata dalla crisi. Però quando leggo un rapporto che dice che un torinese su dieci
è in povertà, e sappiamo cosa vuol dire, non è vulnerabile, è in povertà, non posso
pensare che addirittura il divario tra la Città povera e la Città ricca sia un bene, signor
Sindaco. Come fa a dirmi che lei deve utilizzare la Città ricca per poter restituire
qualcosa alla Città povera?
Il fatto che il divario sia aumentato in questi anni, che lo dice il Rapporto Rota, vuol
dire che questa cosa è già stata smentita dai fatti, non funziona, perché il divario
aumenta, non diminuisce. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). No, non ha detto
questo, ha detto esattamente il contrario, signor Sindaco, e io mi preoccupo, perché
io vivo come lei la Città, o forse no, viviamo zone diverse, e quello che io vedo è una
Città diversa da quella che vede lei.
Vedo il Politecnico, certo, lo vedo, vedo l'Università. Ma vedo anche dei poveracci,
vedo una FIAT, che lei continua a dire che c'è, che non c'è più, perché gli
investimenti sono diminuiti e lo dicono anche qui i numeri, perché le auto prodotte a
Torino sono diminuite e lo dicono anche qui i numeri.
La prego, signor Sindaco, di non fare come ha fatto anche in replica oggi, che ha
annunciato l'ennesimo grande risultato che è questa carta. Ben venga quella a cui si
riferiva, ma non è questo che i cittadini vogliono, signor Sindaco. Non sono gli
annunci. Non è parlare del 2026. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). No, non
ci intendiamo, lo so. Evidentemente c'è una distanza enorme, però penso
sinceramente che in una situazione del genere gli annunci non risolvano.
Terzo tema: la programmazione. Signor Sindaco, penso che ci sia un problema, e
l'ho detto anche con molta onestà intellettuale nel mio intervento, che vivete voi
come Giunta, che vive il Consiglio come maggioranza e opposizione, diventa molto
difficile intervenire nelle politiche, quando di fatto non si può programmare, è
difficile per voi ed è difficile per noi.
Però non può venirci a dire che in questo Bilancio ci sono solo critiche e non ci sono
proposte, perché ci è stato detto che non era possibile emendare di fatto nel merito
questo Bilancio, che dovevamo farlo in assestamento. Quindi questa sua critica la
rimando al mittente.
Inoltre, quando lei mi dice che non proponiamo nessun modello, non abbiamo
proposte, guardi, le faccio un esempio pratico che ho fatto anche ieri un po'
nell'intervento, ma torno nel merito. È il terzo anno che sono in Commissione
Cultura ed è il terzo anno che vedo l'Assessore Braccialarghe venire in Commissione
e dirci che siamo in una situazione d'emergenza, perché approviamo il Bilancio a sei
dodicesimi o a nove dodicesimi. È mai stata fatta una proposta da parte vostra di
riformare questo sistema di finanziamento alla Cultura? No, non è mai stato fatto
nulla. Non è mai stato fatto nulla.
Quel sistema lì non regge, signor Sindaco. Quando l'emergenza si ripete
continuamente, perché siamo in fase emergenziale ormai da tre o quattro anni,
bisogna ridisegnare un modello, che non vedo da parte vostra. L'abbiamo fatto noi.
Probabilmente ce lo boccerete, ma non vedo nulla. Quindi quando si parla di
innovazione e ridisegnare un qualcosa, vuol dire… (INTERVENTO FUORI
MICROFONO). No, signor Sindaco. (INTERVENTO FUORI MICROFONO).
Allora, lei provi a vedere che anche da questa parte ci sono delle proposte, perché ci
sono delle deliberazioni protocollate.
Quindi, sinceramente concludo dicendo che non voteremo questo Bilancio,
sinceramente, signor Sindaco, la invito - l'ho fatto ieri, lo rifaccio oggi - a cercare di
disegnare e raccontare la Città così com'è, nel bene e nel male.

PORCINO Giovanni (Presidente)
Concluda, Consigliere.

APPENDINO Chiara
Sto concludendo. La invito anche a partecipare di più alle Commissioni e ad
informarsi su quello che facciamo, perché in realtà proponiamo e lavoriamo nel
merito.
Poi, ultima cosa, per favore, quando cita modelli di innovazione e nuovi strumenti e
nuovi disegni, non mi parli delle esternalizzazioni, perché non vedo nulla
nell'innovazione e nel tema delle esternalizzazioni; invece le proporrei di parlare…

PORCINO Giovanni (Presidente)
Deve concludere, Consigliere.

APPENDINO Chiara
Sto chiudendo. Le proporrei invece di pensare e parlare di strumenti che coinvolgano
il cittadino. Ad esempio, ci sono già strumenti in atto che stanno migliorando il
rapporto tra cittadino ed Istituzione, lo si sta sperimentando in alcune Circoscrizioni.
Quindi la invito sinceramente, quando parla di innovazione, di utilizzare le parole nel
modo giusto.

PORCINO Giovanni (Presidente)
La parola al Consigliere Ambrogio.

AMBROGIO Paola
Signor Sindaco, ho ascoltato con attenzione il suo intervento e devo dire, come
hanno riscontrato anche i Colleghi, che è stato bravo, ha confermato comunque di
conoscere i problemi che riguardano Torino, i problemi della nostra crisi, i problemi
dell'occupazione, i problemi che derivano dal lavoro, il problema casa e ci ha anche
detto che secondo lei la Città sta puntando sui poli di eccellenza, quindi la cultura, il
patrimonio immobiliare, cioè fonti che, in qualche modo, dovrebbero compensare il
problema della crisi e la Città intende potenziare questi settori, questi poli di
eccellenza. Peccato che poi ci troviamo oggi, invece, a dover approvare un Bilancio
con 27 milioni di tagli, venerdì la presentazione di questi ulteriori 8 milioni di tagli
lineari, su cui non abbiamo in effetti assistito ad una sommossa popolare, ma tutti
l'hanno accettato con una grande calma.
Allora, mi chiedo se non c'è programmazione, al di là dei meno, meno, meno, di tutti
i tagli, che vanno dai 2.000,00 Euro della Protezione Civile a qualche altro migliaio
di Euro dell'Ambiente o dell'Urbanistica, oltre a quello con le cifre più consistenti,
l'unico segno positivo in questo Bilancio - lo diceva prima qualche Collega - era
invece l'emergenza freddo. Mi chiedo come faremo ad intervenire, a compensare e a
dare le risposte che i torinesi ci chiedono sui problemi che li riguardano.
Non credo che i grandi poli di eccellenza di cui parlava potranno dare soluzioni
nell'immediato. Qualcuno prima ha letto una delle tante lettere che arrivano
quotidianamente ai vari Consiglieri, per i vari Settori e che ci pongono problemi
concreti che riguardano la Città.
Noi ci impegneremo comunque, anche nella fase di assestamento, a non deluderla e a
farle delle proposte, vedrà che dalla minoranza arriveranno e queste potranno essere
un valido suggerimento anche per l'Assessore Passoni.
Come ha anticipato ieri il mio Collega, il Capogruppo Marrone, non parteciperemo
alla votazione, perché questo non è un Bilancio da votare, ci aspettavamo che anche
lei, non solo come Sindaco di una Città capoluogo, ma anche come Presidente
dell'ANCI, facesse qualcosa in più e battesse i pugni per opporsi ai tagli che gli Enti
Locali non sono più in grado di sostenere. A questo non abbiamo assistito, finora
nulla è stato fatto e, quindi, non voteremo il Bilancio.

PORCINO Giovanni (Presidente)
La parola al Consigliere Curto.

CURTO Michele
Grazie signor Sindaco, grazie Assessore Passoni per quella che comunque è stata una
Sessione di Bilancio difficile e faticosa, che si è aperta con un taglio comparso sugli
schermi dei sistemi informativi della Città di Torino nella notte di poco più di una
settimana fa e che abbiamo provato, io credo, tutti quanti insieme a gestire.
Io penso che questo non può, signor Sindaco, esimerci dal valutare politicamente,
non soltanto in una generica linea che registra l'andamento dei finanziamenti agli
Enti Locali negli ultimi anni. Dal 2011 quando ci siamo insediati, abbiamo visto alla
guida del Paese tre Governi, tre Ministri delle Finanze (Tremonti, Monti, Letta) e ora
il Governo Renzi, che hanno dato all'andamento dei trasferimenti agli Enti Locali un
indice di una discesa progressiva che lei prima fotografava.
Dal Consiglio Comunale di una delle principali Città d'Italia, ex capitale, che ha
come Sindaco l'ultimo segretario del più importante Partito della sinistra italiana e il
Presidente dell'ANCI, io penso, Sindaco, che oggi dovremo dire qualche parola in
più e dire che è immorale e inaccettabile ed è macelleria sociale pensare di tagliare
nella notte le risorse alla base dell'architrave democratico dell'impalcatura
democratica, dire che non c'è nulla di nuovo, di moderno nel tagliare agli Enti Locali
e ai servizi per i cittadini, dire che questo sicuramente non genererà un meccanismo
anticiclico che è quello di cui il nostro Paese avrebbe bisogno.
So che lei condivide in cuor suo le cose che sto dicendo. Sappiamo entrambi che una
differente valutazione politica del Governo ci impediscono di condividerle anche
pubblicamente.
Tutto ciò premesso, signor Sindaco, penso che in questo Bilancio si sia fatto quanto
si poteva e sarebbe un po' ingeneroso non riconoscere a tutte le componenti della
maggioranza di aver responsabilmente dato corso a tutti gli interventi che si potevano
mettere in campo. Per esempio, penso a quella decisione di dismettere le Farmacie
Comunali che non ci ha visto discutere, non perché non avremmo voluto farlo, non
faccio responsabilità a nessuno, ma perché non abbiamo potuto farlo, eppure in
poche settimane ci siamo trovati responsabilmente tutti quanti d'accordo a
proseguire.
Penso, per esempio, a quella scrittura, a quella posta di Bilancio che fa riferimento
alla scelta urbanistica che riguarda l'area ex Combi. Se n'è discusso quest'estate,
eppure trova posto e posta nel nostro Bilancio, senza che questa discussione sia
conclusa, proprio perché siamo convinti tutti quanti, anche Sinistra Ecologia e
Libertà, che questo sia il miglior governo possibile della Città in questo momento e
che, quindi, insieme dobbiamo andare avanti.
Per questo, Sindaco, credo che sarebbe poco produttivo scambiarci accuse o darci
voti su chi meglio o su chi più responsabilmente interpreta questo momento della
crisi della Città, senza invece vedere il cammino e il percorso fatto insieme e senza
capire che ci sono alcune cose su cui noi, come Gruppo politico, continuiamo a
pensare di avere la responsabilità di ricordare a questa maggioranza quali erano le
premesse con cui ci siamo presentati ai cittadini e con cui governiamo la Città.
Il tema delle dismissioni che è stato inaugurato per esempio nel dibattito nazionale,
Sindaco, fu inaugurato pochi mesi dopo che un referendum aveva chiamato la nostra
gente, la vostra gente ad esprimervi su quale fosse il parere democratico e popolare
sulla percezione della gestione della cosa pubblica e del bene comune.
Cosa diversa è entrare nei singoli provvedimenti, fare fatica, violentarsi alcune volte
rispetto ai propri credo, alle proprie utopie e alle proprie idee rispetto al possibile e
all'esistente. Ma quell'orizzonte, quella prospettiva che è di contrasto al
neoliberismo, penso che non possiamo dimenticarla, né accantonare e non possiamo
con infingimenti non ricordare quello che la nostra gente ci ha detto.
Sindaco, credo che di idee in questa maggioranza ce ne siano tante e ci sia anche il
grande sforzo di portarle al dibattito collettivo e comune.
Le faccio un esempio che arrivava un anno fa e che a un anno di distanza credo
fotografi bene l'impossibilità spesso che queste idee diventino politiche pubbliche.
Un anno fa quest'Aula, questa maggioranza approvò tutta insieme una mozione sul
tema della marginalità sociale, provò - devo dire, facendo squadra con l'Assessore al
Bilancio - a trovare le risorse, oggi la richiamiamo "emergenza freddo". Eppure in
quella discussione non solo questa maggioranza tutta attivò una parte della Città che
ci ha permesso, e lo sa il Presidente Centillo, lo sa il Vicesindaco Tisi, lo sanno i
Capigruppo, di far partecipare ad un ridisegno dei servizi, proprio in virtù delle cose
che dicevamo in tanti l'altro giorno, un mondo diffuso della Città.

PORCINO Giovanni (Presidente)
La invito a concludere, Consigliere.

CURTO Michele
Ma Sindaco, un anno fa avevamo chiesto al Governo di mettere a disposizione le
Caserme, quei luoghi spesso di privilegio, perché quando guardo l'Ospedale Riberi e
penso che c'è qualcuno in questa Città che con 40,00 Euro può dormire e avere le
utenze pagate in virtù del fatto che appartiene al Ministero della Difesa, mentre
invece ci sono centinaia di famiglie torinesi che sono sfrattate e non hanno nessuna
possibilità, se penso che oggi il Governo di questo Paese - me lo permetta, Sindaco -
è nelle vostre mani e che il tema delle Caserme è stato derubricato sostanzialmente a
una divisione fifty-fifty di una valorizzazione immobiliare, allora penso che alcune di
quelle proposte e delle idee non vengano adeguatamente prese in considerazione.
Sindaco, concludo - Presidente, mi permetta - con un ultimo passaggio. L'ho detto
l'altro giorno, glielo ripeto oggi, credo che la chiave di volta fondamentale sia la
valorizzazione del capitale umano, l'idea di un governo a capacità diffuse,
policentrico, sempre più democratico e orizzontale. Per questo è necessario un forte
ricambio che non sia solo generazionale, ma nei modi di pensare e di vedere.
Le faccio un altro esempio e concludo: TNE sembrava un carrozzone inutilizzabile,
abbiamo avuto il coraggio di cambiare e, nel cambiare, abbiamo valorizzato quelle
aree nonostante la contrarietà di FIAT e un certo ostruzionismo. Possiamo fare la
stessa cosa con le nostre Partecipate? Prima di discutere se venderle e come venderle,
sapendo che non sempre saremo d'accordo, possiamo veramente dare corso ad un
ricambio della classe dirigente di questa Città concentrata in poco più di duecento
persone? Come non diciamo noi pericolose forze di sinistra, ma dice la Fondazione
San Paolo. Questa è la vera sfida per il futuro.
Ultimo, e ho finito, Presidente, mi permetta, c'è un capitolo su cui potremmo agire, i
200 milioni in spesa corrente che anno dopo anno paghiamo in interessi per la massa
debitoria: abbiamo provato a ricontrattare e a ridiscutere quella massa debitoria?
Abbiamo la forza per mettere in discussione un rapporto con il privato a partire dal
più forte? I poteri finanziari di questa Città?
Grazie signor Sindaco: noi voteremo convintamente sì a questo Bilancio, sicuri che
un giorno arriveranno le risorse per il welfare di questa Città.

PORCINO Giovanni (Presidente)
La parola al Consigliere Cervetti.

CERVETTI Barbara Ingrid
Sindaco e Assessore, sappiamo bene che stiamo attraversando un momento di crisi di
congiuntura economica, nazionale e internazionale, sfavorevole con pesanti ricadute
nel settore privato come in quello pubblico. Anche ieri in quest'Aula è stato
riconosciuto in modo trasversale.
Questo è il famoso "contesto", tra virgolette, quello a cui faceva riferimento il nostro
Sindaco nel suo discorso. A peggiorare un clima poco disposto all'ottimismo è
arrivata anche in questi giorni la notizia da Roma di un ulteriore taglio che costringe
il Comune di Torino a limare ulteriormente il proprio Bilancio 2014.
Negli ultimi anni gli amministratori della cosa pubblica sono stati chiamati a
contenere la spesa, soprattutto a livello locale. A Torino l'abbiamo fatto e siamo
riusciti in parte a mantenere sotto controllo le uscite, pur conservando fino ad oggi la
necessaria attenzione ai servizi verso i cittadini.
Per questo sono state percorse anche strade forse impopolari, mi riferisco alle
privatizzazioni delle Farmacie Comunali, di parte delle grandi aziende partecipate
quali AMIAT, TRM, GTT, SITAF, alle quali come Gruppo dei Moderati siamo
sempre stati favorevoli. Mi permetto, però, di evidenziare, dal nostro punto di vista,
che in questo campo il fattore tempo gioca un ruolo fondamentale, per cui ci
auguriamo che nel decidere di alienare alcune partecipazioni, nel futuro tutto possa
avvenire in modo più celere e non aspettare magari di arrivare ad avere difficoltà e
vendere i nostri tesori.
È riconosciuta, signor Sindaco, la sua capacità di recepire con prontezza i campanelli
d'allarme e quindi arrivare poi a reagire con vendite urgenti e necessarie pur di
salvaguardare il nostro welfare.
L'Assessore al Bilancio che lei ha scelto ha capacità e qualità tali da ottenere il
nostro sostegno e la nostra fiducia rispetto ai provvedimenti che vorrà suggerire e
attuare, perché si tratta di fiducia, davvero, perché sappiamo che stiamo correndo ai
ripari in questo momento, non stiamo creando grandi progettualità, stiamo correndo
ai ripari e in questo ci sentiamo di dare fiducia all'operato dell'Assessore e del
Sindaco.
Il pessimismo e le tante critiche che si sentono non sempre aiutano a superare i
momenti difficili. In questo momento forse bisogna anche vedere quello che è,
correndo ai ripari e cercando davvero di non guardare alle polemiche inevitabili che
ci legano ad un passato, cercando di non guardarle, bisogna anche avere però la
concretezza e la lealtà di guardare ciò che si sta facendo oggi.
Oggi vedo una riduzione delle spese del personale che il nostro Assessore è riuscito a
raggiungere; oggi vedo una continua, progressiva riduzione del debito complessivo
dell'Ente; oggi vedo che rispettiamo i parametri del Patto di stabilità; vedo che
procediamo con le dismissioni patrimoniali: Farmacie Comunali sono già in Bilancio
in conto capitale, su GTT ci sono nuove speranze, su AMIAT stiamo andando avanti.
Io oggi vedo anche questo.
Vedo che continuiamo con la ricognizione dei residui attivi e passivi; vedo che oggi
rispettiamo l'adeguamento del Fondo svalutazione crediti, lo vedo; vedo
sostanzialmente che manteniamo inalterata l'erogazione dei servizi ed è per quello
che vedo e che ho elencato, che a nome del Gruppo dei Moderati, noi diciamo sì al
Bilancio.

PORCINO Giovanni (Presidente)
La parola al Consigliere Paolino.

PAOLINO Michele
Ci apprestiamo a votare un Bilancio tecnico, non per responsabilità di questa
Istituzione: i tagli ci hanno inseguito come una maledizione, come un anatema fino
all'ultimo secondo del lavoro che abbiamo fatto, lo approviamo in un contesto socio-
economico pesantissimo.
Vorrei rassicurare il Consigliere Appendino: non solo non neghiamo il contesto e la
situazione che stanno vivendo tutti i cittadini della nostra Città, dal primo all'ultimo,
ma tutti i nostri sforzi sono orientati per cercare di trovare insieme soluzioni, non
solo nel breve periodo, ma a partire dall'immediato a poter dare strategia e orizzonte,
perché tutti si sentano un po' più rasserenati e alleggeriti da questo pesante zaino che
abbiamo sulle spalle, dovuto a questa crisi così difficile.
Non ho risposto questa mattina al Consigliere Greco Lucchina che, in qualche modo,
polemizzava sul fatto che siamo stati fino all'ultimo secondo ieri sera fino a tardi a
cercare anche un Euro da sommare ad un altro Euro, per aggiungere qualche soldo
sull'emergenza freddo. Occuparsi dell'emergenza freddo vuol dire occuparsi di
persone che quando si vota, non sanno che ci sono le elezioni: non si tratta quindi di
andare a cercare il loro consenso.
Una Città, ancorché in un contesto in cui la crisi economica piega tutti, nel momento
in cui sa ancora occuparsi di chi soffre e di chi vive ai margini, ha dignità, speranza e
futuro. Non vogliamo perdere nulla, ad incominciare dalla dignità di questa Città,
dalla sua forza, dal fatto che questa Città non è un'entità tecnico amministrativa, ma
è una comunità di persone e noi siamo chiamati a farci carico di questa comunità.
Questa comunità sta vivendo un periodo difficile, un periodo lungo, ma questa Città,
questa comunità sa che c'è un'Amministrazione che prova a farsi carico dei
problemi, anche dell'ultimo degli indigenti sotto i portici di corso Vittorio. Se posso
passare una notte a trovare un Euro, mi attivo per farlo e non mi interessa farlo su
sollecitazione di Tizio o di Caio, lo faccio per quella persona lì.
Tutto il Consiglio ha dimostrato grande maturità e sensibilità nel lavoro di
preparazione di questo Bilancio che arriva tardi, un Bilancio - l'abbiamo detto in tutti
i modi - che non ha più molto senso approvare oggi, ma abbiamo la responsabilità,
perché ci viene chiesto di approvarlo oggi, di farlo con l'impegno dovuto. Per questo
ringrazio il Presidente Altamura e tutti i membri della Commissione e tutti i
Consiglieri, di maggioranza e di opposizione, perché ognuno ha portato il proprio
contributo e la propria sensibilità.
Abbiamo provato a lavorare nell'interesse del bene comune, cercando di evitare di
pensare a nicchie, ad ambiti specifici, cercando di dare un po' di ossigeno.
Nel momento in cui ci preoccupiamo di poter garantire il servizio di pulizia dei
parchi, permettiamo alle persone che lavorano nelle cooperative che se ne occupano
di avere qualche speranza in più, di sapere che hanno qualche appoggio, che gli è
garantito ancora un po' di lavoro.
Devo fare ammenda con il Consigliere Appendino, stamattina ho percepito solo in
parte la portata della sua proposta. Mi sono fermato agli aspetti che solleticano
l'Aula e la contrapposizione e non solo, anche la portata simbolica, e per questo c'è
un impegno da parte nostra a confrontarci con lei, con tutti i Gruppi che lo vorranno,
per predisporre una mozione congiunta e unitaria davvero, che dia un indirizzo a
partire anche da questo Bilancio, ma poi anche per l'anno prossimo, rispetto ad
un'ulteriore azione di sobrietà da parte dei Gruppi Consiliari, che già lo sono molto.
Ho usato più volte la parola responsabilità nei confronti dei Consiglieri: è
esattamente così, non viene sperperato un solo Euro nella nostra attività, le spese
sono ridotte al minimo e riusciamo ancora a fare un avanzo e lo destiniamo tutti
insieme, e non solo una parte, andando ad individuare progetti che vanno riconosciuti
per le persone in difficoltà.
Abbiamo fatto scelte politiche. Quando si parla di welfare, voglio ricordare…

PORCINO Giovanni (Presidente)
La prego di concludere, Consigliere.

PAOLINO Michele
Si, mi avvio alla conclusione. Ho taciuto molto durante la discussione di questo
Bilancio, mi prendo un minuto in più, se mi permette. Quando parliamo di welfare,
non parliamo di una cosa astratta, parliamo di una qualità dei servizi alle persone e
alle persone in difficoltà e alle famiglie in difficoltà, che sono il fiore all'occhiello di
questa Città. Pensiamo alle persone in difficoltà e alle loro famiglie. Se riusciamo a
garantire un giorno in più al mare per una persona con disabilità, vuol dire un giorno
di tregua in più per la famiglia che tutto l'anno ce l'ha in carico e potersi occupare
per un giorno di loro stessi, perché per tutto il resto del tempo si occupano dei loro
figli e dei loro ragazzi, la Città glielo deve riconoscere. E così vale per le maestre di
sostegno: abbiamo tagliato i soldi al Consiglio Comunale per garantire di non
tagliare il servizio delle maestre di sostegno per i ragazzi delle medie.
Il secondo livello politico è la responsabilità della Città rispetto alla spesa. Siamo
stati attentissimi rispetto alla spesa e abbiamo cercato di razionalizzare la macchina
comunale al massimo, chiedendo ad ogni Direzione di fare il massimo
dell'attenzione sui costi.
L'ultimo pensiero lo voglio rivolgere, in occasione dell'approvazione del Bilancio, a
tutti i dipendenti, dai fattorini agli impiegati, ai funzionari di questa macchina
comunale che, con grande fatica, ma devo dire generalmente con grande
professionalità, tutti i giorni aprono servizi per le persone, aprono gli Uffici per
ricevere gente, sanno accogliere, sanno essere attenti e farsi carico; noi dobbiamo
lavorare con loro per il futuro, per dare presente e futuro a questa Città.
Per questo, chiedo davvero con convinzione, lasciandoci dietro le tossine di una
lunga discussione, di un lungo lavoro d'Aula, di approvare questo Bilancio.

PORCINO Giovanni (Presidente)
Non essendoci altre richieste di intervento per dichiarazioni di voto, pongo in
votazione la proposta di deliberazione così emendata:
Presenti 31, favorevoli 24, contrari 7.
La proposta di deliberazione è approvata.

PORCINO Giovanni (Presidente)
Pongo in votazione l'immediata eseguibilità del provvedimento:
Presenti 31, favorevoli 24, contrari 7.
L'immediata eseguibilità è concessa.

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