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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 15 Settembre 2014 ore 10,00
Paragrafo n. 22

Comunicazioni del Sindaco su: "Contrasti tra il Sovraintendente e il Direttore musicale del Teatro Regio".
Interventi

PORCINO Giovanni (Presidente)
L'ultima richiesta di comunicazioni riguarda i contrasti tra il Sovrintendente e il
Direttore Musicale del Teatro Regio.
La parola, per la risposta, al Sindaco.

SINDACO
Anche qui le vicende sono sotto gli occhi di tutti, perché i giornali se ne stanno
occupano ampiamente, anche se, siccome lo vivo in prima persona, non tutto quello
che leggo corrisponde alle dinamiche reali dei fatti, ma questo non è di per sé
significativo.
Il problema è riassumibile in questi termini. Partiamo, intanto, dalla condizione del
teatro, perché il conflitto tra Sovrintendente e Direttore Musicale, che si è aperto dal
mese di giugno per venire ad oggi, rischia di dare una rappresentazione dello stato
del teatro che non è quella vera, perché la cosa paradossale è che siamo su tutti i
giornali per le vicende di un teatro che, in tutte le sue variabili strutturali, sta bene. Il
teatro è in equilibrio finanziario, uno dei soli due teatri lirici italiani che ha il
pareggio in Bilancio, non da quest'anno, ma da tre anni, noi e la Fenice di Venezia.
Il teatro ha un seguito di pubblico che cresce anno dopo anno: 16.000 abbonati.
Siamo il teatro in Italia che ha il più alto numero di abbonati di tutti i teatri lirici,
compresa l'eccellenza milanese.
Il teatro è venuto crescendo in qualità e quantità di attività. Il 30 settembre si
inaugura la stagione 2014/2015, nella quale si faranno diciassette titoli, ed è il più
grande numero di titoli che si sia mai fatto al Teatro Regio dal dopoguerra ad oggi.
Il teatro è cresciuto molto in riconoscibilità e riconoscimenti internazionali, con una
proiezione in tournée internazionali che ha pari soltanto con il Teatro alla Scala. Solo
per stare all'ultimo anno: Parigi, Tokyo, Wiesbaden, Dresda, Vienna, Edimburgo,
San Pietroburgo, Parigi questo fine settimana, a fine anno una tournée di cinque
concerti in cinque città degli Stati Uniti.
In queste settimane, per gestire questa vicenda, ovviamente, ho avuto colloqui con
tante persone e quello che mi ha confortato, se volete, non dico stupito, ma colpito, è
che qualsiasi persona del mondo della lirica, italiano o internazionale, che parlassi
del Teatro Regio, mi parlavano solo di un ottimo teatro.
Quindi il teatro sta bene, dal punto di vista delle variabili fondamentali, la vita del
teatro non ha problemi. Tant'è vero che quest'anno sul FUS (Fondo Unico per lo
Spettacolo) noi avremo, per la prima volta - perché è stato istituito l'anno scorso -, il
contributo aumentato dell'incremento premiale per i teatri che hanno gli equilibri di
Bilancio, che fa 1,5 milioni, mezzo in più, oltre ai 12,5 milioni, 13 milioni del
contributo statale, nonostante tutto questo si è prodotta una conflittualità tra il
Direttore Musicale e il Sovrintendente. È sempre complicato rappresentare le ragioni,
anche perché devi rappresentare opinioni di altri e non voglio accreditare o
interpretare cose che non stanno nel mio animo, nella mia testa.
Per riassumere, spero di essere obiettivo e anche molto misurato nell'espressione.
Il Direttore Musicale, ma in tutti i teatri è così, è fisiologico, tende ovviamente a
privilegiare lo sforzo per far crescere costantemente la programmazione e l'attività di
un teatro, è normale che sia così; chi fa il Sovrintendente, evidentemente, ha bisogno
sempre di fare i conti anche con gli equilibri di Bilancio, le risorse disponibili, i
problemi strutturali esistenti. È ovvio che sono due ruoli diversi e non sempre danno
esito comune sulle questioni.
Non vado oltre, perché non voglio mettermi a interpretare quanto pensa l'uno o
l'altro; sta di fatto che si è determinata una situazione di conflitto, che ha anche preso
degli aspetti pubblici sui giornali, eccetera.
La linea che mi sono dato è cercare di vedere - e sto lavorando ancora per questo - di
comporre questo conflitto, perché penso che se noi oggi possiamo vantare un teatro
che sta bene, e ho detto le cifre che dimostrano che sta bene, lo dobbiamo al fatto che
abbiamo avuto alla testa di questo teatro due persone che, con ruoli diversi, hanno
entrambe dimostrato la loro efficacia. Noseda è certamente un Direttore Musicale di
grandissima qualità, affermato, riconosciuto, con una forte proiezione internazionale,
tutti ne sappiamo il valore.
Non so se qualche Consigliere era al Teatro Regio l'altra sera ad assistere al concerto
per MITO, avrà potuto constatare ancora una volta la qualità straordinaria di
orchestra e coro e la qualità straordinaria della direzione del Maestro Noseda.
Al tempo stesso Vergnano è stato il Sovrintendente che ha gestito bene il teatro,
perché se abbiamo un teatro oggi che ha i conti a posto, che è strutturato in modo
forte, che funziona, che non ha particolari problemi nella sua vita, è perché chi lo ha
guidato e lo ha diretto è stato capace di farlo.
Quindi sto cercando di lavorare, anche con il concorso. Vi segnalo che questa non è
solo una mia impostazione. Ho incontrato l'orchestra, il coro, i dipendenti, i
rappresentanti sindacali e tutti coloro che si occupano in qualche modo del Teatro
Regio, ci lavorano, ci vivono, ruotano intorno al teatro, tutti chiedono che si lavori
perché non si alteri la guida che ha garantito al Teatro Regio in questi anni i successi
e gli sviluppi che ci sono stati; quindi mi sono messo al lavoro.
Naturalmente, quando si determina una conflittualità che assume anche aspetti
pubblici, non è facilissimo, perché entrano in gioco anche il carattere delle persone,
le parole che si dicono, siamo tutti consapevoli della delicatezza.
Ciò nonostante, penso che questo sia l'obiettivo che dobbiamo perseguire. Sto
lavorando anche in queste ore e nei prossimi giorni, con l'obiettivo che mi pongo,
naturalmente, di arrivare a conclusione, in ogni caso, prima che si apra la stagione
teatrale. Abbiamo davanti quindici giorni prima che si apra la stagione, quindi mi
auguro di chiudere questa vicenda nella direzione per la quale ho lavorato e per la
quale, ripeto, ho avuto sollecitazioni da molti mondi e da molte parti della Città.
Poi, ovviamente, non tutto dipende soltanto da me, dipende anche dalle due
personalità che sono in gioco: io lavoro e faccio tutto il possibile per ridurre le
asprezze e ricomporre un equilibrio, perché in questi anni è stato efficace per il teatro
e per la Città.

PORCINO Giovanni (Presidente)
Apriamo la discussione sulle comunicazioni.
La parola al Consigliere Appendino.

APPENDINO Chiara
Ringrazio il Sindaco per le comunicazioni. Ci tenevo a farle prima che lei venisse a
relazionare in Aula, prima che si concludesse l'iter. Penso che non si tratti di un
conflitto tra due persone, ma ritengo che sia necessario aprire un dibattito sulla
politica culturale di questa Città, perché il Teatro Regio ha un ruolo fondamentale
nella politica culturale di questa Città.
Ho una visione un po' più pessimista della sua. Lei dice che quanto è accaduto non
ha inciso sull'immagine del Teatro Regio, invece io penso che abbia inciso
fortemente sull'immagine internazionale del Teatro Regio e il fatto che sia accaduto
in un momento in cui lei dice che la situazione sia così positiva, che tutto è perfetto, è
ancora più un'aggravante, signor Sindaco.
Ritengo che in una situazione in cui tutto va bene, arrivare ad avere uno scontro così
frontale, su tutti i media, tra l'altro anche internazionali, è assolutamente grave e
dimostra anche un'incapacità evidente di gestire i conflitti interni e di andare in una
linea comune, signor Sindaco. Perché una cosa del genere è inaccettabile per un
torinese. (INTERVENTO FUORI MICROFONO).
Sinceramente, signor Sindaco, le dico qual è la mia posizione, che, mi sembra di
capire, sia ben diversa dalla sua, poi lei potrà replicare. La sua posizione è anche
diversa dal suo Assessore, l'Assessore Braccialarghe - che, tra l'altro, mi dispiace
non sia in Aula a discutere del tema -, che, non so se si ricorda, ma ha fatto una
brillantissima dichiarazione, a differenza sua, che invece ha preso una posizione
politica e si è messo in gioco in prima persona, dichiarando testualmente: "Se
Noseda se ne va, ce ne faremo una ragione". Veramente una grandissima
dichiarazione e davvero opportuna.
Lei ha chiuso così la vicenda, o meglio, sta cercando di portare avanti una sorta di
mediazione che faccia sì che entrambe le parti rimangano al Teatro Regio, però
penso che le risposte debbano essere date su altro, perché non si tratta di prendere le
parti di uno dei due soggetti. Mi sono fatta un'opinione diversa leggendo i giornali.
Ovviamente, non sono coinvolta in prima persona, non sono il Sindaco, non penso di
poter trattare con Noseda direttamente, ci parlerei volentieri, ma non ho la possibilità
di farlo, a differenza sua. Noseda ha detto delle parole molto forti, signor Sindaco, ha
parlato di mancanza di progetto, di politica culturale immobile, conservatrice, ha
parlato di un Sovrintendente che addirittura è incapace dal punto di vista gestionale.
Almeno così ho letto dai giornali, a queste cose nessuno ha risposto nel merito,
signor Sindaco.
Le ricordo anche che l'Assessore Braccialarghe in Commissione venerdì, per caso, in
cui si parlava di Bilancio della cultura, si è fatto anche scappare - adesso non ricordo
verbalmente, magari altri Consiglieri erano presenti - che si fa fatica a pagare gli
stipendi a fine mese al Teatro Regio. È una situazione evidente, perché c'è una
situazione delicata e non so come si faccia a parlare di situazione finanziaria perfetta.
Tra l'altro mi chiedo, se ci sarà un ulteriore direttore, come verrà pagato, perché si
tratta di risorse.
A me quindi, lo dico sinceramente, non interessano le questioni personali, non mi
interessa la vita delle singole persone, mi interessa la crescita del teatro, che c'è stata,
lo riconosco, c'è stata negli ultimi anni e su questo sono d'accordo con lei, signor
Sindaco, però ho una visione diversa, perché penso che la situazione sia talmente
compromessa che in realtà il voler mantenere le due persone e trovare una
mediazione sia semplicemente un modo per calmare le acque per i prossimi due anni.
Tra l'altro, mi sembra che il coro sia, in realtà, non tanto per una mediazione, ma più
vicino ad uno dei due soggetti coinvolti in modo particolare.
Ma lei veramente pensa che possiamo costruire un futuro per il nostro teatro partendo
da questi due attori che sono così in conflitto! Un futuro di medio-lungo termine, non
di due anni, che mettiamo una pezza fino al 2016 e poi si vedrà.
Lei pensa davvero che il lavoro non sia compromesso! Io riconosco anche i buoni
meriti dell'attuale Sovrintendente, ma forse dopo quindici anni quest'occasione
potrebbe essere anche il punto per cambiare, perché la squadra buona non si cambia,
a me non convince, probabilmente convince lei, ma ci sono dei momenti in cui forse,
anche vista la situazione, si potrebbe avere un po' più di coraggio e fare un passo
avanti, signor Sindaco.
Allora, mi rendo conto che la soluzione più semplice probabilmente sia trovare una
mediazione, come dicevo, per arrivare fino al 2016, poi si vedrà, si troverà una
mediazione, anche perché, a livello di immagine, probabilmente nell'immediato
questa è la soluzione più semplice, però le chiedo di fare uno sforzo, di prendere una
decisione, signor Sindaco, e portarla avanti. Tante volte non ha fatto questo, magari
può essere una decisione drastica, ma è motivata nell'interesse del Teatro Regio e del
suo futuro.
A me sembra che questa sia una non soluzione di brevissimo termine, signor
Sindaco. E a me, quanto a lei - e su questo siamo d'accordo - uno, interessa il futuro
del Teatro Regio, che ha un ruolo fondamentale per la Città, in realtà per il Piemonte;
due, riconosco quanto è stato fatto. Ma riconoscere quanto è stato fatto e guardare al
passato, signor Sindaco, non è scusante per non ipotizzare un nuovo futuro.

MAGLIANO Silvio (Vicepresidente Vicario)
La parola al Consigliere Cassiani.

CASSIANI Luca
Su questa vicenda devo dire che la penso come il Sindaco, nel senso che credo che
chiunque di noi al suo posto avrebbe fatto quello che ha fatto e sta facendo e credo
che in questo momento, forse più che un dibattito in Aula, servirebbe attendere che si
concluda questo percorso, spero positivamente, così come ha auspicato il Sindaco,
non soltanto per una questione di mantenere la squadra che vince, queste cose qui,
ma per dei dati oggettivi.
Ho seguito le vicende del Teatro Regio, anche precedentemente alla direzione del
maestro Noseda. L'orchestra del Regio è stata molto modificata nei suoi elementi,
ma anche e soprattutto nella sua qualità. È un'orchestra di buonissimo livello, è
diventata un'orchestra di livello mondiale in questi anni e va riconosciuto il merito a
tutta la struttura.
Evidentemente, lavorare a Torino, lavorare in quell'orchestra, ma lavorare in questo
teatro è un fattore positivo.
Alcuni dei tenori e dei soprani più importanti a livello nazionale, addirittura, sentiti
da me, hanno detto che è molto meglio lavorare a Torino che nel famoso Teatro alla
Scala di Milano, dove c'è una situazione di conflittualità straordinaria.
Quindi devo dire che le tournée in Giappone, in Cina, le prossime future, l'ultima
recente in Scozia, non sono altro che la rappresentazione plastica di quanto è
diventato il nostro teatro dell'opera della Città.
Quindi credo che entrambi i massimi livelli della direzione di questo teatro vadano
tenuti insieme, evidentemente non è stato bello quanto è capitato sui giornali e non
ho apprezzato il fatto che le esternazioni avvenissero sui giornali. Queste vicende si
possono discutere e la dialettica, anche qualche volta lo scontro, anche tra posizioni
diverse, esistono e sono anche normali nella vita delle persone, però credo che
dovessero rimanere nell'ambito del teatro, essere risolte e uscire fuori con una
posizione unitaria.
Non ho apprezzato il dibattito di quest'estate, che è stato molto scadente dal punto di
vista personale e non nel merito.
Devo dire e ho ribadito, sia informalmente che formalmente al Sindaco, il fatto che
dobbiamo salvare la vicenda, soprattutto per il futuro di quell'orchestra, di quel
teatro, di quelle maestranze e del livello raggiunto. Non c'è una contrapposizione
orchestra/coro, credo che queste cose vadano lasciate molto anche ai giornali. Credo
che la verità sia questa: il Maestro è molto apprezzato, il Sovrintendente ha fatto
bene e siamo uno dei pochi teatri nazionali ad avere un Bilancio in pareggio,
nonostante i tagli ripetuti dal FUS, dagli Enti Locali, Regione e il Comune purtroppo
anche in questi anni. Guardate cosa succede a Napoli, guardate cos'è successo al
Carlo Felice di Genova. Nonostante questo, è rimasto un teatro sempre pieno di
pubblico, che ha una programmazione internazionale, che va a fare le tournée in giro,
che produce spettacoli e che ha un tasso di crescita, anche come numero di serate,
incredibilmente simile ai più grandi teatri d'Europa con i quali ci confrontiamo,
quindi devo dire che un'eccellenza come questa va salvaguardata, dobbiamo cercare
di mantenere la situazione attuale.
È evidente che non potrà essere sempre così, è evidente che però la successione non
si possa fare dal giorno alla notte, dall'oggi al domani, bisogna creare le condizioni.
Credo che il lavoro di Noseda debba poter continuare, altrettanto quello del
Sovrintendente Vergnano e poi, naturalmente, nel giro dei prossimi due anni, o la
futura Amministrazione dal 2016 in poi prenderà, come la legge prevede, delle
decisioni nel merito, perché questo deve essere.
Credo che queste debbano essere le due caratteristiche alle quali la Città di Torino
deve guardare, evidentemente, se non ci fosse una delle due guide di questo teatro, ne
verrebbe meno, secondo me, la struttura nel suo complesso, perché non ci devono
essere i fautori dell'uno e dell'altro, le due figure possono e devono lavorare bene
insieme, come hanno fatto fino ad ora.
Al Sindaco il compito - e non solo - di tenere insieme questa squadra, con una presa
di posizione forte da parte della Città, richiamo al senso di responsabilità, non si sta
parlando delle carriere personali di nessuno dei due, ma di una grande istituzione
culturale pubblica come la Fondazione Teatro Regio di Torino. Quindi non è in ballo
il futuro di Noseda o di Vergnano, ma di una grande istituzione pubblica, che è la
Fondazione Teatrale più importante del Piemonte. Credo che questo sia interesse dei
cittadini torinesi, piemontesi e anche del Consiglio Comunale.
In V Commissione non abbiamo fatto nessun tipo di dibattito e neanche di
presentazione della stagione come facciamo ogni anno, proprio per rispettare la
situazione che sta attraversando il teatro e, quindi, aspettiamo che ci sia la
conclusione che mi auguro sia quella preannunciata e, in qualche modo, sperata e si
sta lavorando in questa direzione.
Al Sindaco dico, personalmente, ma credo che anche tutto il Consiglio Comunale
auspica, che questo risultato venga raggiunto in modo bipartisan, perché non ci sono
i fautori di una parte o dell'altra anche del Consiglio Comunale e che fortemente si
possa far capire e sentire la voce dei rappresentanti dei cittadini, che in questa Città
vogliono che il teatro continui ad avere i successi nazionali e internazionali che ha
avuto fino a oggi, mantenendo una salda guida come quella che fino a oggi abbiamo
dato a questa istituzione culturale.

MAGLIANO Silvio (Vicepresidente Vicario)
La parola al Consigliere Tronzano.

TRONZANO Andrea
Intervengo rapidamente per dire che sono tutte eccellenze, poi guardiamo i Bilanci ed
eccellenze non sono, quindi inizio a essere veramente stanco di queste eccellenze
torinesi con i Bilanci in perdita.
La seconda valutazione riguarda l'Assessore alla Cultura, Braccialarghe, che si è
espresso in un modo irriconoscente, irriverente, maleducato, a mio giudizio, dicendo
che ce ne faremo una ragione. Non doveva farlo, doveva essere censurato dal
Sindaco, cosa che non è avvenuta, però tant'è, siamo a Torino.
La terza cosa, che invece è la più importante, è che finalmente assistiamo a uno dei
primi scontri fra riforme e conservazione. Noi stiamo dalla parte delle riforme.
Finalmente, se dovessimo dare spazio e lustro a Noseda, forse faremmo il bene di
Torino, perché oggi Torino è bloccata dal punto di vista culturale su alcune figure,
sull'establishment che non cambia da vent'anni e probabilmente è anche per questo
che i Bilanci sono in quello stato. Non c'è più rinnovamento, non c'è più voglia di
cambiare.
Quindi credo che noi, come Forza Italia, stando dalla parte di Noseda, in questo caso,
facciamo il bene di Torino e della cultura torinese e vorremmo, se il Sindaco non
riuscirà a trovare una giusta composizione, che scelga le riforme e non di nuovo la
conservazione.

MAGLIANO Silvio (Vicepresidente Vicario)
La parola al Sindaco.

SINDACO
Ringrazio i Consiglieri. Voglio dire che c'è un curioso modo di ragionare, perché se
si cerca di comporre un conflitto in essere, si rappresenta questo tentativo come una
non scelta, se invece uno dice: "Deve andar via Noseda o deve andar via Vergnano",
è una scelta.
Trovo questo approccio sbagliato, perché battersi perché non vada via nessuno dei
due non è un non scegliere, è una scelta, poi, uno può condividerlo o no, ma è una
scelta, tanto per essere chiari.
Ritengo che sia nell'interesse del teatro della Città che debba essere confermato il
vertice che ha guidato il Teatro Regio in questi anni e ha consentito i risultati che qui
tutti riconosciamo esserci stati, anche lei Consigliere Appendino, perché se ha
ottenuto dei buoni risultati, non vedo perché privarcene in modo sbrigativo.
Dopodiché, si è prodotta una situazione difficile e vediamo di ricomporla. Non ho
detto, Consigliere Appendino, che questa vicenda non produca delle conseguenze
negative sull'immagine del teatro, la penso come lei.
Ho detto un'altra cosa, ho detto che è abbastanza surreale e paradossale che si sia
prodotta una crisi a fronte di un teatro che, se si esaminano i suoi dati strutturali, sta
in buona salute, poi, la buona salute è sempre relativa.
Il Ministro Bray, poco prima di lasciare il suo incarico un anno fa, ha emanato un
decreto sulle fondazioni liriche che, se vogliamo dirci la verità, è stato fatto per
salvare le dieci fondazioni liriche che stavano per chiudere. Ce ne sono due che non
stavano in quelle condizioni e sono la Fondazione di Torino e la Fenice di Venezia,
oltre al Teatro alla Scala, che, ovviamente, ha un'altra storia.
Quindi, da questo punto di vista, lo sforzo che sto facendo non è la mediazione per la
mediazione, la non scelta, è che sono convinto, poi naturalmente è un'opinione e
come tutte le opinioni è condivisibile o no, che sia un interesse del teatro della Città
lavorare perché il vertice del teatro possa essere riconfermato.
Naturalmente, siccome non credo di essere ingenuo come nessuno di voi, voglio
rispondere a una giusta preoccupazione manifestata dal Consigliere Appendino, che
dice: "Ma se lei compone questo equilibrio, pensa che poi duri?", adesso la traduco.
Penso che il lavoro che si sta facendo per comporlo, dovrà comportare un lavoro
successivo, perché quella composizione si consolidi e non sia esposta ai primi venti.
Quindi il problema che lei evoca c'è e lo sento, si tratterà di mettere in campo tutto
quanto necessario.
Però, mi conforta il fatto, l'ho detto prima e lo ribadisco perché questo è un aspetto
importante, che quelli che poi sono i diretti protagonisti della vita del teatro, oltre alle
due persone di cui parliamo, l'orchestra, i coristi, i dipendenti, sono i primi a
sollecitare che si vada verso un accordo e devo dire anche che non solo lo
sollecitano, ma stanno dando una mano perché si vada in questa direzione e lo
considero positivo, anche per il dopo.
Infine, voglio dire al Consigliere Tronzano che ha posto adesso una questione sul
rinnovamento. Se guardiamo al quadro delle postazioni del sistema culturale
torinese, stiamo procedendo a questo rinnovamento, perché le segnalo che siamo
andati a un nuovo Direttore del Museo Egizio, che è un giovane di trentanove anni,
tra l'altro con un curriculum straordinario, che ha vinto un bando di gara che ha visto
partecipare 112 concorrenti.
Siamo andati a cambiare il vertice della Fondazione Musei prima con la Presidenza
della dottoressa Asproni e adesso con la nomina del Direttore, che ha quarant'anni e
viene da parecchi anni di esperienza a Palazzo Grassi di Venezia, che è un'istituzione
culturale, come sappiamo tutti, museale significativamente importante.
Abbiamo rinnovato il Consiglio d'Amministrazione del Salone del Libro, preparando
le condizioni perché il prossimo anno si possa andare, come è stato convenuto con
Picchioni e con Ferrero, concedendogli la proroga di un anno, al rinnovo anche della
Presidenza e della Direzione.
Segnalo, tra le altre cose, che ad oggi siamo l'unica Fondazione lirica che ha già
ottemperato al Decreto e ha approvato il nuovo Statuto. Il Consiglio di indirizzo che
abbiamo nominato al Teatro Regio, in applicazione del nuovo Statuto, è composto
per cinque settimi di persone nuove rispetto al Consiglio di Amministrazione
precedente.
Quindi direi che stiamo lavorando in quella direzione. Lei ha posto un problema
giusto, vorrei rassicurarla che ci muoviamo in quella direzione. (INTERVENTO
FUORI MICROFONO).
Quirico non era membro del Consiglio di Amministrazione del Regio.
(INTERVENTO FUORI MICROFONO).
Anche in questo, l'età conta, per carità, viviamo in un tempo nel quale, se sei sopra i
quarant'anni, sei diventato inutile, io non la penso così. (INTERVENTO FUORI
MICROFONO).
Ma non perché ne ho sessantacinque, ma perché penso che oltre all'età anagrafica,
conta anche l'esperienza, contano tante altre cose.
Terrò informato naturalmente il Consiglio su questa materia costantemente e terremo
al corrente sia qui, o in Commissione Cultura, ovviamente, il Consiglio di come
procederà questa vicenda.

PORCINO Giovanni (Presidente)
Dichiaro concluse le comunicazioni.

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