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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 24 Luglio 2006 ore 14,00
Paragrafo n. 5
INTERPELLANZA 2006-05435
?JUVE. IMMAGINE DEL PIEMONTE?? PRESENTATA DALLA CONSIGLIERA COMUNALE SCANDEREBECH IN DATA 10 LUGLIO 2006.
Interventi

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
Passiamo alla discussione dell'interpellanza n. mecc. 200605435/02, presentata in data 10 luglio 2006, avente per oggetto:
"Juve. Immagine del Piemonte?"
La sottoscritta Consigliera Comunale,
PREMESSO CHE
- la giustizia deve seguire il suo corso indipendentemente dal colore politico o dalla fede calcistica;
- la vittoria della Coppa del Mondo da parte degli azzurri continua ad alimentare commenti e insinuazioni sullo scandalo "calciopoli" e su possibili favoritismi da parte degli arbitri mondiali nei confronti degli italiani;
- i fischi che hanno accompagnato l'esibizione dell'inno nazionale italiano, i commenti ed i "boicottaggi", dimostrano come la nostra immagine nel mondo, per altro non solo calcistica, sia stata irrimediabilmente danneggiata dalle indagini "amplificate" dai mezzi stampa e dalle televisioni;
CONSIDERATO CHE
- le indagini e le costanti insinuazioni mediatiche hanno compromesso la figura della Juventus, squadra di origine torinese, fortemente collegata all'immagine del Piemonte. Lo spettro del disastro finanziario e organizzativo si abbatte sulla squadra più famosa del mondo, non solo perché sono state richieste le pene più dure, ma anche perché la quotazione in borsa è in serio pericolo;
- albergatori e negozianti torinesi hanno fatto un calcolo ipotetico di quale sarebbe il danno economico per l'indotto del calcio se la Juve venisse retrocessa in serie C. Il risultato è disastroso, soprattutto in relazione alla crisi economica che il Piemonte attualmente sta attraversando;
- la Juventus è indissolubilmente collegata alla famiglia Agnelli e quindi alla Fiat. In un momento di lieve ripresa dell'azienda sul mercato mondiale tali "sentenze mediatiche", per ora emesse solo dai giornali, rischiano di creare una grave ricaduta sull'immagine e sull'economia della città di Torino;
- lo scorso anno una simile situazione colpì l'altra squadra simbolo di Torino e del Piemonte, il Torino Calcio, e in tale occasione forte fu l'intervento delle Amministrazioni locali quali Regione, Provincia e Comune che si fecero promotori della causa proponendosi come intermediari per gli istituti di credito;
- ad oggi non compaiono dichiarazioni delle Amministrazioni locali al fine di tutelare solo ed esclusivamente l'immagine della città di Torino e del Piemonte, infangata dalla responsabilità di pochi e non da tutto l'indotto calcistico piemontese;
INTERPELLA
Il Sindaco e l'Assessore competente per sapere:
- quali posizioni intendono prendere le Amministrazioni locali e in particolare il Comune di Torino, sul tema esposto, non in relazione allo sviluppo delle indagini, ma al danno che si sta creando all'immagine della Città di Torino nel mondo, sopratutto dopo l'evento delle Olimpiadi invernali;
- come mai ad oggi non ci sono iniziative concrete da parte del Sindaco di Torino in merito al tema esposto, considerato l'impegno usato in passato per la salvaguardia del Torino Calcio, esclusivo e famoso patrimonio della città di Torino così come la Juventus;
- quali provvedimenti intende promuovere il Sindaco Chiamparino al fine di arginare la ricaduta economica negativa causata dal danno d'immagine della squadra più famosa del mondo.
F.to Federica Scanderebech

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola, per la risposta, all'Assessore Montabone.

MONTABONE Renato (Assessore)
Credo di dover rispondere a questa interpellanza facendo una premessa. Molte considerazioni contenute nella premessa dell'interpellanza presentata dal Consigliere Scanderebech sono condivisibili, altre non lo sono. Questo non parte dal punto di vista politico o amministrativo, ma proprio per il modo che ciascuno di noi ha di pensare e di posizionarsi rispetto ad un tema come questo.
Mi soffermerò su alcuni punti che non condivido o condivido soltanto in parte. Credo che sia sbagliato mettere in relazione quello che è avvenuto di negativo negli scorsi campionati del mondo, rispetto alla soluzione calcistica che non è soltanto torinese, ma riguarda tutto il calcio nazionale. Va da sé che proprio ai mondiali di calcio e nelle partite internazionali, molto spesso capita, che tifosi di altre nazioni, non culturalmente preparati rispetto al posizionarsi per uno sport così bello e spettacolare, non culturalmente preparati ed educati a questo tipo di manifestazioni, si lascino andare, come non avviene in nessun altro sport, a fischi di inni nazionali. Non è la prima volta, è avvenuto regolarmente quasi in tutti i campionati del mondo e d'Europa che si sono svolti fino adesso. Può darsi che ci sia anche una qualche attinenza, come il Consigliere Scanderebech voleva sottolineare, rispetto ai fatti incresciosi del nostro calcio, ma non la vedo così evidente. È, invece, da condividere l'indipendenza da qualsiasi colore politico e fede calcistica, che deve essere il percorso che deve seguire la giustizia sportiva.
Va da sé - lo dico, ma è una convinzione soltanto personale - che le pene che sono state richieste dal giudice sportivo, rispetto alla nostra squadra locale, paiono anche a me, come a molti tifosi, eccessive, però diventa difficile giudicare con i parametri che abbiamo in mano noi. La giustizia sportiva segue un corso particolare e ha determinate regole da seguire. Non c'è nessuna relazione rispetto alla giustizia ordinaria. Pare anche a me che l'eccessivo punteggio in negativo che verrebbe attribuito in partenza del prossimo campionato alla Juventus, sarebbe come dire che la retrocessione potrebbe essere quasi doppia, però diventa difficile sindacarlo se non con delle carte federali alla mano, che verificano quali sono le logiche di questi punteggi. Speriamo che la sentenza definitiva, rispetto a questo, sia un po' più clemente e, a seconda per chi la giudica, magari anche un po' più giusta.
Condivido il fatto che la Juventus, una squadra che ha grandi tradizioni calcistiche a livello mondiale, possa apportare, in termini negativi, delle diseconomie alla città di Torino e al Piemonte, in particolare, rispetto alla visita di tifosi supporter ospiti della squadra stessa e degli stessi supporter che provengono da tutte le parti del mondo per vedere le partite, in particolare, di coppa dei campioni. Non è, però, da esasperare, perché in molte altre città è avvenuto questo e si è verificato che, in qualche modo, le diseconomie non sono così prevedibili come possono apparire. Si ricordi che la Juventus - per fortuna fin'ora, ma ahimè per domani se la sentenza verrà rinnovata - era l'unica squadra, o forse una delle due squadre, in Italia che non era mai retrocessa in serie B. Quasi tutte le altre squadre hanno avuto dei trascorsi. Questo non giustifica le diseconomie, ci saranno! Per fortuna quest'anno parte delle diseconomie saranno, in qualche modo, marginate, rispetto al fatto che il Torino, sempre in serie B, si ritroverà a giocare in serie A e, quindi, avrà dei supporter esterni che potranno, in qualche modo, solo sopperire a questa mancanza.
Detto questo - che non è la risposta all'interpellanza, ma solo delle considerazioni di carattere personale, condivisibili o meno rispetto a quanto detto dal Consigliere Scanderebech - devo dire con tranquillità che non credo che l'immagine di Torino possa venirne fuori così in modo negativo, messa in rapporto alle Olimpiadi. Le Olimpiadi sono state un grande evento sportivo e culturale, che hanno fatto in modo che ci fosse una crescita enorme dal punto di vista culturale e sportivo, e che non vengono intaccate dalle immagini che una delle due squadre, o, in particolare, alcuni dirigenti di una delle due squadre hanno dato, di non lealtà sportiva. Così li voglio chiamare, perché altro, in questo momento, non mi è consentito di dire. Posso, però, rispetto alla domanda centrale dell'interpellanza del Consigliere Scanderebech, assicurare che non vi è nessuna correlazione fra quanto è stato fatto rispetto al Torino Calcio nel 2005 e quanto si potrebbe fare rispetto a una identità della Juventus in questo momento, perché i rapporti sono di completa differenza. Nel 2005 eravamo di fronte ad un fallimento di tipo finanziario; ora siamo di fronte a sentenze di non lealtà sportiva.
Sulla questione di carattere finanziario, condannati i fallimenti - perché i bilanci devono essere tenuti con assoluti criteri - contemporaneamente si può intervenire, perché la ricerca di quattrini è molto più facile delle sentenze sulla lealtà sportiva. Siamo in due campi completamente diversi.
Siamo in un campo sul quale, in questo momento, non possiamo fare altro, se non sperare che la giustizia sportiva sia giusta al massimo e non solo che possa sentenziare delle pene meno pesanti di quelle che sono state le richieste dei procuratori o dei pubblici accusatori sportivi. Posso dire, però, che questo nostro calcio ha bisogno, comunque, di una riforma drastica. Non sto parlando soltanto della Juventus, in questo momento. Proprio stamattina parlando con i dirigenti di questa nuova Juventus che si pone per rinascere, abbiamo parlato veramente di quella che dovrebbe essere la cultura sportiva per il calcio di domani. Parlando dei nostri impianti che verranno messi a disposizione per il calcio nella prossima annata sportiva, ci siamo, per esempio, soffermati sull'esigenza di fare calcio in Italia, così come si fa in qualsiasi altra nazione d'Europa. Per esempio, anche in Inghilterra, qualche anno fa, i supporter erano assolutamente criticabili, stavano tutti in piedi e gli hooligans, in qualche modo, erano diventati truppe sbandate all'interno della città.
Possiamo pensare che possa avvenire anche nella nostra città, ma vorrei ricordare che il nuovo Stadio Olimpico, che viene messo a disposizione, è fornito di sedili in tutti i settori (anche nelle curve) ed avrà la caratteristica di avere una recinzione alta soltanto 1,10 metri, invece di 2,20 metri; ciò comporterà una maturazione da parte dei tifosi, che non dovranno, comunque, superare quella recinzione e, come avviene in tutti gli stadi d'Europa (tranne in Italia), dovranno stare seduti, anche nelle curve. Questo fatto non è direttamente collegato all'interpellanza, ma ritenevo importante sottolinearlo.
Dobbiamo approfittare di questo momento di cambiamento nel calcio anche in termini di organizzazione delle società, all'interno delle quali i dirigenti hanno responsabilità molto forti, come, nella fattispecie, i dirigenti della Juventus (squadra importantissima per Torino e per la nostra regione), che hanno avuto, come è dimostrato dalle loro azioni - non per la giustizia ordinaria, ma per quella sportiva -, responsabilità in termini di slealtà sportiva.
Partiamo da questa situazione di cambiamento per ricreare le condizioni affinché le famiglie possano assistere alle partite di calcio nei nostri stadi in assoluta tranquillità. Spero di avere risposto alle domande presenti nella sua interpellanza, probabilmente non sarò stato del tutto esauriente, ma si tratta di un'interpellanza che può diventare molto opinabile, a seconda di come la si affronta. Rimango, comunque, a sua disposizione per ulteriori domande.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
Ho concesso all'Assessore un po' più di tempo, perché ritengo che questi argomenti meritino di essere trattati in maniera più esauriente.
La parola al Consigliere Scanderebech.

SCANDEREBECH Federica
Ringrazio l'Assessore per la risposta e colgo l'occasione per fargli un augurio per il suo mandato.
Lei ha affermato che nel caso del Torino Calcio si è trattato di un fallimento finanziario, ma il fallimento finanziario della Juventus è imminente; probabilmente non è la causa del problema che stiamo sollevando, ma si tratta di una conseguenza imminente.
In questi giorni, i quotidiani e altre fonti di informazione hanno comunicato diversi dati, ne citerò solo alcuni: un articolo parlava del fatto che la quotazione in Borsa è in serio pericolo, in quanto il titolo è sceso da 2,50 a 1,40, causando una perdita di 1,10 Euro; c'è, poi, un danno economico di 20 milioni di Euro per le riprese televisive (lo ha affermato la Frame Italia) e a tutto ciò conseguiranno anche ricadute occupazionali. Inoltre, la Federalberghi ha dichiarato che ci sarà un decremento di 6.000 pernottamenti in un anno e i ristoranti e i locali frequentati solitamente dagli juventini subiranno un calo del 20 - 25% sugli incassi. Bisogna citare, poi, la questione relativa allo Stadio delle Alpi: che cosa ne sarà? Si tratta di un progetto da 150 milioni di Euro.
Si continua a parlare delle conseguenze finanziarie, ma anche l'immagine di Torino è a rischio, in quanto la Juventus rappresenta Torino e si tratta di un binomio che è necessario considerare. L'Amministrazione che cosa propone?

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola all'Assessore Montabone.

MONTABONE Renato (Assessore)
Ritengo che l'Amministrazione non possa sopperire ai fallimenti e non possa, attraverso le sue iniziative, evitare che una società quotata in Borsa fallisca; al limite, può aiutarla a recuperare, eventualmente, da un fallimento, ma non mi risulta che la Juventus, in questo momento, sia fallita.
Ho affermato prima, invece, che alcune ricadute di carattere economico (non così eclatanti come quelle che lei ha citato e come alcuni organi di informazione hanno sottolineato nei giorni scorsi) ci saranno, ma verranno sopperite da altre iniziative. Questo argomento, comunque, non riguarda le Amministrazioni Comunali, perché, altrimenti, sarebbe grave.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
L'interpellanza è discussa.
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