Cittą di Torino

Consiglio Comunale

Cittą di Torino > Consiglio Comunale > VERBALI > Torna indietro

Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 24 Luglio 2006 ore 14,00
Paragrafo n. 17
DELIBERAZIONE (Giunta: proposta e urgenza) 2006-04721
ITER - ISTITUZIONE TORINESE PER UNA EDUCAZIONE RESPONSABILE RENDICONTO PER L'ESERCIZIO 2005. APPROVAZIONE.
Interventi

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
Passiamo all'esame della seguente proposta di deliberazione n. mecc. 200604518/24, presentata dalla Giunta Comunale in data 27 giugno 2006, avente per oggetto:
"Rendiconto del Comune per l'esercizio 2005. Approvazione"
Proposta dell'Assessore Passoni.
Vista la deliberazione del Consiglio Comunale del 9 maggio 2005 (n. mecc. 200501856/24), esecutiva dal 23 maggio 2005 con cui è stato approvato il Bilancio di previsione per l'esercizio 2005.
Visto il Rendiconto per l'esercizio 2005 ed il relativo conto di cassa reso e sottoscritto dal Tesoriere, redatti in conformità ai modelli di cui al DPR 31 gennaio 1996, n. 194.
Visto il D. Lgs. del 18 agosto 2000 n. 267 "Testo unico delle Leggi sull'ordinamento degli Enti Locali".
Vista la determinazione n. 27 (n. mecc. 200603943/24) del 16 maggio 2006 (all. 7 - n. ) con cui il Direttore Finanziario ha determinato l'eliminazione dei crediti risultanti dal Rendiconto 2005 con le prescritte idonee motivazioni.
Vista la determinazione n. 33 (n. mecc. 200604455/24) del 5 giugno 2006 con cui ai sensi dell'art. 228, comma 3, del D. Lgs. 267/2000, il Direttore Finanziario ha determinato le risultanze conclusive dell'operazione di riaccertamento dei residui attivi e passivi rendendo l'elenco dei residui stessi, distintamente per anno di provenienza.
Dato atto che è stata effettuata con la deliberazione del Consiglio Comunale del 3 ottobre 2005 (n. mecc. 200507326/024), esecutiva dal 17 ottobre 2005 (all. 8 - n. ), la ricognizione sullo stato di attuazione dei programmi di cui all'art. 193 del D. Lgs. 267/2000, con esito positivo, tant'è che il Conto chiude con un avanzo di amministrazione.
Dato atto altresì che non risultano debiti fuori bilancio.
Vista la relazione contenente l'elenco di tutte le consulenze e gli incarichi professionali affidati nell'anno 2005 (all. 9 - n. ), di cui al comma 10, dell'art. 36 dello Statuto Comunale.
Preso atto dell'elenco dei beneficiari di contributi e sovvenzioni relativo all'anno 2005 (all. 10 - n. ), redatto ai sensi di Legge.
Tutto ciò premesso,
LA GIUNTA COMUNALE
Visto il Testo Unico delle Leggi sull'Ordinamento degli Enti Locali, approvato con D. Lgs. 18 agosto 2000 n. 267, nel quale, fra l'altro, all'art. 42 sono indicati gli atti rientranti nella competenza dei Consigli Comunali;
Vista la relazione del Collegio dei Revisori dei Conti che si allega al presente atto secondo quanto previsto dall'art. 239, lett. d, del D. Lgs. 267/2000 (all. 5 - n. );
Dato atto che i pareri di cui all'art. 49 del suddetto Testo Unico sono:
favorevole sulla regolarità tecnica;
favorevole sulla regolarità contabile;
Con voti unanimi, espressi in forma palese;
PROPONE AL CONSIGLIO COMUNALE
1) di approvare il Rendiconto dell'esercizio 2005 composto dal Conto del Bilancio, dal Conto Economico con relativo Prospetto di Conciliazione e dal Conto del Patrimonio, con allegati la Relazione della Giunta Comunale di cui all'art. 151, comma 6 del D. Lgs. 267/2000 "Testo Unico delle Leggi sull'ordinamento degli Enti Locali", e l'elenco dei residui attivi e passivi di cui all'art. 227, comma 5, lett. C, del suddetto Testo Unico (all. 1 - 2 - 3 - nn. ) nelle seguenti risultanze finali:
CONTO FINANZIARIO
Fondo cassa al 1° gennaio 2005 102.838.525,48
Riscossioni 2.057.775.860,20
Pagamenti 2.099.144.909,51
Fondo cassa al 31 dicembre 2005 61.469.476,17
Residui attivi 2.475.277.334,13
Residui passivi 2.509.545.234,96
Avanzo di amministrazione 2005 27.201.575,34
Fondi vincolati 2.059.527,71
Debiti fuori bilancio ------
Avanzo disponibile 25.142.047,63
============
CONTO ECONOMICO
Proventi della Gestione (A) 1.163.792.392,19
Costi della Gestione(B) 1.172.730.988,75
RISULTATO DELLA GESTIONE (A-B) - 8.938.596,56
Proventi ed Oneri da Aziende Speciali e partecipate (C) 16.714.110,25
RISULTATO DELLA GESTIONE OPERATIVA (A-B+/-C) 7.775.513,69
=============
Proventi ed Oneri finanziari (D) 75.426.649,41
=============
Proventi straordinari (e. 1) 214.666.065,99
Oneri straordinari (e. 2) 183.330.288,11
TOTALE (e. 1 - e. 2) (E) 31.335.777,88
=============
RISULTATO ECONOMICO DELL'ESERCIZIO
(A-B+/-C+/-D+/-E) - 36.315.357,84
=============
CONTO DEL PATRIMONIO
ATTIVO
OGGETTO
CONSISTENZA
ALL'1/01/2005
CONSISTENZA AL
31/12/2005
Immobilizzazioni materiali
3.821.558.786,02
4.077.208.386,87
Immobilizzazioni finanziarie
881.183.594,94
977.019.556,31
Crediti
1.533.135.808,22
1.814.351.863,93
Disponibilità liquide:
1) Fondo cassa
102.838.525,48
61.469.476,17
2) Depositi bancari
54.526.350,51
46.755.312,44
Ratei e risconti
7.946.093,90
2.357.304,08
TOTALE DELL'ATTIVO
6.401.189.159,07
6.979.161.899,80
PASSIVO
Patrimonio netto
1.051.235.047,17
1.533.392.791,18
Conferimenti
184.274.648,08
154.046.454,96
Debiti
5.160.616.569,39
5.286.495.254,40
Ratei e risconti
5.062.894,43
5.227.399,26
TOTALE DEL PASSIVO
6.401.189.159,07
6.979.161.899,80
CONTI D'ORDINE
Opere da realizzare
1.587.634.086,41
1.529.321.133,42
Conferimenti in Aziende Speciali
-
-
Beni di terzi
25.875.044,63
14.630.719,52
TOTALE CONTI D'ORDINE
1.613.509.131,04
1.543.951.852,94
2) di approvare ai sensi dell'art. 36, comma 9, dello Statuto della Città di Torino:
a) la Relazione sull'attuazione del Programma Annuale dell'Amministrazione (all. 4 - n. );
b) lo Stato di Attuazione del Programma Annuale delle Opere Pubbliche (all. 6 - n. );
c) il Referto del Controllo di Gestione incluso nella Relazione della Giunta Comunale
(all. 2);
3) di dare atto che al Rendiconto medesimo sono allegati:
a) la Relazione della Giunta Comunale (all. 2);
b) l'Elenco dei Residui attivi e Passivi (all. 3);
c) l'Elenco dei Crediti Eliminati dal Rendiconto per l'Esercizio 2005 (all. 7).

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
Comunico che in data 21/07/2006 le competenti Commissioni hanno rimesso il provvedimento in Aula.
La parola all'Assessore Passoni.

PASSONI Gianguido (Assessore)
Come da prassi (perché questa è la prima occasione in cui l'Aula affronta o il Rendiconto o il Bilancio preventivo, mantenendo un'impostazione su cui la stessa si è sempre incontrata), esporrò la relazione dell'Assessore in materia di consuntivo e diffonderò anche degli interventi in modo da suscitare, eventualmente, un dibattito d'Aula non soltanto sui dati analitici, distribuiti in Commissione, ma anche sulla sintesi e i temi che il consuntivo tratta.
L'approvazione del Conto consuntivo, oltre all'elemento amministrativo-formale, rappresenta il momento in cui il Comune di Torino fotografa un quadro di dati quali-quantitativi in un contesto economico di quadro che interessa tanto la realtà locale, quanto i riferimenti complessivi della prospettiva della finanza pubblica italiana nel contesto europeo.
Il 2005 è stato, per la nostra Amministrazione, una anno di grande importanza: è stato l'anno in cui si sono concretizzate buona parte delle opere olimpiche o connesse all'evento, in cui la capacità del nostro ente di affrontare con slancio questa fase si è dimostrata appieno; ed in sintesi, col senno di poi, è stato l'anno decisivo per la positiva realizzazione delle Olimpiadi invernali del 2006. Il Rendiconto è lo specchio di queste considerazioni introduttive.
L'avanzo di amministrazione 2005 ammonta a Euro 27.201.575,34 di cui 2.059.527,71 vincolati. Resta positivo il saldo economico (+2) con un avanzo di competenza di 15 milioni di Euro. Nel complesso sono aumentate le entrate tributarie con particolare riferimento alla TARSU e si è verificato un calo dei trasferimenti statali e regionali del 3,87 %; sul fronte della spesa si rileva un incremento della spesa corrente del 3,52% per effetto della spesa del personale (adeguamento contrattuale) e un decremento del titolo III della spesa, per rimborso di quote capitali di mutui.
Va segnalato che il nostro Comune ha rispettato nel 2005 ogni previsione in tema di patto di stabilità, sia intermini di cassa che di competenza.
Un dato significativo, ma che deve essere oggetto di costante monitoraggio, è l'andamento del debito: siamo di fronte ad un trend crescente dell'ultimo quadriennio, effetto, come detto sopra, della necessità di sviluppare gli investimenti necessari all'evento olimpico e al quadro di grandi opere realizzate negli ultimi anni.
Diviene prioritaria, oggi, una politica che consenta sia una riduzione del costo del debito, sia una riduzione dell'ammontare dello stesso. Associata a ciò, una razionalizzazione del Bilancio corrente, la cui rigidità è in aumento, e per il quale occorre affrontare con serietà una ristrutturazione interna, salvaguardando ed anzi migliorando l'efficacia della spesa sociale e l'efficienza nei servizi resi ai cittadini.
L'andamento decrescente (ma ora in rapida ascesa) dei tassi ha permesso agli Enti locali di ottenere migliori condizioni nelle operazioni di indebitamento. Nel corso di questi ultimi anni è aumentato il ricorso al credito. I motivi principali non si ritrovano soltanto nelle condizioni generali dei mercati, ma derivano anche da pregevoli cambiamenti intervenuti nel sistema di finanziamento complessivo. Numerosi provvedimenti normativi hanno sancito la ristrutturazione dell'Istituto principale erogatore di finanziamenti degli Enti locali: la Cassa depositi e prestiti. Sono migliorate le condizioni di concessione ed erogazione dei mutui sia in termini di procedure che di costi delle operazioni, come, per esempio, il formale impegno. L'utilizzo di nuovi strumenti alternativi di reperimento di capitale si va diffondendo sempre di più: non si possono tralasciare le operazioni di Interest Rate Swap (IRS) per la migliore gestione del debito già contratto.
Per procedere alla comparazione tra le principali leve di reperimento di capitale, sarà necessario indicare il percorso che dovremo seguire per garantire efficienza, efficacia ed economicità alla gestione delle risorse pubbliche. Nella scelta dello strumento più idoneo, non si può prescindere dalla tipologia di spesa che si intende finanziare; ma, prima ancora, è determinante una preventiva analisi dei principali indicatori economici e finanziari degli ultimi bilanci, al fine di individuare la situazione dell'ente, il grado di autonomia, la rigidità strutturale, la capacità di indebitamento, l'affidabilità dell'ente relativa alla propria posizione debitoria (trattasi di indicatori funzionali alla definizione delle politiche di entrata e di spesa).
Dopo che nel quadriennio precedente il Comune ha incrementato costantemente la propria spesa per investimenti, contribuendo anche a sostenere la congiuntura economica locale, la nostra provincia comincia, solo ora, a dare timidi segnali di ripresa economica: gli analisti evidenziano nel primo trimestre dell'anno un aumento della produzione industriale (+4,9% nei confronti dello stesso trimestre dell'anno precedente). Si tratta della seconda variazione positiva consecutiva che lascia ben sperare per il futuro.
Questi dati sono confermati anche dall'andamento delle esportazioni nel primo trimestre: secondo l'ISTAT, le vendite all'estero della nostra provincia sono aumentate del 12,3% rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno, in linea con la variazione piemontese (+12,2%) e superiore a quella italiana (+11,5%). Sono dati importanti, ma ancora troppo isolati;
Su scala nazionale L'ISTAT ha diffuso i dati relativi all'andamento del Pil nazionale nel primo trimestre dell'anno: la valutazione è positiva, nel periodo gennaio-marzo 2006 è infatti cresciuto dell'1,5% rispetto al corrispondente periodo del 2005.
La crescita tendenziale del Pil rappresenta l'aumento più alto registrato nel secondo trimestre 2001, quando la crescita tendenziale era stata del 2,3%. Spiega inoltre l'ISTAT che il tasso acquisito di crescita dell'economia per il 2006 (quello che si otterrebbe con variazioni nulle nei prossimi tre trimestri), dopo il primo trimestre, è pari allo 0,9%.
Il risultato congiunturale del Pil è la sintesi di un aumento del valore aggiunto dell'industria e dei servizi e di una diminuzione dell'agricoltura, comunica ancora l'ISTAT. Nella produzione industriale vanno bene i beni di investimento e i beni intermedi, come succede nelle prime fasi della ripresa: industrie del metallo, delle macchine utensili, degli apparecchi elettrici, dei mezzi di trasporto, insomma i settori più rappresentativi dell'export italiano. Con quanta forza e per quanto tempo questa ripresa continui, non è ora certo. E restano, inoltre, da risolvere temi come la crescita occupazionale (secondo l'ultimo rapporto ISTAT nel 2005 in provincia di Torino gli occupati sono stati in media 934.000 contro i 902.000 dell'anno precedente (+3,5%, superiore al +1,9% della Regione Piemonte e al +0,4% nazionale). Le donne rappresentano il 42% del totale occupati; soprattutto occorre però dare una chiave di lettura che consenta di migliorare anche la qualità occupazionale, fermando la tendenza alla terziarizzazione del lavoro e al precariato.
Il ruolo degli Enti locali in quest'ultimo decennio è cambiato notevolmente. La responsabilità di programmare gli investimenti sul territorio è passata ai livelli istituzionali inferiori e, attraverso le riforme iniziate nel 1990 con la Legge n. 142, si sta lentamente completando il passaggio da un sistema di finanza decentrata ad un sistema di finanza autonoma. Non solo le funzioni amministrative, ma anche quelle di carattere programmatorio, sono ormai di competenza degli amministratori locali, ai quali si offrono gli strumenti necessari per attuare le politiche di promozione dello sviluppo economico endogeno.
Non si possono dimenticare gli sforzi che l'Italia ha dovuto fare, e dovrà continuare a sopportare, per rimanere agganciata all'Europa. Il pesante debito pubblico ha condizionato la politica economica e monetaria di questi ultimi anni. Il processo di risanamento ha inevitabilmente coinvolto ogni grado della Pubblica Amministrazione; in particolar modo, gli Enti locali sono stati chiamati a ridurre il debito complessivo secondo una rigida politica di controllo dell'indebitamento. In base al Patto di Stabilità e di Crescita, sancito con il Trattato di Amsterdam, gli Enti locali devono pianificare gli interventi, "controllando il livello del debito". Tali regole chiamano in causa governi centrali e autonomie locali.
Nell'ottica di una corretta gestione delle risorse pubbliche, i pilastri fondamentali su cui poggiare le politiche di bilancio, sono rappresentati dalla responsabilizzazione degli Amministratori locali, da una efficiente politica di programmazione degli interventi sul territorio e dall'uso ponderato degli strumenti di finanziamento (nel rispetto del criterio di economicità).
Dal Trattato di Maastricht (1992) e dal Patto di Stabilità e Crescita (PSC,1997) in poi, tutti i Paesi membri dell'Unione Europea (UE) hanno sottoscritto l'obiettivo comune di non generare disavanzi eccessivi, assumendosi l'impegno di realizzare una situazione di bilancio che, nel medio termine, possa comportare un saldo vicino al pareggio o positivo. In Italia il PSI (Patto di Stabilità Interno) è stato introdotto dalla Legge Finanziaria per il 1999 (L. 448/1998). Il coinvolgimento di tutti i livelli istituzionali è stato necessario in primo luogo perché la quota di spesa pubblica, gestita dalle amministrazioni regionali e locali, è diventata ormai rilevante e, secondo, perché rispetto agli impegni europei la responsabilità ricade unicamente sul governo centrale, che è chiamato quindi a rispondere del disavanzo complessivo, generato anche dalle Regioni e dagli EE.LL, in quanto il patto, com'è noto, impone, a livello europeo, soltanto vincoli a livello di finanza nazionale. Quindi, lo Stato norma il rapporto con i livelli decentrati.
I Paesi europei non sono, però, obbligati a regolare la formazione dei disavanzi locali: la scelta di coordinare o meno i comportamenti finanziari del centro e della periferia rientra nella sfera di discrezionalità di ogni Paese e dipende anche dal diverso grado di decentramento esistente.
Nel nostro Paese, in particolare, la situazione è molto controversa perché la scelta di imporre "dall'alto" regole di bilancio vincolanti, suscita opposizioni sempre più forti da parte degli amministratori locali: accade così che, nonostante le ragioni di fondo del PSI, siano oggi diffusamente condivise, le sue modalità applicative continuano ad essere aspramente contestate dai governi locali, che non tollerano eccessive interferenze da parte dello Stato sul proprio operato.
In Italia, poi la finanza decentrata italiana è interessata da due vicende di grande rilievo che generano effetti spesso contraddittori: la prima, di natura europea, è il Patto di Stabilità, ma la seconda, di natura nazionale, è l'attuazione della riforma federalista, realizzata anche mediante la revisione costituzionale del Titolo V (L.Cost.3/2001).
Le regole del Patto di Stabilità Interno hanno finora subito regolarmente ritocchi e aggiustamenti (contenuti nelle Leggi Finanziarie e nelle Circolari ministeriali esplicative), spesso nel tentativo di escludere dal vincolo sul saldo finanziario le voci non controllabili (come i trasferimenti per funzioni delegate) oppure quelle particolarmente "meritorie" per la collettività (come gli investimenti). Il Patto di Stabilità assegna agli Enti Locali il compito fondamentale di ridurre il proprio disavanzo secondo un calcolo che raffronta le entrate nette con la spesa corrente netta; ogni anno si è modificato, in modo più o meno significativo, sia il calcolo del saldo finanziario effettivo che quello del saldo programmatico, che rappresenta il valore soglia di riferimento rispetto al quale confrontare il saldo finanziario a consuntivo, per stabilire se l'amministrazione ha o meno rispettato il limite imposto. Inoltre, a questo obiettivo primario nei vari anni se ne sono affiancati altri di diversa natura; più recentemente, ad esempio, l'imposizione di tetti alla spesa corrente (sia in termini di impegni che di pagamenti).
Inoltre, si deve notare che ogni anno, dal 1998 ad oggi, le regole previste in termini di obiettivi da raggiungere sono sempre state modificate (talvolta imponendo anche un eccesso di vincoli, come nel 2002), creando precarietà e instabilità nella capacità di programmazione degli Enti Locali.
Le maggiori incognite per tutti gli Enti Locali italiani si nascondono dietro le regole del Patto al 2005. La Legge Finanziaria 2005, infatti, conteneva - ed è quella che interessava, ovviamente, il consuntivo in oggetto - grosse novità in tema di Patto di Stabilità, come l'introduzione di un "tetto" alla crescita della spesa delle Amministrazioni pubbliche, pari al 2% rispetto all'anno precedente e l'assoggettamento a tale limite dell'intera spesa, compresa quelle per gli investimenti pubblici. Tale scelta vanifica l'obiettivo iniziale di non disincentivare gli investimenti pubblici e soprattutto la capacità d'investimento a scala locale, che rappresenta una componente di spesa particolarmente volatile, ma fondamentale per creare sviluppo e occupazione.
L'art. 6 della suddetta Finanziaria prevedeva per le amministrazioni locali soggette al Patto, il "Tetto" di spesa: per il 2005 il complesso delle spese correnti e delle spese in conto capitale per ciascun ente non potrà essere superiore alla corrispondente spesa annua (calcolata in termini di pagamenti) mediamente sostenuta nel triennio 2001-2003, incrementata dell'11,5%. Per gli anni 2006 e 2007 - interesserà, ovviamente, anche il 2006 - invece, si sarebbe applicata la percentuale di incremento del 2% alle corrispondenti spese correnti e in conto capitale determinate per l'anno precedente;
Dal punto di vista del metodo il sistema dei "tetti" è molto discutibile perché raramente si è mostrato uno strumento efficace di controllo della spesa pubblica; per di più questo sistema stravolge la logica di fondo del Patto di Stabilità, che correttamente fino ad ora si era basato sul controllo dei saldi finanziari di tutte le amministrazioni pubbliche per raggiungere gli obiettivi nazionali di contenimento del disavanzo. Rispetto ai contenuti, poi, va giudicato decisamente miope la decisione di sottoporre a vincolo la spesa d'investimento, che invece può svolgere un ruolo propulsivo fondamentale per lo sviluppo delle realtà locali (soprattutto in un periodo di crisi economica come quello attuale), e incostituzionale la conferma del blocco delle addizionali locali, che nega l'essenza stessa del principio di autonomia e di responsabilità fiscale per i governi decentrati. Se a ciò aggiungiamo il tetto del 12% riferito al massimale per il calcolo degli interessi passivi, il quadro è davvero complesso. Occorre forse scomodare Keynes per ricordare che la spesa pubblica o è finanziata mediante l'emissione di carta moneta (ma, fortunatamente, ai Comuni non compete ancora la politica monetaria) o piuttosto la spesa pubblica va finanziata attraverso prestiti pubblici (deficit spending) che genererebbe reddito senza distruggere risorse o, semplicemente, convertendo i risparmi in investimenti o ancora, in alternativa, potrebbe essere finanziata facendo ricorso al sistema della tassazione. Non ci sono alternative.
Il patto ha imposto sacrifici al Comune di Torino, che possono ripercuotersi anche sul benessere della collettività locale (basta pensare ai termini di pagamento); inoltre, il vincolo alla spesa, posto nella forma di un tetto massimo, presenta un altro grosso limite, quello di attribuire un valore positivo alla spesa storica di ogni singolo ente, senza cioè considerare se tale spesa fosse efficiente o meno in partenza. Ne consegue che gli enti locali "meno virtuosi", quelli che hanno sostenuto un alto profilo di spesa in passato, saranno favoriti dal meccanismo del tetto, potendo contare in futuro su più ampi margini di crescita. Alla luce della accresciuta autonomia finanziaria degli enti, sancita dallo stesso Testo Unico, per comuni, province e regioni cade il principio della spesa storica , utilizzato per anni da enti locali e regioni, e si dà avvio ad un sistema di finanza pubblica autonoma, in graduale sostituzione della finanza derivata basata sui trasferimenti erariali.
Volendo guardare a quello che si prospetta per il futuro e alle diverse scelte relative alla logica sottostante la formazione del nostro bilancio, l'approccio a Torino non sarà più di tipo incrementale (della spesa storica), bensì basato su un sistema programmatorio ispirato al cosiddetto budget a base zero.
Al contrario del sistema storico-incrementale, questo approccio prevede la programmazione delle risorse necessarie senza un condizionamento derivante dalle scelte consolidate nei precedenti bilanci e dalle spese sostenute, per favorire la responsabilizzazione di ciascun centro di costo e la rivalutazione, anno per anno, degli interventi da realizzare, della loro necessità e della loro convenienza.
In altri termini, tutto ciò si esplicita in una maggiore responsabilità che le singole amministrazioni devono avere nel prendere decisioni sia di spesa che di entrata.
Ma affinché la parola Programmazione possa tornare ad avere la giusta centralità nelle scelte del nostro Comune, abbiamo bisogno di uno scenario di regole certe e durature. Il Legislatore - non abbiamo dubbi, in questa Legislatura lo farà -, tramite gli strumenti normativi regola anche il nostro futuro; ma solo un quadro stabile permetterà il superamento, per i Comuni, di una fase complessa e di delicata gestione.
Da ultimo, a prima chiusura di questa relazione, voglio ringraziare verbalmente - non è in relazione, ma è doveroso farlo - gli uffici e i Revisori dei Conti. I secondi, in particolare, sono anche in scadenza e pertanto nei limiti di un componente sono anche non eleggibili; a questo componente va un particolare un ringraziamento per tutto il lavoro svolto nei 6 anni. Agli uffici va un ringraziamento perché la situazione che ho trovato, per continuare la gestione delle risorse finanziarie, è una situazione dinamica, competente, capace, che ha dimostrato la sua competenza già negli ultimi anni (direi 20 anni, perché credo che la situazione sia abbastanza costante in Comune nella direzione dei servizi finanziari), ma che credo sia totalmente all'altezza e totalmente in grado di gestire anche una fase così delicata di innovazione e di sviluppo del sistema della finanza locale.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola al Consigliere Giorgis.

GIORGIS Andrea
Dopo l'approfondita relazione dell'Assessore, mi limiterò a sottolineare tre aspetti che sono stati adesso richiamati, ma che nella documentazione che abbiamo ricevuto e analizzato in Commissione a me paiono particolarmente significativi. Innanzitutto, è stato ricordato, il 2005 è l'anno in cui si sono concretizzate moltissime opere. È l'anno che ha visto la realizzazione di consistenti investimenti per lo svolgimento delle Olimpiadi. Vi è stato, contemporaneamente, un calo dei trasferimenti pari a circa il 3,7%. Un calo dei trasferimenti che, come abbiamo già avuto modo di ricordare in precedenti sedute, ha costretto la nostra Amministrazione a fare di necessità virtù e quindi, a trovare il modo, attraverso una razionalizzazione della spesa, di rimediare alle minori entrate.
Un altro punto che va, a mio avviso, ricordato è il rispetto del Patto di Stabilità. In un contesto di crisi che si andava ad ereditare dai precedenti anni e in un contesto di calo dei trasferimenti, il rispetto del Patto di Stabilità va interpretato come un segno di buona Amministrazione. Quali sono le misure che occorre intraprendere? A questa risposta, comincerei col sottolineare un aspetto che emerge anche dal rendiconto. L'Amministrazione Comunale ha, nel corso di questi ultimi anni, cercato di contrastare con sempre maggiore efficacia, il problema, non solo torinese, dell'evasione fiscale. L'Amministrazione ha dimostrato - e questo rendiconto lo dimostra - di aver voluto, con convinzione, cercare di ridurre questo male che attanaglia il nostro Paese. Sono convinto che bisogna continuare su questa strada e, se possibile, ulteriormente aumentare gli sforzi.
Il dovere di solidarietà economica, come è noto, è l'altra faccia dei diritti. Senza solidarietà economica, senza il dovere di contribuzione fiscale, senza il dovere di solidarietà economica, senza il rispetto dei doveri più in generale, non è possibile garantire nessun diritto e, soprattutto, non è possibile garantire quei diritti che abbiamo sempre dichiarato di voler tutelare, che sono i diritti di coloro che non hanno le risorse economiche per fare da sé.
Questa Amministrazione ha cercato di contrastare l'evasione, ma credo sia necessario accentuare ulteriormente gli sforzi. La lotta all'evasione è un'esigenza non solo morale e politica, ma anche economica. A questo proposito, cito i problemi che dovremo affrontare nel corso dei prossimi anni: la riduzione del costo del debito e la ridefinizione della spesa corrente (sempre che, naturalmente, si tenga ferma quell'esigenza di stabilità che la normativa europea ci impone e che la normativa nazionale, oggi, forse potrebbe veder ridefinita).
Le contraddizioni dell'attuale legislazione - che premia i Comuni che non hanno il coraggio di operare investimenti e penalizza, come ricordava l'Assessore Passoni, i Comuni che, invece, nell'interesse della collettività che rappresentano, hanno avuto il coraggio di operare significativi investimenti - spero portino, come segnalato da alcuni quotidiani, ad una rapida modifica legislativa e alla ridefinizione del patto di stabilità e, soprattutto, si renda giustizia a quei Comuni virtuosi che hanno la capacità non solo di esercitare l'autonomia amministrativa che la legge gli consegna già da diversi anni, ma anche la capacità di esercitare l'autonomia fiscale che la legge, in maniera non del tutto chiara, ancora non gli consegna interamente.
A maggior ragione, se il contesto legislativo nazionale muterà e, quindi, se il tetto non verrà più misurato come avviene oggi, ma alla luce del rapporto tra gli investimenti e la capacità dei Comuni di recuperare le risorse, la lotta all'evasione diventerà ancora più necessaria, perché non soltanto sarà il modo attraverso il quale non ridurre dei servizi, ma diventerà una delle modalità attraverso cui ulteriormente incrementare gli investimenti e siamo tutti consapevoli di quanto sia importante.
Concludo ringraziando l'Assessore e gli Uffici, perché, come è emerso soprattutto dal lavoro di Commissione (durante il quale abbiamo potuto approfondire i diversi capitoli), pur in un contesto economicamente difficile, è stato fatto, senza ombra di dubbio, un ottimo lavoro e i Consiglieri Comunali, dalla lettura dei documenti e dall'analisi del Rendiconto, sono nella condizione di rendersi conto delle difficoltà (economiche e finanziarie) che saremo costretti ad affrontare, nonché della bontà degli investimenti fino ad ora realizzati.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola al Consigliere Gallo Domenico.

GALLO Domenico
Vorrei proporre alcune brevi considerazioni, perché, spesso, la discussione sul Rendiconto Consuntivo viene un po' snobbata dal Consiglio Comunale, ma credo che sia un elemento di criticità che bisogna sottolineare. Quest'anno la situazione mi pare un po' diversa e intendo sottoporvi alcune riflessioni, perché quando parliamo di Rendiconto Consuntivo intendiamo analizzare gli interventi fatti, quelli visibili, che sono il risultato del lavoro politico operato dall'Amministrazione.
La strutturazione dei nostri Bilanci, in questi anni, è stata caratterizzata, purtroppo, dai tagli operati dal precedente Governo, dalla riduzione dei trasferimenti regionali e, quindi, sia il Bilancio Preventivo che quello Consuntivo, in qualche modo, risentono di questa situazione: i trasferimenti regionali sono diminuiti di 4 milioni di Euro, mentre i trasferimenti statali sono passati da 186,28 milioni di Euro a 178, quindi si è registrato un notevole calo.
Vorrei sottolineare, come ha fatto nel suo intervento il Consigliere Giorgis, l'importanza della lotta all'evasione in questo contesto di difficoltà. È un elemento che voglio rimarcare con fermezza, perché credo che siamo stati d'esempio a livello nazionale, infatti Torino è stata una delle città più efficaci nel recupero dell'evasione fiscale: dal 2001 al 2005, sono stati recuperati 80 milioni di Euro, ai quali bisogna aggiungere quelli che sono in corso di recupero in questi mesi. Leggo nella relazione che solo nel 2005 sono stati recuperati 25 milioni di Euro e, a mio parere, si tratta di una cifra consistente, soprattutto per quanto riguarda le voci relative alla TARSU e all'ICI.
La lotta all'evasione rappresenta sicuramente l'elemento che ci consentirà, come avevamo accennato negli anni passati, di poter ridurre l'ICI; il nostro auspicio è che l'ICI sulla prima casa possa diminuire e credo che attraverso la lotta all'evasione si possa procedere ad una riduzione, anche se non significativa, ma che, comunque, esprima un'attenzione verso i proprietari di prima casa. Ritengo che sia un atto dovuto da parte della nostra Amministrazione cercare, all'interno di questa operazione di recupero dell'evasione e dell'elusione, di realizzare una riduzione, seppure simbolica, di questa imposta.
Credo che da questo elemento dipendano anche le modalità di intervento dell'Amministrazione sulle questioni principali: il welfare, la qualità delle periferie ed il lavoro. Si tratta di questioni importanti e che necessitano di un'attenzione particolare; alcune sono state portate a compimento: mi riferisco alla riqualificazione di Porta Palazzo (non è stata una questione da poco, al contrario si trattava di un punto delicato e critico della città), al piano mercati (è stato un altro elemento notevole, perlomeno sul piano dell'elaborazione, perché adesso c'è un piano mercati interessante, che deve essere attuato), all'attivazione del primo tratto della metropolitana (altro elemento molto significativo, percepito positivamente dai cittadini torinesi) e al miglioramento della qualità urbana attraverso il cambiamento, in questi anni, della nostra città, che è sicuramente più bella e vivibile. In ultimo, vorrei ricordare la rinascita della FIAT attraverso un protocollo d'intesa che non smetterò mai di citare come l'elemento più alto della politica compiuta dall'Amministrazione in questi ultimi 5 anni. Si tratta di un elemento che ha consentito un rilancio dell'industria, che, sostanzialmente, sembrava avesse esaurito la propria capacità produttiva nella nostra città, che era conosciuta come la capitale dell'auto. Questa Amministrazione potrà dare ancora molto, per quanto riguarda questo aspetto, alla città, così come negli altri settori che rappresentano le nostre grandi potenzialità: il turismo, la storia, la cultura e l'ambiente.
Vorrei segnalare, comunque, all'Assessore Passoni e alla Giunta alcuni aspetti critici, che, a mio parere, necessiteranno di un approfondimento nei prossimi mesi: ad esempio, il superamento della precarietà del lavoro all'interno della macchina comunale. Questo è un problema serio, non voglio fare demagogia su un argomento che coinvolge centinaia di giovani che rappresentano una risorsa importante per la nostra Amministrazione (mi riferisco ai contratti di formazione lavoro e ai contratti di lavoro a tempo determinato). Dobbiamo cercare di investire in questo campo, perché le professionalità già acquisite devono essere valorizzate e non vanificate; chiedo un impegno a tutta la Giunta, perché si tratta di una questione delicata e necessaria per il buon funzionamento della macchina comunale.
Siamo contrari alla precarietà nella nostra Amministrazione e al ricorso alle agenzie di lavoro interinale - se non nei casi di estrema necessità -, come abbiamo affermato anche nel corso del dibattito sulle linee programmatiche dell'Amministrazione; investire sul personale interno all'Amministrazione credo sia un modo di valorizzare professionalità già acquisite e fondamentali per il funzionamento della macchina.
Vorrei, poi, citare il Palafuksas, l'edificio costruito a Porta Palazzo e ristrutturato è al centro di un contenzioso che dura ormai da qualche anno e al quale dobbiamo porre termine: l'Amministrazione deve consegnarlo ai soggetti con i quali ha sottoscritto una convenzione (il riferimento è al mercato dell'abbigliamento).
Infine, l'Assessore Passoni parlava giustamente della programmazione della spesa, che, nei prossimi anni, rappresenterà la modalità per investire e spendere il denaro pubblico. Ritengo necessario che, in questa fase di condizionamento economico, la spesa venga concentrata sulle priorità, che, tutti insieme (mi riferisco al Consiglio Comunale, non solo alla maggioranza), dobbiamo porre al centro del dibattito.
Le priorità, dal mio punto di vista, e dal punto dei Comunisti Italiani che qui rappresento, sono: il welfare municipale, che deve essere sempre mantenuto ad un livello di qualità, così come abbiamo fatto in questi anni; la qualità della vita nelle periferie, che, in un contesto di ammodernamento della città, ogni tanto sono dimenticate (anche se devo riconoscere all'Assessore Tricarico che su questo aspetto ha ben lavorato, ma bisogna continuare per migliorare ancora le condizioni di vita di tante zone cittadine); e, infine, è necessario investire sulla sicurezza, che non è una parola d'ordine della destra, ma della Città.
Credo che il potenziamento del Corpo dei Vigili Urbani sia strategico per portare sicurezza nei quartieri della nostra città. Spero che nei prossimi mesi ci siano le possibilità economiche per investire su questo aspetto, se lo faremo, daremo risposte importanti alla nostra città nel suo complesso.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola al Consigliere Tronzano.

TRONZANO Andrea
È il mio primo intervento in Aula, per cui l'emozione magari mi tradirà, però cercherò di essere all'altezza del compito che gli elettori hanno affidato al nostro partito.
Prima che il mio Capogruppo intervenga per il suo discorso politico, che sarà sicuramente più esaustivo del mio, inizio con una breve battuta sull'aspetto dell'evasione fiscale: credo che il Decreto Bersani abbia rotto il rapporto di leale collaborazione fra il contribuente ed il fisco, e quindi credo che purtroppo l'evasione aumenterà, però questa è soltanto la mia impressione, ma penso che questo debba essere fatto rilevare anche allo stimatissimo Consigliere Giorgis.
In secondo luogo, non volendomi dilungare, vorrei dire che nel nostro prossimo mandato elettorale ci batteremo e cercheremo, in particolare e non solo, naturalmente, di ridurre le tensioni che ci sono negli over 55, pensionati giovani, e limitare le ansie delle mamme per il futuro dei propri figli, che oggi hanno 10-15 anni, attraverso la richiesta di un'azione attenta, forte su tre fronti: l'apprendimento permanente, l'orientamento scolastico ed il ritorno ad essere utili dei giovani pensionati, da cui i giovani, tra l'altro, potranno avere esempi validi ed importanti.
Per questo segnalo all'Assessore solo un piccolo particolare che ho notato nella relazione dei revisori sull'indice di copertura dei servizi a domanda individuale. In questo senso, mi pregio di dare un contributo dicendo che sugli asili nido e sugli impianti sportivi l'indice di copertura forse non è adeguato, rispetto per esempio al 68,35 dei corsi extrascolastici, quindi penso che un'attenta analisi, anche attraverso il residuo di Bilancio, si possa provare a fare una politica sociale più attenta alle famiglie e agli anziani.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola al Consigliere Zanolini.

ZANOLINI Carlo
Chiedo scusa per l'ingenuità dell'intervento che non mi vede preparato, non essendo specializzato in questi argomenti e ringrazio moltissimo l'Assessore Passoni per l'esauriente relazione che mi ha fatto anche imparare alcune cose in fatto di economia. Mi piacerebbe, poi, approfondire con lui il concetto di investimento a "budget a base zero", ma ne parleremo eventualmente di persona.
Il mio intervento è un po' ingenuo, in quanto non sono ancora entrato nel ruolo dell'amministratore, ma mi vedo ancora come cittadino comune, per cui sono molto contento del fatto che l'Amministrazione di questa Città non sia solo in pareggio, ma addirittura in vantaggio, e questo rallegra tutti noi cittadini che paghiamo le tasse e vediamo ben amministrati i nostri denari, anche perché abbiamo visto che la città è cambiata.
Il prossimo anno mi piacerebbe che la relazione prevedesse oltre che un riferimento al PIL, anche al cosiddetto indice di sviluppo umano, che non è semplicemente una meccanica trasposizione di cifre legate alla produzione, ma è il confronto del PIL in rapporto alla vivibilità di una città con metodiche e tecniche che si riferiscono alla teoria del cruscotto, si tratta di più dati che ci danno questo indice di vivibilità o di sviluppo umano.
Penso che questo indice in Torino sia notevolmente aumentato. Ho visto ieri sera qualche brano del bellissimo film "Mimì metallurgico" e ho rivisto la Torino di 20-30 anni fa: era qualcosa di allucinante, Torino invasa dalle nebbie, deserta, e l'ho riportata alla Torino di questi anni, alla Torino delle Olimpiadi.
Penso che una buona Amministrazione abbia fatto sì che questa Torino sia cambiata e che i comuni cittadini come me siano soddisfatti di questo investimento di capitali.
Mi piacerebbe che al più presto (e qua rivolgo l'accorato appello, ma avremo modo di poterci confrontare in altre sedi) si risolvesse un elemento che dà parecchi problemi ai cittadini torinesi, quello dell'inquinamento, bisognerebbe indirizzare maggiori risorse alla riduzione, se non all'azzeramento di questo grosso problema.
Riconosciamo di vivere in una città che ci soddisfa, in cui le periferie hanno acquistato la loro rilevanza, e non solo più il centro cittadino è vissuto, in cui ci sono avvenimenti che tutta l'Europa ci invidia, tipo Settembre Musica, quindi penso che noi cittadini siamo molto contenti di vivere in questa bella città.
Questo, forse, è un intervento un po' superficiale, un po' semplice, ma vuole essere il commento di un cittadino ad un amministratore capace, quale è l'Assessore Passoni.
Ringrazio anche tutti gli Uffici che hanno prodotto queste relazioni.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola al Consigliere Carossa.

CAROSSA Mario
Mi trovo un po' in imbarazzo: adesso inizio ringraziando il Re Sole perché ci ha tolto anche la nebbia, negli ultimi 20 anni abbiamo una Torino che non ha neanche più la nebbia, come ha detto il Consigliere Zanolini, qualcuno dovremmo ringraziare.
Spero di continuare in questi cinque anni ad essere un cittadino comune, anche perché almeno mi permetterà di dire sempre quello che assolutamente penso. In questo momento penso veramente di ringraziare il Consigliere Gallo, perché almeno ha posto alcune criticità, al contrario del duetto, ottimo, tra l'altro, Passoni-Giorgis: uno se la canta, l'altro se la suona. Se un selenita arrivava dalla luna in quel momento diceva: "Dove sono capitato? Nella città più bella del mondo". Per me Torino è una bellissima città, lo dico da torinese, da cittadino comune, però da lì a dire che tutto va bene, mi sembra un po' esagerato.
Quindi ringrazio veramente il Consigliere Gallo, non è una battuta, per i temi trattati, che sono effettivamente da porre alle diverse Giunte che hanno governato la città negli ultimi anni.
Sarò brevissimo perché, riconcordo con il Consigliere Zanolini, non sono assolutamente all'altezza del fine giurista Giorgis o dell'Assessore Passoni, però mi lascia un attimo perplesso e mi viene un po' di paura quando sento parlare per ben tre volte di seguito da Consiglieri e Assessori di lotta all'evasione che, sempre da comune cittadino, vedo risolvere sempre con il colpire i più piccoli. Ho visto in questi anni una lotta all'evasione che non ha distinto assolutamente fra le povere persone che avevano commesso un errore veniale, magari di compilazione di ICI o di TARSU, e invece quelli che l'hanno fatto in perfetta malafede, e da professionista vi assicuro che si riconosce e si capisce molto bene quando ciò avviene.
Ho veramente paura quando sento parlare di una Giunta che per coprire i debiti vende o svende il patrimonio che ci hanno lasciato i nostri avi e fa della lotta all'evasione fiscale la sua unica battaglia.
Infine, vi ricordo che, iniziando proprio dal Comune, bisogna cercare di aiutare i lavoratori non precarizzandoli, così come ha detto il Consigliere Gallo Domenico, che ringrazio nuovamente, perché questo mi sembra uno degli aspetti dimenticati dalle ultime Giunte del Comune di Torino.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola al Consigliere Angeleri.

ANGELERI Antonello
Come ho già annunciato in sede di Commissione, non parteciperemo al voto che riguarda l'approvazione del Rendiconto 2005, forse meglio conosciuto come Rendiconto delle Olimpiadi.
Si tratta di un Rendiconto al quale non abbiamo potuto partecipare, perché siamo stati appena eletti e, quindi, così come non abbiamo partecipato alle scelte fatte, non parteciperemo al voto di oggi.
Vorremmo fare alcune osservazioni rispetto all'intervento dell'Assessore che abbiamo seguito anche in sede di Commissione; siamo preoccupati rispetto al trend crescente del debito e rispetto ad una politica sul Bilancio che dovremo completamente cambiare; naturalmente, questo è un ragionamento che non riguarda i tecnici e gli Uffici, ai quali va tutta la nostra stima, ma riguarda la politica.
Una politica di riduzione del debito deve partire da una ristrutturazione interna del Bilancio e da una ridefinizione complessiva della spesa corrente. Assessore, signor Sindaco, probabilmente bisogna riscrivere il Bilancio se non vogliamo far pesare sui cittadini le scelte future, visto che già si dovranno fare dei sacrifici. Non penso che sia un problema di Governo di un colore piuttosto che di un altro, ma l'impressione è che, nei confronti delle Amministrazioni Locali, anche questo Governo non abbia un atteggiamento definibile di manica larga.
I Colleghi che negli Anni Ottanta sono stati presenti in quest'Aula si ricorderanno dei Decreti Pandolfi e Stammati che rimborsavano, a piè di lista, tutte le spese dei Comuni (sicuramente se lo ricorderà qualcuno che all'epoca era Assessore in qualche altro Comune e che oggi sta dall'altra parte). Questi decreti facevano in modo che all'interno dei Comuni non ci fosse una presa di coscienza ed una responsabilizzazione degli amministratori locali che, invece, oggi esiste, perché all'epoca non c'era nessuna possibilità di tassazione, se non marginale, da parte dei Comuni e mi ricordo molto bene come le spese fossero costantemente in aumento da un anno all'altro, tendenza che ovviamente è stata invertita negli ultimi anni.
La lotta all'evasione più volte richiamata ed enfatizzata negli interventi dell'Assessore e del Consigliere Giorgis e che noi condividiamo (in un Paese in cui c'è il doppio di evasione fiscale rispetto alla media europea le tasse bisognerebbe farle pagare a tutti), è un aspetto importante, ma non basta. Non penso che l'ultimo intervento del Governo agevoli in questa direzione; invece, mi auguro che ci sia un'inversione di tendenza per la quale gli strumenti ci sono, soprattutto a livello nazionale.
Per poter realizzare alcuni interventi in futuro, bisogna partire adesso con una ridefinizione complessiva, ma ne parleremo sicuramente a settembre, in occasione dell'assestamento del Bilancio.
Sono contento che il Consigliere Gallo Domenico intervenga sottolineando gli aspetti del precariato in questo Paese e come lui sono convinto che sia nostro compito dare sicurezza e tranquillità ai giovani all'interno delle famiglie, ma con la situazione attuale mi pare che sia un sogno da dimenticare insieme alle scelte per il futuro. Ho letto attentamente sia il programma della campagna elettorale del Sindaco e della sua maggioranza sia quello che è stato portato in quest'Aula e vi sono delle scelte che presuppongono un investimento importante da parte del Comune ed è per questo motivo che questa necessità diventerà impellente nel momento in cui il Sindaco e la sua maggioranza vorranno rispettare le promesse fatte agli elettori.
Sono un po' preoccupato per l'attuale situazione finanziaria del Comune, sono preoccupato per la situazione di cassa. L'Assessore ha detto che abbiamo rispettato il Patto di stabilità, però questo Comune ha fatto alcune scelte politiche effettuando alcuni pagamenti piuttosto che altri, che hanno messo in difficoltà alcune aziende locali. Il nostro Gruppo ha presentato un'interrogazione su questo tema (alla quale l'Assessore risponderà), perché vorremmo sapere quali sono le intenzioni future, se si darà priorità alle piccole aziende che attendono di essere saldate, perché in un momento di difficoltà economico come questo, anche il mancato pagamento nei confronti di una piccola e media azienda o di un piccolo artigiano può diventare pericoloso e nefasto per chi lo subisce.
L'augurio è che a settembre, quando parleremo dell'assestamento del Bilancio, questo aspetto sia valutato in un modo migliore, visto che l'autonomia decisionale in questo senso ce l'abbiamo, e si possa parlare realisticamente delle scelte per il futuro.
In questo Comune le scelte le faremo tutti consapevolmente e da parte del nostro Gruppo ci sarà collaborazione se dall'altra parte ci sarà lealtà nel contribuire a riscrivere completamente il Bilancio di questa Amministrazione.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola al Consigliere Cantore.

CANTORE Daniele
Mi unisco anch'io ai ringraziamenti ed ai complimenti nei confronti della struttura del Comune, dei funzionari e dei dirigenti che in questi anni hanno dimostrato grandi capacità e professionalità e anche, mi permetto di aggiungere, ai Revisori dei Conti per la relazione.
Assessore, i complimenti glieli faremo più avanti, se sarà il caso, perché si è appena insediato e, come il sottoscritto (sebbene, certamente, con maggior preparazione ed approfondimento), parla di qualcosa che, di fatto, ha ereditato.
Vorrei porre alla sua attenzione alcune riflessioni derivanti da un Rendiconto che, peraltro, riguarda un Bilancio Preventivo che non è stato vissuto da alcuni di noi e che, comunque, riguarda la precedente tornata amministrativa.
Innanzitutto, Assessore, come ha ricordato nella sua relazione, poiché la possibilità di spesa dell'Amministrazione Comunale è ridotta al 20-25%, devo dire che io, a differenza del Consigliere Zanolini, non sono molto contento di quest'avanzo, pari a circa 27 milioni di Euro.
Mi pare che, negli ultimi anni, questo Comune abbia avuto un avanzo all'incirca sempre uguale (25, 26 o 27 milioni). Se non erro, di fatto, esso rappresenta un terzo del nostro introito relativo all'ICI, quindi, mi preoccupa che sia tanto consistente, anche perché le buone amministrazioni, solitamente, mirano al pareggio.
Secondo me, si tratta di un avanzo che non dovrebbe farci contenti, perché non è un bilancio familiare, per cui ci si possa rallegrare di aver risparmiato tanto.
Mi rivolgo non solo all'Assessore, ma anche al Sindaco ed alla Giunta: semmai, dovremmo cercare di ridurlo ogni anno, perché la sua riduzione significherebbe investimenti all'interno della Città.
Mi pare che quest'avanzo derivi, per circa 15 milioni di Euro, da gestioni di competenza e, per circa 12 milioni di Euro, da gestione dei residui: questo è un tema molto caro al suo predecessore, ossia la cosiddetta finanza creativa (che, peraltro, in generale, io condivido), che ritengo sia stata importante per quest'Amministrazione e per la città di Torino, ma che - non dobbiamo negare - ha permesso anche all'Amministrazione di agire sulla spesa corrente.
Vorrei fare solo un esempio, Assessore: nell'alienazione, cioè nell'operazione di cessione del 18% dell'Azienda Elettrica Municipale alla Finanziaria Torino S.p.A., avete reperito nuovi finanziamenti per circa 99 milioni di Euro (mutuo stipulato dalla Fintorino) e avete avuto una plusvalenza di 20 milioni di Euro, e lo stesso è avvenuto per il conferimento tra AEM ed Azienda Elettrica del Comune di Genova; di fatto, nel primo caso, avete portato a casa 20 milioni di Euro di plusvalenza e, nel secondo, una plusvalenza di 80 milioni. (INTERVENTI FUORI MICROFONO). Non sto entrando nel merito delle operazioni strategiche, perché il mio obiettivo è un altro, cioè quello di dire che avete reperito importanti risorse finanziarie - è innegabile - e realizzato notevoli plusvalenze (quindi, anche plusvalori), però, se consideriamo il patto di stabilità, è grazie a queste che siete riusciti a rientrare nel patto di stabilità che, altrimenti, non avreste potuto rispettare e, di fatto, è successo che il Comune ha alleggerito il suo indebitamento, a scapito dell'indebitamento delle succitate società partecipate: penso che questo sia un problema reale, che dev'essere affrontato.
Assessore, rispetto al patto di stabilità, al fatto che esso sia stato rispettato dal Comune (peraltro, era l'unico che doveva rispettarlo) e che queste plusvalenze abbiano portato presumibili danni, se così possiamo chiamarli, alle aziende, bisogna considerare un altro dato: voi non avete utilizzato queste plusvalenze per investimenti, bensì soprattutto per spesa corrente.
Quindi, come ha detto anche il Consigliere Carossa, vuol dire che vi sono state queste operazioni finanziarie di finanza creativa (peraltro, giuste nella loro strategia) e - aggiungo - plusvalenze ed alienazione d'immobili (ad esempio, palazzo ACI, CSI, palazzina dei Vigili di Corso XI Febbraio, diritti edificatori sulla Spina), ma, di fatto, tutto ciò non è stato utilizzato dall'Amministrazione per nuovi investimenti o per portarli avanti, bensì per coprire la spesa corrente.
Penso che questo sia un problema da porci, unitamente all'avanzo d'amministrazione prima registrato.
Poi, Assessore, vorrei dire alla maggioranza che, nonostante ci si sia tanto lamentati dei tagli da parte del Governo, il Comune di Torino è riuscito ad avere un avanzo di 27 milioni di Euro: è soltanto una battuta, da parte mia, ma fino ad un certo punto, nel senso che, probabilmente, si è trattato di una contestazione soprattutto politica, che non poteva entrare nel merito dei trasferimenti, perché, nonostante il taglio degli stessi, il Comune è riuscito a fare queste operazioni e ad ottenere un avanzo di 27 milioni di Euro.
Poi, esiste un problema (che, peraltro, non riguarda solo il Comune o la Città di Torino, ma anche tutti gli Enti Istituzionali, quindi pure la Regione), che, un giorno o l'altro - mi permetta questa banalità -, penso dovrà essere risolto. Ebbene, i mutui vengono regolarmente rinegoziati (lo fanno sia la Città di Torino, sia la Provincia, sia la Regione, perché ormai è diventata un'abitudine, che risale ad alcune tornate amministrative or sono, in questa città); però, esistono due rischi: il primo è quello di riportare questi debiti sulle nuove generazioni (mi rendo conto che sia molto generico e banale, ma è anche in parte vero), mentre il secondo (peraltro, finora evitato) è che vi possa essere un aumento dei tassi d'interesse.
Mi pare che, oggi, la capacità amministrativa della struttura abbia evitato che ciò potesse avvenire; però, ritengo che, comunque, si debba ragionare sul fatto di rinegoziare continuamente i mutui (con grande sincerità, devo dire che non so trovare una formula alternativa), perché non possiamo sempre spostare in avanti i problemi che, invece, dovremmo risolvere oggi.
Ribadisco che si tratta di un problema riguardante tutte le Istituzioni.
Inoltre, voglio riportare alcuni dati alla vostra attenzione.
Scorrendo il Rendiconto, ho notato che vi sono 64 milioni di Euro per violazioni al Codice della Strada e, senza questo denaro, il Comune di Torino non potrebbe giungere al pareggio; però, a questo punto, scatta una piccola riflessione politico-amministrativa.
Da tempo, affermo che i Vigili non siano soltanto Vigili Urbani, ma anche Polizia Municipale.
È facile dire che comminino soltanto multe e che debbano continuare a farlo.
Ritengo che, in alcuni casi, si dovrebbe unire la repressione alla prevenzione e, in altri, potrebbe essere utile anche un po' di tolleranza, ma, soprattutto - mi rivolgo al Sindaco, quale garante di tutto questo -, credo che i Vigili Urbani, dovutamente attrezzati (abbiamo già avuto occasione di discutere sulla sicurezza, in Aula, due sedute fa), dovrebbero garantire maggiore sicurezza e svolgere pure il ruolo di Polizia Municipale.
Questa città, a torto o a ragione, percepisce i Vigili Urbani soltanto come momento sanzionatorio e come erogatori di multe.
Peraltro, il dato conforta in questo, perché penso che sia indicativo il dato dei 64 milioni di Euro ricavati dalle violazioni al Codice della Strada; con questo non dico che si debba chiudere un occhio sulle sanzioni del Codice della Strada, ma semplicemente che dovremmo cercare di equilibrare l'intervento del Corpo di Polizia Municipale.
Poi, Assessore, vi è una pressione tributaria che, in questi 5 anni, è salita del 65%. Infatti, se i miei dati non sono sbagliati, attualmente ogni cittadino paga al Comune 694 Euro all'anno di tasse comunali; poiché nel 2001 questa cifra era di 419 Euro, significa appunto che è salita del 65% in 5 anni.
Mi rendo conto che sia più facile fare demagogia e siamo di fronte anche ad un ipotizzato aumento di tariffe da parte dell'Amministrazione Comunale, oggetto delle comunicazioni richieste dal Gruppo di Alleanza Nazionale, però, penso che questo debba far riflettere l'Amministrazione Comunale e che, se possibile, dobbiamo impegnarci tutti insieme non solo a garantire i servizi, certamente, ma anche a diminuire (in questo caso, è giusto) la pressione fiscale nei confronti dei cittadini.
Esiste un altro dato interessante, che, peraltro, riguarda proprio l'indebitamento del Comune ed i famosi mutui che vengono sempre rinegoziati: da quanto mi risulta, attualmente, ogni cittadino di Torino ha un debito di oltre 2.600 Euro, a fronte dei mutui stipulati dal Comune; ebbene, penso che anche questo dato meriterebbe un aggiustamento, nel prosieguo.
Termino con una riflessione. Alcuni giorni fa abbiamo votato una Variazione di Bilancio che riguardava il TOROC: si trattava di 6 milioni di Euro per la gestione della Medals Plaza e in Conferenza dei Capigruppo l'Assessore Passoni ci ha riferito che è un'eredità della gestione precedente (peraltro, se no ricordo male, era una questione sui tempi). L'appello che voglio fare (mi rivolgo al Sindaco e alla Giunta) è che questa prassi non diventi un'abitudine; quando il TOROC ha dei problemi - e ne ha tanti - dovrebbe risolverseli da solo. Non vorrei che, invece, ci fosse una Croce Rossa (o Verde, chiamiamola come vogliamo) sempre attrezzata che parta dal Comune per andare incontro ad una gestione non proprio tra le più efficienti da parte del TOROC.
Noi non siamo andati a sindacare, perché era una eredità della gestione precedente, ma 6 milioni di Euro per la gestione della Medals Plaza mi paiono veramente tanti!
Ripeto, non siamo andati a verificare, ne a sindacare, ma l'Assessore ci ha detto con altrettanta franchezza che è un'eredità che ha ricevuto dal passato e che si devono chiudere i conti. Ciò che ci interessa è che la Città venga amministrata sanando anche le situazioni difficili. Tuttavia, ripeto, non vorremmo che l'Amministrazione Comunale fosse sempre chiamata a pagare per la cattiva gestione da parte del TOROC.
Infine, ritengo che in questi mesi potremmo dedicarci tutti insieme a far sì che la macchina comunale (a parte il Settore Bilancio e Ragioneria) sia più efficiente e penso che sia un impegno che è già stato portato avanti, ma potrebbe rafforzarsi, soprattutto, nell'intento di ridurre la pressione fiscale utilizzando al meglio le nostre risorse, non solo per nelle spese correnti, ma anche negli investimenti.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola al Consigliere Galasso.

GALASSO Ennio Lucio
L'Assessore Passoni con la sua consueta sapienza ci ha offerto strumenti di lettura del conto Consuntivo, ma è una lettura che ci viene offerta in termini rigidi, per certi versi e un po' arida e che trova la giusta conclusione nell'ultimo capoverso della relazione quando dice: "...affinché la parola 'programmazione' possa tornare ad avere la giusta centralità nelle scelte del nostro Comune, abbiamo bisogno di uno scenario di regole certe e durature, il legislatore, tramite gli strumenti normativi, regola anche il nostro futuro, ma solo un quadro stabile permetterà il superamento per i Comuni di una fase complessa e di delicata gestione".
Ciò è tutto vero da un punto di vista del rigore formale, ma da un punto di vista dell'impulso che bisogna dare all'Amministrazione occorrono idee, occorre fantasia, occorre anche rigore.
Allora ci chiediamo, siccome nella introduzione della relazione si faceva riferimento a segnali positivi seppur timidi di ripresa economica, come si situerà l'iniziativa del Comune e della Giunta in questo contesto?
Invece, dalla sottolineatura che abbiamo avuto dall'ottimo intervento del Professor Giorgis, cogliamo un aspetto che punta molto sul momento "evasione". La lotta all'evasione è una esigenza morale, politica, istituzionale senza dubbio, ma non deve e non può costituire l'alibi. Voglio soltanto ricordare che dopo la riforma tributaria del 1972, nel Paese si creò un fortissimo dibattito sulla lotta all'evasione; ci fu un notevole incremento delle entrate tributare, ma tutto questo fu accompagnato da uno straripante aumento della spesa pubblica, oltre ad altri aspetti patologici corruttivi (che non è qui adesso il caso di richiamare); comunque ci fu un graduale e costante indebitamento.
Com'é è stato già sottolineato ed avvertito in alcuni interenti che mi hanno preceduto, il punto è come si può coniugare una sana gestione, una responsabilizzazione del cittadino con la capacità di risolvere e di affrontare i problemi urgenti della società?
Procedendo rapidamente, voglio dire, riprendendo quanto è già è stato detto in ordine all'avanzo consistente che si è avuto (ne avevo già fatto motivo di sottolineatura in sede di discussione in sede di Commissione), vi è tra l'altro un aumento della pressione tributaria, e allora noi ci dobbiamo chiedere se elementi come il disavanzo, la pressione tributaria, favoriscono lo sviluppo o lo frenano? Sono elementi idonei a favorirlo e, soprattutto, quali altri elementi, quali altre occasioni abbiamo per poter dare impulso alla ripresa dell'economia e di tutta l'attività?
Procedo molto rapidamente, avendo espunto qualche ragione di riflessione dalla relazione testé letta e udita. Leggiamo nella prima pagina: "Nel complesso, sono aumentate le entrate tributare con particolare riferimento alla TARSU", ma qualche giorno fa si poteva leggere che, invece, è previsto un ulteriore aumento delle tariffe relative alla TARSU.
Questo ci segnala una sapiente amministrazione oppure, in linea con quanto era stato denunciato, il problema è quello di reperire fondi dai cittadini attraverso la elevazione di contravvenzioni stradali, o attraverso la TARSU, o l'aumento del bus o tutto ciò che riguarda poi il rincaro che è diffuso? Si vanno oppure no a cogliere i santuari della speculazione? Si vanno oppure no a cogliere i luoghi dove più e facile poter recepire fondi per poterli investire? Tuttavia, il problema non è - e non può restare solo quello - della raccolta dei fondi, se non vi è una sapiente, saggia, vitale proposizione sotto il profilo della amministrazione e della programmazione.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola al Consigliere Cuntrò.

CUNTRO' Gioacchino
Stasera abbiamo ascoltato da più parti interventi che si calavano forse più in un contesto di discussione di un Bilancio Preventivo, ma è chiaro che l'occasione della discussione di un Bilancio, ancorché di un Bilancio Consuntivo, è un'occasione ghiotta, per cui chiaramente, a fronte di questa discussione emergono anche ipotesi e proposte di lavoro che guardano già al futuro.
Mi soffermo perché ritengo opportuno che il Rendiconto che siamo chiamati a votare debba essere l'occasione che ci faccia fare una ricognizione del lavoro svolto, il contesto in cui questo lavoro è avvenuto, e valutare i relativi risultati conseguiti, perché bisogna coniugare ciò che si è speso, ciò che si è programmato nella spesa con ciò che si è saputo fare, anche se il quadro della finanza pubblica, come è già stato richiamato (lo diceva l'Assessore stesso nella relazione) ed in particolare quella dell'Ente Locale è sempre più condizionata da una spesa crescente e rigida; il patto di stabilità e il tetto sugli investimenti sono vincoli che per l'Ente Locale può giocare una forma di condizionamento nello sviluppo politico.
C'é anche una doppia corsia che, il più delle volte, blocca l'autonomia finanziaria dei Comuni; una forte contrazione delle entrate derivate ed un inadeguato sviluppo delle proprie entrate.
Ciò a causa di che cosa?
A causa dell'aspettativa dei Comuni, cioè della capacità di imposizione propria che i governi precedenti, più volte, attraverso il decentramento e attraverso la famosa devolution, avrebbero dovuto impostare. Ciò, però, non è avvenuto.
Manca un'imposizione diretta a causa della presenza di una doppia imposizione fiscale.
Il Consigliere Cantore, poco fa, sosteneva che l'imposizione fiscale, indipendentemente dalle scelte politiche, è, comunque, uno strumento utilizzabile.
Non dimentichiamoci che (e speriamo sia riformata al più presto) siamo ancora di fronte ad una doppia imposizione fiscale: quella locale e quella statale; quindi, il cittadino è stretto fra due morse.
Sono sollecitato a chiarire un aspetto, perché, forse, è stato male interpretato dall'opposizione: rivendichiamo l'azione svolta dall'Amministrazione nella preparazione del Bilancio preventivo (che consente, oggi, di discutere il Bilancio consuntivo), perché ha programmato un'azione di recupero sull'imposizione locale. Questa maggioranza richiede che si continui su questa strada, anche se penso che il dato sia, ormai, fisiologico. Chiederò, poi, all'Assessore, che ci aggiorni rispetto a questo, rispetto al recupero delle imposte che, forse, era stato male organizzato. Tant'è vero che il Comune ha compiuto una scelta precisa; si è affidato alla Soris per avere una maggior efficienza nel recupero e nei pagamenti delle imposte.
Noi abbiamo fatto una scelta, proprio perché questa Amministrazione riteneva che sull'imposizione fiscale non si dovessero praticare "sconti".
Questa è la nostra scelta. Questa Amministrazione non ha adottato la strategia dei condoni; ha chiesto che, a parità di diritti, ci fosse una parità di doveri.
Noi vogliamo continuare su questa strada, perché non vorrei che a qualcuno passasse per la mente che Torino sia una città di evasori, soprattutto delle imposte locali.
L'anno 2005, come qualcuno ha sostenuto, è stato l'anno che ha accompagnato la Città all'appuntamento olimpico e, con il Bilancio preventivo, questo appuntamento ha reso possibile ed evidente il lavoro svolto dall'Amministrazione che ha mostrato, agli occhi del Mondo, una Torino che "ci sa fare".
Checché poi se ne dica (come diceva il Consigliere Carossa dai banchi dell'opposizione), questa Amministrazione è riuscita anche ad avere una Torino senza nebbia.
Il Consigliere Carossa dovrebbe ringraziare questa Amministrazione perché oggi (come riconosceva lui stesso) può affermare di vedere Torino in un modo diverso.
Non è stata la nebbia. Forse, prima, aveva gli occhi coperti da un velo.
Noi abbiamo consentito a tutti di rimuovere questo velo e abbiamo provato come questa Amministrazione abbia saputo dimostrare come l'impegno e la responsabilità di governo di una città possano essere trasformati in energia.
Oggi i toni dell'opposizione io li ho colti: sono stati diversi rispetto a quelli degli anni precedenti, quando, non dimentichiamocene (e voi lo sapete) Torino, anche dall'opposizione, veniva considerata una città chiusa al suo declino.
Bene. L'occasione olimpica, forse, è stata un catalizzatore di aspettative, un vessillo. Grazie alla capacità di governare di questa Amministrazione, la città si è trasformata, dimostrando una reale ambizione: grandi opere, trasformazione urbana, incremento del mercato edilizio, riconversione industriale e, non ultimo, il puntuale intervento che ha favorito la ripresa della FIAT. Dopo tanto discutere fra Ministeri, dopo l'andirivieni da Roma di Consiglieri Comunali (non presenti in Aula, perché erano impegnati in qualità di sottosegretari in questa grossa battaglia), questa Amministrazione può vantarsi di aver dato un piccolo contributo all'operazione di ripresa di questa grande Azienda. Ma quel piccolo contributo ha anche consentito alla FIAT, oggi, di poter offrire maggiori garanzie occupazionali (che stavano lentamente diminuendo) per un futuro diverso rispetto a quello di ieri.
Consigliere Cantore, è vero che, a fronte di un contenimento della spesa, la Città ce l'ha fatta lo stesso, nonostante i tagli che il Governo...

COPPOLA Michele (Vicepresidente)
Comunque, ci si rivolge alla Presidenza.

CUNTRO' Gioacchino
Non ho visto che è arrivato il nuovo Presidente, chiedo scusa.

COPPOLA Michele (Vicepresidente)
Non vorrei che il Presidente Castronovo la richiamasse al rispetto del Regolamento.

CUNTRO' Gioacchino
Grazie. A fronte di un contenimento della spesa, Presidente, il Collega Cantore diceva che questa Amministrazione, nonostante i tagli del Governo Berlusconi, "ci ha saputo fare".
Penso che si sia avuta una capacità, certo. Vedremo che cosa ci dirà il prossimo Governo in materia di finanza locale.
Sicuramente non siamo in un periodo favorevole. E' vero. Anche il tono che usava il Collega Cantore era inteso a capire attraverso quali strumenti, attraverso quale opera e intervento finanziario si possa fare un bilancio in presenza di ristrettezze economiche. Questo Bilancio consuntivo ci dimostra che, nonostante il contenimento della spesa, si sono mantenute la quantità e la qualità delle prestazioni dei servizi, con una grande attenzione (prima veniva chiamata l'attenzione alle fasce più deboli) verso i bisogni dei cittadini e all'efficacia delle prestazioni che venivano effettuate. Soprattutto, una grande attenzione verso i più bisognosi, verso gli anziani, le fasce più deboli, verso i giovani, magari, in cerca di un'occupazione.
Un Bilancio del 2005, dicevo prima, di una città che ha dimostrato di saper fare e di innovare, mettendo insieme gli ingredienti per favorire ripresa e crescita, creando opportunità, sviluppando attrattive per nuovi settori nell'industria e nei servizi.
E' stata una miscela positiva che ha consolidato e messo in moto condizioni di miglior favore all'azione culturale e turistica. Permettetemi di fare questo passaggio, perché, anche qui, la miscela è stata capace di creare condizioni migliori nei confronti di un'azione culturale e turistica. Talenti che, il più delle volte, vengono considerati di second'ordine. Forse, dobbiamo guardare con un occhio diverso a questi due settori, dobbiamo creare un intreccio forte fra cultura e turismo. Questo vorrebbe anche dire guardare ad un'economia che, sviluppata, può benissimo integrare quella tradizionale della nostra città.
Dove c'è cultura, ci sono progresso e conoscenza. Dove c'è turismo, ci sono modernizzazione e integrazione, della quale abbiamo bisogno.
Nei prossimi anni, sicuramente, gli investimenti non potranno più essere ai livelli degli anni passati, ma, nel giusto conto, non possiamo rallentare il volano che abbiamo saputo avviare. Bisognerà assumere provvedimenti strutturali, Assessore Passoni, e, se necessario, pianificare e sostenere obiettivi di sviluppo e di crescita.
Credo che per fare ciò, dovremo intervenire sul patrimonio mobiliare e immobiliare con le dovute accortezze.
Evidentemente, ci aspettano contenimenti della spesa. Dovremo farlo, continuando con una filosofia finanziaria già applicata da questa Amministrazione, non attraverso tagli indiscriminati, ma ridisegnando, riqualificando la spesa, dando delle priorità politiche. Stasera, affidando il voto positivo al Bilancio consuntivo 2005, si prende atto di un percorso, per aprirne uno nuovo. Sarà una nuova sfida e questo non ci spaventa.
Ci conforta un fatto: che, come le Olimpiadi, la sfida futura sarà vinta e, se sarà vinta, avranno vinto le centinaia di migliaia di torinesi che, insieme, hanno creduto ad una politica responsabile del saper fare, riconoscendo il principio della solidarietà, senza diversità e nel rispetto dei propri valori.

COPPOLA Michele (Vicepresidente)
Grazie, Presidente Cuntrò.

CUNTRO' Gioacchino
Consigliere Cuntrò.

COPPOLA Michele (Vicepresidente)
Ma sa, mi piace chiamarla Presidente in rispetto del fatto che lei presiede la I Commissione Consiliare Permanente. Per cui, mi perdoni per l'eccesso di zelo.
La parola al Sindaco.

SINDACO
Solo pochissimi minuti, da un lato per reiterare i ringraziamenti al Dottore Pizzala e ai suoi collaboratori che - come peraltro ha rilevato tutta l'Aula anche in questo frangente - hanno messo in risalto quella combinazione di elevata professionalità e di spirito di servizio nei confronti della Pubblica Amministrazione, che io stesso non è la prima volta che rilevo, ma che mi fa piacere che, anche questa volta, trovi un eco nei lavori del Consiglio Comunale che è volto ad approvare il Bilancio Consuntivo del 2005.
Vorrei ringraziare anche io il Collegio dei Revisori, che ci ha seguito in questi anni. Lo faccio volentieri augurandomi che il rinnovo, ormai imminente, garantisca lo stesso impegno, la stessa professionalità e la stessa passione con cui ci ha seguito in questi anni.
Un ringraziamento a Gianguido Passoni, che si è rapidamente - non ne avevo dubbi - appropriato di una materia che ha anche qualche elemento di oggettiva criticità e di oggettiva osticità, non so se è un neologismo un po' azzardato, ma insomma è una materia un po' ostica. Mi pare che abbia dimostrato all'Aula di essersene appropriato pienamente e sono convinto che lo dimostrerà ancora di più quando affronteremo i temi della prospettiva e del futuro.
Infine, oltre a ringraziare il Presidente della I Commissione, che anche quest'anno ha voluto inquadrare lo specifico tecnico del consuntivo nel più generale contesto politico in cui questo si è svolto, vorrei ringraziare tutta l'Aula, in particolare l'opposizione per i toni, che - mi si permetta non è polemica -, in contrasto con la scelta fatta al momento della discussione sul programma amministrativo di questa Giunta, fanno presagire la possibilità di un confronto ampio e, mi auguro e sono sicuro, proficuo per la città.
Detto questo, affronto due dei nodi posti dall'opposizione. Dal Consigliere Cantore sono stati posti alcuni temi non direi come segnali di cattiva finanza (rinegoziazione dei mutui, utilizzo delle plusvalenze da operazioni finanziarie su alcune partecipate, cessioni di immobili), ma come possibili punti critici o che, comunque, segnalano una eccezionalità dal punto di vista della finanza locale. Vorrei, su questo, fare una considerazione: da un bel po' di anni i grandi Comuni, segnatamente i Comuni metropolitani, sono stati chiamati a svolgere un ruolo che va oltre le tradizionali competenze che a loro sono assegnate dal Testo Unico che regola la vita e le competenze degli Enti Locali. Se ci fosse bisogno di argomentare questo, cito la questione che ha richiamato il Consigliere Cuntrò, riguardo l'intervento che abbiamo fatto sulla FIAT - ma ne potrei richiamare parecchi altri -, a segnalare come, in quel caso, vi sia stato, da parte del Comune, insieme a Provincia e Regione, un intervento che ha sicuramente travalicato quello che sarebbe una normale interpretazione delle competenze che un Comune deve avere. Dico semplicemente questo: se ciò è vero e se ciò corrisponde ad una tendenza che non solo non vedo mutare, non vedo ritornare sui propri passi - ma che credo sia giusto che non torni sui propri passi e che continui - e che è destinata ad accrescersi, perché così è in tutta Europa, così è, se non in tutto il Mondo - nel senso che sempre di più le grandi conurbazioni metropolitane sono, a livello locale, i nodi veri della promozione e di uno sviluppo della coesione sociale - credo che gli strumenti finanziari debbano corrispondere a questa situazione nuova.
Non trovo strano e non trovo, politicamente parlando, segnale di criticità o di ambiguità, o di ambivalenza, dal punto di vista della finanza locale, il fatto che i pareggi si siano garantiti con le operazioni che lei ricordava, perché in fondo corrispondono a questa natura nuova del ruolo dell'Ente Locale del comune metropolitano che si sta costruendo. Rinegoziare i mutui: lei dice "si grava, si fa pesare". Vero, ma alcune grandi opere non saranno usufruite principalmente da chi verrà più avanti? Sono opere che parlano al futuro, che parlano ai prossimi decenni. Se pensiamo ad una rete completa di metropolitana, adeguata a Torino, ci riferiamo ad un progetto che interesserà la popolazione fra 10 anni. Non è strano che mentre si fa questo ci sia contemporaneamente un'operazione che, anche dal punto di vista finanziario, punti, in qualche modo, a "spalmare", fra virgolette, lungo l'arco degli anni, il peso del debito.
Così come non trovo che sia un'operazione di finanza straordinaria eccezionale quella di utilizzare le plusvalenze né della vendita del patrimonio né delle partecipate. Consigliere Cantore, secondo me, sempre di più - questo lo dico a lei, ma lo dico anche alla maggioranza -, se vogliamo che il Comune mantenga e incrementi questa capacità di intervento strutturale, sia che esso si muova in campo sociale che si muova in campo economico, dobbiamo metterci in testa che non possiamo permetterci di tenere un patrimonio mobiliare, come quello del pacchetto di azioni che si posseggono di certe società, giacente e inutilizzato. Deve essere un patrimonio che diventa attivo, che produce operazioni di politica industriale e ricadute di reddito, che devono essere utilizzate per sostenere interventi di carattere strutturale.
Non mi voglio dilungare, perché andremo di molto fuori tempo, ma idem sugli immobili. Che senso ha tenere un patrimonio immobiliare, che ha un certo valore, del tutto inutilizzato, facendo tutti gli opportuni distingui, non solo fra ciò che è disponibile e ciò che non è disponibile, ma anche sulla destinazione d'uso specifica, quando, dal punto di vista della spesa noi abbiamo necessità impellente di interventi strutturali in tutti i campi? Dico in tutti i campi perché quando, ad esempio, si parla di asili nido - ho fatto prima l'esempio della Fiat - si parla di intervento strutturale in una materia sociale molto importante e molto delicata. Questo che lei ha colto lo considero come - non un segnale sarebbe poco - traccia di una politica che da alcuni anni stiamo portando avanti e che - come sa peraltro l'Assessore Passoni, con cui abbiamo già cominciato a discutere - cercheremo di discutere come Giunta, mi auguro, quando si parlerà del Bilancio con l'Aula, a cominciare dal mese di settembre, con l'obiettivo di dare sistematicità e organicità a questa impostazione di politica finanziaria. Sono critico su come il Governo che lei sosteneva ha affrontato il tema degli Enti Locali e, in generale, della finanza locale; mi auguro che si vada, da questo punto di vista, su una strada che riconosca una maggiore autonomia agli Enti Locali.
Un primo segnale che trovo incoraggiante è che non si parli più, per quanto riguarda il patto di stabilità, di vincoli imposti sui tetti di spesa, ma sui saldi, perché questo, quanto meno, è segno di una volontà di maggiore autonomia. Tuttavia, non è neanche giusto attendere che arrivino da Roma le risorse sufficienti per affrontare le sfide strutturali, a cui ho accennato prima.
Mi auguro (e come coordinatore dei Sindaci delle città metropolitane mi batterò affinché avvenga) che migliorino, dal punto di vista della finanza locale, i rapporti fra centro e periferia; ci sarà, comunque, bisogno di una politica finanziaria che abbia quel carattere e quelle basi strutturali che lei, in qualche modo, ha richiamato quasi come elementi di criticità e che, al contrario, personalmente ritengo siano tracce di una politica che deve essere resa sistematica e strutturale.
Infine, vorrei sottoporvi due considerazioni più specifiche; per quanto riguarda la quantità di multe, potremmo discutere a lungo su questo argomento, vorrei solo ribadire che non credo allo slogan "tolleranza zero" e ricordo che, nelle città in cui questo slogan è stato annunciato e praticato, anche il divieto di sosta ne era parte integrante. Ritengo sia un errore considerare le multe che riceviamo sempre come una violazione dei principi inviolabili, senza tenere conto che ciò si iscrive in un contesto in cui tutti dovremmo rispettare le regole della comunità e della cittadinanza (che è il principio basilare da affermare). Quindi, per riprendere la sua battuta, se vogliamo che i Vigili Urbani diventino ancora di più Polizia Municipale (anche con gli investimenti necessari), bisogna sapere che questo non esclude, ma, anzi, include pienamente la garanzia del rispetto tassativo delle regole più elementari.
In ultimo, a proposito del suo riferimento al TOROC, vorrei sottolineare che stiamo parlando di impegni che erano definiti e che rientravano nel patto tra TOROC e Comune; per quanto riguarda i 6 milioni di Euro relativi alla Medals Plaza, ritengo superfluo ricordare come quel luogo sia stato l'elemento centrale e il cuore simbolico dell'evento olimpico, senza il quale, con ogni probabilità, l'effetto delle Olimpiadi sulla città non sarebbe stato nemmeno paragonabile.
Vorrei inoltre far presente che, a mio parere, per quanto riguarda il TOROC, i problemi che potranno emergere, dal punto di vista finanziario, saranno significativamente minori rispetto a quelli dovuti al mancato stanziamento di 60 milioni di Euro deciso, a dicembre, dal Governo Berlusconi, tagliando 30 milioni sulla Finanziaria e stanziandoli per il Comune di Varese, che, come è noto, ospiterà i campionati mondiali di ciclismo nel 2008.

COPPOLA Michele (Vicepresidente)
Non essendoci altre richieste di intervento, pongo in votazione la proposta di deliberazione:
IL CONSIGLIO COMUNALE
procede alla votazione nei modi di Regolamento.
Dichiarano di non partecipare al voto i Consiglieri Angeleri, Cantore, Carossa, Coppola, Galasso, Lonero, Scanderebech, Troiano e Tronzano.
Risultano assenti dall'Aula, al momento della votazione, i Consiglieri Buquicchio, Bussola, Lo Russo, Mauro, Ravello e Salti.
Al termine della votazione il Presidente dichiara approvato il provvedimento con il seguente risultato:
PRESENTI E VOTANTI 28
VOTI FAVOREVOLI 28
VOTI CONTRARI /
Copyright © Comune di Torino - accesso Intracom Comunale (riservato ai dipendenti)