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PORCINO Giovanni (Presidente) Passiamo all'esame congiunto della proposta di deliberazione n. mecc. 201403118/009, presentato dalla Giunta Comunale in data 15 luglio 2104, avente per oggetto: "Programma di rigenerazione urbana, sociale ed architettonica ai sensi del combinato disposto dell'articolo 14 Legge Regionale n. 20/2009 e dell'articolo 17 bis L.U.R. n. 56/1977 e s.m.i. Area Scalo Vallino e Piazza Nizza - Approvazione perimetro ed atto di indirizzo". e della proposta di mozione n. mecc. 201403531/002, presentata dai Consiglieri Bertola ed Appendino in data 28 luglio 2014, avente per oggetto: "Accompagnamento alla deliberazione 201403118/009 'Area Scalo Vallino e piazza Nizza'". PORCINO Giovanni (Presidente) Comunico che in data 24/07/2014 la competente Commissione ha rimesso il provvedimento in Aula. È stato presentato un emendamento dal Consigliere Bertola. La parola, per l'illustrazione, all'Assessore Lo Russo. LO RUSSO Stefano (Assessore) In questo caso la scala della dimensione della trasformazione è decisamente differente dal precedente provvedimento. Con questa proposta di deliberazione chiediamo al Consiglio Comunale di avviare l'iter deliberativo relativo al programma di rigenerazione urbana, che ha attinenza con lo Scalo Vallino. Lo Scalo Vallino è uno scalo ferroviario ormai abbandonato nelle sue funzioni che si trova a tergo nel Centro di Biotecnologie. Il Consiglio Comunale, già nel mese di dicembre, ha ratificato in Aula la modifica dell'accordo di programma che consentiva il raddoppio del Centro di Biotecnologie, attualmente ubicato su via Nizza, proprio nell'area intorno a cui avverrà lo sviluppo urbanistico deliberato nelle linee di indirizzo da questo provvedimento. Il provvedimento si compone di un atto di indirizzo e di un allegato che identifica, attraverso alcune specifiche deliberazioni, le modifiche introdotte nelle schede tecniche del nostro Piano Regolatore, che riguardano l'Ambito 13.1 "Porta Nuova", l'Ambito 13.2 "Dante", l'Ambito 13.2/A "Nizza", l'Ambito 13.2/B "Lugaro" e l'Ambito 13.2 Spina 3 "Oddone". Questi Ambiti verranno modificati una volta esaurita la fase della Conferenza dei Servizi, che l'atto deliberativo, in votazione oggi, avvierà formalmente. Ricordo al Consiglio Comunale che la procedura dell'articolo 17 bis è una procedura che il Consiglio ha già seguito per una serie di altri provvedimenti; è una procedura introdotta dalla Legge n. 3/2013, che ha modificato la Legge n. 56/77, introducendo questa modalità con cui il Consiglio Comunale individua un atto di indirizzo, consente di avviare formalmente la Conferenza dei Servizi e, in seguito alle risultanze della Conferenza dei Servizi, a cui partecipano tutti gli Enti aventi titolo, ritorna in Consiglio Comunale per la definitiva approvazione. Quindi, quello che votiamo oggi è l'atto di avvio della trasformazione del programma di rigenerazione urbana. PORCINO Giovanni (Presidente) La parola al Consigliere Bertola. BERTOLA Vittorio Questa proposta di deliberazione è passata forse un po'... non dico sotto silenzio, ma comunque è stata un po' sottovalutata, perché è arrivata in Commissione giovedì alle 16.00, è stata liberata per l'Aula e ce la troviamo oggi per l'approvazione. Ma si tratta comunque di un atto che ha un impatto significativo, che avvia un processo urbanistico che modifica un'area di discrete dimensioni, anche se è poco conosciuta dai torinesi, perché attualmente è un'area chiusa, un'area ferroviaria che si trova tra il cavalcavia di corso Sommelier, piazza Nizza e la ferrovia. L'intervento è di dimensioni significative, in quanto stiamo parlando di 30.000 metri quadrati di superficie lorda. Area nella quale il Consiglio Comunale ha deciso di permettere lo sviluppo del centro di ricerca universitario di Biotecnologie, che è sicuramente uno sviluppo positivo, ma che adesso viene complementata con una serie di altre possibilità, che poi alla fine sono le solite, cioè una parte di residenze e una parte di attività commerciali. Da una parte, è positivo che quest'operazione permetta di recuperare un'area ferroviaria inutilizzata, mantenendo oltretutto una serie di edifici storici; dall'altro, essendo un'operazione di grande impatto, presenta anche delle problematiche, diverse delle quali sono già state esposte in Commissione Consiliare. Alcune di queste perplessità - non solo nostre, ma alcune anche esposte da Consiglieri della maggioranza - sono state inserite nella nostra proposta di mozione, che adesso vi illustrerò. Prima vorrei menzionare alcuni altri punti che sono stati esposti in Commissione, tra cui quello della viabilità, perché con questa Variante perdiamo la possibilità di ricostruire un asse viario diretto tra corso Peschiera, corso Einaudi, corso Sommelier e corso Raffaello, che sarebbe in teoria il naturale sbocco, anche piuttosto largo, verso corso Massimo d'Azeglio. Quindi, continueremo ad avere il traffico convogliato verso via Valperga Caluso, che tra l'altro adesso ha un senso unico; quindi, in termini urbanistici, non è proprio la soluzione ideale. Però, gli Uffici ci hanno detto che dopo uno studio sul traffico non è stata riscontrata l'effettiva necessità di sistemare questo collegamento. Però, questa operazione, in generale, insiste su un ambito che in teoria era molto più vasto, nel senso che l'operazione di recupero di tutte le aree ferroviarie dismesse o in corso di dismissione, compresa Porta Nuova - di cui ancora non sappiamo niente, perché la ristrutturazione è stata avviata, però è stata abbandonata più o meno a metà, o comunque fatica ad andare avanti, e non si capisce se il centro commerciale presente nella stazione sopravvivrà e che fine farà; quindi tornano ciclicamente ipotesi di eliminare la stazione per farci qualcos'altro -, fino a tutti gli edifici ferroviari abbandonati o comunque poco utilizzati lungo via Nizza, che in teoria dalla situazione precedente del Piano Regolatore, rappresentavano un ambito unico di intervento con quello che stiamo esaminando oggi. Oggi, sostanzialmente, stiamo un po' separando i destini di queste due parti e quindi la nostra preoccupazione è che poi si crei un intervento disomogeneo e/o che alla fine il resto della parte di edifici ferroviari più a nord, più vicini a Porta Nuova, lungo via Nizza, finisca poi nel nulla, perché non c'è un piano di intervento. Questa è una delle preoccupazioni che abbiamo raccolto nella nostra proposta di mozione, infatti il primo punto chiede, come peraltro era venuto fuori anche da altri Consiglieri, che la discussione relativa a questo intervento si allarghi con il Gruppo Ferrovie dello Stato, cercando intanto di convincerli che si diano una svegliata e che finiscano prima possibile gli interventi sulla stazione di Porta Nuova, che ormai sono trascinati da anni e continuano a essere portati avanti all'infinito, ogni anno la scadenza viene prorogata di un anno e sarebbe ora di togliere le transenne, le impalcature e il cantiere dal parcheggio attorno a Porta Nuova. Inoltre, cercando di mantenere vivo il discorso sul resto degli edifici ferroviari, per cui capire che cosa potrebbe succedere degli attuali edifici lungo via Nizza. Il secondo punto della proposta di mozione è relativo all'altezza degli edifici, perché da parte nostra c'è la preoccupazione che questo intervento crei edifici non in linea con l'ambiente circostante, molto alti e molto impattanti. Attualmente non c'è neanche una vera previsione che impedisca di costruire in quella zona un palazzo di trenta piani, cosa che uno può decidere di fare, però andrebbe perlomeno valutata nello specifico. Per cui, noi avevamo ripreso l'indicazione prevista per l'ambito "Dante", sull'altezza legata a via Sacchi. Poi, in seguito alla negoziazione con l'Assessore, ho presentato un emendamento, che verrà accolto nella proposta di mozione. Quindi il testo finale del provvedimento di fatto è stato negoziato fra noi e l'Assessore Lo Russo. È stata inserita un'indicazione più generica di prestare attenzione all'altezza degli edifici, per permettere un inserimento sensato nel contesto circostante; che non vuol dire molto, ma perlomeno è un'indicazione del Consiglio Comunale a evitare, se è possibile, la costruzione di edifici troppo alti, non integrati con il quartiere, sia da un lato che dall'altro della ferrovia, con altezze relativamente limitate. Poi c'è la richiesta di valutare la possibilità di inserire un giardino, che nell'area manca; è vero che c'è il Valentino, non troppo lontano, però in tutta quest'area forse un giardino ci starebbe bene. Inoltre, abbiamo chiesto la dotazione di posti auto, perché nel testo dell'allegato tecnico alla proposta di deliberazione si dice che tutto sommato non c'è bisogno di posti auto, perché c'è la Metropolitana; anzi, creare posti auto nella zona attirerebbe persone che parcheggiano lì per prendere la Metropolitana. Secondo noi, visto che a fianco c'è un quartiere assolutamente denso di abitazioni, quindi con grossi problemi di parcheggio, comunque sarebbe opportuno che ci fossero dei posti auto, ovviamente a pagamento, così si disincentiva chi vuole lasciare l'auto per prendere la Metropolitana. Però, che ci sia comunque un'attenzione alle necessità di parcheggio della zona, perché per quanto noi siamo favorevoli a incentivare il trasporto pubblico, però probabilmente quell'area potrebbe anche in parte offrire uno sfogo, specie alle necessità di parcheggio di tutto il quartiere. Il quinto punto è relativo al collegamento ciclo-pedonale, secondo me abbastanza importante. In questi punti la nostra proposta di mozione era impegnativa; l'Assessore ovviamente ci ha fatto sostituire "prevedere", "garantire", con "valutare". Speriamo che la valutazione sia positiva e che poi questa indicazione - sicuramente non vincolante per l'Amministrazione - venga presa sul serio e portata avanti. L'ultimo punto, secondo noi anche più cruciale, è quello relativo alle superfici commerciali, perché questo inizio di Variante prevede fino a 18.000 metri quadrati di superficie potenzialmente commerciali, che ovviamente sono sufficienti per metterci un intero centro commerciale, con ipermercato, eccetera. Secondo noi, è assolutamente inopportuno mettere una piastra commerciale in quel punto, un po' perché nella zona sud ci sono già degli ipermercati: l'8 Gallery non è troppo lontano, adesso apriamo il Palazzo del Lavoro; quindi, non c'è certo carenza di ipermercati nella zona e anche dall'altra parte della ferrovia ce n'è sono alcuni. Un po' perché questo è ancora uno dei quartieri con una forte presenza di piccoli negozi, quindi chiaramente un centro commerciale piazzato in quella zona devasterebbe il tessuto commerciale esistente. Il quartiere, inoltre, pur avendo un sacco di esercizi commerciali notturni, per la movida, di giorno invece rischia di non essere così vivo. Quindi secondo noi è importante preservare il commercio di quartiere. Ovviamente avremmo voluto mettere un'indicazione vincolante, poi l'Assessore, visti i limiti di Legge, eccetera, ci ha chiesto di mettere un orientamento generico. Quindi, vogliamo perlomeno inserire nel testo un orientamento a fare tutto il possibile, e speriamo che il Consiglio Comunale lo accolga, affinché nella realizzazione urbanistica dell'intervento, il proponente non realizzi un ipermercato/centro commerciale, ma si orienti a utilizzare questi metri quadrati per realizzare piccole attività commerciali di vicinato. Cioè, se viene realizzato un medio mercato di 1.000 metri quadrati, il discount, il piccolo supermercato, va benissimo, ma non l'ipermercato che attrae la gente da mezza Torino. Per cui, chiediamo che comunque il Consiglio Comunale dia un'indicazione contro la possibilità di costruire un ipermercato e speriamo che poi l'Amministrazione faccia tutto il possibile per assicurarsi che questo non possa avvenire, anche di concerto con l'Amministrazione Regionale, che ha delle competenze in materia di pianificazione commerciale. PORCINO Giovanni (Presidente) La parola al Consigliere Levi-Montalcini. LEVI-MONTALCINI Piera Ripeto in parte quello che ho già detto in Commissione e mi farebbe piacere che si tenesse un po' più in conto l'osservazione che faccio, che è stata oggetto anche di una mia proposta di mozione presentata ed approvata (n. 14/2011) nella scorsa tornata amministrativa, ma che non è mai stata presa in considerazione. Io sostengo che dove il tessuto urbano è già fittamente costruito e abitato, sia necessario tenersi molto "leggeri" nei nuovi interventi. Invece, con l'idea che si mantiene l'indice di zona consolidato, più abitazioni ci sono, più abitazioni si costruiscono e più gente si convoglia nelle stesse aree. In questo caso, come ha già detto il Consigliere Bertola, il Consiglio Comunale ha già approvato di destinare a Biotecnologie ben 20.000 metri quadrati di servizi pubblici, pertanto non conteggiati ai fini del Piano Regolatore in quanto rientrano in quello dei servizi pubblici. Quindi, sommato all'indice di zona, che è 0,7, si aggiungono altri 30.000 metri quadrati, in un'area relativamente piccola. Siccome la proprietà è di Ferrovie, ho proposto di chiedere a Ferrovie di far atterrare i loro metri quadrati in altra zona di Torino. Teniamo presente che Ferrovie ha a disposizione una quantità enorme di metri quadrati edificabili, che verranno fatti atterrare in aree diverse; mi sembra pertanto possibile, oltre che opportuno, cercare di alleggerire quest'area. Come ha già detto il Consigliere Bertola, in quest'area non è prevista un'area verde: da una parte c'è la ferrovia, dall'altra parte c'è via Nizza. Tra via Nizza e corso Massimo d'Azeglio, l'area è fittamente e densamente costruita e abitata, quindi continuiamo ad aggiungere abitazioni dove già c'è un carico antropico molto alto, che noi andiamo ad aggravare. Qualcuno in Commissione ha detto che è molto bello che un'area vuota venga riempita, ma se va bene riempirla, sovraccaricarla mi sembra sbagliato. Io penso che mi asterrò su questa proposta di deliberazione, soltanto per questo motivo: non sono contraria al fatto che si riqualifichi un'area, sono perplessa sul fatto che non si tenga conto di quante persone andranno a vivere in quella zona, di quante persone graviteranno su quell'area e sul fatto che si continui a pensare che più si riempie meglio è. La Città è larga, di aree da recuperare ne abbiamo ancora tantissime, senza bisogno di sovraccaricare. In Commissione mi auguravo che una richiesta non più fatta da me, ma questa volta proveniente dal Consigliere La Ganga, fosse almeno oggetto di risposta da parte dell'Assessore, che invece ha glissato tranquillamente. La richiesta che io faccio da moltissimi anni - che il Consigliere La Ganga ha riproposto esattamente con le mie parole - è quella di sapere a che punto siamo con le Varianti che abbiamo liberato fino ad oggi. Il Consiglio Comunale non ha mai avuto un prospetto riassuntivo da poter esaminare, per essere conscio di tutte le Varianti approvate nelle due tornate amministrative precedenti (Chiamparino 1 e Chiamparino 2), in modo da poter fare un'analisi dettagliata di quello che potrebbe succedere se domani mattina si risvegliasse il mercato e i costruttori cominciassero a costruire. Quindi chiedo soltanto di sapere a che punto siamo allo stato dell'arte in modo da poter valutare queste Varianti con maggiore cognizione di causa. PORCINO Giovanni (Presidente) La parola al Consigliere Levi. LEVI Marta Credo che questo programma di rigenerazione urbana, sociale, architettonica, eccetera, sia di indubbio interesse per la città. Interviene in un'area centrale, di Ferrovie dello Stato, attualmente non fruibile dalla Città se non per la parte di Biotecnologie. Volevo in particolare ringraziare i Consiglieri Bertola e Appendino per aver presentato questa mozione di indirizzo, che sostanzialmente riprende buona parte della discussione fatta in Commissione su questo programma di rigenerazione urbana. Mozione che - come ricordava il Consigliere Bertola - è stata vista con l'Assessore e che non può che avere il nostro sostegno. Approfitto della presenza del Sindaco per ripetere una delle cose citate nella proposta di mozione ed emerse in Commissione, cioè dell'assoluta necessità di avviare con Ferrovie dello Stato un'interlocuzione seria, facendo pesare tutta la forza della Città per poter finalmente vedere concluse alcune operazioni che sembrano quasi abbandonate a se stesse; sto pensando ovviamente a Porta Nuova, ma anche a Porta Susa, dove abbiamo corso fino all'apertura dei binari e adesso la parte dell'entrata su corso Vittorio è ferma da mesi. Se a Porta Susa si riesce a bere un caffè, è una specie di miracolo. Penso che tutto questo vada trattato in via definitiva con Ferrovie dello Stato. Facciamo solo attenzione a non continuare a sfogliare la margherita. Proviamo davvero a far pesare un po' di più l'interesse della Città. Lo dicevo in Commissione, l'interesse di Ferrovie è avere i negozi dentro Porta Nuova. L'interesse della Città è avere anche Porta Nuova che da fuori non sembri Bengasi. PORCINO Giovanni (Presidente) La parola all'Assessore Lo Russo. LO RUSSO Stefano (Assessore) Direi che il dibattito in Aula ha ricalcato la discussione avvenuta in Commissione. Ho avuto modo di interloquire con i proponenti della mozione di accompagnamento e li ringrazio di aver accolto la proposta nelle forme dei loro emendamenti ai medesimi punti, che mi trovano d'accordo, ma credo che trovino d'accordo tutti. Li riassumo brevemente. Relativamente al punto connesso all'interlocuzione con il gruppo Ferrovie dello Stato, come ho già avuto modo di dire in Commissione, sono molte le partite che la Città ha con Ferrovie dello Stato: ricordo, oltre quelle già citate, la vicenda del Lingotto e delle aree ex FIAT Avio, ad esempio, che è un'altra delle grandi aree di Ferrovie. Certamente il fatto che il Consiglio Comunale adotti un atto di indirizzo così forte, aiuta anche nell'interlocuzione che ovviamente avviene su più Tavoli, essendo i soggetti giuridici che sviluppano le aree dal punto di vista immobiliare, quelli che invece hanno in gestione le stazioni; soggetti giuridici riferibili in senso generale al gruppo Ferrovie dello Stato, ma che hanno anche interlocuzioni diverse. Relativamente al secondo punto, che credo sia accoglibile nella versione attuale, è chiaro che la decisione in ordine al mantenimento di un profilo edilizio coerente ci trova d'accordo, in quanto il tipo di tessuto che si immagina di andare a consolidare nello Scalo Vallino è evidentemente un tessuto di completamento, che per caratteristiche peculiari non è certamente un tessuto che svetterà in altezza. Certamente, nell'ambito del convenzionamento urbanistico, l'indirizzo di prevedere un giardino, che peraltro era già nell'animo della Giunta, viene riconfermato in senso positivo. Per quanto riguarda, invece, il tema del parcheggio, collegato anche con il ragionamento fatto dal Consigliere Levi-Montalcini in ordine alla densità, è chiaro che la densità non è una variabile di per sé indipendente dal contesto in cui si viene a localizzare l'intervento di carattere urbanistico in termini di trasformazione e va sempre tarato sulla base dell'infrastrutturazione del trasporto pubblico. Essendo, questo, uno degli assi più infrastrutturati dal punto di vista del trasporto pubblico, avendo in prossimità la stazione della Metropolitana e avendo una fruizione soprattutto con il raddoppio del Centro di Biotecnologie, prevalentemente di carattere transitorio, durante il giorno, è chiaro che questa è la classica situazione in cui invece una maggior densità può essere invece un elemento di vantaggio proprio perché interconnettere porzioni dense di città con infrastrutture di trasporto pubblico, già esistenti peraltro, è invece un elemento che può contribuire fortemente alla valorizzazione. Relativamente alle questioni in ordine ai collegamenti ciclopedonali è già stato detto molto in Commissione. Valuteremo, in termini generali, nell'ambito dello sviluppo edilizio, in seno al piano esecutivo convenzionato, lo sviluppo planivolumetrico, come mettere in connessione alle piste ciclabili di questa con il resto della mobilità ciclopedonale. Ultimo punto, che nell'attuale formulazione prevista a valle dell'emendamento ci trova d'accordo, è relativo al fatto che occorre fortemente incentivare che lo sviluppo dell'ASPI in questo caso avvenga su commercio di vicinato, che quindi possa inserire questo tipo di tessuto urbanistico, che sarà trasformato in un ambito di trasformazione che vede attraverso il commercio di vicinato un valore certamente aggiunto. L'esigenza dell'emendamento deriva dal fatto che la normativa in ordine allo sviluppo delle attività commerciali non è nelle disponibilità concrete e immediate dell'Amministrazione, ma è soggetta a disciplina differente. Quindi non possiamo fare altro che essere d'accordo con l'attuale formulazione a valle dell'emendamento, peraltro coerentemente con quanto era già nel nostro spirito fare. Grazie comunque ai Consiglieri del dibattito che è stato, secondo me, utile e fruttuoso, anche sul piano delle linee di indirizzo che affronteremo in seno alla Conferenza dei Servizi, a valle dell'approvazione di questo provvedimento. |