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PORCINO Giovanni (Presidente) La parola all'Assessore Mangone. MANGONE Domenico (Assessore) La questione movida è stata oggetto di discussione già in quest'Aula pochi giorni fa ed è stata ampiamente dibattuta attraverso gli organi di stampa. Il Sindaco ha ritenuto, giustamente, di affrontare una vicenda che ormai si trascina con polemiche da un po' di tempo e ha reputato in questo senso di provvedere, attraverso l'adozione di atti di sua competenza, con la piena condivisione ovviamente da parte degli Assessori competenti, nella fattispecie il sottoscritto e l'Assessore Tedesco. Il lavoro che abbiamo provato a fare è stato quello difficile, complicato, come spesso succede in casi come questi, quando bisogna cercare di mettere in equilibrio più esigenze. In questo caso le esigenze da contemperare erano fondamentalmente tre: quelle dei cittadini residenti, quelle degli imprenditori che operano nelle aree dove si sviluppa la movida e quella, ovviamente, degli avventori, delle persone che partecipano alle serate della vita notturna della nostra Città. Lo abbiamo fatto con una serie di provvedimenti, di cui una parte sono già in fase di attuazione ed altri, invece, verranno adottati a breve. La discussione, come dicevo, è stata ampia ed articolata, fino a poche ore fa, quando abbiamo incontrato le categorie rappresentative di queste attività e proseguirà ancora con un confronto con i comitati e le associazioni sul territorio. Abbiamo già provveduto a formare, come dicevo, una squadra interforze, costituita dalla Polizia Municipale, Carabinieri e quant'altro concorre a formare questa squadra, che ha la finalità di evidenziare la presenza sia della Città, ma anche dello Stato, in luoghi dove vi sono assembramenti di numerose persone. Oltre a questo tipo di iniziativa, abbiamo preparato un provvedimento a firma del Sindaco, che è stato oggetto già di discussione in questa sede e che, però, rispetto alle prime indiscrezioni giornalistiche, è stato modificato in seguito al confronto che abbiamo avuto con la città. Cercherò di essere schematico, in maniera tale da avere un quadro di ciò che è già stato fatto e di ciò che andremo a fare di qui a poco. L'ordinanza fondamentalmente contiene le seguenti misure: la chiusura a mezzanotte dei locali che non hanno la somministrazione; la chiusura alle 2.00 di tutte le attività esterne al locale, quindi parliamo dei dehors; la chiusura di tutte le attività alle 3.00; l'obbligo da parte di tutti i locali di dotarsi di persone per l'assistenza alla clientela, ovvero di soggetti che serviranno a parlare con le persone che sostano in prossimità del locale, invitandoli ad entrare, invitandoli ad abbassare il volume della voce, cercando in qualche modo di evitare che l'assembramento si possa trasformare in disturbo alla quiete pubblica. L'area interessata, in via sperimentale ovviamente, è quella di San Salvario, compresa tra via Nizza, via Galliari su entrambi i fronti, via Madama Cristina e corso Marconi. È evidente che trattandosi di una sperimentazione ha una durata limitata, che finirà il 30 novembre 2014, ma questo ci consentirà anche di monitorare tutto ciò che si verifica in altre zone della Città, che sono sicuramente sotto osservazione da parte nostra e che, qualora dovesse essere necessario un intervento come quello che stiamo facendo su San Salvario, siamo pronti ad attuarlo con le stesse regole. Verificheremo tutto quanto detto e tutti i provvedimenti che stiamo adottando attraverso un gruppo di monitoraggio che verrà costituito dagli Assessori competenti, il sottoscritto, l'Assessore Tedesco, il Presidente della Circoscrizione, che vedrà il coinvolgimento di tutte le associazioni presenti sul territorio e dei comitati che hanno contribuito al dibattito di questi giorni. A parte l'ordinanza che avrà i contenuti che dicevo prima, quindi area Vanchiglia, limitata al 30 novembre 2014, la Città sta assumendo ulteriori provvedimenti. Uno è quello della pulizia anticipata rispetto ad ora, che coinciderà con la chiusura dei locali. Sul Trasporto Pubblico Locale, l'Assessore Lubatti ha già operato un rafforzamento delle... (INTERVENTO FUORI MICROFONO). No, chiedo scusa, San Salvario. L'ulteriore provvedimento, che difficilmente verrà applicato in tempi brevi, ma che è allo studio dell'Assessore competente, è quello della ZTL notturna. È evidente che si tratta di un provvedimento che, per come è strutturato, necessita di tempi un po' più lunghi, perché necessariamente bisogna provvedere alla creazione della segnaletica orizzontale e verticale, ai permessi per i residenti e quant'altro, quindi necessita sicuramente di un tempo un po' più lungo. Ci auguriamo, ovviamente, e siamo convinti che tutti questi provvedimenti avranno una efficacia sul benessere e sulla salute dei cittadini residenti e che non creeranno danni economici agli imprenditori che hanno condiviso con noi questo percorso. Di sicuro, la novità di questo provvedimento è che si interviene dando punti di riferimento precisi e regolando la vita di un'area della Città particolarmente critica. Abbiamo provato - e speriamo di esserci riusciti - a dare un quadro preciso degli orari che consente agli avventori e agli imprenditori presenti in quell'area di poter organizzare le proprie serate e le proprie attività, con le modifiche che abbiamo apportato, che sono quelle che vi abbiamo detto, che riteniamo non creino danno né all'occupazione, né alle attività dal punto di vista economico, ma crediamo e siamo convinti che potrà sicuramente migliorare le condizioni e la qualità di vita di chi in quel quartiere vi abita e chi, come me, ha avuto modo di confrontarsi, anche in sedute pubbliche, con gli abitanti di quel quartiere, sa che questo è un provvedimento, è un'iniziativa amministrativa molto attesa. Con questo abbiamo voluto dare una risposta ben precisa, facendoci carico delle esigenze di tutti e pensiamo di aver messo in equilibrio gli interessi a cui facevo riferimento prima dei cittadini residenti, degli imprenditori e degli avventori. Abbiamo lavorato per avere una Città come quella che stiamo vivendo ormai da un po' di anni, una Città che si è trasformata, che non è ormai appiattita sugli orari della Città-fabbrica, ma è una Città che riesce a vivere anche nelle ore notturne. Noi ovviamente vogliamo preservare quel tipo di Città, perché abbiamo lavorato per costruire quel modello di Città. PORCINO Giovanni (Presidente) Apriamo la discussione sulle comunicazioni. Ricordo ai Consiglieri i tempi di intervento, così come definiti in Conferenza dei Capigruppo: cinque minuti per un componente del Gruppo, tre minuti per tutti gli altri. La parola al Consigliere Cassiani. CASSIANI Luca Su questa vicenda abbiamo letto in questi giorni feroci polemiche sui giornali e contrapposizioni. Sono contento che si sia trovato un punto di equilibrio, probabilmente, come si usava una volta, la concertazione ha dato risultati apprezzabili. Ci sono posizioni diverse che si sono confrontate, probabilmente anche il rapporto diretto tra la Circoscrizione, gli esercenti, l'Assessore, il Sindaco ha smussato gli angoli che questa vicenda in qualche modo lasciava intravvedere e credo che il risultato sia soddisfacente. Volevo sottolineare che - e lo dico all'Assessore sperando che ne faccia tesoro - non vorrei che fosse soltanto quel quartiere ad essere messo sotto la lente d'ingrandimento o, tra virgolette, "penalizzato" solo perché in questo momento c'è una particolare attività notturna; ci sono altre parti della Città che vivono lo stesso tipo di situazione. Ci sono comitati anche in altre parti della Città. Bisogna che da questo punto di vista ci sia una maggiore uniformità di giudizio rispetto ai provvedimenti, anche per non creare vantaggi a qualcuno rispetto ad altri. Ma, detto questo, penso che a novembre, quando cesserà questa ordinanza, faremo il punto e vedremo quali sono stati i provvedimenti che hanno funzionato maggiormente rispetto ad altri. Il provvedimento più discusso è stato quello delle pattuglie interforze, che anche proprio ictu oculi, andando in queste settimane, in questi giorni a San Salvario, credo abbia una funzione deterrente importante. Le Forze dell'Ordine a piedi, insieme alle pattuglie della Polizia di Stato, sono, secondo me, un deterrente importante. Insieme a questo, c'è una presa di coscienza da parte degli esercenti e credo molto nel fatto che gli steward possano avere una funzione assolutamente utile, così come avviene in altre parti dell'Europa, in altre città importanti, dove in realtà chiedono alle persone di evitare di fare baccano, le fanno accomodare nei dehors, cercano di non far bivaccare con bottiglie e bicchieri in mezzo alla strada, in qualche modo cercano di rimettere in quadro una situazione, evidentemente, difficile. Come ho detto e scritto, non credo ai provvedimenti punitivi e restrittivi, credo che si possa fare questa sperimentazione, unita agli altri provvedimenti, senza voler danneggiare qualcuno, né favorire qualcun altro, perché è evidente che abbiamo a cuore che i residenti possano vivere in modo degno e rispettoso, ma anche e soprattutto che chi fa un'attività commerciale, che ha pagato e continua a pagare in modo regolare, possa continuare a fare l'esercente in modo assolutamente tranquillo, senza subire una punizione eccessiva. PORCINO Giovanni (Presidente) La parola al Consigliere D'Amico. D'AMICO Angelo Devo dire che a questo punto non rimane altro che farvi i complimenti, perché siete veramente dei professionisti nel redigere dei Regolamenti e poi siete i primi a non rispettarli, siete dei professionisti a trovare soluzioni che qualcuno qua chiama concertazione, mediazione; altro non è che una ulteriore presa in giro per i residenti che anche quest'anno dovranno accollarsi il casino che queste persone faranno. Perché dico questo? Perché l'ennesima presa in giro? Perché l'anno scorso con l'Assessore Tedesco fu inventata la patente a punti, passò tutta l'estate, la patente a punti non fece diminuire il rumore, anzi, magari qualche sanzione in più, magari qualche punto in più tolto a qualche esercente, però il problema reale, il problema per cui i cittadini si sono rivolti a lei, signor Sindaco, è il rumore. La patente a punti non ha risolto il problema, quest'anno vi siete inventati questo sotterfugio, cioè alle 2.00 tutti i giorni, alle 3.00 soltanto se siete all'interno del locale. Lei crede a questa soluzione, Assessore? Io, personalmente, no e credo che i cittadini che vivono in quell'area, i cittadini che hanno diritto di dormire, così come ha affermato il signor Sindaco in questi giorni, non penso che credano che questa sia la soluzione migliore. Quindi vi faccio i complimenti. Aspetto con ansia il prossimo anno per vedere quale sarà l'ennesimo sotterfugio che vi inventerete per fare in modo che questi locali e queste persone continuino a disturbare il sonno dei cittadini torinesi. Dopodiché, l'aspetto che volevo anche sottolineare è che esistono dei Regolamenti e i Regolamenti sono precisi: o si hanno gli attributi per farli rispettare, altrimenti non si prendono in giro i cittadini. È anarchia: fate quello che volete. Si tratta di un'ulteriore presa in giro per i cittadini di quei borghi. Perché utilizzate questi sotterfugi? Sono sotterfugi meschini - permettetemi il termine -, ma questo è quello che credo e con questo termino. PORCINO Giovanni (Presidente) La parola al Sindaco. SINDACO Volevo intervenire subito per poter interloquire, perché l'intervento del Consigliere D'Amico mi sollecita a chiarire il punto, perché altrimenti facciamo una discussione tra di noi, che può essere propagandistica, ma non è vera. La situazione è molto semplice: ad oggi non c'è nessuna limitazione di orario, né fuori né dentro i locali di San Salvario. L'ipotesi di intervento formulata - come ha spiegato l'Assessore Mangone - si basa su una pluralità di interventi, dall'interdizione a chi non ha diritto alla somministrazione, ma solo alla vendita di beni alimentari, a non poterlo fare oltre la mezzanotte, alla pulizia anticipata alla chiusura dei locali, al rafforzamento del presidio interforze, il cosiddetto pattuglione, all'avvio della ZTL. Questo pacchetto di misure comprende anche un intervento sugli orari, che fino ad oggi non c'era, e che prevede che nessuna attività esterna ai locali possa eccedere le ore 2.00. Oggi non c'è questo limite, quindi non stiamo prendendo in giro nessuno. Per ciò che riguarda l'interno dei locali, l'attività non può eccedere in ogni caso le ore 3.00; oggi questo limite non c'è. Quindi interveniamo con una pluralità di interventi, l'Assessore Mangone li ha illustrati tutti, ivi compreso un intervento sugli orari. Qual è la difficoltà nell'analizzare questa materia? Ci sono tre diritti che bisogna rendere compatibili: c'è il diritto di chi vive lì a poter vivere in una condizione normale e di notte dormire; c'è il diritto di chi ha un'attività commerciale, di poterla esercitare; c'è il diritto anche dei cittadini che vogliono avere momenti di svago, di poter avere delle occasioni e dei luoghi dove potersi svagare. Il punto di difficoltà è che bisogna trovare un punto di compatibilità tra questi tre diritti. A noi sembra che la proposta avanzata vada esattamente nella direzione di rendere compatibili questi tre diritti, quindi non stiamo prendendo in giro nessuno, stiamo cercando di comporre un difficile equilibrio, partendo anche dalla consapevolezza che non c'è una misura risolutiva di per sé, è un complesso di misure, che poi richiedono di essere ogni giorno garantite nella loro applicazione. Su questo sono d'accordo con lei, però l'insieme delle misure delineate determina uno sforzo per andare in una condizione di maggiore governo - usiamo ancora questa espressione -, una più ordinata gestione di un tema che obiettivamente è complesso, difficile, tanto è vero che questo problema della movida si pone non soltanto a Torino, ma dovunque ci siano quartieri interessati dalla stessa. I problemi che stiamo affrontando si pongono nella loro obiettività; ci siamo sforzati di costruire un percorso che garantisca tutti, che intanto contrasti ogni forma di illegalità che turba la vita della gente. Per esempio, il provvedimento per cui coloro che esercitano un'attività di vendita di bevande e di beni alimentari non lo possa fare oltre la mezzanotte è un limite rispetto ad oggi in cui, invece, vengono vendute a qualsiasi ora del giorno e della notte. Ed è uno dei problemi che si pone, quindi c'è un intervento molto preciso. Però, tutti gli interventi che si possono fare per contrastare l'illegalità non risolvono il problema della rumorosità, perché c'è una rumorosità indubbia quando si concentra una grande quantità di persone, anche se tutti parlano senza urlare, già il solo fatto che ci siano 1.000 o 2.000 persone, determina un brusio, un vocio generalizzato, che è un rumore. Si può considerare compatibile quella condizione fino ad una certa ora, non da una certa ora in poi. Ecco perché siamo intervenuti con una proposta che dice che fino alle 2.00 di notte ogni attività esterna può realizzarsi, dalle 2.00 in poi non più, per garantire una condizione di maggiore quiete. Per ciò che riguarda i locali, c'è un'attività commerciale che va garantita: fino alle 3.00 è garantita all'interno e dopo si riconduce anche questa a una condizione di quiete, che deve essere garantita ai residenti. So bene che il punto di equilibrio è difficile, non mi sfugge. Lo sforzo che abbiamo fatto è cercare un punto di equilibrio che sia ragionevole tra diverse esigenze, che non è facilissimo conciliare in nessuna situazione. PORCINO Giovanni (Presidente) La parola al Consigliere Liardo. LIARDO Enzo Mi dispiace che il Sindaco abbia parlato adesso, magari poteva tirare un po' le somme rispetto a tutti gli interventi, perché stranamente mi trovo d'accordo, anche prima che lui facesse il suo intervento, perché sicuramente bisognava dare uno scossone ad una situazione che era diventata veramente insopportabile. L'unica cosa che vorrei chiarire un po' e che non sono riuscito a capire da parte dell'Assessore riguarda il tavolo del quale parlava. A me piacerebbe che attorno a questo tavolo ci fossero tutti, nessuno escluso, soprattutto i comitati dei cittadini. Però, mi auguro che questo provvedimento non sia una cosa estemporanea, che possa fare solo un battage pubblicitario nei confronti dei comitati che, a modo loro, non sono dei perbenisti, come qualcuno li ha voluti definire, ma hanno tutte le ragioni di questo mondo, come le hanno anche gli esercenti. Questo provvedimento servirà soprattutto a dare una regolamentazione alle attività commerciali, perché si era in una situazione indecente rispetto a tutta una serie di Regolamenti che il commercio prevede, ai quali non si metteva mani. Ben venga, anche come è stato concepito dagli Assessori; volevo solo raccomandarmi - scusate se mi ripeto - che non sia un intervento estemporaneo, ma venga monitorato costantemente. Signor Sindaco, lei lo sa perché gira sempre, questi fenomeni si trovano in quasi tutte le Città europee, però non nascono in maniera così spontanea come è successo a Torino. Per esempio, piazza Emanuele Filiberto adesso è stata un po' regolamentata, o soprattutto San Salvario, dove la movida non è nata governata dalla Pubblica Amministrazione, in realtà, è nata spontaneamente, però bisognava intervenire subito. Ben venga l'intervento anche intempestivo, l'importante è che ci sia; dopodiché, sarà interesse di tutti, di fronte ad una brusca frenata che sottoscrivo, anche da parte dei commercianti, iniziare ad ascoltare certe cose che fino adesso l'Amministrazione ha detto e non sono state ascoltate. Perciò, per quanto ci riguarda, come Gruppo NCD siamo completamente d'accordo affinché si possa trovare questo punto d'incontro, che tenga conto, in primis, dei cittadini e della loro quiete, ma anche dei fruitori, che producono lavoro, e quindi vanno considerati. PORCINO Giovanni (Presidente) La parola al Consigliere Ricca. RICCA Fabrizio Sono convinto che si sia messa un po' di buona volontà per fare questa ordinanza, però è un'ordinanza che dimostra che si conosce poco l'ambiente giovanile torinese, perché - e mi rivolgo sia all'Assessore Mangone che al Sindaco - non sono i locali che dicono ai giovani cosa fare, ma sono i giovani che decidono cosa fare, anche in base ai locali. E dare la possibilità ai locali di smettere alle 2.00 l'attività esterna, ma lasciarli dentro, non implica che queste persone da dentro i locali possano prendere da bere e uscire fuori. Ed è quello che succede già oggi, perché se camminiamo per San Salvario, in largo Saluzzo ci sono tantissimi ragazzi che con i loro bicchieri in mano si fanno i fatti loro, indipendentemente da dove prendono da bere. Questo vuol dire che questa ordinanza non farà cambiare assolutamente niente. Anzi, è una presa in giro per tutti quei residenti che non sono stati neanche coinvolti al tavolo, perché l'Ascom, la Confesercenti, il Presidente di Circoscrizione fanno parte di un mondo commerciale, ma non vivono in largo Saluzzo il sabato sera e non sanno cosa vuol dire avere quel problema alle finestre di casa propria. Tutto questo è bellissimo di facciata, è un'ordinanza quasi renziana, riempiamo bene i titoli dei giornali, facciamo anche un bell'intervento in Aula, diciamo che abbiamo risolto tutto, senza risolvere niente. Lo verificheremo la prossima settimana, appena l'ordinanza sarà pronta e sarà attiva vedremo cosa non cambia, perché prenderanno da bere dentro e usciranno fuori. Anzi, Assessore Mangone, ZTL notturna vuol dire che non passano le macchine, vuol dire che si può andare tranquillamente anche in mezzo alla strada, vuol dire che si può fare più casino. Questa non è la soluzione. Lo dimostra il Quadrilatero Romano dove, quando le poche volte che c'è gente - perché siete riusciti a lasciare morire quella zona della Città dopo averla messa a posto -, questa sta in mezzo alla strada, perché non passano le macchine. È naturale, succede così quando uno chiude una strada: i ragazzi, la gente che vive quella zona se ne appropria; non cambierà assolutamente nulla. È per questo che ritengo un'azione di facciata andare ad intervenire in questa maniera. Ripeto, nonostante apprezzi che qualcuno abbia provato, dopo dieci anni, a fare qualcosa, forse ci vuole un po' più di coraggio per andare a risolvere un problema, che sicuramente con questa sperimentazione non verrà risolto, ma se vogliamo dare una mano ai residenti, soprattutto coinvolgiamoli a questi tavoli, perché non si può ragionare su come far vivere una zona di notte senza parlare con chi ci abita. PORCINO Giovanni (Presidente) La parola al Consigliere Marrone. MARRONE Maurizio Per carità, riconosco all'Assessore Mangone delle doti veramente vicine a quelle della sua delega: ovvero, il commercio. Nel senso che oggi è venuto, ci ha venduto un bel prodotto, ovvero tutta una serie di misure che in realtà erano già esistenti. Infatti, ricordo che il Regolamento Commercio già prevedeva la responsabilizzazione degli esercenti con la predisposizione di personale messo lì apposta per cercare di ridurre gli schiamazzi e riportare la quiete pubblica. Il pattuglione, che adesso è diventata la parola magica, per cui: c'è un problema? Ecco il pattuglione. Credo che i pattugliamenti interforze non li abbia inventati il Sindaco Fassino, non li abbia inventati l'Assessore Mangone, ma fosse una prassi che già avveniva, è stata solo potenziata. In realtà, state cercando di nascondere dietro tutti questi assi lanciati sul tavolo quello che è un sostanziale e clamoroso dietro-front sulla misura annunciata rispetto agli orari. Come diceva il Consigliere Ricca, infatti, è impensabile credere di ritoccare con la mezzoretta in avanti rispetto al dentro o fuori, perché tanto, con il divieto del fumo all'interno dei locali, è ovvio che finché il locale funziona, c'è anche lo stazionamento fuori con i relativi schiamazzi, perché chiunque ci vada, lo sa; come si sa anche che le ordinanze già in vigore da mesi sui divieti di bivacco, per esempio su largo Saluzzo, vengano costantemente disattese e non vengano fatte rispettare, così come c'è il Capogruppo di maggioranza che racconta sui quotidiani che andando in quella zona gli sono state vendute bottiglie di vetro alle ore più impensabili. Per cui, la vera domanda è: ma di cosa stiamo parlando? A me non stupisce che la parte della maggioranza che ha bloccato il Sindaco, ovvero il Consigliere Cassiani, esulti e canti vittoria. Perché, è vero, hanno vinto quelli che volevano fermare questo giro di vite sui quartieri come San Salvario. È una verità politica lampante. Lo dimostra anche il fatto che, in ogni caso, la protesta annunciata è stata ritirata, perché avete ceduto sugli orari. Questa è la verità politica, non può essere nascosto. Capisco che ci proviate, ma la realtà è questa. Signor Sindaco, mi dispiace che nell'intervento, sia dell'Assessore che il suo, non si sia trovata traccia di quello che, invece, si vedeva su qualche quotidiano, cioè il tentativo di riprogrammare un incentivo di spostamento e delocalizzazione della movida, perché questa sì che sarebbe magari una frontiera interessante, perché oggettivamente non si può negare che questo problema derivi da un afflusso di massa esagerato, proprio in termini quantitativi, da altri territori, come le periferie e il resto della Provincia, ad un altro, che sono determinati quartieri, come il Quadrilatero, San Salvario o piazza Vittorio. Questo problema va risolto da un punto di vista amministrativo e logistico. Anticipo che, dopo le deliberazioni, saranno in votazione alcune mozioni sulla movida, una delle quali presentata dal nostro Gruppo, che cerca di lavorare con la Giunta proprio in questa direzione. Non tanto, come abbiamo visto su Galleria Umberto I, che a noi sembra ancora troppo vicina al centro, o su Porta Palazzo che ha già tanti problemi di degrado ed è ancora un po' piccola come location per deflazionare tutta la massa di giovani che si riversa da ogni dove, ma la vera sfida è - e lo diremo nel dibattito successivo - rivitalizzare le periferie, perché il giovane di periferia non viene in centro perché fa figo, viene in centro perché vive spesso in quartieri dormitorio, dove non c'è niente dopo una certa ora. Quindi la vera sfida potrebbe e dovrebbe essere, se si vuole agire e portare degli effetti concreti, cercare di incentivare lo sviluppo di movida in posti come le cattedrali nel deserto che conosciamo in tante periferie, aree industriali dismesse e simili, che in realtà sono al momento abbandonate, non utilizzate e che, se fossero riadattate per il divertimento notturno, essendo lontane da luoghi residenziali e quindi dove vivono e vogliono giustamente dormire i cittadini, non ci sarebbe oggettivamente una ripercussione negativa di questo tipo. Credo che un'Amministrazione matura, invece di fare proclami e poi disattenderli, deve misurarsi su questo campo. PORCINO Giovanni (Presidente) La parola al Consigliere Ambrogio. AMBROGIO Paola Molto hanno detto i Colleghi che mi hanno preceduto. Mi sembra evidente che stiamo assistendo ad un dietro-front da parte del Sindaco... (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Mi sembra evidente, perché signor Sindaco, ha fatto tutto lei. Ha rilasciato delle dichiarazioni nelle settimane passate sui quotidiani, sugli organi di stampa, come ci diceva l'Assessore Mangone; è stato lei ad anticipare un giro di vite da parte di questa Amministrazione ed una... (INTERVENTO FUORI MICROFONO). No, non è così, perché di fatto la situazione non cambierà. Diceva bene anche il Consigliere Marrone, mi chiedo come farà lei ad intervenire rispetto a tutti quei clienti, utenti dei locali che hanno diritto fino alle 3.00 di frequentare un bar, un locale di somministrazione, che, sempre per la Legge antifumo, staranno fuori a fumare la sigaretta con il bicchiere in mano. Lei come farà a sanzionare? È evidente che forse non si conosce bene il problema. Oggi mi sarei aspettata, o perlomeno da questo pacchetto, che parte anche con un gruppo di lavoro interforze, che è già stato annunciato nelle settimane passate, qualcosa di più. Abbiamo presentato anche una mozione riguardante il decentramento della movida, che spero venga approvata, ma, per esempio, l'Assessore Curti ci ha annunciato, credo più di un anno fa, il Regolamento dehors, siamo sempre qui ad aspettarlo. Il Regolamento dehors credo sia qualcosa sul quale possiamo intervenire, perché la liberalizzazione ci impone di consentire l'apertura anche a distanza ravvicinata tra un locale e l'altro, quindi nelle varie via Baretti o via Matteo Pescatore avere, magari a distanza di pochi metri, un locale dietro l'altro, ma non credo che siamo obbligati a concedere a tutti il dehors e a tutti in quelle misure che concediamo attualmente, perché quello è il vero problema. Ha ragione lei quando dice che tante persone insieme, che parlano soltanto e non urlano e non fanno schiamazzi, creano problemi: è lì che dobbiamo intervenire, è lì che mi aspettavo provvedimenti di altro tipo. È più di un anno che aspettiamo questo Regolamento dehors, altrimenti, sempre in virtù delle liberalizzazioni, continuiamo a dire che non possiamo fare nulla, quindi, la settimana scorsa, con questo annuncio da parte sua di un'ordinanza mancata - perché poi di fatto quell'ordinanza, quel giro di vite non c'è stato -, abbiamo creato un po' l'illusione ai cittadini di un qualcosa di diverso, ma che non sarà, glielo garantisco. Glielo dico anche con l'interesse di una che vive in quella zona, quindi, come ci ha detto l'Assessore Mangone, da un miglioramento delle condizioni di salute, della qualità della vita, e chi più ne ha più ne metta, in realtà nulla cambierà. Intanto, quando discuteremo la nostra mozione sulla movida decentrata, vi prego di approvarla e di darci il vostro favore e, poi, di sollecitare al più presto anche una modifica del Regolamento dehors, che potrà probabilmente arrivare a dare un contributo concreto. PORCINO Giovanni (Presidente) La parola al Consigliere Tronzano. TRONZANO Andrea Il mio intervento sarà su due temi: uno di ragione filosofica, l'altro invece, di aspetto più pragmatico, anche in relazione al Regolamento di Polizia Urbana, che insieme all'Assessore Tedesco abbiamo approvato nel luglio 2013. Innanzitutto, per quanto mi riguarda, credo che il tentativo di imbastire un dibattito proficuo a favore dei cittadini e, quindi, di far collimare gli interessi prevalenti, quelli del riposo, rispetto al giusto diritto allo svago, debbano essere indirizzati non tanto sull'aspetto dell'attività economica, quanto su un ritorno, Assessore e signor Sindaco, al controllo sociale, cioè quello di far prevalere atteggiamenti o comportamenti proficui, rispetto ad altri. Questo è, a mio giudizio, il tentativo che avremmo dovuto fare attraverso questa ordinanza. Se c'è un controllo sociale, se si ritorna ad un controllo sociale, facendo prevalere determinati comportamenti rispetto ad altri, si arriva anche nel tempo - questo sempre a mio giudizio - ad una maggiore sicurezza, perché si ridanno quelle buone abitudini che ormai sono sopite, sono passate. Che cosa fa una persona in giro il lunedì, il martedì, il mercoledì, il giovedì alle 3.00 di notte, se non passare il tempo in maniera non adeguata? Allora, proviamo a ragionare. È per questo motivo che dicevo alle ore 1.00, proviamo a ragionare sulla chiusura dei locali, soprattutto quelli di somministrazione, alle ore 1.00 di notte dal lunedì al giovedì; poi, il venerdì, sabato e domenica si può provare... PORCINO Giovanni (Presidente) Scusate, Consiglieri! TRONZANO Andrea Ma non importa, Presidente, tanto non sto parlando con il Consigliere Viale, che farnetica, sto parlando con l'Assessore, con il Sindaco, che ragionano in maniera costruttiva ed equilibrata. Proviamo a ragionare su questi temi. Faccio un esempio, Assessore. Ho fatto delle ricerche in questi due o tre giorni: in Irlanda i pub chiudono alle ore 23.00; a Londra chiudono alle ore 23.00; ad Amsterdam chiudono alle ore 1.00. Perché non ripristinare il controllo sociale? Secondo aspetto. Ricordo una sentenza del TAR, probabilmente prima dell'entrata in vigore del Decreto Monti, di questa famosa liberalizzazione, eccetera, del 2009, che diceva sostanzialmente che gli interessi prevalenti, cioè quelli della salute pubblica, della sanità mentale e psicofisica dei cittadini, sono assolutamente prioritari rispetto all'interesse particolare, sia pure importante, di colui che gestisce l'attività economica, o di colui che fa dello svago il suo divertimento in quel momento. Questi due elementi, controllo sociale e sentenza del TAR, potevano essere a mio giudizio utilizzati in maniera più proficua. Terzo elemento. Al tavolo di cui si è parlato non partecipano le associazioni dei cittadini. È una cosa che hanno già detto altri, lo ridico, probabilmente lo diranno anche altri Consiglieri che interverranno dopo di me. Ma come si fa a fare un'ordinanza ascoltando solo una parte e non quella contrapposta? Prima di fare l'ordinanza, signor Sindaco, spero che ascolterà anche la parte che sta tutelando gli interessi del riposo, cioè i cittadini che si sono organizzati in comitati. Dopodiché arrivo all'Assessore Tedesco, che ringrazio per essere presente in Aula, parlando del Regolamento di Polizia Urbana, che abbiamo approvato, modificato nel luglio 2013, memori di tutto quello che stava succedendo in quel momento, che si sta naturalmente ripetendo nel 2014. Grazie anche all'opposizione, quindi Forza Italia e gli altri Partiti che in questo momento sono all'opposizione in questa Città, avevamo inserito due elementi contraddistintivi, ovvero: tutela della tranquillità pubblica e tutela della convivenza civile. In quel caso mettevamo nero su bianco gli orari dalle ore 23.00 alle ore 7.00, per tutelare, giustamente, il diritto al riposo dei cittadini. Tra l'altro, non ho capito bene se tra il Sindaco e l'Assessore c'è una discrasia di interpretazione di questa ordinanza, perché l'Assessore dice che la chiusura dei locali non dedicati alla somministrazione avverrà alle ore 24.00. È corretto? (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Mi pareva di aver capito una cosa diversa da parte del signor Sindaco. Comunque, in ogni caso, tornando al Regolamento, tutela della tranquillità pubblica e tutela della convivenza civile, erano due aspetti che naturalmente in questo anno, attraverso i controlli che ci sono stati, o perlomeno i non controlli che ci sono stati, Assessore Tedesco, non sono stati garantiti assolutamente, perché come al solito, in quella zona succede che queste prescrizioni... (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Sì, ma queste prescrizioni, in base naturalmente alle informazioni che ho dai cittadini che hanno subito questi torti... PORCINO Giovanni (Presidente) La prego di concludere, Consigliere. TRONZANO Andrea Chiudo, Presidente. A seguito di questo Regolamento, i cittadini non hanno visto rispettati i loro diritti, quindi gli orari stabiliti dalle ore 23.00 alle ore 7.00. Questo è il ragionamento essenziale. Quindi spero e credo, signor Sindaco e signor Assessore, che un'ordinanza, seppur contingibile e urgente, quindi con un tempo limitato, sia assolutamente importante dividerla all'interno dei giorni della settimana, perché chiudere i locali alle ore 1.00 non è un atto di lesa maestà, come credono invece alcuni Consiglieri della maggioranza, ma è un atto di civiltà che fa cambiare i comportamenti sociali e mette in condizione anche il Comune di regolamentare, di portare avanti un discorso che sarà di giovamento anche alla sicurezza pubblica. Quindi spero e auspico che prima di fare questa ordinanza, siano ascoltate anche le categorie dei cittadini. PORCINO Giovanni (Presidente) La parola al Consigliere Bertola. BERTOLA Vittorio Questo è ormai il quarto anno che questa Amministrazione si trova a gestire la vita notturna estiva. Sono contento di vedere che forse negli ultimi mesi c'è stato un certo cambio di rotta, perché è dal primo anno di questa tornata amministrativa che solleviamo il problema, quindi fa piacere vedere che forse anche nella maggioranza, almeno in parte della maggioranza, è iniziata una riflessione. Credo che il problema, come sempre, sia creare il rispetto reciproco e quindi ritengo che sia fondamentale il dialogo tra le parti. È bene, quindi, che il Sindaco si muova e cerchi di limitare un po' gli orari notturni, bisogna vedere se questa limitazione sarà o meno efficace, daremo il nostro giudizio sull'ordinanza dopo aver visto se funziona. È meno bello però che l'ordinanza arrivi senza la consultazione di tutte le parti in causa, proprio perché alla fine si tratta di creare la volontà di parlarsi fra tutte le parti, probabilmente eliminando da ciascuna i cosiddetti ultrà. Per cui, sono d'accordo che sia bello che ci sia un'area di Torino dove si può uscire la sera, anche fino ad una certa ora, trovare tutta una serie di ristoranti, locali, animazione, vita, eccetera, nessuno vuole spegnere Torino e tornare alla Città in cui alle otto di sera c'era l'eco in via Po e così via, in tutte le Città ci sono zone di vita notturna e chi ci abita sa che ci sarà un po' più di rumore rispetto ad altre zone e lo deve mettere in conto, ma comunque anche chi abita in quelle zone ha diritto di dormire. Tutti i Regolamenti riguardanti la quiete pubblica parlavano delle 22.00, delle 23.00, di mezzanotte, quando si organizzano gli eventi, si chiede di finire entro mezzanotte; le 3.00 mi sembra già molto avanti come orario, specialmente se si tratta di tutte le sere della settimana, soprattutto perché credo che si tratti semplicemente di trovare modalità alternative per permettere a chi vuole, legittimamente, stare in piedi fino alle 3.00 e divertirsi con gli amici, di farlo in un posto dove non disturba, possibilmente al chiuso, magari non in mezzo alla Città. Quindi sicuramente c'è da aprire il tema della pianificazione urbanistica di questa Città, perché se è vero che in tutte le Città c'è una zona di vita notturna, non è tanto normale che questa zona cambi radicalmente ogni anno o due e si sposti in giro per la Città, creando problemi una volta da una parte, una volta da un'altra. Se riuscissimo a stabilizzarla in zone dove disturba di meno, faremmo sicuramente un buon favore e tutto ciò è possibile con la collaborazione di tutti. Però sono anche un po' stufo di sentire che ci sono le liberalizzazioni e non si può fare niente, perché anche le Leggi sulla liberalizzazione dicono chiaramente che quando c'è in gioco la salute, si può intervenire con la limitazione degli orari, anche della concessione di licenze; quindi non siamo assolutamente privi di armi, se le vogliamo utilizzare. Da questo punto di vista, è utile pensare a quali strumenti abbiamo per cercare di pianificare un po' meglio la situazione, senza abbandonare allo scontro finale chi vuole divertirsi da una parte e chi vuole dormire dall'altra. Secondo me, la questione non riguarda il 90% di chi esce la sera e sta fuori fino a tardi, che vuole semplicemente andare in giro con gli amici, eccetera, riguarda probabilmente una quantità relativamente limitata di persone che eccedono nello "sballo", tra virgolette, insomma, sono quelli che vanno in giro ad ubriacarsi, a vomitare, a disturbare con il megafono, non è che tutti siano così. Quindi forse basterebbe anche un intervento educativo di qualche genere, di recupero forse, di fornitura di alternative verso queste persone, perché la libertà va bene, però effettivamente c'è da chiedersi come mai ci siano persone che passano tutte le sere fuori a bersi il chupito a 1 Euro, fino a non capire più niente. In parte è normale, perché vent'anni li abbiamo avuti tutti, però effettivamente la sensazione è che in questa Città c'è sempre meno gente che lavora, che fa, e sempre più gente che non sa come spendere il tempo e forse deve anche un po' fuggire dai problemi, dalla crisi economica e da tante situazioni personali e collettive; questo si ottiene anche magari passando la notte fuori, ma non è l'unico modo. Ripeto, non è che tutti lo fanno, anzi, la maggior parte non è così, però ritengo che vada fatta una riflessione anche sul modello sociale, culturale che questo tipo di attività propongono ai giovani torinesi e magari si potrebbe anche lavorare su eventuali alternative. Da questo punto di vista, poi, discuteremo le mozioni su eventuali possibilità di contorno da parte dell'Amministrazione di gestire la viabilità, che è uno dei temi che noi avevamo sollevato, che però non è risolutivo, perché poi il problema di fondo non è la viabilità, ma è la quantità di locali, gli orari e tutto il resto, lasciando perdere l'errore che è stato fatto, a mio parere, dall'ordinanza di non concordarla adeguatamente con tutti, però può essere un passo avanti, se non altro per cominciare a cercare di arretrare un po' gli orari della vita notturna. Credo che il giudizio finale sarà dato poi sulla capacità dell'Amministrazione di farla rispettare e sul fatto che funzioni veramente e non si riveli un boomerang, spingendo poi le persone a bivaccare per il resto della notte in mezzo alla strada, facendo rumore. Quindi la nostra richiesta verso l'Amministrazione è che ci metta attenzione per farla rispettare. L'ultima cosa che vorrei segnalare, però, è che la vita notturna e i problemi di rumore non si chiudono con San Salvario, ci sono tante altre zone... PORCINO Giovanni (Presidente) La prego di concludere, Consigliere. BERTOLA Vittorio Ci sono tante altre zone, in particolare i parchi cittadini, anche quest'anno, per l'ennesimo anno, ci sono problemi alla Pellerina, al Parco Ruffini, ci sono tante altre zone che richiedono un po' di attenzione da parte dell'Amministrazione e quindi, oltre alle solite piazza Vittorio, Vanchiglia, eccetera, che non ci si limiti solo a San Salvario, ma che si tenga conto delle esigenze di tutti. PORCINO Giovanni (Presidente) Prego i Consiglieri di rimanere in silenzio, altrimenti non riusciamo a proseguire con il dibattito. La parola al Consigliere Magliano. MAGLIANO Silvio Il mio intervento sarà molto breve, ma cercherà di dire due concetti. A mezzo stampa abbiamo letto che cosa questa Giunta ha in mente per Torino 2025, quindi un cambiamento forte della Città. Quando parliamo di Città universitaria, penso all'esperienza internazionale del nostro Sindaco, a Bruxelles, ma in tante altre Città, l'Università fa parte dell'asset importante della Città e ha in uno o due quartieri vicino all'Università il luogo della movida. Non posso che sottolineare una cosa: noi abbiamo lasciato nascere, crescere ed esasperare la movida senza alcun tipo di controllo. Pensando al CLE, quindi al nuovo Polo Universitario che abbiamo insediato, se avete presente come è fatto, dall'altra parte del fiume c'è un quartiere tutto da riqualificare e non si è mai pensato di andare ad investire lì, dare degli spazi in quella zona a chi avesse voluto costruire luoghi per i giovani. Evidentemente, se al primo, al secondo ed al terzo piano ci fossero appartamenti universitari e al pianoterra ci fossero locali, avremmo riqualificato di colpo un'intera parte della nostra Città, ma non verso corso Regina, dall'altra parte, verso via Catania, verso corso Regio Parco. Mi auguro, quindi, che in questa idea di Città strategica ci sia quantomeno un'idea di dove abbiamo messo i luoghi universitari. Inoltre, sottoscrivo quanto già detto da tutti i miei Colleghi, c'è però un'evidenza di fatto contro la quale non potremo mai andare: non avendo controllato l'insediamento di nuove attività commerciali negli ultimi dieci anni presso San Salvario, è impossibile oggi trovare una soluzione. Ci sono dei palliativi. Apprezzo anche la buona volontà, ma si tratta di un dato numerico statistico: se nella stessa via ci sono nove attività commerciali che fanno la stessa cosa, è naturale che in quella zona ci sia la movida e non la si fermi più. La si può fermare con accorgimenti come quelli trovati, ma morfologicamente è impossibile intervenire in maniera diversa; si tratta di un dato statistico. Vado alla conclusione. Ho chiesto i numeri della nascita di nuove Partite IVA che fanno somministrazione di bevande e di alcolici in Vanchiglia. Assessore, siamo all'inizio della stessa situazione. Sono dati numerici, ma chiude l'artigiano, apre la birreria, chiude la ferramenta, apre la chupiteria, chiude chi ti faceva elettrodomestici e sta aprendo un ristorante: siamo all'inizio dello stesso scempio. Mi auguro che il segnale che diate a San Salvario... PORCINO Giovanni (Presidente) La prego di concludere, Consigliere. MAGLIANO Silvio Ho concluso. …vada anche in quella direzione, perché comunque sta capitando la stessa cosa. Non lo dice il Consigliere Magliano, lo dice il numero percentuale di attività commerciali con la stessa attività nello stesso quadrilatero di Vanchiglia. PORCINO Giovanni (Presidente) La parola al Consigliere Scanderebech. SCANDEREBECH Federica Inizio il mio intervento con questa domanda: il Comune di Torino, questa Amministrazione ha un piano generale complessivo sulla movida della Città? Qual è? Lancio una provocazione: è possibile individuare delle zone in cui la Città, il Comune si impegna a monitorare e a creare una zona di movida tipo, ad esempio, il Parco del Valentino? Vi lancio un'altra provocazione: perché non prendere spunto da Città europee, americane e quant'altro, ma anche solo dalla più vicina Sestri Levante, in Liguria, che una volta all'anno organizza come Comune la "Silent night"? Non so se magari qualche Consigliere Comunale giovane sa di cosa sto parlando. Che cos'è? È una serata in cui non viene prodotto rumore da parte dei partecipanti, i quali ballano in mezzo alle piazze della Città, in spiaggia e quant'altro con le cuffie nelle orecchie, il dj che suona, ognuno si sceglie la musica che vuole, tutto sotto controllo, bevono, fanno quello che vogliono, ma è una cosa organizzata. È una provocazione, Assessore. PORCINO Giovanni (Presidente) Consigliere Scanderebech, la interrompo. Consiglieri, vi prego di rimanere in silenzio. Prego, Consigliere, prosegua. SCANDEREBECH Federica Siamo in grado noi, come Città, di organizzare la movida, di fare delle manifestazioni per dire che la Città è in grado di contenere la movida, è in grado di avere una movida che sia veramente bella e sana? La mia, probabilmente, è una voce fuori dal coro, perché credo che questa ordinanza, soprattutto la parte che riguarda gli orari... Presidente, vorrei che qualcuno, o almeno l'Assessore, mi ascoltasse. PORCINO Giovanni (Presidente) Chiedo scusa, Consigliere. Prego, continui. SCANDEREBECH Federica Stavo dicendo, Presidente, trovo che questa ordinanza possa creare dei precedenti sulla Città, detto sinceramente, perché la trovo discriminatoria, nel senso che non possiamo imporre solo ed esclusivamente a San Salvario di rispettare queste regole e nelle altre parti della Città si può fare quello che si vuole. Quindi chiedo a lei, Assessore, di capire se veramente vuole creare un precedente, perché domani sotto il balcone del Sindaco ci troveremo i comitati degli altri quartieri, di piazza Vittorio, di via Matteo Pescatore e quant'altro, che verranno a dire: "Facciamolo anche sul nostro quartiere. Perché lo dobbiamo fare solo a San Salvario?". Mi auguro che non accada, nel senso che auspico che l'ordinanza sia ristretta e non si debba fare un'ordinanza per ogni quartiere di Torino. Se sappiamo che Vanchiglia esploderà, se sappiamo che ci sono dei quartieri della Città che probabilmente a brevissimo esploderanno, pensiamo a priori a cosa fare, non possiamo, dopo che ci sono stati investimenti da parte dei privati, dire a questi imprenditori: "Guardate che vi mettiamo i paletti". Non è possibile, a parer mio, è un'ingiustizia, è una discriminazione, perché c'è gente che paga tanto al Comune, paga i posteggi, paga il suo suolo pubblico per i dehors, ha comprato una licenza dal Comune e quant'altro, si doveva dire a priori a queste persone. Quindi, mi auguro che affronteremo le situazioni che si andranno a creare in maniera diversa, pensandoci già adesso. Poi non so se lei, Assessore Mangone, mi può rispondere, forse l'Assessore Lubatti sarebbe più adatto. Ricordo qualche mese fa una discussione in II Commissione Consiliare in cui avevamo fatto delle ipotesi per installare la ZTL notturna in San Salvario. Se non vado errata, ci avevano detto che una singola telecamera costava 280.000,00 Euro da installare in un anno. C'è una copertura economica, uno studio di fattibilità reale per mettere la ZTL in San Salvario, oppure si tratta soltanto di una prova di fattibilità? Voglio che oggi vengano chiariti questi punti. Quindi vorrei sapere se c'è copertura economica, se c'è uno studio di fattibilità, quanto può costare effettivamente la ZTL nella zona di San Salvario. Queste sono tutte cose che vanno chiarite, perché, per quanto mi riguarda, non mi è assolutamente chiaro. Quando eravamo usciti da quella Commissione, lo può testimoniare il Presidente della Commissione, tutti quanti eravamo zitti e muti, abbiamo detto: "Bene, la ZTL a San Salvario assolutamente non può essere fatta, perché è veramente troppo dispendiosa per le casse del Comune". PORCINO Giovanni (Presidente) Ho iscritto a parlare il Consigliere Viale e, poi, nell'ordine i Consiglieri Carbonero, Berthier e Appendino. La parola al Consigliere Viale. VIALE Silvio Se la movida è indice di confusione e caos, basterebbe sentire questo dibattito per capire come in realtà il caos e la confusione che c'è in questa Aula non può che essere pari a quella che c'è la sera. Sento dire delle cose tra le più assurde e senza senso. A parte il Consigliere Marrone che dice che il Comune organizza la movida, dovrebbe organizzare la movida e il Consigliere Ricca conclude che comunque ci sarà più casino. Poi, il Consigliere Tronzano addirittura si inventa degli orari delle altre Città dove, è vero, i pub chiudono alle 23.00, ma a Londra - quando andrà, così lo sa anche lui - i locali sono aperti ventiquattro ore su ventiquattro e vendono alcolici ventiquattro ore. In tutte le zone i supermercati sono aperti. Peraltro, gli indiani che tengono aperti ventiquattro ore, vengono proprio da decenni a Londra e si va alle 2.00, alle 3.00 a comprare il latte insieme agli altri prodotti. Ne approfitto per dire che non ho una pregiudiziale contro la chiusura dei Regolamenti orari, purché abbiano un senso, sapendo che siamo in una fase di sperimentazione continua. Nessuno ha la ricetta, ognuno dice la sua. Aborrisco l'idea di esportare la movida in periferia, perché, se è una cosa così sciagurata, sono contento che rimanga limitata a pochi cittadini e riguardi poca gente. Detesto il giorno in cui tutta Torino sarà una movida, se questa è la sciagura, perché avremo sicuramente molti più comitati e molte proteste. Dopodiché, la gente va dove ritiene sia importante andare. Non basta aprire otto, dieci locali in un posto perché si riempiano così; anzi, il nono e il decimo che hanno aperto, possono anche essere un po' sprovveduti. Quindi direi di essere molto attenti su queste cose e mi limiterei ad alcune osservazioni: la prima, ha ragione il Sindaco, per il nostro Regolamento al momento non ci sono orari, perché il Regolamento del Commercio non pone orari alla somministrazione di bevande, se non quello di esporlo, quindi il fatto che si ponga un limite alle 3.00 è una novità, non c'era prima, se non per virtù di altre ordinanze. Secondo: i dehors già adesso chiudevano alle 2.00, fa parte del Regolamento dehors. Chiudono alle 2.00 e... (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Alle 23.00 e poi alle 2.00, la cosa c'era... (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Dopodiché andiamo a vederlo meglio nell'articolo, però chi dice con certezza che non è così, lo invito ad andarselo a leggere prima, invece di rispondere sempre a macchinetta. Il punto qual è? Che credo che l'ordinanza della chiusura, se la si fa, deve riguardare tutte le zone della movida, perché non è che possiamo aspettare che domani si svegli un altro comitato e un altro ancora. Se c'è una logica per fare la chiusura alle 3.00 dei locali e alle 2.00 dei dehors, questo può valere anche per la zona di piazza Vittorio e per la zona di Vanchiglia, perché non possiamo pensare che dobbiamo aspettare il comitato, il casino, eccetera. Poi, vedremo a consuntivo se è stato utile o meno. La stessa cosa vale per la somministrazione di bevande: sono convinto e credo che Torino continuerà a rimanere la Città più liberale. Nei giorni scorsi a Roma alle dieci di sera un indiano mi ha venduto la birra e mi ha detto: "Mettila dentro lo zainetto, perché non si può". Ho scoperto che a Roma c'è un'ordinanza che dalle dieci di sera vieta di vendere alcolici per strada, dopodiché li si vende lo stesso. Il fatto che vengano... (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Dico anche a mezzanotte, a me va benissimo che non si vendano più alcolici e si tenti di fare rispettare le regole come si tenta di farle rispettare in questa Aula, il problema è semplicemente che alcune regole non devono solo esserci, ma devono essere anche utili. Vorrei che i quattro piccoli supermarket di San Salvario che tengono aperto ventiquattro ore su ventiquattro, o che tengono aperto, dalla mezzanotte non possano più vendere alcolici, ma possano ancora vendere latte e altre cose, perché altrimenti sarebbe veramente una perdita di servizio. Quindi, in chiusura, credo che qualunque provvedimento abbia delle limitazioni; vediamo a consuntivo cosa succede. L'idea di esportare, di dirigere la movida - cioè comportamenti giovanili e non, a meno che per giovani si intendano gli under 50 in senso lato - è, in qualche modo, incontrollabile, perché dipende dalla moda che c'è in quel momento. Chi ha aperto i locali quest'anno in via Baretti farà una o due stagioni, potrà andare bene, poi il giorno in cui non ha più il flusso davanti, perché si è spostato da un'altra parte, non deve venirsi a lamentare. Questa è sicuramente una delle cose da dirci. Ecco perché non sono così contrario a delle regole, purché non si pensi in questo modo di scoraggiare la movida, altrimenti - e chiudo davvero - si dica: "San Salvario, da una certa ora in poi, accesso riservato ai residenti o chi è invitato dai residenti". Potrebbe essere una soluzione, credo pessima, che sicuramente non piacerebbe alla maggior parte dei residenti. PORCINO Giovanni (Presidente) La parola al Consigliere Carbonero. CARBONERO Roberto Intanto, volevo dare una prima lettura in chiave politica della situazione e a me sembra quasi un cedimento del carisma politico del Sindaco, perché quanto ha dichiarato nei giorni scorsi era un diktat... (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Assolutamente, va bene, vado avanti. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). No no, ma dopo ci arrivo, aspetti. Mi sembrava un diktat abbastanza coerente: c'era il diritto al riposo, c'erano stati dati degli orari; dopodiché, ma ho assistito anche personalmente, ultimamente pare che si ceda puntualmente di fronte alle pressioni della propria Giunta o della propria maggioranza e questo è capitato, probabilmente, perché si devono ascoltare determinate categorie, allora, ecco che ci si cala le braghe un attimo e per l'ennesima volta si accontenta la Giunta e non si ha più questo carisma portante. Detto questo, al di là di tutte le idee, perché noi siamo stravaganti, abbiamo mille idee, ma a qualcuno di voi - e le chiedo un attimo di attenzione, signor Sindaco - è venuto magari in mente di fare un giro, prendere dieci locali a campione, andare dall'una alle tre e vedere lo scontrinato? Secondo me, non esiste quello scontrinato lì. Ma se andate a vedere lo scontrinato in quella fascia oraria, probabilmente vi rendete conto che praticamente non ce n'è, o è bassissimo, perché non credo che i ragazzi inizino a consumare all'una e i commercianti abbiano bisogno di quello scontrinato. Arriviamo con dati oggettivi, facciamo una ricerca seria, dopodiché si può anche portare serenamente la propria idea di fronte a dati oggettivi; magari è la volta buona che scontrinano anche per dimostrare che hanno un incasso a quell'ora e vogliono stare aperti. Non arriviamo con tante fantasie e tante idee contrastanti, anche politicamente, perché ognuno deve far vedere che la sua idea è la migliore e perché difende la categoria nel migliore dei modi; andiamo a verificare, come sempre va fatto questo tipo di analisi, i dati oggettivi. Si va ad una verifica, si fa una sperimentazione magari di una settimana, di dieci giorni con alcuni locali a campione. È così che si fanno le cose, non dicendo: "Ho deciso che si farà così, perché l'altro mi ha detto che si farà colà" e ognuno dice la sua, servono dati oggettivi. Vi chiedo di fare una squadra che vada effettivamente a verificare lo scontrinato in quella fascia oraria per capire se si tratta effettivamente di una necessità di incasso, di sopravvivenza, oppure no, perché a quel punto, probabilmente, dato che non lo sarà, è molto più importante la salute delle persone. Infatti, mi creda, perché di gente che si deve alzare alle sei del mattino ce n'è ancora tanta e di gente che riesca a dormire forse quattro ore a notte, e poi non ce la fa magari a rendere sul proprio posto di lavoro, con i chiari di luna che ci sono, non ne abbiamo bisogno in questo momento. Dati oggettivi, verificati, dopodiché si apre la discussione in modo serio e non politico e basta, come sempre succede. PORCINO Giovanni (Presidente) La parola al Consigliere Berthier. BERTHIER Ferdinando Sarò veramente molto breve, c'è però qualcosa che mi sfugge totalmente. L'anno scorso il problema ce l'avevamo su piazza Vittorio, quest'anno il grosso del problema si è spostato su San Salvario. Quello che non ho capito è perché questa ordinanza non sia stata estesa su tutta la Città; ci sono delle zone che sono altamente provate dall'attività notturna di questi locali, discoteche e quant'altro. Qualcuno si faccia un giro, non voglio sempre citarmi, perché sembra che faccia pro domo mea, però in corso Moncalieri attualmente, da piazza Zara a Moncalieri, fino ad arrivare al Fioccardo - guarda caso - è diventato un delirio. Vorrei invitare chiunque la sera, già dalle sei del pomeriggio, nei giorni di giovedì, venerdì, sabato e domenica è un inferno: la gente, anche con il caldo, deve tenere le tapparelle abbassate e le porte chiuse. Inoltre, per quanto riguarda le macchine, se potessero, le metterebbero anche una sull'altra, quindi ci vogliono più controlli da parte di Polizia e Vigili Urbani. Assessore Tedesco, se mi ascoltasse! Dicevo che veramente c'è un caos ovunque per la Città. Adesso abbiamo visto corso Moncalieri, basta leggere i giornali; anch'io sono andato in quel locale in corso Sebastopoli, è una bolgia infernale fino alle cinque del mattino. Ci sono stato proprio una sera fino le cinque del mattino, anzi, quando sono andato via, c'era ancora di tutto e di più, riversato sia nel locale che nelle strade limitrofe. Ma quando si danno dei permessi a certi locali, si considera l'incidenza dell'abitato? In corso Agnelli, ma anche in corso Sebastopoli ci sono dei palazzoni, ci sono un sacco di case e c'è un sacco di gente che lavora. Effettivamente, come dicevano anche i miei Colleghi prima, c'è un sacco di gente ancora che si alza alle 4.00, alle 5.00 del mattino, perché magari hanno poi altre attività commerciali che implicano l'apertura alle 7.00, bar compresi, quelli normali che poi chiudono alle 20.00. Quindi credo che questa ordinanza avrebbe dovuto essere estesa, se non proprio a tutta la Città, escludendo la periferia, sicuramente in quei punti dove avete dato i permessi, dove c'è la movida. In alcuni posti, come in corso Moncalieri, si comincia il mercoledì alle 18.00, quando c'è ancora il traffico di quelli che rientrano. A questo proposito vorrei chiamare in causa anche l'Assessore Lubatti che non è presente, circa la messa in sicurezza del pedone: è proprio diventata l'ultima cosa possibile e immaginabile. Quindi credo che dovremmo correggere il tiro, anzi, invito il Sindaco o l'Assessore a farlo fin da adesso, perché non è possibile... Quale tornaconto c'è? Va bene per i commercianti, però, prima di essere tali, sono anche cittadini: voglio vedere se qualcuno di quei commercianti lì ha la famiglia che abita da un'altra parte e gli vado con la grancassa o con il bicchiere in mano sotto casa sua, se non si arrabbia. Ritengo, quindi, che l'ordinanza vada estesa, vada rivista, soprattutto sugli orari, soprattutto sui giorni, soprattutto quelli durante la settimana, quelli dove il giorno dopo la gente lavora e si alza presto. PORCINO Giovanni (Presidente) La parola al Consigliere Appendino. APPENDINO Chiara Devo dire che rifiuto un po' l'analisi sociologica che si fa della movida, cioè rifiuto chi pensa che chi esce dopo le 22.00, le 23.00, o a mezzanotte sia una persona inadeguata. Si tratta di una concezione folle. Non possiamo metterci noi a fare l'analisi sociologica di chi va e frequenta un luogo pubblico e lo fa legittimamente per divertirsi, ben venga che lo faccia. Ovvio che bisogna mantenere il rispetto delle altre persone, ma si tratta di una questione di vivere in una comunità, essere in grado di far tutti parte di una Città, di un quartiere, rispettando i diritti degli altri. Sinceramente non sono d'accordo con chi dice o pensa che chi esce alle tre di notte sia un fannullone, sia una persona inadeguata, perché mi sembra veramente una visione... (INTERVENTO FUORI MICROFONO). No, non l'ha detto il Consigliere Bertola. L'ha detto... (INTERVENTO FUORI MICROFONO). No, non sto specificando... PORCINO Giovanni (Presidente) Chiedo scusa, Consiglieri, non è previsto che si interloquisca. Prego i Colleghi di lasciar proseguire il Consigliere Appendino e il Consigliere di rivolgersi alla Presidenza. Prego, Consigliere Appendino. APPENDINO Chiara No, io mi rivolgo anche ai Colleghi e ben venga se ogni tanto il Consigliere Sbriglio interviene e ci fa sentire anche cosa pensa, mi piace interloquire, però ritengo che se si tratta la movida in questo modo, si faccia un grandissimo errore, quindi sgombrerei il campo da questa analisi del tema. Secondo punto. Signor Sindaco e Assessore, penso che ci sia stata una schizofrenia totale nella gestione di questa vicenda. E lo dico perché mi ricordo che lei, Assessore Mangone, intorno al 18 giugno diceva che non avrebbe fatto un'ordinanza, perché il tema orari non risolveva la situazione; aveva detto che avrebbe fatto altre valutazioni. Magari sono state fatte; ma quando, Assessore? Perché ho letto dai giornali che poi il Sindaco, immagino con lei, voleva intervenire in un modo, poi è stato fatto un passo indietro, non è stato fatto quello che era stato deciso, avete fatto altro. Condivido quanto detto dal Consigliere Ambrogio, non tanto nel merito politico dell'analisi della vicenda, bensì sul fatto che lei si è esposto su una visione che poi non è quella che oggi state applicando. Ma sa qual è il problema? Secondo me, il problema è che lei e la sua Giunta viaggiate in una forma di totale distacco, per cui la concertazione arriva sempre dopo. Ma è possibile che si debbano sempre leggere sui giornali grandissime polemiche, poi la concertazione e, quindi, il retro-front! È possibile che questa concertazione non si possa fare prima! Il vero problema è che questo alimenta ancora di più lo scontro tra le parti, la mancata concertazione e chi ci perde è la Città intera. Vi faccio veramente questo invito: ben venga il tavolo. Ho sentito che fate questo tavolo in cui ci sono finalmente i commercianti e tutte le parti coinvolte, ma andava fatto prima, perché è una questione che riguarda tutti e lo scontro certamente non favorisce il vivere la comunità che giustamente - come diceva lei, signor Sindaco - vuol dire rispettare i diritti di tutti. Concludo dicendo che, secondo me - e spero di sbagliarmi -, il tema orari non sarà sufficiente e non risolverà assolutamente la questione e partire da San Salvario, che è un quartiere totalmente diverso da piazza Vittorio… PORCINO Giovanni (Presidente) La prego di concludere, Consigliere. APPENDINO Chiara Sto chiudendo. A San Salvario ci sono problemi evidenti di sicurezza, ne abbiamo parlato tantissime volte anche qui. Non si può pensare che una sperimentazione che si fa a San Salvario sia la stessa che si possa fare in altre zone, come ad esempio in piazza Vittorio. Sono veramente molto scettica su questo e invito comunque l'Aula ad affrontare il tema della movida in altro modo, quindi non dal punto di vista sociologico. PORCINO Giovanni (Presidente) La parola al Consigliere Paolino. PAOLINO Michele Condivido molto questa considerazione, questo invito del Consigliere Appendino e l'avevo segnato già prima, nel momento in cui stava intervenendo il Consigliere Magliano. Non dobbiamo trattare chi esce fuori la sera per vivere la propria Città come se fosse un criminale, non dobbiamo avere un'idea della movida come cosa negativa. Il fatto che ci siano locali aperti frequentati da giovani è la risposta che questa Città ha dato al degrado. Il San Salvario di Don Gallo è diverso dal San Salvario di Don Mauro; andate a parlare insieme. Una cosa è avere il sagrato della chiesa pieno di tossicodipendenti e di spacciatori e un'altra cosa è avere giovani desiderosi di vita e di incontrarsi con altri giovani; sono cose completamente diverse, vorrei che fosse chiaro. La risposta che abbiamo dato, ma che danno tutte le Città del mondo quando hanno una zona pesantemente degradata, è rendere quella zona vissuta. L'altra cosa che volevo fosse chiara è che abbiamo lavorato in questi giorni, in questi mesi, insieme al Sindaco ed alla Giunta perché il messaggio fosse chiaro rispetto al fatto che questa maggioranza, questo Sindaco, questa Giunta, sono impegnati a rendere Torino una Città vivace, una Città che attrae, una Città fruibile. Quindi soltanto ragionare sugli orari ci sembrava limitato, rispetto al fatto che facciamo di tutto perché i torinesi, e non solo, invece, vivano la propria Città. Non è che organizziamo ogni giorno un'iniziativa nelle nostre piazze e organizziamo il Festival Mozart e poi diciamo ai cittadini: "Tornate a casa"; a noi fa piacere se rimangono lì e vanno in giro per i locali. Ha ragione il Sindaco quando dice che ci sono tre diritti da garantire e in questi tre diritti il più debole, il più vulnerabile è il residente che vuole riposare. Quindi nel momento in cui devo scegliere tra tre diritti, naturalmente sceglierò subito, d'istinto e convintamente il diritto del più debole, ma, se può, un'Amministrazione cerca di garantire tutti i diritti: partiamo dal più debole, il residente, ma teniamo anche conto di chi ha fatto investimenti, di chi produce ricchezza per questa Città, di chi crea posti di lavoro e teniamo conto delle persone, come diceva giustamente il Consigliere Appendino, che vogliono partecipare alla vita della Città, vogliono vivere in questa Città. Dobbiamo tenere conto di questo. PORCINO Giovanni (Presidente) La prego di concludere. PAOLINO Michele Le proposte che ha fatto il Sindaco, che ha fatto la Giunta, sono un pacchetto complessivo, sperimentale, che tiene conto di tutte le esigenze. Credo che la scelta di sperimentare la ZTL - quindi rispondo a chi ha chiesto quanto sarebbe costata -, all'inizio sarà fatta con cartelli, probabilmente, non con telecamere. PORCINO Giovanni (Presidente) Concluda, Consigliere. PAOLINO Michele Le chiedo solo la cortesia di concedermi qualche secondo in più, se è possibile, visto che il dibattito è stato ampio. La questione della ZTL toglie un grosso pezzo del problema, perché le macchine che girano alla ricerca di parcheggio, o per uscire dalla zona della movida, all'una, alle due, alle tre di notte, fanno rumore, suonano il clacson, accelerano, decelerano, creano molta confusione. Il fatto di colpire chi vende alcolici non autorizzato, è un fatto di certezza del diritto, che rafforza il rapporto con gli esercenti che, invece, lavorano al meglio. Dobbiamo essere quelli che fanno rispettare le regole e che sanno tutelare tutti i cittadini, garantendo però una qualità alta della vita. Questo è l'obiettivo rispetto alla nostra Città. PORCINO Giovanni (Presidente) La parola al Consigliere Curto. CURTO Michele Ho particolarmente condiviso - e credo non sia casuale questo fatto - gli ultimi due interventi, quelli dei Consiglieri Appendino e Paolino, rappresentanti di culture politiche in parte diverse dalla mia, in parte - e questo dibattito lo dimostra - simile, o almeno di una simile idea di Città. Credo che, per certi versi, cominciare proprio da San Salvario sia emblematico, tanto per cominciare perché parliamo di un quartiere, quando è una borgata che, in particolare, in questi anni si è quasi divisa in due. Io abito vicino via Ormea - senza dare il mio indirizzo preciso -, però nell'altra San Salvario, quella non della movida, una San Salvario dove non c'è orario di chiusura per il tipo di business notturno che si fa e per l'offerta reperibile. Una San Salvario dove, posso dirlo, non tanto io, quanto i miei vicini, verrebbe invocata un po' di movida, la possibilità di avere delle luci accese di notte, la possibilità di non vedere soltanto la luce blu delle sirene, perché si sa bene che quella è una forma di repressione di alcuni fenomeni che poi è a scadenza, finisce. Si possono aumentare i giri, ma se non parte qualcos'altro, un altro modo di presidiare quel quartiere, non si risolve il problema. In questa dicotomia, per certi versi, c'è un po' il senso di una Città - e sono d'accordo con alcuni Colleghi intervenuti - che non deve essere fronteggiata, messa l'una contro l'altra, ma che, per certi versi, va ascoltata nella sua complessità e nelle sue differenze. Allora, mi verrebbe da dire che tutto è bene quel che finisce bene. Avevamo cominciato questa discussione, penso, in maniera sbagliata, con qualcuno che lo ordina, qualcuno che benedice e tutti quanti che dovrebbero ascoltare. Invece, poi si è andati avanti, penso, in un modo migliore, con un po' di concertazione, con un confronto vero fra le parti, l'inizio di un confronto probabilmente, spero con misure, qui ed ora, da sperimentare, ma anche con l'occhio lungo di chi sa che - ha ragione in questo il Consigliere Viale - deve sperimentare quotidianamente una chimica complessa, che è la chimica di una Città, con le componenti di questa Città che non possono essere ricondotte le une contro le altre, in questo Consiglio Comunale con la destra che strilla, con la parte destra dei 5 Stelle pure e con me ed i Consiglieri Paolino e Appendino che siamo d'accordo. Tutto è bene quel che finisce bene. PORCINO Giovanni (Presidente) La parola all'Assessore Mangone. MANGONE Domenico (Assessore) Sarò velocissimo. Anch'io condivido la ratio degli ultimi interventi, nel senso che da parte nostra non c'è alcuna forma di criminalizzazione di chi vive la notte, però abbiamo la responsabilità, diversamente da quel che può permettersi di fare chi è all'opposizione, di trovare i giusti punti di equilibrio. Oggi il dibattito è stato estremamente interessante. Ma, come era prevedibile, da una parte dell'opposizione vi è stata una posizione comprensibile per il ruolo che deve svolgere, però appare evidente che quello non può essere il modo per affrontare i problemi. Avendo la responsabilità di amministrare una Città e di proporre soluzioni concrete, abbiamo pensato ad un giusto punto di equilibrio, proprio partendo dalle considerazioni fatte in tanti interventi, abbiamo provato a trovare l'equilibrio tra più interessi, in parte contrapposti, in parte divergenti. Spesso si parla senza, probabilmente, conoscere il quadro generale nel quale una Pubblica Amministrazione si può muovere. Partiamo dal concetto che in Italia c'è la liberalizzazione e che un Ente Locale è in grado di muoversi fino ad un certo punto, perché non facciamo le leggi, né tantomeno le possiamo modificare, ma ci muoviamo nel quadro delle normative nazionali che regolano la materia. Questo tipo di ordinanza può essere fatta dal Sindaco, poi si può essere d'accordo sulle due, sull'una, sono tutte opinioni, ognuno ha la sua formazione per la squadra nazionale, ma ci muoviamo in questo ambito. Allora, il Sindaco può firmare questa ordinanza motivandola e le motivazioni sono quelle legate alla salute dei cittadini, neanche ordine pubblico, perché si tratta di ulteriori provvedimenti. Allora, la questione è che, evidentemente, devono esserci ragioni per l'emanazione di un provvedimento di questo genere, che non può che essere puntuale rispetto alle aree interessate e non può che essere a termine. Quindi per rispondere a qualche Consigliere che diceva, forse Berthier, perché non su tutta la Città. Perché non è possibile. Quando leggerete l'ordinanza, troverete le motivazioni che rendono possibile questo tipo di provvedimento e non è detto, come spesso capita in Italia, che un ricorso davanti al TAR possa, in qualche modo, inibire l'efficacia di questo provvedimento. L'abbiamo fatto, l'abbiamo impostato in questi termini, perché così era possibile. Trovato l'equilibrio tra i diversi interessi, abbiamo pensato ad un provvedimento di questo genere. Nel dibattito che abbiamo fatto l'altra volta, ho detto in maniera chiara, gentilissimo Consigliere Appendino, che oltre alla questione orari, la Giunta stava valutando una serie di iniziative e che da solo quel provvedimento probabilmente non avrebbe avuto l'efficacia che ci proponevamo di dare. Abbiamo fatto quel percorso, perché - come dicevo prima - l'ordinanza orari è uno dei pezzi di tutto il nostro ragionamento, perché, se andiamo ad ascoltare quel dibattito, ho parlato dell'anticipazione delle pulizie, ho parlato dell'interforze, ho fatto tutta una serie di ragionamenti che oggi, rispetto a un mese fa, si sono concretizzati. Quella degli orari si inserisce in questo quadro, che all'epoca del dibattito avevo auspicato e che oggi, grazie all'impegno di tutta la Giunta e del Sindaco in primis, è una realtà concreta. Quindi andiamo ad operare con una serie di provvedimenti. Abbiamo programmato tutta una serie di provvedimenti, perché sulla movida non stiamo lasciando uno sviluppo spontaneo, perché ricorderete che poco tempo fa abbiamo approvato due deliberazioni, importanti, secondo me: una è quella che limita l'apertura dei locali sotto i cinquanta metri quadrati, quindi questo ci evita l'apertura di quei mini-locali, dove praticamente il suolo pubblico diventa il luogo di consumazione delle bevande; poi, abbiamo approvato un'altra deliberazione. Poi, si può fare sempre meglio, ovviamente, ma questa è programmazione, un'idea di sviluppo. Poi, qualcun altro la può pensare in maniera diversa, l'idea del Consigliere Magliano di verificare intorno alle aree universitarie se si può aprire qualche spiraglio da questo punto di vista è suggestiva; ma questa scelta in parte l'abbiamo fatta, perché l'altra deliberazione che abbiamo approvato poco tempo fa, sugli incentivi, è quella che riguardava - e l'abbiamo approvata già un paio di mesi fa - la Galleria Umberto I e tutta l'area di piazza della Repubblica, dove la Città ha indicato un ulteriore spazio per lo sviluppo della movida torinese. Qualche mese fa su un articolo di una mia intervista c'erano prospettive anche di ulteriori aree di sviluppo. Si possono condividere o non condividere, però ci sono le indicazioni per cui in certe aree limitiamo e in certe altre auspichiamo lo sviluppo. Ultima cosa e concludo. Le modalità della ZTL. Consigliere Scanderebech, le modalità della ZTL ovviamente possono essere diverse, non c'è solo una modalità, non c'è solo la telecamera, c'è l'indicazione e l'eventuale sanzione, nel caso di verifica. Quindi immagino che proveremo ad impostare intanto una ZTL notturna, perché devo dire che mi ero occupato, nella scorsa sindacatura, del Quadrilatero Romano e, dopo una enorme fatica, siamo riusciti a far funzionare i pilomat, che non funzionavano da tempo. Il fatto che non ci sia transito di auto, ha eliminato sicuramente una parte dei problemi e sicuramente può essere utile anche per quell'area. Mi diceva l'Assessore Tedesco che ci sono dieci porte che bisognerebbe controllare e che è evidente che si tratta di un investimento di una certa consistenza. Sono sicuro che, anche su indicazione del Sindaco in questa direzione, se dovessimo avere la possibilità economica di mettere le telecamere, quella è sicuramente la cosa migliore; altrimenti, secondo me, si può partire con una telecamera, con le indicazioni segnaletiche orizzontali e verticali e con l'eventuale sanzione fatta dalla Polizia Municipale. L'ultima cosa - e chiudo, Presidente - è quella legata alle sanzioni. Alcune mie affermazioni qualche mese fa hanno creato un po' di polemica, quando ho affermato che chi esagera, bisogna che chiuda immediatamente. Sì, questa sarebbe la logica delle cose, perché sono sempre stato convinto che la sanzione è utile se consegue al comportamento. Il problema è che oggi le normative non consentono di fare quello, perché per far chiudere un po' di ore un po' di locali, abbiamo dovuto fare prima il verbale da parte della Polizia Municipale, abbiamo dovuto attendere i tempi per le memorie da parte delle persone che hanno subito il verbale; dopo tutto questo percorso abbiamo fatto il provvedimento sanzionatorio, che deve essere notificato e dopo due mesi riusciamo ad applicare la sanzione. Insomma, dal comportamento alla sanzione rischiano di passare sette, otto, dieci mesi, ma non per lentezza degli Uffici, ma perché la procedura, la normativa prevede tutto questo. Allora, capisce che la cosa rischia di diventare troppo spesso inefficace, perché non viene compresa la ragione dell'applicazione di una sanzione, però siamo il Comune di Torino e dobbiamo muoverci nell'ambito di quanto la Legge ci consente di fare. PORCINO Giovanni (Presidente) La parola al Sindaco. SINDACO Ringrazio, intanto, per la discussione e depurandola dalle strumentalità che si possono comprendere, anche il gioco delle parti, vorrei che fossimo tutti consapevoli che si tratta di affrontare un tema molto complesso, un tema che, come sappiamo, si pone in tutte le Città dove si esprimono manifestazioni di movida ed è un fenomeno in crescita ovunque e che abbiamo bisogno di trovare quindi una capacità di gestione di Governo che tenga insieme - io insisto, perché è questo il punto - tre diversi diritti, o esigenze, chiamatela come volete: l'esigenza di chi esercita un'attività commerciale di non vedere compressa la propria attività; l'esigenza di chi vive in quel quartiere di non vedere alterata la propria vita e l'esigenza di chi vuole svagarsi di poterlo fare. Queste tre esigenze, o diritti, vanno composti e non è scontato né facile che siano composti per il solo fatto che tutti e tre sono legittimi, bisogna trovare un modo con cui farli convivere. Sgomberiamo il campo da cose che non hanno senso. Non c'è nessuno che ha nostalgia di San Salvario com'era prima, tutti siamo interessati a che la riqualificazione di San Salvario che c'è stata, non si perda; quindi, questo è un primo obiettivo. Secondo, tutti vogliamo una Città aperta. Segnalo che questa è una Città apertissima: sono tre sere che ci sono 20.000 persone in piazza San Carlo, è finito il Festival Mozart, ci sarà Traffic, prima c'erano i Carabinieri. Questa è una Città che ha un'attività culturale, di loisir e di svago amplissima, che credo francamente non possa portare nessuno a pensare che questa sia una Città chiusa o blindata, espressioni che mi paiono siano state usate, ma che sono del tutto fuori luogo. Il problema è come rendere compatibile l'esercizio della movida con la vita di chi abita in quella zona; questo è il tema. Abbiamo predisposto un complesso di interventi e tutti vanno nella direzione di affrontare questo nodo. Per esempio, si è avviata questa esperienza di presidio del territorio con questo gruppo interforze detto così, con il termine che va in uso, pattuglione. Si tratta di verificare, dopo queste prime settimane, come sta funzionando, come lo si può rafforzare, come lo si può estendere e stiamo lavorando per quello, insieme alle Forze dell'Ordine e ai Vigili Urbani. C'è il problema di garantire la pulizia di quell'area, perché ogni notte, alla fine della movida, c'è una situazione critica. Allora, aumentiamo le campane per il deposito del vetro, aumentiamo i luoghi dove si possono depositare i rifiuti e anticipiamo la pulizia al momento in cui chiudono i locali. C'è un afflusso di traffico automobilistico forte? È evidente, va in questa direzione l'idea di avere una ZTL notturna che scoraggi. Peraltro, abbiamo, in un'area limitrofa, in via Valperga Caluso, già applicato misure di questa natura, che hanno già prodotto una riduzione di traffico. In ogni caso, lavoriamo perché sia così. Abbiamo anche affrontato il problema degli orari. Francamente, capisco tutte le strumentalità, ma bisogna tra noi essere intellettualmente onesti. Adesso non ci sono limiti di orario di nessun tipo; con l'ordinanza che proponiamo, si introducono tre limiti di orario. Ora, dire che è uguale a prima, mi appello all'onestà intellettuale di chi è seduto qui, al di là del Partito che rappresenta, perché adesso non c'è un limite, per cui chi vende senza somministrazione, lo potrà fare soltanto fino a mezzanotte; prima questo limite non c'era. Secondo: l'esercizio dell'attività è senza limiti. Ne introduciamo due: ogni attività esterna non potrà inderogabilmente superare le 2.00 di notte, in coerenza con quanto avevo detto nei giorni scorsi, e per l'attività interna si assume il limite delle 3.00, un'ora di più; si tratta di limiti introdotti con l'ordinanza, che prima non c'erano. Quindi non è che si può dire che non è cambiato niente: "Avete detto una cosa, ma non fate nulla". Stiamo assumendo una serie di provvedimenti che naturalmente in queste ore, in questi giorni si sono discussi, e non si è discusso solo in questi giorni: garantisco a tutti che, quando ne ho avuto occasione in questi mesi, in questi anni, insieme agli Assessori Mangone e Tedesco, abbiamo ripetutamente avuto incontri con i Comitati dei residenti, con i commercianti, con le associazioni che rappresentano i commercianti e gli esercenti, quindi un'interlocuzione c'è stata. Soltanto che obiettivamente è difficile, perché, e lo dico solo come dato fattuale, nell'interrogazione ciascuno chiede che venga assunto il suo punto di vista e con molta difficoltà accetta il punto di vista altrui, chi invece deve assumere una decisione, deve misurarsi con il difficile esercizio di comporre i vari punti di vista e cercare di non renderli incompatibili. Ma abbiamo ragionato e discusso. E anche in queste ore, sulla base di un confronto, si è arrivati all'insieme delle misure che proponiamo che, ripeto, rappresentano la volontà di introdurre fattori regolativi nella vita della movida a San Salvario. L'ho già detto all'inizio interloquendo con il Consigliere D'Amico, è chiaro che tutte le misure che assumiamo devono essere fatte rispettare tutti i giorni, altrimenti non possiamo assumere qualsiasi misura. Questo è chiaro, e qui c'è un impegno dell'Amministrazione a mettere in essere tutti gli strumenti necessari a garantire che le misure che si adoperano, poi siano applicabili. Poi, naturalmente, ne faremo insieme il bilancio. Voglio affrontare anche due questioni che sono all'attenzione della Giunta e che sono state poste nel dibattito. Primo, bisogna andare ad una revisione del Regolamento dei dehors: sono assolutamente d'accordo. Quindi, ne abbiamo parlato anche con l'Assessore Mangone più volte, lavoriamo per portare all'esame del Consiglio il Regolamento con una serie di misure di revisione che siano coerenti con l'obiettivo regolativo che ci stiamo ponendo. Secondo tema, evocato anche qui nel dibattito, che mi trova totalmente d'accordo: la movida è venuta organizzandosi in una serie di luoghi che sono molto intrinseci, interni alla Città, sostanzialmente sono Murazzi, piazza Vittorio, San Salvario, Vanchiglia e Quadrilatero Romano. La questione vocata è se non sia possibile individuare luoghi nei quali, sempre dentro la Città, si possano predisporre spazi per l'esercizio della movida che abbiano meno impatto sulla vita dei cittadini. Non solo sono totalmente d'accordo, stiamo lavorando su questo e porteremo al Consiglio delle proposte, sulla base di una concertazione con i soggetti più impegnati sul fronte della movida, per vedere se sia possibile organizzare dei luoghi, dei village che siano in grado di ospitare la movida, senza che questo determini quell'impatto sulla vita quotidiana che oggi spesso ha. Abbiamo già delle esperienze concrete, che sono anche maturate, però dipende dal contesto: piazza Valdo Fusi è diventato oggi un luogo frequentatissimo, come sappiamo, non solo perché c'è da lungo periodo il Jazz Club, ma perché si è aperta recentemente la birreria di Teo Musso, che ogni sera attrae centinaia e centinaia, qualche volta migliaia di persone. Non c'è nessun impatto, perché tutto intorno non c'è gente che vi abita, perché c'è la Camera di Commercio che di sera è chiusa, c'è il Museo di Scienze Naturali che di sera è chiuso - a parte che adesso è chiuso anche per i lavori conseguenti al famoso scoppio della bombola di idrogeno -, anche sui fronti laterali ci sono uffici, da una parte e dall'altra c'è addirittura una schiena di aiuola che fa da riparo. È evidente che nessuno si pone il problema di stabilire dei limiti di orario, perché non si pone l'esigenza e non li abbiamo posti. Quindi la questione è avere un approccio molto concreto e molto pragmatico. Cerchiamo di intervenire con misure regolative laddove sono assolutamente necessarie per realizzare quel punto di compatibilità opportuno tra chi vuole esercitare un'attività, chi vuole svagarsi e chi deve vivere e dormire. Parto sempre dal presupposto che, siccome sono una persona che cerca di vivere normalmente, la generalità delle persone nella loro vita quotidiana, per chi ha dei figli da portare a scuola, per chi va a lavorare in ufficio o in fabbrica, per chi ha un'attività, si alza tra le 6.30 e le 7.30 del mattino, più o meno la stragrande maggioranza. È ragionevole pensare che possa avere quiete per dormire almeno quattro, cinque ore o no? Penso di sì; quindi per questo ho detto le 2.00, l'ho detto perché corrisponde ad un arco temporale di quella natura. Il provvedimento che dice nessuna attività esterna dalle 2.00 in poi, tende ad abbattere quel livello di rumorosità che le attività esterne producono e che disturbano il sonno di chi vuole dormire; tutto qui. Adesso faremo di tutto perché sia così, poi porteremo qui il bilancio, lo valuteremo insieme. In quest'Aula non ci sono persone che hanno la bacchetta magica, nessuna, né da questa parte, né da quella, quindi, lungi da me pensare che ci sia qualcuno in grado di risolvere in cinque secondi un problema così complesso, però rivendico il fatto che non stiamo con le mani in mano e che stiamo agendo per cercare di intervenire e dare un indirizzo, una guida a questo problema. Comunque, ringrazio tutti. PORCINO Giovanni (Presidente) Sono concluse le comunicazioni del Sindaco relative all'ordinanza di chiusura dei locali di San Salvario. |