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FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. mecc. 201401952/013, presentata dalla Giunta Comunale in data 20 maggio 2014, avente per oggetto: "Regolamento di disciplina dell'imposta sui servizi indivisibili - TASI - Approvazione". della proposta di mozione n. mecc. 201402766/002, presentata dai Consiglieri Marrone, Ricca, Liardo, Carbonero, Greco Lucchina, D'Amico, Ambrogio, Paolino, Araldi, Genisio e Cervetti in data 16 giugno 2014, avente per oggetto: "Accompagnamento alla deliberazione (mecc. 201401952/013) - TASI: il Governo consenta una moratoria al 30 giugno". e della proposta di mozione n. mecc. 201402769/002, presentata dai Consiglieri Ricca e Carbonero in data 16 giugno 2014, avente per oggetto: "Accompagnamento alla deliberazione (mecc. 201401952/013) - Multe e sanzioni per ritardato pagamento TASI". FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Comunico che in data 11/06/2014 la competente Commissione ha rimesso il provvedimento in Aula. La parola, per l'illustrazione, all'Assessore Passoni. PASSONI Gianguido (Assessore) In realtà, la proposta di deliberazione è stata illustrata in Aula, per cui riprenderò succintamente alcuni aspetti essenziali. Intanto, si tratta di un Regolamento e non dell'istituzione del tributo, in quanto il Consiglio lo ha già istituito con una deliberazione propria nel mese di maggio. Si tratta di normare con Regolamento le principali tipologie e fattispecie del tributo, con riferimento alla definizione, all'ambito applicativo, al responsabile del procedimento, ai soggetti attivi e passivi e a tutto quanto riguarda le esenzioni, le agevolazioni e le riduzioni e, naturalmente, al corredo di dichiarazione, riscossione e versamento, che attiene alla tipologia dell'imposta. Come l'Aula sa bene, per via della tempistica dettata dalla Legge di Stabilità e dai Decreti successivi, in realtà il Consiglio si è già pronunciato sulla materia per quanto riguarda le scadenze, l'istituzione, le aliquote e le modalità di versamento. Il Regolamento dettaglia e precisa alcune fattispecie riferite alle tipologie del presupposto impositivo e delle esenzioni e, sostanzialmente, definisce l'efficacia del Regolamento e la normativa che avrà vigore sull'esercizio finanziario 2014, in particolare con riferimento alla definizione dell'imposta, che - lo ricordo - è in scadenza per oggi per quanto riguarda gli acconti, ma il tributo a saldo e a definizione scadrà il 16 dicembre, almeno per i Comuni che hanno già deliberato. Con ciò non ripeterei alcune questioni che sono riferite nel provvedimento e richiamo gli emendamenti, che illustrerò successivamente, firmati dalla Giunta e presentati alla Commissione, per alcune tipologie di implementazioni, pareri dei Revisori dei Conti, pareri delle Circoscrizioni e alcuni adattamenti o esecuzioni di richieste che hanno avuto luogo nei lavori di Commissione. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Vi sono richieste di intervento? (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Sì, stiamo ragionando sulla proposta di deliberazione e sulle proposte di mozione. La parola al Consigliere Ricca. RICCA Fabrizio Vorrei sapere se è possibile sospendere il Consiglio per tre minuti per poterci organizzare sugli interventi. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Scusi, ha chiesto la sospensione… (INTERVENTO FUORI MICROFONO). No, mi dispiace deluderla, ma abbiamo perso del tempo, dedicandolo giustamente a questo, venerdì in Conferenza dei Capigruppo, per cui non possiamo sospendere nuovamente. Adesso siamo già organizzati con i lavori. Ricordo a tutti… (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Voi siete liberi di uscire dall'Aula e organizzarvi per il dibattito, ma noi lo iniziamo. Vi ricordo i tempi di intervento: un Consigliere per Gruppo ha a disposizione cinque minuti, mentre gli altri ne avranno tre; per quanto riguarda gli emendamenti, un Consigliere per Gruppo avrà a disposizione tre minuti, per gli altri ne avranno due. La parola al Consigliere Appendino. APPENDINO Chiara A differenza dei miei Colleghi, visto che del tema della TASI ne abbiamo parlato tantissime volte (sia in Commissione, che in quest'Aula a maggio), vorrei fare un ragionamento un po' più ampio, proprio perché sulla specificità dell'imposta credo che sia stato detto molto e, quindi, penso che questa potrebbe essere una buona occasione per alzare lo sguardo verso un orizzonte forse un po' più politico; lo possiamo fare anche oggi, che è un giorno particolare, visto che - come abbiamo letto sui quotidiani - è stata pubblicata la notizia che i cittadini si trovano a pagare circa 54 miliardi di Euro di tasse allo Stato. Per fare questo, dal mio punto di vista, lo spunto sono state due recenti ricerche: una eseguita da Demos nel 2013 - non so se i Consiglieri l'hanno vista - ed una apparsa sui quotidiani cittadini non più tardi di qualche giorno fa. Parto da quella del 2013, che ritengo particolarmente significativa. Demos, nel 2005, ha posto ai cittadini per la prima volta la seguente questione: "Secondo lei, lo Stato dovrebbe soprattutto cercare di diminuire le tasse o potenziare i servizi pubblici?"; nel 2005, la risposta a questa domanda da parte degli italiani fu la richiesta di una maggiore coerenza tra tassazione ed erogazione di servizi. Alla stessa domanda posta nel 2013, quindi otto anni dopo, tra crisi economica e disillusione sulle capacità delle Istituzioni di garantire la giustizia sociale, le risposte si sono letteralmente rovesciate; infatti, oggi gli italiani non ci chiedono - o almeno hanno risposto così a questa intervista - di migliorare i servizi, bensì di ridurre le tasse e, quindi, di fatto ci stanno dicendo che non ce la fanno più. Soprattutto - questo per me è il dato più sconcertante -, ci stanno dicendo che, in questi anni, si sono convinti che sia meglio sbrigarsela per conto proprio, perché il potere pubblico non fa ciò per cui gli italiani pagano le tasse. Questo dovrebbe farci riflettere tutti, perché la questione fiscale nel nostro Paese - mi rendo conto che sia un po' ampia la questione, però penso che dovrebbe essere oggetto di dibattito anche in quest'Aula - ormai è diventata fondamentale per sostenere ogni tipo di cambiamento, da qualunque forza politica questo venga portato. Infatti, non è più solo l'annoso problema dell'evasione fiscale e dell'equità fiscale, ma anche e soprattutto della mancanza di efficienza e di trasparenza nella spesa dei soldi pubblici, per non parlare degli extra costi che i cittadini devono pagare per finanziare le cosiddette mazzette, o gli appalti agli amici degli amici, o il finanziamento illecito ai partiti. Certo, non è la norma, ci mancherebbe, non voglio generalizzare, però sono cose che sono accadute e le recenti cronache cittadine lo dimostrano. Non so se ci sia qualche liberale in Aula, ma, probabilmente, a queste sollecitazioni un liberale risponderebbe che è necessario alleggerire lo Stato, lasciando ad ogni singolo privato cittadino più soldi in tasca, perché, singolarmente, ciascuno di noi compirebbe scelte più razionali di quelle che può fare lo Stato. Per me invece - è per questo motivo che, oggi, ho sollevato il tema in Aula - il ruolo dello Stato (dell'Ente Locale, della Regione e di qualsiasi Amministrazione di cui stiamo parlando) è importante e, direi, fondamentale; basti pensare al welfare, all'istruzione ed al suo fondamentale ruolo distributivo. Diviene importante riaffermare che attraverso il processo democratico vengono individuate delle azioni della politica - e, quindi, ci riguarda - e che queste sono eseguite dallo Stato grazie alla finanza generale, oppure quella locale. Il Fisco - spesso lo dimentichiamo - è il primo indispensabile gradino della democrazia. Un buon Fisco deve essere efficiente, trasparente ed equo ed è condizione necessaria affinché si generi un clima positivo di sviluppo e di fiducia nell'Amministrazione; però, queste tre caratteristiche non devono risiedere solamente nella fase dell'incasso delle imposte, ma anche in quella della spesa e del soddisfacimento dei bisogni dei cittadini. Dunque, al contrario, un Fisco - condizione nella quale siamo oggi, dal mio punto di vista - che non rappresenti queste caratteristiche è un grave intralcio e genera un circolo vizioso per l'intera democrazia. La scarsa capacità e volontà di soddisfare i bisogni della cittadinanza provocano una minore lealtà verso le Istituzioni politiche e verso la propensione alla contribuzione, come si evince, ad esempio, dai dati del sondaggio a cui facevo riferimento inizialmente. Anche chi non può tecnicamente evitare di pagare le tasse, vorrebbe però farlo, dati i risultati insoddisfacenti ed in questa volontà risiede la frustrazione del cittadino ed un pericolo per l'intera collettività. Il secondo dato che vorrei portare alla vostra attenzione - e, forse, questo dovrebbe interessarvi anche di più rispetto al tema generale - riguarda proprio la nostra Città. Alcuni quotidiani hanno rilanciato un dato che è emerso e che è veramente inquietante: il commercio è calato di quasi il 30% nella nostra città, anche a causa delle maggiori tasse che i torinesi devono pagare. Qual è dunque l'effetto del combinato disposto derivante dal dover fare attenzione e diminuire addirittura gli acquisti dei generi alimentari per pagare delle tasse che il cittadino medio reputa inique, perché, pur pagandole, lo Stato non è in grado di soddisfare i bisogni dei cittadini stessi? Come rispondere ai cittadini che, in buona fede, si ritrovano nella più completa confusione creata dalle continue riforme fiscali, una serie di imposte - lo abbiamo detto molte volte in quest'Aula - che nascono di fatto già morte? Come rispondere a quelle piccole imprese che faticano ad adempiere agli obblighi fiscali e che si trovano nella totale incertezza di quanto debbano pagare ogni anno e, pertanto, sono nella totale impossibilità di fare previsioni di spesa? Come giustificare le continue riforme fiscali - io lo dichiaro per il verbale, non è un problema - che, anziché inseguire i principi di equità e semplificazione, sembrano principalmente dettate dalla ricerca di consenso - in questo caso mi riferisco soprattutto al Partito Democratico -, ad esempio il nascondere l'abolizione dell'IMU reintroducendola come TASI? Come rispondere ai CAAF che hanno decine di appuntamenti fissati per queste settimane ed ai Sindacati che chiedono di non far pagare oggi questa famigerata TASI? Il vero tema di oggi, dal mio punto di vista, non è ovviamente questa specifica proposta di deliberazione e non è legato solo alle detrazioni o alle aliquote, ma all'intera sopportabilità del sistema democratico in presenza di un Fisco come quello che noi, proprio oggi, continuiamo a sopportare. Concludo dicendo che mi rendo perfettamente conto che gran parte di queste tematiche, per dettame costituzionale, risiedono in altre sedi, ma anche noi, nel piccolo della nostra città, possiamo o, meglio, dobbiamo contribuire a rinsaldare quel forte legame tra i cittadini e lo Stato, legame che si esercita anche e soprattutto nella fiscalità; dobbiamo garantire una piena trasparenza, forse addirittura maniacale, per quanto riguarda le spese, eliminando ogni possibilità di sprechi, di inefficienze o di favoritismi. Mi dispiace che non sia presente in Aula il Sindaco (ma, ormai, siamo tristemente abituati alla sua assenza), perché lui potrebbe fare molte cose, in quanto - come sappiamo bene - è il Presidente dell'ANCI e dovrebbe essere proprio lui a portare avanti questa battaglia, per far capire quanto è importante il rapporto tra il cittadino e l'Amministrazione locale (quella che noi rappresentiamo). Molto è stato fatto, per carità; alcune cose le abbiamo segnalate… FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La invito a concludere il suo intervento, Consigliere Appendino. APPENDINO Chiara …ad esempio sul tema degli affidamenti, e alcune non sono state assolutamente considerate, anche se solo simboliche, come, per esempio, la questione del portavoce del Sindaco. Penso veramente che noi, che costituiamo il livello di amministrazione dello Stato più a diretto contatto con i cittadini, dobbiamo mostrare quantomeno come vorremmo fosse gestita tutta la macchina pubblica e fungere da sprone per gli altri livelli. Devo dire che il mancato interesse dell'Aula non mi rammarica tanto personalmente, perché, ovviamente, ognuno è consapevole ed è responsabile di ciò che fa, ma, quantomeno, spero che il dibattito possa continuare in tal senso, perché tutti dovremmo renderci conto della responsabilità che abbiamo qui, visto che siamo in prima fila, per rispondere ai cittadini che, oggi, stanno facendo dei sacrifici enormi, spesso in buona fede, per pagare queste tasse. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La parola al Consigliere Bertola. BERTOLA Vittorio Ha già detto quasi tutto il Consigliere Appendino. Non penso di essere particolarmente ricco e sicuramente non sono particolarmente sfortunato, ma oggi ho pagato più di 1.000,00 Euro tra TASI ed IMU al Comune di Torino. L'ho fatto perché è mio dovere, però non posso non rilevare come, di fatto, il risultato delle politiche fiscali di questi ultimi anni sia stato quello di scaricare sui cittadini il mantenimento delle finanze degli Enti Locali, quindi togliendo il problema della riduzione della spesa o dei costi a livello centrale e, sostanzialmente, rendendo impossibile la vita a chi ha la sfortuna di vivere in una città come Torino, dove le tasse sono al massimo. Vorrei ancora ringraziare il Sindaco per il fatto che, oggi, a Milano e a Roma non si paga la TASI, mentre a Torino la paghiamo; va bene, magari mi diranno che è una forma di efficienza far pagare la tassa sulla prima casa sei mesi prima degli altri. Tra l'altro, il Sindaco è anche il Presidente dell'ANCI e, quindi, forse poteva anche assicurare che ci fosse equità di trattamento tra tutti i cittadini d'Italia: invece i torinesi pagano a maggio, mentre le altre città pagheranno ad ottobre. A parte questo, vorrei condividere la mia sensazione di sconforto come contribuente per quanto riguarda il fatto che, ormai, in Italia la tassazione in generale - non soltanto quella degli Enti Locali - sembra un po' una questione feudale. Lo Stato ha bisogno di soldi, si inventa una tassa e domani chiede di pagarla, ma quando è il cittadino ad essere in credito magari deve aspettare degli anni per avere un rimborso. Non traspare alcun tipo di programmazione, semplicemente ogni anno si cambia il nome delle tasse; c'è bisogno di far finta di aver abolito l'IMU sulla prima casa, per cui la si chiama TASI e così via. Ciò che veramente spaventa è la sensazione di uno Stato in dissoluzione e la totale mancanza di programmazione. Si è visto ancora meglio nel periodo dicembre-gennaio di quest'anno con la mini IMU: "Non la paghiamo", "La paghiamo", "Forse la paghiamo", "Non si sa quanto", eccetera. Sembra che il nostro Stato ormai viva alla giornata e che l'unica preoccupazione sia trovare il modo di imporre qualcosa ai cittadini, sperando che la paghino per tirare su in fretta un po' di soldi per tappare i buchi. Questa è una pessima sensazione per un cittadino, che, tutto sommato, è "socio" dello Stato italiano. Quindi, l'auspicio è che si riesca a fare un po' di pianificazione a lungo termine, però credo che la situazione sia drammatica e spero che, addirittura, non dovremo assistere a situazioni ben peggiori (cioè ulteriori aumenti di tasse ed ulteriori tasse imposte all'ultimo momento), magari per far fronte a qualche manovra che, tra virgolette, ci "chiede" l'Europa. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La parola al Consigliere Ricca. RICCA Fabrizio Qualcuno dice: "Essere virtuosi", ma io penso che essere virtuosi non voglia sempre dire fare il bene dei propri cittadini e quello di oggi ne è sicuramente l'esempio più lampante. Da parte del Presidente dell'ANCI il fatto di avere accelerato fortemente i tempi della deliberazione sulle aliquote TASI a Torino e di aver derogato ad ottobre la possibilità di effettuare il pagamento della prima rata della tassa per tanti altri Comuni significa applicare due pesi e due misure, ma, soprattutto, mettere in secondo piano chi, purtroppo, è amministrato da lui. La complessità del calcolo di questa nuova tassa ha generato a Torino non pochi problemi. Sono molti i cittadini che, non essendo pratici con i calcoli ed essendo disorientati da un Governo che su questa materia si sta confermando ancora troppo pasticcione, sono stati mandati in confusione; non solo chi deve pagare, ma anche chi dovrebbe assistere i torinesi nel pagamento. Il 28 maggio, l'Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili, comprando uno spazio a pagamento su un importante giornale torinese, ha sottolineato la necessità di spostare la deliberazione di approvazione delle aliquote o, comunque, di prevedere una proroga generalizzata per il pagamento della TASI e di mettere mano, in modo sistematico, alla tassazione locale immobiliare, prevedendo tempistiche gestibili e regole omogenee tra i vari Enti Locali destinatari del gettito, demandando ex Lege a questi ultimi e in via esclusiva tutte le fasi della riscossione dei tributi in questione. A loro si aggiungono due mondi, tanto vicini quanto lontani; uno è quello dei Sindacati. Il mondo sindacale (CGIL, CISL e UIL) chiede a gran voce di non applicare le sanzioni per chi paga con un ritardo inferiore ai 30 giorni, in quanto i CAAF, presi d'assalto in questi giorni dai cittadini in difficoltà con la compilazione dei moduli, viaggiano a rilento e denunciano di non poter smaltire l'ingente quantità di pratiche. Chiediamo quindi al Comune di deliberare con urgenza per garantire che non subiranno sanzioni, né interessi di mora fino al 16 luglio i cittadini che non riusciranno a pagare la TASI entro il 16 giugno, esattamente come hanno fatto altri Comuni, come, ad esempio, Savona, Brescia, Arezzo, Genova, Vicenza, Bologna e Siracusa, che credo non abbiano nulla da invidiare a Torino. Lo stesso concetto è stato ribadito, seppure con toni differenti, da Confartigianato, che chiede di adoperarsi, almeno - loro definiscono - per addolcire la pillola, non applicando sanzioni, semplificando gli adempimenti e rendendoli comprensibili e tenendo sotto controllo il livello della tassazione. Il suo Presidente afferma in una nota: "Siamo arrivati al paradosso per cui non solo la pressione fiscale è insostenibile, ma si rende difficile al contribuente il pagamento delle tasse". Tutto questo si configura in un quadro economico cittadino disarmante. Secondo un'indagine di Confesercenti di qualche giorno fa, i torinesi hanno tagliato su tutto, compresi i beni di prima necessità (come carne e pesce), ed i volumi d'affari di panetterie, bar e ristoranti scendono e lo stesso vale per tabaccai e benzinai. Nel dettaglio, le macellerie e le pescherie perdono il 30%, le panetterie il 20%, i bar ed i ristoranti il 25%, i benzinai il 25% ed i tabaccai il 10%. Di fronte a questo sacrificio chiesto ai nostri concittadini, vediamo una maggioranza che, oltre a fregarsene di questa discussione (come state dimostrando), non è stata in grado di essere presente in Aula nell'ultimo Consiglio per deliberare il Regolamento che, oggi, è in approvazione; vi è un totale e miope disinteresse verso quello che c'è fuori da questo Palazzo, nonostante vi sia una città che chiede per favore di essere messa nella condizione di sopravvivere dignitosamente. Il nostro ostruzionismo di oggi, che inizierà al termine di questa discussione, è esclusivamente finalizzato a mettere i torinesi nella condizione di essere trattati alla pari di tutti gli altri e di non dover pagare ancora e di più solo perché torinesi. Nessuno deve rimanere indietro e nessuno deve essere lasciato solo. La nostra proposta di fare una moratoria di pagamento di 20 giorni ha solo ed esclusivamente questo scopo: non lasciare indietro nessuno e dare a tutti la possibilità di pagare una tassa che, oltre ad essere ingiusta e criminale (perché più alta rispetto alla vecchia ed odiata IMU), credo che divida il Paese, in quanto Torino e Nichelino avranno due momenti di pagamento totalmente diversi: sapendo che questa è la nuova Città Metropolitana, complimenti! FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La parola al Consigliere Marrone. MARRONE Maurizio È inevitabile che il dibattito su questa nuova vecchia imposta, la TASI, si debba articolare attorno alla strana coincidenza delle date. Dobbiamo politicamente giudicare quella strana coincidenza, per cui si è tolto un Governo (per carità, non c'era Renzi, ma c'era Letta), che, dietro le pressioni degli alleati di centrodestra, di fatto aveva sospeso e congelato l'IMU, che era stata reimposta dal Governo Monti. A Torino finiamo per pagarla lo stesso, come mini IMU, grazie alle aliquote - ovviamente, sempre massime a livello legale - che vengono deliberate da questo Consiglio Comunale. Poi, si arriva addirittura alla promessa dei famosi 80,00 Euro nelle tasche dei lavoratori a basso reddito (secondo me, è una misura che ha determinato preponderantemente il successo elettorale del Partito Democratico) e, dall'altra parte, dopo che è arrivato il successo elettorale, ad elezione finita ritorna - guarda caso, un'altra coincidenza cronologica - la TASI, la nuova IMU, l'IMU reintrodotta. Una tassa che è tanto più odiosa quanto addirittura non contempla neanche quelle esenzioni personali, che, invece, con l'IMU, per quanto tassa davvero deprecabile e odiata da tutti, si era riusciti quantomeno a prevedere ed inserire. Questo avviene, perché - lo vediamo dal Regolamento che stiamo andando a considerare - le esenzioni sono previste solo per i singoli immobili e incredibilmente, invece, il reddito, quindi l'ISEE come indicatore medio del reddito dei nuclei familiari, va ad incidere solo su eventuali neanche detrazioni, bensì solo sconti di tassa. Allora, in realtà, questa TASI racchiude dentro di sé una sorta di tutte le ingiustizie che una tassa può presentare. E di nuovo la cronologia pesa, perché il fatto che si costringa il cittadino medio ad una difficoltà di calcolo, in un clima di assoluta incertezza, quando gli strumenti che lo potrebbero e lo dovrebbero assistere nel calcolo, ovvero i patronati, sono presi d'assalto e non sono in grado di dare questo servizio, si tratta praticamente, come Istituzione, di condannare ad una morosità incolpevole un'enorme fascia di cittadinanza che si ritroverà a pagare in ritardo l'IMU non perché lo voglia, ma perché vi sarà costretto. Quando dalle forze dell'opposizione arriva una proposta di mozione di accompagnamento, che va a chiedere di accogliere, come altre Amministrazioni Comunali - non parliamo solo di Città piccole, parliamo anche di capoluoghi di Regione come Genova e Bologna -, una moratoria di 30 giorni senza l'applicazione di sanzioni e interessi di mora, da quello che mi sembra di capire, questa Amministrazione continua a dire no e continua a chiedere gli interessi moratori, continua a chiedere le sanzioni, anche quando sappiamo che tanti cittadini non potranno pagare, non perché non vogliano, ma perché vi saranno costretti. Allora, questi servizi indivisibili diventano veramente uno specchietto per le allodole; si tratta solo di reinserire uno strumento per andare ad infilare le mani nelle tasche dei cittadini e riprendere quegli 80,00 Euro al mese, che, peraltro, non tutti hanno avuto. Invece, questa Amministrazione Comunale li prenderà pressoché a quasi tutti i cittadini, andando a colpire ancora una volta quel bene che costituisce e costituiva la principale riserva di risparmio della piccola e media famiglia, del piccolo medio borghese, che è il mattone, la casa, andando sostanzialmente a colpire proprio quello che è al momento lo scudo contro la crisi di quella che è veramente la spina dorsale della nostra società, cioè la famiglia. Un'imposta di questo tipo non è solo ingiusta nella sua concezione politica e non è solo profondamente offensiva per il fatto che arriva dopo una tornata elettorale, in termini di erogazione, ma soprattutto aumenta una discriminazione prevedendo una diversità da città a città nelle tempistiche di versamento, perché non si capisce come mai in alcune città i cittadini, avendo contezza di quanto devono pagare e avendo tutto il tempo di rivolgersi ai CAAF, potranno pagare ad ottobre, mentre a Torino, pensionati e persone che magari non hanno gli strumenti culturali per accedere anche ad Internet e agli strumenti di calcolo, si ritroveranno ad essere ulteriormente sanzionati e puniti per qualcosa che non rientra nella loro colpa. Questa imposta ingiusta sotto tre ordini diversi, merita un'estrema opposizione. Dopo una scelta così impopolare come quella di anticipare - evidentemente, per la scarsità di risorse che questa Città ha e per il bisogno di liquidità, come abbiamo già visto in sede di approvazione del Bilancio, andare ad infrangere un altro parametro di stabilità strutturale di questa Amministrazione che è la Tesoreria e la liquidità -, ci siamo chiesti come faccia il Comune, che ricorre a tutte queste anticipazioni di cassa, ad avere risorse liquide immediatamente: la risposta è che anticipa il prelievo delle imposte dalle tasche dei cittadini. Questa volta, questa Amministrazione Comunale non si potrà più permettere di scaricare tutta la responsabilità sul Governo, perché, in questo caso, per questa Amministrazione è una scelta. Potrebbe anche decidere di dare un mese di tregua, ma, evidentemente, questo centrosinistra sceglie deliberatamente di non farlo. Allora io sono dell'idea che queste responsabilità debbano essere chiare a tutti. È per questo che il Gruppo Fratelli d'Italia, insieme agli altri Gruppi del centrodestra, porterà avanti un'opposizione molto dura in quest'Aula in sede di approvazione, e questo lo farà per sottolineare un passaggio. Non si può continuare solo a scaricare le colpe sul Governo centrale, se c'è comunque una competenza autonoma delle Amministrazioni Comunali, quantomeno nel decidere i tempi; le scelte di anticipazione solo per fare cassa devono essere politicamente individuabili, perché, evidentemente, ci troviamo di fronte ad un Comune che non può dare neanche un mese di tregua ai suoi cittadini, altrimenti non ce la può fare. Allora, non è colpa dei cittadini se pagano in ritardo, è colpa di un Comune, che non è neanche nelle condizioni di aspettare un mese, alla luce dell'estrema confusione istituzionale, legislativa e normativa. Di fronte a questo, le responsabilità politiche devono essere esplicite ed individuabili, ed è con la nostra opposizione che intendiamo sottolinearlo. LEVI Marta (Vicepresidente) La parola al Consigliere D'Amico. D'AMICO Angelo Credo che gli interventi che faremo quest'oggi su questo argomento si debbano dividere su due piani ben distinti e separati; uno è il piano locale, l'altro è un piano più alto, quello nazionale. Perché dico ciò? Come tutti quanti voi sapete, insieme al mio Capogruppo Tronzano, questa volta non abbiamo voluto presentare emendamenti ostruzionistici, bensì abbiamo voluto portare delle proposte costruttive all'interno di questo Consiglio. Ora, vedo che gli emendamenti che noi abbiamo presentato hanno ricevuto tutti parere non favorevole, in quanto: "Il limite minimo e massimo sono stati fissati dalla norma statale. Non favorevole, in quanto la fattispecie è prevista dalla norma nazionale". Quindi, con questo intervento, comincio a parlare dell'aspetto più centrale. Siamo passati, come diceva bene prima di me il Consigliere Marrone, da un periodo in cui questa tassa, o questa gabella, non era prevista, alla vittoria di un premier, tra l'altro neanche eletto dai cittadini, che oggi si trova ad introdurre queste nuove tasse. Quindi, ci troviamo di fronte a questa nuova imposizione fiscale. Evviva, ha vinto ancora una volta il partito delle tasse! Se, poi, si dice che ognuno ha il Governo che si merita, su questo sono pienamente d'accordo con voi, però il dato oggettivo è che, oggi, l'Italia - come riportava "Il Sole 24 Ore" di questi giorni - è il secondo Paese nell'Unione Europea con la più alta imposizione fiscale, e questo non è sicuramente un vanto. Per quanto riguarda, invece, il livello locale, che ci riguarda più da vicino, sono convinto anch'io, come il Consigliere Marrone, che questa Amministrazione aveva delle autonomie e, quindi, poteva incidere nel merito. Sempre leggendo i pareri che sono stati dati agli emendamenti da noi presentati, ad esempio rispetto a quello che chiede di aggiungere nelle detrazioni gli immobili di proprietà del Comune di Edilizia Residenziale Pubblica (i famosi ERP e ATC, le case popolari), il parere non è favorevole, in quanto "il Comune non può definire nuove fattispecie di esenzione non previste dal Legislatore". Il Comune, però, può approvare un'aliquota pari a zero. Quindi, questa è una cosa che avrebbe potuto fare questo Comune e che, invece, per necessità di cassa, non può fare. Dopodiché, un altro emendamento, che chiedeva che "la TASI non si applicasse a fabbricati residenziali di neo costruzione, di civile abitazione non ancora alienati dalle società costruttrici", il parere dice che "non è favorevole, in quanto per tali fabbricati è prevista a norma di Legge l'esenzione ai fini dell'IMU". Peccato che, adesso, abbiano cambiato questo nome, da IMU a TASI, quindi con la TASI questi fabbricati non sono esenti. Però, anche in questo caso - cita il tecnico che ha espresso questo parere - il Comune può operare approvando un'aliquota pari a zero. Quindi, se questo Comune avesse avuto l'intenzione di porre dei provvedimenti a questo Regolamento, sicuramente avrebbe potuto farlo. Non ultima, la proposta di mozione di accorpamento presentata dal Collega del Gruppo di Fratelli d'Italia, relativa a una moratoria di 30 giorni per poter permettere a tutti quei torinesi che in questi giorni stanno facendo la fila davanti ai CAAF. Incredibile; in Italia si fa la coda per pagare le tasse! L'ultimo aspetto, dopodiché non voglio rubare tutto il tempo al mio Capogruppo. Prima, il Consigliere Marrone diceva che la TASI andrà a toccare quasi tutti gli italiani. Caro Collega Marrone, mi dispiace deluderla, ma la TASI andrà a toccare tutti i cittadini italiani, perché il buon Renzi (che è il nostro Primo Ministro italiano - lo dico per chi all'interno di quest'Aula non sapesse chi è -, non votato dagli italiani, il terzo nella fattispecie) si è accorto che c'era una vacatio all'interno del pagamento di questa TASI, cioè che gli affittuari non pagavano l'IMU e non pagavano la TASI. Quindi, che cosa ha pensato di fare? Di farla pagare anche a loro. Quindi, pagheranno tutti la TASI, anche coloro che sono affittuari. Facendo due calcoli, che dopo vi andrò ad esplicitare meglio nella discussione degli emendamenti... LEVI Marta (Vicepresidente) Consigliere D'Amico, la invito a concludere. D'AMICO Angelo Termino. Ci sono dei casi in cui un affittuario pagherà una tassa pari a quella che pagherà un proprietario di una casa di prima abitazione. Questa è una cosa veramente anomala e strana per la nostra Nazione, perché, chiaramente, questo non è colpa dell'Assessore Passoni... (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Sì, sì. Termino qui, vorrà dire che prenderò un pochino più di tempo per quanto riguarda poi la discussione degli emendamenti dei Colleghi della Lega Nord. LEVI Marta (Vicepresidente) La parola al Consigliere Liardo. LIARDO Enzo Io vorrei paracadutarmi un attimo sulle vicende che interessano più che altro la gestione delle risorse che, normalmente, il Comune poi recepisce attraverso queste Leggi, anche perché sappiamo che il Comune di Torino è sempre molto magnanimo nei confronti dei cittadini, applicando di fatti sempre l'aliquota più alta per non sbagliarsi. Vorrei sottolineare questo aspetto. Quello che a me fa rabbia è il fatto che, normalmente, pagando più tasse, si dovrebbero avere in questa città delle ricadute sui servizi essenziali, cosa che invece non accade. Faccio l'esempio della donna: "Quella donna è brutta, però è antipatica". Il Comune di Torino segue sempre questa teoria, perché, in realtà, è la città dove le tasse comunali incidono maggiormente sui cittadini, dopodiché i servizi sono quelli che sono. Basta pensare a quello che è successo in questi anni con i mezzi pubblici, con la privatizzazione di alcuni asili e l'elenco è sicuramente lungo. Io sono convinto, Assessore - glielo dico in maniera provocatoria -, che se lei dovesse sapere come vengono impiegati i soldi che, in qualche modo, in maniera parsimoniosa nel suo Bilancio cerca di ridistribuire ai vari Assessorati, avrebbe già dato le dimissioni da 15 anni, perché quando ero in Circoscrizione, quindi all'ultimo anello della catena, avevo notato che in questi 15 anni si erano consolidati i cosiddetti contributi a pioggia, quelli che piacciono a lei, Presidente Alunno, pardon, Consigliere Alunno. Dopodiché, quei contributi a pioggia producevano esattamente il nulla. Abbiamo anche visitato alcune di queste associazioni e quando mi hanno detto quanto prendevano dal Comune stavo svenendo. Parlo di associazioni teatrali, eccetera; non sto parlando del Teatro Regio, o del Teatro Stabile, ma di teatri dove per seggiolini c'erano le cassette della frutta. Poi, abbiamo scoperto che prendevano circa 300-400.000,00 Euro all'anno come contributi. Questa è la realtà torinese e viene la rabbia a pensare che questo Comune pretenda il pagamento in questi termini, perché c'è stata anche una proposta da parte della minoranza di posticipare la scadenza a settembre, ma questo Comune "piranha" ha voluto a tutti i costi - saluto il Sindaco che è arrivato - che la scadenza fosse in data odierna. Questo è veramente un paradosso. Noi vediamo un Comune che, con queste tasse, la TASI in questo caso, ma spaziamo un po' dalla TARSU a tutte le altre tasse odiose, ha messo in ginocchio anche il mondo del commercio e degli ambulanti, che, ovviamente, stanno restituendo le licenze. Questo per avere i servizi che elencavo prima, che sono quasi vicino allo zero. LEVI Marta (Vicepresidente) La parola al Consigliere Tronzano. Ha tre minuti a disposizione. TRONZANO Andrea Intervengo per mettere in evidenza quanto tre ex Sindaci, o Sindaci, stanno portando avanti in questo Paese; Renzi, Delrio, Fassino sono stati, e sono tuttora, dei Sindaci, che, oggettivamente, stanno nuovamente incidendo sui cittadini italiani attraverso questa nuova patrimoniale. Perché do questa responsabilità? Perché credo, anzi, sono certo che, purtroppo, la TASI sia un parto dovuto all'attenzione su un tema come le tasse da parte di Renzi, Delrio e Fassino. Questi tre personaggi di assoluto rilievo e prestigio nella nostra Italia, quindi niente contro le singole persone e le singole professionalità, hanno però partorito nuovamente una patrimoniale come la TASI. La TASI è una nuova imposta calata sui cittadini, basata sulle rendite catastali, e, conseguentemente, è nuovamente una patrimoniale e non come disse Letta nel suo primo intervento che aveva dato qualche speranza di un cambio di visione sulle tasse della casa, cioè che la casa non sarebbe più stata considerata come un reddito, ma che il cittadino doveva pagare una tassa al Comune, a seguito del fatto che il Comune dava dei servizi a questo tipo di abitazione. Questo concetto è stato nuovamente stravolto ed è stato nuovamente imposto, attraverso una patrimoniale, proprio da questi tre personaggi di assoluto rilievo in questa Italia di oggi, che, nonostante abbiano fatto i Sindaci, non hanno voluto comprendere come realmente, in questo momento, i cittadini italiani non ne possano più a livello di tasse. Dopodiché, se vogliamo metterci anche la Città Metropolitana, il Senato della Repubblica e la sua riforma, io credo che, alla fine, l'unico baluardo di cui erano rappresentanti i Sindaci, cioè la fiducia che le persone avevano nell'Istituzione attraverso anche i Sindaci, piano piano venga depauperato e, secondo me, anche qui arriveremo ad avere grandi critiche nei confronti dei Sindaci da parte dei cittadini, che vedevano, invece, i primi cittadini come un loro sostegno e una loro difesa. Dopodiché, se vogliamo ancora esprimere un piccolo concetto su questa TASI, di cui i miei Colleghi hanno già detto tutto e quindi non c'è niente da aggiungere, è che noi continuiamo a dire che il lavoro e le imprese sono iper tassate, cioè le tasse sul lavoro e sulle imprese sono troppe, ora però mettiamo, prima con l'IMU ora con la TASI, anche una tassa sui risparmi che i padri hanno fatto nel tempo e con i quali mantengono anche i loro figli disoccupati. Quindi, abbiamo preso tre elementi cardine di questa nostra società, cioè i padri con le loro pensioni, le imprese e il lavoro, e li abbiamo appesantiti ulteriormente e, nonostante tutte le azioni che sia Confindustria sia i Sindacati stanno cercando di fare in questi momenti, non riescono ad essere messi nella condizione di migliorare. LEVI Marta (Vicepresidente) Consigliere Tronzano, la invito a concludere. TRONZANO Andrea L'ultimo elemento che credo sia giusto sottolineare riguarda l'emendamento sull'F24. Secondo me, è opportuno inserire nel Regolamento questo emendamento sull'F24, affinché arrivi un facsimile, dove ci siano i calcoli precisi sulle rendite catastali, naturalmente non sulle detrazioni, perché queste è impossibile averle. Iniziamo, però, ad introdurre nel Regolamento questo F24 mandato in facsimile ai cittadini, in modo che loro abbiano una base di calcolo certa; dopodiché, da questa, potrà essere detratta la detrazione dovuta al figlio o ai figli a carico. LEVI Marta (Vicepresidente) La parola al Consigliere Altamura. ALTAMURA Alessandro Debitamente stimolato da alcuni interventi, si comprende anche che alcuni punti della discussione, rispetto alle Commissioni Consiliari che approfondiscono - su questo tema si è discusso per oltre un mese, visto che abbiamo già approvato nel recente passato gli indirizzi legati alla disciplina dell'imposta sui servizi indivisibili - , rispetto all'Aula e alla discussione che abbiamo iniziato oggi, dovrebbero essere chiaramente definiti. Per quanto riguarda i primi interventi che sono stati fatti, io posso condividere - come ho già fatto nel recente passato e come ha sempre fatto questa Amministrazione - la preoccupazione rispetto alla schizofrenia della fiscalità locale. Questo ha riguardato, e riguarda, tutti i Governi, indipendentemente dal colore della casacca. Come abbiamo già detto nell'ultima discussione, sono circa 2.200 i Comuni che sono riusciti a deliberare per mantenere la data del 16 giugno come scadenza dell'acconto. È altrettanto vero che la gran parte dei Comuni che non ha deliberato, andava al voto. Altri avranno una scadenza del 16 ottobre, che li mette di fronte alla necessità da parte dello Stato di una copertura anticipata. Quindi, questo è già un primo punto, in cui noi obiettivamente andiamo nella direzione di non mettere in crisi o in difficoltà i servizi erogati, quelli che sono stati citati in alcuni interventi, e soprattutto la loro qualità, e nello stesso tempo non ci siamo messi nella condizione di rischiare ulteriormente rispetto a quello che dovremo presentare da qui ad un mese, ossia il Bilancio Preventivo del 2014. Aggiungiamo anche questa piccola valutazione che è più tecnica, ma che abbiamo già fatto in Commissione con l'Assessore Passoni: una piccolissima parte della TASI era già presente nella TARES dell'anno scorso. Se vogliamo ulteriormente definire, Consigliere Tronzano e Consigliere Ricca, anche quali sono stati i tagli agli Enti Locali negli ultimi cinque anni, che riguardano quindi tutti i Governi indistintamente, i tagli sono stati di circa 16 miliardi, con una fiscalità locale che non arriva a coprire il 50% dei tagli che sono stati fatti dai Governi. Questo cosa significa? Credo che non ci voglia un esperto di bilanci o di finanza pubblica o di finanza in generale per capire che - usiamo una terminologia diversa da quella che ha usato il Consigliere Ricca, quando ha parlato di "tassa criminale" - si sta martirizzando il cittadino e, in generale, si sta martirizzando un tessuto che riguarda 8.000 Comuni di questo Paese. Non metterei, però, insieme le cose che sono state dette precedentemente, in particolare quando si tratta di discutere della riforma del Titolo V, ovviamente, della Costituzione, ma soprattutto la riforma del Senato e la riforma delle Province, quindi dell'area metropolitana. Sono temi completamente diversi. Invece, riguardo alla fiscalità locale, che è l'aspetto più importante su cui dobbiamo mantenere alta l'attenzione ed è anche un impegno di questo Consiglio Comunale nella direzione che è già stata discussa nelle Commissioni - Consigliere Tronzano, così come lei ha presentato degli emendamenti, che sono stati in parte discussi, anche se preventivamente considerati nel merito, verranno discussi a loro volta uno per uno -, noi ci troviamo davanti ad un termine ultimo che ci mette nella difficoltà vera, non fittizia e non usata in modo demagogico per dire che non possiamo fare diversamente, a fronte di una mancanza di intervento, di Decreto del Governo rispetto ad una moratoria sulle sanzioni, che, comunque, certamente è auspicabile ancora oggi. Si potrebbe considerare di presentare una proposta di ordine del giorno di questo Consiglio Comunale, se volessimo ragionare in questa direzione, e non proposte di mozione di accompagnamento, che, ovviamente, in una fase come questa, lasciano il tempo che trovano. Ma, ripeto, visti anche gli articoli degli ultimi giorni de "Il Sole 24 Ore", che hanno ribadito ancora una volta come questo tema sia assolutamente attuale e reale, come Gruppo non siamo contrari, e lo stesso Assessore credo che possa condividere il ragionamento, però non possiamo mescolare - come è stato fatto, Consigliere Ricca - temi troppo diversi. Anche perché, da un lato, è vero che noi parliamo di decentrare poteri - e lei, in particolare, come forza politica, si riconosce in questo - e di intervenire nel merito delle decisioni delle Amministrazioni, mentre, in realtà, poi si fa qualcosa di completamente diverso e si torna ad accentrare. Fra l'altro, la discussione vera dovrebbe essere sulle competenze esclusive delegate dalle Regioni; dovrebbe essere sul tema della sanità che assorbe l'80%. Un tema che sarà attualissimo da qui in avanti, tra l'altro con 10, 11 Regioni che sono andate a casa, coinvolgendo tutte le forze politiche su un tema come quello della trasparenza, che ci ha messo tutti in grave difficoltà rispetto all'opinione pubblica. Qui torna l'intervento che ha fatto il Consigliere Appendino, che è entrata nel merito... LEVI Marta (Vicepresidente) La invito a concludere, Consigliere Altamura. ALTAMURA Alessandro Mentre dal Consigliere Bertola non ho potuto sentire le stesse parole. Io credo che alcune osservazioni fatte dal Consigliere Appendino siano assolutamente condivisibili. Le difficoltà sono legate sicuramente ad una crisi economica molto pesante, che ha colpito tutti indistintamente, categorie produttive e fasce deboli. La proposta che faccio all'Assessore - mi sembra che su questo già in Commissione sia stato recettivo - è di lavorare sulle aliquote del prossimo anno, soprattutto per quanto riguarda la prima casa, per andare nella direzione di una diminuzione della pressione, perché, è vero, la pressione fiscale oggi in Italia è uno dei temi principali che soffoca la possibilità di riagganciarsi, anche solo parzialmente, ad una piccola ripresa e ricominciare a creare sviluppo e occupazione, che sono i veri problemi e le vere sfide che abbiamo tutti davanti, indipendentemente dalle forze politiche che rappresentiamo. Credo che il fine ultimo di mantenere un'attenzione su questo punto, che la stessa Giunta ha preso come impegno nei confronti di tutti i Consiglieri in Commissione, vada ribadito. Mi auguro, fra l'altro, che l'Assessore Passoni, nel suo intervento di replica, riprenda e accolta questi due punti che io ho sollecitato. LEVI Marta (Vicepresidente) La parola al Consigliere Carbonero. CARBONERO Roberto È un misto di sentimenti strani, tutti però negativi. Amarezza, sgomento, paura per quello che sta succedendo, perché - al di là che poi intendo fare delle domande indirette anche al Consigliere Altamura - la volta scorsa che abbiamo discusso qui in Aula, l'Assessore Passoni, con fare molto acceso, nel suo intervento aveva spiegato che non era così automatico poter evitare di far pagare adesso, perché c'era una questione di interessi che poi avremmo dovuto pagare, eccetera. Ma, signori, noi interessi ne paghiamo già per milioni! E non per colpa dei torinesi che non pagano, o per colpa di una tassa che al limite si poteva rimandare proprio per agevolare i nostri concittadini. Li paghiamo per i derivati, li paghiamo per tutta una serie di mutui, eccetera, che, forse, a suo tempo - nel passato, anche lontano -, magari non era neanche il caso di accendere o non erano necessari. Invece, la situazione è questa e continuiamo a pagare milioni e milioni di interessi. Per una volta che, forse, qualcuno vi avrebbe giustificato, anche in modo benevolo, il pagare qualche interesse, voi avete detto "niet". Perché, ormai, il vostro è un "niet". Adesso che avete conquistato anche la Regione, sarà un "niet" sempre più deciso. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Sì, è vero che non se la prenderanno più con la Regione, ma sarà una dittatura vera e propria. Adesso che si è insediato Chiamparino, hanno tutto sottomano, hanno tutta la gestione completa, non si potranno più lamentare del fatto che qui non arrivino soldi e daranno la colpa magari ad un Governo centrale che non li aiuta. Questo, però, è davvero drammatico. Per tornare al discorso che faceva il Consigliere Altamura, forse non ci rendiamo conto di un passaggio importante. È vero che non arrivano più fondi dal Governo centrale ed è vero che ci sono stati dei tagli incredibili, eccetera. Ma è anche vero che il Piemonte è equiparato praticamente alla Sicilia, piuttosto che alla Calabria. Non è equiparato alla Lombardia, piuttosto che al Veneto, dove con gli stessi tagli - mi pare che i tagli siano gli stessi - vivono però situazioni economiche ben diverse. Il nostro default non è causa della situazione economica, ma sicuramente della malgestione di alcuni decenni da parte di chi ci ha governati, sia in Regione e sia anche in Comune nel passato, che ci ha portato ad un default tale, di punti di non ritorno, dove siamo costretti ad obbligare e a costringere i nostri concittadini a pagare anche quando magari gli si poteva dare una mano, perché, se fossimo stati virtuosi, avremmo avuto quei soldini necessari per pagare quella piccola ammenda per il mancato pagamento immediato della TASI, come hanno deciso in questo senso altri Comuni. Noi no; noi non ce lo possiamo permettere, perché già dobbiamo pagare tantissimi interessi per errori fatti, voluti, sbagliati, successi, non lo so. Non ci possiamo permettere neanche per una volta di pagare degli interessi a favore dei cittadini, perché siamo alla canna del gas. Ma alla canna del gas non ci siamo finiti perché il Governo centrale ci ha tagliato i fondi; il Governo centrale ha fatto gli stessi tagli esattamente anche in tutti gli altri Comuni, con la differenza che noi siamo stati per decenni spreconi e gli altri no. LEVI Marta (Vicepresidente) Non avendo altri iscritti a parlare, do la parola, per la replica, all'Assessore Passoni. PASSONI Gianguido (Assessore) Sarò sintetico, perché mi atterrò alla materia regolamentare. Ringrazio l'Aula della discussione riferita ad una tematica che trascende decisamente e travalica il Regolamento TASI in quanto tale. Posso anche associarmi ad alcune considerazioni circa la difficoltà con cui il Legislatore ultimamente programma l'attività fiscale, credo però di dover dire che è frutto non certo di una pervicace volontà di non garantire tempi normali, ma credo figlia, oggettivamente, di una difficoltà generale del Paese a rispondere all'emergenza degli equilibri dei conti, di salvaguardare strutturalmente situazioni che riguardano la complessità e il senso di responsabilità di tutto il Paese, non soltanto di qualcuno. In quest'Aula, ho sentito citare difficoltà di pagamento di artigiani, commercianti, eccetera. Però, cerchiamo di avere presente una cosa. La TASI si paga solo sulla prima casa, quindi gli artigiani e i commercianti avranno anche una prima casa, ma non parliamo di attività economiche; non parliamo di un tributo che incide sulla capacità della spesa dell'artigiano commerciante in quanto operatore economico della città o del Paese, ma parliamo della capacità ovviamente contributiva, ahimè, delle famiglie - in questo caso, che hanno immobili - di garantire questo tributo sui servizi. Tributo, per la verità - e non l'ha detto più nessuno -, che non è nuovo, nel senso che la TASI esisteva già l'anno scorso, in una forma di prelievo aggiuntivo sulla tassa rifiuti che, naturalmente, è stata dimenticata, come spesso sono dimenticati i tributi. Però, c'è una questione che io continuo a non capire, se non nell'ottica davvero della mera strumentalizzazione politica e della esacerbazione di un problema di comunicazione - sono d'accordo, difficile - relativo alla scadenza prevista dalla Legge di Stabilità, dai Decreti, ma che, tutto sommato, deve essere riportata ad una dimensione normale. Francamente, premesso che tutti abbiamo contezza del fatto che sarebbe bello avere un sistema fiscale che anno per anno non vede se stesso rimettersi completamente in discussione, quindi che abitua le persone, le famiglie e gli operatori ad una procedura fiscale che sia consolidata, ripetitiva e anche, ovviamente, pianificabile, quello che mi sfugge, però, è la differenza che farebbe per le persone il semplice rinvio del pagamento. Cioè, io ricevo continuamente lamentele dal Sindacato e da altri soggetti operatori, compresi quelli citati nella relazione di alcuni membri dell'opposizione, che ci chiedono esattamente il contrario. Non ci chiedono di concentrare i pagamenti a fine anno solo per il gusto di rinviarli, ci chiedono anzi di mensilizzare i pagamenti e le imposte per evitare che il carico fiscale non sia affrontabile. All'osservazione che la TASI è un'imposta, non è popolare, è scomoda, siamo tutti d'accordo. Naturalmente, giochiamo delle parti e, ovviamente, in tema di consenso, le parti le giochiamo secondo il ruolo che ricopriamo in quest'Aula. Se, invece, il tema è relativo al fatto che non si capisce il motivo per cui non abbiamo rinviato, ripeto per l'ennesima volta che non è rinviabile con Decreto del Consiglio Comunale con il Regolamento, ma è necessario assolutamente un Decreto governativo. Sarebbe stato necessario, non è stato fatto, possiamo lamentarci, ma sostanzialmente questo è il dato delle cose. Ricordo anche che su "Specchio dei Tempi", per una volta, una letterina succinta di una ottantaduenne sabato mattina diceva: "Non ho capito perché fate tanto rumore. Ho 82 anni, sono andata sul sito, ho messo la rendita, mi hanno stampato l'F24, sono andata a pagare, qual è il problema?". Quindi, francamente, bisogna anche interrogarsi sul fatto che poi sia così vero che sia incalcolabile e così difficile. Forse, c'è un rifiuto vero di difficoltà sul tema della fiscalità. Altra cosa è dire che c'è l'impossibilità ad operare. Ribadisco, non sono io l'ottantaduenne che, sotto mentite spoglie, ha scritto quella lettera su "Specchio dei Tempi". Mentre, invece, come si può dire che basterebbe rinviarlo? Io vorrei sapere: qual è il vantaggio per l'artigiano o il commerciante, che ha una prima casa in famiglia, di pagare la TASI ad ottobre, pagare gli acconti fiscali a novembre e ripagare a dicembre la TASI, l'IMU e tutto il resto? Quale vantaggio è il rinvio? La vogliamo dire tutta? La verità è che nessuna forza politica, oggi, in quest'Aula ha la soluzione al tema del carico fiscale complessivo e si affronta il tema continuando con temi dilatori, differendo il problema ad un tempo migliore. La mini IMU diventava maxi IMU e, poi, mini IMU, basta che fosse a gennaio; la TASI l'importante è non versarla a giugno, ma magari più avanti. Ma cosa cambia? Quando un cittadino si trova tutto da pagare a fine anno e ha la tredicesima, i consumi migliorano o peggiorano? L'anno scorso si dimostra che il differimento della mini IMU non ha aumentato i consumi, ma li ha ridotti, perché la gente sapeva a gennaio di dover pagare la mini IMU e non ha consumato con la tredicesima. Il tema è un altro; il tema è la pressione fiscale in generale, quanto si paga di imposte complessive, di tasse e tributi e quando si pagano. L'obiettivo di questa Amministrazione è la mensilizzazione, non in assoluto il rinvio "sine die" senza una strategia, perché, invece, i Sindacati, Confesercenti, Confartigianato, eccetera, tutti ci chiedono di mensilizzare, cioè di rateizzare, non di concentrare le scadenze. Quindi, è esattamente il contrario di quanto penso male interpretato da alcune opposizioni. In merito, invece, agli emendamenti, Consigliere D'Amico, su ATC e ERP, l'aliquota zero l'abbiamo deliberata; ho ribadito in Commissione che l'ATC, ERP, da noi non pagherà la TASI, peraltro non pagherà neanche l'IMU e, anzi, abbiamo attribuito la facoltà di pagare agli inquilini di cooperativa indivisa, assegnatari di immobile dichiarato, l'imposta TASI con la detrazione per i figli. Cosa che, peraltro, non è normativamente previsto, se non in facoltà regolamentare. Quindi, siamo anche oltre l'aiuto a certe situazioni abitative specifiche. Siamo in condizione di "gestire", tra virgolette, l'adempimento con aliquota che è quella applicata universalmente nel Paese sulla TASI, di aver istituito un sistema di comunicazione efficace, per quanto possibile con i tempi che la Legge ci ha dato, ma molto efficace in termini di risorse impegnate, comunicazione, tempo di spedizione (le 300.000 comunicazioni e quant'altro). Tutto ciò, certo, non soddisfa la voglia di risolvere il problema della TASI come una questione, tra virgolette, "complicata". Sta di fatto che c'è un adempimento e, ahimè, chi ricopre incarichi di Pubblica Amministrazione non può sottrarsi a quella che è una norma di Legge e ha il dovere di far andare avanti i servizi, anche se quei servizi vanno avanti con tributi apparentemente complessi come la TASI, che, poi, complessa non è, perché, prima, avete detto che la TASI è l'IMU con il nome cambiato e, poi, non si capisce perché l'IMU con il nome cambiato è più difficile da calcolare. Come la dobbiamo chiamare? "Quasi"? L'imposta della Lega qual è? La "Quasi"? Fatemi capire qual è la differenza fondamentale tra calcolare l'IMU con l'aliquota diversa e la TASI. Se è vero che è solo diverso il nome, allora è anche uguale calcolarla. Allora, qual è la novità per calcolarsi la TASI quest'anno? Spiegatemelo. La verità è che c'è una contraddizione in queste dichiarazioni e in queste affermazioni che sottendono l'idea che da quando Berlusconi ha inventato le campagne elettorali sui tributi locali, la questione è stata inquinata da promesse, da dibattiti, da questioni che riguardano leggere con leggerezza la responsabilità tributaria del cittadino. C'è troppa pressione fiscale, è vero, in questo Paese, ma non si affronta con questa leggerezza e con questa modalità semplice e superficiale. C'è un problema di fondo, di prelievo, di pagamento dei servizi, di tagli statali, di finanza locale e nazionale che sicuramente affronta una fase complicata, ma non è differendo una scadenza - ribadisco, che dovrebbe comunque differire lo Stato - che si risolve il problema. Ben volentieri, se il Consiglio vorrà affrontare il tema della pressione fiscale in senso lato sulla città - parliamo in concreto, sulla città - ci staremo. La pressione fiscale sulla città è più alta o più bassa del 2012, anno dell'IMU? È più bassa, scientificamente. Se mancano 60 milioni dalla TASI rispetto alla vecchia IMU, e quella veniva pagata dai cittadini, vuol dire che in questa città i cittadini pagano, nel loro prodotto interno lordo cittadino, 60 milioni in meno di tasse. Questo, vi piaccia o meno, è oggettivo. È ovvio che in questo confronto tra la vecchia IMU e la TASI c'è un vantaggio di minor carico fiscale. È ancora sufficiente? No. Io credo che sia giusta - poi, se riterrà, il Sindaco dirà direttamente la sua opinione - la battaglia dell'ANCI di rimettere a carico della compensazione nazionale le detrazioni e alcune agevolazioni che riducano ancora la pressione fiscale. L'IMU è una misura straordinaria, una tantum; si sta uscendo da quel regime con un sistema di imposte diverse, la IUC, che attualmente è accompagnata da risorse nazionali. Il fondo nazionale è quasi 800 milioni per compensare. Quella è la strada giusta. Allora, chiedo a tutti di dire: sosteniamo la battaglia unitaria affinché quel fondo sia alimentato da risorse aggiuntive per migliorare ancora la riduzione del carico fiscale complessivo sulla IUC. Quel fondo di 800 milioni diventi 1 miliardo, diventi 1 miliardo e mezzo. Allora, certo che ridurremo ancora le imposte. Ma questa è una battaglia culturale importante da fare in maggioranza e opposizione, verso la riduzione del carico fiscale. Diversamente, siamo federalisti al mattino, statalisti la sera e il risultato è che l'importante è fare solo un po' di sana polemica. LEVI Marta (Vicepresidente) La parola al Sindaco. SINDACO Siccome sono stato chiamato in causa direttamente dal Consigliere Tronzano, io, in aggiunta alle considerazioni puntuali che ha fatto l'Assessore Passoni, e che condivido, vorrei dire due cose. La prima. È un luogo comune, abbondantemente utilizzato, scrivere e affermare che i Sindaci, siccome hanno dei problemi, li risolvono aumentando le tasse. Questa è un'affermazione apodittica, perché non è mai messa in relazione a quali riduzioni di trasferimenti e tagli di risorse i Comuni hanno subito. Io vi do la cifra e le cifre valgono più di qualsiasi altro dibattito. Negli ultimi cinque anni la riduzione di risorse dei Comuni italiani è stata superiore ai 16 miliardi di Euro. 8 miliardi per contribuire al Patto di Stabilità e 8 miliardi di tagli ai trasferimenti. La fiscalità locale globale cuba in questo momento in Italia poco meno di 8 miliardi, cioè la metà di quello che noi abbiamo subito come tagli. È ora di finirla di dire che noi compensiamo con gli aumenti fiscali i tagli che abbiamo subito, perché la fiscalità locale copre la metà dei tagli che abbiamo subito. Le cifre sono lì... (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Cosa c'entra la percentuale? Sto dicendo una cosa molto semplice: abbiamo subito un taglio di 100 e la fiscalità locale copre 50. Quindi, questo è. Altrimenti, non sarebbero in sofferenza tutti i Comuni italiani. Se fosse davvero come si dice, cioè che ogni volta che abbiamo un taglio, noi lo risolviamo facendo un aumento, i Comuni sarebbero tutti tranquilli e non avremmo problemi. Seconda questione. La comparazione con il 2013 è una comparazione falsa, perché è stato un anno in cui il tributo non era a regime. La comparazione la si deve fare con l'IMU 2012. Anche qui le cifre sono semplici. L'IMU vecchio regime aveva un'aliquota minima del 4‰ sulla prima casa, estensibile da parte dei Comuni, e tutte le grandi Città erano attestate tra il 5 e il 6‰. La TASI prima casa ha come aliquota massima il 2,5 estensibile sulla base degli ultimi provvedimenti in modo flessibile dello 0,8, al massimo è il 3,3. Il 3,3 non è il 4, non è il 5 e non è il 6. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Ma questo sulla base dei valori catastali, non sulla base delle aliquote. I valori catastali sono la base di riferimento e anche questi sono stati rivalutati, ed è questo il problema, non il fatto che la tassa abbia delle aliquote maggiori a prima, perché le aliquote sono inferiori. Quindi, penso che, francamente, si continui a fare una polemica che non tiene conto dei dati della realtà. Primo, la fiscalità locale non è cresciuta in rapporto proporzionale ai tagli che gli Enti Locali hanno subito. Anzi, molto di meno, il che vuol dire che i Comuni si sono fatti carico di sopportare e di attutire gli effetti dei tagli di trasferimenti o delle contribuzioni al Patto di Stabilità, mettendo in campo non solo fiscalità, ma altre misure di riduzione di spesa, di riorganizzazione e via di questo passo. E tutti i Comuni l'hanno fatto, di qualunque colore politico. Secondo, le aliquote della TASI non sono le aliquote dell'IMU. Sulla seconda casa sono le stesse e sulla prima casa c'è un delta che è significativamente, come minimo, di due punti se non di tre. In tutte le grandi Città si era tra il 5 ed il 6 e al massimo l'aliquota sulla prima casa è il 3,3. La matematica non è un'opinione. LEVI Marta (Vicepresidente) Abbiamo concluso la discussione sulla proposta di deliberazione. |