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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 9 Giugno 2014 ore 10,00
Paragrafo n. 19
DELIBERAZIONE (Giunta: proposta e urgenza) 2013-07620
VARIANTE PARZIALE N. 288 AL P.R.G., AI SENSI DELL'ARTICOLO 17, COMMA 5, L.U.R. 56/1977 E S.M.I., CONCERNENTE LA ZONA URBANA DI TRASFORMAZIONE "AMBITO 2.6 LAGHETTI FALCHERA". ADOZIONE.
Interventi

MAGLIANO Silvio (Vicepresidente Vicario)
Passiamo all'esame della seguente proposta di deliberazione n. mecc.
201307620/009, presentata dalla Giunta Comunale in data 23 dicembre 2013, avente
per oggetto:

"Variante parziale n. 288 al P.R.G., ai sensi dell'articolo 17, comma 5, L.U.R.
56/1977 e s.m.i., concernente la Zona Urbana di Trasformazione
'Ambito 2.6 Laghetti Falchera'. Adozione"

MAGLIANO Silvio (Vicepresidente Vicario)
Comunico che in data 05/06/2014 le competenti Commissioni hanno rimesso il
provvedimento in Aula.
Ci sono quattro emendamenti di Giunta.
La parola all'Assessore Lo Russo per l'illustrazione della proposta di deliberazione.

LO RUSSO Stefano (Assessore)
È con una discreta soddisfazione che oggi abbiamo il privilegio di poter portare
all'attenzione del Consiglio Comunale la Variante parziale n. 288, che riguarda l'area
più nota come area "Borsetto". La vicenda dell'area Borsetto risale, ormai, alla notte
dei tempi della politica e, come sanno i Consiglieri, ha tenuto banco in quest'Aula
tante volte e se n'è discusso in infinite sedi.
L'atto proposto all'attenzione del Consiglio, di cui abbiamo discusso nella
Commissione, è un atto che prova a tracciare e a mettere il paletto conclusivo di
questa vicenda, che, fin dalla fine degli anni Novanta, attraverso il P.R.U.S.S.T. e
tutti quelli che sono stati i protocolli tra la Città di Settimo, la Città di Borgaro e la
Città di Torino, ha visto via via alternarsi diverse soluzioni relativamente allo
sviluppo dell'area della Falchera.
La Variante - i cui contenuti provo velocemente ad illustrare - agisce sul compendio
già oggetto di Variante, per la precisione la Variante 101, che fu approvata nel 2008
dal Consiglio Comunale. Il Consiglio Comunale già nel 2008 approvava una
Variante, la n. 101, che concentrava dei diritti edificatori - circa 21.000 metri
quadrati di diritti edificatori, per la precisione 20.955 metri quadrati -, nello spicchio
a sud dell'area di proprietà privata della società "Borsetto", in cambio di una
cessione dell'area a nord, più nota come "area dei laghetti", per la realizzazione di un
parco a servizio della città.
Dopo queste vicende del 2008, che pertanto, sostanzialmente, trasportavano i diritti
edificatori dall'area a parco a nord sull'area di concentrazione a sud, si sono svolte
una serie di fatti e una serie di interlocuzioni, che, nel frattempo, hanno fatto anche
variare la prospettiva della Città in ordine alla dotazione funzionale di quest'area di
concentrazione dei diritti edificatori. Il nostro strumento urbanistico vigente, in virtù
di questa operazione di trasferimento dei diritti edificatori, adottata e poi approvata
con la Variante n. 101, prevedeva un mix funzionale di un 80% di residenziale e di
un 20% di ASPI; il cambio di prospettiva di interesse pubblico, relativa alla
dotazione funzionale di aree dedicate al social housing, ha indotto l'Amministrazione
a proporre la Variante 288, che sostanzialmente fa due operazioni urbanistiche,
ovviamente in coerenza con quanto già immaginato nella Variante 101.
Nella Variante 101 - vi dicevo - si trasferivano i diritti edificatori in cambio di una
cessione. Nella Variante 288 si modifica il mix funzionale di questi diritti edificatori,
introducendo una significativa variazione, che è peraltro prevista in Variante con una
puntuale descrizione nella scheda allegata alla deliberazione, e si individuano altri
7.000 metri quadrati di superficie lorda di pavimento, che vengono addizionati ai
21.000 già presenti, da dedicare al social housing, a condizione che almeno 15.000
metri quadrati dei 21.000 più 7.000 metri quadrati siano adibiti a social housing.
In Commissione abbiamo discusso a lungo di che cosa si intende per social housing,
e certamente non è competenza dell'Assessorato all'Urbanistica, bensì del
Vicesindaco, individuare e, in qualche modo, dare conto di quelli che sono i criteri
con cui il sistema delle politiche sociali individua i soggetti beneficiari dei
programmi di social housing.
Quello che, però, viene in qualche modo riportato nella nostra deliberazione è che la
superficie da destinare a social housing additiva viene a poter essere sviluppata, se, e
solo se, il complesso generale dei diritti edificatori allocati nell'area, dedicati,
dedicabili a social housing, è pari a 15.000 metri quadrati di SLP.
L'altra operazione di carattere urbanistico che viene fatta dalla Variante è il
mantenimento della superficie ad ASPI, con la limitazione e l'espungimento del
limite relativamente alle superfici massime di vendita.
Il combinato disposto di questi atti, ovviamente, va inquadrato in una più generale
visione della Città su questa porzione di territorio. Come ben sanno i Consiglieri, la
Città, la Giunta in particolare, recentemente, nel mese di dicembre ha approvato il
Progetto definitivo di sistemazione del cosiddetto "Parco dei Laghetti della
Falchera", parco che verrà realizzato dalla Città avvalendosi delle risorse del
cosiddetto "Piano Città", pari a 5.500.000,00 Euro, non appena verranno completate
le operazioni di carattere patrimoniale in ordine alla cessione a titolo gratuito alla
Città, e previa bonifica a cura e spese della società Borsetto dell'intero compendio.
Operazioni che, dal punto di vista giuridico, dovrebbero concludersi entro la fine del
2014, e pertanto costituiranno l'impalcatura con cui, se il cronoprogramma che ci si è
dati verrà rispettato, sarà data attuazione attraverso l'approvazione finale della
Variante medesima, onde poter consentire l'impiego dei fondi del Piano Città,
coerentemente con il progetto di realizzazione del Parco dei Laghetti della Falchera
nella zona Nord, che ovviamente potrà essere sviluppato non appena le aree verranno
cedute in piena proprietà alla Città.
L'altra questione, ovviamente, attiene alla possibilità, da parte del soggetto
promotore, che è la parte promittente (peraltro, anche tutto questo è illustrato nella
narrativa), ovvero la società Valdocco, di poter accedere ai programmi di
finanziamento nazionale dedicati, sviluppati da Cassa Depositi e Prestiti,
relativamente allo sviluppo del social housing. Sviluppo che, ovviamente, ha
caratteristiche urbanistiche, ha caratteristiche normate dalla norma nazionale, che
identifica puntualmente che cosa si intende per social housing, ma nell'intenzione
dell'Amministrazione c'è il fatto di far accompagnare questo progetto di sviluppo
edilizio e urbanistico con una serie di altre operazioni di carattere più rivolto
all'inserimento sociale dei soggetti che andranno a collocarsi in questa porzione di
città, proprio per poter sviluppare un modello di riqualificazione urbana un po'
innovativo, che contemperi tutte le esigenze, a partire dall'esigenza preminente, che
è quella di qualificare una porzione di periferia torinese, che in questi anni, in questi
decenni è stata di fatto abbandonata al suo destino, che oggi non ha alcuna possibilità
di sviluppo nelle condizioni date, né di carattere imprenditoriale, né di carattere
commerciale, né certamente di interesse per quanto riguarda il comparto edilizio, e
che vede una grande estensione di porzione di città sostanzialmente privata
all'utilizzo pubblico.
L'operazione costruita e proposta all'attenzione del Consiglio prevede, quindi, di
poter far diventare questa trasformazione della periferia Nord di Torino un po' un
esempio, un modello attorno a cui combinare riflessioni di carattere urbanistico,
riflessioni di carattere edilizio, fondi dedicati nazionali sia al tema della
riqualificazione delle aree verdi degradate o, in qualche modo, che necessitano di
riqualificazione, sia ai programmi di social housing per rispondere al fabbisogno
abitativo per quelle persone che sempre più hanno bisogno. Certamente i Consiglieri
che compongono la Commissione Emergenza Abitativa della Città sanno benissimo
qual è la domanda, la pressione che agisce sul livello comunale per realizzare e per
dotare la città di edilizia residenziale a basso costo, che possa essere in qualche modo
messa in gioco per fronteggiare l'emergenza casa. Dicevo - e concludo -, questa è
un'operazione su cui tutte queste serie complessa di esigenze viene messa a sistema,
individuando una strategia di trasformazione urbana in una delle porzioni che in
questi anni è stata lasciata un po' al suo destino, ma che con queste operazioni
immaginiamo di restituire a nuova vita e, certamente, in una dimensione prospettica
di sviluppo.

LEVI Marta (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Bertola.

BERTOLA Vittorio
Per iniziare con una battuta, sono contento di tutto questo nuovo social housing; poi
tanto, se non funzionerà, faremo una variazione in deroga con il Decreto Sviluppo e
la trasformeremo in residenza privata. Perché questo è un altro atto del Piano Città
che già più volte è passato qui, a spizzichi e bocconi, su diverse deliberazioni.
È tanto bello vedere questo ridisegno per la riqualificazione della città, eccetera, però
intanto il sospetto è che alla fine questo social housing (che poi è il modo moderno di
definire le abitazioni per le fasce sociali a basso reddito) vada a finire sempre alla
Falchera. Quindi, intanto, una prima osservazione è che forse anche cambiare un po'
il mix sociale del quartiere, cioè fare anche un mix e non concentrare tutti sempre
nelle stesse zone, potrebbe aiutare.
Penso che la zona di Torino Nord - per carità, con tutto il rispetto per le persone a
basso reddito - sia una zona che ha tanti problemi di ogni genere, legati non soltanto
agli abitanti, ma anche agli insediamenti abusivi, a problemi ambientali, a fabbriche
inquinanti eccetera; per cui, forse, se non concentrassimo sempre lì tutti gli interventi
dello stesso genere, sarebbe meglio.
Inoltre, ricordo che lo spazio oggetto di questa riqualificazione - che riguarda una
parte di territorio che non è all'onore del mondo, è abbandonato e degradato -, dove
verranno costruite queste palazzine e la parte commerciale, in realtà, è un bellissimo
prato. Quindi, anche qui, ci riempiamo sempre la bocca del consumo di territorio, e
ripetiamo di essere contrari al consumo di suolo - anche la maggioranza lo ripete
continuamente -, però poi andiamo di nuovo a costruire su un prato. Quindi, questo è
già un altro elemento che non ci piace in questo progetto.
Poi c'è la riqualificazione del Parco dei Laghetti, che, per carità, ben venga, perché
penso che, in realtà, l'immagine dei laghetti con dietro le case della Falchera nuova
sia una delle icone di Torino, per certi versi; è comparsa anche in numerosi film e
documentari di vario genere. Quindi, riqualificare un po' quell'area è sicuramente
positivo.
Certo che, se il prezzo da pagare per costruire un parco in quella che, comunque, è
l'ansa di un raccordo autostradale, è di nuovo la colata di case - social housing, va
bene -, e soprattutto la parte commerciale, veramente ci si chiede un po' se ne valga
la pena, ma senza voler essere distruttivi. Voglio dire, uno può anche decidere di
sacrificare un pezzo di territorio da una parte, per riqualificare un altro pezzo
dall'altra, però in questo caso il bilanciamento non è del tutto convincente. Anzi, a
fronte di un quartiere che, in realtà, chiederebbe soprattutto investimenti - questo
anche nel discorso più in generale del Piano Città - su se stesso (cioè sui servizi, sulla
scuola, sulla biblioteca, comunque sull'esistente, che già ha avuto tanti problemi, che
per fortuna negli anni ha poi superato, però avrebbe bisogno sicuramente di
investimento), invece l'idea è di costruirci un'altra ondata e portare un'altra ondata di
nuovi residenti dentro il quartiere. Non è esattamente quello che ci si poteva
aspettare.
Infine, il discorso sulla parte commerciale. L'Assessore ha fatto tutta una
lunghissima descrizione e poi, parlando, ha inserito questa frasetta di cinque parole,
dicendo che, tra l'altro, c'è l'espungimento del limite di superficie commerciale, che
vuol dire che prima si poteva fare solo una media struttura di vendita, fino a 2.500
metri quadrati, adesso, volendo, si può fare un ipermercato. E siamo di nuovo sempre
al solito punto.
L'Assessore se l'è anche un po' presa una volta, ha detto: "Dimostratemi tutti gli
ipermercati che abbiamo fatto costruire. Non è vero.", però se andiamo ad esaminare
la zona di Torino Nord, fra ipermercati esistenti e i progetti che ci sono, come il
raddoppio di Auchan, il nuovo centro commerciale "Settimo Cielo", che comunque è
lì dietro... (INTERVENTO FUORI MICROFONO). È a Settimo, ma in linea d'aria si
trova lì dietro. Purtroppo, capisco che i Comuni pensino ai confini amministrativi,
ma le persone che vanno a fare la spesa con la macchina no. Quindi, dicevo, è già
una zona ricca di centri commerciali esistenti, con nuovi centri commerciali in
arrivo. Se partisse anche l'operazione in corso Romania, ci saranno di nuovo altre
costruzioni e altri centri commerciali, quindi torniamo sempre al solito punto.
Non noi, che lo diciamo da tempo, ma fonti terze soltanto un mesetto fa hanno
dimostrato come a Torino ci sia il doppio dei centri commerciali che servono. Forse
anche più del doppio, in base alle potenzialità commerciali della città, che purtroppo
sono anche sempre in calo, in termini di consumi da parte dei suoi abitanti.
Quindi, chiaramente, non si capisce veramente questa logica di continuare a
permettere l'insediamento di grandi strutture commerciali, se non con il preferire
politicamente le grandi strutture commerciali a danno del piccolo commercio, perché
poi si può anche dire che così il centro commerciale attirerà dei piccoli negozi, che si
metteranno intorno all'ipermercato, però la realtà dimostra che questo non è poi uno
sviluppo tanto bello, nel senso che chiude il commercio di quartiere, chiudono i
piccoli negozi, magari i negozianti - loro o altri - riaprono dentro i centri
commerciali, con contratti capestro che li obbligano a tenere aperto anche la
domenica e tutti i giorni possibili dell'anno, per di più, di solito, anche con
condizioni economiche molto svantaggiose, che li rendono sostanzialmente alla
mercé dei proprietari del centro commerciale. Quindi, anche la qualità dell'impiego,
per le persone che prima lavoravano di commercio, magari avevano una piccola
attività indipendente, o comunque magari erano dipendenti, ma di una piccola attività
a conduzione familiare, diventano o conduttori di un'attività commerciale, magari in
franchising, ma comunque con molta meno libertà e in condizioni di lavoro molto
peggiori, o addirittura diventano commessi con contratto precario nell'ipermercato.
Io posso anche capire che poi chi amministra dica: "Va beh, questo è un problema
che vedremo dopo. Intanto così facciamo partire l'operazione", però non lo
condivido, nel senso che non mi sembra uno sviluppo, né socialmente, né dal punto
di vista della pianificazione commerciale, né dal punto di vista urbanistico, che noi
dovremmo desiderare. Quindi, mi dispiace essere di nuovo qui a vedere un'ennesima
Variante, che alla fine è l'ennesimo centro commerciale.
Per tutti questi motivi, noi avevamo già criticato il Piano Torino Nord, quando era
venuto fuori più o meno per le stesse argomentazioni; in più, a questo punto, c'è
anche l'aggiunta della questione dell'ipermercato. Quindi, a maggior ragione, il
nostro parere su questa operazione resta contrario e speriamo che, prima o poi, si
riescano a concepire operazioni urbanistiche che non prevedano sempre il solito
insediamento commerciale.

LEVI Marta (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Grimaldi.

GRIMALDI Marco
Innanzitutto anch'io vorrei ringraziare i tanti Uffici che hanno lavorato non solo a
questa deliberazione, ma a quello che è un disegno più ampio della zona Falchera,
anche perché sarebbe ingiusto discutere di questo provvedimento senza parlare del
Piano Città, senza parlare di quella che è stata una deliberazione approvata qualche
settimana fa, qualche mese fa sul collegamento fra Falchera e corso Romania.
Sarebbe ancora più sbagliato non iniziare a discutere quello che è un Piano, che
abbiamo visto, di riconversione agricola dell'area Laghetti Falchera, che è coerente
con il Piano "Torino Città da Coltivare".
Io credo che tutto parta da lì, da un protocollo che, secondo me, proprio perché è
cambiato tante volte, ritorna su un punto che è fondamentale, cioè quello della
cessione gratuita delle aree destinate a parco, a seguito del riconoscimento della
corrispondente capacità edificatoria, ma soprattutto di quello che è un Piano di
bonifica di quelle aree, una riconsegna che ci permetterà di valorizzare un'area
parco, un'area fitness e un'area anche agricola, che ridarà dignità a una zona della
città che troppo spesso è stata dimenticata dalla nostra riqualificazione urbanistica.
Dall'altra parte, in questa Variante abbiamo discusso, di fatto, una richiesta che viene
dai privati, che hanno presentato un'istanza di Variante al P.R.G., al fine di
promuovere un Piano del social housing.
Questi 7.000 metri quadrati di social housing sono stati inseriti dentro questa
Variante con una clausola, che è quella di vedere ulteriori 8.000 metri quadrati nella
restante parte dell'edilizia privata, cioè in tutto si deve arrivare a quei 15.000 metri
quadrati di cui parlavamo in Commissione.
Certo, c'è un dubbio, quello di cui parlava il Consigliere Bertola, cioè che, a fronte di
questa richiesta, si sia tolto, di fatto, il tassello dei 2.500 metri quadrati di vendita.
L'Assessore Lo Russo ci ha rassicurato dicendo che, in parte, già nei piani che hanno
visto, c'è l'intenzione di utilizzare questo ASPI soprattutto per delle funzioni diverse,
cioè non far non rinascere un tessuto di quartiere, perché sarebbe sbagliato parlare di
rinascere, in quanto non c'è mai stato lì un tessuto commerciale. Così come è
sbagliato dire che questo insediamento terziario, questo insediamento commerciale
distruggerà il commercio locale; no, Colleghi, non si può dire questo, perché di
tessuto in quel caso non ce n'è proprio.
Devo dire la verità, per tutti quelli che pensano che questo porterà oggettivamente un
altro supermercato in quella zona: secondo me non c'era l'esigenza di cambiare
questo punto, ma voteremo lo stesso a favore, perché non credo che un privato possa
essere interessato a fare un centro commerciale di dimensioni superiori ai 2.500 metri
quadrati, in una zona residenziale, dove c'è il social housing e dove - proprio come
diceva lei -, a qualche chilometro, ci sono già Auchan, Settimo Cielo, Panorama e
altri insediamenti.
Non credo di sbagliarmi nel dire che questo serve, in qualche modo, ad aumentare
l'offerta di questo tipo di residenzialità sociale. Credo anch'io che, come hanno detto
alcuni Consiglieri durante la Commissione - soprattutto dopo la discussione che
abbiamo avuto qualche ora fa sulle residenze collettive -, sarebbe il caso di
intenderci, perché spesso parliamo di social housing in termini impropri, parliamo di
residenze collettive per anziani - e forse anche universitarie, a questo punto - in
termini impropri. Sarebbe interessante, qualora l'Assessore fosse disponibile,
ovviamente stare dentro i parametri di oggi del social housing - quindi, immagino
che siano anche tutti quei Piani cofinanziati dal Ministero, e credo che anche il
promotore stesso voglia arrivare a quel tipo di risorse -, e, dopo queste discussioni
importanti su un'area strategica della città, spero che nelle prossime settimane si
riesca ad iniziare a discutere anche di come è stato gestito il social housing in città in
questi 10 anni e di come vogliamo rilanciarlo, anche perché, come sapete, non ci
sono soltanto i temi dell'emergenza abitativa, ma c'è anche una difficoltà, sempre
più oggettiva, dei privati in generale, ad acquistare case e a far sì di non contribuire
con il proprio stipendio, in una quota considerevole, agli affitti sempre più cari.
Allora, spero che nelle prossime settimane riusciremo a discutere anche di questo in
II Commissione e in IV Commissione.
Per il resto, chiederei all'Assessore, annunciandogli il nostro voto favorevole, di
inquadrare bene questo tassello anche nel Piano Città, perché credo che non basti che
queste aree ci vengano riconsegnate bonificate, ma è importante che quelle risorse,
che qualche settimana fa abbiamo detto di voler investire in quell'area, vengano
utilizzate esattamente per rifare i viali, per rifare l'illuminazione di quell'area parco,
per rifare quegli orti urbani che abbiamo annunciato in zona Falchera, e per fare
quella riconversione agricola che da anni si aspetta in quella zona della città.

LEVI Marta (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Tronzano.

TRONZANO Andrea
Io ho grandissimi dubbi su questa proposta di deliberazione e voglio lasciarli a
verbale. Comunque, il mio voto a questa deliberazione sarà contrario per le questioni
sulle quali abbiamo già ragionato in Commissione.
Innanzitutto, in questo caso si parla di housing sociale. Per me, l'housing sociale è
l'attenzione massima, ed è per questo che, in relazione alla deliberazione precedente
- dove ho votato astensione per una serie di ragioni -, è corretta dal punto di vista
urbanistico. In questo caso, invece, visto che il tema sono non soltanto le fasce
deboli, ma anche le persone che oggi hanno difficoltà ad accedere ad un mutuo o
hanno difficoltà ad accedere ad un affitto a prezzi di mercato, siccome trattiamo di
queste due tipologie di persone, io voglio dare la massima attenzione a questa
deliberazione e, soprattutto, voglio dire all'Assessore che ho grandissimi dubbi su
quello che la cooperativa Valdocco riuscirà a fare su questo housing sociale.
La mia preoccupazione vera è che ho paura che questo housing sociale, nonostante
l'attrazione dei fondi etici a livello nazionale, nonostante una serie di agevolazioni
che su questo tema ci sono, si possa tramutare in una speculazione. Raramente uso
questo termine, perché non credo alle speculazioni, ma in questo caso, siccome si
tratta di fasce deboli, dobbiamo citare un termine forte, proprio per evitare che questa
deliberazione passi nel silenzio più assoluto e poi magari, fra due o tre anni, ci si
renda conto che le situazioni non sono quelle che noi avevamo voluto.
Quindi, ho grandissimi dubbi su questo housing sociale e credo che non ci sia
chiarezza su quello che sarà questo tipo di percorso.
La mia preoccupazione è che la qualità dell'investimento, quindi delle case che
verranno costruite, l'estetica delle case stesse, la capacità di aggregazione che questo
polo... Assessore, l'area Borsetto potrebbe realmente rigenerare il quartiere Falchera.
Se utilizziamo male questa chance, o non controlliamo bene il percorso che la
cooperativa Valdocco vorrà fare in quella zona, rischiamo di ritrovarci nuovamente
un ghetto, dove ci sono quattro muri in cemento e la qualità dell'abitato sarà di
nuovo una schifezza, come è già successo in altre parti della nostra città.
Pertanto, vorrei dei chiarimenti su questo punto. E questo è il primo tema che mi
vede contrario. Anche perché (Assessore, scusi la polemica, di parte, in questo caso,
me ne rendo conto) voi siete bravissimi ad annunciare esegesi e cambiamenti
pazzeschi a livello delle persone che ne hanno bisogno, poi naturalmente però fate
tutto il contrario nel momento in cui bisogna attuare il concetto che avete espresso in
maniera così forbita e attenta durante le deliberazioni. Pertanto, visto che questo
vostro atteggiamento è costante, la mia preoccupazione raddoppia su questo housing
sociale.
Poi c'è l'aspetto del centro commerciale, citato dai Consiglieri Bertola e Grimaldi,
con oltre 7000 metri quadrati di disponibilità, che rischia di creare un doppione con
Panorama, che si trova a qualche centinaio di metri di distanza. Per cui, visto che
l'Assessore, in Commissione, ha citato correttamente (questo lo sottolineo per onestà
intellettuale) la questione dell'attrattore commerciale, non capisco come questo
nuovo centro commerciale possa diventare un attrattore commerciale. Perché il
rischio è che in quella zona si collochi un supermercato di fascia molto bassa, che
conseguentemente non porterà nuovi flussi di traffico; anzi, danneggerà il territorio,
perché avrà una qualità talmente bassa da non attrarre le persone. La mia
preoccupazione su questo tema è massima.
Conseguentemente, a fronte di questi due ragionamenti, uno sull'housing e uno sul
centro commerciale, credo sia giusto da parte mia votare contro, proprio per evitare
che fra due anni ci si ritrovi di fronte un degrado e a un disagio urbanistico, e anche
umano, rispetto all'esigenza reale di questa città di avere nuove case per le persone
che non possono accedere a un mutuo o a un affitto a prezzi di mercato.

LEVI Marta (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Genisio.

GENISIO Domenica
Io vorrei poter esprimere un voto consapevole, visto che non ho partecipato ai lavori
della Commissione, perché non è una delle Commissioni in cui sono inserita; ho però
letto il testo della proposta di deliberazione: nulla in contrario a una Variante che
apre anche al social housing, alla modifica della metratura di un ipermercato,
supermercato, piccolo mercato, non mi importa. Mi è sorta, però, una domanda. Il
termine "social housing" è molto vario, può comprendere diverse tipologie di
risposta a favore delle fasce più deboli. Ero a conoscenza - ma chiedo all'Assessore
di supportare la mia memoria - che c'era un piano ancora non perfettamente definito
di aree da destinare al social housing, seguito sia dall'Assessorato, di cui lei è
titolare, sia dai Servizi Sociali. Credo che il social housing debba essere interpretato
non soltanto sotto il profilo e la visione dell'Assessorato all'Urbanistica e allo
Sviluppo, ma anche nell'ambito del piano previsto dai Servizi Sociali, perché l'area
Borsetto nella scorsa tornata amministrativa era decantata come la nuova residenza a
nord della città, elegante, che sarebbe stata se non il dormitorio dei cittadini torinesi,
comunque un'area di interesse per le fasce giovani, anche inserite in livelli sociali
che qualificavano quel territorio.
Questa era la visione che ci era stata venduta, mettiamola così. Non voglio
polemizzare oltre, perché allora votai con grande difficoltà quell'atto deliberativo,
credo che l'Assessore lo ricordi. E siccome si tratta sempre dello stesso intervento,
nella stessa area, sentire che oggi viene fatta una Variante anche per attivare il social
housing, mi chiedo se questo non vanifichi un poco l'ambizioso progetto di allora.
Ma più che altro mi interessa, perché sta avvenendo troppo sovente, il fatto che il
dialogo fra le Divisioni degli Assessorati competenti si interrompa, guarda caso,
sempre quando ci sono da fare delle Varianti, quando ci sono delle modifiche che
riguardano anche le abitazioni. Mi chiedo perché la Giunta non dialoghi quando ci
sono degli interventi sul sociale, perché questa proposta di deliberazione non è
firmata dai Servizi Sociali.
Io avevo capito che il piano che stanno predisponendo le Divisioni era iniziato
insieme a voi, ma qui non c'è. C'è stato o no un confronto? Prima di esprimere il mio
voto, vorrei avere una risposta.

LEVI Marta (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Liardo.

LIARDO Enzo
Voglio ripercorrere a grandi linee l'intervento del Consigliere Tronzano. Vorrei che
anche l'Assessore ascoltasse, perché comunque il voto dell'opposizione ha un suo
valore per gli aspetti futuri. Anch'io ho delle grosse perplessità per quanto riguarda il
centro commerciale, perché - come diceva il Consigliere Tronzano - in quella zona ci
sono già degli ipermercati, a distanza neanche di un chilometro, e quello sarebbe il
terzo.
Inoltre, sappiamo che dopo la chiusura di un centro commerciale abbiamo una
desertificazione della zona. Ma non mi sembra che questo sia l'intento di questo
progetto. Però, inevitabilmente, come è successo anche per quanto riguarda lo
Stadio: grandi enunciazioni e grandi progetti, in cui si intravedeva la possibilità di
fare un centro per giovani, piscine, campi da tennis (prima dell'acquisto da parte
della Juventus) e poi abbiamo visto che l'unica cosa che interessava nel progetto era
un ipermercato, che tra l'altro sta soffrendo parecchio e ha messo anche un po' in
crisi la catena Auchan di Venaria e via discorrendo.
Inoltre, c'è il rischio che questo progetto possa causare un'ulteriore ghettizzazione di
quel territorio, se non valutiamo attentamente le infrastrutture, le ricadute e tutto
quello che potrebbe - ci auguriamo - nascere in quel contesto.
Il Gruppo SEL ha parlato di buoni propositi, però ormai siamo stati abituati troppo
spesso - non è rivolto all'Assessore - a vedere che la montagna o partoriva il
topolino, o partoriva solo una questione meramente commerciale, fine a se stessa,
che non aiutava sicuramente il tessuto sociale della zona.
Adesso faremo una valutazione, ma tendenzialmente siamo contrari a questo
progetto.

LEVI Marta (Vicepresidente)
La parola all'Assessore Lo Russo.

LO RUSSO Stefano (Assessore)
Ringrazio il Consiglio Comunale per il dibattito, perché ha pienamente centrato
alcune delle questioni di fondo che hanno indotto la Giunta a proporre all'Aula
questa Variante.
Ha ragione il Consigliere Genisio e direi che lo ha messo in evidenza in maniera
chiara. Anche io ero seduto sui banchi del Consiglio e ricordo bene quando facemmo
quella discussione sul futuro della zona Falchera in ordine alla Variante n. 101.
La Variante n. 101, che di fatto ha modificato lo strumento urbanistico e che è
l'attuale previsione urbanistica esistente ante Variante n. 288, immaginava
esattamente quel tipo di sviluppo, cioè un'area che potesse sviluppare un'edilizia di
lusso, o comunque edilizia residenziale di alto profilo. Ed era questa la ragione per
cui - come peraltro richiamato nella proposta di deliberazione - veniva allocato
l'80% dei diritti edificatori di questi 21.000 metri quadrati in residenza di tipo
tradizionale.
Bisogna prendere atto che - stante tante variabili, a cui aggiungo certamente la crisi
del settore e tante cose che sono capitate nel mezzo - è evidente che questo
meccanismo non è stato innescato e che, dal punto di vista economico, non si sono
verificate le condizioni per poter sviluppare quel tipo di intervento.
Aggiungo, però, a maggior supporto dell'esigenza che nel frattempo abbiamo
maturato come Città su tale questione, che il poter allocare i fondi del Piano Città
sull'area Borsetto, a nord, cioè sull'area dei laghetti, ha fatto significativamente la
differenza anche nell'immaginare il futuro di quest'area. Perché già nello strumento
della Variante n. 101 era prevista la generazione di diritti edificatori a seguito della
cessione alla Città delle aree bonificate, ma non c'era - perché non c'era capienza
nelle casse Comunali - alcun disegno, realistico e oggettivo, di come si poteva
rendere quest'area, ancorché bonificata e restituita alla Città, veramente fruibile dalla
collettività, come invece quella prevista nel disegno progettuale già adottato dalla
Giunta, che verrà insediata nel momento in cui avremo effettivamente la possibilità
di avere la disponibilità di queste aree bonificate per poter spendere i fondi derivanti
dal Piano Città.
Quindi, gli elementi di innovazione che hanno portato al ripensamento del disegno,
sono, a mio modo di vedere, questi due. Da un lato il cambio anche di filosofia
relativamente all'inserimento urbanistico di quest'area sulla tipologia di
insediamento che poteva avere un motore economico di partenza. Dall'altro,
certamente i fondi della Cassa Depositi e Prestiti sul social housing (che non c'erano
nel 2008), e certamente la presenza di fondi derivanti dal Piano Città allocati su
quest'area (che non c'erano nel 2008).
Per quanto riguarda il tema della coerenza con le politiche sociali, mi limito a
ripetere quanto già detto in Commissione, cioè che nella scheda normativa di
Variante che ci accingiamo a deliberare, si dà puntuale riferimento al significato di
social housing, così rispondo anche ai Consiglieri che hanno sollevato la questione su
cosa si intenda per social housing e qual è il social housing che andiamo a insediare.
Leggo testualmente che "per housing sociale si intende l'insieme delle attività volte a
fornire alloggi adeguati a coloro che hanno difficoltà a soddisfare, alle condizioni di
mercato, il proprio bisogno abitativo, secondo quanto lustrato nella deliberazione
della Giunta Comunale, n. mecc. 201301798, del 23 aprile 2013", prodotta
dall'Assessore Tisi, che ha inquadrato che cosa si intende per social housing,
"nonché gli interventi finanziati ai sensi del DPCM del 16 luglio 2009 da Cassa
Depositi e Prestiti e dalle Fondazioni bancarie, tramite il sistema integrato dei fondi
immobiliari".
Il quadro di riferimento che viene dato - e che è stato voluto come prescrittivo nella
Variante, ed è la ragione per cui i Consiglieri lo trovano all'interno della proposta di
deliberazione, nella scheda normativa, ambito 2.6 Laghetti Falchera, che è quello su
cui andiamo ad agire - sostanzialmente puntualizza in maniera molto chiara, facendo
riferimento alle politiche dell'Amministrazione, che cosa si intende per housing
sociale, facendo riferimento esplicito alla deliberazione dell'Assessore Tisi.
Inoltre, per quanto riguarda il tema del compendio generale relativamente al
finanziamento, facendo riferimento al DPCM, che allocca le risorse finanziarie atte a
poter sviluppare questo tipo di interventi.
Per quanto riguarda la natura del dibattito sugli insediamenti commerciali, mi pare
che la discussione svolta in Commissione, che provo a richiamare per sommi capi,
sia emblematica. Faccio riferimento alle considerazioni del Consigliere Bertola, poi
riprese dal Consigliere Liardo, relativamente all'eliminazione del vincolo dei 2500
metri quadri di vendita, che - ricordo bene - non è un obbligo, ovviamente, ma è una
rimozione di un vincolo attualmente esistente relativamente a uno sviluppo.
Purtroppo, Consigliere Liardo, lì non c'è proprio nulla da desertificare, perché li
siamo nel deserto. Il Consigliere certamente è a conoscenza del fatto che Falchera è
un quartiere in cui, al momento, è del tutto assente qualunque esercizio commerciale,
salvo due bar.
Tutto il tessuto del commercio di vicinato che si era sviluppato con Falchera negli
anni di sviluppo del quartiere, è stato progressivamente asciugato. Pertanto oggi i
cittadini di Falchera che desiderano comperare una fetta di carne, sono costretti a
muoversi con i mezzi pubblici o con il mezzo privato, per poter arrivare al primo
punto vendita per fare questo tipo di acquisti.
Allora è chiaro che, come abbiamo già avuto modo di discutere in Commissione, o la
Città potenzialmente crea un ipotetico attrattore che si trascina dietro l'insediamento
commerciale, anche a contemperare il nuovo insediamento abitativo che si immagina
di allocare in quest'area, o altrimenti spontaneamente non si verrà a insediare alcun
esercizio commerciale, perché evidentemente mancherà il tema dell'attrattore.
Questa discussione sul tema della distribuzione commerciale è paradigmatica ed
emblematica, come ho già avuto modo di dire in Commissione. Non è di per sé bella
o brutta, ma non possiamo affrontare il tema con un atteggiamento precostituito,
perché dipende da quali sono le aree di cui si sta immaginando il futuro sviluppo, e
soprattutto dipende dalla dinamica che dobbiamo necessariamente innescare,
attraverso le operazioni di carattere urbanistico.
Ci sono aree della Città in cui l'insediamento di aree commerciali può produrre gli
effetti che sono stati detti. Falchera, basta farsi un giro per capire di cosa stiamo
parlando, non mi pare sia un'area i cui esercizi commerciali - inesistenti - sono
potenzialmente minacciati dall'arrivo di una piastra commerciale di maggior
distribuzione.
Questa è l'impostazione di carattere generale, a cui aggiungo un ulteriore elemento
per i Consiglieri che non hanno partecipato alla discussione. L'operatore sta
immaginando di sviluppare questa superficie commerciale in maniera un po'
nordeuropea, quindi non attraverso un contenitore commerciale intorno a cui far
girare la rimanente parte di sviluppo, ma immaginando un commercio distribuito al
piede degli edifici, su un modello tipicamente nordeuropeo, che poi peraltro è il
modello classico dei negozi del commercio di vicinato. Questo è quello che per il
momento è stato previsto.
Avremo modo di sviluppare queste interlocuzioni con gli operatori a mano a mano
che si verranno a verificare le condizioni di sviluppo e dei successivi atti. Però credo
che questo sia un elemento utile da fare rilevare.
In generale - ultima cosa che dico su questo specifico punto - noi non precostituiamo
necessariamente un modello di sviluppo commerciale, né precostituiamo
necessariamente un elemento in cui siamo noi che diciamo che occorre farlo. Quello
che facciamo è costruire le condizioni potenziali affinché in quella zona qualche - io
spero molti - insediamento possa venire a insediarsi e rispondere a quei fabbisogni di
servizi, anche commerciali (banalmente, comperare una fetta di carne o un giornale),
che oggi sono totalmente preclusi ai cittadini torinesi che risiedono in quell'area e
che pertanto hanno l'esigenza di essere sviluppati dal punto di vista urbanistico.
In conclusione, credo che questo atto deliberativo - che si interseca con un complesso
atto patrimoniale, che è quello della cessione dell'area, che a sua volta si interseca
con un complesso iter deliberativo e realizzativo dell'area Parco, che è stata oggetto
di altri atti già esaminati dal Consiglio - sia potenzialmente... io spero di non dover
assistere in quest'Aula a una ulteriore Variante della n. 288, così come oggi stiamo
deliberando la vecchia Variante n. 101, sulla base della questione espressa dal
Consigliere Genisio.
Sono però convinto che queste due innovazioni, cioè i fondi del Piano Città, sul
Parco, e i fondi di Cassa Depositi e Prestiti, sull'housing sociale, possano essere
quell'elemento di innesco economico che può effettivamente far partire le operazioni
di riqualificazione della zona della Falchera.

LEVI Marta (Vicepresidente)
Passiamo all'analisi degli emendamenti.
L'emendamento n. 1, presentato dall'Assessore Lo Russo, recita:


LEVI Marta (Vicepresidente)
La parola all'Assessore Lo Russo.

LO RUSSO Stefano (Assessore)
Siccome la proposta di deliberazione è stata presentata dalla Giunta Comunale in
data 23 dicembre 2013, nel frattempo sono state fatte una serie di cose: è stato
approvato il progetto definitivo del Parco e sono stati adeguati alcun iter che (in
narrativa venivano dati in svolgimento) si sono conclusi
Per cui, i quattro emendamenti (se il Consiglio ha esigenze di puntualizzazioni, le
darò) vanno ad attualizzare la narrativa della proposta di deliberazione relativamente
all'iter procedurale, che in data 23 dicembre era in itinere, mentre oggi molti aspetti,
come peraltro evidenziato anche questa sera, si sono conclusi.

LEVI Marta (Vicepresidente)
Non essendoci altre richieste di intervento, pongo in votazione l'emendamento n. 1:
Presenti 25, favorevoli 24, astenuti 1.
L'emendamento n. 1 è approvato.

LEVI Marta (Vicepresidente)
L'emendamento n. 2, presentato dall'Assessore Lo Russo, recita:


LEVI Marta (Vicepresidente)
Non essendoci richieste di intervento, pongo in votazione l'emendamento n. 2:
Presenti 25, favorevoli 24, astenuti 1.
L'emendamento n. 2 è approvato.

LEVI Marta (Vicepresidente)
L'emendamento n. 3, presentato dall'Assessore Lo Russo, recita:


LEVI Marta (Vicepresidente)
Non essendoci richieste di intervento, pongo in votazione l'emendamento n. 3:
Presenti 24, favorevoli 22, contrari 1, astenuto 1.
L'emendamento n. 3 è approvato.

LEVI Marta (Vicepresidente)
L'emendamento n. 4, presentato dall'Assessore Lo Russo, recita:


LEVI Marta (Vicepresidente)
Non essendoci richieste di intervento, pongo in votazione l'emendamento n. 4:
Presenti 26, favorevoli 24. Astenuti 2.
L'emendamento n. 4 è approvato.

LEVI Marta (Vicepresidente)
La parola, per la dichiarazione di voto, al Consigliere Alunno.

ALUNNO Guido Maria
Il Gruppo del PD voterà a favore di questa proposta di deliberazione, principalmente
per le ragioni che l'Assessore ha illustrato nell'ultimo intervento. Aggiungo solo un
altro elemento. Il tentativo di sviluppare un intervento che sia il migliore possibile è
un po' garantito dal fatto che, essendo delle cooperative quelle che intervengono,
sono i soci che andranno a vivere tendenzialmente in quelle nuove costruzioni;
quindi, non hanno nessun interesse a realizzare il massimo guadagno e poi scappare
via. Cercheranno comunque di migliorare la situazione di quel quartiere, perché in
gran parte sono loro i finanziatori di un pezzetto dell'opera.
Volevo però fare una annotazione all'Assessore. Quando il Consigliere Genisio
nell'intervento precedente chiedeva una maggiore collegialità nelle decisioni che
questa Giunta presenta innanzi al Consiglio, non si riferiva solo al fatto che se c'è
una deliberazione-quadro intorno a un tema, in questo caso l'housing sociale, gli
interventi dei diversi Assessorati che hanno a che fare con quella deliberazione-
quadro siano mantenuti dentro i confini definiti dalla deliberazione-quadro. Ma si
riferiva piuttosto alla necessità che ci sia un lavoro per comprendere quali sono le
zone della città, quali sono le tipologie di intervento, quali sono le percentuali tra lo
spazio destinato all'abitazione e quello destinato ai servizi, quali sono le integrazioni
tra i costruttori e chi dovrà manutenere la rete sociale di coloro che vanno a vivere in
quella zona, qual è la relazione tra chi andrà a vivere lì e chi ci vive già.
Tutto questo lavoro, Assessore Lo Russo, va fatto insieme, e ci è parso che in questa
situazione, in realtà, questo lavoro non sia ancora stato fatto. Per cui, credo sia
necessario almeno l'impegno che questo lavoro venga fatto da oggi in avanti, per
dare l'impressione che è l'Amministrazione cittadina a svolgere gli interventi di
questo tipo e non un singolo Settore, un po' con il paraocchi, chiuso nella sua visuale
delle cose.

LEVI Marta (Vicepresidente)
Non essendoci altre richieste di intervento, pongo in votazione la proposta di
deliberazione così emendata:
Presenti 32, favorevoli 24, astenuti 1, contrari 7.
La proposta di deliberazione è approvata.

LEVI Marta (Vicepresidente)
Pongo in votazione l'immediata eseguibilità del provvedimento:
Presenti 32, favorevoli 24, astenuti 1, contrari 7.
L'immediata eseguibilità è concessa.

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