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FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Passiamo all'esame della seguente proposta di deliberazione n. mecc. 201306583/020, presentata dalla Giunta Comunale in data 4 dicembre 2013, avente per oggetto: "Edificio sito in via Frinco n. 21. Cambio di destinazione d'uso di fabbricato esistente da residenza collettiva per studenti e pensionato a residenza privata richiesto ai sensi dell'art. 5 commi 9-14 Legge 106/2011. Permesso di costruire in deroga ai sensi dell'art. 14 D.P.R. 380/2001. Approvazione deroga" FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Comunico che in data 19/12/2013 la competente Commissione ha rimesso il provvedimento in Aula. La volta scorsa avevamo terminato la discussione ed eravamo al secondo emendamento alla deliberazione. L'emendamento n. 2, presentato dall'Assessore Lo Russo, recita: FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La parola, sull'ordine dei lavori, al Consigliere Grimaldi. GRIMALDI Marco Prima della caduta del numero legale c'erano state delle richieste, vorrei sapere se è stato depositato un altro emendamento o se c'è da parte della Giunta qualcosa da aggiungere prima della votazione. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Non vi sono emendamenti. La parola al Consigliere Levi-Montalcini. LEVI-MONTALCINI Piera Avevo fatto richiesta alla Conferenza dei Capigruppo di rimandare in Commissione questa deliberazione, quindi vorrei sapere cosa è stato deciso. In secondo luogo, siccome l'altra volta sono stata accusata dal Consigliere Viale di non essermi documentata, ho la documentazione di quanto ho detto, quindi se poi mi sarà concessa la parola, riferirò. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) In Conferenza dei Capigruppo è stata analizzata la sua richiesta e si è considerato, a votazione iniziata, di non poterla accettare, per cui non è stato possibile dare seguito alla sua richiesta. In relazione a quanto chiesto dal Consigliere Grimaldi, non mi sembra che vi siano informazioni o documentazioni aggiuntive allegate. Non mi pare che la Giunta voglia intervenire. Non essendoci altre richieste di intervento, pongo in votazione l'emendamento n. 2: Presenti 24, astenuti 3, favorevoli 21. L'emendamento n. 2 è approvato. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Passiamo alle dichiarazioni di voto sulla proposta di deliberazione. La parola, sull'ordine dei lavori, al Consigliere Curto. CURTO Michele Prima di esprimere la mia dichiarazione di voto, vorrei capire la situazione, perché la scorsa settimana l'Assessore, se ricordo bene, risultava alquanto sorpreso alla dichiarazione del Consigliere Levi-Montalcini, che dichiarava che la struttura sarebbe abitata. Come già ebbi modo di dire la settimana scorsa, non faccio parte della Commissione Urbanistica, devo dire che conosco anche poco il tema, ho provato a documentarmi per quanto possibile, ma ho fatto una cosa semplice, cioè sono andato in via Frinco 21, ho suonato i campanelli per cercare di capire se è presente qualcuno. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Scusi Consigliere, le chiedo solo di stare sul tema dell'ordine dei lavori. CURTO Michele No, guardi, non mi chieda scusa, cerchiamo di ottenere una risposta. A quanto risulta, la casa è piena, praticamente per intero, poi non posso dare i quantitativi. La domanda quindi, Presidente, se permette, è quella di capire se l'Assessore Lo Russo ne è informato o meno, perché questo cambia il contenuto del provvedimento. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Però, questo, più che sull'ordine dei lavori, è una domanda mirata e fa parte di un contraddittorio aperto la settimana scorsa, che si è concluso. Se l'Assessore adesso ritiene di rispondere può farlo, però siamo in fase di dichiarazioni di voto. L'Assessore intende... (INTERVENTO FUORI MICROFONO). È ordine dei lavori, quindi francamente non... (INTERVENTO FUORI MICROFONO). La parola al Consigliere Grimaldi. GRIMALDI Marco Come si verticalizza la domanda? Gliela dico così: impostando una risposta. A pagina 3 si dice: "L'immobile non è mai stato occupato e pertanto - Presidente Carretta - non vi è alcuna attività economica in atto", quindi vorrei capire se queste persone sono lì a titolo gratuito, per beneficio del dubbio, o come dice il Consigliere Levi-Montalcini hanno affittato, il Consigliere Curto dice che temporaneamente… si tratta di una frase molto chiara, vorrei capire se la deliberazione sta dicendo una cosa probabilmente non a conoscenza della Giunta. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La parola all'Assessore Lo Russo. LO RUSSO Stefano (Assessore) Quello che posso dire è che, per l'applicazione della Legge n. 106/2011, lo stato di occupazione dell'immobile soggetto a deroga è irrilevante ai sensi della normativa. Questo è il risultato di una verifica fatta oltretutto dagli Uffici dell'Edilizia Privata relativamente anche all'impianto giuridico. Non c'è traccia nell'attuale normativa, né in atti deliberativi successivi adottati dalla Giunta per mezzo di circolari esplicative, se lo stato di occupazione o meno dell'immobile, oggetto della deroga in questione, sia rilevante ai fini della possibilità o meno dell'applicazione della deroga medesima. Sulla base di queste informazioni, evidentemente, non sussiste alcuna valutazione sull'applicabilità della Legge n. 106/2011 in ordine allo stato di occupazione dell'immobile in quel momento. Questo ovviamente è un elemento di rilevanza giuridica forte. Non sono andato a suonare i campanelli per tante ragioni, compreso il fatto che non compete all'Assessore, ovviamente, né ai suoi Uffici, peraltro, fare questo tipo di verifiche; pertanto, dal punto di vista formale, il fatto che l'immobile sia occupato o meno non rileva ai fini dell'applicabilità o meno della deliberazione in questione. Per quanto riguarda invece una considerazione più di carattere generale, mi pare del tutto evidente che la deliberazione in oggetto pone in qualche modo l'esigenza - così rispondo anche all'osservazione fatta in sede di dibattito dal Presidente Altamura nello scorso Consiglio - e pertanto io do fin d'ora la mia disponibilità, quella degli Uffici dell'Edilizia Privata e dell'architetto Cortese, quando il Presidente Carretta, e a questo punto anche magari il Presidente Altamura lo riterranno, di venire in Commissione a fornire un quadro più organico dell'applicabilità o meno della normativa, perché, come ho avuto modo di dire in sede di dibattito e in Commissione più volte, come peraltro mi è parso di poter affermare in Aula nell'ambito delle discussioni fatte sulle altre deliberazioni già sottoposte e approvate dal Consiglio Comunale, si ragiona, nel caso dell'applicazione della Legge n. 106, con l'approccio del caso per caso. Tant'è che gli atti deliberativi del Consiglio, come i Consiglieri avranno avuto modo di vedere, si riferiscono a specifici interventi e non hanno pertanto validità generale sull'intero comparto della Città di Torino. Questo è un elemento dirimente, che evidentemente consente di acquisire elementi conoscitivi anche in ordine ai criteri di applicabilità della Legge n. 106, mano a mano che vengono presentate le istanze formulate dai privati agli Uffici dell'Edilizia Privata di piazza San Giovanni. Ovviamente siamo in fase di prima applicazione di questa Legge; non abbiamo al momento una normativa quadro regionale, che la Legge n. 106 immaginava nel suo impianto generale attraverso una subdelega alle Regioni, e quindi dando potestà legislativa alle Regioni, l'individuazione dei casi specifici di applicabilità, la Regione Piemonte è sprovvista di questo inquadramento normativo. Il fatto che, pertanto, la Regione Piemonte sia sprovvista di questo inquadramento normativo al momento, rende obbligo da parte dei civici uffici l'applicazione tout court della Legge dello Stato, in assenza di interpretazione normativa regionale. Questo elemento induce il settore economico, gli operatori, e soprattutto i professionisti a sottoporre ai civici uffici una serie veramente ampia, mi si creda e ne darò conto in Commissione, qualora questa cosa venisse calendarizzata, di possibili casistiche di applicabilità. Ovviamente l'auspicio politico dell'Assessore all'Urbanistica è che il prossimo Consiglio Regionale affronti quanto prima, spero già entro la fine di quest'anno, questa complessa materia in sede di variazione normativa, anche nelle more di quello che invece pare essere in itinere la riforma del Titolo V, in ordine alle competenze dello Stato che parrebbe, sulla base dell'attuale proposta, ritornare in campo urbanistico alla competenza esclusiva statale. Nelle more della riforma costituzionale, però, è obbligo politico - lo dico sinceramente e lo auspico nei confronti di chi a breve si dovrà occupare in Regione di questo tema - che si affronti con grande urgenza il tema della Legge Regionale di applicazione del Decreto Sviluppo. Tutto questo per togliere da una difficoltà interpretativa gli Uffici che, in assenza di quadro normativo, ovviamente, devono adottare i principi di cautela e prudenza tipici della Pubblica Amministrazione ma, nel contempo, adeguare le esigenze di rispetto della normativa relativamente ai tempi certi in ordine alla risposta che l'Amministrazione Pubblica, in virtù dei combinati disposti di normative che si sono via via sovrapposti, hanno in qualche modo in obbligo verso il cittadino istante, che può essere una società, un cittadino qualunque che produce un'istanza, di dare risposte. In assenza di questo quadro, in alcuni casi c'è un'oggettiva difficoltà interpretativa della Legge n. 106/2011, corroborata dal fatto che la Regione non ha legiferato. Credo che in questo ambito la questione dovrà essere quanto prima affrontata. Ovviamente, tutta questa sorta di stratificazione di istanze, questo esame che viene fatto caso per caso, come peraltro prevede la normativa specifica della deroga che consegna al Consiglio Comunale la valutazione non - tra virgolette - "generalizzata", ma sul singolo e specifico progetto edilizio, potrebbe indurre, qualora il Consiglio lo ritenesse, l'esigenza, in vacanza di intervento normativo della Regione, di adottare, per quanto riguarda la Città di Torino, alcuni criteri di carattere generale che abbiano validità, essendo l'organo deputato alla concessione della deroga, il medesimo che in qualche modo è titolato ad esprimere indirizzi di applicazione della Legge n. 106. Potrebbe essere utile, credo, dopo l'estate affrontare questo tema in maniera un po' più organica rispetto a quanto ha già fatto la Giunta Comunale adottando tre deliberazioni di indirizzo, che però affrontavano singoli casi specifici, che di volta in volta si ponevano all'attenzione, proprio in relazione all'istanza che veniva preceduta. Pertanto, credo che sia utile nei prossimi giorni, nelle prossime settimane, compatibilmente con i tempi che avrà lo svolgimento del Consiglio e delle Commissioni, fare una riflessione organica in sede di II Commissione, innanzitutto per fornire al Consiglio gli elementi conoscitivi del quadro normativo entro cui l'Amministrazione è tenuta a muoversi e, soprattutto, facendo emergere da un lato le prerogative, dall'altro lato le responsabilità in capo ai singoli Consiglieri all'atto dell'espressione del voto sulla deroga specifica al singolo progetto. Pertanto, sono assolutamente disponibile - guardo il Presidente Altamura, in questi termini - a produrre questa documentazione in Commissione e ragionevolmente, qualora la Regione continui in questa inerzia che abbiamo vissuto in questi anni in termini di propulsione normativa, che quindi costringe gli Uffici ad andare caso per caso senza indirizzi regionali, ci faremo carico, come Città di Torino, di redigere una deliberazione di indirizzi che il medesimo Consiglio, organo titolato all'espressione delle singole deroghe sui singoli provvedimenti, può adottare autonomamente, ovviamente nel quadro di legittimità normativa per poter favorire, comunque indirizzare sul piano politico l'azione degli uffici amministrativi della Città, che sono il front-office con cui si confronta la pluralità dei soggetti che si rivolge per le istanze edilizie e che pertanto, ovviamente, in assenza di indirizzi specifici deliberati dall'organo che deve esprimersi caso per caso, hanno l'esigenza di contemperare e di verificare la congruenza dell'istanza con il quadro normativo vigente, che ad oggi è unicamente la Legge n. 106/2011, perché - ribadisco - non c'è alcun indirizzo normativo approvato che aiuta in questi termini. In sintesi, se non lo farà la Regione, credo sia utile che lo faccia il Consiglio Comunale di Torino. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La parola al Consigliere Levi-Montalcini. LEVI-MONTALCINI Piera Voterò contro questa deliberazione e spero che ci siano altri Consiglieri che mi seguano. Il primo punto è questo, Assessore: lei sta parlando di edifici occupati, ma da ristrutturare e rifare. Questo è un edificio nuovo, appena finito, che ha appena avuto il permesso di abitabilità; quindi il fatto che sia usato dopo la ristrutturazione, vuol dire che non rientra nella Legge n. 106. Per quanto riguarda il secondo punto, è vero che mi avete insegnato - e me l'avete dimostrato con il famoso "diamante" - che quanto scritto in descrittiva non ha valore ai fini dell'atto deliberativo, ma in questo caso veramente direi che siamo usciti dai binari, nel senso che se si dice... FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Prego, Consigliere Levi-Montalcini, non deve chiudere il tempo, altrimenti riparte. LEVI-MONTALCINI Piera …se si dice che si chiede l'applicazione della Legge n. 106... Assessore, sto parlando con lei. Anche se c'è l'architetto, purtroppo sto parlando con lei! Lei ha detto che viene richiesta una variante secondo la Legge n. 106 perché il costruttore rischia il fallimento, poiché non riesce a ricavarne un utile. Questo è falso, perché molti alloggi sono occupati, altri sono affittati a studenti che in questo momento sono tornati a casa. Risulta anche che l'affitto sia abbastanza elevato, tutto sommato, per cui direi che il costruttore ha il suo ritorno economico dall'operazione. Ribadisco il fatto che se acconsentiamo a dare il permesso di vendere questi alloggi come residenze private, mentre la destinazione d'uso del terreno è servizi privati, si crea un problema poi per i successivi atti di vendita e per le successive ristrutturazioni dell'immobile. Per cui, prima di andare avanti, le chiederei di sospendere questa deliberazione, di aspettare, di parlare con il nuovo Governo della Regione, di vedere se hanno intenzione di procedere rapidamente alla definizione delle norme con cui muoversi per applicare questa Legge e non andare avanti accelerando solo per svicolare e per passare attraverso le maglie larghe esistenti in questo momento. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La parola al Consigliere Altamura. ALTAMURA Alessandro Ringrazio ovviamente l'Assessore per aver ripreso il tema della discussione dell'ultimo Consiglio, soprattutto per quanto riguarda gli aspetti legati alla dinamica della normativa, all'applicazione del "Decreto Sviluppo". Resto più sul piano generale, entro poi nel merito della deliberazione su un punto in modo particolare. Sul piano generale, come lei ricordava, avevo avanzato una serie di perplessità che andavano anche nella direzione di meglio identificare i parametri di riferimento in assenza di un quadro normativo regionale, come abbiamo già ripetuto più volte, che permettesse un'analisi di riferimenti sul territorio legati ovviamente alle aree da recuperare, alle aree dismesse in modo particolare, che fossero minimamente coordinate anche con la situazione del territorio cittadino. Come avevo sottolineato, anche se solo brevemente, voglio farlo in modo un po' più approfondito e pungente in questo mio intervento, l'aspetto che evidentemente non sfuggirà all'Assessore all'Urbanistica di questa Città è che oggi allo stato attuale, in mancanza degli indirizzi che - come lei ha detto giustamente - possono essere o troppo specifici, quindi legare, a fronte di una casistica ancora parziale, che quindi non può permettere ovviamente l'elaborazione di un quadro generale di riferimento che la Città dovrebbe fare e, quindi - fra l'altro, apprezzo il fatto che lei comunque si sia impegnato con questo Consiglio Comunale, a presentare nel più breve tempo possibile, mi sembra che lei abbia detto dodici, ventiquattro mesi -, credo che l'impulso da dare alla Regione su questo tema sia importante, a maggior ragione a fronte delle L1, L2 in deroga e della discussione che riguarda soprattutto le piattaforme commerciali, che atterrano sul territorio cittadino. Assessore, vorrei che lei fosse attento su questo punto, perché questa è una discussione che abbiamo già fatto, quindi vorrei solo ricordargliela, lei era sui banchi del Consiglio quando si discuteva delle piattaforme commerciali e lei sa perfettamente che la Città le autorizza fino a 2500 metri quadri di superficie di vendita. Questo tema non può essere considerato marginale in un momento di fortissima crisi del tessuto commerciale imprenditoriale di questa Città. Allora, la mia preoccupazione - lo dico anche da ex Assessore alle attività produttive - è proprio rispetto alle dinamiche regionali, e con l'Assessore Casoni su questo tema si era discusso a lungo, cercando di identificare almeno alcuni parametri, che fra l'altro lei dovrebbe accelerare, per esempio, rispetto alle ZUT, è uno di quei temi su cui per esempio questa Città dovrebbe confrontarsi. Le Zone Urbane di Trasformazione oggi sono obiettivamente da ridisegnare, anche rispetto ad un tessuto della Città urbanistico che è profondamente cambiato in dieci anni. Ribadisco anche il tema che dopo trecento Varianti al Piano Regolatore, lo stesso Piano Regolatore della Città di Torino, che è datato 1993, avrebbe bisogno di essere aggiornato, ma questo sarà ovviamente argomento di altra discussione. Però, se accetto la sua sollecitazione ad intervenire rispetto a questo tema, ribadisco che se è vero, come lei ha detto, che i casi specifici, legati ovviamente alle istanze dei privati, parliamo dei box, parliamo di aree ovviamente dismesse, possono ancora non rappresentare una casistica completa e, quindi, è condivisibile la sua preoccupazione di identificare delle linee di indirizzo che arrivino in Consiglio e che vengano approvate, che rischiano di essere dei paletti troppo rigidi o talmente labili come confini, da essere totalmente inutili, però, questo è un impegno che, secondo me, con il Consiglio Comunale lei, Assessore all'Urbanistica della Città di Torino, deve prendere. Aggiungo e concludo, Assessore, che l'osservazione di qualche mio Collega mi ha lasciato alcune perplessità che con un piccolo intervento di buona volontà potrebbero essere almeno formalmente superate, però sinceramente le chiederei a pagina 3, ultimo capoverso, di intervenire su quella frase, perché onestamente ho già avuto modo di avere dei grattacapi da un suo predecessore all'Urbanistica, per frasi inserite in una deliberazione, non vorrei ricominciare con lei. Quindi gradirei veramente un emendamento rispetto alla frase che dice: "L'immobile non è mai stato occupato". FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La parola al Consigliere Ricca. RICCA Fabrizio Siccome siamo in fase di votazione, volevo capire se tecnicamente si può procedere ad emendare la deliberazione. Credo che sia una cosa non fattibile tecnicamente, quindi nel caso vorrei capire come pensa di procedere la Presidenza. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Ritengo che questo emendamento non vada a toccare emendamenti già approvati, è mia facoltà, prima della votazione di una deliberazione, accogliere, ovviamente, in via eccezionale, come qualche volta è accaduto, un emendamento. Tengo presente anche che non vi è nulla di contrario, cioè non vi è sul Regolamento qualcosa che dica che non si possa fare. La parola al Consigliere Curto. CURTO Michele Consigliere Ricca, credo che faccia bene il Presidente ad accogliere un eventuale emendamento in tal senso e a risolvere e benissimo ha fatto il Collega Altamura a chiederlo, perché sarebbe palesemente incredibile approvare un atto che sa già benissimo che viola la realtà e lo stato di fatto. Temo però, Consigliere Altamura, che questa cosa non sia sufficiente. Mi spiego. Se l'Assessore Lo Russo non era a conoscenza che lo stabile fosse abitato, immagino che l'Assessore Lo Russo non sia in grado di dire che tipo di contratti sono stati stipulati da parte locataria/locatore e, se non sappiamo che tipo di contratti sono stati stipulati, non possiamo sapere, o meglio, viene meno una delle prerogative sulle quali votavamo l'atto, perché diverso era se non c'erano attività economiche, ma se ci sono delle attività economiche di locazione, non sappiamo di che natura siano, cioè se siano di natura temporanea, così come previsto dalla struttura, e quindi riconducendola al concetto dello studentato, o di altra natura. Assessore, prendetevi il tempo per fare questa verifica. Non si esponga lei e gli Uffici ad un rischio di questa natura, non garantisca lei per chi l'ha sostanzialmente presa in giro, Assessore, non lo faccia, sarebbe un errore. Quindi le chiedo di sospendere. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La parola al Consigliere Liardo, sull'ordine dei lavori. LIARDO Enzo Volevo solo farle notare, non me ne voglia il Capogruppo Curto, non era un ordine dei lavori, ma era un intervento. Certe discrezionalità sempre a seconda da che parte arrivano. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La parola all'Assessore Lo Russo. LO RUSSO Stefano (Assessore) Ho detto prima in premessa che la Regione non ha legiferato, ma non è che è stata del tutto inerte, ha emanato una circolare interpretativa della Legge n. 106, di cui do testuale lettura relativamente alla questione interpretativa di che cosa deve intendersi per razionalizzazione del patrimonio edilizio esistente. Faccio riferimento al comma 9 dell'articolo 5 della Legge n. 106/2011: "Con razionalizzazione del patrimonio edilizio esistente si devono intendere gli interventi volti a valorizzarne l'uso, adeguandolo alle mutate esigenze funzionali, sia in termini edilizi che di destinazione d'uso". Questo è il testo della circolare regionale a cui noi, come Città di Torino, dobbiamo fare riferimento, trattandosi di una Città situata nella Regione Piemonte. Ne do rilettura: "Con razionalizzazione del patrimonio edilizio esistente", che è uno dei sottopunti di applicazione del "Decreto Sviluppo", la Regione individua che "si devono intendere gli interventi volti a valorizzarne l'uso, adeguandolo alle mutate esigenze funzionali, sia in termini edilizi che in termini di destinazione d'uso". Questa di cui stiamo discutendo è una variazione di destinazione d'uso, che verosimilmente è atta a valorizzare l'immobile. Questo lo dice la Regione Piemonte nella circolare, a cui ovviamente, in assenza di un quadro normativo e, comunque, anche qualora adottassimo la deliberazione di indirizzi del Consiglio Comunale, dovremmo in ogni caso fare riferimento nel campo di applicazione. È chiaro che è una circolare regionale, non è un atto di Legge, ma, in assenza di puntuali indirizzi, è nostro obbligo interpretare la norma conformemente a quanto individuato dall'Ente sovraordinato che ha competenza giuridica a farlo. Ed è questa la ragione, sommata al fatto che non esiste alcun riferimento esplicito né implicito nella normativa relativamente all'occupazione o meno dell'edificio in oggetto, in ordine all'applicazione o meno della Legge 106, il combinato disposto dell'assenza di previsione normativa, esplicita o implicita sullo stato dell'occupazione e di quanto testé letto, cioè l'indirizzo che viene dato al termine razionalizzazione del patrimonio edilizio esistente, che è chiaramente assolutamente assimilabile a quanto stiamo discutendo, rende sostanzialmente chiari, ovviamente nella prerogativa del Consiglio, che è assolutamente sovrano nel concedere o meno la deroga al Piano Regolatore relativamente a questo cambio di destinazione d'uso, i termini entro cui il Consiglio Comunale è legittimato assolutamente. Certamente, in questa cornice si deve muovere l'Ufficio preposto a raccogliere le istanze dei privati e certamente è l'organo di Governo della Città, nel momento in cui sottopone al Consiglio questo tipo di istanze. Ribadisco che è prerogativa del Consiglio accettarla o meno, ma sul tema dell'applicazione o dell'applicabilità, direi che si è chiarita ulteriormente questa questione. Faccio una breve considerazione personale politica, mi si permetta una breve digressione di qualche minuto. Lo faccio come ragionamento generale: noi oscilliamo in questo Paese tra due concezioni opposte, cioè da un lato abbiamo una normativa urbanistica, figlia della Legge Astengo del 1977, nata e costruita fondamentalmente per governare uno sviluppo spontaneo e, pertanto, concepita anche dal legislatore regionale con un'impostazione tutta atta a normare fino al livello di isolato le singole destinazioni d'uso funzionali allo sviluppo della Città; perché? Perché negli anni Settanta, probabilmente il Consiglio Regionale era in presenza di una Città che ha raddoppiato la sua popolazione in meno di otto anni ed, evidentemente, c'era l'esigenza di normare questo tipo di impostazione. Ed è questa la vera ragione per cui il Consiglio Comunale in questi anni, a valle dell'approvazione del Piano Regolatore 1995, figlio di quella Legge, ha dovuto variare il Piano Regolatore centinaia di volte. Perché pensate la discussione surreale che abbiamo fatto in quest'Aula sul cambio di destinazione d'uso di Palazzo Bricherasio, quando il Consiglio Comunale per due volte si è dovuto esprimere sul cambio di destinazione d'uso di un piano di un palazzo, perché il quadro normativo è figlio di quella logica lì. Pertanto, quello che capita è che, evidentemente, qualunque tipo di impostazione e di variazione al nostro strumento urbanistico si trascina dietro un appesantimento assurdo e difficilmente, credo, inspiegabile, nel momento in cui ci si confronta anche con altre Regioni un pelo più evolute del Piemonte, o certamente all'estero, nel provare a spiegare come mai l'Assemblea legislativa, o comunque il Consiglio Comunale di una Città di un milione di abitanti deve esprimersi sul singolo provvedimento, quando riguarda micro-porzioni di Città e - aggiungo una considerazione politica personale - perdendo completamente di vista in molti casi nel dibattito il vero ruolo che dovrebbe teoricamente avere l'Assemblea del Consiglio Comunale, cioè disegnare le strategie di sviluppo ad una scala adeguata al rango dell'Assemblea, che è un rango di Assemblea quantomeno cittadina e auspichiamo a breve di Area Metropolitana. A fronte di questo estremo, il Legislatore è intervenuto con una Legge che nello spirito condivido totalmente, che è figlia di una logica che prova ad individuare procedure più semplificate, proprio per evitare questo stillicidio di riflessioni e di deliberazione dei Consigli Comunali. Negli effetti, in termini del tutto teorici, potenzialmente scardina alla base completamente qualunque tipo di valutazione di carattere urbanistico, in quanto, non introducendo parametri sulla vetustà degli immobili, sul grado di occupazione, sulla dimensione di applicabilità della Legge, non introduce nulla, introduce per Legge una serie di elementi che di fatto sono all'opposto relativamente all'impostazione culturale e dirigista che ha invece la Legge n. 56/77, ancorché modificata nell'arco degli anni. Il Consiglio Comunale, questo, come gli altri Consigli Comunali, si trovano in mezzo a questi due estremi: da un lato una Legge e un Piano Regolatore che - scusate l'espressione più o meno simpatica - prova a spaccare l'isolato in sotto-isolati, addirittura arriva a definire a quale piano mettere le questioni; dall'altro, uno strumento che potenzialmente va in deroga a qualunque tipo di intervento programmatorio, a qualunque tipo di ragionamento urbanistico e di prospettiva di sviluppo. Penso che, oggi, siano maturi i tempi - e colgo questo spunto di riflessione generale - per mettere mano pesantemente alla Legge Regionale n. 56/77, che è completamente anacronistica e non consente in alcun modo lo sviluppo del nostro territorio, che, infatti, deve essere supportato e non controllato, perché è cambiato il mondo. Dagli anni Settanta al 2014 è cambiato il mondo e, oggi, abbiamo l'esigenza di strumenti normativi e strumenti economici che servano a supportare lo sviluppo, non a governarlo e controllarlo. Dall'altro lato, è altrettanto evidente che ormai è emergenziale l'esigenza di toccare la Legge Urbanistica Regionale onde poter mettere una pezza, qualora non lo faccia il Governo nazionale, agli effetti potenzialmente dirompenti in termini di mancato - in questo caso - controllo del processo da parte dei singoli Consigli Comunali. In questo modo spero di avere risposto anche alle considerazioni del Consigliere Curto, visto che comunque la Legge ed il nostro Statuto demandano l'ultima parola in ordine alla concessione della deroga, che però, dal punto di vista formale e - aggiungo - anche se riteniamo sostanziale, è coerente con il Decreto Sviluppo vigente e la circolare Regionale emanata dalla Regione Piemonte. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Ho degli iscritti sul merito come dichiarazione di voto... (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Sì, eravamo in dichiarazione di voto, però essendo stato presentato un emendamento, passiamo all'analisi di questo emendamento. L'emendamento n. 3, presentato dall'Assessore Lo Russo, recita: FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Nella narrativa, a pagina 3, eliminare l'ultima riga: "L'immobile non è mai stato occupato e, pertanto, non vi è alcuna attività economica in atto:". La parola al Consigliere Ricca. RICCA Fabrizio Il fatto che l'Assessore Lo Russo sia l'unico presente in Aula sui banchi della Giunta non vorrei che fosse un segnale che le vogliono mandare i suoi Colleghi, anche perché questo emendamento mi ricorda, in maniera molto più sintetica, una scena vista circa un anno e mezzo fa relativamente ad un'altra proposta di deliberazione (non voglio entrare nel merito di cose passate) e sicuramente non snatura la proposta di deliberazione, ma cambia completamente il punto di vista con cui si guarda l'Assessorato. Noi discutiamo una proposta di deliberazione e gli emendamenti, arriviamo in votazione e, a due minuti dal voto, una maggioranza che conta 28 Consiglieri si accorge che dentro ci sono delle persone che hanno dei contratti e che bisogna correre per fare un emendamento - quello che ci avete presentato adesso -, perché, altrimenti, non si sa bene che cosa potrà accadere. Questa si può chiamare semplicemente negligenza ed io mi vergogno di essere rappresentato da una Giunta negligente. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Purtroppo, è anche la mia Giunta. Detto questo, non parteciperò alla votazione dell'emendamento (non votando favorevolmente la proposta di deliberazione, sono contrario), perché voglio vedere come andrà a finire. Entrerò nel merito della proposta di deliberazione in fase di dichiarazione di voto, dicendo quello che penso di questo provvedimento. Però, in questa occasione, voglio mettere in mezzo tutta la maggioranza, che si è accorta a due minuti dal voto che ci sono dei problemi sulla proposta di deliberazione. Se non siete capaci, andate a casa! FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La parola al Consigliere Altamura. ALTAMURA Alessandro Intanto, ringrazio la Giunta per avere accolto la sollecitazione. Trovo quantomeno singolare l'intervento del Consigliere Ricca, ancorché possa essere comprensibile, visto che non è ancora conclusa o si è conclusa soltanto ieri sera la campagna elettorale e quindi, forse, i toni sono ancora un po' figli dell'hybris e dei combattimenti sul territorio della Lega, ma, per quanto sia inflessibile rispetto ad alcune posizioni anche articolate che spesso propone la Giunta, in questo caso non mi sento di non sottolineare come la proposta di deliberazione…e, forse, questo non è definibile come negligenza, visto che, Consigliere Ricca, la discussione l'abbiamo fatta lunedì scorso... (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Lunedì scorso, Consigliere Ricca! Mi perdoni ovviamente se la disturbo, poi mi inchino alla sua esperienza nel settore, ma, se lei ha ulteriori elementi da darmi, io taccio immediatamente, però, in assenza di questi elementi, le ricordo sommessamente che il fatto che alcuni di questi vani fossero occupati è emerso durante la discussione di lunedì scorso, quando, fra l'altro, il Consigliere Levi-Montalcini ha sollevato la questione. A fronte della questione sollevata e, ovviamente, anche del dibattito, oggi ci ritroviamo qui a discutere. La Giunta sta dimostrando la buona volontà che è stata richiesta anche rispetto al quadro generale normativo; sono d'accordo, anzi, mi fa piacere che, per la prima volta, in Consiglio Comunale si sia discusso, anche se solo per cinque minuti, di visione dell'urbanistica di questa Città; l'Assessore stesso ha detto che la Legge del 1977 è superata e vetusta, ma, in realtà, gli strumenti attuali sono altrettanto vetusti, come le ho detto, visto che il nostro Piano Regolatore del 1993 ha 300 Varianti e forse, rispetto al quadro di riferimento del territorio della Città, andrebbe in qualche modo ripensato. Visto che le ho sottolineato, Consigliere Ricca, come questa discussione verta sul fatto che abbiamo chiesto un emendamento per cassare quella frase, aggiungo, Assessore Lo Russo, che, proprio perché la proposta di deliberazione ha avuto la richiesta di cambio di destinazione d'uso rispetto a questo sito a novembre e questo atto è stato presentato dalla Giunta Comunale il 4 dicembre 2013, è possibile (non è da escludere, ma è possibile) che, dopo sei o sette mesi, un operatore economico, probabilmente in una situazione di grave difficoltà e criticità, abbia cercato in qualche modo di non trascurare l'aspetto che stiamo discutendo in questo momento. È anche vero che l'aspetto legato alla contemporaneità di quel capoverso della proposta di deliberazione andava aggiornato e, ovviamente, doveva essere la Giunta a farlo. Mi fa piacere che ci sia questo ravvedimento operoso ed apprezzo lo sforzo anche rispetto al quadro generale normativo che abbiamo chiesto venga discusso nelle Commissioni competenti con gli indirizzi che lei dovrà presentare. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Personalmente non ravvedo... (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Le permetto di intervenire, ma pensi quante volte sarei dovuto intervenire io per fatto personale. La parola, per fatto personale, al Consigliere Ricca. RICCA Fabrizio Presidente, lei può intervenire tutte le volte che vuole, nessuno l'ha mai messa in discussione, almeno da questa parte dell'Aula. Detto questo, la proposta di deliberazione è del 4 dicembre 2013 ed è andata in Commissione la prima volta il 19/12/2013 fino a qualche settimana fa, per cui io voglio dire che, se in sei mesi chi deve analizzare non analizza, è negligente. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La parola al Consigliere Curto. CURTO Michele Intendo intervenire sull'emendamento proposto dall'Assessore Lo Russo. Assessore, le ribadisco quello che le chiedevo prima, su cui non ho sentito che cosa ha detto. Lei ci ha letto la circolare, che peraltro le ho sottratto, perché gliela volevo citare, in quanto, da non esperto di urbanistica, leggo: "Esso riguarda esclusivamente la razionalizzazione del patrimonio edilizio esistente, la riqualificazione di aree urbane degradate, la riqualificazione di edifici a destinazione non residenziale dismessi, o in via di dismissione, ovvero da ricollocare". Mi sembra che rientriamo solo nel primo caso, la razionalizzazione del patrimonio edilizio esistente. Poi, si specifica: "Con razionalizzazione del patrimonio edilizio esistente si devono intendere gli interventi volti a valorizzarne l'uso, adeguandolo alle mutate esigenze funzionali, sia in termini edilizi che di destinazione d'uso". Scusi la ridondanza, però dalla proposta di deliberazione che ha presentato (e che io non ho esaminato in sede di Commissione) leggo che l'interesse pubblico sul quale noi dovremo pronunciarci sta nella difficoltà dell'operatore di svolgere il compito per cui ha costruito quella struttura, cioè una residenza collettiva. Però le date parlano chiaro, perché, a dicembre, si ottiene l'autorizzazione edilizia… (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Le dica lei le date. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). L'agibilità. A marzo si fa la richiesta che poi porta a questo atto. E oggi, proprio mentre votiamo - a questo proposito ha ragione il Consigliere Ricca -, scopriamo che, in realtà, la residenza collettiva funziona, perché, Assessore, non solo quella residenza è piena, ma, quando ho chiamato l'agenzia che si occupa della locazione (perché, oltre a suonare i campanelli e disturbare la povera gente, ho deciso di chiamare anche l'agenzia), mi ha detto che hanno una sola disponibilità, affittano a 600,00-700,00 Euro un bilocale e la struttura è piena. Ma dov'è la mutata esigenza? Non capisco. Dove starebbe l'interesse pubblico? Non capisco. Assessore, come le ho già detto, questo emendamento va nella direzione giusta; sospenda la proposta di deliberazione ed accerti se esiste effettivamente l'esigenza, cioè se quella residenza collettiva non riesce a vivere la sua vita di residenza collettiva e, quindi, deve andare incontro ad una mutazione genetica autorizzata da quest'Aula, perché, altrimenti, questo emendamento non è sufficiente. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Scusate, concludiamo il dibattito di... (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Sì, Consigliere, ma dobbiamo andare avanti. La parola, sull'ordine dei lavori, al Consigliere Liardo. LIARDO Enzo Si continua a chiedere di sospenderla, ma non si può, visto lo stato in cui è arrivata la proposta di deliberazione. Procediamo ed andiamo avanti, perché abbiamo delle proposte di ordine del giorno... FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La parola, sul merito dell'emendamento, al Consigliere Viale. LIARDO Enzo Il mio intervento era sull'ordine dei lavori, Presidente. Me ne dia atto. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Certo, l'ho fatto. La parola al Consigliere Viale. VIALE Silvio Colgo con favore l'emendamento, che non modifica assolutamente la questione, e mi diverto un po' a vedere i Colleghi arrampicarsi sui muri, perché, quando io apro bocca, cerco sempre di parlare pensando a quello che dico ed informandomi. L'Assessore è stato accusato di non essersi accorto di qualcosa e di non aver nemmeno provveduto negli ultimi giorni a passare in via Frinco o, almeno, a guardare su Google Maps. Quando il Consigliere Levi-Montalcini ha detto che era occupato, sono andato la sera stessa a vedere la situazione ed ho scoperto che, appeso alle due vetrine, c'è un cartello in cui è scritto: "Affittasi per uso temporaneo bilocali arredati". C'è la sede di Bertolino, che occupa due numeri, ci sono 48 campanelli (non li ho suonati, perché non sono così maleducato) e, guardando i balconi e le finestre (due avevano le tendine, in uno c'era una bici, e un altro ancora), quattro o cinque appartamenti sono apparentemente occupati. Poi ho consultato Google Maps, che fa una panoramica completa di tutto l'edificio. Non so a che data risalga, ma vi è una parte che è completamente chiusa, mentre, dall'altra parte, ci sono alcuni appartamenti, alcuni bilocali (con una bicicletta, con una bandiera cubana ed altro). Quindi, qualunque Consigliere Comunale... (INTERVENTO FUORI MICROFNO). Cubana non lo so, perché è uguale, ma ha le strisce rosse e gialle. Per cui può darsi che sia un'altra... FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Intervenga sul merito, gentilmente. VIALE Silvio Ovviamente, ho detto cubana in omaggio agli amici e compagni di SEL, che si sono subito esaltati a vedere un avamposto di libertà in via Frinco. Quello che mi chiedo è che la questione è abbastanza poco seria, perché, se chi ha questo stabile non occupato e vuoto da più di un anno ormai, lo affitta in modo transitorio, non vuol dire che sia tutto pieno e che l'attività economica funzioni. Affittare ogni tanto, per uno o due mesi, per uso transitorio alcuni bilocali non equivale ad averli tutti pieni. Ho capito che per voi il fatto che uno faccia profitto è il massimo del peccato, ma io sono convinto che, invece, in un Paese normale la gente investe i soldi e cerca di guadagnarci, purché sia legittimo. È una cosa più che legittima chiedere al Comune una modifica, secondo una Legge che si può anche non condividere, che però, lo ribadisco, è stata fatta da un Governo che appoggio e che SEL non appoggia, quindi mi pare normale che SEL abbia una posizione anche critica all'origine, mentre io, pur essendo critico per alcuni versi, lo ritengo il male minore, che aveva una finalità ben precisa... FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La invito a concludere il suo intervento, Consigliere Viale. VIALE Silvio …e mi pare che la questione sia abbastanza irrilevante. Dopodiché, al n. 5 di via Frinco, lo dico in modo molto franco, c'è un palazzo, della stessa struttura e probabilmente fatto dalla stessa impresa, di edilizia privata, in cui tutti gli appartamenti sono occupati. Siccome stiamo discutendo di quanti sono gli appartamenti occupati e di chi deve andare a suonare i campanelli, visto che sono passato un paio di volte ed ho scoperto dov'era - prima non lo sapevo -, dico semplicemente che non mi pare che la strategia imprenditoriale ed immobiliare di questa Città cambi perché un imprenditore, che ha tentato un investimento che avrebbe portato fino alla fine (anche, magari, non guadagnandoci, ma rimettendoci), prova l'opportunità di tentare una nuova strada - ma non è detto che la nuova strada funzioni -, visto che la Legge lo permette, in quanto il Consiglio Comunale può benissimo rifiutare; però, non andiamo a scomodare i massimi sistemi, perché mi sembra abbastanza ipocrita. Credo che sia legittimo dare questa opportunità. Si tratta di 48 bilocali (se i campanelli corrispondono) ed auguro a chi li ha costruiti di riuscire ad occuparli in qualche modo, perché il rischio è che arrivi alla fine, con il clima che c'è in questa città, ed i locali rimangano vuoti comunque, al di là della modifica. Se, poi, la Legge permette a qualcuno di guadagnare un po' di più rispetto a quello che poteva, fa parte delle regole del gioco, nel senso che la Legge lo permette e non sta sicuramente a me entrare nel merito di una Legge del Governo, in qualche modo interpretata dalla Regione - auguro al Presidente Ferraris di fare l'Assessore all'Urbanistica, come dicono i rumors -, ed il Consiglio Comunale deve solo prenderne atto e, in qualche modo, approvare. È legittimo che ogni Consigliere esprima la sua opinione, ma mi sembra che stiamo facendo una tragedia esagerata per una questione, tutto sommato, ridimensionata. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La parola al Consigliere Magliano. MAGLIANO Silvio Ringrazio i Consiglieri anche della possibilità di intervenire. Secondo me, il problema che abbiamo in quest'Aula... FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Stiamo intervenendo sull'emendamento. MAGLIANO Silvio Intervengo su tutto, perché, a forza di interventi sull'ordine dei lavori, non la finiamo più. Secondo me, in quest'Aula abbiamo un problema con la parola "sviluppo" ed abbiamo un problema con quella che è definibile come la gerarchia delle fonti. Infatti, al di là del fatto se sia occupata o meno - non mi sono addentrato come il Consigliere Viale a guardare che cosa era occupato e che cosa non era occupato -, abbiamo, secondo me, un problema su che cosa intendiamo per residenza universitaria, residenza ad uso temporaneo e residenza collettiva. Secondo me, c'è un problema nel modo in cui affrontiamo le proposte di deliberazione e questo, però, lo dico dal punto di vista dello studio delle stesse. Quest'Aula o i Consiglieri che non sono d'accordo su questa questione, più che venire a discutere con l'Assessore, dovrebbero fare incidentalmente ricorso alla Corte Costituzionale, perché il vero problema è che questa è una Legge dello Stato. Ho scoperto che, nel 2011, il Consigliere Viale appoggiava il Governo Berlusconi, perché questa è una Legge Tremonti ed è una Legge che ha nella sua parola "sviluppo" l'idea di che cosa ha senso fare e non fare. Per quanto riguarda quello che diceva, invece, il Consigliere Levi-Montalcini, su alcuni interventi che ha fatto in Commissione rispetto alla calendarizzazione dei Decreti Sviluppo e, quindi, alla possibilità che ci sia un'operazione omogenea delle Varianti urbanistiche (perché ogni Decreto Sviluppo chiede di fare una piccola Variante e la fa in termini molto ridotti) si potrebbe aprire un ragionamento, ma non un ragionamento che blocchi i Decreti Sviluppo. Da questo punto di vista (forse, lo dico anche perché ho seguito questo tema in Commissione), se la Legge nazionale ci permette di fare una cosa di questo tipo ed i Consiglieri sanno qual è l'attenzione che i nostri dirigenti e funzionari mettono su ogni atto... Tante volte in Commissione ho detto che forse dovremmo essere un po' più proattivi: se arriva in Aula un atto del genere, vuol dire che rispetta qualsiasi tipo di norma nazionale e circolare regionale e che non vi è nulla che sia in contrasto con la nostra Legge dello Stato. Infatti, secondo me, il problema non è l'ammissibilità o meno di questo, ma l'idea che abbiamo di sviluppo come Città, perché, invece di parlare delle Varianti e di quello di cui l'Assessore Lo Russo discuteva sui giornali (cioè di che Città vogliamo discutere e di quali siano le nostre prospettive), noi discutiamo di extra oneri di 120.000,00 Euro. Tra l'altro, vorrei anche chiedere alle componenti più dogmatiche su questo argomento se questi extra oneri potrebbero permettere a questa Città di svendere meno asili e di mantenere più partecipazioni sull'attività pubblica, perché dovremmo fare attenzione a questo. Da questo punto di vista, mi piacerebbe capire quanti Decreti Sviluppo abbiamo in cantiere e quanti extra oneri potrebbero arrivare alla nostra Città, perché - lo dico anche ai Consiglieri dell'opposizione -, magari, mettendone in fila uno dopo l'altro, questi sono 120.000,00 Euro, ma, a mio parere, la cifra è destinata a salire considerevolmente; non parliamo di 120.000,00 Euro, ma parliamo di milioni di Euro che, insieme, permetterebbero a questa Città di abbattere il debito, di fare degli investimenti o, comunque, di non dover vendere dei servizi che abbiamo in questo momento. Mi scuso con il mio Capogruppo, ma ritengo che sia una misura adeguata tutte le volte che ci sarà un Decreto Sviluppo, indipendentemente dall'appartenenza ad un Partito o meno, perché, tra l'altro, i Consiglieri sanno che in alcune Amministrazioni i Decreti Sviluppo passano in Aula, mentre in altre no (possono essere fatti direttamente dall'Assessore attraverso la Giunta), per cui si è scelto di portarli in Aula. Da questo punto di vista, a mio giudizio, una variazione di questo tipo ha un senso e, nello stesso tempo, quando parliamo di sviluppo, secondo me abbiamo delle idee diverse; una parte dell'opposizione voterà comunque sempre contro, perché è una proposta di un certo tipo di Giunta, mentre io penso che, quando si entra nel merito delle questioni, invece si possa vedere una possibilità di cambiamento della Città. Si tratta di un cambiamento che, come i Consiglieri sanno, non implica alcun tipo di cemento in più, quindi non stiamo asfaltando dei prati attraverso l'utilizzo del Decreto Sviluppo e quindi, Presidente, dichiaro per il verbale il mio voto favorevole. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Prima di concedere la parola sull'ordine dei lavori, vorrei sapere se vi sono ancora interventi sul merito. La parola al Consigliere Grimaldi. GRIMALDI Marco Credo che dobbiamo stare nel merito dell'emendamento e mi dispiace che il Presidente, invece di dirlo a quelli che hanno preso poc'anzi la parola, lo dica così in termini preventivi. Ringrazio chi ha depositato l'emendamento, quindi l'Assessore stesso, se ho capito bene. Se uno scrive una parte nella narrativa, in cui ci sono le motivazioni che in qualche modo ci portano a prendere in considerazione il testo, e se queste considerazioni sono errate (perché, probabilmente, sono state fatte prima - è anche possibile questo -, in quanto, mentre si predisponeva la proposta di deliberazione - come diceva prima, forse, il Consigliere Altamura -, probabilmente l'immobile era vuoto e non era occupato) e nel frattempo è successo altro, a me sembra del tutto normale dire che almeno venga eliminato dalla narrativa quello che è un dato che, ormai, è contestato, cioè quello in cui si dice che l'immobile non è mai stato occupato e pertanto non vi è alcuna attività economica in atto. Quindi, io voterò... (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Infatti, mi ha ascoltato? Ho detto che, anche fosse successo sei mesi fa, nessuno ha preso un abbaglio, perché è semplicemente cambiata la condizione ed è giusto farlo notare nella nostra discussione e, quindi, votare favorevolmente questo emendamento. Anticipo che, insieme al Consigliere Curto, presenterò un secondo emendamento, perché, oltre a questo piccolo fatto, nella pagina successiva (se vuole lo anticipo, così non devo rispiegarlo), si dice che: "In relazione al carattere derogatorio, la sussistenza del concreto e specifico interesse pubblico (...)", quindi c'è un interesse pubblico, che, ovviamente, è identificato dai proponenti nel dircelo. Sapete dove sarebbe un interesse pubblico? Nella difficoltà di trovare operatori interessati alla gestione di residenze collettive, a causa della particolare situazione economica. Ha ragione il Consigliere Curto quando dice che, allora, quelli che sono in atto sono contratti in contrasto con quello che c'è scritto oggi nella proposta di deliberazione. Perché, oggi, sempre a pagina 4 c'è scritto: "In attuazione delle citate norme del P.R.G., nelle aree normative 'SP' poste nella parte piana della città non è ammesso l'insediamento della destinazione residenziale privata, consentita, viceversa, nella zona collinare". Visto che, di fatto, ci stanno dicendo che non riescono a darla ad un gestore che fa residenze collettive e, dall'altra parte, che attualmente non è ammesso l'insediamento dell'edilizia residenziale privata e che è un interesse pubblico concreto e specifico quello di identificare la difficoltà di trovare operatori interessati alla gestione di residenze collettive, mi chiedo se siamo proprio sicuri che non stiano facendo residenze collettive e, quindi, stiano facendo residenza privata. Perché, se fosse così, attualmente andrebbero in contrasto con il Piano Regolatore. Delle due, l'una: o votiamo anche questo secondo emendamento, in cui almeno togliamo questo interesse pubblico (perché non lo vedo, soprattutto nel dire che questo non riesce a gestire delle attività collettive, in quanto, qualora invece fosse vero che le gestisce, sarebbe in contrasto con il Piano Regolatore) e, pur votando personalmente contro la proposta di deliberazione, almeno voi vi tutelate se voterete a favore, oppure la sospendiamo, come chiedeva il Consigliere Curto, e, come avevamo detto, scusateci se stiamo facendo in Aula la discussione, ma non l'abbiamo voluta noi. Qualche Consigliere, in particolare il Consigliere Viale, ci ha chiesto di mandarla in Aula senza richiedere la calendarizzazione in Commissione, per cui almeno non ci fate la predica sul fatto che ne stiamo discutendo in questa sede. Non ne abbiamo avuto la possibilità: l'abbiamo discussa una volta, abbiamo chiesto di ricalendarizzarla, ma non è stato fatto e, adesso, siamo in Aula a discuterne. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Non ho altri iscritti per intervenire sull'emendamento n. 3. La parola, sull'ordine dei lavori, al Consigliere Ricca. RICCA Fabrizio Vista quella che è la discussione e visto che giovedì è programmato un altro Consiglio Comunale, chiedo di sospendere questa proposta di deliberazione; nel caso, chiedo che la mia richiesta venga posta in votazione. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La parola, per la replica, all'Assessore Lo Russo. Intanto, sto verificando l'emendamento. LO RUSSO Stefano (Assessore) Il Consigliere Grimaldi ha centrato il punto stavolta, nel senso che... (INTERVENTO FUORI MICROFONO). No, ma prima, infatti… Non ho alcuna difficoltà, l'ho presentato io perché, effettivamente, era un refuso... (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Nel senso che ha ragione quando mette in evidenza la definizione di collettiva-non collettiva in ordine all'applicabilità o meno. C'è un piccolo problema, Consigliere Curto: purtroppo, non abbiamo normato nel nostro Piano Regolatore che cosa è collettiva e che cosa non lo è e che cosa è temporanea e che cosa non lo è. Quindi, il dettaglio da lei evidenziato non è al momento nella soluzione e nella disponibilità neanche degli Uffici, in quanto, ammesso e non concesso che il suo ragionamento sia valido, nel nostro Piano Regolatore non esiste una definizione che lo individua in maniera puntuale - torno anche a ribadire che dobbiamo ricordare che il nostro Piano Regolatore è figlio di una cosa del 1995 - e che entra nel merito di quelle che sono le considerazioni da lei esposte e che, quindi, potenzialmente consente di includerlo o di escluderlo sulla base delle sue riflessioni. Per questa ragione, pur capendo il senso dell'emendamento, in ogni caso non posso dire che sia un emendamento che mi trova d'accordo, perché non è che tutela di più o di meno, ma non è normato e, quindi, al momento non è possibile andare a discutere ed a disquisire sul fatto di che cosa sia una residenza collettiva e di quale sia l'utilizzo temporaneo o meno in assenza di una previsione di Piano Regolatore ad identificarli. Però, Consigliere Curto, per il ragionamento che facevo prima, anche qui cerchiamo di essere un po' pragmatici, perché spero che nella successiva proposta di deliberazione, che è di grandissima importanza per la Città (in quanto diciamo che diamo una soluzione ad una vicenda che da oltre 20 anni impegna la zona Nord di Torino e mi riferisco alla discussione della Variante n. 288 di Falchera), ci sarà lo stesso afflato sulla collettivizzazione o meno delle residenze e, quindi, Consigliere Grimaldi, che cosa viene collettivizzato o meno è un elemento che, ad oggi, non è in qualche modo normato del nostro Piano Regolatore. Per questa ragione, pur capendo e condividendo l'impostazione che è stata data nella motivazione dell'emendamento, è complesso e sostanzialmente per noi non è possibile togliere l'elemento relativo all'interesse pubblico sulla base del concetto di residenza collettiva o meno, perché questo elemento non l'abbiamo codificato. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Intanto, ho ritirato l'emendamento n. 4. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). L'ho ritirato io, quindi vuol dire che è vidimato dagli Uffici. Sì, in quel senso lì. Non l'ha ritirato lei, l'ho ritirato io. Mi scusi, l'ho accolto. Adesso gli Uffici stanno distribuendo la copia. Non essendoci altre richieste di intervento, pongo in votazione l'emendamento n. 3. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Siamo in fase di votazione, non si può sospendere. Abbiamo già risposto durante l'altro Consiglio, non si può sospendere una proposta di deliberazione in fase... (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Gliel'abbiamo già detto lo scorso Consiglio, si può ritirare, ma l'Assessore non intende farlo. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Gliel'ho già spiegato in Conferenza dei Capigruppo, gliel'ho già spiegato durante l'altro Consiglio e glielo rispiego adesso, non si può fare, Consigliere. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Il Consiglio Comunale è sovrano, salvo quelle che sono o non sono regolarità. Presenti 26, astenuti 3, favorevoli 23. L'emendamento n. 3 è approvato. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Passiamo all'analisi dell'emendamento n. 4, presentato dai Consiglieri Grimaldi e Curto. Vi sono richieste di intervento? (INTERVENTO FUORI MICROFONO). L'illustrazione è molto semplice, riguarda la soppressione del penultimo paragrafo. Qual è il parere della Giunta? LO RUSSO Stefano (Assessore) Ho avuto modo di esprimermi prima; forse c'era un po' di distrazione in Aula, ma ripeterò il concetto brevemente. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). No, lo spiego, perché amo spiegare le ragioni delle scelte politiche ed ammorbare di spiegazioni, anche se, alle volte, mi rendo conto... Quello che sta alla base dell'emendamento proposto dai Consiglieri di SEL è un ragionamento in punta di diritto corretto, ma che nel nostro caso specifico, non avendo il nostro Piano Regolatore normato il concetto di residenza collettiva in maniera puntuale, in qualche modo renderebbe del tutto fuorviante introdurre l'elemento di rimuovere in maniera così puntuale, nel senso che, ovviamente, richiederebbe un'indagine come quella che ha fatto il Consigliere Curto, adeguandola attraverso la Conservatoria dei Registri Immobiliari, per vedere il tipo di contratto; ovviamente, questo non è normato. Non essendo normato, il parere sull'emendamento è negativo, in quanto l'eventuale rimozione dalla proposta di deliberazione del capoverso eliminerebbe, di fatto, la dizione sull'interesse pubblico e, in qualche modo, riteniamo che sia utile mantenerla. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La parola al Consigliere Grimaldi. GRIMALDI Marco Spiego per quali motivi manterremo ugualmente questo emendamento. Il primo motivo è che vogliamo togliere da questa proposta di deliberazione qualsiasi interesse pubblico, perché per noi non c'è alcun interesse pubblico. Sono molto contento che sia presente l'Assessore Pellerino, non solo perché ci rappresenta (in quanto nostro Assessore in Giunta), ma perché mette al centro la contraddizione di questa proposta di deliberazione. Dico di più: quando si cambia un fabbricato esistente da residenza collettiva per studenti e pensionato a residenza privata, bisognerebbe almeno verificare se è vero, posta la loro autodichiarazione, che non ci sono interessi privati e pubblici ad avere lì una residenza collettiva. Quindi, questa, intanto, la vorremmo togliere. Secondo. L'Assessore, giustamente, ci dice che il nostro ragionamento ha un senso, ma che nei nostri Regolamenti e nel nostro Piano Regolatore non si definisce così bene che cos'è collettivo. Allora, mi chiedo: che permesso di costruire gli abbiamo dato tre o quattro anni fa? Terzo. Se è conforme al Piano, allora uno che ha residenze collettive, oggi, a parte non riuscire a trovare un operatore che gliele gestisca tutte insieme, può fare quello che vuole? Cioè, può affittarle a privati? Può, in qualche modo, darle temporaneamente? Perché, se è così, se può già fare quello che vuole, che motivo c'è di fare il cambiamento di destinazione d'uso? Fate come volete. Noi vi diamo almeno la possibilità di dire che c'è un interesse pubblico perché lui ha delle difficoltà nel piazzarlo sul mercato. Diciamoci la verità; non ci dica, Consigliere Viale, che siamo contro il profitto o contro gli interessi dei privati e non vendeteci come pubblico il problema che lui vorrebbe farci più soldi. Non è un problema pubblico, è un problema del privato. Non prenda a caso il Decreto Sviluppo per dirci che ci sono problemi a piazzare residenze collettive studentesche e sociali in città, quando il Sindaco sta per fare un Piano. Cioè, noi vogliamo dire a tutti gli operatori della città di venire qui, di fare social housing e di fare residenze collettive per studenti e per anziani e, poi, al primo che ci dice: "Scusate, ho finito di costruire a novembre, a marzo vi faccio l'istanza", sapete cosa ne facciamo del Piano di Fassino sul social housing e sull'Università? Vi risparmio dove ce lo mettiamo! Quindi, io vi chiedo qual è oggettivamente l'interesse pubblico a fare questa cosa; vi chiedo di votare l'emendamento n. 4 e, se la Giunta non ha ancora capito che deve ritirare questo atto, di votare contro l'intera proposta di deliberazione. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La parola al Consigliere Ricca. RICCA Fabrizio Annuncio che il nostro voto all'emendamento sarà favorevole. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Il parere della Giunta si era già espresso. Non essendoci altre richieste di intervento, pongo in votazione l'emendamento n. 4: presenti 31, astenuti 8, favorevoli 7, contrari 16. L'emendamento n. 4 è respinto. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La parola, per dichiarazione di voto, al Consigliere Bertola. BERTOLA Vittorio Io sono stato qui tranquillo a sentire tutta questa discussione che, veramente, è un po' ai limiti dell'assurdo, nel senso che sono contento di aver visto una parte della maggioranza che, finalmente, legge attentamente una proposta di deliberazione, non solo, ma solleva dei problemi palesi e non li manda avanti come se nulla fosse, semplicemente perché la Giunta dice che le cose vanno bene così. Quindi, in realtà, è un complimento alla maggioranza, almeno ad una parte della maggioranza. Però, devo dire che non ci voleva molto, nel senso che è bastato un unico passaggio di questa proposta di deliberazione in Commissione per far capire a tutti quelli che erano presenti di che cosa si stava parlando; veramente, eravamo tutti con gli occhi di fuori, nel senso che il Decreto Sviluppo nasce come strumento per la riqualificazione del patrimonio edilizio, ma con il senso di avere qualcosa di abbandonato di cui non si sa che cosa farne e per evitare di avere un'area degradata, allora si deroga al Piano Regolatore e quindi si concede di farne qualcos'altro, sperando che in questo modo lo si possa riutilizzare. Qui, nella versione torinese, è già diventato un modo per cui io costruisco un palazzo e, finito di costruirlo, immediatamente, o dopo un anno, o dopo un brevissimo tempo, dico: "Non mi piace quello che ho costruito, cambiamolo immediatamente", anche se il degrado in questo elemento non c'è. Invece, si dà sostanzialmente via libera ad un meccanismo che per noi è potenzialmente piuttosto perverso, cioè quello di eliminare qualunque requisito del Piano Regolatore, perché, a questo punto, basta costruire qualcosa in linea con il Piano Regolatore e poi, alla fine, dire: "Però, non riesco ad usarlo, non riesco a venderlo e quindi facciamo qualcos'altro che magari è più redditizio". Però, il Piano Regolatore escludeva che ciò avvenisse proprio per via di un ragionamento, cioè non a caso, perché non credo che il nostro Piano Regolatore si diverta ad escludere certe destinazioni tanto per rompere le scatole al proprietario dell'area, ma perché c'è un ragionamento dietro. Tutto questo viene sostanzialmente eliminato, com'è avvenuto per il caso del bowling di Mirafiori, che, forse, è il primo che abbiamo visto, anche se era un caso diverso. Anche in questo caso vi è un'applicazione che, sostanzialmente, permette di eliminare il Piano Regolatore. A maggior ragione, però, questo succede quando poi si scopre che, in realtà, il presunto degrado non c'è, perché se la struttura è occupata ed è già utilizzata ampiamente, o non ampiamente, comunque è sede di un utilizzo anche parziale e non è abbandonata a se stessa, non si capisce quale sia veramente il degrado e il pubblico interesse nell'evitare un degrado che non c'è. Faccio notare che io ho dei seri dubbi - non sono un avvocato - sul fatto che questa cosa sia veramente legale, perché ho colto la citazione della Legge che ha fatto l'Assessore, limitandosi però alle prime cinque parole, ma, se si legge tutta, il comma 9, articolo n. 5 (lo leggo, perché non so quanti Consiglieri della maggioranza abbiano letto il testo di questo comma), è vero che dice: "Al fine di incentivare la razionalizzazione del patrimonio edilizio esistente", però poi dice: "Nonché di promuovere e agevolare la riqualificazione di aree urbane degradate con presenza di funzioni eterogenee e tessuti edilizi disorganici o incompiuti, nonché di edifici a destinazione non residenziale dismessi o in via di dismissione, ovvero da rilocalizzare". Io ho dei dubbi che questo "nonché" della Legge possa essere preso come disgiuntivo. Va bene se c'è da recuperare o riqualificare le aree degradate, oppure razionalizzare il patrimonio edilizio, che vuol dire qualunque cosa. Per cui, a questo punto, se con il Decreto Sviluppo si può fare qualsiasi cosa sia razionalizzare il patrimonio edilizio, posso anche unire quattro appartamenti e trasformare il garage in casa. Cioè, tutto è razionalizzazione del patrimonio edilizio. Per cui, mi sembra molto più logica un'interpretazione in cui questo "nonché" non è disgiuntivo, quindi il fine unico è di razionalizzare il patrimonio edilizio, recuperando le aree degradate. Dopodiché, ho visto la circolare interpretativa della Regione, che però non può avere più valore della Legge, quindi ho i miei seri dubbi che questa interpretazione sia corretta e che quello che stiamo per votare, anche se emendato, quindi tolte le palesi falsità che c'erano scritte prima, sia in regola con la Legge. Quindi, non ho capito se ci sarà poi qualcuno che porterà il caso presso i Tribunali amministrativi, però la sostanza è che questo è un atto che non ha nessun pubblico interesse, che dimostra, anzi, paradossalmente, il fallimento di Torino Città Universitaria, se uno lo legge alla lettera, perché il fatto che non si riesca a far funzionare una residenza universitaria nuova a dieci minuti dal Politecnico, vuol dire che forse tutte queste vanterie su Torino Città Universitaria non hanno tutta questa ragione d'essere. Però, è una cosa che interessa al proponente privato, legittimamente, che cerca di massimizzare il profitto che può realizzare nella propria operazione immobiliare, ma, purtroppo - purtroppo per voi -, penso che il Consiglio Comunale non dovrebbe pensare all'utile del privato, ma dovrebbe pensare alla pianificazione generale della città. Quindi, potrei ancora capire e prendere in considerazione una richiesta che venisse a fronte di un palazzo costruito e lasciato vuoto che non si riesce ad affittare in nessun modo e che rischia di diventare un punto di degrado per tutto il quartiere, ma, di fronte ad un edificio che è affittato, almeno in parte, se non in tutto, secondo quello che ha detto anche il Consigliere Curto, che comunque ha dentro delle persone, degli Uffici, che fa girare dei soldi, anche se non sappiamo nemmeno quanti, quali, come e perché, quindi che non presenta alcun elemento di degrado particolare, francamente mi sembra palese che quello che stiamo approvando non è in linea né con il Decreto Sviluppo, né con lo spirito della Legge delle norme urbanistiche e quindi che serve semplicemente all'interesse di qualcuno che ne trarrà un beneficio. Per questo motivo, il nostro voto sarà ovviamente contrario. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La parola al Consigliere Ricca. RICCA Fabrizio Il mio voto contrario a questa proposta di deliberazione è principalmente il voto contrario ad un Decreto Sviluppo che, dal mio punto di vista, nasce con una prerogativa giusta, ma poi sfocia, come in questi casi, in situazioni sbagliate. Dico questo perché questa Amministrazione ha dato prova che, quando vuole, con il sistema tradizionale, in due mesi riesce a far passare una Variante dall'approvazione all'adozione fino alla votazione finale, quindi in maniera assolutamente trasparente. Penso alla Variante della Continassa, che in un mese e mezzo è stata portata in Giunta, è stata votata dalla Giunta, è passata la prima volta in Aula, è ritornata esattamente un mese dopo in Aula, perché, quando si vuole, si riesce a fare in fretta, non c'è bisogno di un Decreto che pasticcia. Noi, oggi, ci siamo trovati di fronte ad una proposta di deliberazione pasticciata, che ha messo solamente in luce quelle che sono le inefficienze di questa Giunta, perché c'è stata la corsa all'ultimo secondo per fare degli aggiustamenti, anche importanti - per quanto non strutturali, ma importanti -, anche solamente nella capacità di visione da parte di chi amministra su quello che sta facendo. Nello stesso tempo, ricordo - l'ho detto prima - che sono passati sette mesi da quando questa proposta di deliberazione è andata in Giunta; in sette mesi avremmo potuto votare quattro volte un'adozione e un'approvazione e quando ci viene detto che in questo modo si fa più in fretta, io dico che è una balla, perché questa Giunta ha dimostrato che, quando si vuole correre, si può correre. Quindi, il mio voto contrario è principalmente al Decreto Sviluppo, perché è stato fatto male e perché, in questo momento, viene usato anche peggio; non c'è la capacità di poter modificare, non c'è neanche la volontà di poter capire come andare ad intervenire su queste proposte di deliberazioni, perché poi ci troviamo con voti blindati in Commissioni di tre ore, quindi non c'è proprio la discussione. D'ora in poi, visto quello che è successo, tutte le volte che ci troveremo di fronte al Decreto Sviluppo, vi troverete di fronte a dell'ostruzionismo, fino a quando non ci dimostrerete che non siete capaci a lavorare. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La parola al Consigliere Araldi. ARALDI Andrea Credo che siamo tutti convinti che il Decreto Sviluppo sia un'importante occasione per la riqualifica del tessuto urbano e per velocizzare quelli che sono i tempi della burocrazia. Come diceva prima l'Assessore, evidentemente è un Decreto che si va... Assessore, chiedo scusa, siccome le devo chiedere a verbale di mettere alcune precisazioni, le sarei grato se mi considerasse. Sono assolutamente d'accordo con le considerazioni che ha posto, in merito al fatto che è un Decreto che va in controtendenza rispetto ad una cultura generale della burocrazia che abbiamo in Italia, che sappiamo dover combattere per evitare che affossi le iniziative economiche. È vero, questo è un Decreto che scardina quello che è il solito iter amministrativo e quelle che sono le lungaggini burocratiche, però questo scardinamento ha un paracadute molto chiaro che si chiama Consiglio Comunale. Infatti, credo che sia fondamentale che in Commissione, assieme ai tecnici del Comune, ci sia il confronto su tutti quelli che sono gli aspetti tecnici, però ritengo sia estremamente importante definire bene quali sono i ruoli e i compiti, perché mi pare che, in qualche modo, le opinioni non siano così concordi. Gli Uffici, a fronte di una domanda che viene presentata da un operatore privato, ne valutano l'ammissibilità tecnica e giuridica assumendosi la responsabilità della valutazione esclusivamente tecnica e giuridica. Quindi, a questo Consiglio arriva un'operazione che è stata valutata dagli Uffici tecnicamente e giuridicamente ammissibile, ma il Decreto Sviluppo è ben chiaro in quella che è la sua definizione: valutata l'ammissibilità, è il Consiglio Comunale il paracadute che dà una valutazione politica e urbanistica. Cioè, poiché il Consiglio Comunale è normalmente il luogo dove la politica urbanistica della città viene discussa, è lo stesso luogo dove viene demandato questo. Per cui le nostre valutazioni, fondate o meno sul fatto che sia ammissibile, possiamo farle in Aula, ma sono responsabilità degli Uffici Tecnici che noi assumiamo per dati, non avendo tecnicamente e come istituzione di Consiglieri il ruolo di fare questa valutazione. Quindi, questo è il primo punto essenziale e fondamentale. Il secondo punto, però, è che io ritengo importante che la Giunta nella sua persona ci dia la valutazione politica, perché è vero che è il Consiglio Comunale a dare l'assenso o meno in ultima analisi, ma per me è fondamentale sapere se la Giunta ritiene, al di là dell'ammissibilità tecnica, se esiste l'opportunità politica e urbanistica di procedere con questa operazione. Ultima nota a latere. Sono estremamente preoccupato, lo dico con un sorriso, da quelle riflessioni sul fatto che abbiamo dato un permesso di costruire di residenza collettiva - ne abbiamo dati, suppongo, "enne" - ma, effettivamente, non è chiaro che cosa si può fare lì. Non sono tanto preoccupato per questa proposta di deliberazione, perché stiamo decidendo di dismettere questa tipologia di possibilità abitativa, ma per gli altri 20 o 30 edifici che ci saranno in giro per Torino che sono stati abilitati con questo titolo, perché ritengo che sia importante - e chiedo al Presidente possibilmente di calendarizzare una Commissione - che ci sia una spiegazione degli Uffici e, qualora ci fosse un vuoto normativo o regolamentare, venga assolutamente al più presto blindato, altrimenti ci troviamo nella situazione di aver concesso 20 licenze per residenze collettive, senza sapere che cosa sia ammesso lì dentro e che cosa non lo sia. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La parola al Consigliere Grimaldi. GRIMALDI Marco Io sarò velocissimo. Sono apparsi da poco dei manifesti bellissimi: Torino si rende finalmente conto di essere una città universitaria. Per intenderci, sono 100.000 gli studenti a Torino; 20.000 sono i fuori sede che ogni anno cercano una residenza temporanea a Torino ed è per questo che i 1.800 posti messi in campo dall'Edisu, oggettivamente, sono troppo pochi. Facendo il conto, sono circa 2.200 i ragazzi che restano fuori dalle graduatorie e sono circa 18.000 quelli che cercano delle sistemazioni alternative. Per questo, negli anni scorsi abbiamo fatto un Piano e abbiamo dato dei permessi a costruire per fare residenze collettive per studenti. Per questo, nei prossimi anni continueremo in questo senso, chiedendo non solo all'Edisu di continuare nelle sue opere di riqualificazione delle residenze, ma anche agli operatori privati di fare quello che hanno fatto. Sapete perché voteremo contro? Poi, termino, così continuerà il Consigliere Curto. Perché noi siamo contro a questo tipo di deliberazione, che mette come interessi pubblici degli interessi che sono del tutto privatistici, perché non crediamo che si faccia tutto questo per 122.000,00 Euro (questo è l'oggetto, perché, togliendo tutto il resto, alla fine rimangono 122.000,00 Euro). Noi siamo contrari, perché non c'è un interesse pubblico a cambiare una residenza collettiva per studenti (tra l'altro, pare occupata - spero - da studenti o da pensionati, perché sono queste due le alternative) in una residenza privata. Non ne vediamo l'interesse pubblico ed è per questo che voteremo contrariamente, oltre i motivi che abbiamo già indicato negli emendamenti a questa proposta di deliberazione. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La parola al Consigliere Curto. CURTO Michele Quanto detto dal Consigliere Grimaldi, mi permette di delineare con chiarezza la ragione per cui noi voteremo contro questo atto. È semplice. Mentre, da un lato, questa città ha una penuria chiara di residenze collettive per universitari, temporanee e a prezzo calmierato, dall'altro, questa città in questo momento ha una sovrabbondanza di vani privati e di loro offerta sul mercato. Badate bene, questo non è un problema soltanto nostro, come Consiglio Comunale, di disegnare lo scenario urbanistico della città. Questo è un problema anche degli operatori privati, perché quello di cui stiamo discutendo oggi - lo dico ai Colleghi che arrivano da una cultura prevalentemente liberale - è un'attenzione assoluta nel rapportarsi con il mercato di non costituire turbative nella concorrenza fra soggetti che accedono al mercato. Perché se qualcuno dice che realizzerà una residenza collettiva e, poi, questa residenza collettiva diventa invece edilizia privata, è chiaro che noi stiamo entrando all'interno delle regole del mercato e lo stiamo turbando. È chiaro che sono leve delicate, soprattutto, Consigliere Magliano, quando condividiamo tutti l'esigenza di provare a fare ripartire la leva dello sviluppo in questa città. Io ho ascoltato il suo intervento e, a principio, in parte lo condivido. È chiaro che noi dobbiamo aprire la manetta, ma questo, secondo me, vuol proprio dire rispettare la concorrenza tra soggetti diversi. Io non mi occupo di urbanistica, quindi, per certi versi, ho guardato a questa proposta di deliberazione anche in maniera un po' incantata, però devo dire che non trovo le ragioni per costruire una discrezionalità in questo intervento rispetto ad altri presenti in questo momento in città. Anzi, al contrario, temo che determinare le ragioni di una discrezionalità di questo intervento rispetto agli altri determinerebbe un nocumento per tutto il mercato in generale e sarebbe un segnale negativo e sbagliato che questo Consiglio Comunale potrebbe dare proprio a quegli interlocutori privati proprio con l'obiettivo dello sviluppo. Per questa ragione, noi voteremo contrariamente e invitiamo tutto il Consiglio Comunale, al di là delle appartenenze retoriche, o ideologiche - qualcuno ci ha definito dogmatici - a valutare se sia giusto dare il via a questa proposta di deliberazione nelle forme e nei modi con cui è stata presentata. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La parola al Consigliere Tronzano. TRONZANO Andrea Sulla proposta di deliberazione in oggetto, il mio voto sarà di astensione. Spiego brevemente il perché. Io credo che l'Assessore Lo Russo abbia fatto benissimo a cambiare la destinazione d'uso della struttura, in quanto la rende compatibile con il mercato. Quindi, rispetto alle critiche del Consigliere Curto, sul tema della liberalità, eccetera, io le respingo al mittente, proprio perché uno dei nostri capisaldi all'interno dei Piani urbanistici è quello di cercare di consentire al costruttore di poter modificare la destinazione d'uso, in quanto all'interno del mercato, probabilmente, in questo momento, la situazione è più favorevole così rispetto a quella precedente. Conseguentemente, per quanto ci riguarda, è corretto farlo. Dal punto di vista, invece, degli oneri, questa è una battaglia che ho fatto in Commissione; ritengo che chiedere gli oneri al privato sia sbagliato e per questo motivo mi asterrò. Ossia, i 121.000,00 Euro che noi chiediamo è una facoltà che il Comune ha e che, in questo caso, utilizza giustamente in relazione alle proprie competenze, ma siccome in Commissione uno dei capisaldi delle mie dichiarazioni era proprio questo, cioè di non chiedere al costruttore gli oneri di urbanizzazione aggiuntivi per questa famosa valorizzazione, io credo che, dal punto di vista della coerenza del percorso, sia giusto, per quanto mi riguarda, astenermi. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La parola, per la conclusione, all'Assessore Lo Russo. LO RUSSO Stefano (Assessore) Comincio dando una doverosa spiegazione al Consigliere Araldi. Ha pienamente centrato il punto. La verifica tecnica di ammissibilità è competenza degli Uffici. La natura giuridica dell'atto deliberativo, pertanto, non è di iniziativa pubblica. Mentre una Variante urbanistica viene proposta dalla Giunta, in quanto coerente con lo sviluppo della città in termini pubblicistici, qui ci troviamo in una fattispecie totalmente diversa, cioè ci troviamo in una fattispecie in cui il Consiglio Comunale si esprime sulla base di un'istanza che arriva dall'operatore privato e non per ragioni di pubblico a livello di iniziativa. Se vuole una mia personale valutazione in ordine all'ammissibilità o meno della proposta di deliberazione, la mia valutazione è certamente positiva. Spero che nell'arco del dibattito si siano comprese le ragioni per cui lo è. È positiva, innanzitutto perché è coerente con l'impianto normativo e io sono abituato a stare in una Repubblica democratica, dove ci sono delle Leggi dello Stato che io tendo a rispettare. Le rispetto da cittadino, a maggior ragione le rispetto da amministratore pubblico, perché chi decide di non adempiere a degli obblighi di Legge, abusando del suo ruolo, in deroga alla normativa, lì sì che si commetterebbe un abuso; siccome io rispetto le Istituzioni, abbiamo un Governo e un Parlamento legittimamente in carica, che hanno piena contezza delle questioni, compete all'Assemblea Legislativa valutare in ordine ad eventuali modifiche della Legge n. 106/2011. Nelle more di questa discussione, che, per quanto ne so io, non è neanche iniziata in Parlamento e non mi risultano iniziative governative attuali atte a modificare l'impianto della normativa, io rispetto le Leggi e tocca all'Amministrazione Comunale di Torino rispettarle. Questo elemento non è secondario, perché alle volte questa discussione si è un po' incanalata come se ci fossero azioni contra legem, o nel bordo della Legge, ma assolutamente non è così e credo che il dibattito lo abbia chiarito in maniera puntuale. La Legge n. 106 prevede una fattispecie di interventi di applicabilità che è volutamente larga; è stato scelto dal legislatore di farla larga. C'è chi può essere d'accordo, perché questo apre troppo, c'è chi può essere contrario. Opinioni politiche legittime. Fin quando c'è questa Legge, è dovere della Città farla rispettare ed è dovere degli Uffici accogliere le istanze, quando queste sono presentate e arrecano contenuti conformi alla Legge. Se non fosse così, lì sì che si commetterebbe un abuso ed è nostro dovere evitare di farlo. Se mi si chiede un'opinione politica sull'ammissibilità o meno di questo intervento, io non credo che questa discussione... Scusate, faccio una successiva premessa. La ratio del Decreto Sviluppo è quella della velocità. Ha ragione chi dice che è un po' surreale discutere il 9 giugno di una proposta di deliberazione che è ferma da sette mesi, che si chiama Decreto Sviluppo. Sono d'accordo. Questa, però, è una delle tante prerogative del Consiglio Comunale, che ha deciso di prendersi il tempo necessario. Se siamo qui in Aula, è perché un Consigliere Comunale ha formalizzato un'istanza di mandare la proposta di deliberazione in Aula, conformemente al nostro Regolamento. Io non credo che lo sviluppo di Torino passi dall'approvazione del cambio di destinazione d'uso di via Frinco. Non credo che lo sviluppo di Torino verrà fortemente condizionato dall'eventuale non approvazione della proposta di deliberazione, né in un senso, né nell'altro. Abbiamo - e spero che tutti quanti abbiamo contezza della scala a cui stiamo ragionando - alcuni elementi che ci aiutano nella valutazione sull'opportunità politica. Il primo elemento è la piena congruità dell'intervento residenziale con l'intorno in essere. Noi non stiamo andando a mettere o a modificare in maniera strutturale la questione, pertanto questa è una prima valutazione, visto che mi si chiede un'opinione personale e politica. La seconda valutazione è relativa al fatto che, per la ragione che dicevo in premessa e in illustrazione, forse è giunto il momento - qui lo metto in termini provocatori al Consigliere Araldi - non di normare di più, ma di consegnare la normativa di pianificazione al livello che gli compete. Perché questa disquisizione mette chiaramente in evidenza le lacune di un approccio - scusate il termine - dirigista che immagina di normare il capello. Ora, per quanto mi riguarda, dal punto di vista dell'opinione personale politica, se una residenza è collettiva o singolare, in termini di pianificazione e programmazione urbanistica, nulla cambia. È residenza. Cioè, la valutazione non è se è collettiva, collettiva per studenti, collettiva per pensionati, privata. No, la decisione urbanistica è: lì ci sta la residenza? Lì ci sta il terziario? Queste macro categorie, che sono le categorie della pianificazione urbanistica. Purtroppo, se noi adottiamo il principio opposto, che è quello pienamente coerente con il quadro normativo esistente (che era quello che dicevo in premessa), oggi è totalmente anacronistico per fronteggiare le esigenze di modernità e di capacità dell'Amministrazione di assecondare lo sviluppo vero, quello sì, della città. Quello che sarebbe auspicato dall'Assessore all'Urbanistica è una semplificazione del quadro urbanistico, non una eccessiva e ulteriore normazione, per tante ragioni, ma per una evidente: perché, per quanto si possa entrare nel dettaglio e normare, non la si individua mai tutta. Allora, forse, oggi è giunto il momento di individuare uno strutturale cambio di prospettiva, consegnando alla politica, al Consiglio Comunale, all'Assemblea eletta dai cittadini di Torino la potestà di programmare e pianificare lo sviluppo di questa città nelle categorie che le competono e che competono al rango di questa Assemblea, che è un'Assemblea cittadina, consegnando agli organi esecutivi o agli Uffici, in alcuni casi, quello che è l'elemento esecutivo di dettaglio, che, evidentemente, ha per connotato - direi che la discussione di settimane intorno alla mitica, ormai, deliberazione di via Frinco lo traduce in maniera plastica - tutta una componente di valutazione puntuale che non è politica, perché il fattore politico lo agganciamo noi. Spero in questi termini di aver risposto alla considerazione del Consigliere Araldi. Per quanto riguarda l'intervento del Consigliere Tronzano, vorrei ringraziarlo per aver colto nel segno qual è l'esigenza dell'Amministrazione, cioè quella di facilitare il più possibile un settore che - vorrei essere chiaro - sta morendo nella nostra città e lo stato di crisi del comparto edilizio è incredibilmente evidente (quindi imprese, artigiani, famiglie degli artigiani, familiari dei lavoratori). Io ho l'obbligo di provare a invertire la questione e sul tema delle valorizzazioni è stata fatta una scelta, che può essere opinabile, ne abbiamo discusso in Commissione, la Giunta ha adottato una deliberazione e riteniamo che non sia quello l'interesse pubblico, ma che, in qualche modo, si possa certamente contribuire ulteriormente all'interesse pubblico, immaginando un versamento di questi oneri. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Dal momento che prima non avevo capito che il Consigliere Paolino voleva intervenire, anche rispetto a quanto concesso al Gruppo di SEL, la faccio intervenire. Prego, Consigliere Paolino. PAOLINO Michele Le chiedo di sommare i minuti di intervento concessi all'Assessore Lo Russo, perché ritengo che ci sia stata un'anomalia, in quanto l'Assessore è intervenuto per una cinquantina di minuti, mentre per il Capogruppo del Gruppo principale di questo Consiglio non è stato possibile intervenire, poiché ho ceduto i miei quattro minuti al Consigliere Araldi. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Adesso può intervenire. PAOLINO Michele Non c'è problema. Prendiamo atto che al Gruppo di maggioranza relativa del Consiglio non è possibile esprimersi su una proposta di deliberazione molto complessa. Per questo, credo che, con tutti i chiarimenti che sono stati di volta in volta specificati, prima sull'emendamento, poi sul punto, poi sulla virgola specifica, si voti in un clima non sereno. Non voglio mettermi io a... Assessore, la vedo molto distratto. Presidente Ferraris, sono qui, da questa parte. Non si faccia distrarre, è stato al telefono per tutto il dibattito. Io mi auguro che nel nuovo incarico in Regione segua con più attenzione i lavori del Consiglio. Le formalizzo il mio disappunto per come ha condotto il dibattito e per il fatto di aver impedito al Capogruppo del partito di maggioranza relativa di intervenire in Aula e per non aver contenuto i tempi degli altri interventi. Pertanto, mi esprimerò con il voto. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Non avendo altre richieste di intervento, pongo in votazione la proposta di deliberazione così emendata: presenti 34, astenuti 10, favorevoli 18, contrari 6. La proposta di deliberazione è approvata. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Pongo in votazione l'immediata eseguibilità del provvedimento: presenti 29, favorevoli 28, astenuti 1. L'immediata eseguibilità è concessa. |