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FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. mecc. 201402246/064, presentata dalla Giunta Comunale in data 14 maggio 2014, avente per oggetto: "Presa d'atto degli effetti della scissione parziale non proporzionale di AES Torino S.p.A. in merito alla gestione del servizio di teleriscaldamento e del gas". FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La parola, per l'illustrazione, all'Assessore Tedesco. TEDESCO Giuliana (Assessore) In questo caso, noi non portiamo in Consiglio il progetto di scissione, ma portiamo la presa d'atto della scissione parziale non proporzionale di AES Torino in merito alla gestione del servizio di teleriscaldamento e di gas. In conseguenza degli effetti di questa scissione, il servizio di distribuzione di teleriscaldamento per la Città di Torino sarà gestito da IREN. La Società è stata audita in Commissione e c'è già l'impegno, perché il Piano industriale, che è stato presentato nel triennale 2013-2015, prevede l'implementazione e l'espansione delle volumetrie di teleriscaldamento che attualmente sono presenti in città. Sempre per effetto di questa scissione, invece, il servizio di distribuzione del gas per il territorio di Torino continuerà ad essere gestito da AES nelle more dell'effettuazione della gara di teleriscaldamento, che affiderà la gestione per l'Area Metropolitana. Questa scissione prevede, quindi, che la parte di teleriscaldamento verrà assorbita in IREN, nella fattispecie in IREN Energia, mentre invece la distribuzione del gas rimarrà in AES, che quindi continuerà ad esistere come società, ma sarà totalmente posseduta al 100% da Italgas. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La parola al Consigliere Bertola. BERTOLA Vittorio Intanto, non posso che far notare che nel titolo di questa proposta di deliberazione si dice "presa d'atto"; questo già ci fa capire il limitato potere che, ormai, i Consigli Comunali hanno di intervenire su quello che fanno alcune aziende, che sono di nostra proprietà, sostanzialmente, perché la metà di questa azienda è in mano ad IREN, di cui siamo il primo socio, e quindi dovremmo avere un certo peso sulle sue politiche industriali, invece ormai i Consigli Comunali vengono chiamati esclusivamente a dare delle prese d'atto. Ci è stato detto, peraltro, abbastanza chiaramente anche dall'ex Vicesindaco Dealessandri in Commissione, che tanto noi l'atto lo dobbiamo prendere, per cui la nostra discrezionalità è nulla. Quindi, chiaramente, da Consiglieri Comunali ci chiediamo che cosa ci stiamo a fare e che cosa c'entriamo ormai noi con la gestione delle società che, in teoria, sono nostre (anzi, non nostre personalmente dei Consiglieri Comunali, ma dei cittadini che noi rappresentiamo). Questa chiaramente non è una responsabilità dell'Assessore, ma è il risultato di come è stato gestito il passaggio da quando una volta c'erano le società municipalizzate di diritto pubblico al nuovo modello delle S.p.A., che fanno investimenti e funzionano come società di diritto privato (anzi, sono pubbliche quando ci sono i buchi da ripianare, ma sono private quando c'è da gestirle come fa comodo). Questo, purtroppo, si vede anche in questa vicenda di AES Torino, perché semplicemente ascoltando i Sindacati, nell'audizione che è stata fatta, abbiamo appreso di come in questi 15 anni di vita si è perso più di un terzo dei posti di lavoro che c'erano originariamente. Questo magari è stato fatto per portare efficienza e un servizio migliore, anche se si tratta poi di servizi sostanzialmente resi in regime di monopolio, per cui non è che ci sia molto da discutere. Però, giustamente, si è fatto notare come questa azienda abbia generato ogni anno, per questi anni, decine di milioni di Euro di utili in molti casi, quindi una quantità notevole di denaro che è stata poi girata ai soci, che forse l'hanno investita altrove, non sul territorio torinese, quindi, alla fine, non si è capito quale sia stato il vero vantaggio per la Città di Torino e per i suoi cittadini di questa operazione. Adesso, arriviamo alla fine, si dividono le attività; ci è stato garantito che non ci saranno problemi occupazionali, perché tutti i lavoratori verranno riassorbiti da una parte o dall'altra. Certo, vorremmo vedere poi se fra sei mesi o fra un anno non ci saranno problemi occupazionali, per cui un conto è dire facciamo l'accordo per il passaggio del ramo d'azienda e chiaramente riassumiamo tutti, cioè migriamo tutti nella nuova società, un conto è che, poi, magari, dentro questa società tra sei mesi, o un anno, ci saranno degli esuberi a Torino e magari alcune funzioni verranno portate altrove o gestite in altro modo. Peraltro, vedendo questo storico di perdita costante di posti di lavoro, pesa anche poco dire: "Adesso, non ne perdiamo altri". Quindi, alla fine, noi non sappiamo neanche cosa votare su una proposta di deliberazione così, perché tanto è una presa d'atto, quindi non si può votare no a quanto pare, o comunque nessuno ci ha detto che esiste questa possibilità. Peraltro, purtroppo, al momento siamo soltanto in due come Movimento 5 Stelle a difendere un po' un concetto diverso di gestione delle società che gestiscono dei beni comuni sviluppati negli anni (le reti di distribuzione dei servizi e così via), quindi, ovviamente, noi non siamo d'accordo proprio con il modello di base più che su questa proposta di deliberazione, quindi non possiamo certo esprimerci a favore. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La parola al Consigliere Altamura. ALTAMURA Alessandro Io apprezzo lo sforzo del Consigliere Bertola, che, indubbiamente, è partito dal presupposto che l'audizione dei Sindacati in Commissione avesse usato come preambolo l'aspetto legato ovviamente alla diminuzione dell'organico delle risorse umane. È stato anche detto chiaramente che gli aspetti legati alla clausola sociale non sarebbero stati messi in discussione anche dagli stessi Sindacati, se non per eccezione di un singolo rappresentante che, forse, ha voluto rimarcare anche un'esplicita appartenenza politica, anche con mio stupore e disappunto - non solo mio, ma per esempio anche del Consigliere Cuntrò -, visto che ha palesemente citato il fatto che le interpellanze in questo Consiglio Comunale, nel precedente mandato, venivano fatte fare ad una forza politica chiaramente delineata. Invece, per tornare a noi, credo che l'aspetto legato alla diminuzione dell'organico sia anche fondamentalmente legato ad un ragionamento di prospettiva rispetto ad una S.p.A.. La nostra presa d'atto, come fra l'altro abbiamo più volte verificato in Commissione, è anche figlia della predisposizione di un Piano industriale. Infatti, la prossima assemblea dei soci, se non ricordo male, dovrebbe riunirsi il 18. Quindi, dal punto di vista delle verifiche successive, questo Consiglio e questa Commissione hanno già preso un impegno formale con l'Assessore competente per materia per venire a riferire rispetto alle dinamiche. Forse, su questo, più che l'Assessore Tedesco, sarà poi l'Assessore Passoni ad essere coinvolto, sull'aspetto cioè legato alla gestione anche delle azioni, in particolare quelle in pancia a FSU e soprattutto quelle a risparmio che abbiamo più volte discusso, anche se sono ovviamente due argomenti... Non si agiti, Assessore Tedesco, io parto da un presupposto, che è una discussione politica che abbiamo fatto in sua assenza più volte in quest'Aula, quindi riprendo semplicemente argomenti che fanno parte anche di dichiarazioni di voto del Partito Democratico. Può piacerle o non piacerle, ma è il nostro Gruppo, quindi sottolineo come questo aspetto più volte è stato rimarcato sia con il Sindaco Fassino, sia con l'Assessore Passoni. Questo è un tema che esula dalla vicenda IREN, perché il Consigliere Bertola ha voluto focalizzare la marginalità della Città rispetto a questa vicenda, invece io ritengo che, nel quadro generale di sviluppo e anche di prospettiva rispetto al Piano industriale, quindi anche agli impegni sull'organico - fra l'altro, ribadisco, Consigliere Bertola, non necessariamente abbiamo quel problema da sottolineare, visto che lo stesso Comune di Torino in pochi anni è passato da 13.000 a 10.000 dipendenti -, valuteremo se è una questione di efficientamento o è una questione semplicemente di avere a che fare con una società per azioni rispetto ad un'altra tipologia di Ente. Quindi, questo è un aspetto che riguarda ovviamente l'approccio che possiamo avere. Il suo, se non ricordo male, dovrebbe arrivare prevalentemente dal privato. Quindi, anche su questo potremmo ulteriormente approfondire nel dibattito politico che io e lei potremmo fare in Commissione. Quindi, ringrazio la Giunta per l'impostazione, ma soprattutto per gli impegni che sono stati presi e ribadisco che, rispetto invece alla dinamica più generale, l'impegno che l'Assessore Passoni ha preso con noi, su una questione che riguarda comunque IREN, è un impegno che - ribadisco, come Gruppo - è necessario assolvere. Quindi, al più presto avremo modo e occasione di ascoltarlo in Commissione. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La parola al Consigliere Grimaldi. GRIMALDI Marco Ne abbiamo già parlato durante un question time e, poi, in Commissione; la cosa che ci premeva era sapere, intanto, gli esiti occupazionali, nel senso che, nonostante sembri che il quadro porti a non avere esuberi, se vogliamo stare all'audizione dei Sindacati dei lavoratori, la vera preoccupazione è che, da una parte, il gruppo Snam ed ex Italgas facciano investimenti per partecipare alle gare e non mandino in esubero quei 200 lavoratori e rotti che lavoreranno in quel settore. Quindi, anche se l'azienda, ovviamente, non è di nostra proprietà, però, di fatto, quei dipendenti si sono sentiti lavoratori anche di questa Città, visto che noi partecipavamo a quell'azienda. Quindi, la AES per loro era il simbolo di Torino. Devo dire che anche l'Italgas è un simbolo che riguarda questa Città, visto che è nata qui più di cento anni fa, quindi credo che sarebbe importante non solo che il gruppo Snam facesse questi investimenti e che l'ex Italgas confermasse l'interesse verso la Città, ma, soprattutto, che i lavoratori venissero ascoltati e, soprattutto, rassicurati di questi indirizzi. Dall'altra parte, mi pare di capire che IREN non volesse fare quegli investimenti sulla parte gas, perché continua a confermare, invece, l'interesse sul teleriscaldamento. Quindi, spero che, in qualche modo, si arrivi ad una discussione anche sul quadro del teleriscaldamento su zona Nord. Mi pare di aver capito da questa vicenda che gli otto milioni di metri cubi ancora possibili su corso Regina portino a non fare una seconda stazione in zona Barriera di Milano. Mi piacerebbe - lo dico anche al Presidente Altamura - che queste cose venissero comunicate da IREN in un quadro un po' più semplice di questa deliberazione. Nel senso che qui, sì, c'è una presa d'atto, ma visto che noi partecipiamo dentro IREN nel quadro di FSU... (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Sì, sto rispondendo dicendo anche quello che penso. Per rispondere alle sue sollecitazioni, bisogna superare la vicenda FSU. Noi dobbiamo ritornare ad essere determinanti direttamente dentro IREN. Questo doppio livello non solo non ci facilita nella dismissione, per esempio, di partecipazioni sopra il 51%, ma non ci facilita nemmeno in questo caso, perché sembra ancora che IREN non sia partecipata direttamente da Città di Torino. Questa cosa va superata. Mi pare che il Gruppo del PD ci avesse già proposto, in qualche modo, delle linee di indirizzo; iniziamo a rispettarle, anche per avere un'interlocuzione più semplice con IREN stessa. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La parola all'Assessore Tedesco. TEDESCO Giuliana (Assessore) Io ringrazio i Consiglieri per la discussione in Aula e nelle Commissioni. Faccio solo qualche breve precisazione. Ha ragione il Consigliere Bertola - nel senso che, effettivamente, formalmente è così - quando lamenta il fatto che questa proposta di deliberazione è una presa d'atto, perché, in effetti, tra noi e AES c'è una catena di controllo molto lunga in questo momento, perché la partecipazione AES è detenuta in parte da IREN, la cui partecipazione è detenuta in parte da FSU, la cui partecipazione è detenuta in parte da FCT, la cui partecipazione è al 100% della Città di Torino. Quindi, è una catena di controllo molto lunga. In questo senso, la sollecitazione che arriva dal Consigliere Grimaldi ha un senso, perché, effettivamente, molte volte si è parlato di sciogliere il dilemma FSU. È chiaro che non è una cosa molto semplice, perché implica una chiarezza in questo tra noi e Genova. Non è impossibile, ma sono processi un po' più lunghi. Mentre, invece, per quel che riguarda l'assunzione di responsabilità, in Commissione o in audizioni, eccetera, in effetti, nel Piano industriale di IREN è stato ben specificato che IREN ha previsto l'espansione delle volumetrie che attualmente sono teleriscaldate, attraverso la saturazione della capacità operativa degli impianti già esistenti, il loro completamento sia nella città di Torino sia nella città di Parma e la valutazione della possibile integrazione anche con gli impianti delle aree vicine. Quindi, il teleriscaldamento va a svilupparsi e va a svilupparsi anche il ramo - e questo per tranquillizzare quei lavoratori che rimarranno in AES, che quindi saranno dipendenti di Italgas-Snam -; infatti, Italgas ha già manifestato ampiamente l'intenzione di partecipare alla gara per l'assegnazione della gestione metropolitana. Quindi, certamente non si immaginano esuberi, ma magari si immagina anche di aumentare il personale esistente. In ogni caso, questa è una situazione che, per quanto Italgas non sia partecipata da noi, però può essere attentamente monitorata anche grazie alle audizioni in Commissione. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Non essendoci altre richieste di intervento, pongo in votazione la proposta di deliberazione: presenti 20. Avendo risposto 20 Consiglieri ed avendo constatato l'assenza del numero legale, procediamo ad un nuova verifica del numero legale. |