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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 19 Maggio 2014 ore 10,00
Paragrafo n. 13
INTERPELLANZA 2014-01979
"PERMESSI MEDICI PER L'EFFETTUAZIONE DI VISITE MEDICHE E TERAPIE SPECIALITICHE" PRESENTATA DAL CONSIGLIERE CASSIANI IN DATA 23 APRILE 2014.
Interventi

ONOFRI Laura (Consigliere f.f. di Presidente)
Passiamo alla discussione dell'interpellanza n. mecc. 201401979/002, presentata in
data 23 aprile 2014, avente per oggetto:

"Permessi medici per l'effettuazione di visite mediche e terapie specialistiche"

ONOFRI Laura (Consigliere f.f. di Presidente)
La parola, per la risposta, all'Assessore Passoni.

PASSONI Gianguido (Assessore)
Ci riferiamo all'articolo 4 comma 16 bis del Decreto Legge, poi convertito in Legge
n. 125. L'interpellanza riguarda la circolare sui permessi medici per l'effettuazione
delle visite mediche e terapie specialistiche: sono state modificate disposizioni in
materia di assenza per malattia prevista dal comma 5 ter dell'articolo 55 septies del
Decreto Legislativo n. 165/2001. Queste modifiche sono entrate in vigore il 30
ottobre 2013, ma la formulazione non ha sciolto alcuni dubbi interpretativi, come
ribadito dalla dottrina.
Per questo la Città ha atteso che sul punto si pronunciasse il Dipartimento Funzione
Pubblica e naturalmente, attendendo ciò, ha atteso una circolare che poi è stata
pubblicata successivamente.
In effetti, il Dipartimento con circolare n. 2/2014 ha ribadito che, a seguito
dell'entrata in vigore della Legge n. 125, il dipendente pubblico deve fruire di
permessi per documentati motivi personali, secondo la disciplina dei contratti di
lavoro nazionali o di istituti contrattuali similari o alternativi, nel nostro caso
permesso breve a recupero e ore straordinarie a recupero.
La Città non ha potuto che adeguarsi alla norma dell'orientamento espresso dal
Dipartimento e ha a tal fine pubblicato la circolare n. 6659 del 16 aprile 2014 in
vigore dal 1° maggio, con cui si sopprime l'istituto delle malattie ad ore,
naturalmente confortata da autorevole dottrina.
Bisogna però naturalmente ribadire che la Città si è da subito adoperata per
salvaguardare una serie di situazioni di gravità particolare, tutelate da altre
disposizioni di Legge contrattuali, non modificate dalla disciplina della riforma. In
particolare, si è inviata una comunicazione relativa alla gestione del personale.
Sono stati fatti salvi gli esami, visite mediche prenatali, poiché l'articolo 14 del n.
151 prevede espressamente questo diritto, le terapie riabilitative a seguito di
infortunio in servizio, di terapia salvavita, le cure effettuate dagli invalidi civili a
condizioni di connessione all'invalidità riconosciuta, poiché in questi casi si può fare
ricorso al congedo per invalidi civili, il quale può essere fruito anche a giornate per
un massimo di trenta giorni l'anno.
Naturalmente consapevole della difficoltà operativa, sin da subito la Città ha avviato
un percorso di confronto con le Organizzazioni Sindacali per confrontarsi su
soluzioni che naturalmente, rispettando la norma vigente e preso atto della Legge e
della circolare appena uscita, non penalizzino i dipendenti che abbiano
concretamente bisogno di esaurire i permessi disponibili e, pertanto, non possano
dare corso alla propria tutela della salute.

ONOFRI Laura (Consigliere f.f. di Presidente)
La parola al Consigliere Cassiani.

CASSIANI Luca
Assessore, la ringrazio, perché evidentemente non è una responsabilità
dell'Amministrazione Comunale quella di dare conto e atto delle normative del
Decreto Ministeriale, però faccio presente due cose che è giusto che
l'Amministrazione conosca. Sicuramente le conoscerà, come anche le
Organizzazioni Sindacali dovrebbero esserne a conoscenza; in realtà la vicenda delle
cure salvavita si presta ad una serie di interpretazioni particolari.
Faccio degli esempi: una malattia come il diabete non porta necessariamente alla
morte, infatti le cure per il diabete non sono considerate salvavita, però non fare una
serie di esami diagnostici, che sono anche di una certa rilevanza e anche frequenti,
può portare a complicanze particolarmente gravi, come, per esempio, retinopatia
diabetica, malattie cardiovascolari e quant'altro.
Quindi ritengo che sia necessario chiarire con esattezza di cosa si parla, perché ad
esempio alcuni dipendenti dell'Amministrazione hanno subito l'asportazione di vari
organi, quali il pancreas, stomaco e quant'altro, e le cure diagnostiche come
ecografie, TAC, risonanze magnetiche, gli esami strumentali sono necessari con una
certa frequenza, ma non da consentirgli di poter accedere a questi permessi,
mettendoli nella condizione di dover decidere se curarsi o venire a lavorare, se
usufruire dei permessi o mettersi in ferie.
Ovviamente, non me la prendo con l'Amministrazione Comunale, ma con chi ha
inventato in modo geniale questo Decreto Ministeriale del 17 febbraio 2014, che in
qualche modo rende, come si dice un po' in gergo, le persone cornute e mazziate.
Già uno ha una grave patologia ed è sfortunato, ma non solo è sfortunato, deve anche
rubarsi o giocarsi le ferie per poter accedere alle cure. Se questo Paese va in questa
direzione, è finita. Lo dico come ragionamento generale, mi pare veramente una
follia.
Le persone che hanno la sfortuna di avere determinate patologie, che lavorano in
un'Amministrazione Pubblica, hanno una discriminazione rispetto a quelli che
lavorano nel settore privato. Mi pare gravissimo, dal punto di vista costituzionale,
che ci siano lavoratori di serie A e di serie B, quelli che si possono curare e quelli che
devono usare le ferie o devono usare i permessi e, quando si esauriscono, non
possono più farlo.
Ho fatto un breve sondaggio interno, ovviamente non faccio nomi, evidentemente
trattandosi di vicende molto delicate: abbiamo moltissime persone che non possono
ricorrere a cure, perché il fatto di essere salvavita non hanno un rischio di morire
direttamente di quella patologia, ma se non fanno un determinato tipo di
accertamento diagnostico con una certa frequenza, rischiano di avere insorgenze
diverse - ho fatto l'esempio del diabete, del pancreas, del tumore allo stomaco -, per
cui necessariamente bisogna accedere a terapie, ma soprattutto alla diagnostica, che
consente di fare un certo tipo di screening e, quindi, di avere una serie di risposte
come prevenzione, ma la diagnostica determina l'utilizzo del tempo.
Andare a fare una TAC alle Molinette vuol dire passarci tutta la mattinata, se va
bene, altrimenti l'intera giornata. Alcune diagnostiche sono invasive, per esempio
liquidi di contrasto e quant'altro, per cui uno non può finire dopo due ore e tornare al
lavoro, deve stare a casa, alcuni esami di carattere oculistico; l'elenco sarebbe lungo.
Sono contento che l'Amministrazione abbia già avviato un tavolo, Assessore, ho
presentato questa interpellanza per capire con le parti sociali quali sono i protocolli
che si possono mettere in campo affinché la Città di Torino dia l'esempio di civiltà e
di rispetto per i lavoratori e per le loro condizioni di salute, quindi metta in campo
misure concordate con i sindacati, in grado di poter dare a chi ha veramente bisogno
di accedere a cure mediche e diagnostiche la possibilità di farlo senza avere da
pagare un prezzo di carattere economico. Se uno deve farsi un mese di ferie
all'ospedale e poi dopo non godere delle ferie vere e proprie, a me pare che sia una
discriminazione gravissima.
Quindi mi auguro che le relative ricadute sui dipendenti dell'Amministrazione
Comunale vengano valutate con attenzione dalla Giunta e si trovino al più presto le
condizioni, magari concordate con i sindacati, per poter mettere fine a questa
situazione, almeno parzialmente, consentendo a tutti quelli che veramente hanno
necessità di avere una diagnostica di questo livello, di non avere alcuna
discriminazione. Già discriminazione in qualche modo c'è, perché venire a lavorare
in una certa condizione di salute non è sicuramente agevole per nessuno, ma se
l'uguaglianza dei cittadini, dal punto di vista anche dell'accesso alle cure mediche,
viene limitata da un Decreto Ministeriale, secondo me è folle e senza senso, anche
costituzionalmente illegittimo, perché pone - come dicevo - i lavoratori della
Pubblica Amministrazione in una condizione di sfavore rispetto agli altri lavoratori
che dovrebbero essere tutti quanti tutelati allo stesso modo, credo che questo sia
importante da sottolineare.
Spero che l'Assessore al Personale voglia, come ha fatto e come ha dichiarato in
Aula, essere sensibile a questo tema e metta in campo quanto prima le misure che
consentano, a chi ha veramente bisogno, la possibilità di curarsi e ovviamente vivere,
anche dal punto di vista lavorativo, una condizione di maggior tutela della salute.

ONOFRI Laura (Consigliere f.f. di Presidente)
L'interpellanza è discussa.

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