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LEVI Marta (Vicepresidente) Passiamo alle comunicazioni del Sindaco sull'episodio allo Stadio Filadelfia in occasione dell'anniversario della tragedia di Superga. Ricordo al Consiglio Comunale che la Conferenza dei Capigruppo ha deciso che, a seguito delle comunicazioni, il tempo di intervento per Gruppo è di cinque minuti. La parola al Sindaco. SINDACO Ringrazio i Consiglieri che hanno chiesto di avere l'occasione di discutere questo argomento. Come mia abitudine, anche questa volta in quest'Aula, non mi sottraggo ad alcun confronto; come tutti sanno, sono abituato ad onorare le mie responsabilità, i miei doveri e le mie scelte. Credo che sia utile partire dai fatti. Nelle settimane scorse, sono stato invitato dal Presidente della Fondazione Filadelfia, Cesare Salvadori, e dal Presidente del Collegio dei Fondatori, Giancarlo Bonetto, a partecipare alla giornata indetta per il 4 maggio al Filadelfia, nel corso della quale avrebbe dovuto essere presentato il progetto predisposto dalla Fondazione e finanziato dal Comune, dalla Regione e dal Torino Calcio per la ricostruzione del "Fila". Essendo consapevole di quanto sia forte la sensibilità granata per il Filadelfia, ho esplicitamente chiesto ai miei interlocutori se la mia presenza fosse utile; mi è stato risposto che non solo era opportuna, ma sarebbe stata certamente apprezzata. Io non mi sottraggo quando una cosa mi viene rappresentata come giusta e utile per la mia Città, per cui così è avvenuto. Al mio arrivo sono stato accolto con cordialità dai dirigenti granata e molti dei presenti hanno voluto esplicitamente manifestare la loro simpatia; non pochi hanno voluto farsi fotografare con me. A questo clima civile ha fatto da contrappunto, fin dal mio arrivo, una ristretta minoranza che mi ha apostrofato con slogan e parole ostili; a queste intemperanze non ho reagito, mettendo nel conto che si trattava di un gruppetto di esagitati. Dopo che, dal palco, il Presidente Bonetto mi ha rivolto il saluto ed il ringraziamento per l'impegno della Città a ricostruire il "Fila", il conduttore della manifestazione, Marco Berry, mi ha invitato a porgere un saluto ai partecipanti. L'ho fatto in modo pacato, ignorando le intemperanze del solito gruppo, e per sdrammatizzare, in modo ironico, ho ricordato: "Sarò pure un gobbo, ma la mia Amministrazione lo stadio Filadelfia lo ha finanziato e lo ricostruirà" e quella battuta è stata salutata da un applauso. Quel gruppo ristretto, non pago di non ascoltarmi e di aver provato ad impedirmi fisicamente di parlare, quando sono sceso dal palco si è fatto più incalzante e più minaccioso. Ai fischi e agli insulti si sono aggiunti il lancio di pietre e di lattine di birra e le ingiurie e le offese alla mia famiglia, a mia madre; di fronte a quella aggressione, ho reagito contro chi voleva imporre a me e a tutti i torinesi, che rappresento come Sindaco di questa Città, il silenzio e l'umiliazione, volendo respingere quella violenza, quella sordità pregiudiziale e quella minaccia fisica, che è tipica di chi, non avendo ragioni, ricorre alla brutalità della forza per imporsi, soprattutto quando quella forza è di tanti contro uno solo. Ho reagito alla violenza, perché, con forza e convinzione, penso che dobbiamo fermare chi ritiene di potervi ricorrere impunemente contro chi non ha le sue stesse idee, il colore della sua pelle, il suo credo religioso o la sua fede calcistica. Peraltro, avevo negli occhi le immagini drammatiche dei fatti di Roma di poche ore prima, la ferita di quegli incidenti e delle sue vittime, e dunque ho reagito anche per questo. Il post di un giornalista, in quelle ore, aveva questo titolo: "Il dito di Fassino e la Luna dei selvaggi", richiamando quel detto cinese che dice che si perde di vista la Luna guardando solo il dito che la indica. Certo, in un gesto di reazione umana ed istintiva ci può essere un eccesso e se qualcuno, non tra gli aggressori ma tra i tifosi granata, si è sentito ferito, mi dispiace davvero e me ne rammarico sinceramente, ma, lo ripeto, ho reagito per porre un argine alla cieca prevaricazione dell'abuso muscolare. Sottolineo che, calmatisi gli animi, non ho rinunciato a tentare di parlare ancora con alcuni degli ultrà, che pure mi avevano aggredito. Per questo motivo, quando poche ore dopo ho letto che un sito granata titolava: "Fassino offende con il dito medio i tifosi del Toro", non mi sono riconosciuto in quella rappresentazione. Non avevo offeso i tifosi granata, ma mi ero ribellato ad una prevaricazione e alle offese a me ed alla mia famiglia, peraltro messe in opera da un gruppo ristretto di persone, a cui non può essere consegnata la rappresentanza dei tifosi granata. In quelle stesse ore, al giornalista de "La Stampa", che mi chiedeva ragione dell'offesa recata ai tifosi del Torino, ho ribadito con forza che non avevo rivolto una qualsiasi offesa ai tifosi del Toro. Mi ha certo colpito dover constatare che, mentre ero impegnato a difendere la mia incolumità e la mia dignità di Sindaco e di uomo, ci fosse qualche Consigliere Comunale che, invece di sedare gli animi e di contribuire a fermare l'aggressione fisica, stava usando il suo videotelefonino unicamente per trarne qualche profitto politico o elettorale. Un po' come in quei reality estremi di una certa televisione alla quale non importa più chi è la vittima o l'artefice di una violenza, ma la sua spettacolarizzazione ed il profitto che se ne può ricavare. Voglio aggiungere che, nelle ore e nei giorni successivi, sono stato destinatario di moltissime attestazioni di solidarietà, in primo luogo da molte persone di fede granata, che per prime hanno rifiutato e rifiutano quella violenza. Ribadisco che verso il Toro, la sua storia ed i suoi tifosi, che vivono la loro fede granata con generosità e passione, ho il massimo rispetto e la massima considerazione, come dimostra l'impegno a ricostruire il Filadelfia, dando così soddisfazione ad un'aspirazione e ad una attesa che durano da decenni. Infine, voglio ribadire che questa vicenda deve sollecitare ciascuno di noi a non accettare che la violenza, l'intimidazione e la prevaricazione mettano radici nella nostra società; ne va della tenuta della convivenza di ciascuno di noi. LEVI Marta (Vicepresidente) La parola al Consigliere Liardo. (INTERVENTI FUORI MICROFONO). Non costringetemi a sospendere i lavori dell'Aula. Per cortesia, Consiglieri Marrone e Ambrogio, vi chiedo di togliere… Ve lo devo chiedere tre volte e, poi, vi devo mandare fuori dall'Aula? |