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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 12 Maggio 2014 ore 10,00
Paragrafo n. 13

Comunicazioni del Sindaco su: "Episodi allo Stadio Filadelfia in occasione dell'Anniversario della tragedia di Superga".
Interventi

LEVI Marta (Vicepresidente)
Passiamo alle comunicazioni del Sindaco sull'episodio allo Stadio Filadelfia in
occasione dell'anniversario della tragedia di Superga.
Ricordo al Consiglio Comunale che la Conferenza dei Capigruppo ha deciso che, a
seguito delle comunicazioni, il tempo di intervento per Gruppo è di cinque minuti.
La parola al Sindaco.

SINDACO
Ringrazio i Consiglieri che hanno chiesto di avere l'occasione di discutere questo
argomento. Come mia abitudine, anche questa volta in quest'Aula, non mi sottraggo
ad alcun confronto; come tutti sanno, sono abituato ad onorare le mie responsabilità,
i miei doveri e le mie scelte.
Credo che sia utile partire dai fatti. Nelle settimane scorse, sono stato invitato dal
Presidente della Fondazione Filadelfia, Cesare Salvadori, e dal Presidente del
Collegio dei Fondatori, Giancarlo Bonetto, a partecipare alla giornata indetta per il 4
maggio al Filadelfia, nel corso della quale avrebbe dovuto essere presentato il
progetto predisposto dalla Fondazione e finanziato dal Comune, dalla Regione e dal
Torino Calcio per la ricostruzione del "Fila". Essendo consapevole di quanto sia forte
la sensibilità granata per il Filadelfia, ho esplicitamente chiesto ai miei interlocutori
se la mia presenza fosse utile; mi è stato risposto che non solo era opportuna, ma
sarebbe stata certamente apprezzata. Io non mi sottraggo quando una cosa mi viene
rappresentata come giusta e utile per la mia Città, per cui così è avvenuto.
Al mio arrivo sono stato accolto con cordialità dai dirigenti granata e molti dei
presenti hanno voluto esplicitamente manifestare la loro simpatia; non pochi hanno
voluto farsi fotografare con me. A questo clima civile ha fatto da contrappunto, fin
dal mio arrivo, una ristretta minoranza che mi ha apostrofato con slogan e parole
ostili; a queste intemperanze non ho reagito, mettendo nel conto che si trattava di un
gruppetto di esagitati.
Dopo che, dal palco, il Presidente Bonetto mi ha rivolto il saluto ed il ringraziamento
per l'impegno della Città a ricostruire il "Fila", il conduttore della manifestazione,
Marco Berry, mi ha invitato a porgere un saluto ai partecipanti. L'ho fatto in modo
pacato, ignorando le intemperanze del solito gruppo, e per sdrammatizzare, in modo
ironico, ho ricordato: "Sarò pure un gobbo, ma la mia Amministrazione lo stadio
Filadelfia lo ha finanziato e lo ricostruirà" e quella battuta è stata salutata da un
applauso.
Quel gruppo ristretto, non pago di non ascoltarmi e di aver provato ad impedirmi
fisicamente di parlare, quando sono sceso dal palco si è fatto più incalzante e più
minaccioso. Ai fischi e agli insulti si sono aggiunti il lancio di pietre e di lattine di
birra e le ingiurie e le offese alla mia famiglia, a mia madre; di fronte a quella
aggressione, ho reagito contro chi voleva imporre a me e a tutti i torinesi, che
rappresento come Sindaco di questa Città, il silenzio e l'umiliazione, volendo
respingere quella violenza, quella sordità pregiudiziale e quella minaccia fisica, che è
tipica di chi, non avendo ragioni, ricorre alla brutalità della forza per imporsi,
soprattutto quando quella forza è di tanti contro uno solo.
Ho reagito alla violenza, perché, con forza e convinzione, penso che dobbiamo
fermare chi ritiene di potervi ricorrere impunemente contro chi non ha le sue stesse
idee, il colore della sua pelle, il suo credo religioso o la sua fede calcistica. Peraltro,
avevo negli occhi le immagini drammatiche dei fatti di Roma di poche ore prima, la
ferita di quegli incidenti e delle sue vittime, e dunque ho reagito anche per questo.
Il post di un giornalista, in quelle ore, aveva questo titolo: "Il dito di Fassino e la
Luna dei selvaggi", richiamando quel detto cinese che dice che si perde di vista la
Luna guardando solo il dito che la indica.
Certo, in un gesto di reazione umana ed istintiva ci può essere un eccesso e se
qualcuno, non tra gli aggressori ma tra i tifosi granata, si è sentito ferito, mi dispiace
davvero e me ne rammarico sinceramente, ma, lo ripeto, ho reagito per porre un
argine alla cieca prevaricazione dell'abuso muscolare. Sottolineo che, calmatisi gli
animi, non ho rinunciato a tentare di parlare ancora con alcuni degli ultrà, che pure
mi avevano aggredito.
Per questo motivo, quando poche ore dopo ho letto che un sito granata titolava:
"Fassino offende con il dito medio i tifosi del Toro", non mi sono riconosciuto in
quella rappresentazione. Non avevo offeso i tifosi granata, ma mi ero ribellato ad una
prevaricazione e alle offese a me ed alla mia famiglia, peraltro messe in opera da un
gruppo ristretto di persone, a cui non può essere consegnata la rappresentanza dei
tifosi granata.
In quelle stesse ore, al giornalista de "La Stampa", che mi chiedeva ragione
dell'offesa recata ai tifosi del Torino, ho ribadito con forza che non avevo rivolto una
qualsiasi offesa ai tifosi del Toro. Mi ha certo colpito dover constatare che, mentre
ero impegnato a difendere la mia incolumità e la mia dignità di Sindaco e di uomo, ci
fosse qualche Consigliere Comunale che, invece di sedare gli animi e di contribuire a
fermare l'aggressione fisica, stava usando il suo videotelefonino unicamente per
trarne qualche profitto politico o elettorale. Un po' come in quei reality estremi di
una certa televisione alla quale non importa più chi è la vittima o l'artefice di una
violenza, ma la sua spettacolarizzazione ed il profitto che se ne può ricavare.
Voglio aggiungere che, nelle ore e nei giorni successivi, sono stato destinatario di
moltissime attestazioni di solidarietà, in primo luogo da molte persone di fede
granata, che per prime hanno rifiutato e rifiutano quella violenza.
Ribadisco che verso il Toro, la sua storia ed i suoi tifosi, che vivono la loro fede
granata con generosità e passione, ho il massimo rispetto e la massima
considerazione, come dimostra l'impegno a ricostruire il Filadelfia, dando così
soddisfazione ad un'aspirazione e ad una attesa che durano da decenni.
Infine, voglio ribadire che questa vicenda deve sollecitare ciascuno di noi a non
accettare che la violenza, l'intimidazione e la prevaricazione mettano radici nella
nostra società; ne va della tenuta della convivenza di ciascuno di noi.

LEVI Marta (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Liardo. (INTERVENTI FUORI MICROFONO). Non
costringetemi a sospendere i lavori dell'Aula. Per cortesia, Consiglieri Marrone e
Ambrogio, vi chiedo di togliere… Ve lo devo chiedere tre volte e, poi, vi devo
mandare fuori dall'Aula?

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