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FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. mecc. 201401412/064, presentata dalla Giunta Comunale in data 25 marzo 2014, avente per oggetto: "Società SMAT S.p.A.. Modifica dello Statuto sociale e della convenzione tra i soci SMAT ex articolo 30 T.U.EE.LL. - Approvazione". FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Comunico che in data 16/04/2014 le competenti Commissioni hanno rimesso il provvedimento in Aula. Riprendiamo l'esame degli emendamenti. Passiamo all'analisi dell'emendamento n. 17. La parola al Consigliere Bertola. BERTOLA Vittorio In realtà, mi sembra di avere già illustrato l'emendamento l'altra volta, prima della votazione, quindi, se qualcuno ha bisogno, lo illustro, altrimenti possiamo procedere. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Qual è il parere della Giunta? TEDESCO Giuliana (Assessore) Il parere della Giunta è negativo. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Non essendoci altre richieste di intervento, pongo in votazione l'emendamento n. 17: presenti 26, astenuti 3, favorevoli 3, contrari 20. L'emendamento n. 17 è respinto. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Passiamo all'analisi dell'emendamento n. 18, presentato dal Consigliere Bertola. La parola al Consigliere Bertola. BERTOLA Vittorio Vorrei illustrare l'emendamento n. 18, relativo alla parte della convenzione tra i soci che concerne l'acquisto delle quote attualmente in capo non a Comuni, ma a consorzi (come, in particolare, il CIDIU). Dato che nella convenzione si propone di dire che ciò può essere fatto in due modi, cioè mediante il trasferimento delle quote ai Comuni (quindi, acquisto da parte dei Comuni) e mediante l'acquisto proprio da parte di SMAT, noi vorremmo che fossero i singoli Comuni intestatari, soci di consorzi, che hanno queste azioni a pagare per riprendersele e non che, invece, venga posto a carico di SMAT l'onere di riacquisto. Infatti, l'onere di riacquisto da parte di SMAT sarebbe un modo di utilizzare il patrimonio di SMAT per finanziare i buchi di Bilancio di questi Comuni e di questi consorzi, che non hanno niente a che fare con l'acqua e, di fatto, sarebbe nuovamente un modo per distrarre dei soldi dalla gestione del servizio idrico per altri scopi che non siano semplicemente la sua gestione, quindi, tutto sommato, per realizzare un lucro su di esso. Proponiamo di modificare il testo della convenzione e di vincolare, come unico metodo di riacquisto di queste quote, il fatto che le riacquistino i Comuni che sono titolari di questi consorzi. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Qual è il parere della Giunta? TEDESCO Giuliana (Assessore) Il parere della Giunta è negativo. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Non essendoci altre richieste di intervento, pongo in votazione l'emendamento n. 18: presenti 26, astenuti 3, favorevoli 2, contrari 21. L'emendamento n. 18 è respinto. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Passiamo all'analisi dell'emendamento n. 19. La parola, per l'illustrazione, al Consigliere Bertola. BERTOLA Vittorio In realtà, lo scopo di quest'ultimo emendamento è precisare che, visto che ci sono parecchi Comuni soci SMAT della provincia di Torino che hanno scelto di respingere la deliberazione che la maggioranza vuole far passare oggi (invece di andare secondo il modello proposto dai comitati referendari dell'acqua, quindi quello di trasformare SMAT in una società di diritto pubblico o comunque di affidare la gestione del servizio idrico a una società di diritto pubblico), a questo punto credo che sia legittimo che questi Comuni possano pensare di recedere da SMAT e di prevedere invece una nuova gestione del servizio idrico secondo il proprio modello, che è il modello, più consono al referendum, che vorrebbero adottare. Quindi, viene precisato che viene riconosciuto il diritto di recesso, che, peraltro, è già previsto all'articolo n. 26 dello Statuto di SMAT (e che esiste indipendentemente dal fatto che approviamo o meno questa aggiunta alla convenzione parasociale), però sicuramente, in vista del possibile esercizio di questo diritto di recesso, potrebbe essere utile specificare nell'accordo tra soci le modalità, ad esempio, di determinazione del prezzo, per quanto già vincolato dall'articolo n. 26. Ho notato anche in questo caso un parere sfavorevole che dovrebbe essere tecnico, ma che non ho completamente capito; vorrei comunque sottolineare che qui non stiamo riconoscendo un diritto che altrimenti non esisterebbe, in quanto il diritto è già previsto, ma, invece, stiamo proponendo che tutti i soci concordino sulle modalità di esercizio di questo diritto. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Qual è il parere della Giunta? TEDESCO Giuliana (Assessore) Il parere della Giunta è negativo. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Non essendoci altre richieste di intervento, pongo in votazione l'emendamento n. 19: presenti 25, astenuti 1, favorevoli 4, contrari 20. L'emendamento n. 19 è respinto. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La parola, per la dichiarazione di voto, al Consigliere La Ganga. LA GANGA Giuseppe La croce e delizia dell'essere eletti con il premio di maggioranza consiste in un forte vincolo di sostegno al Sindaco ed alla Giunta, a cui non ci si deve sottrarre, però questo non può portarci fino a spingersi alla soglia dell'autocensura. Questa proposta di deliberazione non mi piace, è un compromesso non brillante tra due linee diverse rispetto alle quali non si è in grado di scegliere (due linee legittime, naturalmente). Ho apprezzato gli interventi dei Consiglieri di SEL, che esprimono con coerenza e linearità una posizione rispettabile, ma che personalmente non condivido pur essendo a favore dell'acqua pubblica, e rispetto alla quale si è cercato un faticoso compromesso. A mio parere, l'opzione della Società Consortile è stata opportunamente abbandonata, ma, in ossequio al politicamente corretto, si sono appesantiti i vincoli operativi della Società per Azioni. Ora, si può essere a favore dell'acqua pubblica, come sono io, ma non necessariamente secondo i diktat dei comitati referendari, che, naturalmente, non hanno il monopolio della titolarità ad esprimersi sull'argomento. Come dicevo, sono per l'acqua pubblica, ma gestita con logiche imprenditoriali, che richiedono assetti giuridici adeguati. Chi ci impedisce di pensare, per esempio, a soggetti a capitale pubblico con ambiti territoriali assai più vasti di quelli attuali e che creino aziende di livello europeo? Questa impostazione che emerge dalla proposta di deliberazione in qualche modo ci confina in una logica di municipalismo, sia pure un po' modernizzato in una logica metropolitana, ma poco più che questo. Quanto al significato e agli effetti di un vincolo pubblico dell'acqua, una delle principali conseguenze dovrebbe essere - e spero che su questo la Giunta possa prendere un impegno - che gli utili, almeno in parte, vengano destinati alla riduzione delle tariffe, cosa che rende la gestione assai più pubblica di tante formulazioni giuridiche e vincolistiche ed è quello che mi auguro farà la Giunta. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La parola al Consigliere Tronzano. TRONZANO Andrea Noi, come è noto (in quanto l'abbiamo detto più volte), sulla questione delle municipalizzate saremmo per la vendita. In questo caso, rispettando la volontà popolare - che per noi è sovrana e sacra -, la proposta di deliberazione va in quella direzione, che è stata prevista dal referendum, e, pertanto, rafforza - mi pare di aver capito - la presenza dei Comuni, quindi la pubblicizzazione in questo senso, senza trasformarla in Società Consortile e, conseguentemente, senza paralizzare l'attività della stessa azienda. Pertanto, su questa proposta di deliberazione ci asterremo, proprio per dare valore al risultato del referendum, che, come si sa, è stato approvato da un'abbondante maggioranza di cittadini italiani. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La parola al Consigliere Bertola. BERTOLA Vittorio Sarò brevissimo, in quanto abbiamo già esposto nella seduta di martedì tutte le nostre argomentazioni contro questa proposta di deliberazione e contro il comportamento della maggioranza, in questi anni, sul tema della gestione del servizio idrico. Quindi, rimandando al nostro intervento della seduta di martedì scorso per tutte le argomentazioni, confermo che il nostro voto sarà assolutamente contrario a questa proposta di deliberazione e non so con che faccia la maggioranza, in particolare chi ha detto di sostenere il referendum, possa presentarsi adesso davanti a chi l'ha votato. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La parola al Consigliere Grimaldi. GRIMALDI Marco Come abbiamo spiegato in più di 10 dettagliati interventi, siamo rammaricati - mettiamola così - e dispiaciuti che un percorso che abbiamo intrapreso tanti anni fa, prima della vicenda referendaria, oggi non si sia concluso positivamente. Lo dico perché, per quanto ci si possa accusare di avere un atteggiamento ideologico, noi semplicemente incassiamo questo giudizio che per molti è etico, morale o, addirittura, prepolitico. Per noi c'è dell'ideologia e anche delle idealità dietro il tema della gestione dell'acqua pubblica. Pensiamo semplicemente che il modello S.p.A. non sia coerente con un'idea che abbiamo: cioè, riteniamo che l'acqua non sia una merce, che non sia un servizio pubblico come tanti altri ed è per questo motivo che abbiamo voluto rimarcare, fra i primi in Italia tra i grandi Comuni, il fatto che questo tipo di servizio deve essere gestito in modo integrato, quindi con tutto l'ATO, e, sinceramente, su questo continueremo ad avere opinioni diverse dal Consigliere La Ganga, nel senso che non crediamo che le esperienze che hanno portato SMAT pubblica in altri luoghi pubblici siano esempi virtuosi da dire, soprattutto qui in Aula; anzi, forse bisognerebbe fare ammenda e chiedere scusa per i milioni di Euro dei cittadini torinesi che sono stati buttati via in altre esperienze, come quelle palermitane. Non era però questo l'oggetto e lo dico anche ai Consiglieri del Movimento 5 Stelle, che continuano a rimestare sul tema del referendum: bisogna essere sinceri su questo, un conto è lo spirito referendario, che, proprio perché diceva che l'acqua non è una merce, pone a tutti noi il tema di superare la forma S.p.A., forse, come diceva anche il Consigliere Levi, con un tipo di impostazione legislativa nazionale che favorisca questo genere di interpretazione; diverso, però, è l'atteggiamento di chi, da una parte - mi rivolgo al Consigliere del Movimento 5 Stelle che continua a dire cose imprecise su questo -, dice che si è andati contro. Si è andati contro ad un pezzo dello spirito referendario, ma ricordo - e, finalmente, lo dice anche la proposta di deliberazione - che c'era un punto che ha tolto dalla scena politica il referendum e lo ribadiamo ancora noi: l'offensiva di chi voleva privatizzare tutti servizi pubblici e, addirittura, voleva una data di scadenza del supermarket di queste privatizzazioni. Questa cosa è stata tolta dal referendum e, in parte, questa discussione ha portato, anche grazie alle nostre mozioni e alle nostre deliberazioni, a togliere dallo scenario della privatizzazione questo tipo di possibilità. Noi siamo rammaricati per tutto il resto, per aver dato il via libera ad una trasformazione un anno fa (proprio dopo le elezioni politiche) e, dopo un anno, dover registrare che, alla fine, non c'è stato il coraggio di fare questo tipo di scelte. Anzi, se andate a vedere gli emendamenti che abbiamo scritto, alla fine la sintesi è che la trasformazione si poteva anche fare, ma non abbiamo avuto il coraggio, perché pensiamo che questa trasformazione avrebbe lasciato questa società a metà del guado. Lo si sarà capito anche dai nostri emendamenti e, per fortuna, molti di quelli in narrativa sono passati, perché, probabilmente, c'è stato un eccesso, non solo di parole, per voler giustificare questo diniego. Sono successe due cose gravi in questi mesi: la prima è che senza mandato, di fatto, si è dato un via libera e si è deliberato nell'ATO quel tipo di impostazione, che poi - ed è qui il secondo errore, ancora ben più grave - ha visto 100 Comuni prima di noi esprimersi su questo tema. Questo ha portato ad altri errori, che, Consiglieri, non vi sembreranno gravi, ma lo sono altrettanto, perché, anche se tre o quattro emendamenti del Gruppo di Sinistra Ecologia e Libertà sono stati riconosciuti positivi da tutta l'Aula, o da tanti Gruppi della maggioranza, il fatto che noi fossimo con il 65% delle quote il 102° Comune a deliberare ha fatto sì che quegli emendamenti non potessero diventare realtà, cioè il Consiglio Comunale di Torino, proprio perché non è stato fra i primi a deliberare diversamente, non ha potuto cambiare questa deliberazione nei suoi allegati e nelle parti più importanti. Avremmo voluto aumentare il quorum deliberativo, soprattutto sulla natura pubblica di SMAT S.p.A.; avremmo voluto portarla al 100%. Qualcuno ci diceva che il 100% non era possibile, allora abbiamo detto di portarla al 99%, fuori dal tema dell'unanimità. No, anche quello ci è stato negato, e non con un parere politico - forse un altro dei tanti problemi che abbiamo avuto -, ma con un parere tecnico negativo. Lo dico con tanto rispetto, ma anche con tanto stupore, a tutti i nostri funzionari e dirigenti: c'è un limite a tutto, e il limite della tecnica deve fermarsi alla tecnica, perché alcuni giudizi - è successo su almeno tre emendamenti - sono andati oltre il parere tecnico di regolarità e dentro ad un giudizio tutto politico, perché come si fa nelle premesse di una deliberazione a dire che, se mancano dei pezzi, poi la deliberazione non è congruente, o non è conseguente, o toglierebbe degli elementi? Così come si fa a dire, in un momento in cui parlate tanto di spending review, di costi della politica, che togliere, per esempio, la possibilità di remunerare un C.d.A. rende meno competitiva SMAT stessa? Neanche quello siamo riusciti a togliere. Ci possono essere tante strade che portano allo stesso risultato; io so che abbiamo messo in sicurezza l'acqua pubblica, abbiamo fatto sì che il servizio integrato rimanesse nelle nostre mani, abbiamo tolto la remunerazione del capitale investito. Certo è che avremmo voluto vedere il 100% di quegli utili dentro l'azienda e non l'80% e avremmo voluto vedere un modello diverso, perché con quel modello diverso noi abbiamo sfidato l'Italia più di 15 anni fa, pensando per primi un modello diverso integrato. Oggi, avremmo potuto, a differenza di Napoli, che è sempre stata utilizzata strumentalmente in un modo negativo, fare un'operazione diversa, chiedendo anche allo Stato di aiutarci in questa trasformazione in consorzio pubblico, smentendo però tante inutili parole dette contro questo modello. Ed è lì l'ultimo errore - questo è, invece, del Consiglio Comunale, e lo dico a molti Colleghi del Partito Democratico -, se noi diamo un mandato alla Giunta per fare quelle verifiche, quelle verifiche devono essere fatte non per smontare i nostri indirizzi politici, ma per andare fino in fondo. Questa volta non solo non siamo andati fino in fondo, ma mi sembra che spesso ci siamo presi in giro. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La parola al Consigliere Altamura. ALTAMURA Alessandro Molto appassionante l'intervento del Consigliere Grimaldi, politicamente ha segnato... (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Grazie, Consigliere Grimaldi. Io ho il piacere di ascoltarla sempre e anche con molta attenzione. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Lei non si faccia insultare, per favore. Io credo che segnare il terreno più o meno ideologicamente... (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Grazie Presidente, se riesco a completare l'intervento... FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Scusi, io la faccio intervenire, però sappia che il suo intervento dovrebbe essere in dissenso, perché è già intervenuto... ALTAMURA Alessandro Lei sa che cosa sto per dire? FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) No, volevo ricordarglielo. Prego. ALTAMURA Alessandro Allora, vuole ascoltare? FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Certo, ma volevo ricordarglielo. ALTAMURA Alessandro Se non si fosse perso il dibattito dell'altra settimana, forse avrebbe già ascoltato una prima dichiarazione di voto, adesso ascolterà la seconda. D'accordo? Però, non mi sembra che ci siano elementi ulteriori che mi possano far cambiare idea. Io ringrazio la Giunta, ma anche il Consiglio, perché il lavoro che c'è stato di mediazione doveva raggiungere un obiettivo. Non mi sembra che quell'obiettivo sia stato raggiunto; ci sono degli impegni che sono stati presi per quanto riguarda gli utili, che non soddisfano una parte politica di questa maggioranza e, forse, anche ovviamente una parte dalla minoranza (mi sembra, infatti, di aver già sentito dichiarazioni di voto che non vanno assolutamente in una direzione unica anche da parte delle minoranze, che hanno lavorato in Commissione in questi mesi e che ringrazio per il lavoro svolto). Ritengo siano emersi elementi di discussione, anche dopo l'ultimo Consiglio, in cui il dibattito è stato particolarmente acceso, vivace ed approfondito (mi rivolgo al Presidente Ferraris che non ha avuto la fortuna di essere presente, perché impegnato in altre vicende, quindi probabilmente si è perso una parte della discussione, che, forse, amministrativamente, andava seguita, visto che si tratta di importanti atti di questa Amministrazione, che dovrebbero interessare tutti, a prescindere dal ruolo istituzionale che svolgiamo). Io, da Presidente della Commissione, avevo già ribadito nella prima dichiarazione di voto la mia parziale insoddisfazione. Quindi, questo, ovviamente, porta alla decisione che avevo già annunciato di astenermi da questa deliberazione, ribadendo però l'impegno a seguire, insieme alla Giunta, il percorso, che è stato accidentato e complicato, di un anno particolarmente intenso, che non ha probabilmente portato i frutti sperati, almeno per quanto non riconducibili a posizioni ideologiche, sicuramente amplificate e amplificabili dalla campagna elettorale attuale in cui ci troviamo, che potrebbero metterci nella condizione di non avere un atteggiamento pregiudiziale, in particolare quando trattiamo di temi che abbiamo già affrontato con molta delicatezza anche per la ricaduta economica sul Bilancio di questa Amministrazione, proprio perché le privatizzazioni, a prescindere, non possono essere definite come sono state definite nell'intervento precedente. Quindi, ribadisco che mi asterrò. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La parola al Consigliere Viale. VIALE Silvio Io sono un po' distratto, ma mi pare di aver capito che alcuni Colleghi di maggioranza votino no. Se nessuno mi smentisce, vuol dire che ho capito giusto. Ieri, al Tg3, ho sentito un Collega di maggioranza, che peraltro fa parte della stessa coalizione in Regione, dire: "Noi siamo NO Tav e contro la Tav". Legittimo. Dopodiché, il Presidente Chiamparino mi sembra che si presenti con un altro tipo di posizione. Io credo che tutto sia legittimo, che all'interno di una maggioranza ci possano essere posizioni diverse e si possono anche fare battaglie su questioni di principio, ma quando si ottiene, non dico una mediazione, ma un punto di convergenza su una deliberazione dopo una lunga discussione, si mantiene il punto. Perché, altrimenti, tanto valeva dire prima: "Noi su questo siamo fuori e ci manteniamo fuori". Perfetto, non c'è problema. Però, questo discorso delle porte girevoli a seconda dell'argomento, del tirare la giacchetta e, una volta tirata la giacchetta, non essere soddisfatti se è strappata, dire: "Non mi piace". Ecco perché io condivido quasi tutte le osservazioni del Consigliere Altamura, condivido altre posizioni che ci sono state. Per questo motivo, mi asterrò sulla proposta di deliberazione, proprio per dare un segnale, perché credo che non sia possibile, in qualche modo, accettare una posizione di voto contrario all'interno della maggioranza. È chiaro che votare no ad una deliberazione di questo tipo, arrivata in questo modo, vuol dire di fatto porsi in una posizione di stand by per quanto riguarda la maggioranza. Che questo poi sia strumentalmente temporaneo, in funzione delle elezioni regionali, e poi ci sia un rientro della marea subito dopo, lo vedremo. Al momento prendo atto che su una deliberazione fondamentale e importante come questa, una forza politica della maggioranza si chiama fuori. Ed è per questo che io mi asterrò su questa proposta di deliberazione. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La parola al Consigliere Ricca. RICCA Fabrizio Questo è il primo atto politico dell'anno 2014 amministrativo vero, non le baggianate che ci avete fatto votare da inizio anno fino ad oggi, e viene fuori che in questa Città non c'è più una maggioranza che governa, perché una parte del PD si astiene e una parte della maggioranza, comunque significativa, anche come posizioni, pare che voti contro. Viene da pensare, a questo punto, se esista ancora formalmente una maggioranza, perché questo voto quasi lo prenderei come un voto di fiducia all'Assessore e a tutta la sua Giunta. Se il primo atto del 2014, che arriva i primi di maggio, quindi anche con una lentezza quasi elefantesca, si presenta con un voto di questo tipo, forse è il caso che iniziate a fare qualche tipo di riflessione, perché avete presentato un atto che non è una proposta di deliberazione, ma è un volantino elettorale per poter andare in giro a dire: "Noi siamo per l'acqua pubblica", ma poi, tendenzialmente, per l'acqua rimane esattamente tutto com'era prima. Fate i progressisti, cercando di essere conservatori. Questo è davvero imbarazzante ed è anche difficile, poi, dare un giudizio su questo tipo di atto, perché, se si facesse un certo tipo di discorso, io potrei essere favorevole, potrei essere contrario se si andasse in un'altra direzione, ma oggi voi presentate una proposta di deliberazione che, in base a chi si parla, ha un tipo di interpretazione. Quindi, se io vado a parlare con qualcuno, la interpreto in un certo modo, se vado a parlare con un altro, la interpreto in un altro, ma la proposta di deliberazione di per sé non vuol dire pressoché nulla. Quindi, è per questo che io, Presidente, mi asterrò, perché ritengo fondamentale comunque dare un contributo in termini di votazione, sperando che, poi, passata la marea elettorale - come diceva qualcuno -, si prendano delle posizioni, magari ci si trovi all'interno della maggioranza, perché sapere che la Città è affidata a voi - io è dal 2011 che lo dico - mi preoccupa e oggi è l'ennesima dimostrazione che la mia preoccupazione ha un fondamento. Quindi, mi auguro che ad elezioni finite si possa trovare una strada un pochino più chiara e che, comunque, dia su questo tipo di tema delle risposte più precise. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La parola al Consigliere Araldi. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). ARALDI Andrea Votando io favorevole, lascerò ai posteri uno scritto personale. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Era per spiegare che il Regolamento prevede una dichiarazione di voto ed eventuali altre dichiarazioni di voto in dissenso rispetto alla dichiarazione di voto positiva del Gruppo. |