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LEVI Marta (Vicepresidente) Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. mecc. 201401412/064, presentata dalla Giunta Comunale in data 25 marzo 2014, avente per oggetto: "Società SMAT S.p.A.. Modifica dello Statuto sociale e della convenzione tra i soci SMAT ex articolo 30 T.U.EE.LL. - Approvazione". LEVI Marta (Vicepresidente) Comunico che in data 16/04/2014 le competenti Commissioni hanno rimesso il provvedimento in Aula. La parola all'Assessore Tedesco. TEDESCO Giuliana (Assessore) Cercherò di essere breve nell'illustrazione, perché ne abbiamo già parlato moltissimo in Commissione, quindi mi riservo altri interventi dopo l'illustrazione degli emendamenti. Il 4 marzo dell'anno scorso il Consiglio Comunale ha approvato una deliberazione che aveva ad oggetto la trasformazione di SMAT S.p.A. in azienda consortile, in cui praticamente si subordinava l'avvio della procedura di trasformazione, previa un'attenta analisi dei costi/benefici in termini patrimoniali, giuridici, fiscali ed economici, previa una verifica di sostenibilità del piano d'ambito dato e previa ancora una verifica della disponibilità dei Comuni soci di SMAT S.p.A. ad aderire al progetto di azienda consortile. Abbiamo fatto tutta una serie di verifiche finanziarie in ordine agli aspetti previdenziali ed in ordine agli aspetti gestionali. Sapete che le banche finanziano SMAT per circa 280 milioni di Euro e la Banca BEI, che è stata da noi interpellata, ha risposto per iscritto ed ha rilevato tutta una serie di criticità riguardo alla trasformazione, palesando che un'operazione del genere potrebbe configurare un potenziale evento di risoluzione dei contratti e che, quindi, era necessaria un'analisi molto più approfondita di quanto si potesse fare in questi tempi. Abbiamo ancora fatto verifiche sugli aspetti previdenziali, dove sono emerse possibili penalizzazioni a carico di alcuni dipendenti, che avrebbero dovuto sostenere una spesa anche rilevante per la ricongiunzione dei propri contributi previdenziali; infatti, attualmente in SMAT ci sono circa 250 dipendenti che versano i contributi all'INPS. Abbiamo poi fatto anche verifiche di ordine gestionale e tutte le verifiche che ci ha chiesto il Consiglio Comunale. Per quanto sia stata giuridicamente approvata la possibilità di costituire una nuova azienda speciale in sostituzione dell'attuale società per azioni SMAT, tenendo però conto soprattutto degli svantaggi derivanti dall'utilizzo di un'azienda speciale, la Giunta ritiene - quindi sottopone al Consiglio per l'approvazione - di poter approvare il progetto già approvato con la precedente deliberazione e di puntare, in accordo con la maggioranza degli altri soci, sul rafforzamento dell'attuale natura pubblica di SMAT, intervenendo su alcuni aspetti della governance sociale e sulla destinazione degli utili. La nostra proposta, che il CdA di SMAT ha già approvato, è quella di incrementare dal 75% al 90% il quorum necessario per le deliberazioni nell'assemblea che hanno per oggetto modifiche dello Statuto sociale, che incidono sulla composizione della compagine pubblica degli azionisti, e l'incremento dal 40 al 60% del voto favorevole dei soci presenti in assemblea. Proponiamo anche all'approvazione del Consiglio uno schema di convenzione ex articolo 30 del T.U.EE.LL., che prevede che l'utile prodotto da SMAT venga ripartito per una quota massima del 20% per la promozione di attività di tutela ambientale, indirizzata alla salvaguardia della risorsa idrica e per una quota minima dell'80% a riserva dell'azienda a sostegno del piano economico finanziario. CARRETTA Domenico (Consigliere f.f. di Presidente) La parola al Consigliere Levi-Montalcini. LEVI-MONTALCINI Piera Volevo sapere se c'è una parte di utili destinata a ricerca e sviluppo. CARRETTA Domenico (Consigliere f.f. di Presidente) La parola al Consigliere Levi. LEVI Marta Intervengo su questa deliberazione che ha avuto, come ben sa il Consiglio Comunale, una lunghissima vicenda. Questo Consiglio si era espresso, come peraltro ricordato dall'Assessore, votando una deliberazione diversa, una deliberazione seppur modificata, di iniziativa popolare, che chiedeva la trasformazione di SMAT in azienda speciale consortile. In quella deliberazione chiedevamo una serie di verifiche sul piano industriale, sul piano fiscale e sul piano economico. Come tutti ricorderanno, quella deliberazione ebbe anche un parere di legittimità sfavorevole, parere che per alterne vicende riguardo alla normativa è stato poi sconfessato dalla Corte dei Conti. Quindi, ci ritroviamo oggi ad approvare questa deliberazione in un quadro normativo ridefinito che consentirebbe la trasformazione in azienda speciale consortile. Le valutazioni riportate in deliberazione circa la non opportunità di procedere a questa trasformazione sono sostanzialmente condivise dal Gruppo del Partito Democratico; soprattutto quello che il Gruppo del Partito Democratico condivide sono le modifiche che con questo atto vengono apportate allo Statuto della società e alla Convenzione. L'obiettivo che questa deliberazione ci propone è di rafforzare la natura pubblica della società SMAT, cioè - diciamola meglio - "vincolare" la natura pubblica della società SMAT, modificando e aumentando il quorum previsto da Statuto per le modifiche statutarie, ma soprattutto questa deliberazione ci propone di inserire in Convenzione ciò che questo Consiglio Comunale aveva già più volte affermato con mozioni di indirizzo, cioè due cose fondamentali: la prima che le quote di SMAT oggi in capo non al Comune, ma ad FCT, vengano riacquisite dal Comune, rafforzando la natura pubblica in senso stretto di SMAT S.p.A.; sull'altro fronte, il tema della ripartizione degli utili, laddove in Convenzione viene detto che massimo il 20% di utile verrà distribuito ai Comuni per iniziative di salvaguardia ambientale, mentre l'80% degli utili resteranno in azienda, per gli investimenti, e quindi anch'essi destinati al rafforzamento del sistema idrico integrato. Questa proposta, come riportato in deliberazione e detto dall'Assessore, proviene dalla Provincia di Torino, riteniamo vada incontro ai due punti essenziali che ci avevano portato, mesi fa, all'approvazione di quella deliberazione di iniziativa popolare: confermare la natura pubblica della società SMAT S.p.A. e affermare con un atto deliberativo, non solo con una mozione di indirizzo, che gli utili prodotti dalla società siano investiti nel servizio idrico integrato, o comunque in attività di salvaguardia ambientale. Queste sono sostanzialmente le ragioni che ci portano a condividere questa deliberazione, e quindi a condividere il superamento della precedente deliberazione votata dal Consiglio Comunale - fatemela dire così - abbandonando, per ora, l'idea di trasformare SMAT in azienda speciale consortile. Potrei dirla anche in questo modo: evitando di intraprendere una strada che, seppur condivisibile in linea teorica, presenta molte incertezze sul piano pratico, essendo un percorso non ancora sperimentato se non da pochissime realtà nazionali; una in particolare che tutti conosciamo è la realtà di Napoli, che però presenta una situazione aziendale molto diversa da quella della Città di Torino. Concludo ricordando che la costituzione di SMAT S.p.A. dalla fusione tra l'Azienda dell'Acquedotto Municipale e l'azienda Po Sangone ci ha consentito di avere l'affidamento in house del servizio idrico integrato alla società SMAT S.p.A. Abbiamo fatto un percorso lineare, fortemente voluto dalla Città di Torino, per avere un'azienda pubblica sul servizio idrico integrato, un percorso che oggi viene rafforzato nella sua scelta essenziale di società pubblica, che opera in house per i Comuni soci. È vero, SMAT resta una società di diritto privato, ma è a tutti gli effetti una società pubblica di proprietà dei Comuni per i quali gestisce un servizio essenziale come quello dell'acqua. CARRETTA Domenico (Consigliere f.f. di Presidente) La parola al Consigliere Bertola. BERTOLA Vittorio Mi dispiace dirlo, ma questo è l'atto finale di una lunga presa in giro, perché è da tre anni, da quando sono entrato in questo Consiglio Comunale che si trascina la vicenda sulla natura di SMAT S.p.A., perché in contemporanea all'insediamento di questo Consiglio Comunale si è svolto un referendum che ha dato comunque un'indicazione politica. Da allora, giustamente, i comitati referendari sono venuti da noi con la deliberazione di iniziativa popolare, firmata da migliaia di cittadini, che chiedeva la trasformazione di SMAT in società di diritto pubblico. Ed è da allora che, sostanzialmente, questa vicenda si trascina con una serie di prese in giro, perché, scusate se mi permetto di usare questo termine, però prima questa deliberazione è arrivata in Consiglio Comunale e la maggioranza non ha avuto il coraggio di bocciarla e dire: "Non siamo per la trasformazione in società consortile, vogliamo andare avanti con la S.p.A.", l'ha approvata stravolgendola, mettendoci dentro un "forse vedremo, ma verifichiamo", eccetera; dopodiché, è passato un ulteriore anno e adesso ci si dice: "Abbiamo verificato, ci dispiace, non si può fare, quindi torniamo indietro e ci rimangiamo tutto quanto avevamo detto". Allora, forse sarebbe stato più serio dire di no dall'inizio, visto che le motivazioni che in questo anno sono state addotte dagli Uffici per dire che non si poteva fare questa trasformazione sono le stesse addotte nella fase precedente alla votazione della deliberazione precedente, di cui allora evidentemente il Consiglio Comunale ha ritenuto che non fossero così valide, perché invece la deliberazione l'ha approvata. Quindi non si capisce perché, a questo punto, dopo un anno dovremmo tornare indietro, rimangiarci tutto quello che è stato approvato e, sostanzialmente, dare ragione a chi, sin dal principio - e va riconosciuto alla Giunta - diceva che tutto questo non si poteva fare. Quindi, paradossalmente, da questa vicenda la Giunta almeno ne esce con coerenza, perché ha sempre sostenuto che la strada sarebbe stata questa; invece, è il Consiglio Comunale che ne esce senza coerenza, perché francamente trovo ridicolo dire che questa deliberazione che abbiamo qui oggi, queste modifiche allo Statuto, la convenzione, eccetera, rafforzano la natura pubblica, e quindi non c'è bisogno di fare una società consortile, perché c'è già questo rafforzamento e va bene. Intanto, segnalo che una delle cose che vengono previste è il riacquisto delle quote dei soci che non sono Comuni da parte della società stessa o dei Comuni. I Comuni si sa che in questo momento non hanno possibilità finanziarie, quindi non vedo come potrebbero riacquistare queste quote e, perché le riacquisti SMAT, vuol dire di nuovo usare SMAT come un modo per far uscire dei soldi al CIDIU, tanto per dire un nome, quindi ai Comuni che ne sono soci, quindi di nuovo trasferire soldi dalla gestione al servizio idrico alle casse disastrate del CIDIU e da lì alle casse dei Comuni, perché i Comuni non sarebbero in grado di ripianare il buco del CIDIU, e quindi usare di nuovo la SMAT come un bancomat per ripagare i buchi dell'Amministrazione Comunale. La seconda cosa che viene fatta è questo giochino di maggioranza: sugli utili dire che l'80% viene dedicato al piano industriale è un significativo passo indietro rispetto alla mozione che questo Consiglio Comunale, peraltro su nostra proposta, ha approvato un anno fa, perché mentre la mozione approvata diceva che il 100% degli utili deve essere destinato alla riduzione delle tariffe o agli investimenti nel servizio idrico sul territorio, questa nuova formulazione dice che intanto il 100% diventa 80 e il 20 si può comunque usare e questo 80, però, è destinato genericamente a supporto del piano industriale di SMAT. Intanto, non si parla più neanche di riduzione delle tariffe, quindi se qualcuno veramente crede nel principio che non ci deve essere lucro sull'acqua, allora questa formulazione non va bene, perché il primo obiettivo, a fronte di un avanzo di gestione, doveva essere ridurre le tariffe per gli utenti; poi, comunque, non si parla neanche più di limitare i lavori sul territorio, quindi si rilancia la visione finanziaria della gestione del servizio idrico, per cui la nostra società di gestione del servizio idrico va a investire a Palermo, compra la gestione del servizio idrico di qua e di là, in territori che non sono quelli dei cittadini che ne sono soci, e quindi si lancia in avventure che poi sono, tra l'altro, diventate un vero disastro. È veramente incredibile che siamo qui, discutiamo questa situazione e, in realtà, adesso SMAT è impegnata, insieme ad IREN, in un'operazione finanziaria in Borsa, in un'Offerta Pubblica di Acquisto sulla società Acque Potabili, che contiene il buco di Palermo e tutta una serie di altre cose, quindi società anche piuttosto traballanti, quindi ulteriore avventura che non si sa dove porterà, e questa operazione di OPA in Borsa non è mai neanche stata discussa in Consiglio Comunale, per cui la prima volta che se ne discuterà sarà perché abbiamo fatto un'interpellanza e adesso nelle prossime settimane verrà, spero, l'Assessore Tedesco a rispondere di questa vicenda e a spiegarci. Altrimenti questa vicenda, che comunque impatta pesantemente sulle finanze della SMAT, sulla gestione e sulle sue prospettive sul piano industriale, non è mai stata discussa neanche per un minuto dal Consiglio Comunale di Torino, che pure sarebbe socio al 65% di SMAT. Quindi, francamente non capisco, cioè credo che chi sia a favore dell'acqua pubblica a questa deliberazione possa solo votare contro e il nostro voto sarà contrario, indipendentemente dagli emendamenti che pure abbiamo presentato, cercando di migliorare forse un po' le cose, perché per noi la linea è chiaramente e politicamente uscita dal referendum e, a parole, è stata sostenuta, almeno da una parte della maggioranza, salvo poi tornare indietro in questa situazione. Però, la cosa peggiore è proprio la sensazione che in tutta questa vicenda si sia dimostrata la sostanziale inutilità della politica dei Consigli Comunali, perché il Consiglio Comunale aveva già dato la sua linea un anno fa, era una linea diversa; l'Amministrazione sostanzialmente non l'ha applicata, ha trovato scuse per tornare indietro. Tra l'altro, noto che altri Consigli Comunali, che magari si vantano meno di essere sedi di alta politica, il coraggio ce l'hanno avuto, perché a Moncalieri, come in tanti altri Comuni - cito Moncalieri perché è il secondo Comune della Provincia - hanno approvato la deliberazione dell'acqua, non hanno approvato questa roba qua. Per cui, adesso arriveremo, tra l'altro, nell'assemblea di SMAT, in cui alla fine ci saranno tutta una serie di Comuni, mi pare siano diciotto, che in realtà non seguiranno quanto stiamo votando oggi, quindi lo spazio anche politico per dire no ci sarebbe. Un Consiglio Comunale che ha voglia di ribadire il proprio ruolo, non subalterno alle decisioni della Giunta, non subalterno alle decisioni dei manager che sarebbero manager che rispondono ai cittadini, ma in realtà fanno quello che vogliono, semmai sono loro che ci dicono cosa dobbiamo fare, allora avrebbe il coraggio di dire: "No, ci fermiamo un attimo e decidiamo noi la linea che vogliamo tenere", perché, altrimenti, si riconosce il fatto che almeno chi sta in maggioranza sta qui per schiacciare i bottoni, scusatemi. Quindi spero che l'Aula avrà il coraggio di votare contro questa deliberazione. Noi abbiamo la coscienza a posto, perché abbiamo sempre perseguito la stessa idea in tutti questi anni, infatti non ci sono stati cambiamenti di linea e non abbiamo problemi a spiegare perché diciamo una cosa e ne facciamo un'altra. Pregherei i Colleghi della maggioranza, dopo aver votato questa deliberazione, di evitare di andare in piazza da domani per la campagna elettorale, visto che buona parte di loro è candidata, a dire che loro sono per l'acqua pubblica e combattono per il bene comune, perché almeno un minimo di coerenza ci vorrebbe ogni tanto nella vita. CARRETTA Domenico (Consigliere f.f. di Presidente) La parola al Consigliere Altamura. ALTAMURA Alessandro Ovviamente intervengo solo a titolo personale e non come Presidente della Commissione, avendo anche sollecitato più volte un approfondimento su questa discussione. Come ha ricordato correttamente il Consigliere Bertola, già in fase di prima deliberazione si sono fatti gli approfondimenti necessari, poi può essere opinabile il fatto che si dovessero fare delle verifiche, Consigliere Bertola, e che queste verifiche abbiano portato comunque ad una decisione; sulla semantica delle parole, ovviamente, potremmo discutere a lungo. Mi limito a dire qualcosa su quello che forse è l'aspetto più importante rispetto agli utili fatti dalla società e alla richiesta che, anche come maggioranza, si era fatta, in tempi non sospetti, di valutare la possibilità sia degli investimenti della società sul territorio, sia di interventi rispetto alla tariffazione ovviamente. C'è un impegno di tipo verbale da parte della Giunta, che non emerge chiaramente dalla deliberazione, è evidente che probabilmente l'aspetto tecnico prevale sulla questione strategica; quindi ne prendo atto come Presidente della Commissione. Ribadisco, però, quanto ho già detto più volte nell'ultimo anno in varie sedi, anche rispetto alla trasformazione della S.p.A. SMAT in azienda speciale: come ho sempre dichiarato, anche in tempi non sospetti, sono contrario a questa deliberazione, quindi il mio voto sarà di astensione. CARRETTA Domenico (Consigliere f.f. di Presidente) La parola al Consigliere Grimaldi. GRIMALDI Marco È con un po' di sofferenza, ma soprattutto rammarico, che prendo la parola per questa deliberazione. Lascerò perdere la sofferenza, ma almeno fatemi dire il rammarico, che è abbastanza semplice. Quattro anni fa ormai, fra le prime Città italiane, abbiamo scritto nello Statuto della Città di Torino che, per tutti i fini previsti dalla legislazione vigente, la Città si impegnava a garantire che la gestione del servizio idrico integrato fosse operato senza scopo di lucro. Qualche mese dopo, se vi ricorderete, una grande mobilitazione popolare, migliaia e migliaia di persone in tutta Italia costruirono le condizioni per trasformare quello che era un adempimento, di fatto della Città di Torino, in un principio generale, cioè che l'acqua non è una merce, non è un servizio, neanche solo un Servizio Pubblico Locale, è un bene supremo che dovrebbe essere registrato in un altro modo dalla nostra legislazione. Su questo vorrei fare un distinguo sia verso i liberisti, sia verso il Movimento 5 Stelle, ma giusto per essere concreti: un conto è dire che uno ha dato il mandato vero, politico, come ho fatto anch'io, Consigliere, di dire che la gestione pubblica è un bene supremo e per questo motivo, secondo me, andava rimosso il concetto stesso di S.p.A., un conto è dire quello che abbiamo votato. Noi abbiamo votato l'interdizione verso il Governo, o meglio, l'abrogazione di una legge che avrebbe messo l'acqua, come tanti altri Servizi Pubblici Locali, dentro un disegno di privatizzazione con scadenza; questo abbiamo votato. Ma abbiamo votato un'altra cosa ben più importante e il Consigliere Bertola lo sa; quell'idea del tutto strumentale e privatistica di dare una remunerazione al capitale investito, che facilitava di fatto non solo il lavoro della S.p.A., ma anche l'ingresso di tutti i privati in quel disegno di privatizzazione. Intanto, il Consiglio Comunale nei mesi successivi, il 9 luglio è stata la prima volta, come sapete, ha disegnato degli indirizzi che potevano essere utili a quel tipo di risultato elettorale, quindi cancellando la remunerazione del capitale investito, rivedendo la bolletta di SMAT e soprattutto bloccando tutti i disegni - e Monti, come sapete, ci ha messo del suo - che rimettevano l'acqua pubblica dentro i desideri di privatizzazione dei Governi nazionali. Questo l'abbiamo fatto prima bloccando con una mozione, se vi ricordate - tra l'altro, è anche citata nella deliberazione in oggetto -, che diceva che l'acqua è un bene comune e che SMAT non verrà privatizzata, in particolare dava un mandato vero e politico, e l'abbiamo poi scritto nella deliberazione di FCT, cioè, caro Sindaco, riportare dentro Comune di Torino le quote di SMAT detenute da altri Enti, FCT Holding in primis; ma anche chiedendo a SMAT, e di fatto all'ATO, di togliere i soggetti privati dalla sua gestione, in quanto di fatto soci pubblici e non coerenti con il disegno che avevamo in testa, anche perché, qualora alcune di queste aziende fossero state privatizzate, l'effetto indiretto sarebbe stato quello. Nei mesi successivi abbiamo discusso di una deliberazione di iniziativa popolare. A me dispiace molto che l'Assessore Lo Russo non sia qui a fianco a me, ma non perché non sono contento che sia stato promosso in Giunta, è che era lì a qualche metro di distanza con noi a votare un atto che dava mandato alla Giunta come primo Comune di questa Provincia di attuare quel tipo di trasformazione e dava un mandato vero di analisi, certo, economica, giuridica, non solo dal punto di vista fiscale, previdenziale, di investimenti, costi/benefici, ne abbiamo messe di cose, forse ne abbiamo messe un po' troppe. Quando queste analisi si fanno e si dà un mandato politico per trasformare un'azienda, si fanno sapendo che quel tipo di disegno ci interessa, perché quel tipo di verifiche non va fatto solo con l'intenzione, tra l'altro, con un giudizio contrario e palese in quel caso della Giunta. Vorrei solo dirvi che questa maggioranza ha sfidato un parere tecnico negativo, lo ricordo per tutti, ma anche un parere politico mica così favorevole da parte della Giunta, e allora, sì, voglio dirvi che siamo stati poco coraggiosi. Altro che il Po-Sangone e il sistema di quindici anni fa, non abbiamo quel coraggio, Consigliere Levi. Certo, forse le leggi attuali non ci favoriscono, però possiamo dire che abbiamo un parere che ci diceva che non si poteva trasformare, l'abbiamo scritto una, due, tre volte, abbiamo comunque votato a favore di questa trasformazione e la Corte dei Conti, alla fine, ci dice che questa trasformazione si poteva fare. Il Gruppo di SEL non ha cambiato idea e non sta facendo neanche ostruzionismo, abbiamo presentato degli emendamenti perché non votiate stupidaggini, ve lo dico così. "Non saremo mica noi a dire quelle cose lì? No, lo dice BEI", mi dicono a verbale in Commissione. Allora io dico che bisogna mettere le virgolette, perché non è obbligatorio scendere per dire "di proprietà dal 65%, perché il modello consortile porterà", come non è obbligatorio far votare in trecento Comuni il bilancio di SMAT, basta scriverlo nel nuovo Statuto dell'azienda consortile, basta dare dei poteri diversi. E guardate, per quelli che dicono: "Ma poi come facciamo a remunerare il CdA di SMAT consortile?". Non lo remuneriamo, perché ci manderemo i nostri dirigenti; non lo remuneriamo, perché il direttore si può pagare esternamente al CdA, così come possono farlo le aziende consortili. Guardate, ve la dico così e ve la dico tutta in termini politici: noi siamo il centesimo Comune, cioè noi detenendo il 59 più 5% - possiamo dire il 65% di quote -, siamo fra gli ultimi Comuni che discutiamo di questa cosa con - possiamo dirlo? - un bello schiaffo in faccia della Provincia che ci ha detto: "Sapete che c'è? Avete fatto una stupidaggine. Si doveva fare in un altro modo". Lo dico sinceramente, emendo in un modo migliore questa deliberazione. E non mi basterà di nuovo il parere sfavorevole, perché quando il parere sfavorevole ad un certo punto mi dice: "pertanto la clausola statutaria che prescrive l'unanimità per la modifica dello Statuto sociale è da ritenersi non valida per le S.p.A.", l'unanimità è l'unanimità, ma se al posto del 90 metto il 95%, voglio che ci sia un'analisi su questo tipo di parere sfavorevole, perché il 95% non è l'unanimità. Allora, voglio capire se siamo di nuovo in presenza di richieste, devo dire così, cioè di mettere da parte la politica e far sì che ci siano delle giustissime opinioni tecniche sfavorevoli, che però non vogliono arrivare al merito. Il merito per me è dirci semplicemente perché diciamo il 95%, invece che il 60% chiediamo che siano presenti l'80% delle persone, perché non vogliamo che quel disegno privatizzatore prima o poi si possa insinuare dentro quella società. E togliere il modello S.p.A. non era un'utopia, era semplicemente dire: ma a che cosa serve il modello S.p.A., se non per fare utili? E se non vogliamo dare gli utili, che cosa ce ne facciamo del modello S.p.A.? Non è un ragionamento così strano. È ideologico? Sì, è ideologico, come è ideologica l'idea di privatizzazione, come l'idea strana che il privato faccia meglio del pubblico. Quello l'abbiamo mandato a casa due anni fa e credo che questo Consiglio Comunale ha fatto bene ogni qualvolta ha voluto dire che SMAT è un bene diverso dagli altri. Quindi, scusatemi, forse sarò un po' pedante, ma vorrò presentarvi tutti gli undici emendamenti, perché il senso è che voglio migliorare questa deliberazione, così come mi sono impegnato con tutti voi in questi quattro anni a difendere quel principio e quella società integrata unica, che ha reso l'immagine di una delle aziende migliori di questo Paese, proprio perché pubblica; credo che le due cose non siano incompatibili. Quindi, un po' più di coraggio e iniziamo la discussione anche sugli emendamenti di questa deliberazione. LEVI Marta (Vicepresidente) Non essendoci altre richieste di intervento, passiamo all'analisi degli emendamenti. L'emendamento n. 1, presentato dai Consiglieri Grimaldi e Curto, recita: LEVI Marta (Vicepresidente) Qual è il parere della Giunta? TEDESCO Giuliana (Assessore) Il parere della Giunta è favorevole. LEVI Marta (Vicepresidente) La parola al Consigliere Grimaldi, per l'illustrazione. GRIMALDI Marco Semplicemente, secondo noi, il primo era un di più rispetto all'illustrato. L'ho spiegato, l'ho detto e ci sembrava una cosa che rischiava di travisare soprattutto l'interpretazione della Corte dei Conti. LEVI Marta (Vicepresidente) Non essendoci altre richieste di intervento, pongo in votazione l'emendamento n. 1: presenti 26, astenuti 2, favorevoli 22, contrari 2. L'emendamento è approvato. LEVI Marta (Vicepresidente) Passiamo all'analisi dell'emendamento n. 2, presentato dai Consiglieri Grimaldi e Curto. La parola al Consigliere Grimaldi. GRIMALDI Marco Possiamo fare come prima? Sapere prima il parere? LEVI Marta (Vicepresidente) Mi scusi. Qual è il parere della Giunta? TEDESCO Giuliana (Assessore) Il parere della Giunta è negativo. LEVI Marta (Vicepresidente) La parola al Consigliere Grimaldi. GRIMALDI Marco Immagino che il parere sia negativo, come lo è il parere tecnico, però devo dirvi la verità: stiamo riportando delle frasi scritte da BEI in un documento più complesso, per cui o si citano una per una, con il taglia e cuci o con i puntini di sospensione, oppure, secondo me, è un errore. È un errore, perché - lo ripeto -, intanto, non è detto che quello che dice BEI sia in qualche modo così importante, se non dal punto di vista finanziario. Scusate, ma a BEI non gli abbiamo mica chiesto se ci spiega il funzionamento della governance. Non funziona così. Avevamo chiesto il parere finanziario per capire se, passando dal modello S.p.A. al modello consortile, BEI avrebbe confermato gli investimenti; BEI ci ha risposto che, per quanto riguarda l'operatività, poi c'è il rischio di passare i documenti in 300 Comuni. Posto che non è la cosa più impossibile del mondo, però non è vero. Relativamente alla seconda frase: "effetti sulla governance a causa della possibilità di diminuzione della partecipazione del Comune di Torino", qualcuno ha mai fatto un'azienda consortile? A voi risulta che debba essere per forza proporzionale al numero di abitanti? Ma chi ha detto che le proporzioni non possono rimanere le stesse? Posto che, se l'ha scritto BEI, ha scritto una stupidaggine, con l'emendamento vi chiedo di mettere le virgolette. Sì, vi chiedo di mettere le virgolette. Vi chiedo che almeno ci si assuma la responsabilità del fatto che si tratta di parole di BEI, perché, se sono parole nostre o dei nostri tecnici, sono, a mio parere, di nuovo - come l'altra volta - parole sbagliate, oppure è un'ipotesi che non è detto che sia l'unica possibile. Visto che questa ipotesi è quella che manda poi in cantina l'azienda consortile, vi chiedo o di rimuoverla o di mettere le virgolette. Delle due, l'una. Quindi è per questo motivo che a me non piace il parere sfavorevole. Il parere sfavorevole dice che l'ha detto BEI, ma in un documento più complesso, però si dica che l'ha detto BEI. Presidente, le chiedo o la possibilità, visto il parere tecnico, di abrogare (perché sono cose in più), o, altrimenti, di mettere le virgolette, perché non sono parole nostre, ma di un soggetto a cui, tra l'altro, non si doveva neanche chiedere che cosa ne pensava di tutta l'operazione in generale; dovevamo semplicemente chiedere se avrebbero garantito lo stesso gli investimenti passando da S.p.A. ad azienda consortile. Secondo me, questo è il difetto di questa parte della proposta di deliberazione. LEVI Marta (Vicepresidente) Non essendoci altre richieste di intervento, pongo in votazione l'emendamento n. 2: presenti 26, astenuti 3, favorevoli 3, contrari 20. L'emendamento n. 2 è respinto. LEVI Marta (Vicepresidente) L'emendamento n. 3, presentato dai Consiglieri Grimaldi e Curto, recita: LEVI Marta (Vicepresidente) Qual è il parere della Giunta? TEDESCO Giuliana (Assessore) Il parere della Giunta è favorevole. LEVI Marta (Vicepresidente) Non essendoci richieste di intervento, pongo in votazione l'emendamento n. 3: presenti 26, astenuti 2, favorevoli 20, contrari 4. L'emendamento n. 3 è approvato. LEVI Marta (Vicepresidente) Passiamo all'analisi dell'emendamento n. 4. Qual è il parere della Giunta? TEDESCO Giuliana (Assessore) Il parere della Giunta è negativo. LEVI Marta (Vicepresidente) La parola al Consigliere Grimaldi. GRIMALDI Marco Secondo noi, è un di più ed è quel di più che va eliminato per rimuovere delle cose che non stanno né in cielo, né in terra. Possiamo eliminare quando si dice che non abbiamo fatto la trasformazione perché - almeno così sembrerebbe - la Giunta aveva paura che quei 250 dipendenti avrebbero avuto dei problemi per i versamenti INPS o i trasferimenti INPS? Giusto per non inficiare maggiormente la discussione. In più, vedo un parere sfavorevole, ma su questo magari interverrà il mio Capogruppo, perché mi sembra un po' fuori dal rapporto - anche fra noi - di fiducia sull'oggetto. LEVI Marta (Vicepresidente) La parola al Consigliere Bertola. BERTOLA Vittorio Detto che non intervengo sulla sostanza, nel senso che mi sembrano precisazioni abbastanza di lana caprina, che non modificano l'essenza della proposta di deliberazione - poi, magari, ci sarà qualche emendamento più sostanzioso, che invece varrà la pena votare -, anche io però volevo intervenire sul parere tecnico, perché, francamente, ormai non è la prima deliberazione e succede abbastanza spesso di vedere dei pareri tecnici che, a mio parere, sconfinano ampiamente nelle valutazioni politiche. Da quello che ho capito, un parere tecnico dovrebbe dirci se, secondo il dirigente, la proposta è coerente con le Leggi e le normative, ma non molto altro. Invece qui c'è un parere tecnico sfavorevole, perché dice che è un aspetto importante per la valutazione. Francamente non si capisce perché spetti ai dirigenti valutare se una certa argomentazione sia rilevante o meno rispetto alla decisione politica che dobbiamo prendere. Questo è avvenuto anche in altri casi - ne ho visto uno dopo anche su un nostro emendamento -, ma credo che, in generale, forse anche la Presidenza del Consiglio dovrebbe fare una qualche riflessione su dove stiamo andando con questa serie di pareri tecnici, perché ritengo che alcune valutazioni siano di competenza della parte politica e non dei dirigenti. LEVI Marta (Vicepresidente) La parola al Consigliere Curto. CURTO Michele La vicenda di un parere sfavorevole come questo - che, questo pomeriggio, potrebbe passare inosservata - credo che sia rilevante e, Presidente, vorrei richiamare la sua attenzione e, soprattutto, quella degli Uffici e del Segretario Generale. È la tipica pagina che un Consigliere Comunale accorto mette nella tasca e, poi, riapre nel momento in cui si affrontano altri temi. Noi abbiamo un'opinione differente su questa proposta di deliberazione (mi sembra palese, anche vista la nostra azione emendativa) ed abbiamo chiesto di abrogare il punto in cui si dice che, partendo dal fatto che 250 dipendenti versano attualmente i contributi in INPS, non sarebbe possibile la trasformazione in azienda consortile; su questo si ottiene un parere tecnico - non politico - sfavorevole, per il fatto che questo aspetto sarebbe rilevante, ma a me sembra un'ingerenza palese da parte della tecnica nella politica, già all'interno di una discussione che più di ogni altra vede un'invasione di campo della tecnica nella politica. Presidente, almeno su questo, per il buon gusto prima di tutto, le chiedo, a difesa dell'attività consiliare di tutti i Gruppi - non solo di quello di Sinistra Ecologia Libertà -, prima di mettere in votazione l'emendamento, di far fare una valutazione agli Uffici; probabilmente, non cambierà nulla nella valutazione del Consiglio, ma vorremmo evitare che rimanga questa cicatrice, che vede un parere sfavorevole là dove il parere sfavorevole non ci può essere da un punto di vista tecnico. LEVI Marta (Vicepresidente) Consigliere Curto, devo dire la verità - e lo dico perché lo penso -, io sono d'accordo con lei e trovo discutibile che un parere di legittimità tecnica si esprima dicendo che è un aspetto importante per la valutazione. Se questo parere di legittimità tecnica è dato su una frase che recita: "anche dal punto di vista previdenziale parrebbero possibili", francamente - devo dire la verità - lo trovo un po'… Ovviamente, ci sta che il parere politico della Giunta sia contrario, ma trovo quantomeno discutibile che il parere di legittimità tecnica sia sfavorevole. La parola all'Assessore Tedesco. TEDESCO Giuliana (Assessore) Se il Consiglio ritiene - chiaramente, non in questa sede - di voler fare degli approfondimenti su come vengono forniti i pareri tecnici, o sul motivo, o sulla loro legittimità, è un conto, però non si può ignorare che il Consiglio Comunale può decidere indipendentemente dal parere tecnico favorevole o meno. Se può interessare, il parere della Giunta è negativo, perché non è una delle motivazioni per dire che non si vuole l'azienda speciale, però è certamente uno degli elementi che concorrono a formare una valutazione. Quindi, il parere della Giunta rimane negativo. LEVI Marta (Vicepresidente) La parola al Consigliere Paolino. PAOLINO Michele Ringrazio l'Assessore per il chiarimento, però è bene che sulla questione, che è di metodo, ci sia assoluta chiarezza anche a futura memoria. Invito il Segretario Generale a farsi parte attiva, insieme al Direttore Generale, affinché venga spiegato, in maniera molto chiara, ai dirigenti ed ai funzionari della nostra Amministrazione che il Consiglio ha bisogno - e sono anche obbligati per Legge - dei pareri tecnici. Il Consiglio è in grado di assumere le valutazioni di natura politica, quindi è necessario che, in questo senso, ci sia molta chiarezza rispetto ai ruoli. In molti anni ed in molti casi abbiamo visto una sovrapposizione, credo assolutamente in buona fede e nell'interesse della deliberazione nel suo insieme (della natura nel suo insieme per quanto riguarda la specifica deliberazione, quindi credo assolutamente in buona fede), però deve essere molto chiaro che dobbiamo essere messi nelle condizioni di sapere se gli emendamenti o il testo di una proposta di deliberazione, presentati dal singolo Consigliere o dalla Giunta, hanno validità tecnica, così da non rischiare di approvare una deliberazione o un emendamento che sia in qualche modo oppugnabile, mentre, per quanto riguarda le valutazioni politiche, siamo in grado di farle. Quindi, ribadisco le perplessità anche del nostro Gruppo su questo emendamento per quanto riguarda la questione delicata, considerato anche il caso di Napoli (poi, magari, il Consigliere Altamura potrà essere più puntuale di me sul merito dell'emendamento). Per quanto riguarda i giudizi e le valutazioni che abbiamo visto a piè di pagina dei singoli emendamenti, chiedo che, in tempi molto brevi, il Segretario Generale e, in particolare, il Direttore Generale si facciano parte attiva per verificare che sia molto chiaro agli Uffici qual è il ruolo che devono svolgere. LEVI Marta (Vicepresidente) La parola al Consigliere Curto. CURTO Michele Vorrei ringraziare il Consigliere Paolino, perché, secondo me, in politica la forma è sostanza e, pur in divergenze di opinioni su questo tema, aver difeso un approccio metodologico credo che sia un fatto significativo per la tutela del Consiglio Comunale, così come, Presidente, la ringrazio per essere entrata nel merito. Non condivido però la posizione dell'Assessore Tedesco, perché, ripeto, se l'Assessore Tedesco dicesse che pensa che sia importante per la sua valutazione, io inviterei, a maggior ragione, i Consiglieri Comunali ad approvare l'emendamento, perché, a quel punto, potrei guardare negli occhi l'Assessore Tedesco e dirle che può ripensarci. Se, invece, questo diventa un fatto tecnico, allora siamo prigionieri di qualcun altro, Assessore. Mi viene il dubbio che anche lei non abbia potuto scegliere in assoluta libertà. Se è così, Assessore, la invito a sospendere la proposta di deliberazione e a fare una valutazione previdenziale. Vorrei sapere dall'Assessore se ha interpellato le agenzie previdenziali per capire quale sarebbe l'eventuale danno. Perché lei qui parla di "parrebbe possibile", ma se quel "parrebbe possibile" è tanto rilevante da diventare un aspetto importante per la valutazione, se non fosse possibile, Assessore, lei sarebbe libera di fare una scelta differente? Non voglio avere un Assessore condizionato, soprattutto da una valutazione tecnica. Assessore, sospenda la proposta di deliberazione, faccia un'ulteriore valutazione, la dica a tutti i Comuni ed andiamo avanti, perché, altrimenti, mi viene da pensare che non solo le banche, non solo una certa Europa, ma addirittura qualche tecnico della Città di Torino ci impedisce di difendere l'acqua pubblica. Sarebbe veramente troppo, Assessore. LEVI Marta (Vicepresidente) Consigliere Curto, ad onor del vero, l'Assessore Tedesco ha parlato di uno degli elementi che compongono una scelta, non ha detto l'elemento dirimente. Visto che sono entrata nel merito prima, entro nel merito anche adesso. La parola al Consigliere Altamura. ALTAMURA Alessandro Vedo che, nonostante alcune assenze dal Consiglio e anche un po' di assenza nella discussione, il tema però appassiona. Ringrazio il Consigliere Curto, perché entra nel merito della vicenda, magari un po' a piedi uniti, e ovviamente chiede all'Assessore di dare una definizione più concettuale rispetto all'analisi politica, in quanto - come dice lui - potrebbe esserci semplicemente un vizio legato ad un presupposto tecnico che implica una scelta negativa della Giunta. A me, invece, sembra in modo abbastanza evidente - ovviamente, spero di non essere smentito dall'Assessore - che l'intervento dell'Assessore Tedesco vada proprio nella direzione di dichiarare l'aspetto politico del no all'emendamento. Per riportare correttamente la discussione nell'alveo delle criticità che sono emerse, anche per quanto riguarda gli interventi dei Consiglieri Grimaldi e Paolino, credo che l'aspetto legato ai pareri tecnici sia importante per definizione per il Consiglio Comunale proprio per l'agibilità democratica e politica delle Istituzioni. Non abbiamo avuto (né nel lontano passato, né in quello recente) casi particolari; è capitata qualche situazione, magari anche significativa, ma non una linea di indirizzo che potesse far presagire alcuni aspetti che sono emersi nella discussione (e mi dispiacerebbe assolutamente). Tra l'altro, ringrazio anche il Vicepresidente Levi, che l'ha voluto ribadire. Se è vero che nell'approccio metodologico possiamo avere alcune perplessità, è altrettanto vero che la prima parte di questa frase dell'emendamento - su questo posso anche trovarmi parzialmente d'accordo -, quando dice: "parrebbero possibili alcune penalizzazioni", rispetto alla nettezza del giudizio potrebbe lasciare qualche spiraglio, ma c'è una scelta politica della Giunta. Credo che questa scelta politica vada anche oltre - ne sono convinto - lo stesso parere tecnico, perché, se è vero che il parere tecnico è negativo, in quanto dà come definizione un aspetto importante della valutazione (proprio quello rispetto alla vicenda previdenziale), è altrettanto vero, per chi ha breve memoria (ma in questo Consiglio sono in tanti, a volte, ad avere la memoria corta rispetto ad alcuni eventi, a parte quando si hanno grandi movimenti di popolo a sostegno dell'acqua pubblica), che io sono uno di quelli che ha votato a favore nel referendum per l'acqua pubblica, ma non a condizione di stravolgere completamente un sistema di rapporti, soprattutto sul territorio e sugli stessi rapporti delle politiche di area vasta, che possa creare i presupposti per sfasciare letteralmente un sistema che ha funzionato ed ha dimostrato anche di essere uno dei migliori. Aggiungo questa valutazione, perché, per chi non lo sapesse, il Comune di Napoli, rispetto alla vicenda previdenziale ed alla trasformazione in azienda speciale, ha dovuto chiedere un intervento legislativo per la ricaduta negativa che c'è stata per quanto riguarda i dipendenti relativamente alla contribuzione INPS ed ai rapporti previdenziali stessi. Credo che - forse, la Giunta poteva precisare ulteriormente questo -, interpretando l'intervento che è stato fatto, la valutazione sia squisitamente politica, in quanto l'aspetto tecnico non può essere prevalente, quando sappiamo perfettamente che, in questa fase, è semplicemente il corollario di una serie di normative che potevano o non potevano attivare quel percorso e sapendo che questo stesso parere si è cristallizzato nell'ultimo anno, perché non ha avuto un aspetto migliorativo rispetto a qualunque tipo di interpretazione o approfondimento legislativo o normativo. È su questo punto che ho cercato di focalizzare il mio intervento all'inizio del dibattito, dichiarando la mia astensione sulla proposta di deliberazione; questo non per segnare, rispetto alla Giunta, il lavoro svolto, ma per segnare, rispetto al Consiglio, il lavoro che si è fatto purtroppo in alcuni spazi sterili di dibattito, a volte eccessivamente demagogico. LEVI Marta (Vicepresidente) Non ho altri iscritti a parlare. Direi che possiamo procedere con la votazione, in quanto mi sembra che non sia intenzione dell'Assessore sospendere la proposta di deliberazione. Non essendoci altre richieste di intervento, pongo in votazione l'emendamento n. 4: presenti 27, astenuti 2, favorevoli 4, contrari 21. L'emendamento n. 4 è respinto. LEVI Marta (Vicepresidente) Passiamo all'analisi dell'emendamento n. 5. Qual è il parere della Giunta? TEDESCO Giuliana (Assessore) Il parere della Giunta è negativo. LEVI Marta (Vicepresidente) La parola al Consigliere Grimaldi. GRIMALDI Marco Rimango nuovamente allibito per il parere tecnico negativo. Ribadisco che se la Giunta vuole dire che queste sono cose che, a suo parere, sono fondamentali, bene, ma perché chiediamo di abrogarle? Abbiamo dato mandato di guardare il Codice Civile, perché, secondo noi, il Codice Civile lo prevedeva e, infatti, lo prevede, lo abbiamo chiesto al Ministero, alla Corte dei Conti ed al TAR e tutti ci dicono che si può fare e, poi, anche la Lega delle Autonomie e la Corte dei Conti ci hanno detto che si può fare. Devo dire la verità, intanto l'INPS non l'ha interpellata nessuno rispetto a prima (e va bene), la Corte dei Conti è favorevole e l'Agenzia non ha risposto, per cui, a questo punto, diventa dirimente quello che diciamo qui, perché, se pure non abbiamo avuto risposta da uno, l'altro ci ha detto che era possibile ed il parere tecnico sfavorevole diventa favorevole, questa parte diventa importantissima. Perché, alla fine, non facciamo la trasformazione? È tutto in queste parole: perché, "a seguito di queste approfondite verifiche" - che, ripeto, rimangono così -, le abbiamo fatte talmente tanto approfondite che la cosa importante è che i Bilanci Preventivi e Consuntivi dovrebbero essere invece sottoposti all'esame di tutti i Consigli Comunali. Ripeto: andate a vedere altre aziende consortili, questo non è obbligatorio, quindi una cosa che diventa importantissima, in realtà è falsissima. Inoltre, per quanto riguarda le spese che sarebbero necessarie a sostenere quell'operazione, "potrebbero rivelarsi abbastanza ingenti", tra le quali le spese legali già ventilate da BEI. Sul serio vogliamo dire che non facciamo la trasformazione perché ci vorrebbe la due diligence e dovremmo mettere un avvocato? Io rimango allibito e, infatti, toglierei questa parte. Poi diciamo che non dobbiamo farla perché la non remuneratività del Consiglio di Amministrazione se, da un lato, provoca indubbiamente un risparmio, dall'altro lato induce a dubitare che si possano individuare dei Consiglieri a cui affidare delle deleghe per una realtà aziendale così importante. Non fatemi ridere! Il problema è che non possiamo dare una delega a Silvana Sanlorenzo o al Presidente Lorenzi? Di che cosa stiamo parlando? Gli unici che devono fare il proprio lavoro sono il Direttore Generale ed il Segretario, che possiamo comunque pagare. Non possiamo pagare il CdA? Oddio, che grave! Certo, ci mandiamo un dirigente e non lo paghiamo o ci mandiamo l'Assessore competente e non lo paghiamo; io rimango allibito. Inoltre si parla dell'attuale presenza fra i soci SMAT di tre società di capitale (cioè quello che diciamo che non è giusto adesso, perché già adesso non va bene per il nostro Statuto, per la nostra proposta di deliberazione e per SMAT, in quanto, in teoria, non possono esserci soci diversi dai Comuni), per cui si dice che la trasformazione in consortile non si può fare perché c'è FCT, ma allora ci prendiamo in giro due volte! Ve lo dico sinceramente: non volete fare la trasformazione? Non fatela, però, almeno, togliamo queste cose che rischiano di aumentare la distanza con chi non condivide e chi si sente fregato e, dopo un anno, soprattutto turlupinato da aspetti che non c'entrano niente con il merito di questa discussione. LEVI Marta (Vicepresidente) La parola al Consigliere Curto. CURTO Michele Vorrei rivolgermi in particolare ai Consiglieri del Partito Democratico: una parte delle coperture dell'attuale manovra finanziaria e del Jobs act è individuata nella riduzione dei Consigli di Amministrazione - e dei loro costi - delle 7.000 società partecipate che ci sono in giro per il Paese e voi pensate veramente che sia accettabile una formulazione, per cui si dice che non è possibile trasformare SMAT in una società consortile perché, altrimenti, non potremmo remunerare i Consiglieri di Amministrazione di una Società per Azioni? È politicamente sostenibile una posizione del genere fuori da qui? Vi chiedo scusa, ma, se vogliamo fare in modo che questa sia una decisione politica e la vogliamo portare all'onore del mondo, chiedo all'Assessore di dare un parere favorevole, poi ognuno farà quello che vuole sulla deliberazione - Assessore, non le chiedo più, mi sembra palese, di sospenderne l'esame -, ma almeno sarà una decisione politica in cui ognuno si assumerà le propria responsabilità. Dall'altra parte, penso sia sbagliato cercare di far passare, in maniera surrettizia, una possibilità reale e concreta (che tutti gli organismi di controllo preposti ci hanno detto essere possibile) come una cosa impossibile; rischiate di fare una toppa peggiore del buco. Assessore, dall'altra parte è sbagliato dire che dobbiamo accettare un parere tecnico sfavorevole su una cosa di questo tipo, perché significa esporre i propri tecnici ad una responsabilità che è tutta politica, in quanto, se prima si poteva sostenere che non potevo dire questa cosa, non avendo interpellato l'INPS, e che non dovevo fare una strumentalizzazione polemica, ci sono però quattro punti che, se sono veramente un presidio tecnico e se permane il parere tecnico sfavorevole, noi, come Gruppo di questo Consiglio Comunale, siamo costretti a verificare quel parere tecnico, cioè a chiedere se non ci sia un abuso in un atto d'ufficio, in una valutazione. Non si può dire che sia oggetto di parere tecnico sfavorevole la mancanza di un'assemblea dei soci per l'approvazione dei principali atti, quali, ad esempio, i bilanci preventivi e consuntivi, che dovrebbero invece essere sottoposti all'esame di tutti i Consigli Comunali; è falso! Nelle aziende consortili non è obbligatorio, c'è una casistica, è falso! Il permanere di un parere tecnico sfavorevole rappresenta una violazione, un abuso. Assessore, in termini politici, approviamo l'emendamento, poi ognuno si terrà le proprie opinioni, ma, in termini tecnici, per favore risolvete questo problema del parere tecnico sfavorevole, perché, francamente, è inaccettabile. LEVI Marta (Vicepresidente) Non essendoci altre richieste di intervento, pongo in votazione l'emendamento n. 5: presenti 26, astenuti 4, favorevoli 4, contrari 18. L'emendamento n. 5 è respinto. LEVI Marta (Vicepresidente) L'emendamento n. 6, presentato dai Consiglieri Grimaldi e Curto, recita: LEVI Marta (Vicepresidente) Qual è il parere della Giunta? TEDESCO Giuliana (Assessore) Il parere della Giunta è favorevole. LEVI Marta (Vicepresidente) Anche il parere tecnico? Strano. Non essendoci richieste di intervento, pongo in votazione l'emendamento n. 6: presenti 24, favorevoli 21, contrari 2, astenuti 1. L'emendamento n. 6 è approvato. LEVI Marta (Vicepresidente) Passiamo all'analisi dell'emendamento n. 7. Qual è il parere della Giunta? TEDESCO Giuliana (Assessore) Il parere della Giunta è negativo. LEVI Marta (Vicepresidente) Scusi, perché è negativo? C'è scritto… va bene, il parere della Giunta è negativo. La parola al Consigliere Grimaldi. GRIMALDI Marco Un po' sono contento che ci sia il parere sfavorevole, perché questo è il vero bluff di tutta la proposta di deliberazione. Sapete perché è un bluff? (INTERVENTO FUORI MICROFONO). No, ma su questo o ci si capisce, o, secondo me, si è un po' in malafede e vi spiego il motivo. Dopo la presentazione della deliberazione nell'assemblea dei soci, la Giunta - dico la Giunta perché l'emendamento dice: "la Giunta lo ritiene condivisibile" - si è presa la responsabilità di dire che era condivisibile l'impianto, ha votato a favore e la deliberazione è andata in tutti i Comuni, ma il Consiglio Comunale non aveva detto sì a quel tipo di deliberato. Scusate, prima di fare tutta questa sceneggiata, sarebbe stato più giusto dire che, a seguito delle verifiche tecniche e normative, la deliberazione di trasformazione non si poteva fare, l'Assessore Ronco ha presentato questa proposta e, di conseguenza, chiedere al Consiglio Comunale il suo parere. Non è stato fatto, vi è chiaro? Altrimenti, non saremmo il centesimo Comune che delibera su una questione così importante. Abbiamo il 65% di SMAT e, lo ribadisco, deliberiamo dopo la gran parte dei Comuni, che, tra l'altro, hanno anche votato contro questa proposta (ad esempio, Moncalieri e Nichelino). Ma la cosa più assurda è dire che il Consiglio Comunale l'ha ritenuta condivisibile, quando la stiamo votando oggi! L'ha ritenuta condivisibile, Consigliere D'Amico? L'aveva mai vista? La sta votando adesso. L'aveva già condivisa sei mesi fa? Gliel'avevano comunicato? Era successo così, Consigliere Berthier? Era successo così, Consigliere Paolino? No. Almeno la Giunta si assuma la responsabilità di dire che era ritenuta condivisibile dalla Giunta Comunale. Io non c'ero, non sono stato informato dei fatti, non ho votato, non ho cambiato idea, sono ancora in quella deliberazione lì. Sinceramente, capisco il giudizio politico sfavorevole, ma, devo dire la verità, ci voleva un po' più di pudore, perché ognuno fa il suo; io faccio il mio, votando a favore di questo emendamento e, in questo caso, non a favore di questa proposta di deliberazione. LEVI Marta (Vicepresidente) La parola al Consigliere Altamura. ALTAMURA Alessandro È particolarmente costoso, però, effettivamente, nel sillogismo appena citato dal Consigliere Grimaldi c'è un aspetto che, comunque, non può esulare dal contesto, che quella deliberazione ha avuto un voto differente. Io credo che la Giunta, alla luce anche della discussione - ovviamente, questo avviene normalmente -, possa anche riprendere in considerazione il parere rispetto a questo emendamento. Ripeto, fra l'altro lo dice uno che, a differenza del Consigliere Grimaldi e di tanti altri Consiglieri di questo Consiglio Comunale, non aveva votato come la maggioranza. Quindi, sono a maggior ragione costretto a sottolineare come, effettivamente, la discussione parte dal presupposto che la Giunta giustamente ha fatto una scelta politica, che viene ribadita a chiare lettere e viene sostenuta dalla stessa proposta di deliberazione che viene presentata oggi, che fra l'altro è frutto di un'articolazione molto complessa e che riguarda ovviamente anche la concertazione con tutta l'area di tutti i Comuni dell'area metropolitana. Io credo che la Giunta possa fare una valutazione, anche alla luce di quanto è stato appena detto sia da parte mia, come Gruppo del Partito Democratico, sia da parte del Consigliere Grimaldi (nonostante le differenze di valutazione, anche politica, rispetto a quella deliberazione che ci hanno divisi), perché, in effetti, l'assunzione di responsabilità è evidentemente frutto dell'esecutivo. LEVI Marta (Vicepresidente) La parola al Consigliere Paolino. PAOLINO Michele Comprendo il clima, l'importanza di questa proposta di deliberazione e quanto sia caro a questo Consiglio l'argomento acqua pubblica e quanto ci stiano a cuore le sorti di SMAT, quindi invito tutti quanti, a cominciare da me stesso, a prenderla con la massima serenità e con la massima serietà. Io inviterei la Giunta a rivedere il parere che ha espresso, perché aggiungere, dopo la Provincia, il fatto che la proposta della Provincia sia stata condivisa dalla Giunta, è intrinseco al fatto che la deliberazione è proposta dalla Giunta. Quindi, messa così la frase, mi sembra che funzioni, considerato le discussioni che già ci sono state nel Consiglio. Quindi, inviterei l'Assessore o a spiegarci o a cambiare parere. LEVI Marta (Vicepresidente) La parola all'Assessore Tedesco. TEDESCO Giuliana (Assessore) Io posso anche capire, anche se poi alcune frasi (il velo di ipocrisia, il pudore) non le comprendo per nulla. Peccato che, qui, in italiano ci stiamo riferendo a quanto è accaduto nell'assemblea dei soci di SMAT. Qui, la proposta è ritenuta condivisibile, non approvata, dalla maggioranza dei soci di SMAT. Stiamo proprio parlando di un'altra cosa. Quindi, in questo caso, non c'entrano Giunta e Consiglio, non riesco a capire. Basta leggere la proposta di deliberazione. LEVI Marta (Vicepresidente) Ricordo il tempo a disposizione per gli interventi sugli emendamenti: uno dei presentatori, tre minuti, un Consigliere per Gruppo tre minuti. La parola al Consigliere Grimaldi. GRIMALDI Marco La condivisione o meno lo dice prima e dopo il fatto che hanno votato, cioè in quel senso... (INTERVENTO FUORI MICROFONO). No, scusate "pertanto l'assemblea ordinaria degli azionisti deliberava", e poi dice anche i voti. Io non capisco qual è il punto. Lo diciamo prima chi ha votato a favore e chi no. "Inoltre, anche alla luce di quanto manifestato dai Comuni in sede di assemblea che hanno così votato". C'è scritto chi ha votato a favore e chi no. Io sto dicendo... (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Ma non è così! Se volete cambiare in corso il senso del condivisibile... Il senso è molto semplice: chi è che ha deciso durante l'assemblea dei soci, come Comune di Torino, di votare a favore di quella deliberazione. È stato questo Consiglio Comunale o la Giunta? È stato questo Consiglio Comunale o il delegato? Non avevate il mandato per farlo, oppure ve ne assumete la responsabilità e dite che la Giunta... Cioè, non mi pare molto strano. Se finisse la frase con "quindi la proposta della Provincia ritenuta condivisibile dalla Giunta Comunale", comunque non cambierebbe il senso, perché dopo si dice chi è che l'ha votata. Quindi, mi sembra sfalsato il suo parere, tanto è vero che, se non fosse così, lì sì ci sarebbe il giudizio sfavorevole tecnico, invece, qui, il parere tecnico è favorevole e quello politico è sfavorevole, perché non si vuole assumere le sue responsabilità. LEVI Marta (Vicepresidente) La parola, per una breve replica, all'Assessore Tedesco. TEDESCO Giuliana (Assessore) Qui c'è un equivoco fondamentale. In quell'assemblea dei soci non si è votato per approvare nessuna deliberazione, perché chi era delegato, cioè io stessa, non avevamo il mandato. La deliberazione è stata illustrata, i soci hanno espresso a verbale apprezzamento nei confronti di alcuni principi, ma la deliberazione non è stata votata, né diversamente poteva essere, perché la Giunta non aveva il mandato per farlo. Se può risolvere, però, le cose, riguardo "ritenuta condivisibile", fate un subemendamento e lo togliamo. Lo approviamo e lo togliamo, non c'è alcun problema. Semplicemente voglio dire che non è riferito al Consiglio, ma alla Giunta. Togliamolo pure. LEVI Marta (Vicepresidente) Consigliere Altamura, capisco che questa vicenda ci sta divertendo tutti, però... ALTAMURA Alessandro Guardi, io non mi diverto assolutamente. Le assicuro che vorrei essere da un'altra parte. LEVI Marta (Vicepresidente) Anch'io. Prego. ALTAMURA Alessandro Comunque, ritengo che la richiesta sul fatto di subemendare e togliere quella frase, che si presta comunque ad alcune ambiguità nell'interpretazione, sia assolutamente condivisibile ed accoglibile. Resto dell'idea che, però, la proposta fatta dal Consigliere Grimaldi non fosse sbagliata, perché nell'assemblea dei soci il "ritenuto condivisibile" si riflette ovviamente sull'assemblea dei soci che rappresentano i Comuni e si riflette evidentemente anche su chi rappresenta l'esecutivo, quindi c'è un ragionamento, ovviamente, complessivo. Dopodiché, è vero che non si è votato, Assessore Tedesco, ma è altrettanto vero che la frase "risulta condivisibile" non rappresenta un dato di fatto di applicazione di un concetto legato all'approvazione di una deliberazione. Quindi, per uscire da questa ambiguità e ribadendo che non mi sto assolutamente divertendo, Presidente Levi, credo che il Consigliere Grimaldi possa accogliere la proposta per risolvere questo impiccio e toglierci letteralmente dalla palude. LEVI Marta (Vicepresidente) Chiedo scusa al Consigliere Altamura per essermi rivolta non in maniera corretta e rispettosa. La parola al Consigliere D'Amico. D'AMICO Angelo Il mio intervento rientra nell'ordine dei lavori. Mi rivolgo a lei, Presidente, in quanto stimo la sua persona, soprattutto per il modo con cui conduce i lavori del Consiglio Comunale. Devo, però, rilevare che, rispetto a quando gli emendamenti vengono proposti dall'opposizione, anche se sono emendamenti di merito come questi presentati dal Gruppo di SEL, oggi non è stato utilizzato lo stesso trattamento. A cosa mi riferisco? Mi riferisco al triplo intervento su un emendamento del Consigliere Grimaldi (ho misurato i tempi, siamo nell'ordine dei sei minuti), ai due interventi, pur legittimi, del Consigliere Altamura e a un dibattito interno su un emendamento. Volevo solo sottolineare questo aspetto, cioè che questa prerogativa non è concessa ai Consiglieri di opposizione, per i quali, a parità di diritto, non viene utilizzato questo stesso trattamento. Quindi, le chiedo, dal prossimo emendamento in poi, di attenersi strettamente a quello che recita il Regolamento. LEVI Marta (Vicepresidente) La ringrazio, Consigliere D'Amico. Devo dire che, tendenzialmente, quando gli emendamenti sono di merito, si lascia il tempo di discuterli. Io avevo già richiamato prima i tempi di intervento, e anche la battuta infelice che ho fatto con il Consigliere Altamura era perché avevo appena richiamato i termini di Regolamento, per cui sugli emendamenti un presentatore può intervenire per tre minuti, se non ho letto male, e un Consigliere per Gruppo può intervenire per tre minuti. L'ho detto anche quando è intervenuto il Consigliere Paolino, dopo il Consigliere Altamura, sul medesimo emendamento. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Lo farò rispettare. C'è una proposta di subemendamento all'emendamento n. 7, che invece di dire: "condivisibile dalla Giunta Comunale", invece di aggiungere "dalla Giunta Comunale", propone di togliere la parola "condivisibile". Gli estensori dell'emendamento sono disponibili ad accoglierlo votando il testo integrato, oppure no? Altrimenti, non accolgo neanche il subemendamento e si vota l'emendamento. La parola al Consigliere Grimaldi. GRIMALDI Marco È appena stato detto che non è importante, in quanto l'assemblea ordinaria degli azionisti - l'avete sentito tutti con le vostre orecchie - non ha votato. Quindi, la frase successiva che dice "pertanto l'assemblea ordinaria degli azionisti di SMAT deliberava", cosa significa? Che delibera senza votare? Ma di cosa state parlando! Ripeto, non c'è nessun problema, dite che "è condivisibile dalla Giunta" e che poi avete deliberato. Non dite che è condivisibile da noi. Se volete, accetto il subemendamento, ma forse non avete capito l'oggetto. Avete capito l'oggetto? Non vi siete espressi? Avete deliberato senza esprimervi? Ma di cosa state parlando? E la delibera si è presentata in 101 Comuni senza essere votata? Io sono allibito! Spero che la maggioranza non ci stia più a questo tipo di gioco, perché è un gioco che regge poco proprio. LEVI Marta (Vicepresidente) Voglio solo capire se votiamo l'emendamento o l'emendamento subemendato. La parola al Consigliere Ricca. Poi chiudiamo gli interventi. RICCA Fabrizio Io sono davvero divertito per il teatrino messo in piedi, in questo caso da una piccola parte della maggioranza, a cui io chiedo, però, anche per la dignità di quest'Aula, di evitare di continuare a fare questo tipo di teatrino e, almeno perché proviate a mandare avanti la Città insieme, vi suggerisco di sospendere cinque minuti la seduta per mettervi d'accordo… (INTERVENTO FUORI MICROFONO). No, ma io parlo proprio di questioni di maggioranza, perché, se qualcuno guardasse chi amministra e chi governa questa Città oggi, si metterebbe le mani nei capelli e si farebbe il segno della croce, perché davvero lo spettacolo che state dando è imbarazzante. Il consiglio che vi do è quello di parlare tra di voi cinque minuti - non a verbale, che fate anche più bella figura - e capitevi. Se non vi piace, uscite dalla maggioranza o votate contro, ma basta! È inutile continuare. Davvero, siete... non trovo una parola adatta per poter definire... (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Ecco, siete un po' troppo disallineati. Quindi, magari prendetevi cinque minuti di pausa, bevete un caffè, trovate una quadra, altrimenti io davvero invito SEL ad uscire dalla maggioranza, perché non vi trovate sulla TAV, non vi trovate sull'acqua, non vi trovate sulle cementificazioni, non vi trovate su niente, cosa ci state a fare? Vi trovate solo sulle droghe e sul listino del Presidente della Regione. LEVI Marta (Vicepresidente) Meno male che c'è almeno qualche cosa che ci unisce. Consiglieri Grimaldi e Curto, accettate il subemendamento o no? (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Lei non si preoccupi, che io ho capito abbastanza bene. Accettate o non accettate il subemendamento? No. Benissimo. Non risulta presentato alla Presidenza nessun subemendamento che, come sapete… (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Però qualcuno me lo porta formalmente? GRIMALDI Marco Io lo accetto, ma la frase successiva smentisce quello che l'Assessore ha detto. LEVI Marta (Vicepresidente) Consigliere Grimaldi, volevo solo sapere se accetta il subemendamento, oppure no. GRIMALDI Marco. Sì, ma non cambia niente. LEVI Marta (Vicepresidente) L'emendamento n. 7 subemendato è il seguente: "a pagina 9, primo capoverso, prima riga, eliminare le parole: 'ritenuta condivisibile'". Il parere della Giunta è favorevole. Non essendoci altre richieste di intervento, pongo in votazione l'emendamento n. 7, presentato dai Consiglieri Grimaldi e Curto, comprensivo del subemendamento presentato dal Consigliere Paolino: presenti 23, favorevoli 20, contrari 2, astenuto 1. L'emendamento n. 7 così subemendato è approvato. LEVI Marta (Vicepresidente) Passiamo all'analisi dell'emendamento n. 8. Qual è il parere della Giunta? TEDESCO Giuliana (Assessore) Il parere della Giunta è negativo. LEVI Marta (Vicepresidente) La parola al Consigliere Grimaldi. Ha tre minuti a disposizione. GRIMALDI Marco Vi invito solo a leggere l'emendamento. Visto che non c'è nessun intento ostruzionistico, volevamo solo rendere edotto questo Consiglio, quindi vi invito semplicemente a leggere e a capirci, visto che secondo la Giunta nessuno si è espresso; addirittura ci sono i voti, figuratevi. LEVI Marta (Vicepresidente) Non essendoci altre richieste di intervento, pongo in votazione l'emendamento n. 8: presenti 23, favorevoli 3, astenuti 2, contrari 18. L'emendamento n. 8 è respinto. LEVI Marta (Vicepresidente) Passiamo all'analisi dell'emendamento n. 9. Qual è il parere della Giunta? TEDESCO Giuliana (Assessore) Il parere della Giunta è negativo. LEVI Marta (Vicepresidente) La parola al Consigliere Grimaldi. GRIMALDI Marco E qui arriviamo proprio al punto. Vorrei solo che i Consiglieri Democratici, sia chi ha votato e ha fatto da Capogruppo in precedenza e ci ha portato all'altra deliberazione, sia chi invece adesso dovrebbe svolgere quel ruolo, mi ascoltassero un attimo per leggere insieme questa frase che dice: "Pertanto, alla luce delle verifiche tecnico-amministrative effettuate e di cui si è dato conto precedentemente, quantunque sia appurata la possibilità quantomeno di costituire una nuova azienda consortile", quindi abbiamo fatto le verifiche tecnico- amministrative, in realtà sapete cosa abbiamo scoperto? Che, allora, si può fare. Però, arriviamo al punto - che nessuno vuole dirci - che però non lo vogliamo fare, per altre motivazioni che non abbiamo voluto abrogare e che non sono state verificate come vi abbiamo spiegato poc'anzi, "e di puntare invece d'accordo con la maggior parte degli altri soci". Delle due l'una, lei ci ha appena detto che i soci non hanno votato, ma allora come facciamo a sapere che la maggior parte di essi non era favorevole? Almeno togliete questo tipo di insinuazioni. Volete, ripeto, votare il deliberato della proposta della Provincia, va benissimo, noi non saremmo favorevoli, però almeno togliamo questi bluff, anche perché, di fatto, implicitamente, state dicendo che si poteva fare. Tra l'altro è a vostro danno. Dite che si poteva fare, ma facciamo come ha deciso la maggioranza, però nell'emendamento precedente non avete voluto dire che avete votato con una maggioranza di altri Comuni assumendovi la responsabilità solo come Giunta e non come Consiglio Comunale. Vorrei proprio sentire quali sono le motivazioni, per cui alla fine non si vota per l'abrogazione di questo testo, che vi semplifica la vita semplicemente. Lo facciamo solo per semplificarvi la vita. LEVI Marta (Vicepresidente) Non essendoci altre richieste di intervento, pongo in votazione l'emendamento n. 9: Presenti 20, astenuti 1, favorevoli 2, contrari 17. Avendo risposto 20 Consiglieri Comunali ed avendo constatato l'assenza del numero legale, procediamo ad una nuova verifica del numero legale per appello nominale. |