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FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Passiamo alle comunicazioni del Sindaco sulla vendita del ramo parcheggi GTT, alla quale - lo ricordo - si associa la proposta di mozione n. mecc. 201401624/002, presentata dai Consiglieri Ricca e Carbonero in data 3 aprile 2014, avente per oggetto: "Riassorbimento ramo d'azienda parcheggi in GTT". L'argomento verrà trattato congiuntamente e, poi, si procederà alla votazione della proposta di mozione. La parola al Sindaco. SINDACO Do rapidamente conto dell'evoluzione delle due iniziative assunte relativamente a GTT, cioè l'indizione della gara per la cessione del 100% dei parcheggi e la fase di prequalifica per la cessione del 49% di GTT. Come sapete, la gara di cessione del 100% dei parcheggi non ha esitato delle offerte - adesso tornerò sulla vicenda - e la fase di prequalifica per la cessione del 49% di GTT non ha esitato richieste di ammissione al bando di gara vero e proprio. Di fronte a questi esiti e in considerazione del fatto che per i parcheggi si tratta di una seconda tornata (infatti, la prima gara ha avuto come termine la fine dell'anno scorso e la seconda gara aveva come termine la fine del mese di marzo) e che la fase di prequalifica non ha fin qui visto delle manifestazioni tali che consentano l'indizione del bando di gara, abbiamo deciso per una pausa di riflessione, finalizzata ad un doppio obiettivo: capire le ragioni per cui i due percorsi non hanno esitato offerte e definire quali debbano essere le scelte migliori per proseguire. Per quanto riguarda la gara dei parcheggi, contrariamente a quanto scritto nella proposta di mozione che poi voteremo, non è affatto vero che non ha esitato alcun interesse, perché ben 11 soggetti hanno partecipato per mesi all'attività di consultazione della data-room, nella quale erano contenute tutte le informazioni utili per avanzare un'offerta per i parcheggi; anche dopo che la gara non ha esitato offerte, alcune delle principali imprese che avevano partecipato a tutta la fase di accesso alla data-room hanno ribadito l'interesse all'acquisizione dei parcheggi. Quindi, il problema che si è posto non è relativo al fatto che non ci sia un interesse degli operatori del mercato dei parcheggi ad acquisire il controllo dei parcheggi medesimi, ma il fatto che non siano pervenute offerte è dovuto ad una serie di questioni che richiamo e che, essenzialmente, sono tre: una condizione di incertezza sull'adeguamento delle tariffe, perché è chiaro che un operatore che deve intervenire ha bisogno di determinare piani finanziari ed i piani finanziari si fanno sulla base di prevedibili certezze di flussi finanziari che sono connessi anche alla dinamica del valore della moneta e alle svalutazioni dovute all'inflazione progressiva. Come sapete, il nostro contratto di servizio non prevede un adeguamento delle tariffe all'incremento del costo della vita. Il contratto di servizio prevede semplicemente che le tariffe siano determinate dal Consiglio Comunale sulla base di una sua autonoma e discrezionale decisione, che per un'Istituzione di carattere politico- amministrativo è del tutto ovvio, ma per un operatore che deve fare i conti con il mercato non è altrettanto ovvio. Quindi, l'incertezza su questo punto è un'incertezza che ha frenato coloro che avevano intenzione di avanzare un'offerta. Una seconda incertezza è relativa alla non individuazione di quali siano le modalità di indennizzo a fronte di un'eventuale risoluzione anticipata del contratto, che nel bando di gara era prevista come atto che, unilateralmente, può essere messo in campo dall'Amministrazione Comunale; anche questo è un elemento di incertezza per un operatore. In terzo luogo, nei giorni in cui si dovevano avanzare le offerte si è prodotta la vicenda delle sanzioni sui parcheggi, cioè tutta la vicenda che conosciamo bene relativa alle strisce blu, e questo naturalmente ha determinato anche un'incertezza nell'offerta, perché è evidente che un operatore ha bisogno di avere certezza non soltanto sulle tariffe, ma anche sui meccanismi sanzionatori qualora quelle tariffe e le condizioni di parcheggio non siano ottemperate. Sono tre elementi di incertezza significativi per un operatore privato, ma non facilmente rimovibili, almeno fino ad oggi, perché tutti e tre questi aspetti sono parte del contratto di servizio e non si può, attraverso un bando di gara, mettere in causa o alterare alcune clausole del contratto di servizio sulla base del quale GTT ha avuto l'affidamento della propria attività, compresa quella dei parcheggi. Quindi, adesso con i legali stiamo facendo degli approfondimenti di natura giuridica per capire se si possono dare delle risposte a quei tre fattori di incertezza, senza che questo metta in causa il contratto di servizio, e dalla presenza della risposta a questa questione dipenderà una valutazione di un segno o dell'altro rispetto alla vicenda dei parcheggi. Per quanto riguarda la cessione del 49% di GTT, anche in questo caso in tutta la fase di prequalifica sono molte le aziende che si sono manifestate, hanno chiesto tutte le informazioni necessarie, hanno avuto i colloqui istituzionali previsti ed hanno manifestato un interesse. Perché, poi, la fase di prequalifica non ha visto la richiesta per la partecipazione al bando di gara? Per due ragioni. La prima è relativa alla decisione che noi abbiamo assunto di cedere il 49% della società, che da coloro che sono interessati alla società medesima è ritenuto un dato di incertezza ed insufficiente, perché chi entra nella società ritiene - naturalmente, dal suo punto di vista - di essere più certo nella conduzione dell'azienda se ha il controllo con la maggioranza assoluta del pacchetto azionario (maggioranza che può variare da 51 a 100; il problema non è più quanto, ma evidentemente è il controllo). La seconda ragione che ha frenato è l'assoluta incertezza sui flussi finanziari che derivano dalle contribuzioni pubbliche al sistema del Trasporto Pubblico Locale, perché, ad oggi, non è determinata la quantificazione del fondo nazionale dei trasporti per il prossimo triennio. Si tratta del fondo nazionale dei trasporti, che poi, ripartito su base regionale, determina i flussi finanziari che ricevono anche gli operatori della nostra Regione, a partire da GTT. In secondo luogo, ancora più aleatorio è quale sarà la politica dei trasporti della Regione Piemonte, stante che siamo in un periodo elettorale e che, a seconda di quale sarà l'esito elettorale - lo vedremo il 25 maggio -, le scelte della politica dei trasporti potranno essere di un tipo o di un altro. È evidente che, se non ha certezze di flussi, un operatore difficilmente potrà assumersi l'onere di avanzare una proposta, tanto più per l'acquisizione di una società al 49%, che è già un elemento di maggiore forza rispetto al controllo maggioritario, in assenza di certezza dei flussi finanziari. Queste sono le ragioni che hanno indotto ad una pausa di riflessione, che ci consentirà di approfondire se le difficoltà e gli ostacoli che hanno impedito la cessione dei parcheggi siano rimovibili o meno (naturalmente, tutto ciò dipende da un approfondimento di natura giuridica rispetto ai vincoli che impone il contratto di servizio), quali siano le politiche nazionali per il Trasporto Pubblico Locale (cosa che dovrebbe essere definita entro i tempi di approvazione del documento economico e finanziario del Governo, laddove ci sono le poste di Bilancio e le scelte di finanziamento più significative) e quali siano le politiche regionali relative al Trasporto Pubblico Locale (si potranno sapere soltanto all'indomani delle elezioni, sulla base del programma che esibirà il Presidente della Regione Piemonte che sarà stato eletto dai piemontesi). Al tempo stesso, una pausa di riflessione può consentirci anche di approfondire ulteriormente ipotesi che nel passato sono già state avanzate nel dibattito, ma che, fino a quel momento, non avevano consentito di acquisire degli elementi di certezza; in particolare, se vi siano ipotesi aggregative, di carattere nazionale o di carattere regionale, con l'intervento di soggetti terzi che possano indurre a lì collocare anche il futuro e le prospettive di GTT. In ogni caso, quali che siano le scelte che potremo fare al termine di questa pausa di riflessione, appaiono, dal punto di vista aziendale, ineludibili due scelte: la prima scelta è la definizione del piano industriale dell'azienda e la seconda scelta è quella di mettere in campo misure di efficientamento per garantire un maggiore equilibrio dell'azienda dal punto di vista finanziario. Quindi, l'Amministrazione ha dato mandato all'Amministratore Delegato, al dottor Ceresa, ed al Consiglio di Amministrazione di mettere in campo le misure necessarie alla definizione del piano industriale e a misure relative all'efficientamento dell'azienda. Allo stato dell'arte, sono queste le informazioni che sono in grado di fornire al Consiglio Comunale. È chiaro che, in rapporto all'evoluzione degli approfondimenti che faremo, torneremo in questo Consiglio per sottoporre le decisioni che l'Amministrazione riterrà di rimettere al suo esame. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La parola al Consigliere Ricca. RICCA Fabrizio Ringrazio il Sindaco per il coraggio nel rispondere, perché oggi, visto quello che è stato l'esito, diventa quasi facile come sparare sulla Croce Rossa. In un'azienda privata un manager che conduce un'operazione del genere viene preso e mandato a pulire i gabinetti dell'ultimo piano, perché tutte le condizioni iniziali davano questa prospettiva ed è brutto dire che noi gliel'avevamo detto, perché in fase di discussione, quando abbiamo dato mandato al Consiglio d'Amministrazione di GTT di fare questo tipo di operazione, avevamo sollevato tutta una serie di criticità, che erano quelle del possibile disinteresse del mercato per come stavate scorporando i parcheggi. La proposta di mozione ci racconta come doveva essere condotta quell'operazione e come il 49% fosse troppo poco, perché, oggi, lei ci ha detto che il 49%... (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Signor Sindaco, l'ha deciso quella maggioranza e, probabilmente, lei ha votato insieme alla sua maggioranza, quindi gli avete dato un mandato che, ad oggi, risulta essere fallimentare. È per questo motivo che, a questo punto, ritengo che questa maggioranza, per questo tipo di operazione, sia da commissariare, perché non è stata capace di fare una valutazione che era alla luce del sole ed era trasparente come acqua di montagna: voi non avevate la minima idea di quello che stava succedendo e di quello che doveva succedere. Nella proposta di mozione c'è scritto che c'è disinteresse - per l'azienda così com'è - del mercato del settore per l'operazione che stavate conducendo; l'avete condotta male, perché, probabilmente, non avevate idea di che cosa stavamo vendendo. Tutte quelle previsioni che vi abbiamo fatto - e che poi si sono avverate - avrebbe potuto farle qualsiasi ragioniere; tanto che, signor Sindaco, era venuta fuori l'idea di aggiungere 25.000 stalli, proprio perché non c'era la consistenza economica per poter supportare il progetto. L'unica offerta che è arrivata - perché è vero che c'è stato un interesse da parte di qualche azienda - era la metà di quanto richiesto e, giustamente - almeno questo -, avete avuto il coraggio di dire che non avreste preso 17 milioni di Euro per tutta l'azienda quando siete partiti da 50 milioni di Euro e, poi, siete scesi a 33 milioni di Euro. Ricordo quando, in Commissione, ci raccontavate che il valore dei parcheggi era di 50 milioni di Euro e, poi, siete scesi a 33 milioni di Euro in fase di gara, ma anche questi non si sono concretizzati. Signor Sindaco, quando si parla di strisce blu, o di incertezza della situazione tariffaria, o di incertezza della politica, si ricordi che ci siete voi a Roma; lei è il Presidente dell'ANCI e, probabilmente, il Partito Democratico - che qui è ampiamente rappresentato e che è forza di Governo - dovrebbe avere qualche visione per quello che succede nel 2014. Forse, arrivati a maggio - perché siamo quasi a maggio del 2014 -, il Governo dovrebbe sapere che cosa vuole fare in termini di trasporti per l'anno 2014. Non vorrei che, come l'anno scorso, il Bilancio dello Stato venisse votato l'ultima settimana di dicembre. Queste sono le cose importanti e che vanno dette, perché state facendo tutto voi e, dato che non potete più scaricare la palla sulla Regione, vedremo che cosa succederà nei prossimi mesi e a chi darete la colpa. Ci dite che si sono manifestate delle aziende: quali aziende? Parlateci. Volete efficientare l'azienda? La stessa efficienza che volete fare adesso, andava fatta prima, per questo motivo dico che non avete la visione dell'azienda. L'incertezza sui flussi finanziari c'era prima e c'è sempre stata, perché è dal 2012 che i flussi continuano a diminuire, per cui sapevate che c'era questo tipo di problema. Signor Sindaco, quando dice che il mercato chiede di più, ci vuole dire che sta pensando di vendere più del 49% dell'azienda? Questo è un altro dato importante da valutare, perché siamo disposti a valutarlo, ma dobbiamo farlo insieme, non come avete fatto prima, perché vendere più del 49% dell'azienda vuol dire stravolgere completamente quella che è la panoramica trasportistica della Città di Torino e, comunque, di tutta l'azienda GTT. Per quanto riguarda la proposta di mozione, leggo alcuni passaggi della mozione votata l'11 giugno 2013 da questo Consiglio Comunale, soprattutto da quella maggioranza, che ci spiega che: "la Città è da tempo impegnata - in un momento di difficoltà economica - in un'importante opera di contenimento dell'indebitamento dell'Ente al fine del rispetto dei vincoli imposti dal Patto di Stabilità…"; Sindaco, il Patto di Stabilità l'abbiamo superato e l'indebitamento, come ci ha detto l'Assessore Passoni, è in un trend positivo e sta scendendo, per cui abbiamo eliminato la prima parte della premessa. "Tali operazioni sono essenziali al fine del mantenimento dei livelli dei servizi per i cittadini e del rilancio adeguato degli investimenti", molto bene, i pullman continuano a girare e, quindi, credo che questi investimenti in questo modo debbano essere fermati. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La invito a concludere il suo intervento, Consigliere Ricca. RICCA Fabrizio "La Giunta, nei primi mesi del 2013, ha elaborato un programma articolato di dismissione", che è fallito. Signor Sindaco, tutte queste premesse sono le stesse che ho riportato nella nostra proposta di mozione, con la quale valutiamo che il programma che avete votato l'11 giugno 2013 è terminato con esito negativo. Vi chiediamo di riportare in pancia a GTT il ramo parcheggi, perché è la cosa più naturale da fare, in quanto quel tipo di operazione è comunque fallita. Rimettiamolo dentro e valutiamo insieme che cosa fare dell'azienda GTT, perché... (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Che cosa non è mai uscito? (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Sì, però è stato messo in vendita. Perché avevate previsto... (INTERVENTO FUORI MICROFONO). FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La invito a concludere il suo intervento, Consigliere Ricca. RICCA Fabrizio È un ramo d'azienda. Esattamente come... FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Consigliere Ricca, concluda il suo intervento. RICCA Fabrizio Esattamente come la mozione votata da questo Consiglio Comunale chiedeva lo scorporo del ramo d'azienda dei parcheggi, chiedo che il ramo d'azienda venga reincorporato. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La parola al Consigliere D'Amico. D'AMICO Angelo Ringrazio il Sindaco per averci illustrato quelle che ritiene essere state le motivazioni per cui questa gara è andata deserta. Ci ha anche detto che c'è stata la manifestazione di interesse da parte di 11 soggetti. Questo era inevitabile, perché - per fare una similitudine -, se viene messa in vendita una villa e sono interessato all'acquisto, vengo e mi informo. Poi, però, mi viene detto che ne verrà venduta solo una parte e che le finestre non le potrò aprire, perché, se le apro, entra troppa aria e non c'è il riscaldamento; poi mi dicono anche che potrò utilizzare il giardino soltanto per un'ora, dalle 10.00 alle 11.00 di mattina, per cui è chiaro che, a quel punto, pur essendoci l'interesse, le condizioni non mi permettono di proseguire e, chiaramente, mi ritiro e non mi faccio più vedere. Credo che siano queste le motivazioni reali per cui nessuno si è fatto avanti e, poi, non si è concretizzata con un'offerta questa azione. Signor Sindaco, devo dire che lei ci aveva visto giusto ed aveva ragione quando in camera caritatis pensava che, forse, sarebbe stato più opportuno vendere l'80% e, sicuramente, mi creda che, oltre alle manifestazioni di interesse, sarebbero giunte anche parecchie proposte concretizzate con un'offerta; purtroppo, lei ci ha appena detto che è stata votata da questo Consiglio Comunale la vendita del 49%, ma mi ricordo che anche lei votò a favore, anche se - ritengo - a malincuore. A malincuore, perché si è lasciato - come avevo detto anche in quella circostanza - inebriare dalle sirene di Sinistra Ecologia Libertà e, quindi, anche per una questione di maggioranza ha dovuto anche lei fare un passo indietro e votare quella deliberazione, che, poi, si è dimostrata - come le avevamo già anticipato - inutile. Delle due, una: o facciamo finta che fino ad oggi abbiamo scherzato e tutto ritorna come prima, nulla è cambiato, altrimenti, se intendete procedere, invito il Sindaco a ritornare sui suoi passi. Da parte nostra, perlomeno da parte del sottoscritto, ma credo anche da una parte importante dell'opposizione, appoggiamo un'eventuale vendita di una quota che sia chiaramente tale da permettere a degli operatori seri di poter presentare delle offerte abbastanza interessanti. Quindi, o rimaniamo fermi così, o, se dobbiamo vendere, invito il Sindaco a ritornare sui suoi passi, così avrà il nostro appoggio. MAGLIANO Silvio (Vicepresidente Vicario) La parola al Consigliere Marrone. MARRONE Maurizio Io posso concordare con il Consigliere Ricca sul fatto che il Sindaco abbia avuto il coraggio di rispondere oggi in Aula. In effetti, il Sindaco non si sottrae mai al dibattito dell'Aula. Però, dopo questo riconoscimento, devo dire che forse al Sindaco è mancato il coraggio e l'onestà intellettuale di ammettere che il fallimento di questa vendita è il fallimento della vostra strategia di dismissione, quantomeno per quel che riguarda GTT. Il Sindaco non ci venga a dire che la creazione di una Newco dei parcheggi era un'operazione indipendente dalla successiva e già decisa dismissione-vendita. Ce lo ricordiamo perché è nata Torino Parcheggi: è nata per venderla al 100%, se no non avreste dovuto scorporarla. Il problema è che voi state brancolando nel buio. Quando il Sindaco per primo si lamenta della scarsa appetibilità di una vendita del 49%, non può dimenticarsi che è la sua maggioranza consiliare che l'ha vincolata a questa scelta con un atto di Consiglio. Non dipende dal centrodestra, non dipende dal destino cinico e baro, non dipende dal meteo, dipende da voi e da nessun altro, perché è da un anno che siamo inchiodati sulla vicenda GTT. Da forza politica da sempre contraria a questo tipo di dismissioni (che, alla fine, nascondono spesso non delle sane privatizzazioni - come dovrebbero essere - o la volontà di rendere efficienti dei servizi, ma delle manovre che con i privati veri hanno ben poco a che spartire e che soprattutto sono degli strumenti solo per reperire fondi e risorse nell'immediato) quello che più ci fa male di questo stallo nel quale avete infilato l'Amministrazione Comunale su un tema così fondamentale è l'alibi che vi siete creati per non affrontare il risanamento di questa impresa, che nel frattempo sta continuando e perseverando nel peggior clientelismo e parassitismo - anche familistico e sindacale, perché i nomi li conosciamo - di assunzioni, di inserimenti, di promozioni che spesso e volentieri fanno capo a cognomi di esponenti politici del centrosinistra, sindacale o partitico. Addirittura vediamo delle consulenze di comunicazione affidate a Vip come Romero, personaggi che non hanno niente a che vedere con il mondo del trasporto pubblico. Se l'avessimo fatto noi, ci avreste fatto vergognare, invece, dal momento che siete voi ad assumervi questa responsabilità, venite risparmiati da qualsiasi gogna pubblica. Il vero peccato non è che ci sia una vendita che va a buon fine o a cattivo fine, ma è questo travaglio infinito che porta ancora oggi il Sindaco Fassino a venire in Aula a dirci che non sa che cosa fare, perché "un momento di approfondimento e di riflessione", tradotto dal politichese, significa "non sappiamo che cosa fare". Io sono d'accordo con il fatto che questo brancolare nel buio non può essere scaricato su un'incertezza politica nazionale, che è tutta interna, non dico neanche alla vostra coalizione, ma addirittura al vostro partito. Non può essere scaricata neanche sull'instabilità della situazione regionale, che è figlia di una stagione di quattro anni di ricorsi giudiziari, a cui voi avete fatto ricorso per primi, perché voi l'avete voluto; "Tutti a casa" è stata una campagna che il PD ha portato avanti per anni. Visto che siete voi che avete creato le condizioni per impantanare GTT in una specie di limbo, per cui non si sa neanche se sia carne o pesce, la direzione ve la diamo noi, insieme agli amici della Lega Nord, ed è quella della responsabilizzazione. Perché non vale vendere magari a qualche altra Partecipata di terzo livello, com'è avvenuto per il ciclo rifiuti, per poter continuare a decidere il bello e il cattivo tempo, senza assumersene la responsabilità diretta. Se GTT rimarrà comunale, voi vi dovete assumere la responsabilità di risanarla e di riportarla sui binari di efficienza, per quanto riguarda i servizi agli utenti, di meritocrazia e di trasparenza, per quel che riguarda un'Amministrazione che finora - come ci viene ricordato dal Ministero delle Finanze - non l'ha vista neanche con il binocolo. Da questa assoluta incertezza, tra il Sindaco Fassino che dice di vendere, ma non può, non è messo nelle condizioni di farlo, e una sinistra più radicale che non vuole vendere, ma non lo può dire, perché se no viene messa fuori, da questo cortocircuito vi mettiamo fuori noi con questo atto di indirizzo, in cui vi prendete, una volta per tutte, la responsabilità di dire agli utenti e agli stessi lavoratori che poi andate a corteggiare in piazza in periodo elettorale o di mobilitazioni sindacali, se siete favorevoli al reincorporo e quindi alla marcia indietro definitiva sulla vendita, a partire dal ramo parcheggi, oppure no. Perché il voto di oggi farà finalmente chiarezza. E di fronte all'espressione di questo voto non ci saranno giri di parole o tatticismi che vi potranno salvare. MAGLIANO Silvio (Vicepresidente Vicario) Visto che diamo la parola a tutti, cinque minuti per Gruppo, chiedo ai Consiglieri di lasciare intervenire i Colleghi. La parola al Consigliere La Ganga. LA GANGA Giuseppe Purtroppo, questa discussione si fa nell'immediata vigilia della campagna elettorale, quindi è difficile discutere di questo argomento, che è assai delicato e complesso, con la pacatezza che sarebbe necessaria. È evidente che gli eventi impongono una pausa di riflessione. Questo si può tradurre nel senso che non si sa cosa si deve fare, ma in realtà si sa cosa si deve fare - almeno questo cercherò di dirlo -, ma probabilmente bisogna farlo in modo diverso rispetto a come lo si è fatto finora. Io dico che si sa cosa si deve fare, perché credo che l'idea che queste vicende possano indurci a tornare indietro, verso un antico modello di municipalismo felice, francamente sia impossibile da accettare. Quindi, noi intendiamo andare avanti, facendo tesoro dell'esperienza che abbiamo fatto in questi mesi, che aprirà gli occhi anche a qualcuno che magari gli occhi non li aveva aperti a sufficienza. Proprio per questo noi voteremo contro la mozione che ci viene proposta, perché questa è una mozione rinunciataria, conservativa e sostanzialmente priva di indicazioni di prospettiva. Poi, naturalmente, la questione parcheggi va vista in modo diverso dalla questione GTT: è vero che sono collegate, ma la vendita del ramo d'azienda di GTT ha destato e desta grande interesse e ha mostrato grande interesse; si tratta di capire perché questo interesse non si è tradotto in atti concreti. Allora, però, qui entriamo nel vivo del merito delle questioni. Mi rivolgo anche all'Assessore Passoni, che in questo momento non è presente: forse, quando diamo un valore ad un oggetto, sarebbe opportuno che valutassimo il valore non in relazione al nostro fabbisogno, ma in relazione ad una logica di mercato, perché è chiaro che, se noi diamo un valore astratto, che corrisponde ai nostri bisogni di Bilancio, ma non ha riscontro sul mercato, c'è qualcosa che non va. Sulla questione parcheggi sono state sottovalutate almeno due questioni: una è la questione del contratto dei dipendenti, perché non si può pretendere di vendere un'azienda che ha un contratto di dipendenti completamente diverso da quello che opera nel settore, ignorando la necessità di omologarlo al nuovo contratto del commercio, salvaguardando le posizioni preesistenti, ma creando una condizione di diversa gestione del personale; questo è stato sottovalutato, ma ha un valore e influenza i calcoli di chi deve fare un'offerta. L'altra questione - mi spiace dirlo - è che forse si è sottovalutato lo stato di manutenzione dei parcheggi, perché, quando si va a vedere poi in concreto il bene che si vende, si scopre che molti parcheggi sono bisognosi di interventi, anche significativi e costosi. Quindi, ribadisco, secondo me la strada deve essere ripercorsa, ma deve essere ripercorsa rimuovendo gli ostacoli che rendono difficile al mercato assorbire questa offerta. Per quanto riguarda GTT, se dobbiamo parlare il linguaggio della verità, la verità è che questa è la più grande azienda di Torino ed è la più grande azienda pubblica che ha una storia di 60 anni di influenze reciproche tra azienda, business, politica, partiti. Qui nessuno è esente, per la propria parte, da qualche responsabilità - forse solo i nostri amici del Movimento 5 Stelle non hanno nulla che possa essere loro attribuito -, che oggi pone a tutta la classe politica amministrativa, di maggioranza e di minoranza, un compito fondamentale: quello di rendere GTT un'azienda davvero efficiente, sapendo, però, quali sono le caratteristiche di GTT. GTT è un'azienda che strutturalmente produce delle inefficienze, perché c'è la questione storica e annosa - che voi conoscete tutti bene - degli inabili al lavoro, che vengono dichiarati inabili alla guida e finiscono ad infoltire gli uffici amministrativi o altre attività. Questo è un fatto strutturale non facile da affrontare, soprattutto in una logica pubblica, ma comunque in una logica di tutela dei lavoratori, che è un obiettivo che noi vogliamo salvaguardare. Ad ogni modo, è un dato strutturale, che in molte altre aziende non esiste. Quindi, la questione GTT è complicata per ragioni che vanno al di là delle responsabilità singole, che pure esistono. Per quel che riguarda un eccesso di sindacalizzazione dell'azienda, noi lo sappiamo; sappiamo che le ore di distacco sindacale dell'azienda sono molto superiori alla media dei distacchi sindacali, e questo è un indice tipico di una situazione che va corretta. Io credo che, nella fase di riflessione e di transizione, la politica dovrà provare a porre rimedio a questi problemi, almeno per una parte. Nel frattempo, credo che l'esperienza del confronto brutale con il mercato indurrà tutti a riflettere su quali strade imboccare per andare avanti e non indietro. MAGLIANO Silvio (Vicepresidente Vicario) La parola al Consigliere Greco Lucchina. GRECO LUCCHINA Paolo Sarò breve, per lasciare spazio poi anche al Consigliere Liardo. Sono passati più di due anni a discutere di questa vicenda di GTT e siamo all'ennesimo nulla di fatto. Quindi, questa pausa di riflessione altro non è che l'incertezza più totale che questa Amministrazione manifesta rispetto alla vicenda stessa. Le linee di indirizzo di cessione di GTT - parliamo dei parcheggi, del 49% e del resto - si sono rivelate del tutto fallimentari. Noi è da più di due anni che lo diciamo: non volevamo scorporare ed eravamo, ovviamente, per vendere più della metà delle quote di GTT. Signor Sindaco, io capisco che lei venga in Aula e ci dia le sue motivazioni, che fanno riferimento al redigendo documento di programmazione economica e finanziaria, che, in una fase di contingenza elettorale, fanno riferimento a quelle che saranno le politiche del Trasporto Pubblico Locale della Regione, che si rivolga direttamente al Consiglio d'Amministrazione di GTT per la redazione di un nuovo Piano industriale, avendo a cura quelli che sono l'efficientamento e l'equilibrio finanziario dell'azienda stessa; però, tutte queste cose avrebbe dovuto farle non un partner finanziario, ma il partner industriale, se noi avessimo deciso di vendere la maggioranza delle quote di GTT. Noi vogliamo una cosa: vogliamo privatizzare liberalizzando! Glielo diciamo da più di due anni. La vostra politica di gestione è fallimentare! Ascoltateci di più! MAGLIANO Silvio (Vicepresidente Vicario) La parola al Consigliere Bertola. BERTOLA Vittorio Vede, signor Sindaco, tra tanti disastri che ho visto combinare dalla sua Amministrazione, questo, purtroppo, è forse uno dei più spettacolari, perché io sono in Consiglio Comunale da tre anni e non sono ancora riuscito a capire che cosa voglia fare questa maggioranza e quale sia la linea, perché probabilmente una linea non esiste, perché nel corso del tempo ci sono state dette tutte le cose possibili, tutto e il contrario di tutto, per cui ogni tanto si voleva vendere il 49%, l'80%, non si vende, eccetera. Probabilmente, se vi mettete in quattro in una stanza, c'è uno che non vuole vendere, uno che vuole vendere il 49%, uno che vuole vendere l'80% e uno che dice: "Va bene tutto, basta che si tenga il posto da dirigente per mio fratello". Per cui, alla fine non ne esce niente, siamo qui dopo tre anni, cambiamenti di ogni genere, ad osservare l'ennesimo buco dell'acqua. Le uniche cose concrete che in tre anni è riuscita a fare la sua Amministrazione per il trasporto pubblico sono l'aumento delle tariffe - quindi, l'aumento del costo dei biglietti e delle strisce blu - e una serie di tagli sui percorsi delle linee in giro per la città, nonché l'abbandono progressivo della rete tramviaria. Quindi, stringendo, alla fine le uniche cose fatte, sostanzialmente, sono state quelle. Quindi, oltretutto, si ha la beffa di vedere un servizio che va alla deriva, perché basta prendere regolarmente i mezzi pubblici - come faccio io per venire qui - e ci si trova costantemente di fronte a disservizi. Ormai il nastro bianco e rosso è una decorazione natalizia tutto l'anno nella Metropolitana, per le scale mobili che non funzionano, le cose spaccate, i tornelli rotti, eccetera. I pullman sono strapieni: specialmente nelle ore di punta, si fa fatica a riuscire a salire ormai sulla maggior parte delle linee. Capisco che questo dipende sicuramente anche da quello che succede a livello nazionale e regionale, però comunque lo stato dei fatti è quello e qualunque torinese ne è assolutamente conscio. Quindi, in sostanza, credo che quello che manchi sia una cosa fondamentale, cioè credere nel trasporto pubblico, perché finora questa Amministrazione, continuando a discutere se vendere di più, vendere di meno, a chi vendere, come vendere, spezzettare, non spezzettare o rimettere insieme, l'unica cosa che ha dimostrato è di non credere nel trasporto pubblico, di vedere il trasporto pubblico come una delle tante cose che vanno liquidate il più in fretta possibile, dicendo ogni tanto che siamo costretti perché non ci sono i soldi, ogni tanto che lo facciamo perché ci crediamo, perché pensiamo che il privato sia bello, però comunque la morale è che, invece di dedicare le energie a migliorare il trasporto pubblico per tutti i cittadini, si dedicano le energie a trovare ancora un nuovo modo di vendere. Poi non so se arriveremo a quello che diceva il Consigliere La Ganga, cioè alla fine ad abbassare ancora il prezzo e quindi riuscire a vendere, forse alla fine le regaleremo, pur di arrivare a dire che le abbiamo vendute. Però, francamente, io credo che invece ci potrebbe essere il momento di un cambio di rotta, quindi di realizzare che comunque il trasporto pubblico è un servizio essenziale, fondamentale per i cittadini, tanto più lo è in un periodo di crisi, in cui le persone non possono più permettersi l'automobile e hanno assolutamente bisogno di spostarsi per lavorare, per studiare, per le proprie esigenze, ad un prezzo accettabile e con modalità accettabili. Quindi, l'Amministratore pubblica, nel suo complesso, dovrebbe investire sul trasporto pubblico. Poi possiamo andare a discutere di quanto faccia il Comune, di quanto faccia la Regione, di quanto faccia lo Stato nazionale, però io vorrei sentire questo, cioè un impegno a credere, ad investire nel trasporto pubblico e, se c'è bisogno di risorse, forse le prime cose da fare sono quelle, peraltro, chieste anche da molti sindacati e dipendenti già oltre un anno fa (perché un anno fa arrivò qui una serie di rappresentanti dei lavoratori con una serie di proposte, che probabilmente avrebbero portato a recuperare più di quello che si sarebbe recuperato vendendo i parcheggi), cioè affrontare le inefficienze interne (perché possiamo anche parlare dei lavoratori inabili al servizio, eccetera, ma l'inefficienza interna è legata alla politica e al fatto che, sempre secondo fonti sindacali, abbiamo un dirigente o un funzionario ogni 3,5/4 lavoratori operativi) e poi tutte le piccole cose che conosciamo (perché poi, se uno va ad indagare, scopre tante piccole cose): gli autobus che girano a vuoto per far fare straordinario, per fare un favore o non si capisce il perché; i depositi presi in affitto, magari, dalla società della moglie del Segretario del Partito Democratico a livello regionale, o comunque tutta una serie di costi, come il fatto che ci saranno le elezioni. Scommetto che anche quest'anno il Partito Democratico e gli altri partiti del centrosinistra chiameranno centinaia e centinaia di lavoratori GTT dal loro lavoro per fare i rappresentanti di lista, come è successo regolarmente in tutte le scorse elezioni, e poi alle fermate troviamo i cartelli che dicono che il lunedì dello spoglio delle elezioni non c'è il servizio, perché giustamente i lavoratori vanno ad esercitare il proprio diritto democratico. Se, almeno quest'anno, il centrosinistra facesse il favore di trovare in altro modo i propri rappresentanti di lista, credo che non lederebbe la democrazia e aiuterebbe la città ad avere il servizio anche in quel giorno. Quindi, se cominciassimo a mettere le mani su questo, se cominciaste a mettere le mani su questo, magari si potrebbe recuperare un po' di efficienza e non si sarebbe qui a mendicare che arrivi un qualche privato a mettere un po' di soldi per riuscire a mantenere ancora in piedi un sistema di questo tipo, legato alla politica, che francamente non può più andare avanti. Grazie. MAGLIANO Silvio (Vicepresidente Vicario) Grazie a lei anche per il rispetto dei tempi. Ho iscritto a parlare il Consigliere Araldi. Vi sono altri Consiglieri che vogliono intervenire? (INTERVENTO FUORI MICROFONO). La parola, sull'ordine dei lavori, al Consigliere D'Amico. D'AMICO Angelo Visto che ci diamo una regolamentazione sul rispetto dei tempi, e anche per rispetto nei confronti di quei Gruppi che hanno dosato temporalmente i loro interventi, per poter dare modo ai Colleghi di proseguire, vorrei soltanto per far notare al Presidente, qualora non l'avesse notato - e non me ne voglia il Consigliere Araldi -, che l'intervento del Consigliere La Ganga, del Partito Democratico, è durato oltre sei minuti; credo che non si possa andare oltre. Poi, chiaramente, è sua facoltà decidere. MAGLIANO Silvio (Vicepresidente Vicario) La ringrazio. Mi sembrava che il dibattito in Aula fosse abbastanza disteso, per cui non avevo intenzione di essere fiscale, però, dal punto di vista di quanto abbiamo deciso in Conferenza dei Capigruppo, ha ragione lei. Tuttavia, se lei non ha nulla in contrario, io sarei dell'idea di dare la possibilità al Consigliere Araldi di intervenire contingentando il tempo. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Adesso, 30 secondi mi pare abbastanza cattiva come proposta. Se il Consigliere Araldi volesse intervenire non utilizzando i cinque minuti e restringendo il suo intervento, rispetteremmo la decisione della Conferenza dei Capigruppo sul contingentamento dei tempi. Quindi, chiedo al Consigliere Araldi quali siano le sue intenzioni. ARALDI Andrea 30 secondi. MAGLIANO Silvio (Vicepresidente Vicario) Lei è gentilissimo, anche 45 secondi. La parola al Consigliere Araldi. ARALDI Andrea Ci mancherebbe, è dovuto. Interverrò molto rapidamente, quindi taglierò tutta la parte polemica del mio intervento. Il punto è che non stiamo vendendo mozzarelle, stiamo affrontando una questione difficile: una vendita, una dismissione di una società strategica, in un momento in cui tutti i mercati, di qualunque natura - finanziaria, di acquisizione, eccetera -, in tutta Italia, in tutta Europa sono in un momento non di gravissima crisi, ma di gravissimo ripensamento dei modelli di sviluppo, dei modelli di intervento e di finanziamento. Non è questione di brancolare nel buio o di non sapere dove andare, è che un buon management cerca l'approccio con il mercato, tarandolo e ritardandolo. Noi siamo partiti da un'ipotesi su cui questa maggioranza continua ad essere compatta, che è quella del 49%, un'ipotesi che è stata votata quando io non c'ero, ma che ritengo possa avere tutta una serie di ottime opzioni. Se poi, nel corso del tempo, si valuteranno doverci essere delle differenti ipotesi, in primo luogo la maggioranza si confronterà al suo interno e valuterà quelle che potranno essere le diverse opzioni. Non è questione di brancolare nel buio, è questione di non essere schiavi di ideologie o di schemi preconcetti, e quindi valutare tutte le diverse ipotesi. MAGLIANO Silvio (Vicepresidente Vicario) Grazie a lei. Un minuto e 15 secondi. Al di là delle battute, la ringrazio per aver sintetizzato il suo intervento. Vi sono altri Consiglieri? (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Perfetto, lei ha quindi... (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Volevo essere gentile e non creare una bad practice, ma una best practice. La parola al Consigliere Appendino. APPENDINO Chiara Sarò molto breve, anche perché il Consigliere Bertola ha detto praticamente tutto. Quando sento il Consigliere La Ganga che parla di "noi", ogni tanto mi viene da chiedere: "noi" chi? Perché, tra l'altro, avendo letto anche varie dichiarazioni sui giornali, mi sembra che ci siano varie visioni, quindi mi piacerebbe sapere: "noi" chi? Cioè "voi" chi siete veramente compatti? Poi vorrei anche rispondere ad una questione. Se ho capito bene, lei ha detto che guardare avanti vuol dire vendere tutto, o meglio, procedere con la vendita; addirittura il Consigliere Araldi parla di essere schiavi di ideologie. Io, invece, penso che guardare avanti vuol dire rispettare un referendum. Questo vuol dire, perché la volontà popolare si è espressa. Vuol dire rispettare un referendum. E questo vuol dire non vendere. Quindi, guardare avanti vuol dire, sì - e sono d'accordo con lei su questo, Consigliere La Ganga -, intervenire su quello che fino ad oggi è stato utilizzato come un bacino elettorale e, mi permetta di dire - per fortuna che lo ha specificato - del Partito Democratico, perché il Movimento 5 Stelle in questo non c'entra nulla. Lo ha specificato, ma lo specifico anch'io. Allora lì, sì, siamo d'accordo. Ma basta col dire che il capitalismo municipale è fallito perché la politica non è stata in grado di gestire bene le aziende pubbliche. Io a questo gioco non ci sto! Quindi, per me e per noi guardare avanti vuol dire rispettare l'esito referendario e non vendere, ma non vendere nulla, nulla di quello che riguarda i servizi pubblici essenziali, come, ad esempio, i trasporti. MAGLIANO Silvio (Vicepresidente Vicario) La parola al Consigliere Grimaldi. GRIMALDI Marco Dirò poche cose, anche perché non sto troppo bene. Innanzitutto intervengo per togliere un po' dei falsi miti, cioè che il privato risana, che il privato mette i soldi che il pubblico non mette, che il privato di fatto farà gli investimenti che la Città non è più in grado di fare. Credo che questa cosa sia evidente a tutti e in un momento di crisi si noti ancora di più: il privato non ha nessuna intenzione di fare quello che non farebbe il pubblico. Forse le opposizioni ci danno troppo peso. Noi abbiamo semplicemente fatto quello in cui crediamo dall'inizio, cioè noi non vogliamo perdere il controllo pubblico di questa azienda. Abbiamo respinto due volte l'offensiva di chi pensava di vendere all'80% quest'azienda e crediamo che quella dell'80% sia una linea che deve essere al capolinea. Credo che la dismissione di quote per il 49% l'abbiamo sempre e solo vista dentro un piano industriale, un piano industriale che doveva avere la ricerca di un partner industriale - come per le migliori esperienze del servizio pubblico europeo - utile ad integrare i servizi su ferro, su gomma e, soprattutto, per tutto il Sistema Ferroviario Metropolitano. Abbiamo pensato questo perché pensiamo che, se il pubblico deve essere difeso, caro Consigliere La Ganga, dobbiamo difendere il principio che il pubblico possa migliorare. Perché, se pensiamo che il pubblico possa migliorare solo con il privato, vuol dire che abbiamo sbagliato non solo le scelte pubbliche, ma soprattutto le nomine pubbliche, ed è su questo che non arretreremo di un centimetro. Guardate che per fare queste cose servono persone preparate e competenti, che siano nominate dal pubblico o dal privato; ma, soprattutto se sono nominate dal pubblico, devono essere nominate per fare quel tipo di iniziative. Non sfugge la vicenda elettorale, Consigliere Marrone, perché una cosa è certa: senza il reintegro dei fondi - e sto parlando dei fondi del Trasporto Pubblico Locale - non riusciremo a riorganizzare quel servizio pubblico. La Regione a guida leghista non è solo responsabile dell'azzeramento dello scorso anno del fondo perequativo, ma del rispetto dei piani sottoscritti nel 2012. Non importa guardare al 25 maggio, aspettiamo anche prima. Come sapete, c'è un ricorso al TAR del Comune di Torino con il Comune di Biella, semplicemente per rispettare gli accordi, che parlavano del 3% di tagli nel 2011, parlavano del 9% di tagli nel 2012 e parlavano del 15% di tagli nel 2013. Peccato che siamo davanti ad un taglio del 24%. Su questo noi non faremo nessun passo indietro. Credo che il ricorso al TAR anche questa volta verrà accolto. La Regione dovrà chiedere scusa ai cittadini torinesi, e non solo, perché bisogna ricordare perché abbiamo iniziato a fare quei tagli. Consigliere Bertola, lo ricordi, perché se no sembra che in Consiglio Comunale ci divertiamo ad aumentare le tariffe e a fare i tagli, perché è divertente; magari il 27 dicembre, a sorpresa, con il panettone aumentiamo le tariffe, perché ci diverte. Io vorrei che fosse chiaro al Sindaco: senza il reintegro dei fondi del TPL, queste aziende non si possono risanare. E sarebbe assai scorretto dire che in questi anni i lavoratori non hanno provato a darci anche delle alternative, perché le alternative non sono sugli inidonei di cui ho sentito parlare o sugli operai. Guardate che, se ci sono delle cose che non funzionano, probabilmente in quei rapporti che tra l'altro abbiamo scritto nella gara, cioè del turnover. Il turnover deve essere fatto su tutti i lavori che sono a rischio, su tutti i lavori di frontiera o su tutti i lavori più difficili, come quello degli autisti, come quello degli operai. Nel caso dei funzionari, se sono troppi, probabilmente nei prossimi anni quel turnover non sarà garantito. Anche questo è un modo di fare efficienza e l'abbiamo scritto. Semplicemente, il privato non viene a mettere i soldi che il pubblico non mette. Questa deve essere una regola che vale per tutti. MAGLIANO Silvio (Vicepresidente Vicario) La parola, per la replica, al Sindaco. SINDACO Naturalmente, in queste occasioni mi convinco che sarebbe bene non avere dibattiti nei 30 giorni precedenti al voto, perché è evidente che il dibattito è segnato dalla vicinanza di una prossimità elettorale. Alcune affermazioni, che sono state fatte qui, sono del tutto segnate da questo. Oggi, per pura coincidenza, l'inserto economico del "Corriere della Sera" dedica due pagine alle società partecipate dalle Province, da cui deriva che, avendo tutte le Province deciso di dismettere - primo punto, non siamo noi gli unici matti che vogliono dismettere, in tutta Italia gli Enti Locali puntano a dismettere -, non riescono, però, a dismettere, perché c'è una serie di difficoltà di mercato e difficoltà normative che rendono la cosa difficile. Questo lo dico al Consigliere Ricca, perché sembra che la nostra vicenda sia dovuta all'insipienza e all'incapacità. Forse lei dovrebbe domandarsi se in Italia siano tutti stupidi o siano tutti cretini, visto che questo articolo dà conto del fatto che, da Milano a Palermo, non c'è una sola Provincia che sia riuscita a dare corso alle dismissioni che aveva previsto, con maggioranze di diverso colore politico. Ci sarà una ragione, no? Forse bisogna chiederselo. Secondo punto: noi non abbiamo mai scorporato i parcheggi. Discutiamo almeno con cognizione di causa. I parcheggi sono nella piena titolarità di GTT, quindi non c'è bisogno di fare nessuna operazione particolare. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Sì, ma quello dà mandato a GTT... MAGLIANO Silvio (Vicepresidente Vicario) Scusi, Consigliere Ricca, però... SINDACO Dà mandato a GTT di dismettere i parcheggi attraverso un'operazione interna di società, che si è realizzata con una Newco, che è controllata al 100% da GTT, quindi è nella piena disponibilità di GTT. Non capisco cosa dovremmo fare. Quindi, francamente, anche questo risulta essere un modo di discutere un po' curioso. Quanto al fatto che si dismetta, lo dico a chi invece sostiene che ogni e qualsiasi dismissione è inconcepibile in partenza, di per sé - e mi riferisco ai Consiglieri del Movimento 5 Stelle, piuttosto che al Consigliere Grimaldi - , a parte che il referendum non è mai stato riferito ai trasporti, il referendum aveva come oggetto l'acqua, con tutto ciò che l'acqua comporta... (INTERVENTO FUORI MICROFONO). È così, è inutile dilatare... (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Il concetto era quello, lasci perdere il percepito. Quando si parla di norme, di leggi e di referendum si sta all'oggetto. (INTRERVENTI FUORI MICROFONO). MAGLIANO Silvio (Vicepresidente Vicario) Scusate, c'è una replica, non ho riaperto il dibattito. SINDACO In ogni caso, io vorrei segnalare che in questi mesi la Città di Firenze ha ceduto il 100% della sua società di trasporti, la Città di Perugia ha ceduto il 70% della sua società di trasporti, le due società di trasporti dell'Emilia e Romagna hanno avviato procedure di cessione della maggioranza del pacchetto azionario, ci sono Città di diverso segno e colore politico - da Verona a Trieste, a Bergamo, a Brescia - nelle quali da tempo il trasporto pubblico è gestito da società che sono in controllo pieno o maggioritario di privati. Lo segnalo soltanto perché sembra sempre che parliamo in un mondo strano. La verità è che in questi anni le disponibilità finanziarie degli Enti Locali si sono sostanzialmente e costantemente ridotte, e ciò che fino a ieri era gestibile in prima persona dagli Enti Pubblici in disponibilità di risorse molto più ampie, non è riproducibile oggi. Ma questo è un tema che sta nel dibattito politico da mesi, a partire dalle scelte che i Governi che governano questo Paese propongono, perché si parla di dismissione di quote di partecipazione di Eni, si parla di dismissione di quote di partecipazione di Terna, si parla di dismissione di quote di partecipazione di Enel e di altre società che sono società primarie di servizi pubblici, che sono stati sempre in controllo dello Stato e che lo Stato oggi si pone l'obiettivo di mettere a mercato. Non si capisce perché farlo a Torino sarebbe una prova di insipienza amministrativa, quando uno dei temi al centro dell'agenda politica e governativa, non in questo Governo, ma da anni e da mesi, è quello di andare ad una razionalizzazione delle risorse pubbliche, che passa anche per l'apertura al mercato delle società partecipate. Poi, uno può essere d'accordo o meno, ma vorrei segnalare che è un tema che percorre l'agenda politica nazionale da anni. Quindi, francamente, almeno con questo chiederei di fare i conti. Se ci si pone lo stesso problema a più livelli, in luoghi diversi, anche politicamente caratterizzati da maggioranze diverse, forse ci sarà una ragione sostanziale che motiva quella scelta, o no? Quindi, almeno con questo dobbiamo fare i conti. Dopodiché, rispetto alle decisioni che dobbiamo prendere, non è ininfluente sapere se nei prossimi anni si avranno 5 miliardi sul Trasporto Pubblico Locale ogni anno, stanziati dal Fondo Nazionale Trasporti, o se, al posto di 5 miliardi, ce ne saranno 4 o 3, perché, a seconda della dimensione, ci sono delle conseguenze sulla gestione dei servizi e sulle aziende che erogano quei servizi. Non è indifferente sapere se, chi guiderà la Regione dopo il 25 maggio, confermerà i tagli che si sono fatti in questi anni o farà scelte diverse, allocando ai trasporti risorse maggiori rispetto ad oggi. Non lo so, lo vedremo. Io dico soltanto che il 25 maggio chi avrà vinto ce lo dirà e valuteremo. Quindi... (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Guardi, non apra questo capitolo. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Lo vogliamo aprire? Allora, mi darete atto di non aver mai interferito, in quest'Aula, nella dialettica politica tra partiti e tra istituzioni, però, visto che lei me la mette su un piatto d'argento, glielo dico: la Regione Piemonte è l'unica che ha preso tutti i soldi dei diversi fondi, li ha messi tutti in un fondo unico - cosa che altre Regioni non hanno fatto, a partire dalla Lombardia, guidata da uno schieramento a lei vicino - e, facendo il fondo unico, ha usato una parte dei soldi che dovevano andare ai trasporti per ripianare la sanità. Questo è il punto vero! (INTERVENTO FUORI MICROFONO). La Lombardia non l'ha fatto! E non l'hanno fatto altre Regioni. E per questo i tagli sui trasporti in Piemonte sono più acuti rispetto ad altre Regioni, perché si è utilizzata una parte dei soldi che andavano ai trasporti per ripianare altre voci di spesa! Punto. Quindi, non mi dica che non ci sono... (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Non preferisco. Non preferisco, dico che si è fatta una scelta... (INTERVENTO FUORI MICROFONO). No, non mi faccia dire cose che non ho detto, Consigliere Ricca. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). No, perché... (INTERVENTI FUORI MICROFONO). Non mi faccia dire cose che non ho detto! Ho detto quello che ho detto e tutti hanno ascoltato. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Allora le dico questo ancora più esplicitamente: io sfido entrambi i candidati da qui a stanziare almeno quello che in Lombardia si è stanziato sui trasporti. Siamo d'accordo su questo? (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Bene. E guardi che, se si facesse già solo questo, dopo il 25 maggio ci sarebbero per il Trasporto Pubblico Locale in Piemonte più soldi di quelli che ci sono stati fin qui. Punto. (INTERVENTI FUORI MICROFONO). Quindi, non è ininfluente e indifferente la massa di risorse di cui si disporrà. Quindi - e finisco -, dire che per valutare le decisioni finali è necessario avere un quadro di certezze finanziarie (che è dato da quanto sarà il fondo nazionale dei trasporti per il prossimo triennio e da quali saranno le politiche Regionali) non è una scusa, non è un alibi, è un dato di fatto. Poi, io non sono abituato a nascondermi; ho tanti difetti, ma non questo. Se devo fare delle scelte, le faccio e le farò anche dopo il 25 maggio, ma le voglio fare a ragion veduta e sapendo quali sono le variabili. E non è una variabile ininfluente sapere di quanti soldi si disporrà sul Trasporto Pubblico Locale dopo il 25 maggio, in rapporto a decisioni nazionali e a decisioni locali. Per questo, come ho già detto nel mio intervento, penso che naturalmente dovremo tornare su questa questione e, in rapporto all'evoluzione della situazione, sarà un'assoluta responsabilità della Giunta tenere costantemente informato il Consiglio, perché, naturalmente, le decisioni dovranno poi essere assunte dal Consiglio. Un'ultima questione. Io non amo la demagogia, è un altro difetto che ho, quindi non la faccio mai; tra le tante demagogie, in Italia adesso ce n'è una di moda: tutte le volte che c'è un problema, si dice che, se si tagliano i dirigenti, si risolve. Io sono uno di quelli che, se c'è da tagliare i dirigenti, è anche disposto a tagliarli. Quando, però, si ragiona sulla produttività, penso che si debba fare un'analisi di produttività per ogni mansione e per ogni lavoratore, perché non sta scritto in nessun Vangelo che ci sia una produttività di un dirigente a priori inferiore rispetto a quella di un impiegato o di un operaio. E forse nelle aziende pubbliche una verifica sui livelli di produttività deve riguardare tutte le mansioni, dalla più alta a quella meno retribuita. |