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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 7 Aprile 2014 ore 10,00
Paragrafo n. 45
DELIBERAZIONE (Giunta: proposta e urgenza) 2014-00816
CONDIZIONI TECNICO - ECONOMICHE PER LA CONCESSIONE IN COUSO DI INFRASTRUTTURE ESISTENTI DI PROPRIETA' DELLA CITTA' PER LO SFRUTTAMENTO A SCOPI IDROELETTRICI DEL SALTO IDRAULICO PRODOTTO LUNGO I CORSI D'ACQUA. APPROVAZIONE.
Interventi

LEVI Marta (Vicepresidente)
Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. mecc. 201400816/034,
presentata dalla Giunta Comunale in data 25 febbraio 2014, avente per oggetto:

"Condizioni tecnico-economiche per la concessione in couso di infrastrutture
esistenti di proprietà della Città per lo sfruttamento a scopi idroelettrici del salto
idraulico prodotto lungo i corsi d'acqua. Approvazione".

LEVI Marta (Vicepresidente)
Comunico che in data 26/03/2014 le competenti Commissioni hanno rimesso il
provvedimento in Aula.
La parola al Consigliere D'Amico.

D'AMICO Angelo
Vorrei sapere se l'Assessore intende illustrare la proposta di deliberazione.

LEVI Marta (Vicepresidente)
La parola, per l'illustrazione, all'Assessore Lubatti.

LUBATTI Claudio (Assessore)
Questa proposta di deliberazione segue un intento già espresso in un atto
amministrativo proposto dal sottoscritto e approvato dalla Giunta il 29 gennaio 2013,
nel quale la Città ha manifestato l'interesse di promuovere e incrementare la
produzione di energia idroelettrica mediante lo sfruttamento dei salti idraulici
esistenti, in particolare in corrispondenza delle opere infrastrutturale, che sono già di
proprietà della Città.
Queste opere sono tra l'altro presenti anche nel territorio di altri Comuni e i
Consiglieri sanno che rispetto alla procedura di autorizzazione per la realizzazione
delle singole centrali, non è l'Ente Comunale che rilascia l'autorizzazione, ma la
Provincia di competenza.
In particolare, ci è sembrato interessante inserirci in questo meccanismo
autorizzativo da e verso i soggetti privati che sono interessati a queste opere. Proprio
nei mesi scorsi, dopo le manifestazioni di interesse che abbiamo approvato in Giunta
Comunale, abbiamo ricevuto numerosi soggetti privati che hanno manifestato
l'intenzione di presentare un progetto di centrale idroelettrica che prevede proprio
l'utilizzo di queste opere di proprietà della Città, producendo energia elettrica
mediante lo sfruttamento dei salti idraulici.
Per dare una risposta concreta a questi soggetti che sono interessati alla realizzazione
di questo progetto e per inviare alla Provincia di Torino la richiesta della relativa
concessione, abbiamo però la necessità di far approvare al Consiglio Comunale una
sorta di canone: lo chiamerei tariffario, solo per evitare di spiegarvi nel dettaglio qual
è il meccanismo matematico che viene utilizzato per individuare la singola cifra che
verrà proposta come canone di utilizzo di queste infrastrutture, e per mettere questo
metodo a beneficio dei soggetti privati che sono interessati a questa realizzazione,
affinché possano costruire un quadro economico più o meno sostenibile, avendo però
la certezza della cifra da corrispondere al soggetto interessato, in questo caso il
Comune di Torino.
La potenza nominale media annua dell'impianto è ovviamente un elemento
essenziale di questa concessione, che viene rilasciata dalla Provincia, e viene
determinato da due componenti fondamentali per la produzione di energia elettrica,
di cui abbiamo conoscenza anche dallo studio effettuato dai nostri Uffici rispetto a
questo tema. In particolare, la portata di acqua, che è fluente, e il salto idraulico che
insiste in quell'area.
Abbiamo immaginato che il riconoscimento della Città di Torino del canone annuo
per l'utilizzo di queste infrastrutture di proprietà della Città (che determinano il salto
idraulico, che di fatto determinano la possibilità della produzione di energia
elettrica), potesse essere un metodo di riferimento...

LEVI Marta (Vicepresidente)
Mi scusi, Assessore Lubatti. Lo dico per l'ultima volta, poi sospendo il Consiglio
Comunale. Non è possibile. Consiglieri, questo è il Consiglio Comunale, non è il
corridoio. Uscite, se volete parlare. Se parlate in Aula, fatelo sottovoce, non come se
foste a casa vostra, per cortesia.
La parola al Consigliere D'Amico.

D'AMICO Angelo
Il Vicepresidente sa che la mia parola è una firma. Se lo dico, è così. Il
Vicepresidente ha perfettamente ragione a riprendere l'atteggiamento non consono di
alcuni Consiglieri della maggioranza. Però, c'è differenza tra chi si avvolge una
bandiera sulle spalle e chi disturba un Assessore nel suo intervento, perché credo che
sia poco riguardoso per questa Sala.
Quindi, i richiami devono valere sia per coloro che vengono in Aula…
(INTERVENTO FUORI MICROFONO). Sì. È già stato fatto il secondo richiamo…
(INTERVENTO FUORI MICROFONO). Cercherò di farlo, Consigliere Onofri.
Sono un po' stupido, quindi ho delle difficoltà.
Dopo il secondo richiamo, invito il Vicepresidente a espellere i Consiglieri che
continuano a disturbare i lavori della seduta.

LEVI Marta (Vicepresidente)
Consigliere D'Amico, c'è una specifica norma regolamentare che disciplina il modo
di vestirsi, di esporre simboli, segni, eccetera. Io intervengo sulla base di questa
norma, Consigliere D'amico, altrimenti lei mi costringe a non richiamare più nessuno
e allora in questa Sala succederebbe il finimondo.
Quindi, invito tutti i Consiglieri a mantenere un po' più di contegno.
La parola all'Assessore Lubatti.

LUBATTI Claudio (Assessore)
La proposta di deliberazione risponde a una necessità che è venuta prima di tutto dai
soggetti che sono interessati alla realizzazione di queste opere. Provvederemo a
individuare la procedura con la quale calcolare il canone annuo da corrispondere alla
Città, per individuare le infrastrutture che saranno concesse in uso nello stato di
consistenza e per stabilire le condizioni con le quali queste infrastrutture devono
essere considerate a disposizione del privato, nonché tutti i dettagli per la
realizzazione di un piano economico sostenibile da parte dei soggetti che vogliono
impegnarsi in questa direzione.
Per questi motivi, chiedo al Consiglio Comunale di approvare questa proposta di
deliberazione.

LEVI Marta (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Bertola.

BERTOLA Vittorio
Mi scuso con l'Aula se farò un intervento di merito; almeno per un attimo proverò a
dare un senso a questo Consiglio Comunale, perché questa proposta di deliberazione
da una parte ci alletta, con l'idea di riempire Torino di centrali idroelettriche, dotando
la città di un sistema di produzione di energia rinnovabile, sicuramente preferibile
all'uso dei combustibili fossili e di altre fonti non rinnovabili.
Dall'altra, però, questa proposta di deliberazione è piuttosto problematica per quanto
ci riguarda, perché comunque è un altro tassello nella politica di svendita, di
privatizzazione del territorio, non so come la vogliamo chiamare, perché alcuni di
questi progetti pilota (forse possiamo ancora definirli così, con il senno di poi) sono
già partiti. Basta recarsi al parco della Pellerina per vedere quello che è successo con
il progetto della centrale idroelettrica che questo Consiglio Comunale ha approvato
un paio di anni fa, in cui una parte significativa del parco nella zona del salto d'acqua
è stata sostanzialmente rasa al suolo con l'abbattimento di numerosi alberi, con un
vero e proprio scempio, che tra l'altro ha anche allarmato notevolmente i
frequentatori del parco.
Quindi, da una parte ben venga la produzione di energia idroelettrica, ma dall'altra
bisognerebbe anche capire se poi questo non si traduce in uno sfruttamento del
territorio a fini esclusivamente privati, visto che partiamo dall'idea di dare in mano ai
privati; tra l'altro, senza un vero e proprio bando, ma semplicemente su richiesta di
chi si presenta, facendogli pagare una cifra magari anche congrua, per carità, ma
sostanzialmente dandogli in mano una parte di risorse fondamentali, anche quelle che
regolano tra l'altro il deflusso dell'acqua nei fiumi cittadini, per - sostanzialmente -
fini di lucro.
Per cui, anche quella che magari avrebbe potuto essere un'operazione intelligente dal
punto di vista ambientale, nell'ambito di una pianificazione più generale, mirata al
bene comune, lascia un po' più perplessi se diventa semplicemente un dare il via
libera a una corsa per ottenere la concessione a titolo oneroso, ma con la prospettiva
di guadagnare molto di più, sullo sfruttamento di tutti i salti d'acqua che esistono nel
territorio cittadino.
Questo è quello che dice la proposta di deliberazione. Infatti, a pagina 2 c'è scritto
che la finalità del provvedimento è "dare una risposta concreta e tempestiva alle
istanze che provengono da soggetti privati che intendono investire in un settore in
espansione". Per cui, una logica strettamente economica.
Per questo motivo, noi abbiamo proposto anche un paio di emendamenti, cercando,
per quanto possibile, di migliorare la situazione. Intanto, ringraziamo la
maggioranza, perché i nostri due emendamenti di merito non sono stati accorpati
nella valanga di emendamenti ostruzionistici legati alle discussioni sulla cittadinanza
onoraria di Mussolini. Quindi almeno possiamo discuterli in Aula.
Il primo emendamento è legato alla lettera c) dell'elenco al punto n. 1
dell'impegnativa, dove da una parte si dice che i costi delle opere per realizzare
queste nuove centrali idroelettriche sono a carico - giustamente - di chi realizza
l'opera. Dall'altra, però, si dice che tutti i costi di manutenzione straordinaria restano
a carico dell'Amministrazione Pubblica. Questo forse risponde a una logica, nel
senso che se arriva una piena e travolge il salto d'acqua, è chiaro che il salto d'acqua
esiste per regolare il flusso del fiume, quindi per la finalità pubblica che c'era prima;
per cui, la sistemazione tocca all'Amministrazione, non a chi ha preso l'acqua in quel
punto per costruire la centrale.
Però vorrei inserire una precisazione, specificando che questo vale se gli interventi
straordinari da realizzare non siano la conseguenze delle opere direttamente
funzionali alla gestione dell'impianto idroelettrico. Nel senso che se il deflusso
dell'acqua è ostacolato dall'opera realizzata, creando la necessità di un intervento
straordinario, allora mi sembra giusto che in questo caso sia il gestore della centrale a
pagarne i costi.
Il secondo emendamento riguarda il rischio ambientale e prevede che la Città
inserisca nella sua concessione delle garanzie sulla tutela dell'ambiente, delle
sponde, del paesaggio, insomma di tutta l'area dei parchi interessata dall'intervento.
Perché comunque parliamo sempre di ambienti delicati, anche dal punto di vista della
tutela degli animali che vivono nel fiume e sulle sponde. Cioè non interveniamo nel
centro della città, ma in zone rilevanti dal punto di vista ambientale, per quanto
parzialmente compromesse.
Il parere tecnico sfavorevole sull'emendamento si basa sul fatto che le garanzie
ambientali sarebbero già previste in sede di Conferenza dei Servizi. Però, per quanto
possa essere già previsto, non capisco perché non dovremmo ribadirlo, inserendo
queste garanzie come condizione nelle nostre convenzioni con questi privati. Come
peraltro abbiamo fatto sia nella centrale Pellerina, sia nella centrale di Michelotti,
non realizzata, chiedendo che ad esempio ci fossero delle garanzie sull'inserimento
ambientale e paesaggistico delle opere. Ad esempio, che non ci fossero delle casette
di cemento in mezzo al parco, ma che fossero rivestite di legno, coperte magari da
una quinta di alberi. Insomma che ci fosse un minimo di attenzione a preservare
l'aspetto paesaggistico e la fruibilità del parco.
Quindi, non solo la Città avrebbe tutto il diritto di mettere condizioni del genere, ma
è anche opportuno che lo faccia. Poi, se questo viene ribadito nella Conferenza di
Servizi, nell'atto della Provincia, che tra l'altro è competente sul deflusso d'acqua, e
da tutti gli altri Enti che possono intervenire per dare queste garanzie, bene. Però,
secondo noi, non sarebbe un errore se la Città inserisse questa condizione di garanzia
nella sua convenzione.

LEVI Marta (Vicepresidente)
La parola al Consigliere D'Amico.

D'AMICO Angelo
Mi ero preparato un intervento per entrare nel merito di questa deliberazione, ma
visto che prima mi è stata posta la censura a libera interpretazione del Presidente, che
riteneva che così non fosse, allora, onde evitare di sbagliare, leggerò alcuni cenni del
documento, per poi commentarli e fare alcune valutazioni.
"Con deliberazione della Giunta Comunale del 29 gennaio 2013, esecutiva dal 12
febbraio 2013, la Città ha manifestato l'interesse a promuovere e ad incrementare la
produzione di energia idroelettrica mediante lo sfruttamento di salti idraulici esistenti
in corrispondenza di opere infrastrutturali di proprietà della Città, presenti anche nel
territorio di altri Comuni… [omissis] …che si concretizzerà con la predisposizione di
progetti di realizzazione di centrali idroelettriche da sottoporre alla Provincia di
Torino, quale Ente competente al rilascio delle concessioni per l'utilizzo dell'acqua
pubblica.
La medesima deliberazione stabilisce che per i progetti che saranno presentati da
soggetti privati, qualora l'Amministrazione Comunale non intenda o non sia in grado
di predisporre un proprio progetto concorrente in tempi brevi, cioè compatibili con le
tempistiche previste dalle norme regionali vigenti per la presentazione di progetti
concorrenti - direi che manca qualche virgola -, la Città garantirà la propria
disponibilità per il raggiungimento di un accordo tecnico-economico con i singoli
privati, che sia vantaggioso sia per l'Amministrazione, per l'utilizzo, da parte di
questi ultimi, delle opere e dei sedimi di cui è proprietaria.
Nei mesi scorsi alcuni soggetti privati hanno manifestato l'intenzione di predisporre
e presentare un proprio progetto di centrale idroelettrica che prevede l'utilizzo di
opere di proprietà della Città, mentre altri progetti aventi i medesimi presupposti
sono già stati presentati alla Provincia di Torino al fine di ottenere la concessione
necessaria.
I soggetti proponenti, al fine di poter valutare innanzitutto la sostenibilità
dell'investimento e, successivamente, ottenere le garanzie di finanziamento degli
istituti di credito, chiedono alla Città, già nella prima fase progettuale, di esplicitare
le condizioni tecnico-economiche che la medesima richiederà al fine di stipulare un
accordo di couso per lo sfruttamento delle infrastrutture della stessa.
Peraltro, le suddette garanzie, in base alla normativa regionale vigente in materia di
procedure per il rilascio di concessioni di derivazione di acqua, sono richieste già in
sede di presentazione dell'istanza alla Provincia, dovendo il proponente dimostrare
anche la fattibilità economica dell'investimento.
Per quanto sopra esposto occorre, pertanto, dare una risposta concreta e tempestiva
alle istanze che provengono da soggetti privati - volevo far notare al Consigliere
Grimaldi che si parla di privati, ma SEL non c'è, sono di là che dormono, è strano
che vi hanno concesso di metterlo - che intendono investire (o per lo meno valutarne
la possibilità) in un settore in espansione, anche per effetto degli incentivi previsti
dalla normativa vigente in materia, come è quello dell'energia idroelettrica.
A tale scopo occorre fare una prima considerazione e cioè che la potenzialità di
produrre energia idroelettrica deriva da due componenti fondamentali: una portata di
acqua fluente - e questo mi pare ovvio -, ed un salto idraulico.
Le condizioni e le procedure per il rilascio delle concessioni per l'uso del primo
elemento, l'acqua pubblica, quale bene appartenente al demanio, ai fini della
realizzazione di impianti alimentati da fonti rinnovabili, sono stabilite dal D. Lgs.
387/2003 e dal Regolamento Regionale approvato con DPGR 29 luglio 2003, n.
10/R.
In particolare, quest'ultimo provvedimento normativo definisce nel dettaglio le
procedure per il rilascio di concessioni per l'uso di acque pubbliche superficiali e
sotterranee, contemplando all'articolo 3 - comma 1 - lettera d), l'uso energetico,
definito come 'l'uso dell'acqua finalizzato alla produzione di energia elettrica o di
forza motrice;'
Il medesimo Regolamento all'articolo 7, comma 2 prevede che 'Può presentare
domanda di concessione chiunque (persone fisiche, in forma singola o associata, e
persone giuridiche di diritto pubblico o privato) abbia necessità di utilizzare la risorsa
idrica.'.
Infine, l'articolo 12 - comma 1 stabilisce che 'Le domande che riguardino
derivazioni tecnicamente incompatibili con quella prevista dalla domanda pubblicata
sono accettate e dichiarate concorrenti con questa, se presentate non oltre 40 giorni
dalla data di pubblicazione dell'ordinanza di istruttoria sul Bollettino Ufficiale
relativa alla prima domanda.'.
In conclusione - come direbbe il buon Mike Bongiorno -, tale normativa prevede che
chiunque può essere autorizzato a realizzare un impianto idroelettrico attraverso una
procedura ad evidenza pubblica per la concessione dell'uso dell'acqua relativo ad
uno specifico progetto.
Ciò rende incompatibile una ulteriore procedura ad opera della Città per la
concessione in uso della seconda componente fondamentale per la realizzazione del
medesimo impianto, nel caso specifico l'infrastruttura di proprietà della Città grazie
alla quale il salto idraulico da sfruttare esiste già.
Inoltre, l'articolo 12 - comma 1 del D. Lgs. 387/2003 stabilisce: 'Le opere per la
realizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili, nonché le opere connesse
e le infrastrutture indispensabili alla costruzione e all'esercizio degli stessi impianti,
autorizzate ai sensi del comma 3, sono di pubblica utilità ed indifferibili ed urgenti.'.
Quindi, una volta concluso positivamente l'iter istruttorio della Provincia per il
rilascio della concessione per l'uso della risorsa idrica (comprendente la procedura
concorrenziale di cui al suddetto articolo 12 - comma 1 del Regolamento
Regionale…) ed individuato, conseguentemente, il progetto da autorizzare il soggetto
attuatore, la Città dovrà stipulare con tale soggetto un contratto di couso della propria
infrastruttura connessa con il progetto, per la realizzazione dell'opera di pubblica
utilità.
Ciò detto occorre, ora, stabilire un criterio oggettivo, univoco e trasparente, che
garantisca parità di trattamento tra le varie iniziative nel settore dell'energia
idroelettrica, atto a consentire di valutare le condizioni tecnico-economiche che la
Città richiederà al fine di concedere in uso le opere infrastrutturali di propria
pertinenza, presenti anche al di fuori dei confini territoriali, in virtù delle quali il
salto idraulico necessario alla produzione di energia elettrica è già esistente.
A tale scopo si è espresso come riferimento il DPGR 10 ottobre 2005, n. 6/R che, per
effetto ed alle condizioni imposte dall'articolo 14, commi 1 e 2, della Legge
Regionale 5 agosto 2002, n. 20, disciplina la misura dei canoni demaniali da
riconoscere alla Regione Piemonte per l'uso di acqua pubblica prevedendo, per l'uso
energetico, l'applicazione di un canone unitario, che viene aggiornato annualmente
con apposito provvedimento del responsabile della struttura regionale competente,
per ogni kW di potenza nominale media annua dell'impianto.
La potenza nominale media annua dell'impianto è un elemento essenziale della
concessione rilasciata dalla Provincia, determinato dal prodotto tra le due
componenti fondamentali per la produzione di energia idroelettrica di cui si è detto in
precedenza, e cioè da una portata di acqua fluente e da un salto idraulico.
Appare, quindi, congruo il riconoscimento alla Città di Torino di un canone annuo
per l'utilizzo delle infrastrutture esistenti di sua proprietà che determinano il salto
idraulico - anche lì riescono a fare cassa -, quale seconda componente fondamentale
per la produzione di energia idroelettrica, in modo equivalente rispetto al canone da
riconoscere alla Regione Piemonte per l'uso dell'acqua, cioè pari al prodotto tra il
canone demaniale unitario stabilito annualmente dalla Regione Piemonte per l'uso di
acqua pubblica a scopo energetico e la potenza nominale media annua di concessione
espressa in kW.
Per quanto riguarda gli aspetti tecnico gestionali delle infrastrutture di cui trattasi e
delle relative opere di pertinenza, queste potranno essere concesse in uso allo stato di
consistenza e di conservazione in cui si trovano, fermo restando che eventuali
interventi di manutenzione, risanamento, modifica o adeguamento connessi con la
realizzazione o con la funzionalità dell'impianto da realizzare o già realizzato
saranno a carico del concessionario per l'intera durata del contratto e dovranno
essere approvati dal Servizio Tecnico dell'Amministrazione preposto, oltreché
autorizzati dalle autorità competenti".
Detto ciò, Presidente, mi soffermo e commento ciò che vi ho letto. Ogni commento
appare superfluo, caro Collega Viale, vedo che lei è stato attento ed ha apprezzato
questa mia lettura. Concordo con lei, perché si potrebbero fare commenti che
andrebbero al di là delle normali abitudini di un Consigliere Comunale di occuparsi
di opere di questo tipo. Non sono un tecnico, quindi non ho chiaramente le capacità e
le competenze per manifestare la benevolenza di questa deliberazione e, per questo
motivo, ho presentato degli emendamenti che…

LEVI Marta (Vicepresidente)
Grazie, Consigliere D'Amico.

D'AMICO Angelo
Grazie a lei, Presidente.

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