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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 31 Marzo 2014 ore 10,00
Paragrafo n. 26
MOZIONE 2014-01344
(MOZIONE N. 20/2014) "REVOCA CITTADINANZA ONORARIA A BENITO MUSSOLINI" PRESENTATA DAI CONSIGLIERI PAOLINO ED ALTRI IN DATA 20 MARZO 2014.
Interventi

LEVI Marta (Vicepresidente)
Riprendiamo l'esame della seguente proposta di mozione n. mecc. 201401344/002,
presentata in data 20 marzo 2014, avente per oggetto:

"Revoca cittadinanza onoraria a Benito Mussolini"

LEVI Marta (Vicepresidente)
Consigliere D'Amico, oltre alla verifica del numero legale, intendeva intervenire?
(INTERVENTO FUORI MICROFONO).
La parola al Consigliere Centillo.

CENTILLO Maria Lucia
Io condivido moltissime delle cose che sono state dette dai Consiglieri che sono
intervenuti prima di me. Senza ripetere quanto è stato già detto molto bene, vorrei
soffermarmi un istante su un aspetto: io vorrei ricordare l'aspetto della memoria. Noi
in quest'Aula abbiamo più volte sottolineato - anche negli interventi precedenti -
l'aspetto storico e gli aspetti legati alla democrazia, su come noi abbiamo fatto la
storia anche in quest'Aula, partendo dal sangue versato, che ha portato a scrivere la
nostra Costituzione.
Vorrei, però, che questa memoria rimanesse viva; lo voglio io, lo vogliono
moltissime persone che siedono in quest'Aula, lo vogliono le associazioni, penso
all'ANPI, penso all'ANED, penso a tutte le associazioni che fanno un lavoro che
spesso non si sente - perché è un lavoro silenzioso, continuo e costante -, rivolto
soprattutto alle giovani generazioni.
Io penso che, con la revoca della cittadinanza a Benito Mussolini, noi consegniamo
alle nostre generazioni un testimone, un messaggio che dice: "Noi non vogliamo
dimenticare, voi non dovete dimenticare".
Quindi, la democrazia, la storia, la cultura sono tutte facce di una stessa medaglia,
che è la medaglia della libertà che ci è stata consegnata da chi ha lottato nelle
fabbriche, da chi ha dovuto scappare in montagna, da chi è finito in campo di
concentramento, da chi non c'è più e da chi ha visto i propri diritti calpestati per tutto
il periodo del fascismo.
Io penso che l'atto che stiamo facendo oggi deve essere rivolto non tanto a quanto è
stato nel passato, ma guardando al futuro nel far passare il testimone della memoria
da chi ha combattuto per consegnarci il Paese libero a chi sarà l'erede di noi, che
oggi sediamo in questi banchi.

LEVI Marta (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Bertola.

BERTOLA Vittorio
Sarò breve. Noi voteremo a favore di questa proposta di mozione, perché noi
condanniamo tutte le dittature e quindi, chiaramente, ci esprimeremo a favore della
revoca della cittadinanza onoraria a Mussolini.
Però, permettetemi di dire che credo che oggi il Consiglio Comunale stia dando
veramente un pessimo spettacolo di sé; oggi e nei giorni scorsi, perché questa era una
questione che si poteva chiudere in 30 secondi: accortisi di questa situazione, si
votava la mozione e finiva lì. Invece, è una settimana che c'è ogni genere di
baracconata - se mi permettete -, tra cui alcuni degli interventi visti oggi, che va
avanti sui giornali, poi in Aula, poi nelle Commissioni, poi nella Conferenza dei
Capigruppo, trascinata per un'ora, poi ancora oggi. Questa cosa è stata trascinata
all'infinito, quando onestamente credo che la priorità di questa Città in questo
momento sarebbe risolvere, per quanto poco possa fare il Comune, un po' di
problemi concreti di tutta una serie di moltissimi cittadini torinesi che, purtroppo,
non hanno una casa, non hanno un lavoro e non sanno come arrivare a fine mese.
Quindi, francamente io chiederei di farla finita nel più breve tempo possibile, votare
questa proposta di mozione per poi dedicarci a qualcosa di più utile.

LEVI Marta (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Marrone.

MARRONE Maurizio
È piuttosto triste doversi attardare così tanto a dover discutere del passato, quindi io
inizio parlando un po' del presente, perché quando ho visto le prime firme in questa
rincorsa, cui "Repubblica" ha sparato un colpo di pistola, tutti ai blocchi di partenza
(immagino l'Ufficio Consiglio, con Consiglieri di varie formazioni del centrosinistra
infortunatisi nei corridoi per chi sarebbe stato il primo a depositare la firma su questa
proposta di mozione), ho potuto constatare che gran parte dei primi firmatari sono
del Partito Democratico.
Posto che non riesco ad appassionarmi a questo dibattito - per cui cercherò, nei limiti
del possibile, di rispondere ad una provocazione grottesca con un po' di ironia -,
stavo riflettendo che a proporre questa mozione è quel Partito che ha preso un leader
che non è stato neanche eletto in Parlamento, per esempio a differenza di Benito
Mussolini - così, per dirne una -, con una direzione del Partito se lo mette a capo di
un Governo, senza che passi dal voto - perché è giusto essere democratici,
antifascisti, e quindi è giusto non passare dal voto del popolo - e ti mettono uno che,
intendiamoci, con un bel refresh potremmo dire che non si sporgeva dal balcone
mettendo le mani sui fianchi e si limitava a tenerle in tasca mentre parlava al Senato,
che ha l'abitudine di farsi accogliere dalle scuole, con i bambini che lo accolgono
con le coreografie cantate ed il testo imparato a memoria, e, una volta che elabora la
sua politica economica e la sua proposta di rilancio del Paese, va a chiedere il
permesso di attuarla, prima che al Parlamento, al Cancelliere tedesco.
Guardate, è un po' strano che venga proprio da questo Partito una proposta di
mozione di ritiro della cittadinanza onoraria a Benito Mussolini. Mi ricordate un po'
quelli che dicono: "Ce l'abbiamo contro tutte le dittature, tranne quella del nostro
leader". E qui non posso esimermi dal fare un riferimento anche al Movimento 5
Stelle.
Allora, vedete, siamo costretti a ragionare sul passato, perché, ahimè, evidentemente
è più facile ragionare sul Duce del passato che non sui ducetti del presente, perché se
no ognuno dovrebbe anche guardarsi in casa propria.
Guardate, era inevitabile che un dibattito politico, amministrativo su una materia
storica degenerasse nel grottesco. Magari non era preventivabile che ci fossero le
stelle gialle attaccate. Consigliere Viale, dovrebbe pensare a chi offende come
vittima di quella tragedia, non tanto all'avversario politico! Cioè, è una carnevalata
indegna!
Poi, arriviamo, ovviamente, anche alle bandiere sovietiche recuperate. Il dibattito
non è ancora finito, quindi vedremo dove ci porterà.
Però, non solo era inevitabile il livello grottesco del dibattito, ma diventa inevitabile
anche l'esito, perché sta diventando una sorta di gara alla cancellazione di quello che
la storia ha lasciato di buono e di cattivo nella storia di questa città. Prima il
Capogruppo Paolino diceva che stavo cercando di contare il simboli del ventennio
che troviamo nel nostro Palazzo Civico. È vero, è un divertimento che mi sono
concesso nella pausa, prima di iniziare, perché ne esistono parecchi: le maniglie della
Sala Marmi dove ancora il Sindaco adesso sposa, l'ho visto celebrare un matrimonio
fino a poco tempo fa; un fregio enorme sull'angolo della buvette dove tutti noi
prendiamo il caffè; l'ingresso dell'Assessorato alle Pari Opportunità, una griglia di
fasci littori e spade incrociate.
E questo solo per guardare gli Uffici Comunali, perché, se guardiamo la nostra città,
dal Monumento ai Caduti della Prima Guerra al duca d'Aosta, abbiamo la Torre
Littoria, cioè questa è stata la storia di questa città, piaccia o non piaccia.
Nel vedere cartoline d'epoca che rappresentavano addirittura i partigiani garibaldini
mentre celebravano le loro commemorazioni davanti al monumento di Garibaldi,
dove c'è un'Italia con il fascio littorio, lascia intendere che forse in quei tempi si
badava veramente più alla sostanza e alla politica e meno alle baggianate meramente
simboliche e meramente di bandierina, meramente di autoesaltazione, di
autoilluminazione.
Quello di oggi non è un dibattito sulla memoria o sulla storia, è una replica farsesca
di una guerra civile seria, che ha diviso e coperto di sangue questo nostro territorio. E
vederla riproporre con chi resiste all'ostruzionismo evocando la parola Resistenza, e
dovrebbe anzitutto pensare a come offende chi ha fatto la Resistenza veramente,
magari, per cominciare, o chi invece cerca di riesaltare quell'identità, secondo me
diventa veramente lesivo non tanto della memoria, ma della dimensione che la storia
dovrebbe assumere per noi che facciamo politica e dovremmo trarre degli
insegnamenti da quella storia, e non agitarla come delle bandiere allo stadio, solo per
elemosinare un po' di visibilità.
Io, sinceramente, non posso limitarmi che a sottolineare come questo dibattito sia
effettivamente strumentale solo a sollevare una polemica e a nient'altro. Mi ha fatto,
però, riflettere su un elemento: quando io ho potuto leggere dai media - perché non
sono andato a cercarmela negli archivi, come ha fatto qualcuno - che la cittadinanza
onoraria veniva conferita a Benito Mussolini, nelle motivazioni, come
ringraziamento del fatto che fosse venuto a Torino ad inaugurare le fabbriche al
Lingotto e a Mirafiori, forse voi non ve ne siete neanche accorti, ma siete uno
strumento, quasi una nemesi storica, perché è stata data la cittadinanza onoraria a
Mussolini quando inaugurava le fabbriche e viene tolta la cittadinanza onoraria a
Mussolini nel momento in cui voi della sinistra, sostanzialmente, le chiudete.

LEVI Marta (Vicepresidente)
La invito a concludere, Consigliere Marrone.

MARRONE Maurizio
Anche questa è comunque una sollecitazione storica. Forse non ve ne siete nemmeno
accorti, ma ne siete stati strumento inconsapevole.
Io mi limito soltanto a dire una cosa: se adesso voi volevate andare a sollevare una
polemica o a celebrare una memoria condivisa, io vorrei solo farvi ragionare sui
risultati che avete ottenuto: per cercare di celebrare questa memoria, da un lato avete
dimostrato che un tema, che doveva essere nelle vostre intenzioni di memoria
condivisa, è riuscito a dividere quasi esattamente in due il Consiglio Comunale di
oggi del 2014. Primo risultato che avete ottenuto.

LEVI Marta (Vicepresidente)
La invito a concludere, Consigliere Marrone.

MARRONE Maurizio
Tornando, invece, sulla consapevolezza, al testimone alle generazioni, alla sensibilità
della gente, vorrei far rilevare come una mobilitazione popolare, che è stata
pubblicizzata sui quotidiani torinesi per tre giorni, ha lasciato piazza Palazzo di Città
assolutamente deserta. Questa è la sensibilità con la quale Torino ha risposto a questa
vostra campagna. Guardate, o sono fascisti o antifascisti gli occhi, però sono occhi,
per cui la piazza deserta, che si è svuotata rispetto a chi si è trasferito in un loggione
che forse contiene 30 persone, è stata una dimostrazione.

LEVI Marta (Vicepresidente)
Grazie, Consigliere Marrone.

MARRONE Maurizio
Per cui, io vi lascio questi grandi risultati. Sinceramente mi ero preparato anch'io un
colpo da maestro, ma lo farò in modo un po' più discreto, perché questo era il
messaggio che io volevo lasciare: la storia non andrebbe esaltata o combattuta,
andrebbe semplicemente studiata, così si capirebbe che effettivamente ha molti
aspetti, molti lati, bisogna raccoglierne gli insegnamenti, non trasformarla in slogan.

LEVI Marta (Vicepresidente)
Posso invitarla a concludere, come tutti gli altri?

MARRONE Maurizio
Sì, sto concludendo.

LEVI Marta (Vicepresidente)
Grazie.

MARRONE Maurizio
Dico solo che, mentre davanti mi ritrovo forse una maggioranza consiliare che la
storia la vuole leggere solo sui fumetti - perché questa è la profondità che fino adesso
ha dimostrato -, al signor Sindaco, che ho visto dignitosamente per il momento
estraneo a questa farsa, mi riserverò privatamente di fare omaggio di un libro, in
modo che magari al prossimo seminario culturale del PD abbia modo di insegnarvi
un po' di storia.

LEVI Marta (Vicepresidente)
Grazie, Consigliere Marrone.
La parola al Consigliere D'Amico.

D'AMICO Angelo
Io non ho le doti oratorie del Consigliere Marrone, quindi il mio intervento potrà
apparire poca roba, però cercherò di mettercela tutta, cercando anche di farmi
comprendere.
Pare che sia stato io a sollevare tutta questa vicenda, ma da me non è partito
assolutamente nulla. Noi oggi ci troviamo a dover votare un atto che io non ritengo
utile ai torinesi ed è questa la motivazione che mi ha spinto, in questi giorni, a
cercare di mettere dei paletti, affinché si andasse in direzione diversa.
Perché questo atto non è utile ai torinesi, se non che a una piccola minoranza
folcloristica che oggi avrebbe dovuto manifestare, ma che, come diceva prima il
Consigliere Marrone, non abbiamo avuto modo di vedere, o perlomeno per pochi
minuti sotto? Perché oggi, tra i torinesi, ci sono famiglie che dormono nelle
macchine con i propri figli, ci sono migliaia di ragazzi giovani che sono senza lavoro
e sono in cerca di lavoro, c'è una crisi che sta attanagliando non soltanto la nostra
città, ma tutta la nostra Patria, e qui che cosa facciamo noi? Ci prendiamo il lusso di
perdere del tempo, caro Consigliere Carretta, proprio di perdere del tempo, perché
basta dare un'occhiata all'orario: abbiamo iniziato il Consiglio alle 14.30, sono quasi
le 19.00 e stiamo ancora discutendo del nulla. Quindi, questo è un atto che ai
cittadini torinesi non interessa, assolutamente.
Dopodiché, ve ne siete accorti dopo 90 anni, signori? Siete un po' disattenti.
(INTERVENTI FUORI MICROFONO).

LEVI Marta (Vicepresidente)
Per cortesia!

D'AMICO Angelo
Va bene, dopo 50 anni, ve ne siete accorti dopo 50 anni.

LEVI Marta (Vicepresidente)
Consentiamo al Consigliere D'Amico di finire il suo intervento? Grazie!

D'AMICO Angelo
Il dato strano, cari Consiglieri della maggioranza, è che vi siete fatti dettare l'agenda
politica da un giornale, dall'Associazione Nazionale Partigiani, cioè voi siete dei
soloni che si candidano alle elezioni regionali e poi vi fate dettare l'agenda politica
da soggetti terzi. Complimenti!
Entriamo nel merito della proposta di mozione e della questione. Signori, questa è
una battaglia culturale. Se questa maggioranza intende fare del revisionismo storico -
perché di questo si tratta -, ebbene, facciamolo, facciamolo a 360 gradi, mi trovate
d'accordo.
Sono anche disposto a votare la vostra proposta di mozione, però dobbiamo farlo a
360 gradi. Non a caso, ho proposto una mozione che chiede di rinominare corso
Unione Sovietica. Visto che l'Unione Sovietica non esiste più e visto che si è
macchiata di crimini di guerra eccezionali (come giustamente mi ha fatto notare il
Collega Curto, Torino è una città medaglia d'oro della resistenza, che si è sempre
battuta contro tutti i crimini di guerra), perché mantenere ancora corso Unione
Sovietica?
Io, un po' provocatoriamente, ho chiesto di rinominarlo corso Martiri del
Comunismo. Non vi piace? Va bene, sono disposto anche a fare un passo indietro su
questo. Rinominiamo quel corso col suo nome originale, corso Stupinigi, ma non
corso Unione Sovietica, se vogliamo fare del revisionismo storico. Altrimenti volete
fare soltanto campagna elettorale, come molti Consiglieri vi hanno appena detto.
Io mi ero preparato un altro tipo di intervento, ma dopo aver ascoltato alcuni dei
vostri interventi, ho deciso che non ho tempo da perdere per rispondervi. Però un
dato lo voglio citare. Tutto parte da Torre Pellice, che si inventa questa mozione, che
viene approvata. La Repubblica coglie questo sasso lanciato nello stagno e da qui è
partita la corsa di tutti i Comuni a chi per primo approverà questa mozione.
Fino adesso credo sia stata approvata solo dal Comune di Torre Pellice. Torino,
forse, potrà vantarsi del titolo di essere la seconda Città in Italia a farlo, però sono
molte altre le Città che hanno votato questa mozione. Sapete qual è stato il risultato?
Che il Partito Democratico non l'ha votata, che Sinistra Ecologia e Libertà non l'ha
votata e che il Movimento 5 Stelle non ha partecipato alla votazione.
Al Comune di Ravenna, il più importante tra i tanti Comuni, hanno votato contro la
revoca, oltre al PD, Forza Italia, Italia dei Valori e persino Sinistra Ecologia e
Libertà. Il Movimento 5 Stelle non ha partecipato al voto. Sapete con quale
motivazione il Capogruppo del PD ha votato contro la revoca della cittadinanza
onoraria al Duce d'Italia? "La storia è memoria e non può essere cancellata. La storia
ha già giudicato Mussolini e il fascismo". Questa è la motivazione con la quale il
Capogruppo del Partito Democratico di Ravenna ha votato contro la revoca della
cittadinanza onoraria al Duce d'Italia.
Dopodiché, se volete cancellare la memoria, perché con questo atto voi volete
cancellarla, cancelliamo anche il Giorno della Memoria, perché se volete cancellare
tutto quello che secondo voi rappresenta il male assoluto, una volta cancellato questo
nome, non partecipiamo più ai festeggiamenti per la Giornata della Memoria, perché
tanto non c'è più nulla da ricordare.
Questa proposta di mozione ha portato una sola cosa positiva all'interno di
quest'Aula: la presenza dei Consiglieri. Da quando sono in quest'Aula (un anno e
mezzo), è la prima volta che vedo presenti tutti i Consiglieri della maggioranza,
tranne il Consigliere Cassiani. Se la presenza della maggioranza è legata ad atti di
questo genere, vi invito a presentarli più frequentemente.
Dopodiché, come ho avuto modo di riferire ai giornalisti che mi hanno chiamato
(perché io non ho fatto nessun comunicato stampa), ci tengo a ribadire che la mia
non è una difesa nei confronti del Duce d'Italia o di quello che rappresenta. Il mio
atteggiamento ostruzionistico - che inizierà lunedì prossimo e continuerà fino a
quando lo riterrò opportuno, perché oggi stiamo solo discutendo questa proposta di
mozione - è dovuto all'arroganza (io la chiamo "tracotanza politica di fine impero")
che la maggioranza ha avuto nei confronti di chi si è dimostrato disponibile al
dialogo.
Ho ricevuto risposte che non sono degne di essere ripetute all'interno di questa Sala.
Io mi ritengo una persona corretta, quindi non lo faccio. Però, a fronte di queste
risposte - sono stato definito "il fascistello" dal Capogruppo del PD Paolino...
(INTERVENTO FUORI MICROFONO). Infatti, se no l'avrei già querelata.
Oggi non abbiamo votato nessuna proposta di deliberazione. Voi direte a causa del
mio ostruzionismo, però se torniamo indietro a sei sedute fa, scopriamo che l'Aula
aveva votato solo tre proposte di deliberazione.
Se avete intenzione di continuare a perdere tempo, sappiate che da lunedì prossimo il
sottoscritto ve ne farà perdere molto di tempo e se ne assume la responsabilità.

LEVI Marta (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Grimaldi.

GRIMALDI Marco
Mi dispiace che i Consiglieri delle opposizioni abbiano perso un'altra occasione,
anche perché qui non si sta facendo né campagna elettorale, né si sta riscrivendo la
storia. Come diceva qualche Consigliere, la storia ha già dato un giudizio,
condannando quel regime e il suo capo. Le parole che ho sentito fanno parte di quel
revisionismo strisciante che ancora impedisce a quest'Aula di essere unita su un atto
come questo.
Forse il dibattito era anche più semplice. Basterebbero alcuni nomi: Umberto
Terracini, Ferruccio Parri, Andrea Guglielminetti, Giorgio Agosti, Andrej Sakharov,
Lech Walesa, Camilla Ravera. Non so come mai i Consigli Comunali del
Dopoguerra non abbiano cancellato questo atto, come è successo per tanti altri atti.
Basta guardare ciò che ha fatto la Commissione Toponomastica dopo la guerra.
Sono sicuro che non vogliamo avere tra i nostri concittadini onorari un uomo che si è
macchiato dei peggiori crimini contro l'umanità. È su questo che dovremmo unirci,
ma fino adesso non abbiamo avuto la capacità di farlo.
Insomma, di sicuro Torino, medaglia d'oro al valor militare per la guerra di
Liberazione, non vuole avere al fianco dei nomi che ho citato prima (Terracini, Levi-
Montalcini, Foa, Dulbecco) il nome di Benito Mussolini.
Credo che i Colleghi dell'opposizione abbiano perso un'occasione, anche perché
quella medaglia d'oro non fa parte solo di questi banchi e delle bandiere rosse che il
25 aprile continuano a guidare parte della manifestazione della Liberazione. Quella
medaglia d'oro dovrebbe far parte anche della vostra storia, così come fa parte dei
nostri cari e delle persone che hanno lottato per far sì che questo Consiglio Comunale
riprendesse in mano la democrazia e parte del destino di questo Paese.
Mi dispiace. Spero che nei prossimi minuti tutto il centrodestra cambi atteggiamento
e ritorni sui binari della democrazia e della Costituzione italiana, che ha già dato un
giudizio su quella triste storia.

LEVI Marta (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Onofri.

ONOFRI Laura
Sarò breve, perché hanno già detto tutto i Consiglieri della maggioranza che mi
hanno preceduta. Mi spiace che il Consigliere D'Amico sia uscito, perché volevo
invitarlo a chiedere scusa, perché non si può nominare l'ANPI definendola "una
piccola minoranza folcloristica". È un'offesa che non possiamo accettare.
Quindi chiedo veramente al Consigliere D'Amico di rivedere questa definizione.
L'ANPI è un'associazione che ancora oggi fa riflettere i giovani, aiuta a ricordare
quello che è successo, non può essere dileggiata in questo modo. Quindi invito il
Consigliere D'amico a chiedere scusa, perché forse non ha capito che noi non
vogliamo un colpo di spugna. Noi vogliamo che i giovani ricordino la storia, come
ha già detto il Consigliere Centillo.
Questa nostra richiesta di togliere la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini serve
proprio per far capire ai giovani che nella storia ci possono essere errori, anche così
importanti, che hanno influito sul percorso della storia in questo modo, ma non per
questo non si può ritornare su questi sbagli.
Il Consigliere D'Amico non ha capito che noi vogliamo proprio questo. Sarebbe stato
molto più facile non dire nulla, non tornare su questo argomento. Invece è importante
ritornarci e capire che cosa è successo in quel periodo.

LEVI Marta (Vicepresidente)
Non essendoci altre richieste di intervento, pongo in votazione la proposta di
mozione:
Presenti 37, favorevoli 29, astenuti 5, contrari 3.
La proposta di mozione è approvata.

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