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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 31 Marzo 2014 ore 10,00
Paragrafo n. 24
MOZIONE 2014-01344
(MOZIONE N. 20/2014) "REVOCA CITTADINANZA ONORARIA A BENITO MUSSOLINI" PRESENTATA DAI CONSIGLIERI PAOLINO ED ALTRI IN DATA 20 MARZO 2014.
Interventi

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
Riprendiamo l'esame della proposta di mozione n. mecc. 201401344/002, presentata
dai Consiglieri Paolino, Levi, Centillo, Cuntrò, La Ganga, Genisio, Altamura,
Grimaldi, Cassiani, Curto, Alunno, Muzzarelli, Ventura, Onofri, Nomis, Araldi,
Carretta e Viale in data 20 marzo 2014, avente per oggetto:

"Revoca cittadinanza onoraria a Benito Mussolini".

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
Mi sembra di poter percepire l'intenzione di riprendere i lavori.
Consigliere Ricca, le ridò la parola per completare il suo intervento. Le ricordo solo
di rispettare il Regolamento.
La parola al Consigliere Ricca.

RICCA Fabrizio
Io rispetto il Regolamento, Presidente.
Io, che sono contro qualsiasi forma di regime, mi chiedo, quando il Capogruppo
Paolino interviene, se parlasse dei Gulag dell'Unione Sovietica, se parlasse dei campi
di concentramento della Jugoslavia o se parlasse delle foibe, perché, quando si parla
di morti, si deve parlare di morti in maniera trasversale. E oggi Torino dà il nome
"Unione Sovietica" ad uno dei suoi corsi più lunghi e più importanti, e l'Unione
Sovietica è stata protagonista di almeno 20 milioni di morti. Si sono macchiati
esattamente degli stessi crimini di cui si è macchiato il regime nazista.
(INTERVENTO FUORI MICROFONO).

LEVI Marta (Vicepresidente)
Per cortesia, Consigliere Viale, lasciamo finire il Consigliere Ricca.

RICCA Fabrizio
Presidente, questo atto, forzato in questa maniera... se davvero ci fosse stata la
volontà di discutere di cose importanti, così come veniva dichiarato prima dalla
Giunta, a quest'ora si sarebbe risposto con l'ostruzionismo... (INTERVENTO
FUORI MICROFONO).

LEVI Marta (Vicepresidente)
Consigliere Viale, se si avvicina al Consigliere Sbriglio e parla più piano, mi fa una
cortesia!
La parola al Consigliere Ricca.

RICCA Fabrizio
Presidente, se ci fossero stati atti davvero importanti - dato che siamo stati in
quest'Aula anche 23 ore a votare emendamenti ostruzionistici -, a quest'ora saremmo
qui a votare, perché è inutile che la Giunta ci venga a dire che ci sono cose
importanti e poi si fanno le mozioni di accorpamento, tanto c'è una settimana.
Questa è la dimostrazione di una forzatura per una cosa assolutamente inutile, perché
la storia non si scrive due volte, è stato fatto.
I problemi sono altri. I problemi sono dei cittadini lì fuori, che hanno delle necessità.
E qui voi cosa fate? Campagna elettorale. Questa è pura ed esclusiva campagna
elettorale, come una parte delle comunicazioni prima, ognuno doveva mettere la sua
bandierina.
Io mi rivolgo anche al Sindaco: di fronte ad una maggioranza di questo tipo, prenda
dei provvedimenti. Ci sono Consiglieri che non hanno voglia di stare in Aula a votare
le proposte di deliberazione della propria Giunta!
Torino è in mano a questa situazione. E io, di fronte a questo, dico che forse
bisognerebbe davvero andare a raccontare quelli che sono i lavori di questo
Consiglio Comunale, perché io credo che, se voi andaste a dire, alle persone che sulla
Variante di prima ci hanno raccontato che ci sarebbe stato uno sviluppo di un'area,
che per votare il decadimento di Mussolini da cittadino onorario avete rimandato la
discussione del provvedimento che li riguarda di una settimana, vi sputano in faccia,
perché quella è la reazione, perché la gente è stanca. E voi cosa fate? Perdete tempo
per togliere la cittadinanza onoraria a Mussolini.
Allora, se veramente volete parlare di morti, parlate di morti a 360 gradi: pensiamo ai
20 milioni di morti dell'Unione Sovietica, ai 65 milioni di morti della Cina, al
milione di morti del Vietnam, ai 2 milioni di morti della Corea del Nord, ai 2 milioni
di morti della Cambogia, al milione di morti dell'Europa dell'Est, ai 150.000 morti
dell'America Latina, ai 700.000 morti dell'Africa e al 1.500.000 morti
dell'Afghanistan. Fa molti milioni di morti per regimi comunisti.
Facciamo un passo avanti: eliminiamo completamente da questa città qualsiasi
riferimento all'ideologia comunista, perché ha fatto milioni di morti.
Detto questo, fosse stato un altro tipo di discussione, avrei votato diversamente; di
fronte ad un atto di questo tipo, non posso che astenermi, perché lo fate
esclusivamente per farvi campagna elettorale, quindi da discutere rimane davvero
poco.
Rimanete dei comunisti piccoli così, però.

LEVI Marta (Vicepresidente)
Consiglieri, vi ricordo i tempi: uno per Gruppo cinque minuti, gli altri tre minuti.
La parola al Consigliere Viale.

VIALE Silvio
Io credo che dal 1946 ad oggi, dal 1945, qualunque Consiglio Comunale si fosse
accorto che Mussolini faceva parte dell'albo d'onore, avrebbe provveduto con
sollecitudine a rimuoverlo. Non esiste altro.
Oggi qui facciamo un pezzo di storia e completiamo quello che non è stato fatto in
questi anni, perché nessuno ne era al corrente.
Lo dico perché negli anni Novanta non lo sapevo. Non lo sapeva Novelli, non lo
sapeva Roveda, non lo sapeva Porcellana, non lo sapeva Picco, non l'ha saputo
nessun Sindaco, altrimenti non ci sarebbe stato alcun Sindaco di questa Città che non
avrebbe provveduto a rimuoverlo.
Peraltro, si tratta di una decisione non della Città, non del Consiglio Comunale, ma di
un Commissario regio, in un momento in cui il popolo non poteva parlare. Questa è
la prima cosa.
Guardate, avevo un altro intervento da fare, ma un'integrazione ci sta. Se il nostro
giovane Collega Ricca e il Consigliere Carbonero - un po' meno giovane -
scoprissero oggi che Minghetti fosse cittadino onorario della Città di Torino, dopo
aver promosso - e fra sei mesi non dimentichiamoci - tutte le manifestazioni sulla
strage di Torino del 1864 (e a settembre saranno 150 anni), voglio vedere con che
faccia sarebbero andati a dire ai loro compagni, Colleghi di partito, di movimento,
che Minghetti, il massacratore dei torinesi, poteva rimanere cittadino onorario di
Torino. Ma dopo 150 anni avrebbero fatto fuoco e fiamme! Questa è l'ipocrisia!
E la cosa vergognosa è la difesa di Mussolini, è l'insulto a coloro che sono morti per
liberare questo Paese, che non sono solo i comunisti di Stalin, ma sono gli alleati, gli
americani, gli inglesi, i polacchi.
Corso Unione Sovietica è un nome che in questa città ha il sapore della liberazione,
indipendentemente dal giudizio. È come via Sacro Romano Impero: non è che
andiamo ad eliminare il nome di via Sacro Romano Impero perché i Romani chissà
quanti Galli e quanti Padani hanno massacrato a suo tempo, e certamente, come certi
taurini, siamo sicuramente parte in causa.
Io dico una cosa ai Consiglieri Ricca, Marrone, D'Amico, Liardo, Berthier,
Ambrogio e ai Consiglieri da questa parte che mi pare non abbiano capito bene: di
fronte a voi avete la risposta, di fronte a voi avete il medaglione dei Consiglieri
Comunali morti per la patria, Prestinari, Bono e Reyneri. Un po' più a sinistra avete
il Consigliere Comunale Camillo Benso di Cavour. Un po' più a sinistra c'è la
medaglia d'oro al valor militare della Città di Torino. Quello è il marchio di fabbrica
di questo Consiglio Comunale. Quello è il marchio di fabbrica. Questo Consiglio
Comunale è nato grazie a quello e per coloro che hanno combattuto in questa città.
Ecco perché io credo che oggi revocare a Mussolini la cittadinanza onoraria sia un
atto dovuto! E faccio soltanto tre riferimenti fra tantissimi: il primo è che questa città
non ha mai amato Mussolini, nemmeno quando c'era il fascismo. La visita di
Mussolini alla FIAT fu presa con freddezza. Mussolini venne proprio a Torino
perché sapeva che, al di là del regime, non c'era una solidarietà nei suoi confronti
come aveva da altre parti. Il secondo riferimento sono coloro che osarono non
pronunciare il giuramento al fascismo: oggi questa città ha il Parco Carrara, Parco
Ruffini, Parco Venturi, che sono tra quelli che allora non giurarono e a Torino fu un
gruppetto molto più numeroso che da altre parti; persero il posto di lavoro, dovettero
emigrare moltissimo.
Il terzo riferimento - scusatemi, ma mi pare doveroso - sono le leggi razziali. Le leggi
razziali sono qualcosa che noi non possiamo tollerare. Nessun Paese civile potrà mai
tollerarle.

LEVI Marta (Vicepresidente)
Grazie Consigliere Viale, la prego, non faccia lo stesso show che hanno fatto i
Consiglieri leghisti!

VIALE Silvio
Soltanto il fatto che in questo Paese le leggi razziali fossero promulgate fa sì che
nessun Consigliere Comunale e nessun Consiglio Comunale possa accettare che sia
cittadino onorario. Ecco perché invito il Consiglio Comunale a revocare la
cittadinanza onoraria e a coloro che hanno da dire qualcosa di uscire dall'Aula o di
astenersi.

LEVI Marta (Vicepresidente)
Io chiedo al Consigliere Viale o di togliersi la stella gialla, oppure di uscire
dall'Aula, come ha appena chiesto lei stesso. Grazie, Consigliere Viale.
La parola al Consigliere Liardo.

LIARDO Enzo
Innanzitutto vorrei anticipare che noi, come Gruppo Nuovo Centrodestra, non
parteciperemo ad alcuna forma di ostruzionismo su questa questione. Però mi
piacerebbe fare alcune considerazioni. La prima è quella che sono trascorse - e
questo è estremamente singolare - 15 Legislature dal Dopoguerra e nessuno,
sbadatamente, quando le ferite erano ancora aperte e facevano male, si è mai reso
conto di togliere la cittadinanza onoraria. E visto che questa Città è sempre stata una
bandiera della Resistenza - scusate se ripeto il termine -, è estremamente singolare
che nessuno se ne sia accorto. Quindi, questa è una Città molto sbadata.
Posso dirvi che mi sembra anacronistico. Termino subito il mio intervento - perché
giustamente posso condividere anche qualche affermazione che hanno fatto dei
Consiglieri della minoranza, che mi hanno anticipato, sull'importanza - e vorrei che
si stemperassero i toni e che continuassimo a lavorare per questa città, cosa che in
questi ultimi mesi non è stata fatta.
Vorrei concludere con una battuta. Qualcuno per strada mi ha detto una cosa e io ve
la riporto così come me l'hanno detta: "Il cartello di Berlusconi non funziona più per
fare da collante con la sinistra, adesso hanno tirato fuori qualcos'altro". Io comunico
questa cosa anche a voi.
Comunque, noi, come Gruppo NCD, parteciperemo al voto, ci asterremo e, per
quanto ci riguarda, i nostri interventi finiscono qui.

LEVI Marta (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Curto.

CURTO Michele
Di fronte a questi momenti, io credo che uno possa assumere un tono molto formale,
molto alto, o anche semplicemente andare al punto. Non è che la maggioranza
consiliare abbia deciso, ad un certo punto, di tirare fuori dal banco, come se fosse
una velina, la carta della revoca della cittadinanza onoraria a Benito Mussolini, così
d'emblée; semplicemente, si è venuti a sapere di un fatto che sfido chiunque di noi di
esserne stato a conoscenza un mese e mezzo fa, e quindi, esattamente come quando
si ritrova un ordigno sepolto dalla Seconda Guerra Mondiale, lo si scava, si recinta, si
mettono i cartelli dell'"Attenzione" e lo si disinnesca. Punto.
Quindi, trovo veramente malsano che, all'interno di quest'Aula, ci sia un clima che
porti all'innalzamento della temperatura dello scontro ideologico, perché, chiarita
questa cosa, cioè chiarito il rischio strumentale, se questo avviene ancora vuol dire
che allora non siamo tutti d'accordo sul portato ideale. Chiaramente non lo siamo
con il Consigliere D'Amico, che - mi sembra chiaro - ha un'altra impostazione e la
vuole far valere. Ma per questo trovo bassa - e permettetemi di dirlo ai Consiglieri
della Lega Nord - e anche un po', questo sì, strumentale la ridotta ideologica su
questa discussione, perché mi stupisce che sulla revoca della cittadinanza onoraria a
Benito Mussolini non siamo tutti d'accordo. È così. È stato ritrovato un fatto grave,
come una bomba, perché pensare che nella città di Cavour - come prima diceva
giustamente il Consigliere Viale -, nella città medaglia d'oro della Resistenza, nella
città che si prepara a celebrare il settantenario di quel 25 aprile, su cui si è fondata la
nostra democrazia e la nostra Repubblica costituzionale, mi sembra palese,
lapalissiano che si debba arrivare alla revoca della cittadinanza.
Quindi, sgombriamo il campo dalle strumentalizzazioni. Questa discussione si
potrebbe fare in tre minuti. Dovrebbe essere un atto dovuto. Veramente non capisco
il senso.
Certo, tutte le democrazie occidentali ed europee hanno nella pancia i germi - li
chiamo così, perdonatemi - malsani del revisionismo e della nostalgia.
Io sono curioso di ascoltare l'intervento del Consigliere Comunale Angelo D'Amico,
perché vorrei testare le sue parole attraverso questi preoccupanti venti che
attraversano una parte significativa d'Europa, perché io spero che non stiano dentro
questo Consiglio Comunale.
Ma per il resto, Consigliere e Consiglieri, veramente non capisco l'oggetto della
polemica. Veramente non capisco l'oggetto della polemica. E non capisco perché
dobbiamo consegnare a questa città un'immagine abbassata di quest'Aula, di
un'Aula che litiga su una cosa ovvia, di un'Aula che perde - questo sì - il suo tempo
non nel togliere la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini, che io trovo un atto
dovuto, ma nel confrontarsi e nel picchiarsi - possiamo dircelo? - gli uni contro gli
altri sulle ideologie del Novecento.
Io credo che questo sarebbe veramente l'errore maggiore che potremmo offrire ai
nostri cittadini.
Per questa ragione io faccio una proposta a tutto il Consiglio Comunale: approviamo
insieme la revoca della cittadinanza a Benito Mussolini, facciamolo con un atto
condiviso. Se pensiamo che la proposta presentata dal Partito Democratico e da
Sinistra Ecologia e Libertà sia un fatto strumentale, noi siamo disponibili a fare un
passo indietro per fare tutti un passo avanti e chiariamo una volta di più - non una
volta e per sempre, perché chi conosce il tema della memoria dell'antifascismo, sa
che non c'è "una volta e per sempre", ma che va praticato tutti i giorni nella vita
democratica di un'Istituzione - la natura antifascista del nostro Comune, perché, se
non ci stiamo neanche dopo aver chiarito questo, cioè la disponibilità che io penso il
Capogruppo Paolino ed io possiamo darvi, allora viene un dubbio diverso, ovvero il
dubbio che quell'antifascismo, che dovrebbe caratterizzare le nostre Istituzioni, sia
soltanto un fatto di bandiera.

LEVI Marta (Vicepresidente)
La invito a concludere, grazie.

CURTO Michele
Sì, Presidente. Viene il dubbio che sia, in realtà, un dato non scontato, che sia un
tentativo strumentale quotidiano di forze politiche di maggioranza che, quando sono
state al Governo nazionale, hanno lentamente, lievemente e soavemente - mica tanto
- insinuato l'idea, nella nostra democrazia e nella nostra Repubblica, che si potesse
riscrivere veramente quella pagina, che è la pagina più buia, fondativa e fondante la
nostra democrazia.
Se così è, diciamocelo in faccia, evitiamo di animare il dibattito sui morti di Stalin,
che vanno ricordati e Stalin va condannato; evitiamoci, per favore, di parlare delle
varie dittature comuniste del mondo, che io non ho problemi a condannare in tutte le
forme, e andiamo al punto.
Il punto è che Benito Mussolini non può essere cittadino onorario di questa città.
Diversamente, mi verrà il dubbio - e lo dico a chi sta in balconata e a chi ha ancora
quei valori e li considera valori fondanti - che tutti i giorni la Resistenza vada portata
avanti, perché, come scrisse qualcuno - secondo me in maniera molto profetica -, è
finita la lotta armata, comincia la Resistenza.

LEVI Marta (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Carbonero.

CARBONERO Roberto
Mi spiace molto non essere un grande teorico, come lo è il Consigliere Curto; io sono
una persona estremamente semplice e lui, invece, fa veramente valanghe di retorica.
Allora provo a darvi io una lettura molto rapida, perché non voglio sforare i minuti
che ho a disposizione e so di averne solo tre. Io sono fiero figlio di un partigiano, mio
padre ha fatto la campagna di Russia; finita la campagna di Russia, è venuto a Torino
e a Torino ha fatto il partigiano e ha combattuto fino quasi alla morte per poter
difendere questa città e la sua libertà. La stessa libertà per cui, in qualche modo - e,
forse, in modo molto più banale e molto meno importante -, noi combattiamo
quotidianamente per chi crede di essere affezionato al proprio territorio e combatte
per il proprio territorio fino alla fine.
Mi è spiaciuto molto per il Consigliere Viale, perché a questo giro non è riuscito a
fare lo show da solo e lo abbiamo anticipato, e credo che il suo rancore sia quello di
non essere riuscito a tirare fuori per primo la stella che aveva in tasca; chiaramente
non l'ha preparata mentre noi preparavamo il nostro show - come lo chiama lui -, ed
è questa la ragione della sua grande rabbia, e capisco che l'abbia sfogata in questo
modo.
Però, continuo ad insistere, ed è questo il motivo per cui io a malincuore non voterò
"sì" convintamente "sì" - come so di esserlo dentro - per togliere la cittadinanza
onoraria a Benito Mussolini, perché avrei votato "sì", assolutamente "sì", e lo ripeto,
"sì", ma mi astengo perché è così, è veramente così, è stata tirata fuori dal cassetto in
un momento assolutamente non casuale, ma ai margini di una campagna elettorale. E
questa sarà una delle più feroci campagne elettorali che ci siano mai state, perché non
solo avete scippato una Regione - non con il voto dei cittadini, ma avete scippato il
voto dei cittadini di questa Regione -, ma ve ne volete impadronire e state cercando
tutte le più bieche strade per poterlo fare.
A grandissimo malincuore, il mio voto sarà di astensione a questa richiesta di
mozione, perché sono convintamente antifascista, perché ho nel DNA l'antifascismo
che mio padre ogni sera mi trasmetteva raccontandomi le vicende dell'antifascismo,
che, credetemi - ve lo racconta uno che le sentiva ogni sera -, farebbero accapponare
la pelle a voi e a tutte le vostre teorie, perché non sapete neanche di che cosa state
parlando. La vostra è solo teoria tratta da libri stampati.
La vera Resistenza è viverla addosso e sentirsela raccontare dal vivo, e tantissimi di
voi non sanno di che cosa stanno parlando.

LEVI Marta (Vicepresidente)
(INTERVENTO FUORI MICROFONO). Vi prego di mantenere la calma. Per
favore! Per cortesia! Per favore! (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Abbiamo
terminato? (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Non abbiamo terminato.
Consigliere Viale, basta! Basta!
La parola al Consigliere Carretta.

CARRETTA Domenico
Al di là dei meriti innegabili che sono contenuti nella proposta di mozione, che sono
stati illustrati dai Consiglieri della maggioranza che mi hanno preceduto, devo dire
che la cosa che più mi dispiace fino adesso negli interventi della minoranza è che si
vuole far passare questa discussione come una noiosa perdita di tempo. Forse questo
è l'aspetto più preoccupante, perché io, non in questa occasione, ma spesso e
volentieri mi sono trovato d'accordo sulla necessità di non perdere tempo in
provvedimenti inutili per concentrarsi su quelli che potevano essere i provvedimenti
più importanti e più urgenti da approvare.
Se vale questo, in una scala di priorità a che punto mettiamo, per esempio, la
discussione sul conferimento della cittadinanza onoraria a Del Piero? È un
provvedimento sicuramente degno di essere affrontato, con tempi e spazi giusti, ma
forse avevamo altro da fare.
In realtà... (INTERVENTO FUORI MICROFONO). No, non è così, non possiamo
banalizzare così sulle elezioni, quando si parla di questo, è che la priorità su
argomenti come questi non viene dettata dalla Capigruppo, non viene dettata dal
Filippo, ma viene dettata forse dalla storia, forse da valori in cui crediamo di
riconoscerci e forse dalla volontà che abbiamo di difendere la memoria e comunque
l'onore di una città, che è medaglia d'oro alla Resistenza.
Dunque, in questa logica è facile ed è comprensibile capire come, per esempio, la
discussione sul portale in lingua piemontese diventi prioritaria per chi ha delle
sensibilità diverse da chi sta parlando in questo momento. La priorità non viene
dettata da questo. È davvero subdolo tirare in ballo la perdita di tempo.
Seguendo questa logica, diventa persino comprensibile capire come queste
formulette, che sono quelle, appunto, della perdita di tempo, nascondano spesso e
volentieri la volontà strisciante di dribblare la storia. Scusate, la storia è quella,
nessun colpo di spugna. Noi, semmai, la spugna la utilizziamo per ripulire dalle cose
che abbiamo sentito in questi giorni.
Formulette come queste - e lo sa benissimo chi le pronuncia - aprono dei cortocircuiti
spaziotemporali nella nostra storia, danno vita a dei paradossi per cui certi periodi
della nostra storia vengono indicati come periodi in cui i treni arrivavano in orario o
come la gente non veniva mandata al confino, ma veniva mandata in vacanza.
E, soprattutto nella storia - lo sapete bene -, le generalizzazioni, le semplificazioni
generano un effetto domino devastante.
Allora, negli "Scritti corsari" Pasolini scriveva: "Noi siamo un Paese senza memoria.
Il che equivale a dire senza storia. L'Italia rimuove il suo passato prossimo, lo perde
nell'oblio (...), ne tiene solo i ricordi, i frammenti che potrebbero farle comodo".
Le generazioni precedenti a noi hanno vissuto una comune e costante...

LEVI Marta (Vicepresidente)
La invito a concludere, Consigliere Carretta.

CARRETTA Domenico
Termino velocemente.

LEVI Marta (Vicepresidente)
Grazie.

CARRETTA Domenico
Dico solo una cosa: sarebbe interessante riproporre in quest'Aula quella che è la
figura poetica che è stata portata avanti da Tahar Ben Jelloun, quando in un suo libro,
ricordando una tragedia vera (quella del terremoto ad Agadir), parla dei "venditori di
vento". I venditori di vento erano coloro che venivano chiamati dalle persone per
cercare di colmare un disastro che era avvenuto; un disastro anche nelle memorie: la
gente aveva perso la memoria in seguito al terremoto e arrivarono questi venditori di
vento.
È una figura poetica a cui noi cerchiamo di appellarci, almeno per cacciare i
venditori di fumo.

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