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FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Passiamo all'esame della proposta di mozione n. mecc. 201401344/002, presentata dai Consiglieri Paolino, Levi, Centillo, Cuntrò, La Ganga, Genisio, Altamura, Grimaldi, Cassiani, Curto, Alunno, Muzzarelli, Ventura, Onofri, Nomis, Araldi, Carretta e Viale in data 20 marzo 2014: "Revoca cittadinanza onoraria a Benito Mussolini". FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Consigliere, l'Ordine dei Lavori è questo. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). No, perché la stiamo già trattando, Consigliere, lei ha già parlato. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Dobbiamo far illustrare la proposta di mozione a chi... (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Allora, se si vogliono avanzare argomenti relativi alla proposta di mozione, possiamo anche concedere la parola sull'ordine dei lavori. Prego, Consigliere Marrone. MARRONE Maurizio Ovviamente, mi riservo di utilizzare ogni singolo secondo che mi sarà concesso per discutere nel merito questa proposta di mozione, perché sono sicuro che ci saranno veramente tanti spunti di dibattito. Vorrei - e credo che su questo possiamo essere tutti d'accordo - che ci domandassimo come mai il nostro Sindaco, che è stato fino a un minuto fa qui presente, non rimanga presente all'illustrazione e al dibattito di questa proposta di mozione. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Sull'ordine dei lavori, perché è una richiesta del fatto che lui partecipi. Io do la mia interpretazione, cioè che da avversario, ma da persona seria e consapevole della completa inutilità e ridicolaggine di questo dibattito, però... FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Per cortesia, le chiedo di rimanere sul tema per cui ha chiesto la parola. MARRONE Maurizio Se mi vuole smentire, il Sindaco venga e partecipi ad ogni fase di questo dibattito. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La parola al Consigliere Paolino. PAOLINO Michele Chiedo al Consiglio il permesso di poter illustrare la proposta di mozione che abbiamo presentato come maggioranza e desidero sottolineare nel minor tempo possibile quattro aspetti. Il primo. Noi abbiamo presentato questa proposta di mozione in seguito al dibattito che ne è scaturito relativamente anche al fatto che nella città di Torre Pellice era stato evidenziato che Benito Mussolini era cittadino d'onore. Da verifiche, fatte anche con gli Uffici (in particolare con l'Archivio Storico e con la Segreteria Generale), e anche da inchieste giornalistiche, abbiamo appurato che Benito Mussolini, dittatore per 20 anni del nostro amato Paese, è ancora cittadino d'onore della nostra città. In 10 minuti abbiamo scritto questa proposta di mozione, chiedendo la revoca di quella nomina e ci auguravamo ed eravamo persuasi del fatto che in 10 minuti il Consiglio avrebbe potuto esprimersi, sapendo che è un tema complesso, sul quale possiamo avere opinioni diverse. Quindi, in nessun modo accettiamo e condividiamo la scelta di portare non solo ad un confronto dialettico, ma ad uno scontro, anche così pesante, come la scelta di bloccare completamente i lavori del Consiglio. Questa è una scelta legittima del Consigliere D'Amico - il quale se ne assume la responsabilità - che noi in nessun modo condividiamo. Comprendiamo che le priorità della città sono altre. Ci occupiamo tutti i giorni e tutto il giorno delle emergenze e delle necessità della nostra città, lavoriamo per programmare e definire le linee di indirizzo per dare ai torinesi il maggior numero di opportunità e per creare occasioni di sviluppo per la nostra città. Di questo ci occupiamo. Non vorrei fare la lista di cosa ciascuno dei 25 Consiglieri di maggioranza ha fatto in questa settimana, ma chi segue anche i lavori della Commissione, e non solo, sa quanto siamo impegnati in questo senso. La seconda considerazione che voglio svolgere è che la cosa che mi colpisce molto è che la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini è stata data non dal Consiglio Comunale, ma dal Commissario nominato dal Governo di allora, nel momento in cui è stato chiuso il Consiglio Comunale. Questa è una grande fortuna che noi abbiamo oggi: noi siamo eletti dai cittadini e siamo parte del Consiglio che rappresenta tutti i torinesi. Quando è stata data la cittadinanza onoraria, i torinesi non avevano un Consiglio, perché era stato chiuso con un atto tremendo che va contro la volontà dei cittadini che avevano eletto quel Consiglio. Questo è un fatto grave, è un vulnus che, con colpevole ritardo, dobbiamo in qualche modo andare a recuperare. La terza questione - e mi rivolgo direttamente al Consigliere D'Amico - è che oggi alcuni Consiglieri Comunali propongono la revoca di una cittadinanza onoraria; lei è contrario a questa revoca e si batte perché questo non avvenga. Lei avrà la possibilità, in tutti i modi, di esprimere la sua opinione e di fare la sua battaglia. Peccato che la fa per conto di un personaggio che, se io avessi condotto la stessa battaglia, mi avrebbe mandato al confino, mi avrebbe fatto torturare o, peggio, mi avrebbe condannato a morte. Questo deve essere chiaro a tutti i torinesi e deve essere chiaro innanzitutto a lei. Lei ha la possibilità di combattere questa battaglia politica. A Piero Gobetti e a tutti i martiri del Martinetto questa opportunità non è stata concessa. Anzi, proprio in virtù del fatto che esprimevano opinioni diverse da quelle del regime, sono stati condannati a morte, fatti picchiare e sono stati deportati. Quindi, questo dibattito e questa decisione di presentare questa mozione di revoca sono un segno di riguardo e di rispetto per i nostri amatissimi cittadini illustri, che, con il sacrificio della loro vita, hanno permesso a ciascuno di noi - a me di dire le castronerie che sto dicendo, a lei di combattere la battaglia, legittima, che sta combattendo - di essere qui. Quindi, essere contro questa revoca vuol dire essere contro i martiri del Martinetto. La quarta questione. Si è dibattuto molto sulla necessità o meno di rivedere la storia. Nessuno vuole rivedere la storia. Come ha detto Piero Gobetti e come è stato detto in più di un'occasione, il fascismo è stata l'autobiografia di un Paese e di un popolo. Non è, in alcun modo, possibile cancellare quella pagina nera, nerissima della nostra storia, c'è stata e con essa facciamo i conti. E, purtroppo, appartiene alla cattiva coscienza di un intero Paese e di un intero popolo. Ce ne vergogniamo, ma non possiamo dimenticarla. C'è stata, punto. Il Consigliere Marrone è andato in giro a fotografare in questo palazzo i simboli del fascismo che sono ancora presenti. Ci sono, non si possono cancellare, ci sono. Il problema è un altro. La cittadinanza onoraria inserisce una personalità nel pantheon ideale di una comunità locale e lo consegna alle future generazioni come esempi. Noi chiediamo che nel pantheon ideale dei giovani torinesi non ci sia un dittatore, una persona che ha mandato a morte migliaia e migliaia di italiani, milioni di italiani, che ha mandato a morte colpevolmente ebrei, zingari, omosessuali, oppositori politici, che a Torino ha fatto fucilare e torturare centinaia e centinaia di persone. Noi riteniamo che qui non si cambia la storia. La storia rimane. Si ribadisce che nei nostri simboli, nei nostri valori, nelle nostre idealità quelle del fascismo non ci sono. Torino è una Città antifascista. Oggi Torino è questa città, perché a Torino si è combattuta la Resistenza e perché il 25 aprile del 1945 la città di Torino è stata liberata dal nazifascismo. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La parola al Consigliere Ricca. RICCA Fabrizio Viste le sette proposte di deliberazione portate in tre mesi da questa maggioranza e visti i reali problemi della città, io mi sono posto delle domande e una di queste è pensare se noi siamo ancora in Italia in questo Paese. Ed è proprio per questo che io invito il Sindaco e il Presidente a deporre la bandiera qui fuori, quella dell'Italia, per mettere quella più appropriata, per andarla a sostituire con quella più appropriata, che, visto il regime che state tenendo in questa città, è questa qui, questa bandiera. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La invito a toglierla. RICCA Fabrizio Questa è la vera vostra bandiera. Se noi pensiamo... FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Grazie. Adesso l'ha fatta vedere, la può togliere, grazie. RICCA Fabrizio E questo sarà il suo inno. (Riproduzione audio in Aula). Presidente, io non so se il Capogruppo Paolino parlasse delle foibe... FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Per cortesia, la invito a toglierla, se no devo sospendere i lavori. RICCA Fabrizio Presidente, sostituisca questa bandiera, perché questa è la bandiera che state rappresentando. Questa è la bandiera che state rappresentando. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Grazie, Consigliere. RICCA Fabrizio Quando il Capogruppo Paolino parla dei morti, non so... FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La invito a togliere la bandiera, se no sospendo i lavori. RICCA Fabrizio Presidente, io non so se parla dei morti delle foibe o dei 20 milioni di morti di Stalin. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) È la terza volta che glielo chiedo. Sospendo i lavori. |