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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 31 Marzo 2014 ore 10,00
Paragrafo n. 22
MOZIONE 2014-01344
(MOZIONE N. 20/2014) "REVOCA CITTADINANZA ONORARIA A BENITO MUSSOLINI" PRESENTATA DAI CONSIGLIERI PAOLINO ED ALTRI IN DATA 20 MARZO 2014.
Interventi

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
Passiamo all'esame della proposta di mozione n. mecc. 201401344/002, presentata
dai Consiglieri Paolino, Levi, Centillo, Cuntrò, La Ganga, Genisio, Altamura,
Grimaldi, Cassiani, Curto, Alunno, Muzzarelli, Ventura, Onofri, Nomis, Araldi,
Carretta e Viale in data 20 marzo 2014:

"Revoca cittadinanza onoraria a Benito Mussolini".

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
(INTERVENTO FUORI MICROFONO). Consigliere, l'Ordine dei Lavori è questo.
(INTERVENTO FUORI MICROFONO). No, perché la stiamo già trattando,
Consigliere, lei ha già parlato. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Dobbiamo
far illustrare la proposta di mozione a chi... (INTERVENTO FUORI MICROFONO).
Allora, se si vogliono avanzare argomenti relativi alla proposta di mozione, possiamo
anche concedere la parola sull'ordine dei lavori. Prego, Consigliere Marrone.

MARRONE Maurizio
Ovviamente, mi riservo di utilizzare ogni singolo secondo che mi sarà concesso per
discutere nel merito questa proposta di mozione, perché sono sicuro che ci saranno
veramente tanti spunti di dibattito. Vorrei - e credo che su questo possiamo essere
tutti d'accordo - che ci domandassimo come mai il nostro Sindaco, che è stato fino a
un minuto fa qui presente, non rimanga presente all'illustrazione e al dibattito di
questa proposta di mozione. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Sull'ordine
dei lavori, perché è una richiesta del fatto che lui partecipi.
Io do la mia interpretazione, cioè che da avversario, ma da persona seria e
consapevole della completa inutilità e ridicolaggine di questo dibattito, però...

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
Per cortesia, le chiedo di rimanere sul tema per cui ha chiesto la parola.

MARRONE Maurizio
Se mi vuole smentire, il Sindaco venga e partecipi ad ogni fase di questo dibattito.

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
La parola al Consigliere Paolino.

PAOLINO Michele
Chiedo al Consiglio il permesso di poter illustrare la proposta di mozione che
abbiamo presentato come maggioranza e desidero sottolineare nel minor tempo
possibile quattro aspetti.
Il primo. Noi abbiamo presentato questa proposta di mozione in seguito al dibattito
che ne è scaturito relativamente anche al fatto che nella città di Torre Pellice era stato
evidenziato che Benito Mussolini era cittadino d'onore. Da verifiche, fatte anche con
gli Uffici (in particolare con l'Archivio Storico e con la Segreteria Generale), e anche
da inchieste giornalistiche, abbiamo appurato che Benito Mussolini, dittatore per 20
anni del nostro amato Paese, è ancora cittadino d'onore della nostra città.
In 10 minuti abbiamo scritto questa proposta di mozione, chiedendo la revoca di
quella nomina e ci auguravamo ed eravamo persuasi del fatto che in 10 minuti il
Consiglio avrebbe potuto esprimersi, sapendo che è un tema complesso, sul quale
possiamo avere opinioni diverse. Quindi, in nessun modo accettiamo e condividiamo
la scelta di portare non solo ad un confronto dialettico, ma ad uno scontro, anche così
pesante, come la scelta di bloccare completamente i lavori del Consiglio.
Questa è una scelta legittima del Consigliere D'Amico - il quale se ne assume la
responsabilità - che noi in nessun modo condividiamo.
Comprendiamo che le priorità della città sono altre. Ci occupiamo tutti i giorni e tutto
il giorno delle emergenze e delle necessità della nostra città, lavoriamo per
programmare e definire le linee di indirizzo per dare ai torinesi il maggior numero di
opportunità e per creare occasioni di sviluppo per la nostra città. Di questo ci
occupiamo.
Non vorrei fare la lista di cosa ciascuno dei 25 Consiglieri di maggioranza ha fatto in
questa settimana, ma chi segue anche i lavori della Commissione, e non solo, sa
quanto siamo impegnati in questo senso.
La seconda considerazione che voglio svolgere è che la cosa che mi colpisce molto è
che la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini è stata data non dal Consiglio
Comunale, ma dal Commissario nominato dal Governo di allora, nel momento in cui
è stato chiuso il Consiglio Comunale.
Questa è una grande fortuna che noi abbiamo oggi: noi siamo eletti dai cittadini e
siamo parte del Consiglio che rappresenta tutti i torinesi. Quando è stata data la
cittadinanza onoraria, i torinesi non avevano un Consiglio, perché era stato chiuso
con un atto tremendo che va contro la volontà dei cittadini che avevano eletto quel
Consiglio. Questo è un fatto grave, è un vulnus che, con colpevole ritardo, dobbiamo
in qualche modo andare a recuperare.
La terza questione - e mi rivolgo direttamente al Consigliere D'Amico - è che oggi
alcuni Consiglieri Comunali propongono la revoca di una cittadinanza onoraria; lei è
contrario a questa revoca e si batte perché questo non avvenga. Lei avrà la
possibilità, in tutti i modi, di esprimere la sua opinione e di fare la sua battaglia.
Peccato che la fa per conto di un personaggio che, se io avessi condotto la stessa
battaglia, mi avrebbe mandato al confino, mi avrebbe fatto torturare o, peggio, mi
avrebbe condannato a morte.
Questo deve essere chiaro a tutti i torinesi e deve essere chiaro innanzitutto a lei. Lei
ha la possibilità di combattere questa battaglia politica.
A Piero Gobetti e a tutti i martiri del Martinetto questa opportunità non è stata
concessa. Anzi, proprio in virtù del fatto che esprimevano opinioni diverse da quelle
del regime, sono stati condannati a morte, fatti picchiare e sono stati deportati.
Quindi, questo dibattito e questa decisione di presentare questa mozione di revoca
sono un segno di riguardo e di rispetto per i nostri amatissimi cittadini illustri, che,
con il sacrificio della loro vita, hanno permesso a ciascuno di noi - a me di dire le
castronerie che sto dicendo, a lei di combattere la battaglia, legittima, che sta
combattendo - di essere qui. Quindi, essere contro questa revoca vuol dire essere
contro i martiri del Martinetto.
La quarta questione. Si è dibattuto molto sulla necessità o meno di rivedere la storia.
Nessuno vuole rivedere la storia. Come ha detto Piero Gobetti e come è stato detto in
più di un'occasione, il fascismo è stata l'autobiografia di un Paese e di un popolo.
Non è, in alcun modo, possibile cancellare quella pagina nera, nerissima della nostra
storia, c'è stata e con essa facciamo i conti. E, purtroppo, appartiene alla cattiva
coscienza di un intero Paese e di un intero popolo. Ce ne vergogniamo, ma non
possiamo dimenticarla. C'è stata, punto.
Il Consigliere Marrone è andato in giro a fotografare in questo palazzo i simboli del
fascismo che sono ancora presenti. Ci sono, non si possono cancellare, ci sono.
Il problema è un altro. La cittadinanza onoraria inserisce una personalità nel
pantheon ideale di una comunità locale e lo consegna alle future generazioni come
esempi. Noi chiediamo che nel pantheon ideale dei giovani torinesi non ci sia un
dittatore, una persona che ha mandato a morte migliaia e migliaia di italiani, milioni
di italiani, che ha mandato a morte colpevolmente ebrei, zingari, omosessuali,
oppositori politici, che a Torino ha fatto fucilare e torturare centinaia e centinaia di
persone.
Noi riteniamo che qui non si cambia la storia. La storia rimane. Si ribadisce che nei
nostri simboli, nei nostri valori, nelle nostre idealità quelle del fascismo non ci sono.
Torino è una Città antifascista. Oggi Torino è questa città, perché a Torino si è
combattuta la Resistenza e perché il 25 aprile del 1945 la città di Torino è stata
liberata dal nazifascismo.

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
La parola al Consigliere Ricca.

RICCA Fabrizio
Viste le sette proposte di deliberazione portate in tre mesi da questa maggioranza e
visti i reali problemi della città, io mi sono posto delle domande e una di queste è
pensare se noi siamo ancora in Italia in questo Paese. Ed è proprio per questo che io
invito il Sindaco e il Presidente a deporre la bandiera qui fuori, quella dell'Italia, per
mettere quella più appropriata, per andarla a sostituire con quella più appropriata,
che, visto il regime che state tenendo in questa città, è questa qui, questa bandiera.

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
La invito a toglierla.

RICCA Fabrizio
Questa è la vera vostra bandiera. Se noi pensiamo...

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
Grazie. Adesso l'ha fatta vedere, la può togliere, grazie.

RICCA Fabrizio
E questo sarà il suo inno. (Riproduzione audio in Aula).
Presidente, io non so se il Capogruppo Paolino parlasse delle foibe...

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
Per cortesia, la invito a toglierla, se no devo sospendere i lavori.

RICCA Fabrizio
Presidente, sostituisca questa bandiera, perché questa è la bandiera che state
rappresentando. Questa è la bandiera che state rappresentando.

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
Grazie, Consigliere.

RICCA Fabrizio
Quando il Capogruppo Paolino parla dei morti, non so...

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
La invito a togliere la bandiera, se no sospendo i lavori.

RICCA Fabrizio
Presidente, io non so se parla dei morti delle foibe o dei 20 milioni di morti di Stalin.

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
È la terza volta che glielo chiedo. Sospendo i lavori.

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