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FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) È stata presentata dal Consigliere Curto una richiesta di comunicazioni relativa alla mia presenza all'iniziativa di veglia "Sentinelle in Piedi"; si chiede di chiarire: "per quale ragione Ella non abbia ritenuto di informare il Consiglio Comunale, per il tramite della Conferenza dei Capigruppo, di tale decisione, chiarendo a questo punto quale sia la Sua posizione (…)". In relazione al primo punto, stabilisco che non ho ritenuto di informare, come ha richiesto, il Consiglio Comunale, perché ero lì a titolo personale e non con il ruolo istituzionale di Presidente. Quindi, non era una mia presenza istituzionale; peraltro l'argomento non era di pertinenza della mia competenza e ho ritenuto altresì di dover acquisire delle informazioni sul tema che riveste carattere legislativo e che ho fatto con le persone che ho incontrato e che conoscevo. La parola al Consigliere Curto. CURTO Michele Devo dire che sono abbastanza basito, come le ho già detto in Conferenza dei Capigruppo, anche perché non tutti hanno potuto assistere alla pantomima che, invece, noi Capigruppo abbiamo vissuto, cioè quella del non voler dare le comunicazioni su una richiesta politica legittima. Presidente - mi rivolgo a tutti quelli che hanno partecipato all'iniziativa che c'è stata sabato e che ritengo comunque rilevante da un punto di vista culturale in questa città -, non condivido e non condividerò mai le ragioni che hanno portato a quella iniziativa. Su questo tema il Consiglio può confrontarsi, può anche dividersi, può, sulle ragioni dei diritti, unirsi - io spero -, ma credo che debba anche assumersi le proprie responsabilità, cioè quella di rappresentare questa Città. Non so se lei sia passato lì per caso; avrei preferito confrontarmi con chi diceva di essere andato lì per volontà, per scelta. Davanti a quella scelta, assumendomene la piena responsabilità, si sarebbe potuto costruire un confronto anche politico. Mi sarei potuto sorprendere, per esempio, che un rappresentante del centrosinistra, cioè di quell'area progressista che dovrebbe dare i diritti, preferisca invece stare dalla parte di chi, a mio parere, quei diritti li vuole negare. Mi sarei potuto stupire, per esempio, che, in una settimana già così delicata, in cui, a mio parere, la nostra Amministrazione e la nostra maggioranza hanno traballato sul tema di queste famose schede (prima ritirate, poi ripubblicate e ricorrette), un così importante rappresentante pubblico come il Presidente del Consiglio Comunale - eletto con la maggioranza dei voti da parte della maggioranza di questo Consiglio Comunale - abbia deciso di partecipare a quell'iniziativa; invece, oggi lei ci dice che si è trovato lì per caso e, quindi, io con lei non parlo, Presidente. Mi rivolgo invece a chi è andato lì per volontà (perché preferisco avere un confronto a viso aperto, de visu) per dire che, secondo me, quell'iniziativa è stata un errore, per dire che, a mio parere, Torino è una capitale dei diritti e che, quindi, anche in campagna elettorale faremmo meglio a garantire a questa città dei punti di avanzamento e non invece dei preoccupanti sguardi all'indietro e per dire che sono convinto che la sinistra ed il centrosinistra di questa Città, come hanno fatto negli ultimi 10 anni, continueranno a garantire al Comune di Torino e, presto, anche alla Regione Piemonte un considerevole e sostanzioso avanzamento dei diritti, che spero, prima o poi - perché è questo il vero punto -, diventi Legge per i diritti di tutti e tutte ad amare come ritengono e ad essere riconosciuti dallo Stato e dalla Legge uguali a tutti gli altri cittadini. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La parola al Consigliere Marrone. MARRONE Maurizio Presidente, è un peccato che si debba parlare di un'iniziativa come quella del fine settimana appena trascorso, "Sentinelle in Piedi", vista come attacco nei suoi confronti; questo lo voglio lasciare a verbale. Si tratta di un grande atto di civiltà e di manifestazione di opinione silenziosa e composta, tra l'altro connessa alla volontà di lanciare un messaggio culturale (per questo la scelta di stare in silenzio a leggere un libro), non per proporre la negazione dei diritti, ma per affermare la libertà di espressione e la libertà di pensiero. Forse il Consigliere Curto non lo sa, ma, in realtà, l'esperienza delle "Sentinelle in Piedi" nasce in territori non così lontani da noi, in Francia, dove le Leggi (potremmo dire progressiste, ma potremmo dire anche laicisticamente estremiste, di negazione della famiglia tradizionale e di istituzionalizzazione delle coppie omosessuali e del loro riconoscimento come famiglie), hanno suscitato una tale ondata di indignazione popolare, al di fuori degli schemi di mobilitazione partitica, che hanno portato delle intere masse di persone giovani, famiglie, anziani, insomma persone qualunque - non estremisti di destra - a scendere in piazza ed a manifestare il proprio dissenso. L'hanno fatto con l'esperienza di Veilleur, da cui prende stimolo e spunto "Sentinelle in Piedi", che è proprio il manifestare silenziosamente il diritto a mantenere una propria libertà di pensiero. Consigliere Curto, non si parla neanche di Legge di riconoscimento dei nuclei familiari di fatto, perché, grazie al cielo, nel nostro Paese, anche quando governate voi del centrosinistra, poi non vi si arriva mai (a parte le votazioni "fuffa" che ponete in organi che non hanno la competenza per poterne dare attuazione legislativa concreta), ma si tratta comunque, nell'ambito del contrasto all'attuale testo della Legge contro l'omofobia, di rivendicare che un conto sono le offese e le aggressioni (quindi, gli atti di lesione ad un'altra persona, fisica o psicologica che sia) a dover essere perseguite - e, fin qui, nessun problema di condivisione -, mentre un altro conto è dire che l'espressione di sostegno ad una concezione tradizionale e naturale della famiglia e della vita debba essere intesa indirettamente come un'offesa al diverso o all'omosessuale e, quindi, perseguita penalmente. In Francia, i Veilleur, cioè le "Sentinelle in Piedi" d'Oltralpe, sono stati addirittura arrestati per aver indossato magliette che portavano i loghi della famiglia tradizionale o per essersi assembrati senza autorizzazione, solo leggendo silenziosamente un libro, in perfetto ordine e tranquillità in piazze pubbliche, perché, evidentemente, siamo arrivati al punto che, addirittura, fa paura un pensiero. Rivendico con orgoglio di aver partecipato a quella manifestazione. L'ho fatto scegliendo una lettura, devo dire, a me non usuale, cioè le "Lettere di San Paolo"; l'ho scelta non a caso, perché siamo arrivati al paradosso per cui non un santo o un religioso - la voglio vedere da un punto di vista culturale -, ma un pensatore ed un intellettuale, a 2000 anni dal suo martirio per decapitazione, avvenuta - non a caso - all'interno di un impero in decadenza (ed anche qui vedo qualche assonanza con la nostra attuale situazione), si trova ad essere perseguitato, dileggiato, messo all'indice ed alla berlina da un Ente Pubblico come il Comune di Torino in quanto omofobo e pericoloso per la nostra cultura, badate bene, a 2000 anni di distanza. Allora, chiedo: voi, progressisti, pensate veramente di averci fatto fare tutti questi passi in avanti sulla libertà di pensiero se siamo messi come 2000 anni fa? Nel concludere, rivolgo al Presidente un appello esattamente opposto a quello del Consigliere Curto: lei non ha nulla di cui vergognarsi per essersi fermato ed aver aderito a quell'iniziativa. Al limite, le rivolgo un altro appello: ne vada orgoglioso, lo dica apertamente, lo rivendichi, dica che non si tratta di sposare una visione del mondo piuttosto che un'altra, ma anche solo di difendere la libertà di espressione e di pensiero di chi sposa quella visione della famiglia naturale e tradizionale, perché non è la famiglia in quanto tale ad essere minacciata, ma la libertà di esprimere dei concetti. Presidente, non credo che, come qualunque Consigliere Comunale, come qualunque eletto in un Ente o, me lo lasci dire, come qualunque cittadino - perché, forse, siamo ancora cittadini con delle libertà -, lei si debba sentire costretto a chiedere preventivamente dei permessi per aderire a quella o ad altre manifestazioni. Le chiedo, al limite, la coerenza e l'orgoglio di rivendicare quelle che sono le istanze alla base di quella manifestazione. Non lo chiedo al Presidente Ferraris, ma all'uomo Ferraris, che, di sicuro, se ha aderito ad un evento, lo ha fatto conoscendone i presupposti e, evidentemente, condividendo o, quantomeno, riconoscendo una dignità alle istanze che venivano promosse in quel contesto. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La parola al Consigliere Viale. VIALE Silvio Non entro nel merito della visione del Consigliere Marrone, per cui difendere la famiglia naturale fondata sull'unione tra uomo e donna diventa libertà di espressione e qualcosa da imporre a chiunque. Continuo a dire che una società è fatta di elementi in evoluzione e vengono fuori nuove figure. Pensare che chi fa parte di un nucleo familiare abbia più diritti e debba discriminare chi fa parte di altri nuclei familiari o chi semplicemente da single non vuole far parte di un nucleo familiare e che questo sia naturale ed il fondamento della società io lo aborrisco. Lo dico con molta franchezza, mi sembra una cosa vecchia e sbagliata. Dopodiché, per quanto riguarda le "Sentinelle in Piedi", questa mattina ho dimenticato di portare una Bibbia e di mettermi qui in piedi a leggerla... (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Sì, ce l'ho sul sito, ma il punto è quello... (INTERVENTO FUORI MICROFONO). No, semplicemente perché non ho nulla contro chi è andato a manifestare l'altro giorno ed ha espresso le proprie opinioni, nemmeno contro il Presidente del Consiglio Ferraris; è legittimo, lo faccia pure. Ce l'ho con il fatto che questo avvenga di nascosto, in maniera semisegreta e non venga detto. Oggi, ho presentato due richieste di comunicazioni, una rivolta al Sindaco sulla vicenda delle schede scomparse, rimesse, rimosse, eccetera, a proposito della quale francamente, sarò l'unico stupido qui dentro, non ho ancora capito cosa sia successo e spero di capirlo. Mi è stato detto, informalmente, che il 9 aprile, approfittando del fatto che ci sarà l'approfondimento sulla questione posta dal Consigliere Magliano, verrà data la risposta ed aspetto fiducioso di sapere chi materialmente le ha tolte e perché (se è per un errore, un eccesso di zelo, un ordine mal capito o una decisione politica). Non voglio dare giudizi, però mi sia consentito di capire, anche solo per la reazione che ha avuto in città, in quanto ha creato un minimo di preoccupazione in alcuni ambienti. Sulla questione invece del Presidente Ferraris, ho solo una cosa da dire: non capisco perché tante persone, che hanno così grandemente questo orgoglio di dire che cosa pensano, poi non lo dichiarino nelle associazioni della città. Io faccio parte di Exit per Dignitas, quindi associazioni per l'eutanasia, e le associazioni di cui faccio parte sono scritte sul sito della Città, così come quelle sull'aborto. Non mi sembra che gli altri l'abbiano scritto. Quando vedo che il Presidente del Consiglio segna tra le sue associazioni (non so se sono le uniche a cui è iscritto o partecipa): Organizzazione Nazionale Assaggiatori Di Vino, Associazione Nazionale Carabinieri in congedo - in congedo, per fortuna direi -, Associazione Amici del Museo Pietro Micca, Torino 1706; guardando il curriculum, non mi aspetterei mai una persona che, invece, ha forti convinzioni etiche diverse dalle mie, perché mi aspetto che, se fa parte di queste associazioni, lo dica e lo scriva (esattamente come, chi guarda il mio elenco delle associazioni, capisce chi sono). Quindi, questo non lo comprendo. Ed è per questo motivo che non ho capito perché, lunedì scorso, quando... Ho guardato adesso il sito delle "Sentinelle in Piedi", ma l'avevo già visto l'altro giorno; sono programmate le veglie per due mesi, l'altro sabato c'era anche a Genova e da altre parti... (INTERVENTO FUORI MICROFONO). No, ma, infatti, è da mesi. Capisco che il Presidente del Consiglio dica che, passando per caso, li abbia visti e li abbia giudicati dei bravi ragazzi; c'erano anche i Consiglieri Marrone e Magliano, per cui si è messo anche lui con loro (e, poi, c'era anche Leo, che è un simpaticone e magari passa anche il pomeriggio). Però, fa venire il sospetto il fatto di pensare che invece lunedì lo sapesse già, cioè quando si è discusso in questo Consiglio Comunale di un tema collegato ed analogo e che poi ha creato polemiche il giorno dopo. So che il Presidente mi risponderà per iscritto, quindi aspetto per iscritto questa risposta. È chiaro che la risposta per iscritto che riceverò sarà pubblica il minuto dopo; questo mi sembra evidente e naturale (almeno all'interno del Consiglio). Quello che vorrei dal Presidente del Consiglio è che non si avesse paura delle differenze sui temi etici in questo Consiglio Comunale e che non vi fosse questa voglia di far prevalere l'aspetto soltanto in funzione dell'opinione pubblica, dei voti e dell'esterno, ma che si affrontassero davvero i temi. C'è una differenza tra alcuni di noi, c'è anche una sfumatura, perché, ad esempio, io non condivido alcune affermazioni del Consigliere Curto, anche se, invece, condivido la sostanza di quello che ha detto; credo, però, che l'unico antidoto e l'unico vaccino su questi temi sia parlarne, rompere il tabù e non nascondere. Poi, arricchisce il dibattito avere come compagno di Consiglio Comunale un Consigliere di maggioranza e anche di partito o persone che la pensano diversamente. Al momento opportuno si deciderà e si prenderanno le posizioni. Però, la cosa peggiore è sempre fare in modo che queste cose capitino per caso, come quando si passa, per caso, alle quattro del pomeriggio o al mattino in piazza Carignano e si dice: "Guarda, c'è il Consigliere Marrone, mi fermo anche io". FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La parola al Consigliere Magliano. MAGLIANO Silvio Ringrazio i Consiglieri che hanno parlato prima di me e anche per la possibilità data da chi ha richiesto le comunicazioni. Non mi soffermo sulla presenza di chi, quel giorno, ha pensato di fare i conti prima con la sua coscienza, piuttosto che con il suo ruolo, anche se, forse - questo lo dico a titolo personale -, poteva fare i conti con la sua coscienza anche da Assessore, quando ha istituito un certo tipo di Albo, ma questo è un problema che fa parte della sfera personale e non della sfera politica. Mi rendo conto che, oggi, facciamo di questo una contemporaneità ed un miscuglio; da questo punto di vista, penso però che, rispetto a quello che diceva il Consigliere Curto - lo dico anche per lui -, ci sia un punto ineludibile. Il punto ineludibile, in questo caso - Presidente, lo dico ai Consiglieri -, è la possibilità di permettere a chiunque non la pensi come me di poter esprimere quello che pensa; se da quei banchi lì arrivasse il messaggio per cui se non la penso come voi non ho diritto a manifestare il mio pensiero, credo che, fatto un buon numero di quelli che siete lì, dall'altra parte, almeno la metà di voi non la riconoscerei più. Non riconoscerei l'opportunità che ci siamo sempre dati nella storia del nostro impegno politico di pensare che io posso non essere d'accordo con il Consigliere Curto o con altri Consiglieri, ma, quando vieto a lui di dire una cosa, inizio a rendere più difficile la mia presenza in politica. Forse è l'unica cosa che abbiamo acquisito in questi lunghi anni, durante i quali qualcuno è morto (ha fatto le battaglie ed ha dato la sua vita) per permettere agli altri di poter parlare; penso che questo sia un fattore non trascurabile, soprattutto se la manifestazione di cui parliamo non usa temi forti. Nel manifesto c'è scritto che chiunque vuole provocare non è il benvenuto, anzi, c'è un portavoce che può dare tutte le risposte del caso, e inoltre è una manifestazione che dice che c'è qualcuno che, oggi, si mette in silenzio per garantire la possibilità di esprimersi in futuro. Mi sono sentito di intervenire anche perché, oltre a fare il Consigliere Comunale, sono il Vicepresidente Vicario di quest'Aula, per cui, se qualcuno vuole mettere in dubbio la possibilità del cittadino Silvio Magliano o del Consigliere Magliano di presenziare a qualunque manifestazione che possa avere a che fare con qualcos'altro che non sia questo tema, lo dica, valuterò che cosa fare, cioè se rimanere Vicepresidente Vicario o meno. Questo lo dico, perché, evidentemente, indipendentemente dalle scelte, il Presidente è stato messo in discussione nella sua carica di Presidente. Io sono il Vicepresidente Vicario e, visto che quest'Aula mi ha votato, sento di dover dire, in primis, che io ero lì, non so se mi avete visto, ma c'ero anch'io, fiero di essere lì, e, da questo punto di vista, mi auguro che si possa… proprio perché da alcuni di voi ho imparato a rispettare le posizioni di altri ed ho imparato ad apprezzare una diversità e nelle diversità trovare delle soluzioni comuni. Detto questo, concludo il mio intervento, non volendo tornare su quello che è accaduto nell'ultima settimana, in cui abbiamo tolto e rimesso queste schede, dando - mi pare -, però, alla città un'idea di non certezza sul contenuto delle stesse. Questo è il primo dato. Il secondo dato è che ci metteremo a studiarle con attenzione, in modo tale che nulla di quello che viene pubblicato sul sito sia frutto di un'invenzione, di un'approssimazione o di un parere precostituito, perché mi pare che la Città di Torino possa essere rappresentata e rappresentativa sia di chi vive un certo tipo di impegno politico, sia di chi ne vive un altro e, soprattutto, sia una Città che rappresenta i diritti di tutti. Per cui, al di là della parentesi un po' incresciosa per cui abbiamo tolto e rimesso le schede, corrette - così è stato definito, non da me, ma dalla Giunta -, io mi auguro che, relativamente alla presenza di qualcuno di noi alle manifestazioni a titolo personale, non si debba per forza tirarlo per la giacchetta per dire se ha fatto bene o non ha fatto bene. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La parola al Consigliere Grimaldi. GRIMALDI Marco Intanto, voglio dare una notizia, anche ai Consiglieri di centrodestra: gli unici che negano i diritti sono quelle migliaia di conservatori che da vent'anni negano i diritti alle coppie omosessuali, perché nessuno vi ha mai negato la parola. Anzi, talmente non vi è stata negata la parola, che con questa scusa del benaltrismo e del "non è tempo", "non è prioritario"... Ci sono governi di centrosinistra e centrodestra in tutta Europa che hanno esteso i diritti a quelle coppie. A me sembra veramente paradossale, perché, in questi giorni, mi avete insegnato tante cose (i legionari di Cristo, le "Sentinelle in Piedi", che poi sono le sentinelle antigay, le guardie onorarie della tomba del Duce), ma guardate che l'ora legale è un'ora avanti, non 100 anni indietro, perché io inizio a non capire di che cosa state parlando, perché continuate a parlare di cose come se, oggettivamente, estendere i diritti fosse negare qualcosa ad altri, alla famiglia tradizionale. Se due persone omosessuali si sposano, non succede niente alla famiglia etero; a me non succede niente, non mi tolgono un bel niente. Io chiedo a voi di capire che cosa avete fatto. Potete farne mille di queste manifestazioni, basta che ragioniate un po' su quello che sta succedendo, perché manifestare contro la Legge contro l'omofobia è un po' come protestare perché è giusto discriminare le donne, perché è giusto avere il diritto, per carità, di dire che le persone di un'altra pelle, o di un'altra razza, o di un'altra cultura è giusto che possano essere discriminate. Per carità, nella libertà di espressione c'è anche questo, basta che ve ne accorgiate. Anche perché, quando parlate di "legalizzazione" degli omosessuali, non la chiameremo omofobia, ma qualcosa di strano c'è dentro questa parola. Quando si parla di ideologia gender, come se il tema della parificazione dei diritti o dell'estensione dei diritti fosse una lobby strana... No, li chiedono per loro quei diritti, e io, che non sono omosessuale, li chiedo per loro, perché questo, in qualche modo, fa parte della nostra cultura contemporanea, che voi continuate a non accettare! Ci sta, fate i conservatori e continuate a farlo, ma fatelo a viso aperto, perché questa cosa di negare la famiglia, o negare le opinioni, fa ridere. Gli unici a cui vengono negati i diritti sono loro. E bisogna vergognarsi di fare le campagne preventive. Ma quale Francia! In Francia li hanno estesi i diritti. E qualcuno che voleva fare il conservatore, ha perso quella battaglia ed è risceso in piazza. Voi, invece, la fate preventivamente, spiegando a tutti noi che tanto i problemi sono altri in questo Paese. Certo, infatti per loro in 20 anni non si è trovato un'ora di tempo in Parlamento per fare quella Legge! Allora, con loro continueremo a chiedere il matrimonio paritario e ad essere orgogliosi che questa città sia capitale dei diritti, perché, se fossimo per un'ora al Parlamento, questo Consiglio Comunale avrebbe già fatto queste scelte. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La parola al Consigliere Genisio. GENISIO Domenica A me sembra che il dibattito che si sta svolgendo sia quasi un dibattito lunare, nel senso che non riesco a comprendere. L'interpellanza presentata 10 giorni fa, due settimane fa, dal Consigliere Magliano è stata rinviata per approfondimento alla Commissione Diritti e Pari Opportunità (poi, non so se si aggiungeranno altre Commissioni, ma, ad oggi, mi sembra di no). Abbiamo calendarizzato i lavori della Commissione nella prima data disponibile, quindi lì approfondiremo un argomento. Ora, io ero a conoscenza dell'iniziativa di sabato pomeriggio in piazza Castello. Onestamente, non comprendo, se non in modo... non voglio usare il termine "strumentale", perché non mi piace, ma per sollevare un dibattito in un modo che non può essere né esaustivo, né corretto, e non capisco perché si debba contestare... E non difendo il Presidente Ferraris, io non sapevo neanche che fosse andato lì, per la verità, ero a conoscenza dell'iniziativa perché è stata, in qualche misura, pubblicizzata. Sappiamo che sono temi etici abbastanza condivisi da una parte e contestati dall'altra, sui quali io penso non si possa scherzare né fare prove di muscolatura da una parte o dall'altra. Non è un problema di diritti o di esclusione dai diritti. Mi chiedo, sinceramente - forse, perché non ho sentito il dibattito iniziale -, perché sia stato posto dal Consigliere Curto questo problema. Me lo chiedo. Se io, sabato mattina, che ero lì all'iniziativa della presentazione della candidatura di Chiamparino, ho girato per la piazza e sono stata con altre persone, avessi attraversato piazza Castello dove c'era lo svolgimento dell'iniziativa, che poi ho visto su Facebook e su alcuni giornali, ero lì intenzionalmente? Ero lì perché passavo di lì per caso? Ero lì perché avevo la Bibbia sottomano? Non lo so. Io non voglio entrare nel tema delle libertà personali di ognuno; da anni discutiamo dei diritti individuali, che sono quelli da ricondurre ad un certo percorso etico. Se il Presidente Ferraris - qui lo dico proprio perché voglio riuscire a capire di che cosa stiamo parlando -, a titolo personale, era lì, è passato di lì, o ci è andato intenzionalmente, che cosa comporta? Ha leso la dignità del suo ruolo? Lo voglio sapere, perché, se passavo io, che cosa dicevate? Che la Presidente della Commissione Diritti e Pari Opportunità del Comune di Torino, capitale dei diritti individuali, capitale di non so più che cosa (della Resistenza mi sta bene, del resto non lo so), passava di lì... Perché io sono passata di lì un'ora prima; sono uscita da piazza Carignano, ho dialogato con tanti cittadini davanti a piazza Castello, sono passata in piazza Castello, sono andata a prendermi la macchina al parcheggio Santo Stefano. Se io ero lì, che cosa mi dicevate? Questo non so. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). No, che ero andata intenzionalmente lì? È questo che io voglio capire. Onestamente, altrimenti non capisco il motivo di tutto questo scaldar di muscoli, o di idee. Abbiate pazienza. Davvero, io come Consigliere voglio riuscire a capire se a titolo personale, ancorché abbia un ruolo politico, anzi - meglio - amministrativo, perché sono stata eletta da un gruppo di cittadini, se mi avvicino ad un'iniziativa, per curiosità, perché voglio partecipare, eccetera, non lo posso fare, o devo fare attenzione a dove vado, ai luoghi e alle persone che frequento, perché altrimenti sono accusata di? Chiedo, perché io non l'ho capito. Vorrei proprio saperlo, perché mi preoccupa questa invasione sulle mie scelte personali, che sono sempre legate al ruolo che rivesto? Siccome sono Consigliere Comunale del PD, non posso andare a vedere qualcosa? (INTERVENTO FUORI MICROFONO). A che titolo, però? Io lo chiedo, perché mi sento abbastanza fuori, per questo ho detto che mi sembra un dibattito lunare. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La parola al Consigliere Appendino. APPENDINO Chiara Io devo dire che non so se sono più allibita dall'intervento del Presidente, o dagli interventi di alcuni Consiglieri, ma io penso che ognuno di noi abbia la maturità per capire che, se abbiamo un ruolo pubblico, in particolare lei... Mi rivolgo a lei, Presidente Ferraris, vorrei che mi ascoltasse perché mi sto rivolgendo a lei. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Sì, prego. APPENDINO Chiara Visto che rappresenta tutti, rappresenta la Città, la prego di ascoltarmi. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Rappresento il Consiglio, per ora. APPENDINO Chiara Sì, di conseguenza anche la Città. Mi sembra che lei rappresenti anche la Città di Torino, in qualche modo, poi non lo so, magari sbaglio. Sinceramente, dire che è passato di lì per caso mi sembra un po' ridicolo, ma, addirittura, arrivando a scindere e a non comprendere il ruolo della sua presenza, o meglio, cosa comporti la sua presenza per la Città ad un'iniziativa del genere, probabilmente si sta autoconvincendo, ma non penso che possa convincere l'Aula. Consigliere Genisio, ognuno ha le sue personali opinioni, ma non condivido il fatto di poter distinguere e di non comprendere l'effetto che può avere la presenza di un Presidente del Consiglio Comunale ad un'iniziativa del genere. Tolto ciò, devo dire che condivido molto di quanto ha detto il Consigliere Grimaldi. Io continuo a non capire come oggi ci si possa indignare di fronte a delle richieste che sono totalmente dovute; siamo noi che siamo indietro, quindi non capisco come ci si possa indignare di fronte a questo. Pur comprendendo la possibilità di volersi esprimere e di avere il diritto di esprimersi, quello che io non capisco - mi rivolgo soprattutto al Consigliere Magliano - è che con quel movimento e con quelle manifestazioni, di fatto, si sta chiedendo di limitare il diritto altrui. Queste manifestazioni sono, di fatto, richieste di limitazioni dei diritti altrui e io penso sinceramente che in una città come questa, ma, in generale, nel nostro Paese, non possa accadere una situazione simile. È una manifestazione in cui, di fatto, si chiede di limitare i diritti di altre persone. Sinceramente - e anche qui, in parte, condivido quello che ha detto il Consigliere Grimaldi -, non capisco di che cosa si abbia paura, che problema c'è se al mio matrimonio, al matrimonio di qualcun altro, se dall'altra parte una coppia dello stesso sesso si sposa? Che problema c'è? Che paura c'è? Veramente non lo capisco. Mi sembra che la posizione di questo movimento, in questo senso, abbia come impostazione quella di limitare i diritti altrui, e io, quando si va in una direzione in cui si cerca di limitare i diritti degli altri - perché di questo stiamo parlando - rimango piuttosto perplessa. Concludo, citando Voltaire, che direi che è perfetto in questa occasione, il quale scrisse: "Non condivido ciò che dici, ma sarei disposto a dare la vita affinché tu possa dirlo". Penso che dovrebbe essere questo lo spirito che ci porta avanti. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Sì, ma è esattamente il contrario il vostro caso. Questo dovrebbe essere lo spirito, in generale. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La parola al Consigliere Ricca. RICCA Fabrizio Sono allibito da questo dialogo, un po' per la strumentalizzazione, in quanto se qualcuno da una parte fa qualcosa, va sempre bene, invece se qualcuno dall'altra fa qualcos'altro, va malissimo. Presidente, chi se ne frega di che cosa fa lei quando non ricopre il ruolo di Presidente del Consiglio Comunale! Chi se ne frega cosa fa il Vicepresidente quando non ricopre il ruolo in Consiglio Comunale! Aveva la fascia? No. Non ci interessa. È andato lì a titolo personale? Sì. Davvero, basta, perché quando qualcuno non sa più cosa dire e si attacca a queste cose pur di poter accendere il microfono e parlare, vuol dire davvero che il livello del dialogo in quest'Aula è sceso a zero. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La parola al Consigliere Levi, per la frazione di tempo che le è rimasta. LEVI Marta Intervengo solo per dire che la manifestazione delle "Sentinelle in Piedi" era su un tema molto specifico, che è la Legge cosiddetta Scalfarotto contro l'omofobia, che, sostanzialmente, propone di estendere le sanzioni previste dalla Legge Mancino alle discriminazioni basate sull'orientamento sessuale e sull'identità di genere, come, peraltro, prima della Legge Scalfarotto, aveva proposto la nota Legge Concia sull'omofobia. Questo fatto ha provocato una levata di scudi ed è stata presa di mira sulla base di un assunto assurdo, a mio giudizio, cioè che praticamente dice: a noi, che non vogliamo riconoscere i diritti alle persone omosessuali, viene tolto il diritto di parola. Questo è il tema di fondo. Io credo - lo dico in particolare al Consigliere Genisio - che sia legittima la domanda posta dal Consigliere Curto, cioè: il Presidente del Consiglio Comunale - perché, peraltro, così era scritto sul giornale - era lì a titolo personale? A che titolo era lì? Credo che la domanda sia legittima e altrettanto legittima è la risposta che il Presidente ha dato in quest'Aula. Quindi, non mi scandalizzo che il tema sia stato posto. Credo che sia stato legittimo porlo, perché, se una persona è una figura pubblica, può fare privatamente quello che ritiene, però, poi, qualcuno può andare a chiedergli a che titolo era lì. È legittimo chiederlo, come è legittimo rispondere che era lì perché ci credeva (non l'ha detto il Presidente), o che era lì per caso. E qui si chiude la discussione. Però, non possiamo dire che la domanda non era legittima. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La parola al Consigliere Greco Lucchina. GRECO LUCCHINA Paolo Brevemente, solo perché io ero testimone oculare, nel senso che non mi sono fermato alla manifestazione, ma l'ho vista, non aveva fasce, non era in rappresentanza della Città, stava facendo una cosa - e fa bene a rivendicarla - assolutamente a titolo personale. Mi scandalizzo quando sento in quest'Aula qualcuno dire che quella manifestazione era per limitare quelli che erano i diritti altrui. Allora, la rivolto in positivo: noi potevamo essere lì per difendere i nostri valori! È questo il concetto. Quindi, Presidente, lei doveva urlarle queste cose e rivendicare che fosse lì a titolo personale. Io ho visto, lei non stava rappresentando... Era anche in posizione, se vogliamo, marginale rispetto a quella che era la piazza stessa e a tutte le sentinelle in piedi. Trovo strumentali le polemiche che, oggi, si stanno qui discutendo. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La parola al Consigliere Liardo. LIARDO Enzo Presidente, mi conceda questa battuta. Secondo me, dopo questo dibattito, se noi ci spargiamo per tutto il Consiglio Comunale, lei batterà un bel "cinque" alla sua maggioranza, perché ha avuto l'effetto giornalistico di metterla in luce. Questo è un autogol, anche da parte di una certa parte della maggioranza. Ritengo che sia veramente pleonastico e assurdo questo dibattito che si è creato, come hanno anticipato il Consigliere Greco Lucchina e, precedentemente, il Consigliere Magliano. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La casualità è una condizione di ogni uomo, quindi uno o da una parte o dall'altra, se ha degli appuntamenti e la mattina stessa... Anch'io sono passato al convegno dell'ex Sindaco, ma non sono entrato per motivi di tempo, per cui, evidentemente, le persone mi hanno visto, però, a titolo personale, qualche volta - scusatemi se lo faccio - vado anche in giro per la città e qualche volta mi fermo nell'opportunità di ascoltare chi mi parla. Quindi, non ho nulla da vergognarmi, Consigliere Marrone. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). No, non mi hanno attaccato, ribadivo solo che non ho nulla da vergognarmi. La parola al Consigliere Dell'Utri. DELL'UTRI Michele Colleghi, anch'io ho delle confessioni di frequentazioni indicibili. Nel 1987 sono stato nella piazza Rossa a vedere Lenin. Ebbene sì. Nel 1996 sono stato a Ferrol. Ferrol è vicino a Santiago de Compostela ed è la città natale di Francisco Franco. Nel 1991 sono stato a vedere il mausoleo di Khomeini, l'ayatollah Khomeini. Nel 1996 ho visto la tomba di Kennedy, ma l'apice l'ho raggiunto quando in uno stesso viaggio ho visto tanto Israele, quanto la Palestina. Questo per dire che cosa? Che fatti personali sono personali. Se, poi, volete sapere se sul pensiero di Khomeini, per alcuni aspetti, posso essere favorevole o contro, mi invitate al bar, ne parliamo insieme e da lì possiamo fare una serie di paralleli storici. Il tutto per chiudere e dire che cosa? Che se noi, in questo momento, usciamo e chiediamo alla prima persona che passa qui sotto se gli interessi di più sapere quante aziende chiuderanno ancora a Torino, oppure se il Presidente Ferraris sia andato lì per caso o no, la risposta la sappiamo tutti. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Consideriamo concluse le comunicazioni. |