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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 31 Marzo 2014 ore 10,00
Paragrafo n. 14

Comunicazioni del Presidente su presenza a manifestazione "Sentinelle in piedi".
Interventi

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
È stata presentata dal Consigliere Curto una richiesta di comunicazioni relativa alla
mia presenza all'iniziativa di veglia "Sentinelle in Piedi"; si chiede di chiarire: "per
quale ragione Ella non abbia ritenuto di informare il Consiglio Comunale, per il
tramite della Conferenza dei Capigruppo, di tale decisione, chiarendo a questo punto
quale sia la Sua posizione (…)".
In relazione al primo punto, stabilisco che non ho ritenuto di informare, come ha
richiesto, il Consiglio Comunale, perché ero lì a titolo personale e non con il ruolo
istituzionale di Presidente. Quindi, non era una mia presenza istituzionale; peraltro
l'argomento non era di pertinenza della mia competenza e ho ritenuto altresì di dover
acquisire delle informazioni sul tema che riveste carattere legislativo e che ho fatto
con le persone che ho incontrato e che conoscevo.
La parola al Consigliere Curto.

CURTO Michele
Devo dire che sono abbastanza basito, come le ho già detto in Conferenza dei
Capigruppo, anche perché non tutti hanno potuto assistere alla pantomima che,
invece, noi Capigruppo abbiamo vissuto, cioè quella del non voler dare le
comunicazioni su una richiesta politica legittima.
Presidente - mi rivolgo a tutti quelli che hanno partecipato all'iniziativa che c'è stata
sabato e che ritengo comunque rilevante da un punto di vista culturale in questa città
-, non condivido e non condividerò mai le ragioni che hanno portato a quella
iniziativa. Su questo tema il Consiglio può confrontarsi, può anche dividersi, può,
sulle ragioni dei diritti, unirsi - io spero -, ma credo che debba anche assumersi le
proprie responsabilità, cioè quella di rappresentare questa Città.
Non so se lei sia passato lì per caso; avrei preferito confrontarmi con chi diceva di
essere andato lì per volontà, per scelta. Davanti a quella scelta, assumendomene la
piena responsabilità, si sarebbe potuto costruire un confronto anche politico.
Mi sarei potuto sorprendere, per esempio, che un rappresentante del centrosinistra,
cioè di quell'area progressista che dovrebbe dare i diritti, preferisca invece stare dalla
parte di chi, a mio parere, quei diritti li vuole negare. Mi sarei potuto stupire, per
esempio, che, in una settimana già così delicata, in cui, a mio parere, la nostra
Amministrazione e la nostra maggioranza hanno traballato sul tema di queste famose
schede (prima ritirate, poi ripubblicate e ricorrette), un così importante
rappresentante pubblico come il Presidente del Consiglio Comunale - eletto con la
maggioranza dei voti da parte della maggioranza di questo Consiglio Comunale -
abbia deciso di partecipare a quell'iniziativa; invece, oggi lei ci dice che si è trovato
lì per caso e, quindi, io con lei non parlo, Presidente. Mi rivolgo invece a chi è andato
lì per volontà (perché preferisco avere un confronto a viso aperto, de visu) per dire
che, secondo me, quell'iniziativa è stata un errore, per dire che, a mio parere, Torino
è una capitale dei diritti e che, quindi, anche in campagna elettorale faremmo meglio
a garantire a questa città dei punti di avanzamento e non invece dei preoccupanti
sguardi all'indietro e per dire che sono convinto che la sinistra ed il centrosinistra di
questa Città, come hanno fatto negli ultimi 10 anni, continueranno a garantire al
Comune di Torino e, presto, anche alla Regione Piemonte un considerevole e
sostanzioso avanzamento dei diritti, che spero, prima o poi - perché è questo il vero
punto -, diventi Legge per i diritti di tutti e tutte ad amare come ritengono e ad essere
riconosciuti dallo Stato e dalla Legge uguali a tutti gli altri cittadini.

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
La parola al Consigliere Marrone.

MARRONE Maurizio
Presidente, è un peccato che si debba parlare di un'iniziativa come quella del fine
settimana appena trascorso, "Sentinelle in Piedi", vista come attacco nei suoi
confronti; questo lo voglio lasciare a verbale. Si tratta di un grande atto di civiltà e di
manifestazione di opinione silenziosa e composta, tra l'altro connessa alla volontà di
lanciare un messaggio culturale (per questo la scelta di stare in silenzio a leggere un
libro), non per proporre la negazione dei diritti, ma per affermare la libertà di
espressione e la libertà di pensiero.
Forse il Consigliere Curto non lo sa, ma, in realtà, l'esperienza delle "Sentinelle in
Piedi" nasce in territori non così lontani da noi, in Francia, dove le Leggi (potremmo
dire progressiste, ma potremmo dire anche laicisticamente estremiste, di negazione
della famiglia tradizionale e di istituzionalizzazione delle coppie omosessuali e del
loro riconoscimento come famiglie), hanno suscitato una tale ondata di indignazione
popolare, al di fuori degli schemi di mobilitazione partitica, che hanno portato delle
intere masse di persone giovani, famiglie, anziani, insomma persone qualunque - non
estremisti di destra - a scendere in piazza ed a manifestare il proprio dissenso.
L'hanno fatto con l'esperienza di Veilleur, da cui prende stimolo e spunto "Sentinelle
in Piedi", che è proprio il manifestare silenziosamente il diritto a mantenere una
propria libertà di pensiero. Consigliere Curto, non si parla neanche di Legge di
riconoscimento dei nuclei familiari di fatto, perché, grazie al cielo, nel nostro Paese,
anche quando governate voi del centrosinistra, poi non vi si arriva mai (a parte le
votazioni "fuffa" che ponete in organi che non hanno la competenza per poterne dare
attuazione legislativa concreta), ma si tratta comunque, nell'ambito del contrasto
all'attuale testo della Legge contro l'omofobia, di rivendicare che un conto sono le
offese e le aggressioni (quindi, gli atti di lesione ad un'altra persona, fisica o
psicologica che sia) a dover essere perseguite - e, fin qui, nessun problema di
condivisione -, mentre un altro conto è dire che l'espressione di sostegno ad una
concezione tradizionale e naturale della famiglia e della vita debba essere intesa
indirettamente come un'offesa al diverso o all'omosessuale e, quindi, perseguita
penalmente.
In Francia, i Veilleur, cioè le "Sentinelle in Piedi" d'Oltralpe, sono stati addirittura
arrestati per aver indossato magliette che portavano i loghi della famiglia tradizionale
o per essersi assembrati senza autorizzazione, solo leggendo silenziosamente un
libro, in perfetto ordine e tranquillità in piazze pubbliche, perché, evidentemente,
siamo arrivati al punto che, addirittura, fa paura un pensiero.
Rivendico con orgoglio di aver partecipato a quella manifestazione. L'ho fatto
scegliendo una lettura, devo dire, a me non usuale, cioè le "Lettere di San Paolo";
l'ho scelta non a caso, perché siamo arrivati al paradosso per cui non un santo o un
religioso - la voglio vedere da un punto di vista culturale -, ma un pensatore ed un
intellettuale, a 2000 anni dal suo martirio per decapitazione, avvenuta - non a caso -
all'interno di un impero in decadenza (ed anche qui vedo qualche assonanza con la
nostra attuale situazione), si trova ad essere perseguitato, dileggiato, messo all'indice
ed alla berlina da un Ente Pubblico come il Comune di Torino in quanto omofobo e
pericoloso per la nostra cultura, badate bene, a 2000 anni di distanza. Allora, chiedo:
voi, progressisti, pensate veramente di averci fatto fare tutti questi passi in avanti
sulla libertà di pensiero se siamo messi come 2000 anni fa?
Nel concludere, rivolgo al Presidente un appello esattamente opposto a quello del
Consigliere Curto: lei non ha nulla di cui vergognarsi per essersi fermato ed aver
aderito a quell'iniziativa. Al limite, le rivolgo un altro appello: ne vada orgoglioso, lo
dica apertamente, lo rivendichi, dica che non si tratta di sposare una visione del
mondo piuttosto che un'altra, ma anche solo di difendere la libertà di espressione e di
pensiero di chi sposa quella visione della famiglia naturale e tradizionale, perché non
è la famiglia in quanto tale ad essere minacciata, ma la libertà di esprimere dei
concetti.
Presidente, non credo che, come qualunque Consigliere Comunale, come qualunque
eletto in un Ente o, me lo lasci dire, come qualunque cittadino - perché, forse, siamo
ancora cittadini con delle libertà -, lei si debba sentire costretto a chiedere
preventivamente dei permessi per aderire a quella o ad altre manifestazioni. Le
chiedo, al limite, la coerenza e l'orgoglio di rivendicare quelle che sono le istanze
alla base di quella manifestazione. Non lo chiedo al Presidente Ferraris, ma all'uomo
Ferraris, che, di sicuro, se ha aderito ad un evento, lo ha fatto conoscendone i
presupposti e, evidentemente, condividendo o, quantomeno, riconoscendo una
dignità alle istanze che venivano promosse in quel contesto.

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
La parola al Consigliere Viale.

VIALE Silvio
Non entro nel merito della visione del Consigliere Marrone, per cui difendere la
famiglia naturale fondata sull'unione tra uomo e donna diventa libertà di espressione
e qualcosa da imporre a chiunque.
Continuo a dire che una società è fatta di elementi in evoluzione e vengono fuori
nuove figure. Pensare che chi fa parte di un nucleo familiare abbia più diritti e debba
discriminare chi fa parte di altri nuclei familiari o chi semplicemente da single non
vuole far parte di un nucleo familiare e che questo sia naturale ed il fondamento della
società io lo aborrisco. Lo dico con molta franchezza, mi sembra una cosa vecchia e
sbagliata. Dopodiché, per quanto riguarda le "Sentinelle in Piedi", questa mattina ho
dimenticato di portare una Bibbia e di mettermi qui in piedi a leggerla...
(INTERVENTO FUORI MICROFONO). Sì, ce l'ho sul sito, ma il punto è quello...
(INTERVENTO FUORI MICROFONO). No, semplicemente perché non ho nulla
contro chi è andato a manifestare l'altro giorno ed ha espresso le proprie opinioni,
nemmeno contro il Presidente del Consiglio Ferraris; è legittimo, lo faccia pure. Ce
l'ho con il fatto che questo avvenga di nascosto, in maniera semisegreta e non venga
detto. Oggi, ho presentato due richieste di comunicazioni, una rivolta al Sindaco sulla
vicenda delle schede scomparse, rimesse, rimosse, eccetera, a proposito della quale
francamente, sarò l'unico stupido qui dentro, non ho ancora capito cosa sia successo
e spero di capirlo. Mi è stato detto, informalmente, che il 9 aprile, approfittando del
fatto che ci sarà l'approfondimento sulla questione posta dal Consigliere Magliano,
verrà data la risposta ed aspetto fiducioso di sapere chi materialmente le ha tolte e
perché (se è per un errore, un eccesso di zelo, un ordine mal capito o una decisione
politica). Non voglio dare giudizi, però mi sia consentito di capire, anche solo per la
reazione che ha avuto in città, in quanto ha creato un minimo di preoccupazione in
alcuni ambienti.
Sulla questione invece del Presidente Ferraris, ho solo una cosa da dire: non capisco
perché tante persone, che hanno così grandemente questo orgoglio di dire che cosa
pensano, poi non lo dichiarino nelle associazioni della città. Io faccio parte di Exit
per Dignitas, quindi associazioni per l'eutanasia, e le associazioni di cui faccio parte
sono scritte sul sito della Città, così come quelle sull'aborto. Non mi sembra che gli
altri l'abbiano scritto. Quando vedo che il Presidente del Consiglio segna tra le sue
associazioni (non so se sono le uniche a cui è iscritto o partecipa): Organizzazione
Nazionale Assaggiatori Di Vino, Associazione Nazionale Carabinieri in congedo - in
congedo, per fortuna direi -, Associazione Amici del Museo Pietro Micca, Torino
1706; guardando il curriculum, non mi aspetterei mai una persona che, invece, ha
forti convinzioni etiche diverse dalle mie, perché mi aspetto che, se fa parte di queste
associazioni, lo dica e lo scriva (esattamente come, chi guarda il mio elenco delle
associazioni, capisce chi sono). Quindi, questo non lo comprendo.
Ed è per questo motivo che non ho capito perché, lunedì scorso, quando... Ho
guardato adesso il sito delle "Sentinelle in Piedi", ma l'avevo già visto l'altro giorno;
sono programmate le veglie per due mesi, l'altro sabato c'era anche a Genova e da
altre parti... (INTERVENTO FUORI MICROFONO). No, ma, infatti, è da mesi.
Capisco che il Presidente del Consiglio dica che, passando per caso, li abbia visti e li
abbia giudicati dei bravi ragazzi; c'erano anche i Consiglieri Marrone e Magliano,
per cui si è messo anche lui con loro (e, poi, c'era anche Leo, che è un simpaticone e
magari passa anche il pomeriggio). Però, fa venire il sospetto il fatto di pensare che
invece lunedì lo sapesse già, cioè quando si è discusso in questo Consiglio Comunale
di un tema collegato ed analogo e che poi ha creato polemiche il giorno dopo. So che
il Presidente mi risponderà per iscritto, quindi aspetto per iscritto questa risposta. È
chiaro che la risposta per iscritto che riceverò sarà pubblica il minuto dopo; questo
mi sembra evidente e naturale (almeno all'interno del Consiglio).
Quello che vorrei dal Presidente del Consiglio è che non si avesse paura delle
differenze sui temi etici in questo Consiglio Comunale e che non vi fosse questa
voglia di far prevalere l'aspetto soltanto in funzione dell'opinione pubblica, dei voti e
dell'esterno, ma che si affrontassero davvero i temi. C'è una differenza tra alcuni di
noi, c'è anche una sfumatura, perché, ad esempio, io non condivido alcune
affermazioni del Consigliere Curto, anche se, invece, condivido la sostanza di quello
che ha detto; credo, però, che l'unico antidoto e l'unico vaccino su questi temi sia
parlarne, rompere il tabù e non nascondere.
Poi, arricchisce il dibattito avere come compagno di Consiglio Comunale un
Consigliere di maggioranza e anche di partito o persone che la pensano
diversamente. Al momento opportuno si deciderà e si prenderanno le posizioni. Però,
la cosa peggiore è sempre fare in modo che queste cose capitino per caso, come
quando si passa, per caso, alle quattro del pomeriggio o al mattino in piazza
Carignano e si dice: "Guarda, c'è il Consigliere Marrone, mi fermo anche io".

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
La parola al Consigliere Magliano.

MAGLIANO Silvio
Ringrazio i Consiglieri che hanno parlato prima di me e anche per la possibilità data
da chi ha richiesto le comunicazioni. Non mi soffermo sulla presenza di chi, quel
giorno, ha pensato di fare i conti prima con la sua coscienza, piuttosto che con il suo
ruolo, anche se, forse - questo lo dico a titolo personale -, poteva fare i conti con la
sua coscienza anche da Assessore, quando ha istituito un certo tipo di Albo, ma
questo è un problema che fa parte della sfera personale e non della sfera politica.
Mi rendo conto che, oggi, facciamo di questo una contemporaneità ed un miscuglio;
da questo punto di vista, penso però che, rispetto a quello che diceva il Consigliere
Curto - lo dico anche per lui -, ci sia un punto ineludibile. Il punto ineludibile, in
questo caso - Presidente, lo dico ai Consiglieri -, è la possibilità di permettere a
chiunque non la pensi come me di poter esprimere quello che pensa; se da quei
banchi lì arrivasse il messaggio per cui se non la penso come voi non ho diritto a
manifestare il mio pensiero, credo che, fatto un buon numero di quelli che siete lì,
dall'altra parte, almeno la metà di voi non la riconoscerei più. Non riconoscerei
l'opportunità che ci siamo sempre dati nella storia del nostro impegno politico di
pensare che io posso non essere d'accordo con il Consigliere Curto o con altri
Consiglieri, ma, quando vieto a lui di dire una cosa, inizio a rendere più difficile la
mia presenza in politica.
Forse è l'unica cosa che abbiamo acquisito in questi lunghi anni, durante i quali
qualcuno è morto (ha fatto le battaglie ed ha dato la sua vita) per permettere agli altri
di poter parlare; penso che questo sia un fattore non trascurabile, soprattutto se la
manifestazione di cui parliamo non usa temi forti. Nel manifesto c'è scritto che
chiunque vuole provocare non è il benvenuto, anzi, c'è un portavoce che può dare
tutte le risposte del caso, e inoltre è una manifestazione che dice che c'è qualcuno
che, oggi, si mette in silenzio per garantire la possibilità di esprimersi in futuro.
Mi sono sentito di intervenire anche perché, oltre a fare il Consigliere Comunale,
sono il Vicepresidente Vicario di quest'Aula, per cui, se qualcuno vuole mettere in
dubbio la possibilità del cittadino Silvio Magliano o del Consigliere Magliano di
presenziare a qualunque manifestazione che possa avere a che fare con qualcos'altro
che non sia questo tema, lo dica, valuterò che cosa fare, cioè se rimanere
Vicepresidente Vicario o meno. Questo lo dico, perché, evidentemente,
indipendentemente dalle scelte, il Presidente è stato messo in discussione nella sua
carica di Presidente.
Io sono il Vicepresidente Vicario e, visto che quest'Aula mi ha votato, sento di dover
dire, in primis, che io ero lì, non so se mi avete visto, ma c'ero anch'io, fiero di
essere lì, e, da questo punto di vista, mi auguro che si possa… proprio perché da
alcuni di voi ho imparato a rispettare le posizioni di altri ed ho imparato ad
apprezzare una diversità e nelle diversità trovare delle soluzioni comuni.
Detto questo, concludo il mio intervento, non volendo tornare su quello che è
accaduto nell'ultima settimana, in cui abbiamo tolto e rimesso queste schede, dando -
mi pare -, però, alla città un'idea di non certezza sul contenuto delle stesse. Questo è
il primo dato.
Il secondo dato è che ci metteremo a studiarle con attenzione, in modo tale che nulla
di quello che viene pubblicato sul sito sia frutto di un'invenzione, di
un'approssimazione o di un parere precostituito, perché mi pare che la Città di
Torino possa essere rappresentata e rappresentativa sia di chi vive un certo tipo di
impegno politico, sia di chi ne vive un altro e, soprattutto, sia una Città che
rappresenta i diritti di tutti.
Per cui, al di là della parentesi un po' incresciosa per cui abbiamo tolto e rimesso le
schede, corrette - così è stato definito, non da me, ma dalla Giunta -, io mi auguro
che, relativamente alla presenza di qualcuno di noi alle manifestazioni a titolo
personale, non si debba per forza tirarlo per la giacchetta per dire se ha fatto bene o
non ha fatto bene.

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
La parola al Consigliere Grimaldi.

GRIMALDI Marco
Intanto, voglio dare una notizia, anche ai Consiglieri di centrodestra: gli unici che
negano i diritti sono quelle migliaia di conservatori che da vent'anni negano i diritti
alle coppie omosessuali, perché nessuno vi ha mai negato la parola. Anzi, talmente
non vi è stata negata la parola, che con questa scusa del benaltrismo e del "non è
tempo", "non è prioritario"... Ci sono governi di centrosinistra e centrodestra in tutta
Europa che hanno esteso i diritti a quelle coppie.
A me sembra veramente paradossale, perché, in questi giorni, mi avete insegnato
tante cose (i legionari di Cristo, le "Sentinelle in Piedi", che poi sono le sentinelle
antigay, le guardie onorarie della tomba del Duce), ma guardate che l'ora legale è
un'ora avanti, non 100 anni indietro, perché io inizio a non capire di che cosa state
parlando, perché continuate a parlare di cose come se, oggettivamente, estendere i
diritti fosse negare qualcosa ad altri, alla famiglia tradizionale. Se due persone
omosessuali si sposano, non succede niente alla famiglia etero; a me non succede
niente, non mi tolgono un bel niente.
Io chiedo a voi di capire che cosa avete fatto. Potete farne mille di queste
manifestazioni, basta che ragioniate un po' su quello che sta succedendo, perché
manifestare contro la Legge contro l'omofobia è un po' come protestare perché è
giusto discriminare le donne, perché è giusto avere il diritto, per carità, di dire che le
persone di un'altra pelle, o di un'altra razza, o di un'altra cultura è giusto che
possano essere discriminate. Per carità, nella libertà di espressione c'è anche questo,
basta che ve ne accorgiate. Anche perché, quando parlate di "legalizzazione" degli
omosessuali, non la chiameremo omofobia, ma qualcosa di strano c'è dentro questa
parola. Quando si parla di ideologia gender, come se il tema della parificazione dei
diritti o dell'estensione dei diritti fosse una lobby strana... No, li chiedono per loro
quei diritti, e io, che non sono omosessuale, li chiedo per loro, perché questo, in
qualche modo, fa parte della nostra cultura contemporanea, che voi continuate a non
accettare! Ci sta, fate i conservatori e continuate a farlo, ma fatelo a viso aperto,
perché questa cosa di negare la famiglia, o negare le opinioni, fa ridere. Gli unici a
cui vengono negati i diritti sono loro. E bisogna vergognarsi di fare le campagne
preventive. Ma quale Francia! In Francia li hanno estesi i diritti. E qualcuno che
voleva fare il conservatore, ha perso quella battaglia ed è risceso in piazza. Voi,
invece, la fate preventivamente, spiegando a tutti noi che tanto i problemi sono altri
in questo Paese. Certo, infatti per loro in 20 anni non si è trovato un'ora di tempo in
Parlamento per fare quella Legge!
Allora, con loro continueremo a chiedere il matrimonio paritario e ad essere
orgogliosi che questa città sia capitale dei diritti, perché, se fossimo per un'ora al
Parlamento, questo Consiglio Comunale avrebbe già fatto queste scelte.

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
La parola al Consigliere Genisio.

GENISIO Domenica
A me sembra che il dibattito che si sta svolgendo sia quasi un dibattito lunare, nel
senso che non riesco a comprendere.
L'interpellanza presentata 10 giorni fa, due settimane fa, dal Consigliere Magliano è
stata rinviata per approfondimento alla Commissione Diritti e Pari Opportunità (poi,
non so se si aggiungeranno altre Commissioni, ma, ad oggi, mi sembra di no).
Abbiamo calendarizzato i lavori della Commissione nella prima data disponibile,
quindi lì approfondiremo un argomento.
Ora, io ero a conoscenza dell'iniziativa di sabato pomeriggio in piazza Castello.
Onestamente, non comprendo, se non in modo... non voglio usare il termine
"strumentale", perché non mi piace, ma per sollevare un dibattito in un modo che
non può essere né esaustivo, né corretto, e non capisco perché si debba contestare... E
non difendo il Presidente Ferraris, io non sapevo neanche che fosse andato lì, per la
verità, ero a conoscenza dell'iniziativa perché è stata, in qualche misura,
pubblicizzata. Sappiamo che sono temi etici abbastanza condivisi da una parte e
contestati dall'altra, sui quali io penso non si possa scherzare né fare prove di
muscolatura da una parte o dall'altra. Non è un problema di diritti o di esclusione dai
diritti.
Mi chiedo, sinceramente - forse, perché non ho sentito il dibattito iniziale -, perché
sia stato posto dal Consigliere Curto questo problema. Me lo chiedo. Se io, sabato
mattina, che ero lì all'iniziativa della presentazione della candidatura di
Chiamparino, ho girato per la piazza e sono stata con altre persone, avessi
attraversato piazza Castello dove c'era lo svolgimento dell'iniziativa, che poi ho
visto su Facebook e su alcuni giornali, ero lì intenzionalmente? Ero lì perché passavo
di lì per caso? Ero lì perché avevo la Bibbia sottomano? Non lo so.
Io non voglio entrare nel tema delle libertà personali di ognuno; da anni discutiamo
dei diritti individuali, che sono quelli da ricondurre ad un certo percorso etico.
Se il Presidente Ferraris - qui lo dico proprio perché voglio riuscire a capire di che
cosa stiamo parlando -, a titolo personale, era lì, è passato di lì, o ci è andato
intenzionalmente, che cosa comporta? Ha leso la dignità del suo ruolo? Lo voglio
sapere, perché, se passavo io, che cosa dicevate? Che la Presidente della
Commissione Diritti e Pari Opportunità del Comune di Torino, capitale dei diritti
individuali, capitale di non so più che cosa (della Resistenza mi sta bene, del resto
non lo so), passava di lì... Perché io sono passata di lì un'ora prima; sono uscita da
piazza Carignano, ho dialogato con tanti cittadini davanti a piazza Castello, sono
passata in piazza Castello, sono andata a prendermi la macchina al parcheggio Santo
Stefano. Se io ero lì, che cosa mi dicevate? Questo non so. (INTERVENTO FUORI
MICROFONO). No, che ero andata intenzionalmente lì? È questo che io voglio
capire. Onestamente, altrimenti non capisco il motivo di tutto questo scaldar di
muscoli, o di idee. Abbiate pazienza.
Davvero, io come Consigliere voglio riuscire a capire se a titolo personale, ancorché
abbia un ruolo politico, anzi - meglio - amministrativo, perché sono stata eletta da un
gruppo di cittadini, se mi avvicino ad un'iniziativa, per curiosità, perché voglio
partecipare, eccetera, non lo posso fare, o devo fare attenzione a dove vado, ai luoghi
e alle persone che frequento, perché altrimenti sono accusata di? Chiedo, perché io
non l'ho capito.
Vorrei proprio saperlo, perché mi preoccupa questa invasione sulle mie scelte
personali, che sono sempre legate al ruolo che rivesto? Siccome sono Consigliere
Comunale del PD, non posso andare a vedere qualcosa? (INTERVENTO FUORI
MICROFONO). A che titolo, però? Io lo chiedo, perché mi sento abbastanza fuori,
per questo ho detto che mi sembra un dibattito lunare.

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
La parola al Consigliere Appendino.

APPENDINO Chiara
Io devo dire che non so se sono più allibita dall'intervento del Presidente, o dagli
interventi di alcuni Consiglieri, ma io penso che ognuno di noi abbia la maturità per
capire che, se abbiamo un ruolo pubblico, in particolare lei... Mi rivolgo a lei,
Presidente Ferraris, vorrei che mi ascoltasse perché mi sto rivolgendo a lei.

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
Sì, prego.

APPENDINO Chiara
Visto che rappresenta tutti, rappresenta la Città, la prego di ascoltarmi.

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
Rappresento il Consiglio, per ora.

APPENDINO Chiara
Sì, di conseguenza anche la Città. Mi sembra che lei rappresenti anche la Città di
Torino, in qualche modo, poi non lo so, magari sbaglio.
Sinceramente, dire che è passato di lì per caso mi sembra un po' ridicolo, ma,
addirittura, arrivando a scindere e a non comprendere il ruolo della sua presenza, o
meglio, cosa comporti la sua presenza per la Città ad un'iniziativa del genere,
probabilmente si sta autoconvincendo, ma non penso che possa convincere l'Aula.
Consigliere Genisio, ognuno ha le sue personali opinioni, ma non condivido il fatto
di poter distinguere e di non comprendere l'effetto che può avere la presenza di un
Presidente del Consiglio Comunale ad un'iniziativa del genere.
Tolto ciò, devo dire che condivido molto di quanto ha detto il Consigliere Grimaldi.
Io continuo a non capire come oggi ci si possa indignare di fronte a delle richieste
che sono totalmente dovute; siamo noi che siamo indietro, quindi non capisco come
ci si possa indignare di fronte a questo. Pur comprendendo la possibilità di volersi
esprimere e di avere il diritto di esprimersi, quello che io non capisco - mi rivolgo
soprattutto al Consigliere Magliano - è che con quel movimento e con quelle
manifestazioni, di fatto, si sta chiedendo di limitare il diritto altrui.
Queste manifestazioni sono, di fatto, richieste di limitazioni dei diritti altrui e io
penso sinceramente che in una città come questa, ma, in generale, nel nostro Paese,
non possa accadere una situazione simile. È una manifestazione in cui, di fatto, si
chiede di limitare i diritti di altre persone.
Sinceramente - e anche qui, in parte, condivido quello che ha detto il Consigliere
Grimaldi -, non capisco di che cosa si abbia paura, che problema c'è se al mio
matrimonio, al matrimonio di qualcun altro, se dall'altra parte una coppia dello
stesso sesso si sposa? Che problema c'è? Che paura c'è? Veramente non lo capisco.
Mi sembra che la posizione di questo movimento, in questo senso, abbia come
impostazione quella di limitare i diritti altrui, e io, quando si va in una direzione in
cui si cerca di limitare i diritti degli altri - perché di questo stiamo parlando - rimango
piuttosto perplessa.
Concludo, citando Voltaire, che direi che è perfetto in questa occasione, il quale
scrisse: "Non condivido ciò che dici, ma sarei disposto a dare la vita affinché tu
possa dirlo".
Penso che dovrebbe essere questo lo spirito che ci porta avanti. (INTERVENTO
FUORI MICROFONO). Sì, ma è esattamente il contrario il vostro caso. Questo
dovrebbe essere lo spirito, in generale.

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
La parola al Consigliere Ricca.

RICCA Fabrizio
Sono allibito da questo dialogo, un po' per la strumentalizzazione, in quanto se
qualcuno da una parte fa qualcosa, va sempre bene, invece se qualcuno dall'altra fa
qualcos'altro, va malissimo. Presidente, chi se ne frega di che cosa fa lei quando non
ricopre il ruolo di Presidente del Consiglio Comunale! Chi se ne frega cosa fa il
Vicepresidente quando non ricopre il ruolo in Consiglio Comunale!
Aveva la fascia? No. Non ci interessa. È andato lì a titolo personale? Sì.
Davvero, basta, perché quando qualcuno non sa più cosa dire e si attacca a queste
cose pur di poter accendere il microfono e parlare, vuol dire davvero che il livello del
dialogo in quest'Aula è sceso a zero.

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
La parola al Consigliere Levi, per la frazione di tempo che le è rimasta.

LEVI Marta
Intervengo solo per dire che la manifestazione delle "Sentinelle in Piedi" era su un
tema molto specifico, che è la Legge cosiddetta Scalfarotto contro l'omofobia, che,
sostanzialmente, propone di estendere le sanzioni previste dalla Legge Mancino alle
discriminazioni basate sull'orientamento sessuale e sull'identità di genere, come,
peraltro, prima della Legge Scalfarotto, aveva proposto la nota Legge Concia
sull'omofobia.
Questo fatto ha provocato una levata di scudi ed è stata presa di mira sulla base di un
assunto assurdo, a mio giudizio, cioè che praticamente dice: a noi, che non vogliamo
riconoscere i diritti alle persone omosessuali, viene tolto il diritto di parola. Questo è
il tema di fondo.
Io credo - lo dico in particolare al Consigliere Genisio - che sia legittima la domanda
posta dal Consigliere Curto, cioè: il Presidente del Consiglio Comunale - perché,
peraltro, così era scritto sul giornale - era lì a titolo personale? A che titolo era lì?
Credo che la domanda sia legittima e altrettanto legittima è la risposta che il
Presidente ha dato in quest'Aula.
Quindi, non mi scandalizzo che il tema sia stato posto. Credo che sia stato legittimo
porlo, perché, se una persona è una figura pubblica, può fare privatamente quello che
ritiene, però, poi, qualcuno può andare a chiedergli a che titolo era lì. È legittimo
chiederlo, come è legittimo rispondere che era lì perché ci credeva (non l'ha detto il
Presidente), o che era lì per caso. E qui si chiude la discussione. Però, non possiamo
dire che la domanda non era legittima.

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
La parola al Consigliere Greco Lucchina.

GRECO LUCCHINA Paolo
Brevemente, solo perché io ero testimone oculare, nel senso che non mi sono fermato
alla manifestazione, ma l'ho vista, non aveva fasce, non era in rappresentanza della
Città, stava facendo una cosa - e fa bene a rivendicarla - assolutamente a titolo
personale. Mi scandalizzo quando sento in quest'Aula qualcuno dire che quella
manifestazione era per limitare quelli che erano i diritti altrui. Allora, la rivolto in
positivo: noi potevamo essere lì per difendere i nostri valori! È questo il concetto.
Quindi, Presidente, lei doveva urlarle queste cose e rivendicare che fosse lì a titolo
personale. Io ho visto, lei non stava rappresentando... Era anche in posizione, se
vogliamo, marginale rispetto a quella che era la piazza stessa e a tutte le sentinelle in
piedi. Trovo strumentali le polemiche che, oggi, si stanno qui discutendo.

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
La parola al Consigliere Liardo.

LIARDO Enzo
Presidente, mi conceda questa battuta. Secondo me, dopo questo dibattito, se noi ci
spargiamo per tutto il Consiglio Comunale, lei batterà un bel "cinque" alla sua
maggioranza, perché ha avuto l'effetto giornalistico di metterla in luce. Questo è un
autogol, anche da parte di una certa parte della maggioranza. Ritengo che sia
veramente pleonastico e assurdo questo dibattito che si è creato, come hanno
anticipato il Consigliere Greco Lucchina e, precedentemente, il Consigliere
Magliano.

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
La casualità è una condizione di ogni uomo, quindi uno o da una parte o dall'altra, se
ha degli appuntamenti e la mattina stessa... Anch'io sono passato al convegno dell'ex
Sindaco, ma non sono entrato per motivi di tempo, per cui, evidentemente, le persone
mi hanno visto, però, a titolo personale, qualche volta - scusatemi se lo faccio - vado
anche in giro per la città e qualche volta mi fermo nell'opportunità di ascoltare chi mi
parla. Quindi, non ho nulla da vergognarmi, Consigliere Marrone. (INTERVENTO
FUORI MICROFONO). No, non mi hanno attaccato, ribadivo solo che non ho nulla
da vergognarmi.
La parola al Consigliere Dell'Utri.

DELL'UTRI Michele
Colleghi, anch'io ho delle confessioni di frequentazioni indicibili. Nel 1987 sono
stato nella piazza Rossa a vedere Lenin. Ebbene sì. Nel 1996 sono stato a Ferrol.
Ferrol è vicino a Santiago de Compostela ed è la città natale di Francisco Franco.
Nel 1991 sono stato a vedere il mausoleo di Khomeini, l'ayatollah Khomeini. Nel
1996 ho visto la tomba di Kennedy, ma l'apice l'ho raggiunto quando in uno stesso
viaggio ho visto tanto Israele, quanto la Palestina.
Questo per dire che cosa? Che fatti personali sono personali. Se, poi, volete sapere se
sul pensiero di Khomeini, per alcuni aspetti, posso essere favorevole o contro, mi
invitate al bar, ne parliamo insieme e da lì possiamo fare una serie di paralleli storici.
Il tutto per chiudere e dire che cosa? Che se noi, in questo momento, usciamo e
chiediamo alla prima persona che passa qui sotto se gli interessi di più sapere quante
aziende chiuderanno ancora a Torino, oppure se il Presidente Ferraris sia andato lì
per caso o no, la risposta la sappiamo tutti.

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
Consideriamo concluse le comunicazioni.

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