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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 24 Marzo 2014 ore 10,00
Paragrafo n. 32
DELIBERAZIONE (Giunta: proposta e urgenza) 2013-04497
LINEE DI INDIRIZZO AGLI ORGANISMI PARTECIPATI DALLA CITTA' IN MATERIA DI PERSONALE.
Interventi

LEVI Marta (Vicepresidente)
Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. mecc. 201304497/004,
presentata dalla Giunta Comunale in data 1° ottobre 2013, avente per oggetto:

"Linee di indirizzo agli organismi partecipati dalla Città in materia di personale".

LEVI Marta (Vicepresidente)
Comunico che in data 21/03/2014 la competente Commissione ha rimesso il
provvedimento in Aula.
Vi comunico che è scaduto il termine per la presentazione dei subemendamenti.
È stato presentato un emendamento di Commissione - o, forse, più di uno - e, poi, vi
è un certo numero di subemendamenti; comunque sono stati tutti distribuiti.
La parola, per l'illustrazione, all'Assessore Passoni.

PASSONI Gianguido (Assessore)
Il provvedimento è stato oggetto di un lunghissimo percorso in Commissione, in cui
abbiamo illustrato a più riprese le ragioni, il senso ed anche il fine della proposta di
deliberazione medesima. Durante l'iter deliberativo è intervenuta anche una
disciplina normativa nazionale in materia, nel mese di dicembre, che ha comunque
rimodificato alcuni indirizzi, anche se non è intervenuta in modo così essenziale sul
provvedimento in corso.
Nel percorso è stato possibile audire alcune società partecipate e le Organizzazioni
Sindacali ed operare alcuni miglioramenti nel provvedimento, che, in sintesi, tende
non ad operare una distinzione punitiva verso il soggetto partecipato dalla Città di
Torino, ma ad affermare un principio che ci sembrava essenziale. Vale a dire: in tutte
quelle situazioni nelle quali vi è l'uso di risorse pubbliche derivanti dalla
corresponsione dei contratti di servizio (sia aggiudicati per gara, sia in house
providing) o in cui la Città conferisca o contribuisca a vario titolo, con risorse
pubbliche, per erogare servizi o per condividere, con organismi partecipati di varia
natura giuridica, la gestione di strutture di interesse pubblico, queste devono avere
una linea guida per la quale l'Amministrazione impone alle medesime alcuni
parametri di comportamento dentro ai quali operare, che sono mutuati dalla
disciplina che la Città deve applicare sul comparto e sulla dirigenza che ha al suo
interno.
In questo senso, il riferimento al principio di limite assunzionale, il riferimento al
limite del costo del personale, il riferimento al rapporto tra varie voci di costo del
personale, nonché al fatto che, in alcuni casi, si è manifestata anche la fattispecie per
cui la Città di Torino, pressata da una politica di ristrettezze legata alla disciplina
nazionale in materia di spending review, ha dovuto operare il contenimento del costo
del personale, mentre il perimetro delle società partecipate ha avuto in tal senso un
segno contrario, cioè ha incrementato il costo del personale, non per una ragione di
allineamento matematico, ma per dare strumenti di governo e di indirizzo si è
pensato comunque di individuare in questa proposta di deliberazione un atto che
condividesse con la governance delle partecipate alcune riflessioni ed alcune linee di
indirizzo da erogarsi anche annualmente.
Allo stesso modo, mi riferisco al fatto che, evidentemente, le società partecipate
hanno un'autonomia organizzativa ed anche contrattuale e, spesso, applicano
contratti di lavoro diversi da quelli del pubblico impiego, che l'Ente applica su se
stesso, per cui è necessario che questi orientamenti siano anche quelli a cui si
uniformano i rappresentanti della Città di Torino nel momento in cui si trovano ad
intervenire in materia di indirizzi negli organismi di governo delle società medesime.
In sintesi, la proposta di deliberazione è un unicum, perché, per la prima volta, il
Consiglio viene portato ad emanare linee di indirizzo non all'interno di specifici
settori o specifiche qualifiche di contratti di servizio, ma dentro un ragionamento che
riguarda in generale il consolidamento della Città di Torino e del suo personale.
La ragione giuridica sulla base della quale si fonda questo atto è che, come il
Consiglio sa bene, il costo del personale già da un paio d'anni viene calcolato in
termini di parametro nazionale sia per l'Ente Locale, sia con riferimento ad un
perimetro di consolidamento che la Legge indica e che, poi, la Corte dei Conti ha
emanato con un provvedimento proprio quale maggiore precisazione e dettaglio.
In questo caso, intendiamo non soltanto uniformarci a quell'indirizzo, ma fare in
modo che gli indirizzi indicati in questo atto abbiano una valenza su un perimetro
molto più largo di quello strettamente interessato dal provvedimento a cui facevo
cenno. Ciò perché - lo ribadisco - la Città intende operare una misura di
razionalizzazione della spesa pubblica non soltanto con riferimento al monitoraggio
nazionale, ma anche con riferimento ai costi che la Città sostiene - laddove sostenga
con contribuzioni, conferimenti o altre somme erogate a qualunque titolo - iniziative
gestite o programmate da organismi terzi di qualunque ragione giuridica.
Gli emendamenti vanno a precisare meglio alcuni aspetti. Per esempio, c'è la
necessità che le linee guida si applichino alle società partecipate, ma anche a quelle
di secondo livello per il tramite degli Enti direttamente partecipati. Naturalmente, c'è
la consapevolezza che le linee guida si applicheranno a queste società laddove
possibile, cioè laddove il controllo dell'Ente permetta l'applicazione tout court di
queste linee guida, e, laddove invece vi sarà in qualche modo la minoranza della
Città o la partecipazione di altri soggetti terzi, questo comporterà ovviamente il
misurarsi nella realtà del singolo Ente, società o quant'altro, con i rapporti di forza
che esistono a livello civilistico dentro l'organismo medesimo (maggioranza,
minoranza, organo di governo, condivisione delle linee guida che la Città approva
per se stessa).
Inoltre, c'è un'importante nuova attribuzione che riguarda il fatto che, come la Città
ha dovuto applicare su se stessa il D.P.R. n. 62 relativo al Codice di comportamento
(che, naturalmente, ha valenza sul soggetto strettamente pubblico, comunale), ciò si
"estende", tra virgolette, anche all'osservanza dei principi di Legge nazionale per le
partecipate, riferiti agli obblighi del Codice di comportamento. Naturalmente, a ciò si
aggiunge il fatto che cerchiamo di introdurre, laddove è applicabile, anche normative
in materia di trasparenza e di pubblicazione dei dati e di altre informazioni che la
Città già pubblica su se stessa.
Infine, si è previsto - forse è questa la novità più rilevante - che, in caso di carenze di
organico, venga preferibilmente attivato un meccanismo di mobilità orizzontale
dentro le società partecipate, in modo tale che sia costantemente effettuato un
monitoraggio del fabbisogno di personale di società carenti con quelle eventualmente
in esubero, senza e prima di esperire procedure concorsuali, che, magari, trovano un
aggravio procedurale o una complessità particolare. Ciò con l'unico limite che la
Città, per Legge, non può operare mobilità da una partecipata verso il nostro Ente e
pertanto con l'esclusione di questa fattispecie, laddove naturalmente non si parli
invece di convenzioni per l'uso di servizi aggiuntivi riferiti nell'autonomia della
società medesima.
Abbiamo detto sostanzialmente che, ogni anno, la Giunta Comunale emanerà delle
indicazioni tali per cui anche il rapporto tra lo scostamento delle retribuzioni esistenti
tra qualifiche diverse all'interno del personale della partecipata possa essere
contenuto dentro obiettivi emanati annualmente - come dicevo prima -, comprensivi
di eventuali benefit.
Su questo la Commissione ha discusso. Anticipo che darò parere contrario ad un
subemendamento firmato da tre Consiglieri Comunali, sulla materia di un rapporto
rigido, perché, in realtà, non mi pare che ci sia la possibilità che l'esistenza di un
rapporto rigido - nell'emendamento è 1:12 il rapporto tra qualifiche diverse e
retributive - possa rispondere ad una necessità di elasticità o di valutazione. Per
alcuni aspetti, 1:12 è persino tanto; per altri, può essere persino poco. Pertanto, non
mi pare regimentabile.
Preferiamo un orientamento, per cui annualmente indichiamo gli obiettivi sulla base
di una valutazione fatta sul campo, cioè con dati e analisi che sono stati acquisiti,
che, invece, in questo percorso non abbiamo ancora effettivamente acquisito.
Prevediamo che si possa derogare ai principi della deliberazione solo se
espressamente... Può succedere che una ristrutturazione aziendale, o una politica di
espansione industriale, motivi a ricorrere a deroghe all'atto di indirizzo. La Città non
è su questo sorda.
È stato chiesto sia dal Sindacato che dalle parti datoriali, diciamo così, di Confservizi
in riferimento alla possibilità di avere una certa autonomia; è certo che, naturalmente,
nel novero di condivisione di politica industriale, la Città possa accondiscendere
anche a deroghe eventuali.
Si applicano i Codici di comportamento - l'ho già detto prima -; si applica la mobilità
orizzontale tra organismi partecipati. Si persegue un fine generale che, oserei dire, è
quello non di operare un allineamento al ribasso del livello retributivo, non di
allineare al ribasso la possibilità di carriera di soggetti che hanno contratti
diversificati, non di normalizzare una situazione non normalizzata, ma quello di
avere uno strumento in più oggi essenziale di governo delle partecipate, anche su una
voce che, spesso, nei contratti di servizio e nel costo della struttura stessa pesa per
percentuali considerevoli.
Quindi, un indirizzo importante dentro un percorso che anche la normativa con il
D.L. n. 174 ha voluto rafforzare in materia di controllo strategico e direzionale delle
proprie partecipate, e che spero produrrà risultati positivi non solo sul piano
economico, ma sulla maggiore sinergia e conoscenza, nonché sincronia, di politiche
operate a livello centrale dal Comune e dalle proprie società partecipate.

LEVI Marta (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Altamura.

ALTAMURA Alessandro
Come è stato detto dalla Giunta, abbiamo lavorato lungamente a questa proposta di
deliberazione; infatti, ci sono state cinque Commissioni e molte audizioni. Abbiamo
verificato che i limiti e i confini su cui la Giunta ha messo alcuni paletti e dove la
Commissione ha aggiunto elementi ed emendamenti, che sono diventati parte
integrante del provvedimento, ci permettono di ragionare non solamente in termini di
spending review, ma, soprattutto, in termini di controllo preventivo e non successivo.
Due dei punti su cui la Giunta si impegna e si impegnerà saranno, ovviamente, la
verifica annuale, che verrà fatta in Commissione rispetto alle linee di indirizzo, e il
tema del controllo, non solamente per quanto riguarda la diminuzione del numero di
risorse umane a disposizione della Città di Torino, rispetto a quello che anche
l'Assessore ha detto circa l'aumento significativo, anche nell'anno 2013, in alcune
delle nostre partecipate.
Credo che, da questo punto di vista, l'aspetto legato sia alla trasparenza, sia alla
correttezza della verifica amministrativa dell'atto, che identifica il contratto di
servizio come uno dei punti essenziali del rapporto, soprattutto per quanto riguarda
partecipate importanti che erogano servizi, anche a domanda individuale, molto
significativi e strategici della Città, abbia un controllo che negli anni passati,
purtroppo, non c'è stato. Le valutazioni che ha fatto la Giunta sono principi
assolutamente condivisibili, per quanto riguarda la buona e corretta amministrazione,
ma sicuramente ci pongono anche davanti alcuni interrogativi che, oggi, non hanno
una risposta, proprio perché nel passato, anche recente, l'aspetto legato al controllo,
soprattutto per quanto riguarda i rappresentanti della Città, e su questo gli
emendamenti di Commissione hanno puntato in modo significativo l'attenzione,
perché proprio il rapporto di responsabilità diretta dei rappresentanti, che vengono
nominati dalla Città, delle nostre partecipate avranno il compito di indirizzo in quegli
organismi, oltre a quello che la Giunta ha esplicitamente previsto, al di là delle
deroghe e al di là dei rapporti contrattuali a livello nazionale e soprattutto dei
rapporti con i soci privati, laddove la Città - come è stato detto anche
precedentemente - non ha la quota di maggioranza della partecipazione.
Questo, evidentemente, è stato un lavoro lungo e ringrazio, ovviamente, tutti i
commissari, anche la minoranza che ha presentato alcune proposte di emendamento.
La discussione, tra l'altro, è stata ulteriormente arricchita e credo che
successivamente ci sarà un intervento di un altro Collega del PD proprio per quanto
riguarda alcuni degli emendamenti che sono stati proposti nell'ultima Commissione.

LEVI Marta (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Marrone.

MARRONE Maurizio
Io sono tentato - e penso che lo farò - di chiedere alla Giunta di poter votare la
proposta di deliberazione per parti separate, perché, se si può condividere la
mentalità di massima che sta dietro la deliberazione, c'è un passaggio - tra l'altro,
aggiunto, rispetto al testo originario, evidentemente con un emendamento, che non
ho capito se di Giunta o di Commissione, ma mi auguro sia di Giunta - che è quello
che crea un'eccezione rispetto al trattamento giuridico economico sui dirigenti.
Va bene tutto, ma dire che - lo voglio leggere, così almeno rimarrà a verbale -: "salvo
applicazione del CCNL di categoria, il trattamento economico complessivo dei
singoli dipendenti, ivi compreso quello accessorio ed eventuali benefit, non può
superare quello ordinariamente spettante per l'anno 2012", e poi si aggiunge
l'eccezione alla regola dicendo che: "La Città potrà indicare percentuali di
scostamento della retribuzione dei dirigenti degli organismi controllati rispetto a
quella in godimento nell'Ente Comune, comprensive degli istituti premiali e di
salario accessorio. Tali indicazioni sono delegate alla Giunta Comunale nell'ambito
delle competenze in materie di personale". Questo significa dire, sostanzialmente,
cari amici, che tutti i dipendenti, poveretti, sfigati, devono sottostare a determinate
questioni di parificazione assoluta e che, invece, per i dirigenti si fa l'eccezione. Si fa
un'eccezione che decide la Giunta con i soliti strumenti, che, purtroppo, siamo
abituati a conoscere, dei premi di risultato che non sono mai, mai - e sottolineo
ancora una volta "mai" - collegati al raggiungimento oggettivo e reale di un risultato
verificabile, ma è sempre l'escamotage per cercare di corteggiare qualche caporione
professionista dei vari carrozzoni, che, poi, alla fine, ci ritroviamo - e faccio un
riferimento alla politica nazionale - addirittura a ricattare i vertici delle nostre
Istituzioni, dicendo che, altrimenti, se ne vanno all'estero. Perché questa è la
mentalità che noi spesse volte abbiamo trovato ai vertici delle nostre partecipate.
Per cui, se vogliamo veramente creare una razionalizzazione dei costi del personale
delle partecipate, ragioniamoci, ma questa clausola di salvaguardia dei dirigenti fa a
pugni con questa ratio e, soprattutto, se di deroghe si deve parlare - e non se ne deve
parlare, a mio modo di vedere - si parla di deroghe su cui si esprimerà solo la Giunta,
quindi ennesima delega in bianco, ennesima cambiale in bianco del Consiglio
Comunale.
Quindi, sinceramente, se è questa la deliberazione, o questa roba, in qualche modo, si
riesce a farla scomparire - purtroppo ammetto, ahimè, di non essermi attivato in
tempo per una proposta emendativa in tal senso, chiedo venia ai torinesi anche a
verbale di questo -, oppure chiedo almeno di poterla votare per parti separate, perché
questa parte è veramente a dir poco opinabile, in realtà è una vergogna, rispetto alle
situazioni che stiamo vivendo sia nelle partecipate torinesi sia nella situazione interna
all'Ente Comunale, perché è veramente una clausola di salvaguardia.
Per cui, io chiedo alla Presidenza, poi mi dirà come si può procedere, di votare per
parti separate. Poi, io mi accontento, visto che è una proposta di deliberazione, per
evitare farraginosità nel dispositivo, di isolare - tanto è evidenziato in neretto nella
versione che abbiamo noi, per cui è facilmente individuabile - quel secondo
capoverso della lettera b) "Trattamento giuridico ed economico", che crea questo
privilegio che non è giustificabile davvero politicamente ed amministrativamente
rispetto all'attuale situazione.
Mi auguro che su questo si avrà un'onestà intellettuale che vada al di là della
divisione tra maggioranza e opposizione, perché, se invece passa con questa parte,
dovremo renderne conto tutti noi di fronte ai lavoratori che verranno a chiederci
come mai loro adesso vengono penalizzati e il "dirigentone", invece, è stato salvato
dalla Giunta.

LEVI Marta (Vicepresidente)
Consigliere Marrone, se lei vuole proporre una votazione per parti, come sa, deve
presentare per iscritto una richiesta, scrivendo da che punto a che punto.
(INTERVENTO FUORI MICROFONO). No, non sono io, ma è il Regolamento. Va
fatta così. Io la pregherei di iniziare a prepararla.
È ovvio che la votazione per parti avverrà sulla proposta di deliberazione così come
risulterà emendata da emendamenti e subemendamenti.
La pregherei di cominciare a scrivere la richiesta e, intanto, andiamo avanti.
La parola al Consigliere Araldi.

ARALDI Andrea
Ci sarà modo di approfondire. Io credo che sia stato estremamente importante
affrontare questo tema per l'importanza che gli Enti partecipati hanno, e hanno
avuto, e mi auguro avranno nello sviluppo della nostra Città, secondo un modello che
delega una serie di funzioni e di compiti. In questo ruolo fondamentale, sicuramente,
gioca anche l'importanza di un'indipendenza, che, sotto il controllo degli
amministratori, deve permettere una certa flessibilità.
Dall'altra parte, sicuramente, il tema dei dipendenti, con le problematiche del carico
e del costo che impattano a livello di Patto di Stabilità, entra sicuramente in conflitto
con quella che può essere una piena indipendenza dell'Ente partecipato.
Quindi, credo che sia importante che questa proposta di deliberazione si sia mossa
partendo sicuramente da una regola ben definita e ben chiara, ma prevedendo delle
possibilità, come ha già illustrato l'Assessore, di tener conto di esigenze specifiche
che potrebbero avere gli Enti controllati, quali variazioni del perimetro
dell'operatività o sviluppi di ulteriori servizi. Credo che questo sia importante per
garantire un'operatività vera ed autonoma alle nostre partecipate.
Poi, successivamente, interverrò nello specifico sui vari emendamenti.

LEVI Marta (Vicepresidente)
Ci sono altre richieste di intervento? Altrimenti, do la parola, per la replica,
all'Assessore Passoni.
Prego, Assessore Passoni.

PASSONI Gianguido (Assessore)
Volevo solo replicare al Consigliere Marrone, perché ha girato il problema al
contrario.
Bisogna leggere questa frase alla luce della frase precedente, che dice che,
ordinariamente, noi avremmo avuto i dirigenti che avrebbero avuto il congelamento
al 2012, a prescindere dalle condizioni di partenza. Noi indichiamo delle percentuali
di scostamento sulla percentuale di dirigenza, positive o negative aggiungerei io, se
fosse più chiaro... (INTERVENTO FUORI MICROFONO). D'accordo, ma, scusi, se
sono congelate al 2012, le differenze le congelo per sempre.
Faccio un esempio. Un dirigente di una partecipata, che prendeva più del 30%
dell'equivalente in Comune, resta al più 30% per sempre, se non scrivo nulla, perché
congelo al 2012. Se io prevedo uno scostamento che può essere variabile - può essere
in riduzione nel tempo, o in incremento nel tempo, per carità, ma anche in riduzione
nel tempo drastico -, riduco la forbice o addirittura la annullo, volendo.
Quindi, è chiaro che può essere una percentuale di scostamento che sceglie la Giunta
e lei può contestare il concetto della delega, lo capisco, ma non è peggiorativo. Anzi,
è migliorativo della frase precedente, altrimenti io congelo soltanto le sperequazioni
e questo non era il senso della Giunta.

LEVI Marta (Vicepresidente)
(INTERVENTO FUORI MICROFONO). No, Consiglieri, perdonatemi, funziona in
questo modo: c'è la presentazione della proposta di deliberazione, segue la sua
discussione e, poi, c'è la replica dell'Assessore. Poi, ci sono gli emendamenti, su cui
si può intervenire, e le dichiarazioni di voto.

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