Cittą di Torino

Consiglio Comunale

Cittą di Torino > Consiglio Comunale > VERBALI > Torna indietro

Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 24 Marzo 2014 ore 10,00
Paragrafo n. 23

Comunicazioni dell'Assessore Mangone su "Dipendenti Voice Care".
Interventi

LEVI Marta (Vicepresidente)
Passiamo alla richiesta di comunicazioni del Sindaco relativa all'azienda torinese
Voice Care.
La parola all'Assessore Mangone.

MANGONE Domenico (Assessore)
Devo dire che ho provato a ricostruire la vicenda con un po' di fretta e, quindi, il
rischio che corro oggi è di dire anche cose non esattissime.
Il tempo è stato veramente poco per ricostruire i fatti. Mentre vi parlo il Sindaco sta
ricevendo i lavoratori che stanno manifestando davanti a Palazzo Civico ed io ho
ricostruito la vicenda sentendo le persone coinvolte in questa intricata questione, dai
responsabili di Seat Pagine Gialle ai responsabili e soci della Voice Care, che è la
società di cui oggi parliamo.
La vicenda affonda le sue radici nell'anno 2010, cioè l'anno nel quale la società
Contacta ha fatto un accordo con Seat Pagine Gialle e attraverso questa operazione
sono state acquisite alcune commesse, che, fino a quel momento, erano gestite da
Seat, per un totale di 850 lavoratori: se non ricordo male, 450 erano a Livorno e,
invece, 400 lavoravano al Lingotto. Successivamente, circa 200 persone che
lavoravano al Lingotto sono state assorbite direttamente dalla Contacta e 200 sono
state spostate a Chivasso.
Quindi, attraverso questo accordo la Contacta veniva incaricata di gestire i call-
center di Seat Pagine Gialle, in maniera particolare di due servizi, l'892424 ed un
altro che adesso mi sfugge. L'intero incarico per cinque anni era di complessivi 64,5
milioni di Euro, 15 milioni di Euro il primo anno e gli altri anni a scalare, sino a
quando, nel febbraio del 2013, la Seat Pagine Gialle è entrata in concordato
preventivo.
All'epoca della dichiarazione del concordato, la società di cui oggi trattiamo aveva
un credito di 1,7 milioni di Euro. Sulle cifre non c'è accordo, perché, da una parte, ci
sono i soci della società che dicono di vantare un credito di 2 milioni di Euro, mentre
quelli di Seat parlano invece di 1,7 milioni di Euro. Sta di fatto, però, che questa
situazione ha fatto scendere, secondo quanto previsto dal Codice Civile, questa
società sotto i necessari parametri di patrimonio, per cui questo costringerebbe il
commissario della società a depositare i libri in Tribunale.
Venerdì scorso, c'è stata una riunione presso l'Unione Industriale alla quale per i
lavoratori hanno partecipato i rappresentanti sindacali ed era presente anche il
liquidatore della società, ma, di fatto, è stata una riunione interlocutoria perché
mancava l'attore principale, cioè Seat Pagine Gialle.
La riunione è terminata con un comunicato stampa fatto unitariamente dalle tre sigle
sindacali attraverso il quale si esprime l'esigenza di un incontro anche con la società
Seat.
I tempi, però, sono molto ristretti; entro questa settimana è necessario che venga
deciso qualcosa, perché, da un lato, l'appalto continua fino al mese di maggio del
2015 (quindi, da maggio 2010 a maggio 2015) e, dall'altro lato, è necessario iniziare
ad attivare gli ammortizzatori sociali, con un'ulteriore complicazione, perché, ad
oggi, a livello nazionale la cassa integrazione in deroga non è ancora stata finanziata.
Si tratta di 196 lavoratori che necessitano di una risposta immediata. Nell'attesa di
queste comunicazioni ho avuto modo di parlare anche con i rappresentanti sindacali
che manifestano qui sotto e credo che ci siano delle interlocuzioni anche con i
responsabili della Regione affinché attivino questo Tavolo entro questa settimana, in
quanto è evidente che - come riferiscono anche i rappresentanti sindacali - in questo
momento non c'è carenza di lavoro; infatti, il lavoro c'è e, quindi, si tratterebbe di
riuscire a trovare una qualche modalità che consenta ai lavoratori di continuare a
lavorare, ma è evidente che tutto questo percorso non può essere fatto senza l'ausilio
ed il contributo determinante di Seat.
La società è entrata anch'essa in liquidazione da circa un mese per le ragioni tecnico-
giuridiche che dicevo prima. Quindi, ci troviamo, da una parte, la società che per
ragioni legate al suo patrimonio netto non può essere tenuta in vita e, di conseguenza,
si devono necessariamente depositare i libri in Tribunale, mentre, dall'altra parte,
abbiamo Seat che, essendo in una situazione di concordato cosiddetto in continuità,
non è in grado di garantire oltre quello che ha manifestato, cioè il 20% del dovuto.
Ci troviamo in una via molto stretta, ma quello che mi riferiscono anche come
anomalo è che, invece, il concordato avrebbe previsto per i debiti finanziari il
pagamento del 50% e per i fornitori il pagamento del 20%.
È evidente che una delle ragioni che porta gli imprenditori sulla strada del deposito
dei libri in Tribunale è data anche dal fatto che i margini operativi di questo tipo di
attività sono molto bassi e che l'assorbimento di una perdita di una certa consistenza,
che varia a seconda delle interpretazioni (ma comunque intorno al milione e mezzo
di Euro), è molto difficile.
Come dicevo prima, vi sono state delle operazioni societarie che hanno riguardato
Seat (oggi "l'Espresso" racconta da dove partono le vicende legate a Seat, ma non ho
ancora avuto il tempo di leggere l'articolo) e queste due società, quella di Chivasso,
ex Lingotto, e l'altra società (che, invece, è tuttora funzionante) di Livorno, se non
ricordo male.
Ci auguriamo che, nel più breve tempo possibile, venga attivato questo Tavolo di
crisi da parte della Regione Piemonte; se ci sarà questo Tavolo, seguiremo, per come
potremo, lo svolgimento dei lavori. Quello che, oggi, posso dirvi è che proverò a
sentire l'Assessore Regionale per capire chi fa cosa, perché, come dicevo prima, i
tempi sono molto ristretti.

LEVI Marta (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Marrone.

MARRONE Maurizio
Ringrazio l'Assessore per aver riassunto con precisione i termini della vicenda, però
ha omesso - perché, probabilmente, poi non era neanche obbligato a renderne conto -
un particolare che aggrava la responsabilità e la posizione di Seat. Ci troviamo di
fronte ad un grande soggetto, che quindi chiaramente ha anche un peso contrattuale
potenzialmente molto più arrogante rispetto a Voice Care, che non solo ritira (di fatto
disattendendo quelli che sono i suoi oneri e le sue posizioni contrattuali) anzitempo il
servizio che ha appaltato a Voice Care, non solo si rifiuta di pagare, ma, a fronte di
motivazioni che andrebbero a raccontare di una sua oggettiva situazione di
sofferenza, non si capisce come faccia a spiegare che, contemporaneamente a quello
che sta facendo a Voice Care ed ai suoi lavoratori, sta avviando un'operazione di
assunzione per le stesse mansioni all'interno di Prontoseat.
Alla luce di queste informazioni, è vero che il Comune o qualunque Ente Pubblico
non ha forse un diretto protagonismo in questa che è una vicenda tra privati, ma, di
fronte alla responsabilità di tutelare le ragioni di centinaia di persone (i lavoratori e le
loro famiglie, che sono torinesi, che vivono nel nostro tessuto sociale e, quindi,
dobbiamo giustamente preoccuparci e farci carico della loro situazione attuale e
futura), ritengo che la Città debba unire ed alzare la propria voce con grande forza -
mi auguro che sia un processo in corso con l'incontro di cui diceva l'Assessore con il
Sindaco - per richiamare Seat Pagine Gialle alle sue responsabilità. Perché, se c'è un
tavolo di crisi ed è una crisi che trae le sue origini - a prescindere dagli esiti del
contenzioso che ci sarà - da un comportamento che è innegabilmente riconducibile a
Seat, Seat deve essere richiamata a prendersi le proprie responsabilità e partecipare a
quel Tavolo per garantire, se non un rilancio dell'azienda (che, ormai, è in
liquidazione), quantomeno una presa in carico di lavoratori che sono stati
oggettivamente scaricati; perché, al netto dei sofismi giuridici, contrattuali e
giuslavoristici, la situazione è quella di aver scaricato dei lavoratori da un grande
privato, che evidentemente aveva determinate disponibilità, ad uno più piccolo, che,
invece, può "tranquillamente" (tra virgolette ed in senso ironico) andare a portare i
libri in Tribunale. Tutto questo è inaccettabile.
Ringrazio l'Assessore per avere comunque accettato di dare visibilità a questa
vicenda rispondendo in Aula e confido che ci sia un forte impegno da parte
dell'Amministrazione Comunale per evitare che questa vicenda cada sotto silenzio e
che ci sia il paradosso - sarebbe davvero una beffa, oltre al danno per i lavoratori -,
essendo in realtà Voice Care attualmente in attivo in termini di flusso di lavoro ma
essendo debilitata da un punto di vista patrimoniale per lo scoperto con Seat, che la
Regione sia addirittura costretta, a livello normativo, a negare ai lavoratori la cassa
integrazione in deroga. Questo per dire che, in realtà, i lavoratori devono essere
tutelati da una dinamica che, evidentemente, non è stata frutto del caso; è stata
un'operazione che non può far cadere sui più deboli le conseguenze negative di una
tale assenza di responsabilità.

LEVI Marta (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Carbonero.

CARBONERO Roberto
Ho deciso di intervenire, anche perché credo che sia necessario aggiungere ancora
qualche elemento a completezza e mi dispiace se nella mia esposizione andrò un po'
contro a quanto fino adesso sostenuto dal Consigliere Marrone.
C'è tutta una serie di dati e di numeri che l'Assessore ha fornito che condivido e che
trova supporto da dati scritti, cioè i 64 milioni di Euro di cui si parlava; il contratto
va dal 31 maggio 2010 fino al 2015 e prevede, per quanto riguarda questo triennio,
15 milioni di Euro per il primo anno, 14,5 milioni di Euro per il secondo, 13,5
milioni di Euro per il terzo e via a scalare.
L'accordo quinquennale era tra Seat Pagine Gialle e Contacta; Contacta ha scelto di
veicolare le attività collegate a questo contratto su due diverse società: Voice Care di
Chivasso e People Care di Livorno.
A me risulta che tutti gli importi dovuti siano stati regolarmente onorati fino ad ora,
tranne 1,7 milioni di Euro, come ha detto prima l'Assessore Mangone, quindi, quanto
concordato e previsto per Legge. L'importo di 1,7 milioni di Euro mancante
sull'appalto da 63 milioni di Euro incide per circa il 2% dell'intero ammontare,
quindi non stiamo parlando di cifre per cui non vanno a coprire quanto dovuto ai
lavoratori.
È vero che in questo momento il mercato delle directory assistance è in forte
contrazione, lo è già da qualche anno, per cui ci sono diverse difficoltà, ma nel
contratto era anche previsto un minimo garantito che Seat ha sempre onorato, tanto è
vero che, addirittura, nel secondo anno i minimi garantiti sono stati superiori
all'effettivo volume di lavoro effettuato per circa 2.380.000 Euro, quindi ha
comunque onorato totalmente quella che era la parte dovuta alla società.
Il contratto prevedeva obblighi di salvaguardia occupazionale fino al 31 maggio
2013, quindi il contratto vedeva uno step al 2013 e non oltre. Da maggio 2013 a
maggio 2015 sono stati comunque previsti pagamenti minimi, sempre verso
Contacta, per circa 20 milioni di Euro, quindi era stato comunque garantito che nel
biennio mancante ci fosse una copertura di 20 milioni di Euro, che pare che Seat stia
regolarmente onorando, quindi è pronta a compiere questo ulteriore passo.
Non esiste alcun legame diretto tra Pagine Gialle e Voice Care in questa vicenda,
come invece ha voluto in qualche modo evidenziare Contacta in questa operazione,
e, quindi, da parte di Seat Pagine Gialle non c'è la volontà di chiudere Voice Care.
Ogni tentativo di cercare di manipolare un giusto ridimensionamento eventualmente
di personale di una società satellite, chiamiamola così, di Contacta da parte di
quest'ultima ci sta benissimo, ma deve essere responsabilità di Contacta e non deve
cercare di girarla su Seat Pagine Gialle, che è già di suo in difficoltà (conosciamo
benissimo la vicenda, perché l'abbiamo seguita anche a livello di Consiglio
Comunale); non si deve cercare di girare le difficoltà o una decisione di
ridimensionamento da parte di una società sul fornitore, perché questo non funziona.
È il giochino delle tre carte, che, però, poi qualcuno deve svelare in qualche modo.
Ci tenevo a precisarlo, perché abbiamo fatto tre punti che in qualche modo devono
trovarsi.

LEVI Marta (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Bertola.

BERTOLA Vittorio
Negli anni scorsi ho seguito un'altra vicenda di call-center, cioè la vicenda Agile-
Eutelia; quella era una vicenda diversa, forse anche molto più grave, perché ci sono
stati dei processi e delle condanne. Anche lì, però, alla fine si scoprì la tendenza delle
aziende di telecomunicazione - in quel caso - o, comunque, delle grandi aziende di
prendere questi call-center, metterli in qualche scatola o, comunque, passarli ad
aziende più piccole, e, quando poi le commesse si esauriscono, il problema dei
lavoratori rimane in carico all'azienda piccola, che, a quel punto, dice di essere
un'azienda piccola (relativamente piccola, perché in questa vicenda comunque
parliamo di un'attività con 200 dipendenti coinvolti) ed i lavoratori non hanno le
garanzie, le protezioni e le opportunità che, magari, avevano quando erano parte di
un gruppo più grande e, quindi, rischiano di finire in mezzo alla strada.
Da quello che si è potuto leggere, anche in questo caso sembra di vedere uno
scaricabarile di questo genere, cioè c'è una commessa e, sentendo quanto raccontato
adesso dal Consigliere Carbonero, in realtà Seat Pagine Gialle comunque paga e non
è responsabile più di tanto di questa carenza di commesse, per cui viene veramente
da chiedersi da dove nasca l'esigenza di liquidare questa società. Ovviamente, non lo
posso sapere, ma penso che, a questo punto, sia dovere delle Istituzioni andare avanti
sui Tavoli di crisi ed anche agire per cercare di garantire questi lavoratori, perché,
francamente, stiamo perdendo tanti posti di lavoro per situazioni in cui ci sono dei
business non sostenibili o delle aziende che non hanno più commesse. A quanto pare,
qui c'è una commessa che è comunque garantita almeno per diversi mesi o - di questi
tempi - per un periodo abbastanza lungo; tutto sommato, pur con le difficoltà della
situazione di Seat, c'è la possibilità di ricevere anche dei pagamenti, per cui non si
capisce perché questi lavoratori debbano finire in mezzo alla strada.
Vorrei semplicemente un auspicio da parte dell'Assessore e, in generale, da parte di
tutte le Istituzioni competenti sul fatto che si cerchi di far rientrare la vicenda e
quindi, per una volta che c'è una commessa, di riuscire a mantenere i lavoratori che
la possano eseguire.

LEVI Marta (Vicepresidente)
La parola, per una breve replica, all'Assessore Mangone.

MANGONE Domenico (Assessore)
Vorrei solo ribadire che, mentre noi stiamo lavorando in Sala Rossa, il Sindaco è di
là con i lavoratori e credo che si sia già attivato nella direzione di promuovere il
Tavolo. Il Consigliere Bertola ha perfettamente ragione nel dire che abbiamo gestito
un sacco di situazioni di crisi, ma erano crisi aziendali in cui mancava il lavoro; in
questo caso, sarebbe un'ulteriore anomalia mandare in mezzo alla strada 196
persone, sapendo che c'è il lavoro.
Eviterei di entrare nel merito, perché le interpretazioni possono essere diverse ed il
Consigliere Carbonero ne ha enunciata una. Credo che non spetti a noi dirimere le
vicende societarie, finanziarie e quant'altro, perché ognuno ha la sua opinione. Noi
dobbiamo farci carico di un problema sociale, che è quello del lavoro e dei
lavoratori.
Il Sindaco ha fatto bene ad attivarsi in maniera concreta, come è suo solito fare, nel
tentativo di organizzare un Tavolo per consentire a questi lavoratori di avere un
futuro.
Nei prossimi giorni parteciperemo a questo Tavolo e, come al solito, saremo
disponibili a riferire al Consiglio l'esito dei lavori.

LEVI Marta (Vicepresidente)
Dichiaro concluse le comunicazioni.

Copyright © Comune di Torino - accesso Intracom Comunale (riservato ai dipendenti)