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LEVI Marta (Vicepresidente) Passiamo alla discussione della seguente proposta di ordine del giorno n. mecc. 201205788/002, presentata in data 5 novembre 2012, avente per oggetto: "Introduzione parto indolore all'interno dei Livelli Essenziali di Assistenza" LEVI Marta (Vicepresidente) La parola al Consigliere Onofri. ONOFRI Laura Questa proposta di ordine del giorno nasce dal fatto che il parto indolore non è inserito nei Livelli Essenziali di Assistenza; riteniamo, invece, importante che lo sia, perché il dolore nel parto - chi l'ha provato lo sa, ma anche chi non l'ha provato penso possa immaginarlo - può anche colpire molto le gestanti, tant'è che, fino a certi punti, alcune donne non vogliono più avere un secondo figlio, proprio per il dolore provato. Inoltre, il parto indolore è importante, perché non addormenta come il parto cesareo, ma la donna rimane vigile, può avere una gravidanza molto tranquilla, può partecipare al momento della nascita e anche questo è molto importante per mettersi subito in relazione con il bambino che sta nascendo, quindi è ritenuto un momento essenziale. È una scelta, chiaramente, che ogni donna può fare o non fare, e chiaramente deve rimanere una libera scelta, ma dev'essere garantita dai presidi sanitari dove la donna va a partorire. Noi abbiamo fatto una Commissione, in cui sono stati auditi tutti i Direttori dei Dipartimenti di ginecologia ed ostetricia e l'unico ospedale a Torino che garantisce sempre il parto indolore è l'Ospedale Sant'Anna, che ha anche degli anestesisti dedicati. Altri ospedali, invece, per le dimensioni più ridotte e per il fatto che annualmente hanno molti meno parti, non lo praticano. Tra l'altro, con questa proposta di ordine del giorno, che è stata poi coordinata con un emendamento di Commissione, chiediamo al Sindaco ed alla Giunta di farsi promotori presso l'ANCI ed il Parlamento affinché il parto indolore sia inserito nei Livelli Essenziali di Assistenza (il parto in analgesia, per chiamarlo tecnicamente in modo corretto) e di farsi promotori presso la Regione Piemonte affinché garantisca presso le Aziende Sanitarie e le sedi di reparti di ostetricia risorse e supporti organizzativi per potenziare l'assistenza al parto indolore e anche per aumentare l'utilizzo di tecniche non farmacologiche, come ci è stato spiegato in Commissione, perché, ora come ora, si sta andando molto avanti in questo senso e molti ospedali stanno sperimentando altre tecniche che possono essere altrettanto efficaci, sempre però finalizzate alla riduzione del dolore. Inoltre, si invitano le Aziende Sanitarie ad informare le donne, in sede di bilancio di salute, delle percentuali nei loro reparti di taglio cesareo e di parto in analgesia presso la struttura. Penso che questo sia sufficiente. LEVI Marta (Vicepresidente) La parola al Consigliere Ricca. RICCA Fabrizio Una struttura che fa il parto indolore c'è e credo che vada potenziata. Torino è una città abbastanza grande, ma, allo stesso tempo, abbastanza piccola da poter gestire in un'unica struttura ospedaliera questo tipo di interventi, quindi non vedo per quale motivo noi dovremmo creare più e più strutture che fanno la stessa identica cosa. Facciamo in modo che una sola funzioni e ci si metta nella condizione di poter esaurire tutte quelle che sono le richieste. Credo che per una mamma non sia importante partorire in un ospedale piuttosto che in un altro, ma magari le interessa che sia indolore, quindi a quel punto l'importante è che avvenga in questo modo. Poi, il dove, 500 metri prima o 500 metri dopo, non credo sia una necessità di chi partorisce, quindi per quale motivo non potenziare la struttura che già lo fa, quindi che è già avviata e che è solamente da implementare, anziché andarne a creare molte altre. Ci fossero ospedali a distanza di chilometri che non lo fanno (penso ad una Provincia lontana, che può essere il Verbano Cusio Ossola), oppure due ospedali che sono a 50 chilometri l'uno dall'altro, a quel punto sarebbe giustificato averne di più, ma, quando si può raggiungere comodamente a piedi un ospedale o l'altro, non lo vedo necessario. Credo che sia solo ed esclusivamente un incremento dei costi, quando, invece, si può andare ad implementare una struttura già esistente che funziona bene. Ripeto, credo che sia solamente un motivo per aumentare i costi. LEVI Marta (Vicepresidente) La parola al Consigliere Genisio. GENISIO Domenica Io non voglio essere scortese con il Consigliere Ricca, perché ci confrontiamo sempre con la massima serenità, però io la invito, così come è scritto nella pagina 2 della proposta di ordine del giorno, a leggere i punti n. 1, n. 2 e n. 3. Io non ho sottoscritta la proposta di ordine del giorno del Consigliere Onofri, e nemmeno altri Consiglieri, però quel giorno in Commissione abbiamo ragionato tutti insieme, poi non l'abbiamo firmata, ma ovviamente la condividiamo: "Si invita il Sindaco e la Giunta a farsi promotori presso l'ANCI ed il Parlamento affinché sia inserito nei Livelli Essenziali di Assistenza il parto in analgesia. Invita la Regione Piemonte a garantire presso le Aziende Sanitarie, sedi di ostetricia, risorse e supporti organizzativi al fine di potenziare l'assistenza per il parto in analgesia e per l'utilizzo di tecniche, anche non farmacologiche, finalizzate alla riduzione del dolore". Punto terzo: "Le Aziende Sanitarie sono invitate ad informare in sede di bilancio di salute le donne relativamente alle percentuali...", cioè come è stato l'andamento del parto effettuato presso quelle realtà. Quindi, usciamo dalla Città di Torino; si tratta di chiedere che il parto indolore in analgesia, così come tecnicamente è definito, venga inserito nei Livelli Essenziali di Assistenza. Livelli essenziali che garantiscono a tutte le donne, su tutto il territorio nazionale, determinati interventi. Questo è. Siccome non è previsto nei Livelli Essenziali di Assistenza, anzi, c'è una Legge che lo prevede, ma non è ancora inserito nei Livelli Essenziali di Assistenza, anche se ormai la legislatura regionale sta terminando, questo è un invito a livello nazionale, oltre che regionale, ed è un invito espressamente al nostro Presidente dell'ANCI, affinché queste prestazioni vengano inserite nei Livelli Essenziali di Assistenza, che significa che quegli interventi sono quasi obbligatori per chi li richiede. Senza costi eccessivi. Non è un problema di costi, è un problema di scelte di indirizzo. Per questo mi sono permessa di dirle di riguardare bene il dispositivo, perché dire che una donna che sta per partorire si può spostare a piedi per 500 metri non ci sta molto... (INTERVENTO FUORI MICROFONO). No, uno può scegliere o non scegliere, comunque è un intervento rivolto al nostro Presidente dell'ANCI. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Direi che è meglio non parlare di quello che non si conosce. LEVI Marta (Vicepresidente) La parola al Consigliere Viale. VIALE Silvio Credo che l'ANCI avrà un sacco di cose da fare, perché è già la seconda mozione oggi che impegna l'ANCI a fare gruppi di lavoro per risolvere i problemi. Tanto vale assegnare all'ANCI il compito anche di fare Leggi e di occuparsi delle cose. Il punto è un altro, cioè come essere contrari all'inserimento nei LEA del parto indolore, cioè della peridurale? Al di là dell'aspetto culturale, per cui una grossa componente di donne del movimento femminista è contrario alla peridurale, perché ritiene che il parto naturale sia affrontabile in altre tecniche, per cui è nozione comune che molte ostetriche tendano a dire che, in fondo, il parto ha un dolore sopportabile, che bisogna prepararsi, eccetera, a parte queste cose, il diritto di avere la peridurale è fondamentale. Bisognerebbe, però, poi avere degli atti concreti, perché noi abbiamo avuto proprio in questi giorni la conferma che l'unico ospedale in grado di garantire la peridurale a chi la volesse è il Sant'Anna. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). No, siamo in Piemonte, io stavo parlando dei 37.000 parti piemontesi. Mi stavo un po' allargando, e non soltanto a quelli torinesi. Sto dicendo che a Torino e in gran parte nel Piemonte l'unico posto in cui la donna che lo desidera può richiedere la peridurale, con la probabilità al 70-80% che venga presa in considerazione, è il Sant'Anna. Gli altri (l'Ospedale Martini, l'Ospedale Maria Vittoria, ma anche quello di Pinerolo e di altre parti) hanno dichiarato che non sono in grado di farla. Per cui, noi dovremmo dire alle donne torinesi che chi vuole la peridurale o va al Sant'Anna, e per una serie di coincidenze potrà farlo, o negli altri posti non potrà farla (se non a pagamento in alcuni posti, perché diventa una prestazione a parte di un anestesista con un DRG a pagamento, per cui alla fine sono 300,00-400,00 Euro, non è in libera professione, per capirci). Questo noi dobbiamo avere il coraggio di dirlo. Allora, qual è il problema? Che garantire la peridurale a tutte le donne che la vogliono, e io sono d'accordo, vuol dire avere dimensioni di reparti sufficientemente grandi per avere anestesisti dedicati, cosa che oggi il Sant'Anna ha, ma che gli altri ospedali non hanno. Per cui l'anestesista, sia quello volenteroso che vorrebbe farla, sia quello che è un po' più, diciamo, fannullone e che dice che sta facendo altro, tende a non farla anche per moltissime altre questioni. Ecco perché - ripeto - io voterò a favore di questa proposta di ordine del giorno con tanti se e tanti ma, ma voterò a favore anche in omaggio alle Colleghe che l'hanno presentata. Ritengo, però, che questa cosa significhi che bisogna ridurre il numero di ostetricie nel territorio, farle di una certa dimensione (oltre i 1.000, 1.500, dovrebbero essere almeno 2.000 parti per avere una cosa decente, vuol dire tre-quattro parti al giorno, tolti i cesarei e altre cose) e quindi una politica di riduzione in questo modo. Faccio notare che il Piemonte, fortunatamente, oggi è messo bene, perché, mentre la media nazionale - dati del Ministero - è di 4.900 ginecologi, il che vuol dire che ogni ginecologo ospedaliero dovrebbe assistere 110 parti all'anno, che vuol dire 2,5 parti a settimana, perché poi si banalizza in questi modi, in Piemonte i 410-417 ginecologi fanno 89 parti all'anno. Vuol dire che uno come me sarebbe impegnato a farne 1,5 a settimana. In realtà, poi dipende da tante questioni, perché a Domodossola, ovviamente, uno come me farebbe un parto a settimana, ma neanche. Chiudendo, dico che io sono d'accordo con questa proposta di ordine del giorno, purché entriamo sempre nell'ottica che, se un giorno dovessimo governare noi, dovremmo fare delle scelte vere e non dire che difendiamo ogni punto nascita perché è importante la tradizione, perché quello vuol dire costi aggiuntivi sulla Sanità e significa ridurre altre cose. Cioè, se noi chiudessimo in Piemonte alcuni piccoli ospedali, con quei soldi potremmo garantire anestesisti dedicati in alcuni ospedali più grandi per fare i LEA sul parto in analgesia, altrimenti non lo faremo mai, rischiamo solo di fare delle belle intenzioni. Ecco perché, con questo spirito e anche in omaggio alla discussione che c'è stata in Commissione, voto a favore della proposta di ordine del giorno, pur con molte perplessità, perché molte volte vengono presentate delle proposte di ordine del giorno più per ribadire dei principi, che per affrontare i problemi. LEVI Marta (Vicepresidente) La parola al Consigliere Centillo. CENTILLO Maria Lucia Hanno parlato Colleghe e Colleghi prima di me, quindi io vorrei solo aggiungere una questione e dare anche in Aula un'informazione che abbiamo già dato in Commissione. La necessità non è soltanto quella di inserire nei LEA l'epidurale, ma di avere un quadro che consenta di operare sull'analgesia da parto, come diceva poco fa il Consigliere Viale, che non riguarda soltanto la possibilità di usufruire di tecniche di analgesia collegate all'utilizzo di farmaci anestetici, che prevedono la presenza ovviamente di anestesisti esperti in questa tecnica. Il Sant'Anna è un ospedale non solo regionale, ma è un ospedale di rilievo nazionale, credo il secondo ospedale europeo per dimensioni, e non possiamo metterci a discutere di aspetti che, invece, sono da lasciare ai clinici, perché ci sono delle linee guida che stabiliscono il numero di parti per servizio. Anche al Sant'Anna ci sono tanti parti, ma, poi, magari, se andiamo a vedere quanti ne vengono fatti per ciascuna divisione, vediamo che i numeri non sono molto più elevati di quelli che vengono fatti all'Ospedale Maria Vittoria, all'Ospedale Mauriziano, piuttosto che all'Ospedale Martini. Questi aspetti, secondo me, non ci devono riguardare e non dobbiamo entrare nel merito di scelte cliniche. Mi ha colpito molto la cosa che diceva fuori verbale il Consigliere Ricca: "Si partorisce così da 2.000 anni". Noi non dobbiamo avere un approccio ideologico al contrario ai progressi della scienza e fa specie che i progressi della scienza, quando sono applicati alle donne, trovano a volte delle resistenze, per cui si partorisce e allora devi soffrire. È una cosa incredibile dal punto di vista scientifico, ma anche dal punto di vista filosofico e anche dal punto di vista politico. Quindi, i progressi della scienza sempre devono essere utilizzati a beneficio delle persone che, in quel particolare momento, ne usufruiscono. Si sono fatti molti passi avanti, si diceva non soltanto con l'epidurale, ci sono tecniche che richiedono risorse, che richiedono disponibilità e competenze che possono riguardare le ostetriche, che possono riguardare l'organizzazione dei locali, dei servizi e che vanno nella direzione di partorire nel modo migliore e nel modo più adatto a quella donna in quel momento, e su questo c'è tutto un pensiero che non è soltanto un pensiero tecnico. In molti ospedali, per esempio, si sta cercando di utilizzare anche il protossido d'azoto, piuttosto che tecniche di preparazione e di assistenza che permettono alle donne, anche con la presenza di una persona vicino, di ottenere il massimo di quella che viene definita anche la compliance. Quindi, queste cose non sono neutre, prevedono scelte tecniche e anche supporti politici. In questo senso, e lo dico anche a beneficio della discussione della prossima proposta di ordine del giorno, con il Presidente Genisio, in relazione a segnalazioni che ci sono state fatte sia da associazioni di donne, che da responsabili di ASL, abbiamo scritto una lettera all'Assessorato alla Sanità della Regione, in cui, sulla questione dell'assistenza alle donne che va dal contrasto alla violenza di genere, ai Consultori, a come si seguono le gravidanze, alla presenza di obiettori e non obiettori in applicazione della Legge n. 194, la stessa questione dell'analgesia da parto, noi chiediamo di poter individuare quelle modalità che permettano di garantire risorse e servizi affinché la salute delle donne sia considerata centrale e non penalizzata da scelte che non sono solo di tipo economico, ma che potrebbero essere anche scelte legate all'approccio. Noi crediamo che, invece, si possa fare molto di più per la prevenzione, per l'assistenza e per il completo rispetto di quelli che sono i principi che sono alla base di queste forme di promozione della salute. LEVI Marta (Vicepresidente) Non essendoci altre richieste di intervento, pongo in votazione la proposta di ordine del giorno: presenti 30, favorevoli 28, contrari 2. La proposta di ordine del giorno è approvata. |