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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 17 Marzo 2014 ore 10,00
Paragrafo n. 33
ORDINE DEL GIORNO 2012-05788
(ODG N. 7/2014) "INTRODUZIONE PARTO INDOLORE ALL'INTERNO DEI LIVELLI ESSENZIALI DI ASSISTENZA" PRESENTATA DAI CONSIGLIERI ONOFRI ED ALTRI IN DATA 5 NOVEMBRE 2012.
Interventi

LEVI Marta (Vicepresidente)
Passiamo alla discussione della seguente proposta di ordine del giorno n. mecc.
201205788/002, presentata in data 5 novembre 2012, avente per oggetto:

"Introduzione parto indolore all'interno dei Livelli Essenziali di Assistenza"

LEVI Marta (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Onofri.

ONOFRI Laura
Questa proposta di ordine del giorno nasce dal fatto che il parto indolore non è
inserito nei Livelli Essenziali di Assistenza; riteniamo, invece, importante che lo sia,
perché il dolore nel parto - chi l'ha provato lo sa, ma anche chi non l'ha provato
penso possa immaginarlo - può anche colpire molto le gestanti, tant'è che, fino a
certi punti, alcune donne non vogliono più avere un secondo figlio, proprio per il
dolore provato.
Inoltre, il parto indolore è importante, perché non addormenta come il parto cesareo,
ma la donna rimane vigile, può avere una gravidanza molto tranquilla, può
partecipare al momento della nascita e anche questo è molto importante per mettersi
subito in relazione con il bambino che sta nascendo, quindi è ritenuto un momento
essenziale.
È una scelta, chiaramente, che ogni donna può fare o non fare, e chiaramente deve
rimanere una libera scelta, ma dev'essere garantita dai presidi sanitari dove la donna
va a partorire.
Noi abbiamo fatto una Commissione, in cui sono stati auditi tutti i Direttori dei
Dipartimenti di ginecologia ed ostetricia e l'unico ospedale a Torino che garantisce
sempre il parto indolore è l'Ospedale Sant'Anna, che ha anche degli anestesisti
dedicati. Altri ospedali, invece, per le dimensioni più ridotte e per il fatto che
annualmente hanno molti meno parti, non lo praticano.
Tra l'altro, con questa proposta di ordine del giorno, che è stata poi coordinata con
un emendamento di Commissione, chiediamo al Sindaco ed alla Giunta di farsi
promotori presso l'ANCI ed il Parlamento affinché il parto indolore sia inserito nei
Livelli Essenziali di Assistenza (il parto in analgesia, per chiamarlo tecnicamente in
modo corretto) e di farsi promotori presso la Regione Piemonte affinché garantisca
presso le Aziende Sanitarie e le sedi di reparti di ostetricia risorse e supporti
organizzativi per potenziare l'assistenza al parto indolore e anche per aumentare
l'utilizzo di tecniche non farmacologiche, come ci è stato spiegato in Commissione,
perché, ora come ora, si sta andando molto avanti in questo senso e molti ospedali
stanno sperimentando altre tecniche che possono essere altrettanto efficaci, sempre
però finalizzate alla riduzione del dolore.
Inoltre, si invitano le Aziende Sanitarie ad informare le donne, in sede di bilancio di
salute, delle percentuali nei loro reparti di taglio cesareo e di parto in analgesia
presso la struttura.
Penso che questo sia sufficiente.

LEVI Marta (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Ricca.

RICCA Fabrizio
Una struttura che fa il parto indolore c'è e credo che vada potenziata.
Torino è una città abbastanza grande, ma, allo stesso tempo, abbastanza piccola da
poter gestire in un'unica struttura ospedaliera questo tipo di interventi, quindi non
vedo per quale motivo noi dovremmo creare più e più strutture che fanno la stessa
identica cosa.
Facciamo in modo che una sola funzioni e ci si metta nella condizione di poter
esaurire tutte quelle che sono le richieste.
Credo che per una mamma non sia importante partorire in un ospedale piuttosto che
in un altro, ma magari le interessa che sia indolore, quindi a quel punto l'importante
è che avvenga in questo modo. Poi, il dove, 500 metri prima o 500 metri dopo, non
credo sia una necessità di chi partorisce, quindi per quale motivo non potenziare la
struttura che già lo fa, quindi che è già avviata e che è solamente da implementare,
anziché andarne a creare molte altre.
Ci fossero ospedali a distanza di chilometri che non lo fanno (penso ad una Provincia
lontana, che può essere il Verbano Cusio Ossola), oppure due ospedali che sono a 50
chilometri l'uno dall'altro, a quel punto sarebbe giustificato averne di più, ma,
quando si può raggiungere comodamente a piedi un ospedale o l'altro, non lo vedo
necessario. Credo che sia solo ed esclusivamente un incremento dei costi, quando,
invece, si può andare ad implementare una struttura già esistente che funziona bene.
Ripeto, credo che sia solamente un motivo per aumentare i costi.

LEVI Marta (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Genisio.

GENISIO Domenica
Io non voglio essere scortese con il Consigliere Ricca, perché ci confrontiamo
sempre con la massima serenità, però io la invito, così come è scritto nella pagina 2
della proposta di ordine del giorno, a leggere i punti n. 1, n. 2 e n. 3.
Io non ho sottoscritta la proposta di ordine del giorno del Consigliere Onofri, e
nemmeno altri Consiglieri, però quel giorno in Commissione abbiamo ragionato tutti
insieme, poi non l'abbiamo firmata, ma ovviamente la condividiamo: "Si invita il
Sindaco e la Giunta a farsi promotori presso l'ANCI ed il Parlamento affinché sia
inserito nei Livelli Essenziali di Assistenza il parto in analgesia. Invita la Regione
Piemonte a garantire presso le Aziende Sanitarie, sedi di ostetricia, risorse e supporti
organizzativi al fine di potenziare l'assistenza per il parto in analgesia e per l'utilizzo
di tecniche, anche non farmacologiche, finalizzate alla riduzione del dolore". Punto
terzo: "Le Aziende Sanitarie sono invitate ad informare in sede di bilancio di salute
le donne relativamente alle percentuali...", cioè come è stato l'andamento del parto
effettuato presso quelle realtà. Quindi, usciamo dalla Città di Torino; si tratta di
chiedere che il parto indolore in analgesia, così come tecnicamente è definito, venga
inserito nei Livelli Essenziali di Assistenza. Livelli essenziali che garantiscono a
tutte le donne, su tutto il territorio nazionale, determinati interventi. Questo è.
Siccome non è previsto nei Livelli Essenziali di Assistenza, anzi, c'è una Legge che
lo prevede, ma non è ancora inserito nei Livelli Essenziali di Assistenza, anche se
ormai la legislatura regionale sta terminando, questo è un invito a livello nazionale,
oltre che regionale, ed è un invito espressamente al nostro Presidente dell'ANCI,
affinché queste prestazioni vengano inserite nei Livelli Essenziali di Assistenza, che
significa che quegli interventi sono quasi obbligatori per chi li richiede.
Senza costi eccessivi. Non è un problema di costi, è un problema di scelte di
indirizzo. Per questo mi sono permessa di dirle di riguardare bene il dispositivo,
perché dire che una donna che sta per partorire si può spostare a piedi per 500 metri
non ci sta molto... (INTERVENTO FUORI MICROFONO). No, uno può scegliere o
non scegliere, comunque è un intervento rivolto al nostro Presidente dell'ANCI.
(INTERVENTO FUORI MICROFONO). Direi che è meglio non parlare di quello
che non si conosce.

LEVI Marta (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Viale.

VIALE Silvio
Credo che l'ANCI avrà un sacco di cose da fare, perché è già la seconda mozione
oggi che impegna l'ANCI a fare gruppi di lavoro per risolvere i problemi. Tanto vale
assegnare all'ANCI il compito anche di fare Leggi e di occuparsi delle cose.
Il punto è un altro, cioè come essere contrari all'inserimento nei LEA del parto
indolore, cioè della peridurale? Al di là dell'aspetto culturale, per cui una grossa
componente di donne del movimento femminista è contrario alla peridurale, perché
ritiene che il parto naturale sia affrontabile in altre tecniche, per cui è nozione
comune che molte ostetriche tendano a dire che, in fondo, il parto ha un dolore
sopportabile, che bisogna prepararsi, eccetera, a parte queste cose, il diritto di avere
la peridurale è fondamentale.
Bisognerebbe, però, poi avere degli atti concreti, perché noi abbiamo avuto proprio
in questi giorni la conferma che l'unico ospedale in grado di garantire la peridurale a
chi la volesse è il Sant'Anna. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). No, siamo in
Piemonte, io stavo parlando dei 37.000 parti piemontesi. Mi stavo un po' allargando,
e non soltanto a quelli torinesi. Sto dicendo che a Torino e in gran parte nel Piemonte
l'unico posto in cui la donna che lo desidera può richiedere la peridurale, con la
probabilità al 70-80% che venga presa in considerazione, è il Sant'Anna. Gli altri
(l'Ospedale Martini, l'Ospedale Maria Vittoria, ma anche quello di Pinerolo e di altre
parti) hanno dichiarato che non sono in grado di farla.
Per cui, noi dovremmo dire alle donne torinesi che chi vuole la peridurale o va al
Sant'Anna, e per una serie di coincidenze potrà farlo, o negli altri posti non potrà
farla (se non a pagamento in alcuni posti, perché diventa una prestazione a parte di
un anestesista con un DRG a pagamento, per cui alla fine sono 300,00-400,00 Euro,
non è in libera professione, per capirci). Questo noi dobbiamo avere il coraggio di
dirlo.
Allora, qual è il problema? Che garantire la peridurale a tutte le donne che la
vogliono, e io sono d'accordo, vuol dire avere dimensioni di reparti sufficientemente
grandi per avere anestesisti dedicati, cosa che oggi il Sant'Anna ha, ma che gli altri
ospedali non hanno.
Per cui l'anestesista, sia quello volenteroso che vorrebbe farla, sia quello che è un
po' più, diciamo, fannullone e che dice che sta facendo altro, tende a non farla anche
per moltissime altre questioni.
Ecco perché - ripeto - io voterò a favore di questa proposta di ordine del giorno con
tanti se e tanti ma, ma voterò a favore anche in omaggio alle Colleghe che l'hanno
presentata.
Ritengo, però, che questa cosa significhi che bisogna ridurre il numero di ostetricie
nel territorio, farle di una certa dimensione (oltre i 1.000, 1.500, dovrebbero essere
almeno 2.000 parti per avere una cosa decente, vuol dire tre-quattro parti al giorno,
tolti i cesarei e altre cose) e quindi una politica di riduzione in questo modo.
Faccio notare che il Piemonte, fortunatamente, oggi è messo bene, perché, mentre la
media nazionale - dati del Ministero - è di 4.900 ginecologi, il che vuol dire che ogni
ginecologo ospedaliero dovrebbe assistere 110 parti all'anno, che vuol dire 2,5 parti
a settimana, perché poi si banalizza in questi modi, in Piemonte i 410-417 ginecologi
fanno 89 parti all'anno. Vuol dire che uno come me sarebbe impegnato a farne 1,5 a
settimana. In realtà, poi dipende da tante questioni, perché a Domodossola,
ovviamente, uno come me farebbe un parto a settimana, ma neanche.
Chiudendo, dico che io sono d'accordo con questa proposta di ordine del giorno,
purché entriamo sempre nell'ottica che, se un giorno dovessimo governare noi,
dovremmo fare delle scelte vere e non dire che difendiamo ogni punto nascita perché
è importante la tradizione, perché quello vuol dire costi aggiuntivi sulla Sanità e
significa ridurre altre cose. Cioè, se noi chiudessimo in Piemonte alcuni piccoli
ospedali, con quei soldi potremmo garantire anestesisti dedicati in alcuni ospedali più
grandi per fare i LEA sul parto in analgesia, altrimenti non lo faremo mai, rischiamo
solo di fare delle belle intenzioni.
Ecco perché, con questo spirito e anche in omaggio alla discussione che c'è stata in
Commissione, voto a favore della proposta di ordine del giorno, pur con molte
perplessità, perché molte volte vengono presentate delle proposte di ordine del
giorno più per ribadire dei principi, che per affrontare i problemi.

LEVI Marta (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Centillo.

CENTILLO Maria Lucia
Hanno parlato Colleghe e Colleghi prima di me, quindi io vorrei solo aggiungere una
questione e dare anche in Aula un'informazione che abbiamo già dato in
Commissione. La necessità non è soltanto quella di inserire nei LEA l'epidurale, ma
di avere un quadro che consenta di operare sull'analgesia da parto, come diceva poco
fa il Consigliere Viale, che non riguarda soltanto la possibilità di usufruire di
tecniche di analgesia collegate all'utilizzo di farmaci anestetici, che prevedono la
presenza ovviamente di anestesisti esperti in questa tecnica.
Il Sant'Anna è un ospedale non solo regionale, ma è un ospedale di rilievo nazionale,
credo il secondo ospedale europeo per dimensioni, e non possiamo metterci a
discutere di aspetti che, invece, sono da lasciare ai clinici, perché ci sono delle linee
guida che stabiliscono il numero di parti per servizio. Anche al Sant'Anna ci sono
tanti parti, ma, poi, magari, se andiamo a vedere quanti ne vengono fatti per ciascuna
divisione, vediamo che i numeri non sono molto più elevati di quelli che vengono
fatti all'Ospedale Maria Vittoria, all'Ospedale Mauriziano, piuttosto che
all'Ospedale Martini.
Questi aspetti, secondo me, non ci devono riguardare e non dobbiamo entrare nel
merito di scelte cliniche. Mi ha colpito molto la cosa che diceva fuori verbale il
Consigliere Ricca: "Si partorisce così da 2.000 anni". Noi non dobbiamo avere un
approccio ideologico al contrario ai progressi della scienza e fa specie che i progressi
della scienza, quando sono applicati alle donne, trovano a volte delle resistenze, per
cui si partorisce e allora devi soffrire. È una cosa incredibile dal punto di vista
scientifico, ma anche dal punto di vista filosofico e anche dal punto di vista politico.
Quindi, i progressi della scienza sempre devono essere utilizzati a beneficio delle
persone che, in quel particolare momento, ne usufruiscono.
Si sono fatti molti passi avanti, si diceva non soltanto con l'epidurale, ci sono
tecniche che richiedono risorse, che richiedono disponibilità e competenze che
possono riguardare le ostetriche, che possono riguardare l'organizzazione dei locali,
dei servizi e che vanno nella direzione di partorire nel modo migliore e nel modo più
adatto a quella donna in quel momento, e su questo c'è tutto un pensiero che non è
soltanto un pensiero tecnico.
In molti ospedali, per esempio, si sta cercando di utilizzare anche il protossido
d'azoto, piuttosto che tecniche di preparazione e di assistenza che permettono alle
donne, anche con la presenza di una persona vicino, di ottenere il massimo di quella
che viene definita anche la compliance.
Quindi, queste cose non sono neutre, prevedono scelte tecniche e anche supporti
politici. In questo senso, e lo dico anche a beneficio della discussione della prossima
proposta di ordine del giorno, con il Presidente Genisio, in relazione a segnalazioni
che ci sono state fatte sia da associazioni di donne, che da responsabili di ASL,
abbiamo scritto una lettera all'Assessorato alla Sanità della Regione, in cui, sulla
questione dell'assistenza alle donne che va dal contrasto alla violenza di genere, ai
Consultori, a come si seguono le gravidanze, alla presenza di obiettori e non obiettori
in applicazione della Legge n. 194, la stessa questione dell'analgesia da parto, noi
chiediamo di poter individuare quelle modalità che permettano di garantire risorse e
servizi affinché la salute delle donne sia considerata centrale e non penalizzata da
scelte che non sono solo di tipo economico, ma che potrebbero essere anche scelte
legate all'approccio. Noi crediamo che, invece, si possa fare molto di più per la
prevenzione, per l'assistenza e per il completo rispetto di quelli che sono i principi
che sono alla base di queste forme di promozione della salute.

LEVI Marta (Vicepresidente)
Non essendoci altre richieste di intervento, pongo in votazione la proposta di ordine
del giorno:
presenti 30, favorevoli 28, contrari 2.
La proposta di ordine del giorno è approvata.

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