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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 3 Marzo 2014 ore 10,00
Paragrafo n. 3
INTERPELLANZA 2014-00818
"DOV'? FINITA LA SOCIAL CARD COMUNALE?" PRESENTATA DAI CONSIGLIERI BERTOLA ED APPENDINO IN DATA 17 FEBBRAIO 2014.
Interventi

MAGLIANO Silvio (Vicepresidente Vicario)
Passiamo alla discussione dell'interpellanza n. mecc. 201400818/002, presentata in data
17 febbraio 2014, avente per oggetto:

"Dov'è finita la social card comunale?"

MAGLIANO Silvio (Vicepresidente Vicario)
La parola, per la risposta, al Vicesindaco.

TISI Elide (Vicesindaco)
Intanto, credo di dover precisare che non era una social card comunale, ma la social
card voluta come riconversione della vecchia social card, quella che con i Governi
Berlusconi era stata erogata direttamente tramite l'INPS ai beneficiari e che, in qualche
modo, aveva coinvolto per una parte dell'istruttoria i Comuni, tant'è che i Comuni che
volevano poterne fruire per i propri cittadini hanno dovuto esplicitare l'adesione, che il
Consigliere ricorderà bene, perché è stata oggetto di una deliberazione del Consiglio.
La stima che, in realtà, aveva fatto il Ministero, insieme all'ISTAT, dei beneficiari di
Torino, ma anche di tutte le altre città, era infinitamente superiore a quella che si è
rivelata, poi, l'effettiva domanda. Inizialmente, la stima era stata di circa 11.000
beneficiari, mentre le domande sono state 1.948, accettate e caricate sul programma
informatico, su cui si è creato un lavoro di rete anche con le organizzazioni del
territorio.
La social card, secondo il Decreto Ministeriale, doveva rispettare dei requisiti, anche
molto stringenti (credo che alcuni di questi li ricorderà anche il Consigliere Bertola): il
primo era un ISEE non superiore ai 3.000,00 Euro, il secondo era di avere all'interno
del nucleo familiare dei minori ed il terzo, che poi si è rivelato essere quello che in
realtà ha causato in tutta Italia - anche se, adesso, parlo di Torino - una media molto alta
di mancata accettazione delle domande da parte dell'INPS, riguarda proprio il requisito
di aver perso il lavoro negli ultimi tre anni, che era un dato che, evidentemente, non era
prevedibile né dal Ministero inizialmente, né dal Comune.
Le domande che, presumibilmente, potranno essere accolte sulla base della graduatoria
provvisoria sono in totale 1.948; la capienza di risorse - come era già stato detto - era di
oltre 3 milioni di Euro (poi, dirò la cifra esatta) e, sulla base di questa disponibilità di
risorse, era stata stimata la possibilità di accogliere circa un migliaio di domande.
Come dicevo, come Città ne abbiamo calcolate 1.948, che sono state trasferite al
Ministero e all'INPS per la successiva istruttoria e graduatoria. Sulla base di questo
lavoro fatto dall'INPS, ad oggi sono 347 le domande accolte, 410 le domande idonee,
71 le domande sospese e 1.120 le domande non idonee. Queste 1.120 domande non
idonee sono una percentuale rilevantissima, perché manca proprio il requisito della
perdita del lavoro negli ultimi tre anni.
Per quanto riguarda le 347 domande accolte, i tempi saranno molto brevi e sono il
primo gruppo a cui verrà assegnata la social card. Per quanto riguarda invece le
domande idonee, il Ministero ha previsto che sia necessario attendere i tempi di
presentazione dei ricorsi da parte dei presentatori delle domande che sono state ritenute
non idonee (quindi, sono 1.120 quelli che, se lo riterranno, dovranno presentare il
ricorso). Pertanto, la Città è ora nelle condizioni di pubblicare la graduatoria provvisoria
sul sito istituzionale - come avrete visto - e di procedere alla comunicazione via lettera
personalizzata ai cittadini per informarli rispetto all'esito della loro domanda. La
domanda di ricorso, quindi il riesame, dovrà essere presentata non oltre il 14 marzo
2014.
Il ritardo rispetto al cronoprogramma, che era stato previsto dal Ministero delle
Politiche Sociali (che stimava l'avvio della sperimentazione ed i primi accrediti nel
dicembre 2013), è sostanzialmente legato ai problemi emersi nelle operazioni di verifica
e di controllo delle domande da parte dell'INPS e alle difficoltà e - mi dispiace dirlo -,
talvolta, anche al malfunzionamento nel sistema informatico dell'INPS, sul quale i
Comuni hanno dovuto inserire le correzioni.
Inoltre, va specificato che i nostri Uffici hanno dovuto ricontattare centinaia di cittadini,
la cui domanda risultava sospesa nel sistema INPS, al fine di integrare dati ed
informazioni non completi (ad esempio, uno di questi era la rinuncia alla vecchia social
card). Queste difficoltà sono state fatte presenti al Ministero, anche in recenti incontri -
nel mese di gennaio - alla presenza del Sottosegretario Guerra, perché non soltanto
hanno appesantito e complicato il lavoro a livello locale, ma non hanno permesso di
rispettare i tempi, su cui, peraltro, anche noi, come Città, confidavamo.
Come ho anticipato, le risorse disponibili per la sperimentazione sono state, per
l'esattezza, di 3.830.000,00 Euro. Questi fondi non sono stati trasferiti sul Bilancio della
Città, quindi non sono a disposizione della Città eventualmente per poter essere
utilizzati, magari anche con finalità analoghe, ma al di fuori della social card. In questa
fase, non c'è stata la possibilità di avere risorse aggiuntive, anche soltanto per coprire
gli oneri derivanti dal maggiore lavoro che tutta questa procedura ha comportato a
carico della Città, ma, anche per quanto riguarda i progetti personalizzati di presa in
carico che erano previsti nel Decreto; era previsto che i Comuni provvedessero con
risorse proprie nell'ambito delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili,
quindi, si è cercato e si sta cercando di portarli avanti nell'ambito del personale e delle
risorse che ci sono.
Finalmente, nel dicembre 2013, si è prevista un'assegnazione di fondi finalizzata al
sostegno della sperimentazione - che, però, non sono ancora disponibili - per poter
valutare gli esiti di questo percorso. Per poter accedere a questi fondi è prevista la
stipula di un apposito protocollo, a cui abbiamo aderito, ed i fondi previsti per la Città di
Torino dedicati al monitoraggio ed alla verifica del programma dovranno essere di
100.000,00 Euro.
La Città dovrà, però, presentare un programma generale delle azioni per l'utilizzo di tali
fondi, come dicevo, prioritariamente da riservare alla valutazione del programma e
all'azione di supporto. Si tratta di una cifra - 100.000,00 Euro - evidentemente molto
piccola rispetto alla quantità, anche numerica, di progetti personalizzati e di attività
amministrative che si sono dovute mettere in atto.
Il coinvolgimento dei soggetti del Terzo Settore non era vincolante, anche se era
auspicato nel percorso della social card, comunque come Città abbiamo predisposto,
con una deliberazione, l'attuazione del percorso di sperimentazione proprio
coinvolgendo i soggetti del Terzo Settore (anzi, era addirittura già previsto all'interno
della deliberazione di Consiglio). In primis, abbiamo coinvolto i soggetti aderenti al
Tavolo cittadino di coordinamento della rete di contrasto alle povertà e, poi, sono stati
predisposti accordi di collaborazione, peraltro proprio per poter mantenere gli impegni
dei tempi, quindi anche allargando la rete degli sportelli che svolgevano questa funzione
nel periodo della raccolta delle domande.
In ogni caso, tra i soggetti coinvolti ci sono l'Ufficio Pio della Compagnia di San Paolo,
Save the Children, ActionAid, la Caritas, il Sermig e la Società di San Vincenzo e, in un
secondo momento, sono state coinvolte anche le Organizzazioni Sindacali e le ACLI,
anche come appoggio rispetto agli sportelli che hanno già disponibili in città.
In conclusione, dal punto di vista della valutazione politica, mi sento di aggiungere che,
pur apprezzando e condividendo la necessità che si realizzino dei programmi di
contrasto alle povertà a livello nazionale ed in attesa della possibilità di un reddito che
garantisca un minimo di sopravvivenza a tutte le persone che vivono in situazioni di
disagio, credo che sia molto importante che da parte del Ministero ci sia una maggiore
valorizzazione di quelle che sono le Autonomie Locali; una Città come Torino, che
annualmente si fa carico di molte migliaia di beneficiari nel tentativo e con la volontà di
lavorare come contrasto alle povertà, certamente avrebbe potuto, forse anche più
utilmente, inserire all'interno delle proprie azioni una misura che, dal punto di vista
economico, è davvero molto significativa.
L'altra valutazione è che le sperimentazioni, oltre che essere praticabili e il più semplici
possibile, devono poter avere poi anche una continuità, perché è evidente che circa
3.800.000,00 Euro per una Città come Torino possono essere una cifra importante,
peraltro se sommati agli altri strumenti di contrasto alle povertà; è altrettanto vero che,
però, bisogna dare una continuità, perché non si possono ingenerare delle aspettative
che, poi, non si è in grado di mantenere.

MAGLIANO Silvio (Vicepresidente Vicario)
La parola al Consigliere Bertola.

BERTOLA Vittorio
Ringrazio l'Assessore per la risposta lunga e molto esauriente. Chiedo comunque di
rimandare l'argomento in IV Commissione più, eventualmente, in Commissione Diritti
e Pari Opportunità, per parlarne con calma magari fra qualche settimana, quando sarà
scaduto il termine dei ricorsi e avremo un quadro più complessivo.
Il tema è importante, anche perché questa misura era sicuramente attesa da un parco di
potenziali beneficiari e, effettivamente, concordo anche con la sua conclusione, nel
senso che, andando a vedere tutta la storia, c'è stato un grande lavoro ed un grande
impegno per uno strumento che è partito per avere 12.000 beneficiari, mentre finisce per
essere concesso a circa 300 beneficiari (che, al termine dei ricorsi, potranno essere 700).
Inoltre, credo che si sia trattato di una procedura burocratica abbastanza complicata, che
comunque ha comportato un carico piuttosto significativo per l'Amministrazione
Comunale, anche con l'aiuto del Terzo Settore.
In effetti, se avessimo potuto gestire queste risorse insieme a tutto quello che già
facciamo, probabilmente ci sarebbe stata un'ottimizzazione invece che una duplicazione
di strumenti per arrivare, poi, allo stesso fine. Per carità, fortunatamente, ogni tanto,
anche lo Stato mette qualche Lira per aiutare i poveri, per cui, dall'altra parte, sono ben
contento che ci sia il programma.
L'interpellanza nasce dal fatto che alcune di queste famiglie si aspettavano il sussidio
nel mese di dicembre o di gennaio e, chiaramente, famiglie in quella condizione ne
hanno bisogno, per cui gli cambia abbastanza la vita. Credo di aver capito che, per chi
non dovrà aspettare i ricorsi, i fondi potranno essere erogati già dal mese di marzo,
mentre per gli altri forse ciò avverrà dal mese di aprile (in pratica, finito questo periodo
di valutazione); speriamo che avvenga il prima possibile.
Onestamente, non ho capito per quanto tempo basteranno i fondi e, quindi, quando si
concluderà il progetto; cioè, questo sussidio arriva a fine anno? Dura dodici mesi? Va
avanti finché non finiamo i soldi? Francamente, non l'ho capito.
Ho compreso il fatto che, chiaramente, ci sono dei fondi che sono avanzati (visto che si
pensava di coprire mille famiglie e noi ne abbiamo solo settecento) e che sono nelle
mani del Ministero, però si potrebbe cercare di capire se, magari, si può riutilizzare la
graduatoria (allargando un po' la platea dei beneficiari, abbassando il punteggio minimo
o cose del genere) o se, comunque, questi fondi si possono utilizzare per altri progetti di
questo genere; potremmo trovare un modo per non perdere questi fondi che - se ho
capito bene - sono avanzati dall'iniziativa.
Per quanto riguarda la domanda sul Terzo Settore, volevo capire chi e come è stato
coinvolto e, in effetti, da quanto ho capito, in realtà li abbiamo coinvolti noi, nel senso
che, alla fine, il progetto si limitava a mettere i fondi proprio per l'erogazione dei
sussidi e, sostanzialmente, il resto era a carico nostro; quindi, ben venga se, adesso, ci
danno 100.000,00 Euro per coprire un po' di spese.
A maggior ragione, questo mi fa pensare che, forse, è veramente una montagna che ha
partorito un topolino, perché, oltretutto, a noi ha generato una serie di costi (che,
ovviamente, l'Amministrazione sostiene volentieri, finché può, per i poveri), ma se, a
livello nazionale, si mette in piedi un progetto, ci si aspetta che vengano coperte tutte le
spese del progetto.
Chiedo che questo argomento venga rimandato in Commissione per fare una
discussione più approfondita e capire che cosa succederà nel futuro, cioè se, anche a
livello nazionale, magari si può ragionare relativamente ad uno strumento migliorato o,
comunque, diverso.

MAGLIANO Silvio (Vicepresidente Vicario)
La parola, per una breve replica, al Vicesindaco.

TISI Elide (Vicesindaco)
Vorrei fare alcune precisazioni rispetto alle richieste. Per quanto riguarda le 347
domande accolte, a breve i beneficiari riceveranno la lettera di comunicazione per il
ritiro della nuova social card, mentre relativamente alle 410 domande considerate
idonee, si dovranno aspettare i ricorsi, perché - come dicevo - ce ne sono 71 sospese e
1.120 ritenute non idonee. È chiaro che, se la capienza è di 1.000, dipende da come
andranno i ricorsi, perché, oggi, arriveremmo a 750, ma, se tra questi 1.120 ce ne
saranno molti per i quali verrà accolto il ricorso, è possibile che ci si avvicinerà al
numero che è corrispondente alle risorse disponibili.
Se, viceversa, non sarà così e ci saranno delle risorse che residueranno, porremo la
questione al Ministero, perché non è pensabile che, in un momento del genere, non
vengano utilizzate tutte le risorse.

MAGLIANO Silvio (Vicepresidente Vicario)
Comunico al Consiglio Comunale che accolgo la richiesta del Consigliere Bertola di
procedere, al termine della valutazione dei ricorsi, ad un approfondimento in IV
Commissione più Commissione Diritti e Pari Opportunità; lo comunico agli Uffici
dichiarandolo a verbale in Aula.
L'interpellanza è discussa.

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