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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 3 Marzo 2014 ore 10,00
Paragrafo n. 11

Comunicazioni del Presidente "Esito Conferenza Capigruppo e richieste di comunicazioni al Sindaco su:
Interventi

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
Riprendiamo i lavori dell'Aula e trattiamo le comunicazioni del Sindaco.
La parola, sull'ordine dei lavori, al Consigliere Liardo.

LIARDO Enzo
Vorrei solo sapere - la mia è una semplice curiosità - come mai dal termine della
Conferenza dei Capigruppo è trascorso circa un quarto d'ora.

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
Io le rispondo che c'è stata una condivisione a riprendere dopo 15 minuti.
Procediamo con la trattazione delle richieste di comunicazioni, che sono quattro.
La prima richiesta di comunicazioni al Sindaco è relativa alle preoccupanti notizie che
giungono dall'Ucraina e che impongono a tutti noi, quindi non solo da parte del
Consigliere proponente, di prendere in qualche modo coscienza della gravità della
situazione.
In relazione a questa prima parte della richiesta di comunicazioni, non avendo il
Sindaco sufficienti informazioni che possano permettere un dibattito sulla materia oggi,
abbiamo, come Conferenza dei Capigruppo, ritenuto di non concedere questa prima
parte di dibattito, ma concederemo il minuto di intervento al Consigliere...
(INTERVENTO FUORI MICROFONO). Neanche il minuto? Bene.
Invece, relativamente alla seconda parte della richiesta di comunicazioni al Sindaco,
che, in realtà, è richiesta al Presidente del Consiglio e al Consiglio Comunale, viene
accordato da questo Consiglio Comunale di abbassare a mezz'asta la bandiera
dell'Unione Europea affinché l'Unione Europea si faccia parte attiva nella risoluzione
pacifica della grave situazione determinatasi in Ucraina, evitando che la popolazione
venga minacciata da nuovi conflitti. Relativamente a questo, è stato accordato quanto
appena detto.
Relativamente alla richiesta di comunicazioni a firma del Consigliere Ambrogio, in
merito alle informazioni reperite dagli organi di stampa (informazioni non corrette,
come è stato spiegato in Conferenza dei Capigruppo) sulla possibilità di incrementare la
TASI, la tassa comunale, per l'anno che viene, si è stabilito di non concedere le
comunicazioni e di richiamare, invece, l'argomento per un approfondimento puntuale,
disponibile l'Assessore Passoni in merito, in Commissione Consiliare.
Relativamente a questo, non avendo accordato al Capogruppo Marrone la possibilità di
intervenire, viene concesso l'intervento di un minuto al Consigliere Ambrogio.
Prego, Consigliere Ambrogio.

AMBROGIO Paola
So che lei, Assessore Lavolta, è molto preparato, però, in materia di tassazione in
generale, dovrebbe esserci l'Assessore Passoni, nel caso in cui non sia presente il
Sindaco.
Aspetto l'Assessore Passoni per intervenire.

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
Allora dobbiamo rinviarla, perché non vi è l'Assessore in questo momento. Era qui
qualche attimo fa.
Sospendiamo questa comunicazione e procediamo con la successiva, a firma del
Consigliere Magliano, relativa alla modificazione degli orari di illuminazione della
chiesa della Gran Madre.
La parola, per la risposta, all'Assessore Lavolta.

LAVOLTA Enzo (Assessore)
La questione è molto semplice, sarò molto rapido.
Nell'ambito dell'accordo sottoscritto tra la Città di Torino e il Gruppo IREN avente per
oggetto: "Reciproci impegni finalizzati alla riduzione dello stock del credito nei
confronti della Città di Torino", nel corso del 2012, come i Consiglieri sanno, al fine di
contenere il più possibile le spese per la gestione dell'utenza cittadina, la Città impartì
ad "IRIDE Servizi", oggi "IREN Servizi e Innovazioni", alcune disposizioni. In
particolare, due.
La prima che rammento, anche perché aiuta a correggere un'informazione errata che è
stata veicolata ieri in un articolo comparso, se non ricordo male, su una testata locale,
riguarda la riduzione di 20 minuti al giorno dell'accensione degli impianti di
illuminazione pubblica stradale, di cui 10 minuti al mattino e 10 minuti la sera.
Impropriamente, nell'articolo di ieri, veniva riportato che, complessivamente, i minuti
di riduzione erano 40; questo non corrisponde al vero.
La seconda disposizione, che è oggetto della richiesta di informazioni da parte del
Consigliere Magliano, riguardava l'accensione dell'illuminazione decorativa
esclusivamente al sabato e la domenica, tranne che per alcune principali piazze della
città (palazzo di Città, piazza Castello, piazza Vittorio Veneto e piazza Solferino) e per i
monumenti più rappresentativi, tra questi la Mole, Superga e il Monte dei Cappuccini.
In questo accordo era previsto che l'accensione dovesse essere posticipata di mezz'ora
rispetto a quella dell'illuminazione stradale e, nello stesso accordo, era previsto che lo
spegnimento avvenisse alle ore 23.30 durante la settimana.
Questa operazione, concordata nel corso del 2012, ha consentito un risparmio
quantificabile in Euro 160.000,00 per quanto riguarda l'illuminazione dei monumenti e
all'incirca di Euro 440.000,00 per quanto riguarda l'intero sistema di illuminazione
pubblica della città.
L'elenco delle eccezioni approvato dalla Città non comprendeva la chiesa della Gran
Madre, che, anche a seguito di quanto è intercorso e delle segnalazioni di questi giorni,
è oggi al vaglio e verrà inserita nell'elenco dei monumenti rappresentativi della città,
secondo quanto e con la modalità proprio prevista all'interno di questo accordo che
prevedeva, tra l'altro, la costituzione di un Tavolo permanente di lavoro che fosse utile,
tra le altre cose, a definire anche le azioni correttive, che si rendessero necessarie in
relazione al rispetto del piano di rientro.
Naturalmente, sarà mia premura verificare che questo Tavolo di lavoro continui, come
ha già fatto in passato, a rispettare pienamente l'atto di indirizzo o gli atti di indirizzo
che questo Consiglio Comunale ha approvato, a partire dal Piano Regolatore
dell'Illuminazione comunale approvato dal Consiglio Comunale di Torino.

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
La parola al Consigliere Magliano.

MAGLIANO Silvio
Ringrazio l'Assessore per la risposta. È chiaro ed evidente, però, che voi prendete delle
decisioni, qualcuno chiama il Sindaco, il Sindaco vi impone altro, vi chiede altro che
non c'entra nulla con quello che voi decidete, tanto è vero che oggi su "La Repubblica"
il Sindaco parla della chiesa della Gran Madre in un'altra dimensione rispetto a quello
che lei ha detto oggi, almeno, c'è una Commissione, ma, comunque, fa una fuga in
avanti, in cui dice: "Il problema è risolto, mi ha chiamato il parroco, faccio io".
Da qui, voglio poi capire come funziona la Commissione, quali sono le regole che voi
cercate di applicare e quanto poi il Sindaco, da questo punto di vista, abbia un'attività
che va oltre, extra, rispetto a quello che viene deciso. Questo è il primo dato.
Il secondo dato (peraltro, ci eravamo già occupati di una questione di questo tipo,
sempre riguardante una chiesa) è legato alla sicurezza. Cioè, noi abbiamo un problema
di come illuminiamo la città, perché, evidentemente, le zone della città con una scarsa
illuminazione possono essere ritrovo e ricettacolo di chi, non avendo i fari puntati
addosso, può trovare, soprattutto nei luoghi dove ci sono monumenti di quel tipo, uno
spazio e un ambito per far convergere attività non lecite.
Quindi, da questo punto di vista, sarebbe importante che questo tipo di declinazione,
fascia A e fascia B, non esistesse più; oggi, però, il Sindaco dice che non esiste più, ma
prendo atto dai giornali che non si tratta di 40 minuti, bensì di 10 minuti al mattino e 10
minuti al pomeriggio, quindi 20 minuti, però oggi non esistono più monumenti di fascia
A o di fascia B. Sempre a mezzo stampa.
Le preoccupazioni che ho riguardano, in primo luogo, le modalità con cui si
applicheranno il sabato e la domenica di cui lei discuteva, penso almeno per i
monumenti storici che sono chiese; dobbiamo sperare che il Natale sia sempre o di
sabato o di domenica, altrimenti durante la messa di mezzanotte saranno al buio, come è
capitato due anni fa e l'anno scorso.
Presidente, però se riesce a mantenere un clima di silenzio in Aula, fa un favore un po' a
tutti, o almeno ai pochi interessati.
La seconda preoccupazione che ho riguarda la questione fascia A e fascia B: può saltare
tutto perché il Sindaco riceve una telefonata da un parroco. Mi sembra un po' forte.
Il terzo aspetto riguarda come andremo a stabilire i punti di sicurezza che, da parte della
Città, riusciremo a garantire rispetto a luoghi che possono rappresentare un punto di
difficoltà, perché questo è evidente: più c'è luce, meno la gente pensa di andare lì a
compiere atti che non hanno a che fare con la legalità.
Per cui, io ringrazio l'Assessore. Le uniche cose che non ho capito, tra l'articolo che è
uscito domenica e quello che è uscito oggi, sono: quale decisione prendiamo noi, come
Città; quale sarà il piano di intervento; come sceglieremo i luoghi che sono più o meno
da illuminare; se le 02.00 di notte, come orario, secondo lei basta, perché il risparmio ha
un senso, però potremmo tagliare in tanti spazi, su tanti capitoli e non proprio in quello,
perché dalle due in poi, soprattutto d'inverno, quando il sole sorge dopo, si entra in una
fascia oraria in cui può accadere qualsiasi cosa.
Quindi, da questo punto di vista, la mia sola preoccupazione è che ci sia un controllo e
non ogni volta un'uscita più o meno elettorale, più o meno rispettosa dei luoghi che
sono simboli e, nello stesso tempo, sono luoghi in cui si può far rispettare il nostro
Codice Penale e Civile, in base a quanto sono illuminati.

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
La parola al Consigliere Grimaldi.

GRIMALDI Marco
Nel 2011 abbiamo discusso di un piano molto articolato, che è il Piano Regolatore
Illuminazione Comunale. Se voi guardate, ci sono vari fascicoli, vari allegati, alcune
schede illuminotecniche, alcune addirittura un piano di attuazione che, in qualche modo,
è sottoscritto da IREN in più punti e che ha alcune categorie di edifici religiosi, edifici
monumentali, eccetera.
È chiaro che la vicenda della spending review ha anche reso ancora più importanti
alcune scelte fatte anche dal punto di vista della valorizzazione culturale, turistica, la
stessa percezione della sicurezza. Credo che alcune scelte siano state dettate da altre
motivazioni e in questo condivido parte dell'illustrazione dell'Assessore Lavolta.
Anch'io, però, non capisco come questa discussione possa avvenire solo tramite i
giornali, cioè ero addirittura contrario alle comunicazioni, perché mi sembra del tutto
legittimo che, se l'Amministrazione vuole cambiare prospettiva, anzi, addirittura
ribaltare il concetto di monumenti - tra virgolette - di "valorizzazione massima" e
monumenti - tra virgolette - di "categoria B" (però non è questo l'oggetto, perché -
ripeto - se prendete quelle schede, vedete che dicevano ben altre cose, infatti), io
chiederei semplicemente di fare un atto, una proposta di Giunta, una proposta al
Consiglio in cui, oltre a quell'accordo fatto con IREN, si cambi prospettiva.
Per esempio, la mediazione del Sindaco, che dice che alle 02.00 spegniamo molti di
questi monumenti, mi può anche trovare d'accordo, senza però esagerare al contrario,
perché, ad esempio, per altri monumenti si deve tenere conto non tanto della questione
della percezione della sicurezza, ma anche del fatto che, per intenderci, non sono
soltanto dei punti urbanistici, ma sono punti spaziali della città.
Per intenderci, io credo che sia giusto che la Mole Antonelliana, come Superga, come
alcuni grandi edifici che sono punti di riferimento della città, vengano illuminati per
tutta la notte.
Però, ripeto, non vorrei che adesso iniziassimo a discutere di quell'elenco; non vorrei
che, a seconda delle segnalazioni, il Sindaco risolvesse on demand ognuna di queste,
perché allora non ha senso fare i piani e non ha senso fare quel tipo di concertazione con
IREN.
Per di più, mi piacerebbe riprendere in mano quel Piano Regolatore, anche perché su
questo tema (ma non solo sulla parte monumentale, come avete visto sui giornali pochi
giorni fa) noi vorremmo far sì che ci fosse una spending review, ma una spending
review vera.
Tra l'altro, per la richiesta del Capogruppo Curto, giovedì inizieremo una discussione in
Commissione anche relativamente ad altre vicende, sempre legate all'illuminazione
pubblica; saranno convocate sia la VI che la I Commissione. Spero che sia una
discussione più ampia e che la Giunta voglia contribuire in essa con tutto il suo apporto.

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
La parola al Consigliere Bertola.

BERTOLA Vittorio
Io volevo soltanto fare una breve aggiunta al tema. È sicuramente importante il tema
dell'illuminazione dei monumenti di notte, quali tenere accesi, garantire anche
l'illuminazione delle chiese alle tre di notte, va tutto bene, però credo che in materia di
illuminazione pubblica al momento ci sia un problema un po' più urgente, che riguarda
direttamente la sicurezza delle persone. Visto che è stata progressivamente spostata
sempre più in avanti l'accensione serale dell'illuminazione, c'è un'intera fascia oraria -
da quando comincia a venire buio a quando poi effettivamente i lampioni si accendono -
in cui la città piomba sostanzialmente nel buio. Per cui, adesso d'inverno magari attorno
alle 17.00, d'estate magari verso le 20.00 di sera, ci sono quei 10-15 minuti in cui i
pedoni diventano invisibili sulle strisce, i ciclisti sono ancora meno visibili se non
hanno i catarifrangenti, eccetera. Se uno, per caso, si trova in un parco nel momento in
cui viene buio, deve sperare di non rimanere sorpreso in mezzo, perché poi magari dopo
10 minuti si accendono le luci e si ricomincia a vedere qualcosa, però c'è veramente un
momento di buio quasi totale prima che l'illuminazione pubblica subentri.
Quindi, se abbiamo dei soldi da investire per aumentare l'illuminazione pubblica - o
magari possiamo recuperarli facendo un po' di efficienza energetica, sostituendo gli
impianti e così via -, sarebbe anche il caso di considerare, se riusciamo, magari di
anticipare di quei 10-15 minuti l'accensione dell'illuminazione la sera, perché credo che
questo sia veramente un problema di sicurezza per la città.

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
La parola al Consigliere Curto.

CURTO Michele
Mi sembra che siano state dette alcune cose importanti. Mi interessa soltanto ribadire un
punto. Al di là delle cose che diceva adesso il Consigliere Bertola, ecologista a targhe
alterne (nel senso un giorno fa il conto all'Amministrazione su quello che si poteva
risparmiare, il giorno dopo invece traccia una città ecatombale e pericolosa, che per 15
minuti è nel buio più totale, avvolta nell'oscurità), io penso che il vero punto stia nel
rapporto con IREN, che è un rapporto che negli anni mi sembra si stia problematizzando
e che quindi, secondo me, andrebbe preso come tale.
L'altro giorno abbiamo avuto l'Assessore Tedesco in Commissione sul tema dei
contratti farlocchi di fornitura del gas, cosa di cui abbiamo discusso, mi sembra, non più
di due settimane fa rispetto a questa società concessionaria unica e su cui non siamo
riusciti ad avere alcuna risposta, o meglio, ad oggi c'è poco più che un'inchiesta interna,
e oggi invece ci troviamo una situazione per cui, è vero, noi abbiamo risparmiato sulla
luce, ma lo abbiamo fatto sostanzialmente nella ridiscussione del servizio.
Chiaramente questa cosa va fatta, non la si può lasciare al call-center diretto con il
Sindaco, che invece, a mio parere, dovrebbe lasciar fare ai suoi Assessori, alla sua
Giunta e ai piani un po' più strutturati; invece, quello che mi starebbe a cuore è
l'apertura di una discussione su un rapporto un po' più strutturato con IREN sul tema
della manutenzione dell'illuminazione pubblica e di quel famoso contratto
quarantennale che nel 1995 ha permesso, ad AEM prima e a IREN poi, senza particolari
ridiscussioni tariffarie, di potersi mettere nella pancia un contratto molto significativo
con la Città di Torino. Io credo che, ad ormai 20 anni di distanza, sia arrivato il
momento di capire innanzitutto se quel contratto sia stato rispettato e, in secondo luogo,
se sia ancora utile per la Città di Torino e soprattutto per i suoi cittadini.

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
La parola al Consigliere Viale.

VIALE Silvio
Io forse non ho capito la risposta dell'Assessore - ma ogni tanto si danno le risposte così
e poi non vedo neanche più l'Assessore -, perché vedo che qui si parte sempre da un
punto e poi si allarga a tutto l'universo mondo. Qui si sta parlando, se ho ben capito...
(INTERVENTO FUORI MICROFONO). Tanto l'Assessore è cambiato, non è un
problema. Fatto uno, se ne fa un altro.
A me risulta ci sia un piano della luce decorativa, in accordo con IREN, che ha 184
punti in città da illuminare, di cui tra questi nella Circoscrizione 8 c'è anche la Gran
Madre, e tra questi c'è anche il Pantheon di Mirafiori. Ovviamente la Circoscrizione 1
fa la parte del leone, perché quasi la metà dei monumenti da illuminare sono nella
Circoscrizione 1. Il punto è decidere, una volta per tutte, quali monumenti la Città
illumina e perché li illumina.
Io non sono particolarmente affezionato alla chiesa della Gran Madre, dopodiché la sua
posizione fa sì che è una splendida visuale per la movida torinese. Quindi, credo che
sostenere che deve essere accesa tutta la notte, è chiaro che a beneficiarne non è il
turista con la famiglia, quella che piace tanto al Consigliere Magliano, che arriva e si fa
il giro alle 03.00 di notte per la Città di Torino, ma probabilmente chi, andando ai
Murazzi e in piazza Vittorio, ci passa tutta la notte.
Poi, da quando l'Arcivescovo Nosiglia è andato a farsi un cicchettino anche lui in San
Salvario, ovviamente... (INTERVENTO FUORI MICROFONO). È libero di farsi un
cicchettino, oppure no?

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
La prego di continuare, grazie. Non c'è un dibattito finché non chiedono la parola,
quindi la prego di continuare.

VIALE Silvio
Posso continuare? Io sto dicendo che si tratta di definire una graduatoria dei
monumenti, che è per forza necessaria, perché ci sono un sacco di piccole chiese e
piccoli monumenti che sono illuminati tutta la notte. Si potrebbe decidere che si
disilluminano dei monumenti alle 02.00 di notte. Cioè, non capisco quale sia l'utilità di
tenere i monumenti accesi dalle 02.00 fino alle 04.00 di notte, se non quella di
consentire al turista occasionale o a chicchessia di farsi la foto notturna e non l'ha fatta
prima, fino alle 02.00. Questo è il punto.
Allora, cerchiamo di essere un po' corretti. Qui non c'entra nulla l'aspetto
dell'illuminazione per quanto riguarda la sicurezza, che è dovuta ad altre questioni. Non
vorrei che il Consiglio Comunale agisse a corrente alternata: perché oggi è uscito
l'articolo sul Pantheon, sulla Gran Madre, immediatamente il Sindaco è intervenuto;
domani ci sarà la manifestazione "M'illumino di meno", oppure uno stesso giornale
scrive un articolo intitolato: "Non si vedono più le stelle a Torino", e tutti
immediatamente dicono che bisogna spegnere le luci per poter vedere le stelle.
Credo che su questo bisognerebbe avere un minimo di buonsenso.
Io credo che sia necessario distinguere l'illuminazione pubblica necessaria, anche a
tutela della sicurezza, da quella che è l'illuminazione decorativa, che può benissimo
essere spenta da una certa ora in poi e possiamo definire qual è l'ora; ma se il principio
è che nelle zone della movida si tengono i monumenti accesi, a cominciare dalla chiesa
di San Pietro e Paolo a Largo Saluzzo, fino alla Gran Madre, ben venga. Sono
d'accordissimo. Mi pare che non sia la tendenza che molti Consiglieri Comunali
prendono, quando arrivano i comitati anti-movida a protestare.
Proprio per evitare questo ping-pong, vorrei avere, una volta per tutte, una definizione
dall'Assessore Lavolta, cioè avere un'idea di dire che alle 02.00 si spengono le luci che
illuminano i monumenti. Possiamo lasciare la Mole Antonelliana, Superga e i
Cappuccini, perché si vedono da qualunque punto nel panorama cittadino (oggi credo
che nessun elicottero e nessun aereo abbia la Mole Antonelliana e Superga come
riferimenti, nel senso che credo la tecnologia sia arrivata un po' più in là della
navigazione visiva o almeno me lo auguro, poi non vorrei essere troppo ottimista), però
credo che, tutto sommato, per gli altri punti decorativi, cioè per gli altri 180 monumenti
che noi illuminiamo - che sono palazzi, fontane, la Galleria d'Arte Moderna, per dirne
un'altra -, che fanno parte del Piano al decoro, di illuminazione, si possa benissimo
decidere che ad una certa ora si spegne l'illuminazione: per alcuni si spegne all'01.00 di
notte e per alcuni si spegne alle 02.00 di notte.
Per i monumenti che fanno parte dei posti più vissuti di notte, l'illuminazione si può
anche spegnere alle 02.00. Per gli altri monumenti si può anche spegnere prima, perché
il risparmio energetico è un esempio che la Città deve dare, non soltanto una volta
all'anno, quando con "M'illumino di meno" o con tutte le manifestazioni che qualche
associazione ambientalista si fa a gara a non illuminare un palazzo, ma durante tutto
l'anno.
Quindi, ben venga questa polemica, purché sia costruttiva. Mi sembra che l'Assessore
oggi fosse poco preparato.

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
La parola all'Assessore Lavolta.

LAVOLTA Enzo (Assessore)
Vorrei soltanto ringraziare, perché, come al solito, il dibattito è sempre molto utile
all'interno di questo Consiglio Comunale.
Come ho detto all'inizio, faremo tesoro dei tanti suggerimenti che anche quest'oggi
abbiamo raccolto e, in particolare, riporteremo all'attenzione della Commissione, che ha
avviato questo importante lavoro, le nostre riflessioni, insieme al Tavolo di
coordinamento, che verifica e sovrintende l'accordo già citato, nel monitorare non solo i
risparmi prodotti, ma anche - come già richiesto più volte dal Consigliere Magliano -
tutti gli accorgimenti utili a garantire, di concerto naturalmente con gli organi
competenti, in particolare con la Questura di Torino, gli impianti di illuminazione che
necessitano di un'attenzione particolare e quindi di un mantenimento di illuminazione
maggiore.

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
Consideriamo, quindi, conclusa questa comunicazione. Ringrazio l'Assessore.
Avendoci raggiunto l'Assessore Passoni, possiamo procedere con il minuto di
intervento della richiesta di comunicazione, non accordata, da parte del Consigliere
Ambrogio.
La parola al Consigliere Ambrogio.

AMBROGIO Paola
Noi abbiamo chiesto queste comunicazioni, che peraltro non sono state concesse, però
riteniamo che sia utile avere delle risposte, perché siamo preoccupati della facoltà
concessa dall'ultimo Decreto del Consiglio dei Ministri, che comunque dà facoltà alle
Amministrazioni comunali di aumentare l'aliquota TASI fino allo 0,08%, quindi con la
possibilità di aumentare l'aliquota dal 2,5% al 3,3%.
Noi crediamo che questo non sia sostenibile da parte dei torinesi, anche perché le
proiezioni che sono uscite anche su alcuni mezzi di informazione sono, a mio giudizio,
allarmanti, nel senso che per immobili di categoria A2, A3 - quindi non immobili di
lusso, ma di civile abitazione o abitazioni comunque economiche -, se si applicasse
l'aumento massimo e quindi si arrivasse ad un'aliquota del 3,3%, si avrebbe un aumento
ben superiore a quella che era la vecchia IMU, nel caso di prima casa; invece, nel caso
di seconda casa, sempre secondo le proiezioni, gli aumenti sarebbero assolutamente
insostenibili.
Mi riferiscono che nella riunione dei Capigruppo l'Assessore Passoni abbia parlato di
informazioni non corrette, quindi credo che sia quanto mai opportuno che oggi sia data
una spiegazione non solo a noi Consiglieri - quindi ai Colleghi della Sala Rossa -, ma
anche ai torinesi, perché non ritengo che sia accettabile e ancora sostenibile l'aumento
eventualmente ipotizzato.
Poi, se tratteremo dell'argomento anche in Commissione, avremo anche modo di sapere
cosa andranno a coprire questi eventuali importi, se - come dicono alcuni articoli di
giornale - delle detrazioni per le fasce più deboli o addirittura degli sgravi totali, se con
questo importo si andrà a totale copertura o se verrà eventualmente utilizzato solo in
parte.
Io credo che la Città debba dare delle spiegazioni e questa è l'occasione, per l'Assessore
Passoni, per iniziare a dire qualcosa ai torinesi.

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
Possiamo procedere con l'ultima richiesta di comunicazioni del Sindaco relativamente
alla Legge n. 5 del 9 febbraio 2012 in materia di social card, presentata a firma del
Consigliere Magliano.
Ringraziamo l'Assessore per la disponibilità nel trattare l'argomento.
Passo subito la parola al Vicesindaco, dopodiché, per il dibattito, ai Consiglieri.
La parola al Vicesindaco.

TISI Elide (Vicesindaco)
Parto dalla richiesta di comunicazioni. Peraltro, questa mattina la tematica è già stata
oggetto di un'interpellanza e mi pare che la Presidenza del Consiglio abbia raccolto
l'indicazione di discutere un approfondimento in Commissione.
Innanzitutto vorrei precisare che, rispetto alla richiesta di comunicazioni, la Città di
Torino non ha ricevuto queste risorse, perché il meccanismo della social card prevede
che le risorse non siano date ai Comuni direttamente (peraltro i Comuni oggetto di
sperimentazione, identificati come Città Metropolitane, sono stati 12 a livello
nazionale), ma erogate direttamente dall'INPS, che, attraverso le sue modalità
informatiche, avrebbe fatto gli accertamenti necessari e, successivamente, prodotto, per
il tramite poi degli Uffici Postali, materialmente la carta acquisti.
Il compito del Comune era quello, oltre che di garantire l'adesione, di fare la raccolta
delle domande secondo quelli che erano i requisiti stabiliti dalla normativa.
La Città ha raccolto 1.948 domande; di queste 1.948, al momento l'INPS ha rilevato di
poterne accogliere 347 - questa è una graduatoria provvisoria -, mentre 410 sono state
definite idonee, 71 sono sospese e 1.120 sono state definite non idonee.
Nei prossimi giorni verrà data informazione ai beneficiari del primo gruppo di 347
domande accolte, che quindi nel giro di breve riceveranno la comunicazione per il ritiro
della nuova carta acquisti; invece, per le 410 domande idonee occorrerà attendere -
questa è la disposizione del Ministero delle Politiche Sociali - che coloro i quali hanno
ricevuto la comunicazione di non idoneità (cioè questi 1.120) abbiano la possibilità di
presentare ricorso nei tempi previsti. Tale ricorso dovrà essere presentato non oltre il 14
marzo. Successivamente, dunque, verrà stilata la graduatoria definitiva.
Certamente questo meccanismo, che ha visto la sovrapposizione di più soggetti, ha reso
particolarmente defatigante tutto il percorso burocratico di questa carta, in cui
l'istruttoria fatta dal Comune aveva già dei requisiti estremamente stringenti, perché
ricordo che erano richiesti un ISEE non superiore ai 3.000,00 Euro, la presenza di figli
minori, ma anche di aver perso il lavoro negli ultimi tre anni. In particolare,
quest'ultimo requisito è stato in realtà quello che ha più limitato l'idoneità delle
domande, quindi la revisione fatta dall'INPS rispetto ai nostri 1.900 beneficiari
(disponendo l'INPS di possibilità di controlli incrociati) è stata fondamentale per la
definizione di questa graduatoria provvisoria.
Io - l'ho già detto questa mattina durante l'interpellanza - credo che le modalità, in
generale, delle social card (quella precedente era una social card che di fatto non aveva
assolutamente coinvolto i territori e le Amministrazioni Locali; questa seconda nuova
social card ha visto un coinvolgimento degli Enti Locali, ma in realtà più come soggetti
che dovevano, da un lato, raccogliere le domande e poi sviluppare dei progetti sociali in
capo ai potenziali beneficiari), non siano rispettose di una sussidiarietà verticale, che
vedono nell'Ente Locale il soggetto che, viceversa, può accogliere anche istanze da
parte dei cittadini e, soprattutto, garantire strumenti di contrasto alle povertà che siano
incardinate e dentro le pratiche di un territorio, ma anche dentro la rete territoriale,
perché molto spesso gli interventi sulle povertà vanno accompagnate da contrasto alle
solitudini, accompagnate ad un lavoro di rete rispetto alle relazioni e sempre di più,
secondo me, sono da evitare monetizzazioni per favorire, semmai, strumenti che
facilitino anche l'avvicinamento al mondo del lavoro.
Ad oggi, quindi, questa è la situazione. Sapete che la social card era comunque
sperimentale, la durata è di un anno. Noi siamo in attesa di avere la graduatoria
definitiva.
Nel caso in cui, rispetto ai 3.800.000,00 Euro, ci fosse un insufficiente accoglimento di
domande, e quindi l'impossibilità di erogare tutte le risorse messe a disposizione dal
Ministero del territorio del Torino, ripeto, non della Città, perché non sono incamerate
dal nostro Bilancio, noi porremo la questione al Ministero, affinché comunque queste
risorse ritornino sul territorio.

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
La parola al Consigliere Magliano.

MAGLIANO Silvio
Ringrazio l'Assessore per la risposta. Eravamo presenti in Aula questa mattina, ma mi
sembrava doveroso richiedere comunicazioni urgenti, perché non esiste - infatti
ringrazio la Presidenza per aver accettato entrambe queste richieste di comunicazioni -
che siano i giornali a dire ai nostri cittadini il lavoro che stiamo facendo.
Questa social card è stata discussa in IV Commissione, abbiamo provato a modificare
dei criteri che erano già però ben definiti e non potevamo fare nient'altro che applicare
qualcosa di assurdo.
Inoltre, non sono tanto d'accordo con l'idea di passare tutto sull'aspetto dei servizi.
Secondo me, un welfare mix in cui ci sia una parte di servizi e una parte di risorse... ma
mi auguro che quello che oggi stiamo dicendo in Aula ci possa permettere di arrivare a
una sussidiarietà anche sui territori, perché le povertà di Torino non sono le povertà di
Treviso.
Spero che il fallimento di questo strumento (perché le risorse stanziate che rimarranno a
disposizione non della Città, ma del Governo centrale, penso che non arriveranno ai
3,5/3,8 milioni di Euro) sia di stimolo per il Governo centrale, affinché stabilisca dei
criteri molto ampi, poi saranno i territori a guardare come sta la loro gente. Perché se
noi andiamo in sommatoria con le misure di welfare che abbiamo già, tre anni di non
lavoro alle spalle erano veramente uno ogni tot, sapendo anche lì che andavamo ad
aiutare soggetti che non si sa se stanno lavorando in nero o meno. Quindi si dia una
responsabilità ai territori per poter parlare delle povertà di quei territori.
Ringrazio l'Assessore per quello che ha detto in Aula e mi auguro che la Città (non solo
l'Assessore Tisi, ma anche il nostro Sindaco, che è Presidente dell'ANCI) inviti il
Governo centrale, quando eroga del denaro alle persone in difficoltà, a pensare che ci
sono delle Amministrazioni che conoscono i propri poveri più di quanto li può
conoscere un funzionario romano.

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
La parola al Consigliere Bertola.

BERTOLA Vittorio
Due settimane fa ho presentato un'interpellanza che abbiamo discusso stamattina,
quindi non ripeterò tutte le cose che abbiamo detto con l'Assessore. Però, nel frattempo,
si è aggiunto un elemento in più che mi pare opportuno sollevare e che lascio per
l'approfondimento che faremo in Commissione, cioè il tema della promozione dello
strumento.
Nel senso che vorrei capire se il fatto di avere ricevuto soltanto 1.900 domande, la
maggior parte delle quali per di più non accoglibili, sia anche legato a una difficoltà di
far conoscere lo strumento. Effettivamente, se ci si aspettava di ricevere più di 10.000
domande, può darsi che sia stato un problema rendere nota l'esistenza dello strumento e
la possibilità di presentare la domanda.
Per cui, in fase di approfondimento, vorrei capire esattamente come sono state
pubblicizzate le informazioni di questo tema e come possiamo migliorare questo
aspetto.

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
La parola al Consigliere Marrone.

MARRONE Maurizio
Sono contento che oltre all'interpellanza abbiamo potuto discutere di questo tema anche
oggi, in modo da consentire un dibattito, perché la vicenda che si è sviluppata attorno
alla questione social card (lo voglio dire serenamente, senza attribuire la responsabilità
all'Assessorato Comunale) ha fatto fare l'ennesima figuraccia alle Istituzioni agli occhi
dei cittadini, a maggior ragione agli occhi dei cittadini che si trovano esposti a questa
crisi e ne soffrono i morsi peggiori.
Questo perché purtroppo l'annuncio di questa sperimentazione ha ricalcato tutti i canoni
e i crismi della solita ormai consueta politica dei grandi annunci. Per cui di fronte a una
popolazione prostrata, che vive nella speranza e nell'attesa di buone notizie reali,
concrete, la continua corsa al titolone dell'intervento degli uomini della Provvidenza
che tirano fuori dal nulla le soluzioni per far arrivare un pasto in tavola, alla prima, alla
seconda, alla terza delusione, non lamentiamoci se poi ci ritroviamo con un clima di
antipolitica furibondo. Perché ci si ritrova di fronte a promesse che le Istituzioni si
assumono di fronte alle persone, che quindi si illudono e finiscono per avere delle
aspettative.
Poi ci si ritrova di fronte ad un aborto come questa cosiddetta social card, che addirittura
in sede di approfondimento la stessa Giunta aveva avuto modo di dire che con questi
criteri, di fatto, individuare un destinatario reale di questo beneficio era quasi
impossibile. Infatti non è un caso che poco più di un terzo sui mille posti disponibili
siano stati esauditi, rispetto a oltre 2.600 richieste.
Quindi il risultato di questa misura è stato illudere, o comunque creare una speranza in
2.600 nuclei familiari, sapendo che si potevano esaudire meno della metà delle richieste.
E di queste, poi, siamo riusciti a soddisfarne concretamente solo un terzo. Con questo
calcolo aritmetico, sapete qual è il risultato? Credibilità delle Istituzioni: zero. Questo è
il risultato.
Non mi sento di imputare la responsabilità all'Assessorato, che si è trovato alla fine con
un pacchetto pronto a livello normativo; però è sempre l'Istituzione comunale a metterci
la faccia, siamo sempre noi Consiglieri, che ci troviamo sul territorio, a dover affrontare
la rabbia della gente.
Faccio un appello a quelle forze politiche che, bene o male, sostengono questi Governi,
che, pur cambiando premier, stanno portando avanti in generale questo sistema. Bisogna
finirla di affrontare la crisi con una politica che paradossalmente è più demagogica e
populista della politica dell'opposizione, perché invece di alimentare la rabbia, alimenta
aspettative, creando quindi una rabbia molto più concreta, doppia, in tutti i cittadini che
si vogliono fidare e poi si ritrovano scottati.
Per cui, il mio appello è di cercare di affrontare con la massima serietà situazioni così
complesse e delicate, finendola con i grandi annunci, perché poi l'effetto boomerang è
veramente incontrollabile.

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
La parola al Vicesindaco.

TISI Elide (Vicesindaco)
Vorrei solo ritornare un attimo sui numeri, perché comunque tra domande accolte e
idonee, siamo intorno alle 800, quindi non stiamo parlando di un terzo. Noi avevamo
stimato, se vi ricordate, con il budget disponibile, intorno ai mille nuclei. Chiaramente è
possibile che tra quelli che l'INPS ha definito non idonei, ce ne siano molti che invece
sono idonei. Quindi credo che ci sia, ragionevolmente, la possibilità di ritornare a quei
1.000 nuclei che avevamo previsto in partenza.
Dopodiché, come… (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Sono 347 accolte, 410
idonee e 71 sospese. Poi ci sono 1.100 domande non accolte, su cui però bisogna
rappresentare i ricorsi. Quindi siamo intorno agli 800 nuclei che hanno i requisiti e
1.000 di cui dovremo vedere l'esito dei ricorsi.
Credo che le osservazioni fatte, in particolare dal Consigliere Marrone, debbano essere
probabilmente riportate in altro luogo, perché - come è stato detto - noi ci siamo messi
esclusivamente a disposizione di una sperimentazione. Per cui, credo che "fare grandi
annunci" non lo si possa imputare quantomeno alla Città, perché fin da subito avevamo
anche segnalato le difficoltà di una sperimentazione che durava un anno, rischiando
peraltro di creare delle aspettative che rischiavano di essere inevase.
In merito alla questione delle domande accolte rispetto alla stima dei 10.000, ricordo
che questa stima non era stata fatta dalla Città di Torino, e a suo tempo l'avevo ben
specificato, ma era stata fatta dal Ministero, incrociando i dati dell'ISTAT. Chiaramente
noi l'avevamo assunta in quanto tale, ma è evidente che poi quegli stessi criteri messi
dal Ministero, hanno fatto sì che questa previsione, né a Torino né in altre città. Torino
non è diversa da tutte le altre città oggetto di sperimentazione. In alcune città siamo
nell'ordine del 70% delle domande ritenute non idonee. Quindi, certamente ci sono stati
questo grande scostamento e questa valutazione probabilmente poco significativa fatta
inizialmente, che hanno in qualche modo distorto i dati.
Si tratta di una sperimentazione, e credo che vada considerata in quanto tale. Non è
sicuramente lo strumento di contrasto alle povertà, di cui avremmo bisogno come Paese,
ma credo che dalle sperimentazioni occorre anche imparare, per cercare di andare in
direzioni più pertinenti.
Aggiungo solo che il coinvolgimento della società civile della città di Torino, è stato
fatto, sia del "Tavolo Povertà", l'ho ricordato anche questa mattina, che di tutti quei
soggetti che ci hanno aiutato sul territorio a diffondere l'informazione.
Ricordo anche che i tempi che ci erano stati dati per raccogliere le domande cadevano
tra luglio e agosto. Quindi oltretutto è stato fatto anche un grandissimo sforzo proprio
per tenere aperti gli Sportelli e gli Uffici tra luglio e agosto e raccogliere le domande nei
tempi. Chiaramente presumendo che il tipo di nuclei a cui ci si rivolgeva, difficilmente
avrebbe potuto godere di vacanze estive e che quindi non avrebbero vanificato questa
presenza.
Ripeto, credo che come sperimentazione vada considerata in quanto tale. Confido che ci
si assesti sui 1.000 nuclei. Nel caso in cui non fosse così, come ho già detto, chiederemo
al Ministero di poter riutilizzare le risorse sul territorio, magari inserendole dentro i
nostri strumenti di contrasto alle povertà.

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
Dichiaro concluse le comunicazioni.

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