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FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Passiamo all'esame della seguente proposta di mozione n. mecc. 201400204/002, presentata in data 16 gennaio 2014, avente per oggetto: "Revoca deleghe all'Assessore Lavolta" FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La parola al Consigliere Appendino. APPENDINO Chiara Le vicende del museo "A come Ambiente" sono balzate agli onori delle cronache cittadine in modo totalmente imprevisto, quasi come un fulmine a ciel sereno (l'hanno detto anche tanti Consiglieri di maggioranza, quando ne abbiamo discusso in Commissione). L'apparenza, però, mi sento di dire, inganna e questo caso non fa eccezione. Abbiamo così, cari Colleghi (per chi ha fatto questo percorso insieme a me e ad altri della minoranza), nelle numerose sedute di Commissione e nella relazioni di Aula che abbiamo potuto ascoltare, percepito che vi è stato un grande malessere, potremmo anche dire un grande pasticcio, nella gestione del Museo da quando l'Assessore Lavolta ne ha assunto la presidenza. Io non vorrei qui, in questa sede, addentrarmi nelle manchevolezze dell'allora direttore, il quale, infatti - e voglio sottolineare la differenza -, non solo si è già dimesso, ma, soprattutto, non è un amministratore della nostra Città. Credo, inoltre, che gli errori di uno dei protagonisti di questo grottesco pasticcio non assolvano assolutamente l'altro dai suoi. Assessore, io so bene che non è mio compito e non è nostro compito verificare se vi siano risvolti penali, ma è mio e nostro dovere, e dell'Aula tutta, capire se i suoi atteggiamenti siano stati lesivi degli interessi e del buon nome di questa Amministrazione. Ho ascoltato con attenzione i suoi interventi e ho riletto tutto il materiale che ci è stato fornito. Il primo dato che si è subito reso evidente è che o lei non ha contezza della realtà del Museo, delle procedure e di quali siano le sue prerogative, in qualità di Presidente, oppure, ancora peggio, lei mente. A verbale, durante la seduta di Consiglio, per rafforzare il suo concetto di gestione familistica, ha dichiarato che nel Museo hanno lavorato il fratello e la cugina della nuora del direttore, tra l'altro riportato anche da varie testate giornalistiche. Peccato che poi apprendiamo, anche con altri Consiglieri, che la nuora non era nuora al momento dell'assunzione (anzi che, addirittura - come dichiarato pubblicamente in smentita -, allora coabitasse con un'altra persona) e che il fratello della nuora, ancora peggio, non ha mai lavorato, né direttamente né indirettamente, per il Museo. A lavorare nel Museo sarebbe stato un altro soggetto dal cognome leggermente diverso. Una "L" potrebbe cambiare la sostanza delle cose. Non solo. Lei ha dichiarato, e continua a sostenere, che il "casus belli" sia stato il non riconoscimento del tacito rinnovo del contratto con Ecofficina S.r.l., il figlio di Degiacomi. Ma anche qui continua ad omettere passaggi cruciali, Assessore. Perché non dire, ad esempio, che l'accostamento al caso Martina non ha nulla a che vedere con la compresenza famigliare di padre e figlio nel museo "A come Ambiente", che invece è frutto dell'atto notarile del 2003 con cui nasce il Museo dall'unione proprio dei suoi due soci, che sono padre e figlio? Perché non disse all'Aula, a suo tempo, che su sua richiesta, Assessore, a gennaio 2013 il Consiglio Direttivo decise di chiedere un parere sulla vicenda del figlio di Degiacomi, visto che il contratto con Ecofficina S.r.l. scadeva ad aprile 2013? Perché non disse, Assessore, a quest'Aula che appena un mese dopo quel parere era arrivato e che individuava come soluzione l'assunzione di Manuele Degiacomi come lavoratore subordinato? Non solo. Ho letto il parere. L'Avvocato consiglia l'assunzione anche a causa di eventuali rischi a cui si sottoporrebbe l'associazione. Segnala, infatti, che in caso di ispezione da parte dell'Ispettorato del Lavoro, esso concluderebbe che la situazione in oggetto sarebbe elusione della normativa vigente, chiedendo potenzialmente la richiesta di pagamento degli oneri contributivi non versati dall'inizio del rapporto, con tanto di mora e ulteriori sanzioni, per omesse formalità relative all'instaurazione del rapporto di lavoro. Quindi, Assessore, perché da febbraio ad ottobre non è accaduto nulla? Come mai questa situazione non si è risolta? Nonostante - lo sapessimo tutti - il figlio Manuele Degiacomi continuava ad operare all'interno di "A come Ambiente" con un contratto scaduto. Però, non si deve più preoccupare, Assessore, ormai li abbiamo mandati via entrambi, quindi, mentre lei felicemente continua ad essere lì e a sentirsi accusato e diffamato personalmente, di fatto la situazione si è risolta. Però, io le pongo la domanda, Assessore (al di là delle opinioni che ovviamente ognuno può avere sul suo operato e sull'operato del direttore Degiacomi), davvero non crede di avere quantomeno, dico quantomeno, peccato di superficialità nella gestione di questa vicenda? Ma non finisce qui. Lei ha anche evitato di applicare l'articolo dello Statuto, che prescrive che i contratti in generale - e, dunque, anche i contratti di lavoro - vengano ratificati dal Consiglio Direttivo, articolo 14.2 d). Non solo. Lei ha mentito in quest'Aula, affermando testualmente - lo riprendo dal verbale -: "Non ho mai esercitato alcun tipo di pressione sull'architetto Degiacomi, affinché questi assumesse qualcuno. Non ho mai interferito nelle procedure di selezione del personale". Salvo poi in Commissione Controllo di Gestione, il 9 dicembre, alla mia domanda se fosse legittimo che il suo Ufficio trasferisse curricula all'associazione "A come Ambiente", lei ha risposto testualmente: "Io credo di sì, perché così avveniva. Il direttore ci rappresentava e mi rappresentava delle esigenze. Io non ho paura a dirlo e problemi a dirlo, se il direttore dice che abbiamo una necessità, io concorro alla ricerca del personale, segnalando delle persone, molte delle quali non sono mai state chiamate". E ci mancherebbe, aggiungo io. Ma lei, con quella aberrante naturalezza con cui ha affermato ciò, perché era veramente aberrante - questa è mia opinione personale -, ha confermato, di fatto, l'orribile e impronunciabile prassi della politica, caro Assessore, vecchia quanto è vecchio il mondo, di segnalare o, se preferisce, in gergo, raccomandare, dei suoi conoscenti. Questo fatto, Assessore, fare delle raccomandazioni, perché di questo stiamo parlando, è assolutamente inconciliabile con quelle logiche meritocratiche che dovrebbero contraddistinguere qualsiasi Amministrazione pubblica. Si rende conto che Torino può vantare un tristissimo primato? Disoccupazione giovanile al 40%. Allora, mi dica, è questa l'immagine che vuole dare di sé, dell'Amministrazione della Città, che per ottenere un lavoro è opportuno passare dall'Assessore di turno, anziché essere competenti? Mi rivolgo anche a lei, Sindaco, è questa l'immagine che vuole dare? È questa l'immagine che noi, come Consiglio Comunale, vogliamo dare alla Città? Io, orgogliosamente - scusate l'enfasi -, ne ho un'altra e mi auguro che l'abbiate anche voi, che è molto più semplice: se si cerca una risorsa, si cerca fra le persone più competenti in materia e lo si fa in modo trasparente ed accessibile a tutti. Forse, sono io a vivere in un mondo parallelo, perché poi la domanda me la pongo. Perché, Assessore, a lei parrebbe anche normale la segnalazione del curriculum di una parente di un membro della sua segreteria. Assessore, poco importa che lei sapesse prima, durante o dopo l'assunzione della parentela, sa meglio di me che, pur non sussistendo, forse, alcun reato - non spetta a me ovviamente verificarlo -, il suo comportamento è e deve essere politicamente censurato. La sua strategia difensiva in questi mesi è stato uno strano mix di cortina fumogena e di attacco all'operato dell'ex direttore. Vorrei, per carità di parte, tralasciare i pasticci che sono emersi dalle varie audizioni e dall'esame dei verbali, ancora non corretti e non definitivi, dei Consigli Direttivi del Museo. E facciamo anche finta di non vedere la confusione sulla vicenda della gara relativa all'agenzia di somministrazione del personale, ancora ad oggi ferma. Oppure, faccio finta di non sapere che avete operato una scelta, a mio avviso, molto discutibile, di aver nominato Pizzala, ad uno stipendio, tra l'altro, non proprio poco rilevante. O ancora - e questa è l'ultima -, come ha detto lei in Commissione: "Da ieri c'è una figura del Comune in distacco presso il Museo". Su questo fatto, sull'aver distaccato una persona da gennaio sino ad oggi, non mi risulta che ci siano atti o deliberazioni ufficiali, che di fatto ratifichino questo. A me non sembra normale che si distacchi una persona senza fare una deliberazione di Giunta, poi magari mi sbaglio. Sta a lei ovviamente rettificare. Poi, potrei anche tentare di tralasciare la superficialità, se di essa vogliamo sempre parlare, con cui lei ha ricostruito i fatti, in certi casi sbagliando anche le date. Però, caro Assessore - mi avvio alla conclusione -, io penso che lei abbia delle responsabilità ben precise e che in questa vicenda abbia manifestato la sua inettitudine e superficialità nell'operato e soprattutto - questo è quello che mi colpisce più profondamente - ha avallato un modus operandi in totale contrasto con le norme di trasparenza, accessibilità e meritocrazia. Io non voglio essere corresponsabile dell'avallare un comportamento per cui, chi conosce l'Assessore, trova lavoro. Io non voglio essere parte di un mondo in cui possa anche solo sussistere il dubbio in un cittadino che chi ha le conoscenze con la politica locale ha più possibilità di chi non ce le ha. In questo caso, caro Assessore, non solo esiste il dubbio, ma c'è la certezza ed è per questo che ho presentato questa mozione di sfiducia. Chiedo, infatti, ai Colleghi di votare questa proposta di mozione per marcare definitivamente la differenza tra chi certi comportamenti li avalla e chi invece li vuole combattere, ma nei fatti. LEVI Marta (Vicepresidente) Ricordo i tempi per la discussione delle proposte di mozione: uno dei presentatori ha cinque minuti a disposizione, un solo Consigliere per Gruppo ha cinque minuti, gli altri Consiglieri tre minuti. La parola al Consigliere Liardo. LIARDO Enzo A me tornano un po' in mente le parole che disse il Sindaco sul caso Martina; disse chiaramente, rispetto ad alcune affermazioni che noi facemmo all'epoca, che non c'era un caso o un sistema Torino. Poi, guarda caso, via via, sono successe in fila, tant'è che questo Consiglio Comunale non so quanto tempo abbia dedicato - tantissimo, sottolineo - ad episodi molto discutibili. Mi limito a dire questo. Perciò, il sistema Torino esiste. È esistito, almeno. Io dico che è esistito e spero che non esisterà più e questa mia dichiarazione va a favore del Sindaco (come ho sempre fatto, non ho mai attribuito delle colpe di cui praticamente questa Amministrazione non fa parte; il discorso è ascrivibile agli anni in cui ha governato Chiamparino). La conduzione familiaristica che c'è stata all'interno di "A come Ambiente" è nota a tutti, tant'è che io una volta, non mi ricordo per quale ragione, tirai in ballo il discorso "A come Ambiente", perché, combinazione, lo vidi nascere quando occupavo i banchi della Circoscrizione. Su questo, ho sempre avuto veramente delle grosse riserve, perché, come nel sistema Torino, sottolineo, nascono delle cose che, comunque, sono sottoforma di associazione leggera, dopodiché hanno sempre un'evoluzione molto importante che determina, poi, assunzioni e determina dei costi molto elevati per la Città. Di questi casi ne abbiamo tantissimi. E qui si traduce il sistema Torino. Voglio solo raccontarvi un fatto (non citerò nomi, perché non ho voglia assolutamente di far sgombrare i giornalisti dall'Aula, però è un fatto vero, se poi me lo chiederete a livello personale, citerò nomi e cognomi). Ricordo che un giorno chiesi ad una persona, che in quel momento mi rappresentava - non faccio dei riferimenti molto diretti -, di prendere gratuitamente - e sottolineo "gratuitamente" - mia nipote a fare uno stage in una certa posizione. Mi ricordo l'umiliazione che provai, perché mi rispose: "Io queste cose non le faccio". Io ribadii che si trattava di uno stage gratuito, ma la risposta fu sempre: "Io queste cose non le faccio". Al che, rimasi malissimo. Dopodiché, scoprii, a distanza di anni, quando fui eletto in questo Consiglio Comunale, che, all'interno della lista delle persone assunte, faceva parte sua figlia. Ho sempre denunciato il festival dell'ipocrisia e qui lo sottolineo. Per carità, ci può stare, però mi ricordo - e questo era proprio un sassolino che volevo levarmi dalla scarpa - che provai veramente quasi umiliazione di fronte ad un'affermazione del genere. Allora, io non vorrei aggiungere altri elementi, perché poi gli elementi li ha già dati il Consigliere Appendino (ha detto tutto, non ha tralasciato nulla). Devo dirvi anche un'altra cosa; io non ho nessun preconcetto nei confronti dell'Assessore, anzi, devo anche dire (perché voglio essere onesto fino in fondo) che, sotto certi aspetti, è sempre stato molto puntuale a darmi anche delle risposte su altre situazioni. Però, Assessore, su questo episodio ci sono veramente delle grosse lacune, che spero che lei, magari, ribadendo quello che abbiamo detto noi, possa chiarire. LEVI Marta (Vicepresidente) La parola al Consigliere Carbonero. CARBONERO Roberto Condivido l'esatta analisi fatta dal Consigliere Appendino, dove ha narrato tutto quello che è stato l'iter di questa vicenda (abbastanza imbarazzante per noi che siamo all'opposizione, immagino quanto possa essere imbarazzante invece per la maggioranza che lo sostiene). Il fatto più grave di tutti, secondo me, è poi essere arrivati all'ultima audizione, dove ci siamo visti arrivare dei ragazzi volenterosi, con una grande voglia di affermarsi e di andare avanti, in un ambiente dove però li vede assolutamente ai margini del lavoro e dove tutto questo è gestito, comunque, da un'entità al suo interno pubblica che, come per l'ennesima associazione, o quant'altro, si nasconde dietro la maschera dell'essere un'associazione privata e, in realtà, poi, è gestita in tutto e per tutto dal pubblico. Questo dovrebbe fare anche riflettere; come, giustamente, magari, si fanno venire a frotte gli immigrati per sfruttarli nel lavoro, riusciamo a livello anche pubblico a fare dello sfruttamento verso i nostri giovani. Ed è questa la cosa che più dovrebbe farvi riflettere di questa vicenda, sempre non dimenticando l'aspetto veramente imbarazzante della piega che ha preso. Io sono certo che per l'ennesima volta tutto finirà in una bolla di sapone. Probabilmente, ci saranno le dimissioni del Presidente del Museo, perché queste sono le aggiustatine che voi fate, quando vi rendete conto... Esattamente come è successo con Martina. Succederà questo. Questo farà in modo di pensare di poter aggiustare capra e cavoli, ma, nella sostanza, non cambierà niente, perché siete i primi voi, comunque, in assoluto, a non volere che le cose cambino, perché, finché rimangono in un certo modo, sono solo ed esclusivamente a vostro favore. LEVI Marta (Vicepresidente) La parola al Consigliere Berthier. BERTHIER Ferdinando Condivido il discorso del Consigliere Appendino in tutto e per tutto. Non ho firmato questa proposta di mozione per il semplice fatto che credo che l'operato di un Assessore non debba essere messo in giudicato per un incidente di percorso. Anche perché credo che gli Assessori di turno nelle varie tornate amministrative entrano, passano e poi vengono sostituiti. Il fatto grave è da ricondurre sicuramente alle segreterie degli Assessori. Gli Assessori entrano, poi sicuramente l'Assessore Lavolta avrà avuto modo di verificare questa situazione e anche essersene assunto la responsabilità, perché non credo che siano solo delle persone che firmano carte senza rendersi conto di quello che firmano, di quello che avallano, di quello che dicono e di quello che smentiscono, però purtroppo questo fa parte del vecchio sistema di partito. Quindi, è il sistema della Città, è un sistema che esiste da ormai un sacco di consiliature, quindi si ha sempre la certezza che tutto sia sempre scontato, che basta avere una tessera di partito, votare, basta essere amici degli amici e tutto passa in sordina. Per fortuna, c'è qualcuno che ogni tanto è attento e non lascia passare proprio tutto. Credo che anche questa passerà, purtroppo, come diceva qualcuno dei miei Colleghi, e si andrà oltre. Non credo che cambierà. È un sistema difficilmente sradicabile e continuerà; cambierà l'Assessore, in un'altra consiliatura, non questa, cambieranno Assessori per altre competenze, ma è un sistema che purtroppo c'è. C'è ovunque e ci sarà sempre. C'è nei Consigli Comunali, Provinciali, Regionali, a tutti i livelli. È un qualcosa che è nel DNA; favorire gli amici degli amici, se governi, se hai il potere, se hai della merce da scambio da mettere in conto. Quindi, io assolutamente non condivido il discorso della sfiducia. Anche nei miei confronti, l'Assessore Lavolta spesso e volentieri ha collaborato, è stato esaustivo e anche ha corretto il tiro su alcune cose che erano da rivedere. È un fatto grave, uno dei tanti, e quindi spero che facciamo tutti un pensiero, perché di questa cosa qui fra venti giorni non se ne parlerà più. Quanto, poi, a chiedere le dimissioni, io spero che non sia dimissionario il responsabile del Museo, ma che sia proprio invitato ad allontanarsi e si corregga il tiro su questo modo di comportarsi o di gestire certe situazioni. Ho fiducia anche nella maggioranza, in alcuni Consiglieri miei Colleghi, di cui ho grande stima e, quindi, credo che anche loro contribuiranno a questo tipo di cambiamento, perché il cambiamento nella trasparenza è nel diritto del lavoro di tutti; tutti i giovani che ci sono a Torino, a prescindere da una tessera di partito o da un'appartenenza politica, hanno diritto ad avere tutti le stesse probabilità di inserimento. LEVI Marta (Vicepresidente) La parola al Consigliere Ricca. RICCA Fabrizio Dato che la discussione è congiunta agli emendamenti, vado a spiegare un emendamento, che, forse, potrebbe dare un senso diverso alla discussione. Io ho firmato la proposta mozione. Non ha senso ripetere quanto è stato esposto, perché, ormai, tutti sanno cosa è successo e l'imbarazzo della discussione è palpabile anche nelle facce dei Consiglieri di maggioranza, però ritengo che sia fondamentale prendere le distanza, per non essere complici di quello che è successo (anche se capisco che sia difficile per una maggioranza andare a votare contro un proprio Assessore). Anche lei, Sindaco, dovrebbe fare un passo in questa direzione e io le concedo questa possibilità, ovvero vi chiedo di censurare l'accaduto, che è stato anche messo a verbale e ci sono le dichiarazioni sui giornali, prendendo le distanze dall'esercizio del ruolo di amministratore della Città dell'Assessore, perché le modalità non sono conformi ai principi di trasparenza, accessibilità e meritocrazia. Questo è quello che chiediamo con il nostro emendamento, che è ben lontano dal togliere le deleghe all'Assessore Lavolta, perché riteniamo che, forse, visti anche quelli che sono stati gli esiti di altre discussioni su sfiducie, non sia questo il metodo giusto per far decadere l'Assessore, anche perché, secondo me, aveva più senso che l'Assessore andasse a casa dopo che ha sbagliato la deliberazione sulla ZTL, perché era un merito tecnico, su cui non era stato capace di entrare. Mentre su questa parte, comunque, è fondamentale che la maggioranza, che poi si troverà a votare le sue proposte di deliberazione (e, comunque, lo guarderete con un occhio diverso rispetto a come lo potevate guardare prima, visto quello che è successo), possa prendere almeno le distanze. Così anche da avere, forse, un minimo la coscienza più pulita. LEVI Marta (Vicepresidente) La parola al Consigliere Viale. VIALE Silvio Credo che poche volte siano arrivate proposte di mozione che chiedevano al Sindaco di revocare le deleghe ad un Assessore. Devo dire che, negli otto anni precedenti e in questi qui, me ne ricordo poche che non fossero alcune delle boutade come si fa ogni volta. Per cui, io credo che oggi per l'Assessore Lavolta non sarà certamente un cartellino rosso, anche perché la proposta di mozione impegna il Sindaco; non c'è una mozione di sfiducia, ma un cartellino giallo di sicuro lo è. Un cartellino giallo vuol dire una censura, o un'ammonizione, vuol dire un qualche cosa per cui si è sotto osservazione. Io non ho seguito e non ho voluto seguire la discussione in Commissione (non è la mia Commissione, altri Colleghi invece l'hanno fatto) e nemmeno il dibattito all'interno del Gruppo, per motivi prettamente logistici, delle ore, eccetera, però credo che il silenzio e il fatto che oggi pochissimi Consiglieri di maggioranza interverranno sia già un segnale. È un qualche cosa che non può sfuggire a nessun osservatore, anche perché va oltre quelle che sono le dinamiche interne ad un rapporto tra Consiglio, maggioranza e opposizione. A me piace sempre fare il giochino, lo faccio in tutte le nostre sedute; ogni volta che facciamo la prima chiamata per l'appello nominale io non rispondo e aspetto la seconda chiamata quando è assolutamente inutile. Il giochino è che se noi fossimo qui a parti invertite, non con il Sindaco Fassino, ma con Sindaco Coppola e un Assessore di centrodestra, e fosse accaduta una vicenda analoga, credo che, a parti invertite, probabilmente, il silenzio sarebbe stato da questa parte e non avrebbe fatto onore e, dall'altra parte, si sarebbe andati, invece, con ben altri toni. Ecco perché io credo che oggi la vicenda non si chiuda, perché, anche passasse una mozione che impegna il Sindaco a togliere le deleghe (il Sindaco, per il ruolo e per la situazione, può mandarci a stendere comunque, non è tenuto, né obbligato, non cambia nulla, le mozioni di sfiducia al Sindaco valgono solo quando si manda a casa il Sindaco, e non è neanche detto che funzionino), è chiaro che la vicenda ha creato degli interrogativi e non ha dato tutte le risposte che ci si aspettava. È stata condotta male. Sicuramente, alcune frasi finite a verbale, tra un'audizione e l'altra, sono di dubbia interpretazione e sicuramente poco opportune. Non credo ci sia la forza per dire che un Consigliere Comunale, che ha preso tantissime preferenze, finito a fare l'Assessore, debba andare a casa, lo dico con molta franchezza a tutti e lo direi anche ci fosse dall'altra parte un Assessore di centrodestra. Credo che, però, un cartellino giallo sia completamente meritato. In quasi tutte le competizioni sportive un secondo cartellino, che lascio al Sindaco, implica la squalifica. LEVI Marta (Vicepresidente) La parola al Consigliere Cervetti. CERVETTI Barbara Ingrid Intervengo per dire che i Moderati non appoggiano questa proposta di mozione e intendono, invece, dare una fiducia. La fiducia che noi diamo oggi è quella al nostro Sindaco Fassino. Diamo la fiducia al Sindaco e quindi, solo di conseguenza, diamo anche la fiducia all'Assessore Lavolta, perché è l'Assessore a cui ha dato fiducia il nostro Sindaco e a cui oggi continua a confermare la sua fiducia. Aggiungiamo anche che troveremmo alquanto imbarazzante il fatto che degli esponenti della maggioranza oggi non confermassero quella fiducia, non tanto all'Assessore Lavolta, quanto invece al nostro Sindaco. Quindi, ci auguriamo che su questo tipo di fiducia la maggioranza oggi sia compatta e dimostri compattezza. LEVI Marta (Vicepresidente) La parola al Consigliere Paolino. PAOLINO Michele Vorrei dire quattro cose. La prima è già stata detta dal Consigliere Cervetti, ma la voglio ribadire a nome di tutto il Partito Democratico: noi riteniamo che lo strumento "mozione di sfiducia" sia un atto politico in auge dal momento in cui la Legge ha previsto l'elezione diretta del Sindaco e ha previsto che il potere di nomina degli Assessori fosse in capo al Sindaco e non in capo al Consiglio. Noi ribadiamo la nostra fiducia in questa maggioranza, in questa squadra, in questo Sindaco e quindi non aderiamo in alcun modo ad atti strumentali che possano, in qualche modo, introdursi in un rapporto che è solido, che riteniamo proficuo e che prevede anche il dialogo e il confronto, ma non è messo e non può essere messo in alcun modo in discussione. Quindi, noi respingiamo il testo presentato dal Consigliere Appendino e dagli altri Consiglieri e anche le ipotesi emendative. Ribadiamo la fiducia rispetto ad una squadra che si pone il problema della gestione dell'Amministrazione di questa Città. Vede, Consigliere Liardo, noi abbiamo provato a spiegarglielo più volte, ma probabilmente è stato vano: lei vede un sistema Torino quasi con un po' di nostalgia. Cioè, le piacerebbe anche essere parte, per poter suggerire nomi e continuare a suggerire nomi, così come già ci ha dimostrato di aver fatto in passato, ma quello non è il nostro sistema. Quello non è il nostro sistema. (INTERVENTI FUORI MICROFONO). Il nostro sistema... LEVI Marta (Vicepresidente) Per favore! PAOLINO Michele Ha detto lei che è aduso alla pratica del suggerimento della raccomandazione. Non è un atteggiamento... (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Ci fa piacere che abbia fatto outing, ne avevamo già contezza, però, le ribadisco, non è... (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Guardi, si inizia dalle cose gratis. L'onestà si pratica sulle piccole cose. LEVI Marta (Vicepresidente) Per favore, Consiglieri! PAOLINO Michele La seconda questione che ci sta a cuore - e se ne è parlato pochissimo nei primi interventi di questo dibattito - è il museo "A come Ambiente". Quello che noi chiediamo al Sindaco e agli Assessori competenti è di salvaguardare l'esperienza "A come Ambiente". Noi ringraziamo chi l'ha ideata, chi l'ha pensata, chi l'ha messa in piedi e chi ci ha lavorato in questi anni, e riteniamo che sia un'esperienza molto importante per la Città. Quindi, chiediamo all'Assessore di lavorare per mantenere quell'esperienza, perché non si esaurisca, perché pensiamo che esperienze del genere vadano al di là delle persone che l'hanno ideata, che ci hanno lavorato, ma vale per ciascuna delle cose che fa ciascuno di noi. La terza questione è sullo stile. Io non ho condiviso - e ho avuto modo di dirlo anche all'Assessore, non credo sia solo nella sua responsabilità - lo stile un po' da duello, da cavalleria rusticana che si è scatenato intorno al museo "A come Ambiente". Noi, da questo punto di vista, dobbiamo salvaguardare le Istituzioni che rappresentiamo e dobbiamo cercare anche di avere l'umiltà per mettere un po' da parte quelle che possono essere le proiezioni di noi stessi, per difendere il lavoro che stiamo facendo. L'ultima questione l'ho già accennata, ma la voglio ribadire: il Gruppo del Partito Democratico ritiene che le Istituzioni debbano garantire la massima trasparenza e il massimo accesso alle opportunità per tutti. Quindi - l'abbiamo detto in molte occasioni, e lo ribadiamo -, dove è possibile, si facciano gare, si facciano bandi, si dia evidenza pubblica. Le Istituzioni non sono un Ufficio di Collocamento. Tutti quanti noi facciamo politica e tutti quanti noi riceviamo ogni giorno persone che si misurano con la fatica di trovare lavoro, ma dobbiamo lavorare affinché queste persone abbiano accessibilità e abbiano informazione. Questo è l'impegno che ci sentiamo di ribadire nel corso di questo dibattito. Poi l'Assessore avrà modo di chiarire rispetto a frasi che possono essere male interpretate. Credo che il dovere che abbiamo noi è quello di garantire a tutti l'accessibilità alle opportunità che la Città è in grado di mettere in campo ed è un bene - e "A come Ambiente" è una di queste - che ci siano realtà che sono in grado di creare opportunità. È questo il sistema che a noi piace, il fatto che ci siano occasioni per cui i giovani possono misurarsi, per cui si possono fare buone pratiche, si possono creare per loro delle occasioni di crescita professionale e umana. Quindi, ribadiamo la nostra fiducia nell'Assessore, nella Giunta, nella squadra individuata dal Sindaco e, naturalmente, nel Sindaco e nel lavoro che insieme stiamo facendo. LEVI Marta (Vicepresidente) La parola al Consigliere Sbriglio. SBRIGLIO Giuseppe Io intervengo brevemente. La mia sarà più una dichiarazione di voto. Il mio voto sarà contrario rispetto a questa proposta di mozione, perché, come ho già detto altre volte, non condivido questi mezzi di sfiducia individuale. Anzi, credo che l'Ufficio di Presidenza dovrebbe respingerli. Se esistono delle sfiducie, esistono nei confronti del Primo Cittadino, ma credo che né l'opposizione, né questa maggioranza abbiano la benché minima intenzione, né idea rispetto a questa finalità. Quindi, credo che queste discussioni forse dovrebbero essere gestite un po' meglio dalla maggioranza, probabilmente con riunioni di maggioranza. A me dispiace aver visto una sorta di processo all'Assessore senza regole, un processo istituzionale. Noi abbiamo visto utilizzare lo strumento delle Commissioni senza delle regole ben precise, e questo forse non fa bene, perché di queste vicende credo che se ne debba parlare, ma se ne debba parlare all'interno delle forze di maggioranza che hanno sostenuto il Sindaco in questa campagna elettorale. Mi scusi Consigliere Ricca, però credo che forse in tutta questa vicenda ci sia un suo piccolo autogol, perché lei è partito con una richiesta di espulsione e adesso chiede l'ammonizione. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Sì, però credo che forse... (INTERVENTO FUORI MICROFONO). No, non è rafforzativo, secondo me è una piccola provocazione e forse non doveva cascarci nemmeno il Consigliere Viale. Io credo che in questa vicenda l'unico arbitro sia il Sindaco. Quindi, quando succedono situazioni di questa natura, probabilmente le forze di maggioranza possono trovarsi, discutere con il Sindaco e trovare le condizioni insieme, ma non si deve utilizzare l'Aula per queste finalità e credo che sia importante che tutte le forze di maggioranza respingano in maniera forte questo documento. Se avete coraggio, per la mozione di sfiducia ci sono altre forme di Regolamento, ma non credo che questa sia l'occasione e l'opportunità più adeguata. LEVI Marta (Vicepresidente) La parola al Consigliere Marrone. MARRONE Maurizio Consigliere Paolino, a mio modo di vedere, il suo intervento è stato abbastanza fuori luogo. Lei ha rivendicato l'inesistenza di un sistema Torino basata sulle raccomandazioni. Mi verrebbe da dire che forse non ci sono le raccomandazioni, perché ormai siamo al nepotismo, che è direttamente un anello di raccomandazione chiuso dai vincoli di parentela. Per fortuna, con riferimento all'accessibilità e alle opportunità che diceva lei, visto che questa Sala Rossa è favorevole anche alle unioni omosessuali, magari anche qualche Consigliere dell'opposizione può accedervi, magari stringendo una relazione con il Consigliere Paolino, così forse potrebbe avere un'accessibilità anche magari a qualche ingresso o posto di lavoro in qualche carrozzone del centrosinistra torinese. Però, stimolato dal dibattito che c'è stato finora, anche a me viene da sottolineare che i toni non sono stati di sicuro i migliori, e lo dico pur da firmatario della mozione di sfiducia, ma io non apprezzo che sia diventata una specie di corsa allo scannatoio dell'agnello sacrificale Lavolta come capro espiatorio, non perché non condivida la gravità dei fatti emersi rispetto alla vicenda di "A come Ambiente", ma perché svilisce quello che è un problema di sistema dell'associazionismo torinese, di un certo associazionismo torinese - e sottolineo "un certo" - e lo svilisce inserendolo in tutte le dinamiche, molto folkloristiche, con il Consigliere Viale che si fa fotografare con il fogliettino giallo da arbitro... (INTERVENTO FUORI MICROFONO) - qualcuno l'ha fotografata -, con l'arbitro nella persona del Sindaco, piuttosto che nelle astensioni, o nei voti addirittura favorevoli alla mozione, che non stento a rischiare a scommettere che ricalcheranno fedelmente le divisioni correntizie interne al PD, tra l'altro con un certo fastidio nel percepire tutto un manicheismo di misura che, in certi casi, è abbastanza fuori luogo, perché io questo, pur avendo firmato la mozione proposta dal Consigliere Appendino, non riesco a non ricordarmi che ci ritroviamo addirittura la capofila dei parlamentari del Movimento 5 Stelle in Piemonte che arriva dallo staff del Consiglio Regionale dello stesso partito, che c'erano i progetti comunque... (INTERVENTO FUORI MICROFONO). No, eletti da Parlamentarie interne. Che c'erano progetti di rimborso dei fondi arrivati, che arrivavano a progetti di parenti dei Consiglieri Regionali. Per cui, direi, magari evitiamo di dire che c'è il bene e che c'è il male, andiamo a trovare dov'è il male, perché forse è meglio, ovunque sia. Quello che mi lascia l'amaro in bocca è che, nel trasformare tutto in un mezzo PD o opposizione versus Lavolta, ci dimentichiamo che alla base di questo scandalo c'è sostanzialmente - o almeno questo è quello che è emerso dalle carte che abbiamo potuto vedere in Commissione Controllo di Gestione - un patto di raccomandazioni incrociate che è saltato, perché tutti i fatti di cui siamo venuti a conoscenza erano antecedenti, evidentemente, a queste frizioni avvenute tra il direttore e il presidente. Allora, a me interessa poco mettere in croce l'individuo; a me interessa scardinare un sistema che non funziona, perché, finché noi ci troveremo delle associazioni che nascono come forme di associazionismo privato, e quindi nascono con quelle forme lì, con quei ruoli lì, in cui lo Stato, l'Istituzione dovrebbe essere un interlocutore, e diventano invece una specie di mutante, di OGM che si trasforma e diventa sempre più statale, diventa sempre più pervaso e il privato originario diventa sempre più qualcuno a libro paga dello Stato e non diventa più un interlocutore esterno dell'Ente istituzionale, allora è lì che c'è qualcosa che non va. E su questo mi sento di concordare con il Consigliere Viale, cambiando l'ordine dei fattori, dei protagonismi, nomi e chiunque altro: con una dinamica così, non poteva finire altrimenti. L'Assessore Lavolta si è trovato ad essere quello che passava di lì quando cadeva la tegola. E con questo io non voglio sminuire le sue responsabilità, perché rimango sostenitore di quella mozione, ma non ci sto che diventi così semplificato e banalizzato l'episodio, perché in realtà dietro c'è molto di più. Dietro c'è una modalità sbagliata e perversa di intendere l'associazionismo, che pervade anche Smart City, che pervade anche altre aree di intervento, non solo dell'Assessorato dell'Assessore Lavolta, ma anche di altre aree di intervento della Giunta, ogni qualvolta il privato diventa una specie di protuberanza e appendice dell'Ente istituzionale che lo finanzia. Allora, se è questo ciò che non va, oggi votiamo la mozione di sfiducia, per carità, ma andiamo avanti, andiamo ad individuare tutte quelle realtà di associazionismo malato che si sono allontanate dalla funzione originaria, dalla struttura originaria e dalle finalità originarie e sono diventate - sì, Consigliere Paolino - un Ufficio di Collocamento, con la differenza che almeno, in tal caso, nel caso di Ufficio di Collocamento, un curriculum e un contratto li vediamo, mentre in questo caso non vediamo nemmeno questi. Per cui, io spero che la discussione e soprattutto la votazione - perché ormai la discussione ha preso questa piega - su questa mozione di sfiducia non ricalchi fiducie o sfiducie a partito preso, perché gli elementi su cui giudicare ci sono, ma mi auguro che sia un giudizio che travalichi la presente votazione e vada ad investire tutto un modo di fare Amministrazione e di rapportarsi tra Comune e associazionismo torinese. LEVI Marta (Vicepresidente) La parola al Consigliere Greco Lucchina. GRECO LUCCHINA Paolo Sarò brevissimo, perché è già stato detto quasi tutto. Io credo che oggi non capiterà niente. La maggioranza sarà compatta a difesa dell'Assessore Lavolta, però - e mi rivolgo ai banchi della maggioranza e ai tanti Colleghi che in Commissione Controllo di Gestione hanno con me condiviso questo percorso di discussione su questa vicenda - vedo tante facce giù. Cosa voglio dire? Voglio dire, Consigliere Sbriglio, che lei può anche avere ragione, qui non stiamo discutendo di un vizio procedurale, cioè sulla presentazione o meno di una mozione che revochi le deleghe all'Assessore Lavolta. Lo sappiamo tutti che questa è una delle facoltà che sono attribuite solo al Sindaco. Detto questo, noi siamo qui anche per giudicare quello che è un comportamento, perché il percorso è stato fatto tutto e, se si arriva poi ad una mozione, è perché le audizioni e quanto è emerso in quelli che sono gli organismi deputati a valutare quelle che sono state le vicende ci hanno portato a firmare un atto di questo tipo. Non rientro in tutto quello che è stato il percorso, perché lo ha già descritto in maniera assolutamente esauriente il Consigliere Appendino, però guardi che io ricordo l'audizione dei lavoratori, Assessore Lavolta, di quei lavoratori che ci dicevano che avevano fiducia solo in lei. Bene, i personalismi che sono stati descritti in quelli che sono stati veti sulle raccomandazioni incrociate, sono emersi tutti ed è giusto dirselo. Allora, quali sono gli elementi in capo a questa minoranza per poter dire che, per ragioni di opportunità, i suoi comportamenti sono censurabili? Perché i personalismi in politica spesso portano al delirio di onnipotenza. Questo io dico. Io non so quali siano, io non sono un esperto. Io credo che, se la Presidenza ha deciso di accettare questo atto, è perché evidentemente c'è una discussione in merito ai comportamenti di un Assessore di questa Giunta. Io mi auguro che il chiacchiericcio, che ho sentito durante le Commissioni, dei tanti Consiglieri facenti parte di questa maggioranza, oggi possa trovare quella forza in un voto che sia favorevole a questa mozione. Io mi auguro solo questo, perché questo significherebbe essere onesti intellettualmente nei confronti di quello che si dice anche quando i microfoni sono spenti. LEVI Marta (Vicepresidente) La parola al Consigliere Grimaldi. GRIMALDI Marco Ovviamente credo che valga per me, ma credo che valga anche per altri Presidenti, come il Consigliere Cassiani, almeno da Presidente di Commissione Ambiente, come Commissione Cultura: per chi ha visto per anni crescere il progetto del museo "A come Ambiente" è stata una sofferenza vedere come sono cresciute questa polemica e questa discussione, che, tra l'altro, negli scorsi mesi, hanno rischiato di interrompere un processo anche di espansione, di riconoscimento, non solo locale, di quella che è stata una grande esperienza torinese. Lo sappiamo tutti, tra l'altro da quando in questo territorio non ci sono più soggetti come Experimenta, ci sono stati problemi, come sapete, sul tema della divulgazione scientifica, anche solo per il Museo delle Scienze Naturali, che era, è e crediamo sarà uno dei grandi poli della divulgazione scientifica verso i più giovani. Questo per dirci che io e il Presidente Cassiani ci siamo presi l'impegno, soprattutto per il presente e sul futuro, che questa esperienza non finisca qui. Questo solo per dirvi il rammarico - e l'abbiamo più volte espresso anche al Sindaco e all'Assessore - che questa vicenda, secondo noi, anche vista la gravità di alcune vicende, non doveva interrompersi o evolversi così. Però questo non ha portato me ed altri a voler stare dentro la discussione, noi volevamo più che altro che soprattutto l'Assessore chiarisse alcuni punti, che, tra l'altro, i direttori, i presidenti e il Comitato Direttivo avevano posto sul piatto, cioè la possibilità di chiarire bene che non ci fossero stati né ricatti, né scambi su questa vicenda. È chiaro che, però, questa discussione ha portato altri dubbi e il compito difficile è quello di parlare oggi anche per nome del Capogruppo Curto, che non è presente, ma che ha presentato una mozione che ho sottoscritto, proprio per evitare, in qualche modo, che questa venga portata al voto fino in fondo, cioè io spero che queste tre impegnative, che leggerò, vengano chiarite dal Sindaco e dall'Assessore, evitando così di dover mettere al voto questo testo. I tre segni dell'impegnativa sono semplici, cioè: "Impegna il Sindaco a chiarire a tutti gli Assessori dell'attuale Giunta e alla struttura dirigente che la selezione del personale va sempre svolta attraverso i più rigorosi criteri di trasparenza e accessibilità, premiando competenza e merito; chiede di avviare una progettazione partecipata per rilanciare il museo 'A come Ambiente', anche attraverso un ricambio concordato con Provincia e Regione nel Consiglio di Amministrazione; chiede al Sindaco di evitare che gli Assessori della Città di Torino rivestano cariche apicali all'interno di Enti strumentali, partecipate o finanziate, potendo così svolgere senza confusione il proprio compito di indirizzo e di controllo". Io spero che, invece, questa discussione ci sia servita. Lo dico perché è emerso un altro carattere per me inquietante di questa vicenda, Sindaco, cioè il ruolo delle agenzie interinali. Lo dico non da Commissione Controllo di Gestione, ma da uno che ha assistito a questi lavori: a me ha inquietato quel tipo di scenario. Vorrei che nessuna fondazione e associazione dovesse surrettiziamente continuare ad utilizzare impropriamente quel tipo di lavoro, esternalizzando, di fatto, le scelte ad altri, ma di fatto tenendole interne sostanzialmente. Quindi, con questa contraddizione in termini di quello che è il vero datore di lavoro, non si capisce in queste occasioni, ma soprattutto qual è il ricatto di fondo fra i lavoratori a tempo indeterminato o a tempo determinato delle strutture e questi lavoratori. Io credo che faremo bene se questa vicenda servisse anche solo a sciogliere questi dubbi. Su questo sono d'accordo, però, anche con il Capogruppo Paolino: alcune di queste vicende erano note, addirittura erano note dalla nascita del soggetto stesso. Io credo che sia importante, con pacatezza, ritornare indietro su alcune cose dette, mettere dei punti sulle cose che non andavano fatte e non vanno fatte e riaprire questa discussione, sapendo che l'oggetto principale è salvaguardare l'interesse pubblico di una storia, di una struttura e, possibilmente, anche di una comunità che io non vorrei più vedere divisa, come ho visto l'altro giorno in Commissione, cioè con lavoratori uno contro l'altro a difendere, in qualche modo, storie diverse, percorsi diversi e forse anche atteggiamenti diversi nella governance della struttura. Io spero che a queste tre impegnative ci sia una risposta. Spero, dalla prossima settimana - come ci siamo riproposti -, di riuscire a calendarizzare con il Presidente Cassiani un punto di avanzamento che veda la trasparenza, l'evidenza pubblica e la richiesta anche di partecipazione di tutti gli Enti, che spero non si sfilino da questo oggetto che noi abbiamo contribuito a far diventare pubblico e che non vorrei mai che continuasse ad avere questa idea tutta privatistica di gestioni pubbliche e private che non sanno riconoscere fino in fondo il valore di base di quell'oggetto. Quindi, io spero che questa storia, in realtà, ci porti a rilanciare quell'oggetto con più forza e spero anche che venga riconosciuto il merito di chi li ha creati e anche di chi prenderà e raccoglierà il testimone per il futuro di questo Museo. LEVI Marta (Vicepresidente) La parola al Consigliere Bertola. BERTOLA Vittorio Il Consigliere Appendino ha già espresso bene tutta la vicenda e le nostre posizioni in materia. Io vorrei soltanto precisare che la nostra azione e la nostra mozione di sfiducia non sono un segnale di sfiducia nel concetto del museo "A come Ambiente" o nella sua attività, e ben vengano queste future sedute di Commissione per approfondire l'argomento. Anzi, noi abbiamo anche voluto rinviare la discussione della mozione, proprio per ascoltare anche i dipendenti. Per cui, chiaramente l'argomento, da una parte dei comportamenti comunque sbagliati da parte di chi lo gestiva, ma dall'altra anche del futuro del Museo e del suo valore, secondo noi è fuori da questa discussione. Il commento più generale che io volevo fare è legato agli interventi che ho sentito da parte di alcuni Consiglieri, talvolta ho sentito quasi un'apologia del genere: "Ma in fondo queste cose si sono sempre fatte, le fanno un po' tutti, sono normali nella politica, fanno parte del carattere italiano" e così via. Per carità, nel mondo anglosassone, paradossalmente, è normalissimo che una persona segnali dei curriculum, che dia delle referenze, anzi, è quasi impossibile cercare un lavoro se non si dispone di una lettera di referenze da parte di qualcuno che dice: "Secondo me questo è un candidato valido per il lavoro che deve fare". Però nel mondo anglosassone non sarebbe concepibile che una persona con un potere diretto, in quanto anche finanziatore comunque dell'Ente che deve effettuare l'assunzione, faccia una referenza. Cioè, c'è anche un rispetto del principio del conflitto di interesse, che è una cosa che in Italia sembra completamente sconosciuta. Per cui, credo che forse il punto sia proprio questo, cioè il fatto che da noi, non si capisce bene perché - perché poi viene spesso gabellato come una forma di carattere nazionale -, ma si pensa che per noi quelle regole che ha sviluppato il resto del mondo in termini di conflitto di interessi, di intervento, eccetera, non debbano valere per noi, perché noi siamo un mondo a parte e abbiamo sempre fatto così. In realtà, forse è proprio qui che prima o poi il nostro Paese dovrebbe cominciare a mettere dei punti. E credo che un segnale comunque debba arrivare anche da ognuno di noi. Per cui, io trovo, onestamente, un po' ipocrita - sebbene la capisca - la posizione di dire: "Siamo d'accordo, questo che è stato fatto non doveva essere fatto, però abbiamo fiducia nel Sindaco e quindi va bene, non ci sarà nessuna sfiducia". Dobbiamo anche arrivare al punto in cui se una persona sbaglia, paga. Io capisco che poi ci sono varie gradazioni anche nella forma di pagamento per gli errori che si fanno, quindi non è che adesso al primo errore uno possa per forza dire che... Posso capire chi dice, come il Consigliere Viale: "Limitiamoci al cartellino giallo e poi eventualmente ci sarà un cartellino rosso, se la cosa si ripeterà". Tuttavia, credo che il Consiglio Comunale debba mandare un segnale chiaro che questi comportamenti noi, come Consiglio Comunale, come collettività, non li vogliamo. Sì, magari - come ha detto il Consigliere Marrone - è capitata la tegola, quasi per caso, in testa all'Assessore Lavolta, che passava di lì, poteva essere chiunque altro, qualunque altro politico. Il Consigliere Viale diceva: "Se fosse stato di centrodestra, sarebbe potuto succedere la stessa cosa a parti invertite". Sarà anche vero, non lo so, noi siamo un po' degli outsider e forse non vediamo, non arriviamo così addentro a queste cose, se non quando succede, come in questo caso, che partono i litigi per qualunque motivo e, alla fine, a forza di litigare, le cose arrivano sui giornali e diventano note a tutti. Però da qualche parte bisogna cominciare a mettere dei punti. Quindi, credo che quella di oggi sia una buona occasione, per il Consiglio Comunale, per dare perlomeno un cartellino giallo, un segnale chiaro sul fatto che questi comportamenti noi non li vogliamo più vedere. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La parola, per la replica, all'Assessore Lavolta. LAVOLTA Enzo (Assessore) Ringrazio gli intervenuti per aver espresso un punto di vista su una vicenda sulla quale personalmente credo si siano spese e, in alcuni casi - mi sarà consentito - anche sprecate un po' troppe parole, perché si tratta di una polemica che evidentemente è stata alimentata - e ancora la mozione di oggi continua in questo intento strumentale -, a volte, anche in modo un po' scomposto, da alcuni organi di informazione, che hanno - sì qui ha ragione, condivido quello che diceva il Consigliere Paolino - cercato di alimentare una dicotomia, come se ci fosse un duello, una contrapposizione tra persone che avevano responsabilità diverse all'interno di un'associazione. Mi dispiace che questo abbia prevalso nel dibattito, mi dispiace che, in questa rappresentazione dicotomica, le divergenze - certo, alcune evidenti - tra il sottoscritto e l'ex Direttore, in qualche modo, siano state prevalenti rispetto ad una struttura, ad una Istituzione culturale che caratterizza positivamente questo nostro territorio, lo ha fatto fin dalla sua nascita, è stata attraversata da una trasformazione di carattere gestionale anche dal punto di vista della natura del soggetto stesso, ma continua - e, nonostante i recenti accadimenti, fortunatamente posso testimoniare che continua a farlo nel miglior modo possibile - a rappresentare un punto di riferimento dal punto di vista didattico ed educativo in campo ambientale. Questo è il compito, è l'obiettivo primario che ci siamo dati; obiettivo naturalmente condiviso con l'ex Direttore, rispetto al quale continuo ad evidenziare una straordinaria generosità in termini di competenza, che ha dimostrato fin dalla nascita di questa struttura. Devo dire che, nell'ereditare anche modalità gestionali e prassi operative che si erano consolidate nel tempo, il mio approccio è stato - il mio, come ha testimoniato il resto del Consiglio Direttivo - assolutamente laico e attento a rispettare quanto avveniva all'interno di quella struttura, cercando però di modificare alcuni atteggiamenti, di correggere alcune storture dal nostro punto di vista, al fine di garantire la più ampia trasparenza, Consigliere Appendino. Lo sforzo è stato praticato in quella direzione. E da qui alcune divergenze sulla modalità di gestione, sulla modalità di gestione delle risorse umane, sui necessari accorgimenti in termini di maggior trasparenza; penso alle tante procedure ad evidenza pubblica che abbiamo chiesto si realizzassero. Guardi, io non entro nel merito dei due temi, di fatto. Su quello gestionale ho già avuto modo di spiegare e, tra l'altro, c'è un organo competente che se ne sta occupando, quindi verificherà la corretta e la buona gestione di questa struttura nel corso del tempo; così come non entro neanche nel merito di un'accusa infamante e denigratoria che lei continua a riproporre, che io ho respinto immediatamente facendo una cosa che non avevo mai fatto, cioè ho querelato per diffamazione una persona che dice il falso, a mio modo di vedere. Quindi vedremo, lei avrà più o meno soddisfazione alla fine delle verifiche e degli approfondimenti che saranno fatti, ma io ho sempre detto con forza - e lo ribadisco in questa sede -, fin dal primo momento in cui mi è stato chiesto di dare comunicazione, che non ho raccomandato nessuno. Guardate, potete spulciare o cercare, io non ho fratelli, sorelle, amici, anzi, da quando faccio politica le più penalizzate sono proprio le persone a me più vicine. Guardate, è da tanto, ormai è da tanti anni che faccio l'Amministratore, se ne sono fatti una ragione e continuano a votarmi e a sostenermi. Questo mi rincuora e mi dà anche fiducia rispetto alla prospettiva. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Che lavorano direttamente o indirettamente per questa Pubblica Amministrazione, ma anche per altre, per la Provincia e per gli Enti sovraordinati. Quindi, Consigliere Appendino, la tranquillizzo da questo punto di vista. Così come credo sia il caso di dire al Consigliere Viale che io, sinceramente, mi sento sempre sotto osservazione. Non è questo caso che mi mette nella condizione di sentirmi sotto osservazione, io spero di esserlo sempre, Consigliere Viale; spero che l'attenzione del Consiglio sia costante rispetto a tutti gli atti e ai provvedimenti che porto avanti, anche in questa occasione. Con le dimissioni del Direttore si è di fatto aperta una fase nuova, che ci impone di individuare una nuova figura di riferimento, con un'apposita procedura ad evidenza pubblica. È una fase nuova nella quale credo si debba cercare di immaginare anche di esplorare nuove vocazioni. Al riguardo, ingrazio per la disponibilità e la sollecitazione, in particolare, che è arrivata dai Presidenti delle Commissioni competenti. Stiamo parlando di una funzione culturale all'interno della più grande trasformazione a verde compiuta in questa Città negli ultimi anni. Questo è un dato dal quale non si può prescindere quando si pensa al futuro di una struttura come questa. Stiamo pensando a una struttura che, nonostante quanto è accaduto, anche quest'anno caratterizzerà positivamente una iniziativa nazionale di Legambiente, che si chiama "Treno Verde", che è partito da Roma poche settimane fa e arriverà a Torino, in cui l'intero allestimento di questo terreno è stato realizzato proprio all'interno del museo. Questo iniziative, insieme a tante altre, e le decine di migliaia di giovani visitatori del museo sono gli elementi dai quali partire nel riflettere sulle prospettive future di questo museo. Io credo che il combinato disposto di un nuovo Direttore, quindi una figura capace di valorizzare al meglio l'esperienza, il know-how, le competenze che albergano all'interno di quella struttura, insieme alla valorizzazione di un contesto, che è quello che ho descritto prima, all'interno di un Parco in trasformazione, quello del Parco Dora, insieme alle tante competenze dei lavoratori che, indipendentemente dalla rappresentazione che è stata data della Commissione, sono tutte persone giovani, competenti e motivate, che si sono subito messe a disposizione di una progettazione partecipata in ambito museale, che sta cominciando a scrivere il futuro di questa struttura. Questi sono gli elementi da cui partire. Allora ripartiamo da qui. Nel corso delle prossime settimane si perfezioneranno molti degli atti che sono stati citati anche dal Consigliere Appendino: si perfezioneranno gli atti ad evidenza pubblica che erano stati avviati; si individuerà con apposita procedura il nuovo Direttore; verrà meno uno sforzo, in termini di generosità e di competenze, di una figura che aveva rappresentato un punto di riferimento per questa Amministrazione dal punto di vista contabile, che è il dottor Pizzala, che ringrazio pubblicamente, e che metterà nelle condizioni di verificare in fase di approvazione del Bilancio lo stato di salute economica della struttura, ma posso anticipare che le condizioni economiche fortunatamente ci mettono nella condizione di ben sperare. Tutti questi elementi credo che, alla fine di questa fase, debbano essere accompagnati da una fortissima azione di rilancio, che deve avere questa caratteristica principale, cioè una apertura della struttura museale non solo all'interno del Parco, ma anche rispetto a tutti gli altri ambiti di intervento che culturalmente caratterizzano il nostro territorio, che possono dare un valore aggiunto a questa struttura museale. Ho già citato il contributo prezioso che arriverà dagli operatori museali che caratterizzano il museo. Ebbene, questa fase di rilancio non può, per due motivi sostanzialmente, non può che essere accompagnata oltre che da un nuovo Direttore, anche da un nuovo Presidente. È giusto e corretto che il rilancio della struttura museale avvenga attraverso l'assunzione di responsabilità piena di una figura che possa dedicare... questo sì me lo rimprovero, il fatto di non aver dedicato a sufficienza tempo a questa struttura. Ma del resto questo è un problema per chi svolge l'attività di Assessore e che ha tante altre responsabilità e incarichi. Quella è una struttura che merita maggior tempo a disposizione, che merita un Presidente, non dico a tempo pieno, ma che dedichi buona parte del proprio tempo, soprattutto in una fase di rilancio e di sviluppo, al museo. Motivo per cui - ed è il secondo motivo per cui credo che si debba rilanciare il museo con altre figure - la Presidenza del museo viene definita attraverso un'elezione dell'Assemblea. Questa Assemblea, così come recita lo Statuto, prevede che l'individuazione del Presidente sia ciclica e a rotazione. Questo è l'anno nel quale scade il terzo anno. Io credo che il combinato disposto di questi due fattori non possa che portarmi a dire, indipendentemente dalla mozione di sfiducia, che questa azione di rilancio rispetto alla quale con attenzione molte persone stanno lavorando in questo periodo, e che vedrà naturalmente l'assunzione di responsabilità forte, il protagonismo autentico di un nuovo Direttore, non possa che essere accompagnata anche da una discontinuità rispetto alla Presidenza. Di questo abbiamo già discusso in modo più che approfondito con gli altri membri del Consiglio direttivo; questa è una decisione che tra l'altro, per motivi diversi, il sottoscritto aveva già assunto nell'ottobre scorso. Credo che la priorità, e mi fa piacere che in alcuni interventi sia emerso da parte di alcuni Consiglieri Comunali, e le attenzioni dello stesso Consiglio Comunale debbano andare in questa direzione, cioè sul futuro di una struttura che continua e deve continuare, a rappresentare un importante punto di riferimento in campo educativo, didattico, ambientale nel nostro territorio. Questo è stato fino adesso il museo, non altro. Le altre rappresentazioni non mi piacciono e, secondo me, non rendono onore negli sforzi del lavoro fin qui fatto. Questo è il lavoro che bisogna continuare a fare e io sono sicuro che con la dedizione, la partecipazione, l'entusiasmo e il protagonismo dei tanti che vorranno a proprio titolo impreziosire questo dibattito. Mi auguro che questo avvenga anche nelle sedi opportune, in particolare nelle Commissioni Consiliari, con le quali si è già cominciato ad interloquire. Questa è la priorità unica che questa Amministrazione deve avere nel preservare un'importante realtà del nostro territorio, nel caratterizzare, con una importante funzione culturale, la più grande trasformazione verde del nostro territorio. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La parola al Sindaco. SINDACO Brevemente, per sottolineare due questioni. La prima riguarda i criteri che devono ispirare il rapporto tra l'Amministrazione e gli Enti strumentali, di cui l'Amministrazione è dotata, come per esempio in questo caso il museo "A come Ambiente". Io penso bisogna avere chiaro che c'è una distinzione di funzioni, che deve essere sempre perseguita e praticata. All'Amministrazione compete un compito di indirizzo, che si esercita in tre modi: o attraverso la presenza nel Consiglio d'Amministrazione dei rappresentanti dell'Amministrazione comunale, o attraverso il rapporto politico di indirizzo che l'Assessore competente ha con la struttura in questione, o attraverso un atto del Consiglio Comunale, quando è necessario. I compiti di gestione competono agli organi degli Enti (e credo che dobbiamo avere un rispetto scrupoloso di questa distinzione), che devono essere formati e qualificati sulla base delle competenze che posseggono coloro che vengono preposti a questi Enti. Questo, per me, è il criterio. Io rivendico di aver applicato questi criteri sempre, in questi due anni e mezzo, nelle nomine che abbiamo fatto e nel rapporto che abbiamo costruito con gli Enti che sono chiamati a rendere operative le scelte politiche e amministrative della nostra Città. Valga per tutti, per fare un esempio, il modo in cui abbiamo riorganizzato e ristrutturato la Fondazione Musei, che ha avuto un periodo interinale in cui bisognava mettere in campo la ristrutturazione guidata dall'Assessore medesimo, ma che era un periodo transitorio interinale, al termine del quale si è scelto un Presidente unicamente sulla base delle competenze, la dottoressa Asproni. Si è arrivati a un Consiglio d'Amministrazione autorevole, per i soci che compongono la Fondazione, che opera in assoluta autonomia, tiene conto degli indirizzi dell'Amministrazione Comunale, dopodiché si assume tutte le responsabilità che giustamente deve assumersi un presidente del Consiglio d'Amministrazione e degli organi della Fondazione. Richiamo questo esempio che credo debba valere per tutte le situazioni che riguardano gli Enti con i quali gestiamo e amministriamo le nostre politiche. Questo deve valere anche per "A come Ambiente". Naturalmente, di ogni Ente bisogna sempre tenere conto della storia e sappiamo bene che "A come Ambiente" è nato ed è vissuto per un lungo periodo grazie al contributo appassionato, generoso, prezioso del fondatore di questa Istituzione, il quale ha avuto l'intelligenza culturale e politica di dedicarsi a questo tema e di fare del museo un'Istituzione che ha assolto a una funzione preziosa nel socializzare e promuovere sensibilità e culture sui temi ambientali. Come capita quando una struttura è diretta per un lungo periodo da chi l'ha fondata (credo che ciascuno di noi può ben comprendere questo, perché magari ha conosciuto altre situazioni analoghe), il grado di identificazione che si determina per una persona eletta è totale. Per una fase questa identificazione è probabilmente inevitabile; senza quell'identificazione, quell'Ente non riuscirebbe a nascere, decollare e a prendere il respiro che deve prendere. Arriva un punto, però, in cui quell'identificazione non ha più senso, e anzi, rischia di diventare un ostacolo. È esattamente questo il passaggio in cui ci troviamo. Credo si debba rendere merito a Carlo Degiacomi di aver messo in piedi una struttura che la città non aveva (lo ribadisco qui, perché ho avuto anche modo di dirlo personalmente a lui in occasione di due colloqui che ho avuto in questi mesi) e che ha avuto un compito meritorio nell'affermare e nel promuovere le politiche su un tema che tra l'altro, come sappiamo tutti, è diventato di particolare sensibilità culturale negli ultimi anni. Quando è stato fondato, questa sensibilità era molto meno diffusa e radicata di quanto non lo sia oggi, e certamente "A come Ambiente" ha contribuito a far crescere una cultura e una sensibilità. Di tutto questo credo che vada dato merito a chi ha fondato e diretto "A come Ambiente". Dopodiché, tutti avvertiamo, per le ragioni che ho detto, che è necessario un passaggio ad una fase diversa. Per favorire questo passaggio a una fase diversa in termini transitori e interinali, si è pensato a una presidenza svolta dall'Assessore stesso. Ma il carattere transitorio di quella presidenza richiede che oggi si vada a una condizione a regime, che preveda un nuovo Direttore e un nuovo Presidente. Quindi penso che questa sia la strada che dobbiamo imboccare, che è l'unica che ci consente di garantire che "A come Ambiente" possa tornare a esercitare la funzione che ha esercitato, in una chiarezza di indirizzi, che spetta all'Amministrazione ovviamente fornire, e in una chiarezza di assunzione di responsabilità degli organi del museo stesso, affinché siano pienamente responsabilizzati nella gestione quotidiana di "A come Ambiente". A me sembra che questo sia l'unico modo con cui possiamo ragionevolmente uscire dalle difficoltà, dai problemi, anche - perché non credo di dover celare niente - dai dissapori e dai conflitti che si sono prodotti nei mesi scorsi. Pertanto, possiamo uscire da questa situazione se ci riconduciamo a quei criteri generali che ho richiamato. Mi pare che le scelte che vengono prefigurate, che anche l'Assessore ha confermato, confermando la sua convinzione che, oltre che il cambio del Direttore, sia utile e opportuno anche andare ad un Presidente che non sia l'Assessore, per ragioni evidenti, consentano di avviarci su questa strada. Queste sono le ragioni per le quali chiedo al Consiglio Comunale di non accogliere la mozione di sfiducia nei confronti dell'Assessore Lavolta. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Passiamo all'analisi dell'emendamento presentato dai Consiglieri Ricca e Carbonero. Non essendoci altre richieste di intervento, pongo in votazione l'emendamento: Presenti 35, favorevoli 9, contrari 26. L'emendamento è respinto. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Non essendoci altre richieste di intervento, pongo in votazione la proposta di mozione: Presenti 36, astenuti 3, favorevoli 9, contrari 24. La proposta di mozione è respinta. |