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FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Passiamo alla discussione dell'interpellanza n. mecc. 201400243/002, presentata in data 20 gennaio 2014, avente per oggetto: "Torino Social Innovation, adesso tirate fuori i soldi" FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La parola, per la risposta, all'Assessore Lavolta. LAVOLTA Enzo (Assessore) Al di là del titolo, che naturalmente richiama ad una necessità reale, che è quella che il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, che più di un anno fa - in realtà, ormai un anno e mezzo fa - ha emesso un bando nazionale per il finanziamento di idee innovative, proceda, nel più breve tempo possibile, a fronte di una graduatoria che ha individuato dei progetti vincitori, all'erogazione di questo contributo, che è un contributo a fondo perduto. Quindi, la richiesta di chiarimenti del Consigliere è una richiesta che noi più volte abbiamo avanzato nei confronti del Ministero, sia formalmente che informalmente, per cui, posso aggiungere poco, se non il fatto che già sono stati sufficientemente lunghi i tempi di valutazione; se a questi si aggiungono gli ulteriori tempi per l'erogazione, il bando, che dovrebbe avere un carattere anche di innovazione, rischia di perdere l'essenza e il significato autentico. Quindi, in questo momento noi non abbiamo notizie ufficiali da parte del Ministero, se non quelle pubblicate sul sito del MIUR, che fanno riferimento ad un decreto direttoriale di qualche settimana fa (in particolare del 31 ottobre 2013), che finalmente contiene l'approvazione della valutazione tecnico-scientifica dei progetti. Naturalmente non vi è titolo, da parte nostra, per intraprendere alcuna azione, se non quella di sollecitare - come ho già detto - non tanto i rappresentanti dei progetti vincitori, quanto i funzionari del MIUR. C'è da dire, però, che con i rappresentanti dei progetti vincitori c'è un costante aggiornamento. Il tutto nasce dall'endorsement, che alla Città di Torino era chiesto rispetto ai progetti che hanno partecipato al bando. Ricordo, infatti, che sono state dodici le proposte che hanno visto la lettera di endorsement della Città di Torino: tre sono i progetti vincitori; nove sono i progetti non vincitori, rispetto proprio a questo decreto direttoriale. È bene far presente che i progetti presentati hanno avuto la necessità di una partnership formale, da parte della Città di Torino, sotto forma di un sostegno e di un'approvazione. In questo senso l'utilizzo, in momenti pubblici, di disseminazione di informazioni e di riflessione sui temi dell'innovazione sociale è stato sempre impostato nel solco di una continuità di un rapporto di partnership iniziato nella fase di predisposizione delle candidature al bando MIUR. Per quanto riguarda l'innovazione sociale, si tratta di una politica nuova, una politica che, comunque, noi giudichiamo positivamente (indipendentemente dai ritardi che sta perpetuando il Ministero nei confronti dei soggetti vincitori, per quanto riguarda l'erogazione di questi contributi). Indipendentemente da questa partita, la Città ha comunque fatto propria questa politica, perché per noi è stata l'occasione innanzitutto per accompagnare la predisposizione di questi progetti. Abbiamo voluto amplificare anche questa opportunità di finanziamento con una presentazione del bando nazionale. Ci sono stati diversi incontri conoscitivi e formativi sui temi che compongono il più ampio ambito dell'innovazione sociale. In occasione della scadenza della presentazione dei progetti e successivamente, quando è stata approvata la graduatoria, ci sono stati dei momenti di disseminazione di informazioni, ma - come ho già detto - erano orientati a continuare a garantire il partenariato, che noi non volevamo solo formale, da parte della Città di Torino nei loro confronti. Tra l'altro, la Città - questo sì, invece, riguarda le nostre competenze, le nostre risorse e il nostro impegno - ha deliberato, nel mese di dicembre 2013, un proprio progetto di sostegno alla creazione di imprese impegnate nel campo dell'innovazione sociale, attraverso un bando pubblico. Il 16 gennaio ha aperto lo sportello per accedere al programma della Città di Torino, che sostiene progetti imprenditoriali nel campo dell'innovazione sociale. Questo progetto si rivolge a imprenditori e aspiranti imprenditori con meno di 40 anni e offre un accompagnamento alla costituzione e allo sviluppo dell'impresa, attraverso un sostegno finanziario e attraverso servizi supplementari offerti dalla rete dei partner. Questo sportello è aperto su appuntamento attraverso un numero verde, che approfitto di questa interpellanza per divulgare, che è l'800300194. Tutte queste informazioni sono sul sito della Città di Torino, in particolare sulla piattaforma ad hoc costituita, che è torinosocialinnovation.it. In questo caso, le risorse proprie, rese disponibili, ammontano a circa 2 milioni di Euro. Una parte di queste risorse sono in servizi, quindi tramite un'impresa di consulenza contrattualizzata dalla Città, i due incubatori del Politecnico e dell'Università di Torino, il servizio "Mip - Mettersi in proprio" della Provincia, una parte a fondo perduto - circa 800.000 Euro - e una parte ancora in fondo di garanzia, a copertura dei prestiti forniti da banche selezionate tramite avviso di gara. Lo scorso anno la Città ha anche emanato un bando per la manifestazione di interesse all'utilizzo dei locali che si renderanno disponibili presso l'area dell'ex INCET. Al bando hanno risposto quindici soggetti, proponendo idee e modelli di gestione, che sono al vaglio della Città, in vista di un bando di assegnazione, che avverrà nei prossimi mesi. Naturalmente, questo avverrà non appena saranno conclusi definitivamente i lavori di riqualificazione. Quindi, in sintesi, non posso che confermare il nostro interesse per una politica che questa Amministrazione condivide e, come ho cercato di riassumere molto velocemente, rilancia attraverso un'iniziativa propria. Rispetto all'opportunità di finanziamento del MIUR, continua il monitoraggio e l'attenzione costante, non foss'altro che politicamente, in più di un'occasione, io ho rappresentato direttamente al Ministro la necessità di erogare al più presto questi finanziamenti. Tengo a dire che la stessa attenzione che noi stiamo portando avanti nei confronti di questi progetti di social innovation, la portiamo anche sull'altro tavolo, che è la rimanente parte del bando MIUR, quello con un carattere più industriale, con finanziamenti per la ricerca, che per il nostro territorio ammontano a più di 100 milioni di Euro per le imprese del nostro territorio. Quindi, la stessa attenzione che poniamo su questi bandi, naturalmente la poniamo anche sugli altri. Non possiamo che continuare quindi a sollecitare il Ministero, affinché superi queste difficoltà che hanno rallentato eccessivamente l'erogazione di questi contributi, nella speranza che questi contributi possano poi innestarsi nelle politiche che la Città di Torino sta portando avanti. Un'ultima considerazione riguarda il link con le Circoscrizioni e la comunicazione. Nell'interpellanza si fa menzione del fatto che ci sia un abuso di comunicazione da parte di questa Amministrazione, creando delle aspettative: nulla di più falso, nel senso che tutte le attività che noi abbiamo fatto - ripeto - sono state sempre improntate a favorire quella collaborazione e quel partenariato che la stessa partecipazione al bando MIUR richiedeva; ci siamo preoccupati - questo sì, è una preoccupazione di cui mi assumo anche la responsabilità - di presentare questi progetti nelle Circoscrizioni, per favorire un legame diretto con i territori nei quali sono stati presentati. In alcuni casi questo è stato efficace e utile, per cui stanno sviluppando delle forme di collaborazione anche a livello territoriale; in altri casi, per il carattere dell'idea presentata, per la difficoltà di andare a realizzare in quel territorio specifico il progetto, questo non è avvenuto. In ogni caso, credo che l'Amministrazione abbia fatto bene ad accompagnare questi ragazzi in fase di predisposizione e di presentazione del progetto e ritengo che continui a fare bene a porre l'attenzione nei confronti di questi ragazzi, indipendentemente dal fatto che le risorse tardino ad arrivare, ma questo, evidentemente, non è imputabile alla Città di Torino. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La parola al Consigliere Bertola. BERTOLA Vittorio È tutto molto bello quello che ha raccontato l'Assessore, però io vorrei tornare al punto della questione, nel senso che siamo assolutamente d'accordo e ben contenti che la Città faccia politiche di innovazione e che si agganci anche alle politiche nazionali, come questo bando del Ministero dell'Università e della Ricerca. Il problema è che qui abbiamo delle persone che a luglio 2012 hanno visto il bando e hanno presentato domanda per avere questi finanziamenti, li hanno vinti un anno fa, nel febbraio 2013, e da un anno stanno aspettando di ricevere i fondi per realizzare i progetti, cosa che non è banale, perché non c'è solo il problema che magari il progetto innovativo, che è stato presentato, diventi più vecchio e quindi perda l'opportunità di mercato e non diventi più fattibile, ma c'è anche il problema proprio delle persone, nel senso che, se uno deve fondare un'azienda e fare una start-up innovativa - cosa che richiede un impegno al 101% delle proprie capacità -, deve probabilmente lasciare il lavoro, se sta lavorando, o magari deve rinunciare a offerte di lavoro per dedicarsi a questo, cioè deve fare delle scelte di vita, cosa che va fatta in un tempo ragionevole. Non si può rimanere appesi un anno per sapere se i fondi arrivino, come arrivino. A quanto pare non sanno neanche esattamente in che forma arriveranno, se dovranno costituire l'azienda e pare di no, perché in realtà il finanziamento era per singoli. Ma allora come vengono gestiti? Insomma, c'è una totale nebulosità di come deve funzionare questo meccanismo e quindi queste persone sono lì, appese da un anno, che non sanno cosa fare della propria vita. Questo è esattamente l'opposto del principio dell'innovazione, che dovrebbe essere veloce, efficiente e moderna. Ovviamente, io capisco che il finanziamento dipenda dal Ministero dell'Università, che tra l'altro è un finanziamento costruito in modo abbastanza complesso, perché questi ragazzi devono andare in partner con degli Enti Pubblici, la Città, eccetera, che poi fa un po' da cappello, eccetera, però, ad un certo punto, bisogna che qualcuno faccia uscire questi soldi, cioè dia la possibilità a questi progetti di cominciare, perché se no succede di sentirsi un po' presi in giro. Io mi sono stupito quando, dopo aver visto la presentazione di questi progetti in Commissione - credo lo scorso giugno, ormai quasi un anno fa - ho scoperto, poi, dopo molti mesi, che i progetti non erano ancora partiti perché i soldi non erano ancora arrivati. Però, nel frattempo, io ho visto, oltre alla presentazione in Commissione, eventi pubblici di presentazione, ho visto manifesti in città, ho visto tutta una serie di cose che promuovevano questa grande idea di Torino Social Innovation, che è sicuramente una buona idea, però è un po' una presa in giro continuare a dire: "Abbiamo fatto questo. Guardate che bravi che siamo, che un quarto dei progetti nazionali finanziati vengono da Torino" e poi, però, i progetti non partono. Alla fine, credo che una cosa sola dovrebbe fare l'Assessore, o magari il Sindaco, che comunque è il Presidente dell'ANCI e ha un peso nazionale, cioè alzare il telefono, chiamare il Ministro dell'Università e dirgli: "Allora, quand'è che tirate fuori questi soldi?". Francamente, per il peso che hanno questi progetti nella nostra visione strategica, per il fatto che un quarto dei progetti vengono da Torino, ma comunque ci sono altri tre quarti di progetti da tutte le altre Città d'Italia, il Sindaco è il Presidente dell'ANCI, credo che abbia tutte le prerogative, il diritto e il dovere di alzare questo telefono e smuovere le cose. Noi, peraltro, in parallelo a questa interpellanza, abbiamo anche messo in azione i nostri parlamentari della Commissione, eccetera, per cui abbiamo anche seguito altri canali. Quindi, è arrivato un sollecito anche dai nostri parlamentari della Commissione di Istruzione della Camera, l'Onorevole Chimienti, che ringrazio. Però, anche lì, la risposta è stata: "Sì, stiamo vedendo, stiamo facendo", eccetera. Per cui, forse, se invece la cosa arriva direttamente all'altezza del Ministro dal Presidente dell'ANCI, magari riusciamo a smuoverla. Poi tutto il resto è bellissimo. Per cui, sono ben contento che facciamo il progetto dell'ex INCET, però vediamo di chiudere qualcosa e di concludere qualcosa di questi progetti, se no, appunto, facciamo tanta propaganda - mi permetta -, facciamo tanta pubblicità a grandi progetti innovativi della Città, meritori, che poi, in realtà, si concludono in niente. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) L'Assessore intende replicare brevemente. Ricordo che gli interventi devono essere contenuti per entrambi entro i cinque minuti. La parola all'Assessore Lavolta. LAVOLTA Enzo (Assessore) Io userò soltanto trenta secondi per ribadire il fatto che la propaganda, così come è stata definita dal Consigliere, in realtà è comunicazione di quanto l'Amministrazione sta facendo, non di quanto il MIUR non sta facendo, per intenderci. Quindi, quando ho descritto che questo territorio, questa Città investe 2 milioni di Euro di risorse proprie per sostenere l'innovazione sociale, lo dico - contestualizzandolo con la discussione di questa interpellanza - con la consapevolezza di chi crede che questa sia una politica buona, che questo territorio faccia bene a rilanciare il tema dell'innovazione sociale e faccia bene anche a introdurre una serie di risorse proprie per alimentare questa politica e offrire ai giovani delle opportunità utili a supportare le iniziative che portano avanti. La messa a disposizione di un edificio dell'Amministrazione, nell'ambito di una riqualificazione territoriale, mi sembra un modo concreto per poter accompagnare nuove idee e progetti nell'ambito dell'innovazione sociale. Garantire degli strumenti di supporto alla creazione d'impresa, attraverso il coinvolgimento, ad esempio, di percorsi come quello del Mip, mi sembra un elemento concreto, che - insieme a tutti gli altri, che non sto qui ad elencare - hanno bisogno di essere veicolati e comunicati, perché sono tanti i giovani torinesi che ancora non conoscono queste opportunità e io credo che l'Amministrazione faccia bene non a fare propaganda, quanto a divulgare e comunicare questi sforzi, che devono essere messi a disposizione del più ampio numero di giovani possibile. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) L'interpellanza è discussa. |