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FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Passiamo alla discussione dell'interpellanza n. mecc. 201400235/002, presentata in data 20 gennaio 2014, avente per oggetto: "Costamagna Super Glass: Torino difenda tradizione manifatturiera e diritti dei lavoratori" FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La parola, per la risposta, all'Assessore Mangone. MANGONE Domenico (Assessore) Ringrazio il Consigliere Marrone, che sollecita una riflessione su questa ennesima crisi aziendale che coinvolge il territorio torinese. La Costamagna Special Glass è un produttore di vetro stampato di alta qualità, specializzato in flaconi e bottiglie per profumi e liquori di alta gamma e vetri per illuminazione. La denominazione Costamagna Special Glass deriva dell'acquisizione, avvenuta nel 2011, della divisione illuminazione della Seven ex vetreria Lodi. In grande difficoltà sin dall'acquisizione, l'azienda è andata peggiorando, fino a portarla a presentare richiesta di cassa integrazione straordinaria per crisi il 27 maggio 2013. Come capita spesso, alle difficoltà economiche si sono aggiunte difficoltà nell'ambito aziendale (tensioni tra la dirigenza, le maestranze, i consulenti, i fornitori e quant'altro). Alcuni problemi relativi alla presentazione della domanda per la cassa integrazione straordinaria hanno ritardato l'applicazione, che è stata concessa il 27 dicembre 2013. La domanda di cassa integrazione straordinaria presentata prevedeva il pagamento diretto da parte dell'INPS ed alcuni lavoratori sono riusciti ad ottenere l'anticipo dalle banche convenzionate con la Provincia di Torino, restando senza reddito. Anche chi è rimasto al lavoro ha avuto problemi - così com'è noto al Consigliere che lo menziona nella sua interpellanza - a causa del mancato pagamento di diverse mensilità. È stato, invece, rapidissimo il pagamento da parte dell'INPS della cassa integrazione straordinaria nei primi giorni del 2014. Il 13 gennaio 2014 il Tribunale di Torino ha dichiarato il fallimento dell'azienda. A norma della Legge n. 92/2012 (denominata Legge Fornero), la possibilità di accedere alla cassa integrazione straordinaria per fallimento è limitata ai casi nei quali è possibile la prosecuzione, anche parziale, dell'attività, documentata da manifestazione di interesse ricevuta dalla curatela. Grazie all'azione della Città è stato possibile attivare comunque la procedura, coinvolgendo la Provincia di Torino che ha sottoscritto con le Organizzazioni Sindacali e con la curatela un accordo per inserire i lavoratori nei progetti integrati per la riqualificazione ed il reinserimento lavorativo di persone occupate a rischio di perdita del posto di lavoro. In questo modo, la Regione Piemonte ha acconsentito ad effettuare l'esame congiunto per l'istanza di cassa integrazione straordinaria, come già accaduto per la De Tomaso. L'Agenzia Piemonte Lavoro, così come faceva la Città fino al 2012, anticiperà per sei mesi ai lavoratori la cassa integrazione straordinaria nella misura di 600 Euro mensili a partire dal 13 gennaio 2014. I lavoratori coinvolti sono quarantasei. Le procedure per sollecitare le manifestazioni di interesse sono particolarmente complesse, perché, durante l'ultima parte del 2013, vi sono state incursioni vandaliche in fabbrica e risultano asportati tutti i dati relativi alla contabilità ed all'inventario ed anche notevoli quantità di cavi elettrici, che comunque rendono complicata e costosa la ripresa delle attività. Anche sul piano sindacale ci sono state particolari tensioni, tant'è che, come sicuramente sarà noto al Consigliere Marrone, l'accordo sindacale per la cassa integrazione straordinaria è stato firmato, con tavoli separati, con l'UGL e con le altre Organizzazioni Sindacali. Per concludere, ci risultano anche contenziosi in corso, per inadempienze contrattuali, tra la Costamagna e l'azienda che precedentemente gestiva; quindi, c'è una situazione particolarmente critica, dovuta a quanto ho detto. Per rispondere anche in maniera puntuale alle domande dell'interpellanza, la Città sta seguendo con attenzione la situazione di questa crisi aziendale, che, però, non ci fa ben sperare. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La parola al Consigliere Marrone. MARRONE Maurizio Ringrazio l'Assessore per la risposta precisa e, chiaramente, voglio portare anche io degli elementi per precisare alcuni punti ed alcuni passaggi della relazione, anzitutto rispetto ai problemi che ci sono stati sui ritardi della cassa integrazione. Purtroppo, più che di problemi, si è trattato di un certo disinteresse portato dalle Organizzazioni tradizionali della cosiddetta triplice; grazie al cielo si sono risolte, ma solo recentemente. Questo ha lasciato tutte le famiglie dei lavoratori - si è detto più di quaranta, quasi una cinquantina - di fatto senza fonti di reddito per quasi un anno, con tutte le difficoltà che comportano in un periodo generalizzato di crisi economica come quello che stiamo vivendo. A questo dobbiamo aggiungere anche una mancata chiarezza che l'Assessore ricordava da parte della proprietà, ma, addirittura, dai dati che ci ha letto emergono - se ne sarà accorto anche lei, Assessore - degli elementi che non tornano. È strano pensare che dei raid vandalistici vadano a privare - guarda un po' - proprio la contabilità e la documentazione; questo glielo dico per mia esperienza personale, visto che sono andato lì a fare un sopralluogo, perché i lavoratori sono in una condizione così disperata che sono stati costretti ad improvvisare un presidio permanente davanti ai cancelli della fabbrica, che rimane lì notte e giorno - quindi anche la notte, nonostante la cattiva stagione -, proprio per evitare che ci sia una smobilitazione dell'azienda sotto il loro naso. Si tratta di un'azienda che, come ricordava l'Assessore, ha raggiunto dei livelli di eccellenza ed era anche in attivo da un punto di vista produttivo, nella misura in cui rappresenta una nicchia felice di manifatturiero artigianale che di sicuro costituisce un fattore di ricchezza della nostra tradizione di territorio torinese da un punto di vista industriale. È anche vero, però, che sarebbe una colpa veramente imperdonabile per la nostra Amministrazione - anche se non ha dirette competenze sul lavoro, ma, quantomeno, ha la responsabilità di salvaguardare il tessuto produttivo ed occupazionale della città - se si consentisse, solo per l'irresponsabilità che evidentemente finora ha dimostrato la proprietà, di non arrivare ad uno sbocco positivo sul rilancio dell'impresa. Per concludere, sono felice di sentire queste notizie dalla sua viva voce a verbale; anche io ero stato aggiornato su alcuni sviluppi positivi dal punto di vista degli ammortizzatori sociali, però dobbiamo anche essere consapevoli che sono chiaramente dei rimedi provvisori. L'orizzonte deve essere quello - e chiedo a lei e a tutta la Giunta un impegno particolare - di rilanciare l'impresa e trovare, nei limiti del possibile, degli investitori che abbiano voglia di credere nel patrimonio che questa azienda ha portato e può ancora rappresentare per il futuro. Per correttezza, ammetto che sappiamo che il lavoro e, in generale, le attività produttive sono una competenza più regionale che comunale, però noi che siamo impegnati in politica sappiamo bene qual è l'attuale situazione di stallo istituzionale che vive la Regione Piemonte, senza la volontà di nessuno (finché la giustizia amministrativa non deciderà, è questa la situazione). Anche di fronte ai poteri limitati della Regione, chiedo formalmente che sia l'Amministrazione Comunale a rendersi partecipe nei confronti della Prefettura per creare un tavolo che non vada solo ad esaminare i problemi contingenti dei lavoratori - anche se, di sicuro, è fondamentale monitorare che poi gli iter vadano avanti bene -, ma che cerchi, anche con tutte le relazioni internazionali che il Comune di Torino negli ultimi anni sta intessendo, qualche investitore che voglia credere nel rilancio di questa azienda; non per venire a depredare un know-how e poi chiuderla, come purtroppo abbiamo visto fare in troppe occasioni, ma per cercare di risollevare una tradizione di qualità del manifatturiero torinese. Chiaramente, è già positivo che i lavoratori abbiano una momentanea rassicurazione sul loro reddito, ma credo che il compito della politica sia dare serenità a loro ed alle loro famiglie per il futuro ed impedire che ci sia una rinuncia priva di senso a quello che, comunque, è un valore aggiunto per una tradizione manifatturiera che già in altri campi, l'abbiamo visto nel campo automobilistico, la nostra Città sta vivendo con troppa sofferenza. In questo caso, non c'è la sofferenza di mercato, ma facciamo in modo che non ci sia sofferenza neanche dal punto di vista occupazionale per il futuro. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) L'interpellanza è discussa. |