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LEVI Marta (Vicepresidente) Passiamo alla discussione dell'interpellanza n. mecc. 201400009/002, presentata in data 7 gennaio 2014, avente per oggetto: "Inceneritore del Gerbido, ancora incidenti e fumi preoccupanti" LEVI Marta (Vicepresidente) La parola, per la risposta, all'Assessore Lavolta. LAVOLTA Enzo (Assessore) In merito ai quesiti dell'interpellanza, sono state richieste informazioni precise e circostanziate, sia alla società TRM sia ad ARPA. Il direttore di ARPA Piemonte premette che nel corso di questo periodo di esercizio provvisorio, iniziato ad aprile 2013 e tuttora in corso, è stata effettuata la messa a punto del sistema di incenerimento; data la complessità dell'impianto, è inevitabile che possano presentarsi alcune anomalie. I controlli delle emissioni effettuati da ARPA, tramite l'analisi e lo studio dei parametri di emissione di processo, in questo periodo, hanno permesso di rilevare che i superamenti hanno riguardato principalmente i parametri dell'ossido di carbonio, sostanza organica e, in misura minore, di ammoniaca. Sporadicamente sono stati rilevati superamenti dei parametri relativi alle polveri e molto raramente di ossidi di azoto, acido cloridrico e acido fluoridrico. Per gli eventi di superamento, in relazione ai quali si sono verificate condotte in violazione dell'autorizzazione, ARPA - come, tra l'altro, ci ha comunicato nel corso della recente seduta della scorsa settimana il Comitato Locale di Controllo - ha provveduto a darne tempestiva comunicazione alla Procura della Repubblica di Torino. Il controllo di ARPA ha riguardato la messa a punto e la condivisione con TRM dei criteri di monitoraggio SME - il sistema di monitoraggio delle emissioni già illustrato in diverse Commissioni Consiliari -, nonché la comprensione gestionale dei superamenti rilevati. La collaborazione con la Provincia di Torino, quale Ente autorizzante, in questo senso, è stata continua e - ARPA ci riferisce - molto proficua. L'attività dell'impianto in questi mesi è stata, ovviamente, parziale, gradualmente crescente sulle tre linee di incenerimento, fino a giungere, in questo periodo, a una operatività molto vicina a quella di regime. Vi sono stati numerosi periodi di fermo, sia per la sistemazione e la manutenzione della componentistica dell'impianto, sia per la rilevazione dei dati biologici sulla popolazione, al fine di definire uno studio epidemiologico da parte di ASL e ARPA. I periodi di fermo sono stati, nella gran parte dei casi, di breve durata, venendo identificati e risolti i problemi nel giro di una o due ore. In due casi il fermo è stato di durata più consistente, a seguito di blackout elettrico e della necessaria chiusura di un bypass di impianto. Ciò premesso, veniamo alle risposte specifiche riguardanti le domande dei Consiglieri interpellanti, che sono in tutto cinque. Cominciamo dalla prima: "quali siano state le circostanze, le cause e le soluzioni dell'incidente del 23 dicembre". TRM precisa che il 23 dicembre si è verificato un guasto al ciclo termico, un cosiddetto trip di caldaia, che ha determinato alcuni superamenti dei limiti emissivi delle linee 1 e 2 del termovalorizzatore. In particolare, per la linea 1 il monossido di carbonio, il carbonio organico totale, le polveri e l'ammoniaca; per la linea 2, il monossido di carbonio e il carbonio organico totale. Gli operatori hanno, in questa circostanza, immediatamente attivato le procedure per lo spegnimento dell'impianto, necessario al fine di verificare l'origine del guasto e ripristinare le condizioni ottimali di funzionamento. Per rassicurare circa l'effetto che tali superamenti hanno determinato, TRM specifica che i limiti emissivi cui l'impianto è sottoposto dall'autorizzazione, quindi i valori misurati dal sistema di monitoraggio delle emissioni, si riferiscono alle concentrazioni, quindi alla massa in unità di volume degli inquinanti. Tuttavia, se si fa riferimento alla massa inquinante effettivamente emessa dall'impianto, è necessario considerare la portata volumetrica dei fumi, cioè il flusso di massa, in pratica la quantità dei fumi stessi. Di conseguenza, in questa prospettiva, la giornata del 23 dicembre non è stata molto diversa da una normale giornata di servizio regolare, poiché i flussi di massa di tutti gli inquinanti sono rimasti ampiamente al di sotto di quelli consentiti, fissati in modo da tutelare la salute della popolazione e la salvaguardia dell'ambiente. A testimonianza di ciò, ho una tabella che riassume questi flussi, che consegno ai Consiglieri interpellanti, che identificano i parametri dei flussi di massa in relazione, ovviamente, a quelli autorizzati. TRM opera, naturalmente, per mantenere le emissioni ampiamente al di sotto dei limiti di concentrazione stabiliti dall'autorizzazione. Tuttavia, questa precisazione è utile per far comprendere che, anche a fronte di sforamenti, l'impatto effettivo dell'impianto sull'ambiente e sulla popolazione non è tale da determinare problematiche di alcun tipo. ARPA, a questo proposito, sottolinea che il periodo interessato dai superamenti è stato quello strettamente necessario a risolvere il problema e a spegnere l'impianto e, comunque, sempre di durata inferiore alle quattro ore massime previste dalla normativa. ARPA, dalla disamina dei dati rilevati dallo SME, ha evidenziato che i dati emissivi e di processo dell'evento che ha interessato la linea 1 sono compatibili con la situazione di trip di caldaia dichiarata da TRM; è ancora in corso la valutazione dell'evento che ha riguardato, invece, la linea 2. Sono comunque in corso approfondimenti finalizzati a valutare se la gestione degli eventi abbia o meno comportato scenari in violazione delle prescrizioni all'autorizzazione. Il secondo punto dell'interpellanza recita: "se sia da considerarsi normale l'intensa emissione di fumo per diverse ore di fila, anche notturne, anche dalla base dell'impianto, e quali ne siano le cause". È importante questa risposta perché, tra l'altro, è oggetto di diverse comunicazioni arrivate anche dai cittadini direttamente alle Amministrazioni, compresa l'Amministrazione cittadina. TRM comunica che il fumo che si vede alla base dell'impianto deriva dalle torri evaporative posizionate vicino all'impianto; queste fanno parte del ciclo termico e servono per smaltire il calore con il quale si produce l'energia dalla combustione dei rifiuti, grazie alla presenza delle turbine e del successivo generatore. Per quanto riguarda il funzionamento delle torri, il vapore in uscita dalla turbina passa attraverso una serie di tubi, al cui interno passa dell'acqua, questa si scalda e, per raffreddarsi, passa attraverso le torri evaporative. Nelle torri l'acqua calda viene ridotta in goccioline che cadono all'interno di vasche di raccolta; queste goccioline cedono il proprio calore all'aria, che si muove in senso opposto, quindi va verso l'alto, e che viene generata da ventilatori. Per quanto riguarda, invece, la natura del vapore in uscita, l'aria che viene espulsa in atmosfera, pertanto, è più calda e più umida di quella dell'ambiente e questa è la natura del vapore, o la nebbia che esce dalle torri evaporative. Per questo motivo è errato definirla fumo, poiché questo termine si associa più propriamente a gas e vapori di scarico, è quindi vapore sostanzialmente. La formazione, quindi la visibilità del vapore in uscita dalle torri dipende dalle condizioni atmosferiche; aumenta al diminuire della temperatura dell'aria e all'aumentare della sua umidità, quindi il fenomeno si verifica nella stagione fredda e nelle ore notturne, fino a sparire in estate nelle giornate secche. Questa spiegazione, tra l'altro, è condivisa, oltre che confermata, anche dall'ARPA, interpellata anche su questo. Per quanto riguarda, invece, il terzo punto dell'interpellanza, i Consiglieri chiedono: "in particolare, se nelle serate del 28 dicembre, 2 gennaio e 4 gennaio vi sia stata una emissione di fumo superiore al consueto e perché". Nelle giornate indicate non si è verificata una emissione di fumo diversa dal normale, semplicemente le condizioni atmosferiche erano più favorevoli alla formazione e alla visibilità del vapore, in relazione a quanto detto precedentemente. Il quarto punto recita: "se, a quanto risulta all'Amministrazione, l'ARPA sia intervenuta a verificare la situazione a seguito delle segnalazioni ricevute e quali risultati abbia dato la verifica". ARPA non ha effettuato sopralluoghi in impianto a seguito delle segnalazioni relative ai fumi; ha, tuttavia, richiesto a TRM i dati meteo relativi alla giornata del 4 gennaio per analizzare le emissioni o l'origine e dare così riscontro alle segnalazioni. ARPA tiene comunque sotto controllo i dati emissivi mediante una visualizzazione in remoto: ogni evento di superamento viene analizzato e viene prodotta un'informativa alla Provincia; qualora emergano aspetti di rilevanza penale, come ho detto precedentemente, viene immediatamente data comunicazione anche alla Procura. ARPA precisa, inoltre, che, nelle giornate citate dall'interpellanza, quindi il 23 dicembre, il 28 dicembre, il 2 gennaio e ancora il 4 gennaio, gli inquinanti per i quali sono disponibili analizzatori in continuo nelle stazioni provinciali di qualità dell'aria hanno mostrato valori che non si discostano da quelli caratteristici del periodo invernale, sia intorno all'impianto che nelle aree non interessate dalla ricaduta dell'impianto stesso. In particolare, nelle giornate citate, la stazione di Beinasco, Parco Aldo Mei, installata a seguito di prescrizione provinciale nel punto di potenziale massima ricaduta degli inquinanti atmosferici emessi dall'impianto, ha mostrato, per i tre inquinanti più critici nei mesi invernali nell'area urbana torinese (PM 10, PM 2,5 e biossido di azoto), valori tra i più bassi tra quelli misurati nel periodo 23 dicembre - 7 gennaio. Infine, nell'ultimo punto gli interpellanti chiedono: "se lo svolgimento della fase di esercizio provvisorio, con tutti gli incidenti avvenuti, debba considerarsi normale e pari alle previsioni, e se vi sia l'intenzione di passare all'esercizio commerciale dell'impianto e quando". L'esercizio provvisorio è finalizzato a sottoporre a test, naturalmente, tutte le strumentazioni per verificare che le prestazioni dell'impianto siano corrispondenti al progetto e, di conseguenza, anche all'autorizzazione concessa a TRM. Sempre nel corso di questo periodo, il termovalorizzatore viene sottoposto a collaudo da parte della Commissione incaricata. Durante questa fase, ciascuna delle linee dell'impianto viene sottoposta a test, come sappiamo, prima a gas, successivamente a rifiuto. L'avvio propedeutico a metano permette la taratura di tutti gli strumenti ed il raggiungimento in caldaia della necessaria temperatura prevista per Legge, a garanzia del contenimento delle emissioni. Per la complessità e la numerosità degli strumenti che compongono l'impianto, nell'esercizio provvisorio è fisiologico che momenti di attività si alternino a momenti di fermo. Eventuali malfunzionamenti di alcune strumentazioni possono essere rilevati, quindi corretti, solo se l'impianto viene messo in esercizio. Pertanto, non è corretto - dice TRM - parlare di incidenti. La fase di esercizio provvisorio, avviata il 1° maggio 2013, è disciplinata dal contratto stipulato tra TRM e ATI, che ha vinto la gara pubblica indetta per la costruzione dell'impianto; questa procedura, infatti, prevedeva che l'aggiudicatario si occupasse non solo della realizzazione dell'opera, ma anche della gestione nel corso del primo anno di attività. Pertanto confermo che la durata prevista è di dodici mesi, quindi nel maggio 2014 avrà inizio l'esercizio commerciale e da quel momento in poi sarà TRM ad acquisire la diretta gestione dell'impianto. Spero di aver risposto a tutti i quesiti dell'interpellanza. LEVI Marta (Vicepresidente) La parola al Consigliere Bertola. BERTOLA Vittorio Ringrazio l'Assessore per la risposta precisa e dettagliata, che credo sia doverosa a fronte delle preoccupazioni della cittadinanza. Mi limito a far notare che abbiamo presentato questa interpellanza il 7 gennaio, subito alla ripresa dei lavori, raccogliendo tutta una serie di episodi verificatisi durante la pausa natalizia e non abbiamo fatto in tempo a presentarla che, nel frattempo, c'è stato un ulteriore problema, un ulteriore - mi scusi se lo chiamo così - incidente, chiamiamolo malfunzionamento, chiamiamolo problema, come volete. Francamente, ritengo sia un gioco di parole, anche il fatto che il fumo non sia fumo, ma vapore, l'importante credo sia verificare cosa succede. Allora, si è già verificato un nuovo incidente, che mi risulta essere il decimo dalla gestione, onestamente ho perso il conto, non so se presentare un'ulteriore interpellanza per chiedere cos'è successo in questo ulteriore episodio, il fatto è che ogni due-tre settimane si verifica un problema all'impianto. Essendo in una fase di collaudo, capisco che sia normale che ci siano problemi, il collaudo, infatti, serve proprio ad evidenziare e risolvere eventuali problemi di funzionamento dell'impianto, però ritengo che non sia normale che dopo otto-nove mesi di esercizio ci ritroviamo a dire che ogni due settimane si rompe qualcosa. Questo, secondo me, è oggettivamente preoccupante. Al di là delle risposte dettagliate, sulle quali, poi, possiamo anche andare più nel dettaglio, il problema di fondo è se veramente ci sentiamo tranquilli nel dire che questa è solo una fase di collaudo, che continuerà per altri tre o quattro mesi, sperando che in questo periodo non si verifichi di nuovo un problema ogni due settimane e poi siamo pronti per dire: "Non si rompe più niente, andiamo in esercizio commerciale e vada avanti la vita dell'impianto". Credo che al punto in cui si trova questa fase di collaudo le preoccupazioni siano aumentate e non diminuite. Anche nella seduta del Comitato Locale di Controllo a cui lei faceva riferimento è stato riportato che un tecnico dell'ARPA avrebbe detto: "Abbiamo talmente tanti sforamenti, che li mettiamo assieme per fare una denuncia unica alla Procura della Repubblica, perché così ne facciamo una sola". Questo mi risulta sia stato detto. Capisce che anche per la popolazione non è piacevole sentire questo genere di cose, poi, magari, la denuncia alla Procura della Repubblica si risolve in niente, verrà archiviata e non ci sarà nessun problema, però, sicuramente tutta la macchina gestionale dell'impianto, le istituzioni di controllo, le istituzioni pubbliche e politiche locali non danno l'impressione di avere sotto controllo questa vicenda, danno, invece, l'impressione che si sia partiti con questo impianto, che abbia molti più problemi di quanti si pensava potesse averne e che, però, non si possa ammettere che ci sono problemi seri, che vanno al di là della normale fase di collaudo. Poi, questa, chiaramente, è una valutazione tecnica, quindi capisco anche che non possiamo essere né io e né lei a giudicare se l'impianto è pronto, però, parlando poi con tecnici del mestiere, sia della parte tecnica che ambientale, medica, eccetera, le preoccupazioni aumentano. Abbiamo citato alcune serate: capisco che la risposta sia che in quelle serate c'erano le condizioni atmosferiche più favorevoli a far venire fuori tanto vapore, che non è fumo, però anche il colore di questo vapore a volte è bianco, quindi è vapore, a volte è meno bianco e quindi la gente dice: "Ma come fanno?". Per carità, prendiamo pure per buono che sia soltanto vapore e che non ci sia nessun altro tipo di problema, però passare di lì e vedersi questa nuvola che sale, capisce che non è proprio rassicurante, soprattutto vederla andare avanti per ore e ore, per chi magari vive in quella zona e dal balcone di casa vede l'impianto. Ritengo che ci sia da fare comunque un ripensamento su tutta la vicenda. Peraltro, abbiamo sempre contestato l'impianto non per gli incidenti, ma proprio perché è una scelta sbagliata come tipo di tecnologia, si tratta infatti di una tecnologia obsoleta, che costa ai cittadini e spreca risorse che si potrebbero recuperare; quindi la nostra contestazione non nasce in funzione degli incidenti, però credo che anche chi è favorevole all'uso di questa tecnologia, a fronte della quantità di incidenti, dovrebbe veramente ripensarci un attimo. Ritengo, quindi, che nelle prossime settimane si debba affrontare una discussione anche in sede di Commissione Consiliare, o comunque in sede di Consiglio Comunale, sul fatto che la Città di Torino sia effettivamente favorevole a che questo impianto vada in esercizio commerciale, perché, secondo me, si dovrebbe perlomeno pensare di prolungare la fase di collaudo, finché non siamo veramente sicuri e non vediamo andare avanti l'impianto per due o tre mesi senza nessun intoppo. LEVI Marta (Vicepresidente) L'interpellanza è discussa. Segnalerei al Consigliere Bertola, prima che faccia un'altra interpellanza, che giovedì mattina alle 9.00 in VI Commissione verranno sentite ARPA e TRM proprio su questo tema circa le ultime vicende. |