Città di Torino

Consiglio Comunale

Città di Torino > Consiglio Comunale > VERBALI > Torna indietro

Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 20 Gennaio 2014 ore 10,00
Paragrafo n. 19
DELIBERAZIONE DI INIZIATIVA CONSILIARE 2013-04408
APPLICAZIONE DEL REGOLAMENTO COMUNALE N. 337: MODIFICHE ED INTEGRAZIONI AI REGOLAMENTI COMUNALI N. 161, 264 E 352.
Interventi

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
Riprendiamo l'esame della proposta di deliberazione n. mecc. 201304408/002,
presentata dal Vicepresidente Levi in data 6 dicembre 2013, avente per oggetto:

"Applicazione del Regolamento Comunale n. 337: modifiche ed integrazioni ai
Regolamenti Comunali n. 161, 264 e 352".


FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
Ricordo che ha aggiunto la firma il Consigliere Grimaldi.
È stato, inoltre, presentato un emendamento da parte del Consigliere Levi.
La parola al Consigliere Levi.

LEVI Marta
Illustro la proposta di deliberazione. L'emendamento è solo quello che recepisce i
pareri delle Circoscrizioni.
Questa proposta di deliberazione nasce ed è figlia del Regolamento n. 337 del
Consiglio Comunale, approvato nel 2010, che recitava: "Regolamento per il
riconoscimento delle unioni civili".
In tale Regolamento, il Consiglio Comunale definiva innanzitutto le unioni civili
come un insieme di persone legate da vincoli affettivi, avente dimora abituale nello
stesso Comune; definizione, peraltro, ripresa dalla normativa nazionale e dalla
normativa anagrafica (il D.P.R. n. 223/1989, "Nuovo regolamento anagrafico della
popolazione residente").
Questo Regolamento impegnava, ovviamente, la Città - testualmente - "a tutelare e
sostenere le unioni civili al fine di superare situazioni di discriminazione".
Con un discreto numero di anni di ritardo rispetto al 2010, ci siamo messi a guardare,
rileggere e a rivedere i numerosi (più di 300) Regolamenti della Città di Torino, per
verificare che non ci fossero situazioni di discriminazione nei confronti delle unioni
civili così come le abbiamo definite.
In questa disamina, abbiamo individuato tre Regolamenti, di cui due fanno
riferimento rispettivamente, uno, all'uso degli alloggi e dei servizi di Edilizia
Residenziale Pubblica di proprietà della Città, ed è il Regolamento n. 161, l'altro, il
Regolamento n. 352, all'assegnazione degli alloggi di edilizia sociale in emergenza
abitativa.
In questo caso, bisogna dire che la normativa di riferimento è quella regionale che
già fa riferimento al concetto di famiglia anagrafica (quindi, come dicevamo prima,
persone residenti all'interno dello stesso Comune); la Legge Regionale fa esplicito
riferimento al nuovo Regolamento anagrafico della popolazione residente, che,
peraltro, come diciamo noi nel nostro Regolamento sulle unioni civili, dice, agli
effetti anagrafici, che per famiglia si intende un insieme di persone legate da vincoli
di matrimonio, parentela, affinità, adozione, tutela, o da vincoli affettivi, coabitanti
ed aventi dimora abituale nello stesso Comune.
Quindi, in realtà, nel caso di questi due Regolamenti sull'Edilizia Residenziale
Pubblica, la modifica regolamentare che noi proponiamo non cambia le regole del
gioco, ma, semplicemente, specifichiamo all'interno dei Regolamenti questa dicitura
di nucleo familiare. Nello specifico, diciamo che per nucleo familiare si intende
questa dicitura. Peraltro, così come è previsto dalla Legge Regionale.
Viceversa, per quanto riguarda il Regolamento del servizio mortuario e dei cimiteri,
che è il n. 264, il tema invece è normato dalla Legge nazionale e interveniamo su due
punti, di cui uno è l'articolo 4 del Regolamento, cioè "facoltà di disporre della salma
e dei funerali". La normativa nazionale riportata fedelmente dal nostro Regolamento,
dice che "nel disporre della salma e dei funerali ha prevalenza la volontà del defunto,
in quanto e in qualunque forma espressa", e poi al comma 2 dice: "In difetto, i
congiunti possono disporre della salma in base all'ordine seguente: coniuge, figli,
genitori, altri parenti e affini in ordine di grado". In questo caso, non era possibile
inserire l'unione civile e la convivenza in questo elenco, si sarebbe dovuto poter dire
"coniuge, convivente, figli", ma siccome c'è una Legge nazionale, che, quindi, è
sovraordinata e che definisce esattamente l'elenco, questo non è possibile. Quello
che, invece, è stato possibile fare, ed è quello che noi proponiamo con la modifica
regolamentare, è specificare che "per volontà del defunto, in quanto e in qualunque
forma espressa" si intende anche nei termini di individuazione della persona che
disporrà della salma e dei funerali. Cioè, ampliamo l'interpretazione di volontà del
defunto, quindi, non riducendola alla volontà espressa di essere tumulato, cremato,
seppellito nel cimitero di Torino, o del paese di origine, ma anche come volontà del
defunto l'indicazione di chi dovrà occuparsi della salma e del funerale. Quindi, una
proposta più larga, ovviamente, dei soli conviventi, ma era l'unica dicitura possibile.
C'è un altro punto in cui interveniamo nel Regolamento ed è all'articolo 56, che si
riferisce ai criteri generali di concessione delle aree cimiteriali, quindi,
sostanzialmente, le cosiddette tombe di famiglia, dove, invece, non c'è una
normativa nazionale vincolante; pertanto, al comma 3, laddove viene detto: "Le
concessioni di aree cimiteriali sono effettuate a favore di uno o più concessionari
compresi i coniugi", noi introduciamo, oltre ai coniugi, anche i conviventi, perché in
questo caso è possibile farlo.
Queste sono le modifiche proposte. Devo dire che ho rilevato con soddisfazione che
non c'erano altri Regolamenti, per quello che attiene la competenza stretta del
Consiglio Comunale, che potevano dare adito al non riconoscimento delle cosiddette
unioni civili, riconoscimento che noi abbiamo fatto con apposito Regolamento, e
questi sono gli unici due ambiti in cui si è ritenuto necessario intervenire.
Ovviamente, vista la richiesta di votazione per parti separate, ripeto, per quello che
riguarda i Regolamenti sull'Edilizia Residenziale Pubblica, se vogliamo, a
prescindere dall'adeguamento al nostro Regolamento sulle unioni civili, sarebbe
stato un adeguamento anche necessario rispetto a quanto previsto dalla Legge
Regionale; per quello che riguarda, invece, le sepolture e i cimiteri, io credo sia un
atto dovuto e coerente, non solo con il Regolamento per il riconoscimento delle
unioni civili, ma anche, credo, un po' con il buonsenso, andando in questo modo
anche, con ogni probabilità, a risolvere situazioni di persone sole, senza parenti
vicino e risolvendo così numerosi problemi.

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
La parola al Consigliere Grimaldi.

GRIMALDI Marco
Intervengo per un ringraziamento al lavoro svolto dal Vicepresidente Levi, perché il
Regolamento votato da questo Consiglio Comunale ha permesso un grande
avanzamento non solo in termini culturali, ma anche in termini amministrativi.
Ricordo che, successivamente, anche tanti atti della Giunta hanno seguito questo
Regolamento.
Dall'altra, però, il dato buono, che ricordava anche il Consigliere Levi, è che,
riguardando i 300 Regolamenti - quindi, un ringraziamento in più a lei e ai suoi
Uffici che hanno, in qualche modo, contribuito a questa analisi -, tutto sommato la
Città non era entrata in alcune discriminazioni possibili. L'avevamo visto lo scorso
anno, se vi ricordate, sull'emergenza abitativa; eravamo riusciti, anche grazie alla
Legislazione Regionale, a non incorrere in quel tipo di discriminazione e credo che
questo sia un atto in più, che conferma una disponibilità da parte della Città di
Torino.
La scorsa settimana, in molti ci hanno chiesto come mai la Città si occupi così tanto
di diritti civili. Intanto, perché forse se ne sono occupati in pochi e per poco tempo a
livello nazionale. Credo che questa Città abbia iniziato da anni a porre al centro il
tema dell'avanzamento dei diritti civili per tutti. Per quanto sia vero che, in un
momento di crisi, è bene che i Consigli Comunali si occupino di lavoro, di
disoccupazione e di precarietà, credo che le due cose non siano scollegate. Eppure,
nonostante qualcuno continui a dirci che è bene che ci occupiamo di altro, ricordo
che, forse, avrebbe dovuto occuparsene anche il Parlamento italiano, che in questi
vent'anni non ha trovato un'ora di tempo per discutere, né dello ius soli, né dei
PACS, né dei matrimoni fra persone dello stesso sesso, né del testamento biologico,
né del riconoscimento dei diritti anche per i conviventi.
Io credo semplicemente che la Città faccia quello che ogni Amministrazione
dovrebbe fare, cioè far sì che le persone che si amano e che vogliono continuare a
vivere insieme abbiano la possibilità di scegliere, ognuno per il suo amore e anche
ognuno per l'altro.
Quindi, anche se questo avanzamento fosse solo sul tema dei cimiteri, sulla scelta
legittima di un convivente di poter scegliere per il suo caro defunto, o la possibilità di
stare insieme anche in quelle tombe, io credo che, per quanto piccolo, sia un
avanzamento di civiltà.
Quindi, anche questa volta credo che Torino si dimostrerà la capitale dei diritti civili
che è stata negli scorsi anni e che continuerà ad esserlo, continuando a chiedere uno
sforzo che il Parlamento e i Governi non hanno avuto il tempo di fare in questi
vent'anni, perché credo che un'ora in vent'anni si poteva trovare per far sì che tante
persone escluse dai diritti avessero quello che è giusto, cioè nessuna discriminazione
e quello che chiedono, anche per quanto riguarda i doveri, perché, poi, in tutto
questo, si parla sempre di diritti, ma credo che quei conviventi, quelle coppie di fatto
e quelle unioni civili chiedano anche doveri per il loro amore e per il loro impegno.

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
La parola al Consigliere Ricca.

RICCA Fabrizio
Giusto per dare un senso alle priorità; dopo la settimana scorsa, dove abbiamo votato
l'ordine del giorno sulla droga libera, e nel giorno in cui a Torino si pagano i nomadi
per lasciare i campi, anche profumatamente, mi sembrava giusto andare a votare un
atto di questo tipo, uno di quegli atti che cambierà pesantemente le sorti della vita
economica e sociale della città e grazie al quale da domani i torinesi staranno
sicuramente meglio, perché è grazie ad atti come questo che si distinguerà la Giunta
e la maggioranza che governa questa Città negli anni.
Mi sarebbe piaciuto, invece, vedere qualche provvedimento importante, soprattutto
in termini economici.
Detto questo, sono favorevole - non lo nascondo - a tutta quella parte che riguarda le
sepolture, tanto che ho chiesto addirittura la votazione per parti separate, perché
intendo votare favorevolmente quella parte, in quanto, ad oggi, non è ancora
normata. Sono contrario, invece, alla pura marchetta politica che viene fatta nella
parte delle case popolari, perché, come spiegato anche prima dai sottoscrittori e
presentatori della proposta di deliberazione, si fa già riferimento ad una Legge
Regionale, la quale, essendo una Legge Regionale, dev'essere rispettata, piaccia o
non piaccia, quindi il fatto di andarlo a scrivere sul Regolamento lo vedo
esclusivamente come il piantare una bandierina su un tema - come ho detto prima -
non importante per la vita della città, perché già si poteva fare.
Quindi, non capisco soprattutto l'urgenza di questo atto ed è il motivo per cui avevo
presentato gli emendamenti ostruzionistici, perché ritenevo non fondamentale questo
atto per la vita della città.
Detto questo, io ho già anche espresso il mio voto, che non è un voto politico, ma
personale. La Lega Nord voterà secondo coscienza; probabilmente, il Consigliere
Carbonero voterà diversamente, ma, nel caso, sarà lui ad esprimersi, perché su un
atto di questo tipo deve esserci assolutamente la possibilità di poter votare quello che
si crede.

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
La parola al Consigliere Marrone.

MARRONE Maurizio
Anch'io ritengo che debba essere fatto un distinguo tra la parte che riguarda la
normativa rispetto alla disciplina cimiteriale delle salme e, dall'altra, invece, il
discorso delle case popolari. Per questo, anche noi abbiamo condiviso la richiesta di
votazione per parti separate.
Però, invece, sulla parte che riguarda le case popolari, non posso esimermi dal
riportare in questa discussione una grave critica. In realtà, la pretestuosità di una
richiesta simile era già desumibile dall'illustrazione del Consigliere Levi, primo
firmatario, perché, se davvero a livello pratico i nuclei anagrafici sono quelli a cui fa
riferimento la disciplina, ed è così per la casa popolare, dall'altra parte mi chiedo: i
destinatari di questa norma sono veramente le persone sole, senza parenti vicino?
Non era più intellettualmente onesto dire apertamente che era per le coppie
omosessuali che viene portato avanti questo Regolamento?
Visto che questo è un testo manifesto, perché non cambia a livello pratico pressoché
nulla da un punto di vista di disciplina, il vero cambiamento - e a me sarebbe piaciuto
che gli estensori avessero avuto il coraggio di ammetterlo, perché i comunicati
stampa avranno questo tenore, già gli articoli di oggi ce l'avevano sui media - è
quello di ricomprendere formalmente in un Regolamento Comunale le unioni civili
che possono essere anche coppie omosessuali, con la dicitura nuclei familiari, che
non a caso è il titolo dell'articolo che si vuole aggiungere al Regolamento.
Quindi, posto che un centrosinistra con un po' di coraggio, visto che questo è il
messaggio che vuole far uscire sui giornali, avrebbe dovuto dimostrare il coraggio di
dirlo con le parole giuste e non con infingimenti; dall'altra parte, dimostra il fatto che
si tratta dell'ennesima norma manifesto, dell'ennesima provocazione meramente
ideologica.
Il Consigliere Ricca richiamava alla memoria la votazione sulla cannabis e sono
contento di intervenire dopo il Consigliere Grimaldi, visto che anche lui l'ha
richiamata, perché voi, in realtà, volete fare i parlamentari in un Consiglio
Comunale. Allora, fatevi eleggere in Parlamento e fate le proposte di Legge, o fatele
fare ai vostri parlamentari, ma non monopolizzate il dibattito ed il tempo di
quest'organo che è, o dovrebbe essere, amministrativo, solo per mettere delle
bandierine ideologiche, perché si sta facendo questo.
Io capisco che il Consigliere Levi non abbia pronunciato la parola tabù "coppie
omosessuali", perché, poi, per i cattolici del PD, o per i Moderati (visto che siamo
anche vicini alle campagne elettorali e che non mancano occasione per andare a
prendere i voti in quegli ambienti) andare in parrocchia a farsi votare, dopo aver
appena dato la propria approvazione ad un testo che indica con il nome "nuclei
familiari" le coppie omosessuali, sarebbe imbarazzante. Ma visto che non lo fate voi,
lo dico io, perché questo è quello che state chiedendo di fare. È molto semplice, non
c'è nient'altro dietro.
Allora, visto che ad una provocazione si risponde con una provocazione, concludo in
questo modo il mio intervento. Io avevo particolarmente condiviso le parole dure che
l'Arcivescovo Nosiglia aveva indirizzato a quest'Aula, quando ha detto (badate, non
per il merito del tema, ma per la futilità del dibattito dell'atto approvato) che questo
Organo, ormai, si è ridotto ad essere l'orchestrina del Titanic. Purtroppo, ritengo che
abbia ragione, perché, invece di occuparci delle reali emergenze sociali, politiche ed
amministrative di questa città, ci limitiamo sempre e solo a sbandierare delle
bandierine ideologiche.
Allora, visto che, effettivamente, siamo diventati l'orchestrina del Titanic, lasciatemi
concludere il mio intervento facendovi ascoltare la colonna sonora di questo film.

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
Le chiedo gentilmente se può procedere a spegnere l'elemento di disturbo.
La parola al Consigliere Magliano.

MAGLIANO Silvio
Io non utilizzerò gli effetti speciali del Consigliere Marrone, poiché sprovvisto...
(INTERVENTO FUORI MICROFONO). No, non si preoccupi. Speciali per quel che
si può, in un'Aula in cui non c'è neanche il wireless, figurarsi riuscire ad utilizzare
gli effetti speciali.
Il mio intervento, a nome del Nuovo Centrodestra, in parte riprende i contenuti che
sono stati annunciati in Aula dai miei Colleghi, Ricca e Marrone, ma prova, in
qualche modo, a descrivere qual è la posizione del Nuovo Centrodestra.
La posizione è questa: mi pare che sia chiaro che una certa parte della maggioranza
stia cercando legittimamente di affermare quello che in una campagna elettorale ha
proposto come temi per la città e, nello stesso tempo, un'idea di società chiara che ha
una parte o tutto il Partito Democratico insieme ai suoi alleati. Questa è un'idea
legittima.
È legittimo pensarlo - mi riferisco a chi ha scritto questo testo, cioè al Vicepresidente
Levi, con cui collaboro nell'Ufficio di Presidenza di questo Consiglio - ed è chiaro
che è un'idea di società. Ritengo legittimo, però, affermare che si può avere un'altra
idea di società.
Parlare di nucleo familiare attraverso questa modalità, inserita in questo modo
surrettizio (come avvenuto in questi ultimi dieci anni - prima con il Sindaco
Chiamparino -, lo scorso lunedì e anche oggi), è un modo per affermare quali siano le
categorie per le quali in questa società vale la pena vivere e vale la pena anche
esprimersi.
Per cui, da questo punto di vista, mi pare sia chiaro che questo tipo di intervento
serve - come dice il Vicepresidente Levi - ad adeguare i Regolamenti comunali ad
una normativa regionale. Ma si può essere anche contrari alla normativa regionale,
per cui non si deve per forza votare questo tipo di modifica.
Io penso che il paragonare le coppie di fatto, parlando di diritti in quest'Aula, di fatto
abbia un'altra idea, cioè che l'obiettivo sia quello di parlare delle coppie
omosessuali. Da questo punto di vista (tanto quanto per chi, come me, pensa che il
matrimonio di diritto civile sia la formula con cui un uomo e una donna si assumono
responsabilità, diritti e doveri), io non faccio neanche quella differenza, cioè il mio
problema non è quello di dire la differenza tra i sessi che, in questo momento,
vogliono comporre una unità familiare, perché penso che chi vuole prendersi un certo
tipo di responsabilità abbia gli strumenti giuridici previsti dalla nostra Costituzione
per farlo e da qui ne discendono diritti e doveri.
Come ha detto anche il leader del Nuovo Centrodestra, l'Onorevole Alfano, da
questo punto di vista ci sono dei diritti e dei doveri da riconoscere. Quindi, è un tema
aperto, sul quale il Parlamento deve legiferare, perché mi pare un po' assurdo che noi
facciamo il laboratorio per tutta Italia, quando poi i vostri parlamentari non vi
ascoltano e quando i vostri senatori di quello che noi votiamo qui non ne faranno
nulla.
Quindi, voi utilizzate tranquillamente quest'Aula per affermare un'idea, per quanto
legittima, ma non avete una rappresentanza in Parlamento che su questo voglia
esprimersi.
Il tema dei diritti per le coppie dello stesso sesso è un tema serio, che va affrontato.
Non esiste utilizzarlo in questo modo per avere un'altra prima pagina. Poi, capisco
che qualcuno deve, come ha dichiarato anche sui giornali, sulla prima pagina
Facebook, arrivare al 100% del suo programma elettorale. Il Consigliere Grimaldi
sappia che, affinché quello che lui propone venga attuato, c'è bisogno del
Parlamento. Il Parlamento sta a Roma e non in piazza Palazzo di Città. Questo è
chiaro, ma i suoi elettori ci credono e la seguono.
Detto questo, anch'io voterò contro la prima parte riguardante il tema delle case
popolari, invece mi asterrò sul tema legato alla sepoltura, perché questo è un altro
tipo di tema, a mio giudizio è ancora più da approfondire in termini di diritti.
È chiaro, Presidente - e mi avvio alla conclusione -, che non è così che si affrontano
questi temi, non è attraverso Regolamenti, non è attraverso le proposte di ordine del
giorno o di mozione. Mi pare che questo sia più un cercare di voler dire: "Noi - avete
visto - vi abbiamo dato il contentino, a voi che fate queste battaglie e che volete
questi diritti, sapendo che non cambierà nulla".
Questo Regolamento avrà una sua applicazione; voglio vedere poi quanto verrà
applicata. Vi ricordo sempre i numeri del nostro registro delle unioni civili. Qualcuno
di voi è andato a vedere a che cosa serve? Quanti l'hanno utilizzato? Quante coppie
dello stesso sesso, o di diverso sesso? È inutile, non serve a nessuno, una percentuale
irrisoria. Forse, l'idea di società che avete in mente non è la società di questo Paese.
Soprattutto, discuto sul metodo; non è questo il metodo con cui si affronta un
problema serio, un problema che ha a che fare con l'eredità, con i diritti, con la
pensione di reversibilità, eccetera.
Per l'ennesima volta - e ho concluso, Presidente - abbiamo dato la rappresentazione
di un Consiglio Comunale che sui problemi importanti fa fatica a trovare soluzioni.
Pensiamo a cosa sta capitando adesso con lo sgombero del campo rom, ma ci
occupiamo di questo, ci occupiamo di questi grandi temi sui quali non avremo
nessuna rilevanza e, forse, da questo punto di vista - mi spiace dover parafrasare le
frasi del nostro Arcivescovo - non abbiamo niente di meglio di cui occuparci, perché
tutto il resto delle nostre scelte o è in mano ai nostri revisori, o è in mano alla
spending review, e comunque non c'è una visione politica, o quantomeno non c'è
una visione di società che può rappresentare un'opportunità per la città.

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
La parola al Consigliere Genisio.

GENISIO Domenica
Mi piacerebbe poter avere molto tempo per disquisire sulle affermazioni dei
Consiglieri Marrone, Magliano e Ricca. Comunque, l'abbiamo già fatto in
Commissione e penso sia utile andare a rileggere quanto ognuno di noi in quella sede
ha affermato.
Intervengo, perché mi sento davvero di poter dichiarare che noi, come maggioranza,
non stiamo perdendo tempo affrontando questi temi. Non stiamo perdendo tempo, né
stiamo trascurando le altre questioni decisamente importantissime. Stiamo
semplicemente cercando, con alcuni atti, di riprendere quello che già nella scorsa
consiliatura abbiamo votato, il registro delle unioni civili, sapendo bene che quel
registro non dà agevolazioni particolari, ma riconosce e dà la possibilità
democraticamente ai cittadini che non si sono sposati, che non intendono contrarre
matrimonio di alcun tipo, di iscriversi al registro delle unioni civili, anche per
manifestare pubblicamente questa loro convivenza.
Sappiamo che non ha avuto grandi adesioni, né da parte degli omo, né da parte degli
etero. È una scelta libera, nessuno ha imposto alle coppie che convivono di iscriversi
al registro; è stata semplicemente un'opportunità.
Credo che, nel principio di democrazia partecipata, sia anche importante che le
Amministrazioni Comunali, in cui militano, lavorano e operano tutte le forze
politiche, possano dare dei segnali importanti al Parlamento, perché sono il polso del
territorio. Quindi non mi scandalizza affatto.
Premesso questo, il firmatario Vicepresidente Levi ha lavorato molto, con i suoi
Uffici - nel rispetto di quanto si era già individuato nella scorsa tornata
amministrativa -, per adeguare i Regolamenti, perché ricordiamoci che la
deliberazione che istituisce il registro prevedeva già l'adeguamento dei vari
regolamenti comunali a quanto dice il registro stesso. Quindi, oso dire che era quasi
un atto dovuto. Si è assunta lei l'onere, l'incarico di fare una valutazione su quali dei
numerosi regolamenti del Comune era opportuno e necessario intervenire e l'ha fatto.
Adesso ognuno di voi può disquisire secondo le proprie convinzioni e anche questo
fa parte del dialogo e della dialettica democratica.
Io, personalmente, non ritengo che il dire che sono equiparate ai nuclei familiari le
opportunità, consideri "nucleo familiare" quella realtà, perché non è così. Non la
vendiamo in questo modo! L'Amministrazione precedente ha approvato il registro
delle unioni civili. Coerentemente è stato proposto questo atto.
Non c'è nulla di nuovo, non è una marchetta elettorale, è semplicemente dare un
segnale alla nostra collettività, ma anche al Parlamento, perché finalmente si decida,
e voi sapete benissimo come, anche tra le varie componenti del Partito Democratico,
ci siano sensibilità diverse su tanti temi che non definisco neanche etici, ma, su tanti
temi e situazioni, ognuno di noi si comporta - come hanno detto i Consiglieri della
Lega Nord - secondo coscienza, come hanno detto i Consiglieri della Lega Nord. Ma
qui non credo neanche ci si debba comportare secondo coscienza; questo atto è
semplicemente l'applicazione reale e puntuale di un atto già votato dal Consiglio
Comunale precedente. Quindi, in coerenza, abbiamo adeguato i Regolamenti. Oso
dire che era un atto dovuto.
Quindi, posso capire che l'opposizione lo voglia cavalcare con un atto con chissà
quale significato, ma così non è. È semplicemente un atto di coerenza con quanto la
Città ha già scelto.

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
La parola al Consigliere Liardo.

LIARDO Enzo
Io volevo rimarcare e sottolineare quello che è stato detto in precedenza, soprattutto
dai Consiglieri Magliano e Marrone. Volevo solo ulteriormente mettere al corrente il
Consigliere Genisio che potrebbero legarci anche determinati valori e determinate
sensibilità. In ogni caso, lei ha voluto sminuire la portata - questo è un mio giudizio,
Consigliera Genisio - soprattutto per quanto riguarda il discorso delle case popolari.
Consigliere Genisio, lei sa benissimo che, in questa situazione di natura economica,
chi sta pagando maggiormente, anche in termini morali, sono le famiglie. È difficile
da sostenere, ma io cerco di farlo. Un conto è se perde il lavoro un single, che deve
confrontarsi quasi con se stesso, un conto è se, all'interno della famiglia, un padre di
famiglia o una mamma di famiglia perde il lavoro, perché è un dramma che si
distribuisce a tutta la famiglia, compresi i minori.
Questo non è di natura puramente ecologica, ma è di natura puramente morale. E
questa cosa va ulteriormente ad acuire quella che è la famiglia e quelli che sono i
diritti di una famiglia. Non vorrei fare un intervento basato solo su quello che lei ha
detto, perché avrei qualcosa da aggiungere, però lei ha voluto in qualche modo
sminuire la portata. Non è così! Cambiano determinate cose per quanto concerne la
casa. È importante. È importante per quanto riguarda la famiglia, per quanto riguarda
soprattutto la dignità di una famiglia e voi lo sapete, lo rimarcate ad ogni piè
sospinto.
Allora, con questo vorrei aggiungermi a quello che hanno detto i Consiglieri del
centrodestra che mi hanno preceduto: molte volte perdiamo veramente del tempo a
cercare di far emergere delle situazioni che comunque non hanno assolutamente
alcun impatto a livello comunale, a livello cittadino, ma questo serve solo perché
comunque questi argomenti fanno cassa di risonanza all'interno delle testate
giornalistiche e le persone che propongono determinate cose poi ne hanno delle
ricadute favorevoli in termini di immagine. Ma in realtà non è che qui si legiferi
nulla.
Ho incontrato delle persone per strada, che mi hanno detto: "Ma non avete altro da
fare?". L'ha ammesso in maniera più velata anche il Consigliere Grimaldi: "Non
avete nulla da fare rispetto alle problematiche che i cittadini oggi vivono?".
Qualcuno mi ha fatto anche una battuta, dicendo: "Ma chi li ha i soldi per comprare
la cannabis?! Parliamo di altro, parliamo di sviluppo, parliamo di lavoro".
Perciò, molte volte si cerca di coprire un po' alcuni disagi che questa città sta
vivendo anche per colpa delle precedenti Amministrazioni, perché qualcuno se lo sta
dimenticando. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Avete la possibilità di
parlare, prendete la parola e dite tutto quello che volete, non c'è alcun problema.
Perciò, ovviamente non neghiamo che la crisi è di natura nazionale, però questa Città
sta pagando ulteriori conseguenze, proprio dovute a chi l'ha governata in questi anni
e molte volte si vogliono coprire certe problematiche, tirandone fuori altre, che
comunque non hanno in alcun modo a che fare con quelle che possono essere le
Leggi di natura nazionale.
Devo dire che, dopo gli interventi che ho ascoltato di alcuni Consiglieri della
maggioranza, ritengo che fosse doveroso che questa proposta venisse votata per parti
separate - e ringrazio per questo il Vicepresidente Levi, che l'ha accettato -, perché
veramente sarebbe stata proprio difficile anche la presenza in questo Consiglio.

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
La parola al Consigliere Araldi.

ARALDI Andrea
Alla fine, questa proposta di deliberazione non sembrava avere un valore
particolarmente simbolico o particolarmente ideologico, a nostro avviso. Ci
sembrava essere una proposta di deliberazione che andava a toccare - sicuramente
anche con degli effetti - una situazione che per noi era abbastanza pacificamente da
affrontare.
Però mi pare, invece, che i Colleghi di minoranza ne facciano una bandiera
ideologica.
Io sono d'accordo con quanti ne vogliono fare anche una questione ideologica, non
perché questo Comune non abbia anche altre cose da dibattere. Consigliere Liardo,
sempre ci sarà qualcuno che dice che il problema è un altro ed è un altro
l'argomento, però obiettivamente credo che riconosciamo che in questi vent'anni non
si sono trovate due, tre o quattro ore per parlare di questo argomento in sedi
sicuramente più efficaci e competenti, come quelle nazionali.
Io credo che molti di noi riconoscano che anche il PD non abbia fatto adeguatamente
la sua parte a livello nazionale, con delle incertezze, che probabilmente molti degli
elettori e molti dei cittadini non avrebbero.
Se noi vediamo i sondaggi sul tema del riconoscimento della più ampia parte dei
diritti alle unioni omosessuali, l'opinione pubblica è largamente favorevole,
lasciando da parte la tematica delle adozioni, su cui, invece, la società è divisa.
Quindi, in realtà, stiamo parlando di un tema che ha un influsso amministrativo e
sicuramente anche un influsso politico e di costume nazionale, perché molte cose che
cambiano, non cambiano da un giorno all'altro, ma, in una direzione o nell'altra,
cambiano con un'azione quotidiana. La famosa goccia scava la roccia, e la scava non
in una botta sola, ma aiutando a comprendere e ad evolvere - ovviamente secondo le
direzioni che possono essere contrarie, opposte - il costume nella direzione verso cui
non ciascun partito, ma ciascuna posizione di idee sulla società punta.
Quindi, questa deliberazione non parte come ideologica, ma c'è una parte - che non
definirei "ideologica", ma la definirei "di idee" - in cui legittimamente - come diceva
prima il Consigliere - ci sono posizioni diverse e legittimamente noi richiamiamo
quelle che sono le nostre posizioni, ritenendo ovviamente che il vero dibattito
dovrebbe essere a livello nazionale.

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
La parola al Consigliere Tronzano.

TRONZANO Andrea
Innanzitutto, rivolgo un complimento - l'unico di questa discussione - al Consigliere
Levi per aver svolto un lavoro, perché quando uno fa un lavoro, merita comunque un
plauso, anche se non è condiviso, e di questo gliene do atto.
Da un altro punto di vista, però, dico anche alla maggioranza tutta, in particolare ai
Moderati e alla parte cattolica del PD, che sono in balia, siete in balia - Consigliere
Genisio, eccetera - di una minoranza.
Questa minoranza sta introducendo all'interno di questa città non delle questioni che
pongono questa città all'avanguardia - come si dice -, ma, anzi, fanno di questa città
una città in decadenza. È questa la diversità della nostra visione di una città: una città
dove i diritti dei cittadini - Presidente -, come quello della sicurezza, come quello del
diritto al riposo, come quello di non avere i pusher sotto casa, come quello di avere
una casa, come quello di avere un lavoro attraverso il grande impianto industriale che
avevamo e che oggi non abbiamo più, anche a seguito di una tassazione
sproporzionata rispetto a quello che oggi sono le città anche soltanto del nostro
hinterland; faccio una differenza tra Collegno - rossa - e Torino: 4‰ l'IMU a
Collegno, 5,75‰ l'IMU a Torino. Quindi, invece di essere una Città all'avanguardia,
è una Città in decadenza, dove i singoli diritti dei cittadini non sono attesi,
Presidente, e noi invece ci dilettiamo a parlare di unioni civili, che, certo, hanno
bisogno di una regolamentazione, ma - come dicevano precedentemente i Consiglieri
dell'opposizione - questa non è la sede adatta, non è la sede idonea, non è la sede
competente per decidere un tema così importante.
Pertanto, Torino in Italia viene definita come la città dei rom, la città delle droghe
libere, la città in cui si può fare sostanzialmente tutto, quindi una città senza spina
dorsale. Una città in cui la laicità positiva non esiste, dove le nostre tradizioni sono
piano piano frantumate e disgregate e, conseguentemente, mettono anche angoscia,
ulteriore smarrimento e ulteriore timore nei cittadini.
L'altro giorno una signora mi ha scritto via e-mail (sembra di citare le lettere del
cuore, però in questo caso è giusto citarle) e mi ha chiesto: "Ma questa cosa delle
droghe leggere è mica una Legge che è passata?". Le ho risposto: "Signora, si
tranquillizzi, la Legge rimane uguale, è la stessa di prima. Certamente Torino si pone
in una condizione di avanguardia", naturalmente gliel'ho detto ironicamente. E mi
diceva: "Ma tutti questi giovani, che hanno questi esempi, che tipo di visione
possono avere della società nel futuro? Una società nella quale tutto è permesso?".
Allora, se volete questa società, non è una società del rispetto, Consigliere Paolino.
Questa non è una società del rispetto, questa è la società dell'ipocrisia, dove, come al
solito, una parte della vostra maggioranza, che è un'assoluta minoranza, sia nei
sondaggi nazionali, sia all'interno di questa Città, determina delle conseguenze che, a
mio giudizio, sono devastanti.
Questo è il mio giudizio, Consigliere Viale, certo, questo è il mio giudizio, non c'è
dubbio che è il mio giudizio, però lo metto a disposizione della maggioranza,
affinché magari riesca a valutare qualche barlume e qualche cognizione in più.
L'ultima chicca, in modo che poi voi possiate decidere come volete. Mi rivolgo
anche all'Assessore Passoni, che in questo caso non c'entra nulla, ma è presente,
quindi glielo dico. Lo sapete che i parenti fino al secondo grado pagano l'IMU sulla
seconda casa fino al 10,6, non la pagano con lo sconto dello 0,76. I parenti fino al
secondo grado. Abbiamo la possibilità di dare questa cosa solo ai parenti di primo
grado. Però noi ci occupiamo delle unioni civili e delle case popolari.
Allora io vi sfido: quando arriverà la deliberazione sull'IMU, che ho fatto io in
Consiglio Comunale, sui parenti fino al secondo grado, proviamo a votarla come si
sta facendo oggi per questa deliberazione e proviamo anche a dare ai parenti fino al
secondo grado uno sconto piccolo, ma che porti dall'1,06 allo 0,76 la possibilità di
usufruirne. Proviamoci.
Questa è la sfida, voglio vedervi: quando porteremo questa deliberazione in Aula,
vedrete che voterete contro, perché ci sono motivazioni economiche. Va bene.
Invece, queste unioni civili e il discorso delle case popolari non hanno motivazioni
economiche, quindi votiamo e continuiamo in questo processo di decadenza assoluta,
che porterà Torino a disgregare quella coerenza e quella coesione sociale che fino ad
oggi l'ha caratterizzata, fino ad una ventina di anni fa, il periodo proprio giusto
dell'unione fra i liberali e i cattocomunisti che ha portato Castellani a governare e poi
Chiamparino, che tornerà in pista, nonostante ci abbia indebitato per i prossimi
cinquant'anni.

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
La parola al Consigliere Bertola.

BERTOLA Vittorio
Io confesso che a me questa sembra veramente una discussione di retroguardia, nel
senso che questo argomento credo sia stato ampiamente discusso e metabolizzato
nella società italiana e in tutte le società civili. Quindi, se il nostro riferimento è il
resto d'Europa e il resto del mondo cosiddetto "sviluppato", chiaramente forse non
dovremmo perdere tempo su questa cosa, ma perché questa cosa avrebbe dovuto
essere stata assodata ormai negli anni; forse il problema è come mai la politica
italiana non sia mai riuscita ad affrontarla in una maniera razionale, trasformando
quella che è anche una discussione molto pratica in una battaglia ideologica
all'ultimo sangue.
Credo anche che la materia andrebbe affrontata a livello nazionale e forse, però,
bisognerebbe porsi non tanto e non solo il problema dei diritti delle coppie
omosessuali, ma anche la domanda su come mai i matrimoni in Italia siano
sostanzialmente dimezzati negli ultimi quarant'anni, quindi se c'è un problema forse
di crisi dell'istituto giuridico, sociale del matrimonio. Però, se la società si orienta in
una direzione in cui le persone esplicano il proprio amore e la propria volontà di
condividere la vita con un'altra persona in tante forme diverse, non credo che sia lo
Stato a dover fare preferenza tra l'una e l'altra forma, almeno su questioni veramente
profonde e veramente di vita o di morte, come quelle legate comunque al fine vita, e
comunque anche quelle legate ai diritti.
Da questo punto di vista, sicuramente, per il momento, questa deliberazione è
simbolica, nel senso che purtroppo il numero di coppie iscritte al registro delle unioni
civili di Torino è limitatissimo, per cui non creerà problemi. Però, forse, al contrario,
questo può essere un incentivo anche allo sviluppo di questo registro e quindi, se
volete, anche, proprio per chi crede nell'importanza di una presa d'atto di
responsabilità di due persone che convivono, a formalizzare questa unione, non con
la forma del matrimonio, ma con la forma dell'unione civile, che è tranquillamente
adottata in tanti altri Paesi europei.
Per questo motivo, noi siamo assolutamente convinti e voteremo a favore di questa
proposta di deliberazione. Abbiamo anche cercato di aiutarla nell'iter, perché ad un
certo punto è addirittura mancato il numero legale in Commissione e noi abbiamo
cercato, per quanto possibile, di mandarla avanti, quindi ovviamente, a questo punto,
voteremo a favore.

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
La parola al Consigliere Viale.

VIALE Silvio
A parte che è curioso che si parli di IMU per parenti di secondo grado, quando
stiamo ancora discutendo se garantirla a quelli di primo grado. Se comunque altri
Comuni adotteranno la deliberazione di Tronzano, ce lo faccia sapere, così vedremo
cosa fare anche noi, perché altrimenti rischiamo sempre di fare quelli che parlano,
perché tanto nessuno li ascolta, e il giorno dopo fanno cosa vogliono.
Io ringrazio il Consigliere Marrone non solo per aver messo un po' di musica e di
allegria in questo Consiglio, ma anche perché, citando il Titanic, mi permette di fare
un riferimento a queste cose così assurde e strane.
A me qualcuno ha telefonato. Ho ricevuto delle telefonate in cui in giro per l'Italia si
dice: "A Torino si può spinellare". Io ho detto: "No, non si può spinellare",
chiaramente. Il messaggio che veniva dato in giro dai giornali, eccetera, dimostra
quanto poco si conosca delle Leggi.
Però, mi ha fatto piacere, perché quando si è fatto riferimento al Titanic e
all'orchestra che affonda e via dicendo, a parte che poi il Consigliere Marrone ci sta
dentro, ma questo è un altro discorso, e chi comanda... (INTERVENTO FUORI
MICROFONO). Beh, nell'Artico è un po' difficile, in realtà.
A parte chi comanda la nave, io in questi giorni ho mandato una lettera a "Il Giornale
del Piemonte" - lo dico magari sperando che la pubblichino, non lo so se la
pubblicheranno mai -, proprio replicando a Nosiglia, al mio collega Simone, passato
come nei medici, e a Ernesto Olivero. Dopodiché, con mio grande stupore ho visto
che la mia stessa argomentazione, cioè alcol e cannabis, è un'intervista del
Presidente Obama sul New York Times, stesse identiche argomentazioni. Questo per
dire che, se qualcuno allarga un po' l'orizzonte e guarda davvero i problemi, cerca di
trovare delle soluzioni che non sono ottimali, ma vanno in certe direzioni,. Un po' di
coerenza ci vuole.
Io voglio dire due cose soltanto, banalmente. Non me ne vogliano i Colleghi, ma io
avrei voluto trovarmi con voi in un Consiglio Comunale negli anni Quaranta-
Cinquanta, magari in Louisiana o nei posti in cui si parlava di razzismo, perché
avreste trattato le stesse argomentazioni dicendo che il problema erano la crisi, la
fame, la povertà della nostra gente e non perché qualcuno lavora un po' di più, li
facciamo lavorare e gli diamo anche un po' di cultura, perché le argomentazioni sono
le stesse. Se un giorno arrivo e vi leggo alcuni interventi di allora, sono identici. C'è
sempre qualcos'altro, in nome di qualcosa, che sarebbe prioritario.
Io dico solo due cose molto banali. La prima è che questo Consiglio Comunale in
questi anni ha dimostrato di avere una sensibilità di evoluzione. Non sta decidendo,
né ha mai deciso quello che io vorrei decidesse, però l'intervento di oggi del
Consigliere Genisio mi dà lo spunto per ricordare che tutta questa vicenda, che oggi
non si conclude, è la tappa di un percorso che è nato a partire dalla deliberazione di
iniziativa popolare, quindi dalle firme, e ha visto impegnati i Colleghi del Consiglio
Comunale precedente, vedo davanti a me il Consigliere Cuntrò, vedo il Consigliere
Genisio, che bene o male hanno discusso questa deliberazione... (INTERVENTO
FUORI MICROFONO). Va beh, il Consigliere Genisio e il Consigliere Centillo sono
quasi in simbiosi ormai, quindi una vale l'altra, nel senso che... (INTERVENTO
FUORI MICROFONO). Come siamo io e lei, perfetto. Dicevo, il Consigliere
Centillo... che chiaramente hanno portato a quella deliberazione, che è ingiusto dire
che soltanto pochi si sono iscritti. Saranno 150-200, di cui coppie omosessuali
saranno un terzo, le altre sono coppie eterosessuali. Ma, fossero anche 10, non si
capisce perché una Città debba sputare in faccia a 10 persone. (INTERVENTO
FUORI MICROFONO). Vedo che geni funzionano anche da quella parte. È il DNA
che, ad un certo punto, fa scattare immediatamente i calcoli.
Per cui, concludo dicendo una cosa molto banale, una provocazione. Qui ci si
provoca sempre, ma l'altro giorno una suora ha partorito... (INTERVENTO FUORI
MICROFONO). No, "Lasciala in pace", poveraccia, anzi, per fortuna. Una cosa
straordinaria. Straordinarie le reazioni che ci sono state tra le altre suore, il vescovo
che ha detto: "La aiuteremo", perché in fondo non c'è nulla di male, eccetera, la
paura che si trovasse sola. Si tratta di una suora che credo sia cittadina italiana, ma
non è detto, perché extracomunitaria, che ha partorito, che tutti hanno detto: "Bella,
ottima cosa adesso da fare", ma se per caso andasse ad abitare con un'altra suora che
lascia per andare ad aiutarla in quel posto, non le dareste la casa. Forse le dareste la
casa se andasse da sola come ragazza madre...

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
La invito a concludere, Consigliere.

VIALE Silvio
Ma se andasse insieme ad un'altra suora, che lascia il convento per aiutarla, voi oggi
non le dareste la casa.

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
Consigliere, la invito a concludere.

VIALE Silvio
Io ho concluso. Questo per dire che questa è la prima deliberazione che, a differenza
di quelle della marijuana, che è un'idea, è un messaggio che si dà al Paese, che fa
delle cose concrete; e voi, di fronte a queste cose concrete, vi permettete di sputare in
faccia ad altri cittadini!

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
La parola al Consigliere Greco Lucchina.

GRECO LUCCHINA Paolo
Credo che questo Consiglio Comunale tenda troppo spesso a voler fungere da
apripista nei confronti di quelli che sono temi etici, come quello di cui abbiamo
discusso sulla liberalizzazione della cannabis, e oggi su questa che di fatto è
un'adozione di un Regolamento. Però, a mio modo di vedere, non si può non trattare
anche da un punto di vista ideologico e lo dico al Consigliere Araldi.
Lo dico al Consigliere Araldi, perché il tema centrale è fondato su due cose: sul
concetto di nucleo familiare e sul registro di unioni civili.
Io ho molto rispetto, evidentemente, per quello che è il lavoro e per la deliberazione
presentata dalla prima firmataria, Consigliere Levi, però il concetto è proprio questo,
il concetto di nucleo familiare. Vede, il mio concetto di famiglia è diverso dal suo, ed
è per questo che una parte di questa minoranza, che tenta di difendere quelle che
sono le identità culturali e, soprattutto, i valori che anche in quest'Aula rappresenta,
porta fortemente a dire che per me il nucleo familiare è quello formato da uomo e
donna. È questo il tema centrale!
Non è assolutamente ambiguo questo atto, perché non è ambiguo, ma l'ambiguità sta
nel capire cosa c'è nel registro delle unioni civili, perché è evidente che nel registro
delle unioni civili si fa riferimento a quelle che sono le coppie unite civilmente, sia
dello stesso sesso che quelle di sesso diverso.
Allora, probabilmente, se non ci fosse tutto questo, allora è vero, questa potrebbe
anche non essere una battaglia ideologica, però io non voglio identificarla come tale,
ma voglio identificarla come chi qui dentro difende e porta quelli che sono i suoi
valori e le proprie identità culturali.
Mi sia consentito solo concludere dicendo che anch'io sono assolutamente
favorevole alla votazione per parti separate, perché credo che le due tematiche -
quella ovviamente dell'assegnazione della case popolari, così come quella dei temi
della sepoltura - vadano affrontate in maniera totalmente differente.

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
La parola al Consigliere Paolino.

PAOLINO Michele
Cari Consiglieri, care Consigliere, io non entrerò nel merito della deliberazione che è
stata illustrata dal Consigliere Marta Levi e che molti di voi hanno commentato, ma,
tirato un po' in ballo da diversi interventi di Consiglieri dell'opposizione, vorrei
chiarire alcuni passaggi rispetto alle vicende della scorsa settimana.
La prima questione è che io ritengo il problema legalizzazione delle droghe leggere
non un tema etico - e credo che su questo dovremmo fare chiarezza - e che occuparci
di una metodologia, che, a torto o a ragione, può essere considerata come lotta alle
narcomafie e all'abuso dell'uso di sostanze stupefacenti, è una discussione che
riguarda la comunità torinese, e chi la rappresenta, e in particolare riguarda un
problema specifico che chi vive in via Ormea o chi vive corso Regina Margherita e
ha gli spacciatori sotto casa e vede tutti i giorni il fallimento totale dell'altro metodo,
quello della repressione, che non c'è, ci chiede di fare qualcosa e di farlo
immediatamente.
Quindi, credo che sia urgente che su quel tema, in qualche modo, il Consiglio
Comunale si pronunci.
Così come sul tema posto oggi dal Consigliere Marta Levi. La mia idea di famiglia,
quella che io pratico, che io cerco di vivere ogni giorno, per l'esattezza, coincide con
la sua, Consigliere Greco Lucchina, ed è diversa da quella di altri, ma stia certo che
io mi batterò in tutti i modi perché l'idea praticata da altri, perseguita da altri, abbia i
miei stessi diritti. Perché - mi è già capitato in altre occasioni di dirlo -, se dovesse
capitare che si tratti di mio figlio, mi urterebbe molto non gli fosse permesso di
essere assistito dal suo compagno o di poter andare a vivere con il suo compagno e
avere gli stessi diritti che sono riconosciuti a me e a sua madre; e lo stesso discorso
vale per quanto riguarda l'accesso alle case popolari o la sua sepoltura.
Quindi, da questo punto di vista, io lo ritengo un mio dovere potermi battere per
questi temi e farlo da credente.
Mi dispiace che non sono presenti in Aula né il Consigliere Liardo, né il Consigliere
Tronzano, né il Consigliere Magliano... (INTERVENTO FUORI MICROFONO).
Ma era fuori posto. Sono abituato a vederla di fronte a me, quindi mi dispiace che
non ci siano gli altri suoi Colleghi, mi dispiace che i vostri interventi siano stati
condizionati dalla necessità di inseguire la polemica la scorsa settimana e, in
particolare, un articolo di fondo uscito sul giornale "Il nostro tempo", probabilmente
interprete anche di quello che può essere il pensiero del Vescovo.
Voglio fare mie le parole che il Presidente dell'Azione Cattolica, Vittorio Bachelet,
riprendendo una frase di Don Primo Mazzolari, usò per spiegare il suo atteggiamento
nel momento di uno scontro tra l'Azione Cattolica e le gerarchie ecclesiali del tempo;
Bachelet disse: "Obbedienti in piedi".
Ecco, siate obbedienti, ma state in piedi, per favore, cari fratelli in spirito; non
inseguite uno scivolone, perché accettare l'idea che il Consiglio Comunale sia
definito l'orchestrina del Titanic, quando voi ben sapete l'impegno che voi per primi
mettete tutti i giorni in Commissione, in Consiglio, perché si affrontino i temi. Tutti i
giorni discutiamo di scuola, di lavoro, cercando di mettere in piedi provvedimenti,
per quelle che sono le competenze del Consiglio Comunale e per quello che il
Consiglio Comunale può fare a livello di indirizzo e di controllo rispetto al lavoro
della Giunta.
Il Consiglio Comunale si è convocato il 23 dicembre per affrontare l'emergenza
profughi. Il tema dei rom è stato messo insieme maldestramente, perché (non vorrei
aprire una polemica) sono un insieme di persone che hanno vissuto
contemporaneamente il dramma delle deportazioni e dell'essere perseguiti:
omosessuali, rom, ebrei, tutti insieme. Ma sappiamo quanto il Vescovo, per esempio,
e la Chiesa torinese siano sensibile sul tema dei rom. Quindi, portare questo tema
dentro questa vicenda, l'ho trovato un gesto maldestro.
Credo che, su questo, i cristiani impegnati in politica abbiano un surplus, una
necessità di metterci qualcosa in più rispetto non a rincorrere il voto dei cristiani
della nostra comunità, ma a rincorrere l'esigenza di tutta la comunità nel suo insieme
e soprattutto a fare in modo che nessuno rimanga indietro. Questo è il nostro
impegno.
Voglio ribadire - mi dispiace che non sia venuto da altri - il fatto che questo
Consiglio Comunale è un Consiglio di persone serie, tutte, dalla prima all'ultima, che
tutti i giorni con grande fatica, con grande impegno, con grande sacrificio, a
differenza degli spettacoli che vediamo arrivare da altri ambiti, con grandi sacrifici
che chiediamo alle nostre famiglie, questo sì, e a noi stessi, spesso sbagliando, ma
con grande passione e con grande impegno cerchiamo di lavorare per il bene
comune. Quindi ci vuole, da parte di tutti, compreso dal giornale della Curia, rispetto
per quest'Aula.

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
La parola al Consigliere Centillo.

CENTILLO Maria Lucia
Io mi sento ben rappresentata dagli interventi dei Consiglieri del Gruppo che sono
intervenuti su questo argomento, però ci tengo a ricordare che quest'Aula, che ha il
primato di essere la prima Assemblea elettiva d'Italia, non può essere considerata né
un Titanic, né altro, da nessuno, neanche dal Vescovo. Credo che, in quest'Aula, tutti
noi, pur nelle diverse posizioni, mettiamo il massimo impegno. Io ho davvero
profondo rispetto per le posizioni diverse dalla mia e credo che, dovendo
rappresentare cittadine e cittadini che vivono e lavorano, che nascono e muoiono in
questa città, noi dovremmo, con onestà intellettuale, partire da questo.
Ed è per questo che i Regolamenti, così come sono stati proposti dal Consiglieri
Levi, vanno nella direzione di tenere conto dei sentimenti, dei diritti individuali di
tutte le persone che vivono, lavorano, nascono e muoiono in questa città.
Ricordo anche che una Regione come la Sicilia ha recentemente legiferato in
materia, pur avendo una non maggioranza di fatto ed è riuscita, su un argomento
come questo, a essere più avanti di tante altre Regioni che si considerano su tanti
temi all'avanguardia.
Quindi penso che Torino, capitale dei diritti, proponendo soluzioni di merito per ciò
che riguarda i Regolamenti e le proposte che vanno nella direzione di sollecitare gli
organi competenti ad affrontare determinate questioni, vada nella direzione di
rispettare i propri cittadini e le proprie cittadine e di svolgere un ruolo politico che
deve essere ovviamente vagliato dall'elettorato, ma credo che in questo momento le
posizioni emerse hanno prodotto dei risultati che non erano scontati. Io apprezzo e
riconosco il cambiamento che c'è stato di alcune posizioni e lo ritengo davvero un
passo avanti, perché non ideologico, non ci sono condizionamenti e ciascuno, in
libertà e coscienza, ha deciso di votare in una certa direzione. Ovviamente abbiamo
anche riferimenti diversi, ma ho sentito moltissime persone, anche cattoliche, che
hanno apprezzato moltissimo le posizioni che abbiamo assunto su questi argomenti.

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
La parola al Consigliere Levi.

LEVI Marta
Io non voglio entrare in polemica, in parte perché ritengo che la polemica proposta
questa sera dal centrodestra sia fondamentalmente un po' strumentale. E poi, non
voglio perdere la pazienza, perché quando la perdo rischio di usare un linguaggio
non consono, come mi è già successo qualche volta, e non va bene.
Per non essere accusata quantomeno di infingimenti di alcun genere, dichiaro (l'ho
sempre dichiarato) di essere favorevole al matrimonio egualitario per le persone
omosessuali. Quindi, da questo punto di vista, non credo che qualcuno possa pensare
che io abbia mai espresso opinioni diverse. Però, vi segnalo che l'indagine ISTAT
del 2011, l'ultima che ho trovato su internet, dice che nel 2007 le unioni civili nel
nostro Paese erano 500.000, nel 2010 erano 972.000. Sono raddoppiate in tre anni.
Mentre - come diceva qualcuno - i matrimoni sono in calo dal 1972, calo accentuato
negli ultimi quattro anni.
Allora, di queste 972.000 unioni civili registrate dall'ISTAT, io escludo che siano
tutte o in maggioranza unioni omosessuali. Per queste ragioni, dire che noi abbiamo
presentato queste modifiche regolamentari perché in realtà ci interessano i gay, è una
sciocchezza, perché in questo caso ci interessa tutelare le unioni civili e i diritti delle
persone conviventi, delle cosiddette convivenze di fatto.
Altra considerazione brevissima. La Città di Torino riconosce le unioni civili,
comprese quelle omosessuali, anche quando deve attribuirgli dei doveri, non solo dei
diritti. Infatti, anche nel caso di chi non è regolarmente sposato, ma convive, anche
se è una convivenza gay, e chiede l'assistenza economica per adulti in difficoltà, il
reddito fa cumulo. Dovere che la Città di Torino attribuisce alle unioni civili. Stesso
discorso per le graduatorie degli asili nido. Le unioni civili vengono riconosciute e
gli sono attribuiti dei doveri.
In conclusione (in parte l'ha già detto il mio Capogruppo), dico al Consigliere Greco
Lucchina che ognuno può avere legittimamente la propria idea di famiglia, ma lo
Stato deve riconoscere tutte le famiglie, altrimenti è uno Stato etico.
Per concludere, non voglio entrare in polemica, ma respingo al mittente le accuse di
aver voluto piantare una bandierina per un fantomatico elettorato, di cercare la prima
pagina dei giornali, cosa che non mi sembra di fare spesso e, soprattutto, di essere
una società decadente, perché parliamo dei diritti delle persone. Questo mi sembra di
poterlo proprio rimandare a chi ha espresso queste accuse.

Copyright © Comune di Torino - accesso Intracom Comunale (riservato ai dipendenti)