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FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Passiamo alla terza richiesta di comunicazioni a firma del Consigliere Bertola, con le quali si chiede al Sindaco "di riferire in Aula sulla 'Mini-IMU' appena introdotta dal Governo sulle prime case dei cittadini torinesi, sugli importi e sulle modalità di pagamento, e sulla posizione che l'Amministrazione ha preso verso il Governo a fronte di questa imposta". Il Sindaco ha ritenuto di dover intervenire. La parola al Sindaco. SINDACO La questione, come è del tutto evidente, è una delle questioni che è da settimane - in particolare negli ultimi giorni - al centro dell'agenda di Governo e dell'agenda politica, e riguarda, in particolare, il tema della seconda rata IMU. Tutti ricordano che nell'agosto di quest'anno il Governo, nel consolidare la decisione di superamento dell'IMU, che aveva già portato alla sospensione di pagamento della prima rata, annunciò che l'IMU era un tributo che sarebbe stato soppresso e, a fronte di precise richieste da parte dei Comuni che quella decisione - che il Governo naturalmente aveva tutto il diritto di assumere - non si traducesse, però, in una penalizzazione dei Comuni stessi, fu dichiarato dal Presidente del Consiglio e da numerosi Ministri, anche con una conferenza stampa pubblica, oltre che dichiarazioni che sono facilmente recuperabili nelle rassegne stampa, che la soppressione dell'IMU sarebbe stata accompagnata dal rimborso ai Comuni dello stesso introito che avrebbero percepito con l'IMU, in ragione tale che non vi fosse alcuna penalizzazione e che i Comuni non si trovassero in una criticità di risorse. Quella decisione è stata via via riconfermata successivamente, nei mesi di settembre e di ottobre, senza che peraltro, però, a quegli annunci conseguisse l'erogazione ai Comuni della seconda rata, nella misura del 100%. Il fatto che ci fosse una discrasia tra gli annunci e l'erogazione già era la manifestazione di una difficoltà, di un problema che affonda le sue radici nella difficoltà di copertura di quel tipo di scelta. Nelle ultime settimane il Governo, di fronte alla difficoltà di garantire la copertura, si è predisposto ad un orientamento diverso da quello annunciato, che in una prima fase è consistito nell'annunciare che il rimborso avrebbe riguardato le aliquote 2012 e non avrebbe, quindi, incluso le maggiori aliquote decise da alcuni Comuni, in particolare circa 800, nel corso del 2013. La questione non riguarda la Città di Torino, che nel 2013 non ha variato le sue aliquote, quindi, sulla base di quell'orientamento, il Comune di Torino avrebbe avuto al 100% il rimborso, come previsto. Però l'ANCI ha giustamente fatto notare al Governo che questo atteggiamento rivelava due tipi di contraddizioni: la prima è che, quando si annunciò che ai Comuni sarebbe stato rimborsato l'introito dell'IMU, in nessun momento si specificò che ciò avrebbe riguardato soltanto le aliquote decise fino al 2012; inoltre, avendo il Governo stesso prorogato al 30 novembre i termini di presentazione dei Bilanci, era del tutto consapevole che si poteva produrre quello che poi si è prodotto, che Comuni che non avevano ancora completato l'iter di Bilancio, lo hanno completato entro il 30 novembre, successivamente tuttavia alla data del 28 agosto, e hanno provveduto - chi lo ha ritenuto - ad adeguamenti di aliquote che, sulla base della decisione iniziale, avevano la presunzione di essere coperte. Il mutamento di orientamento del Governo nell'annunciare la non copertura determinava per questi Comuni una condizione di criticità finanziaria. Parlo di Comuni rilevanti: parlo della Città di Milano, di Bologna, di Catania e di altri Comuni che adesso non ricordo, ma comunque significativi. Questa è la condizione che noi abbiamo evidenziato. Quindi, sulla base di questo, noi abbiamo chiesto che la copertura fosse garantita al 100%, incluse le aliquote 2013. Questa nostra richiesta - 100%, inclusivo delle aliquote 2013 - è stata recepita nel Decreto che è stato varato 48 ore fa, ma, non avendo il Governo ritenuto di ricercare le coperture necessarie a garantire questo esito, ha determinato un'applicazione della seconda rata dell'IMU differente da quella che era stata annunciata. Cioè, non è vero che era stato annunciato che il superamento dell'IMU non avrebbe comportato più oneri per i cittadini, ma si è invece determinato un meccanismo per cui viene rimborsato a tutti i Comuni il 100% fino all'aliquota del 4, che era l'aliquota standard, viene rimborsato ai Comuni sostanzialmente il 60% delle maggiori aliquote dal 4 all'aliquota che ogni Comune ha deciso, e il 40% mancante viene caricato sulle spalle dei cittadini con un'aliquota aggiuntiva una tantum, che dovrebbe essere pagata entro il 16 gennaio. Noi abbiamo manifestato la nostra contrarietà a questo tipo di scelta per due ragioni: la prima, perché ancora una volta si carica sui Sindaci l'onere di dover realizzare un prelievo fiscale, che in realtà poi è un prelievo fiscale deciso dallo Stato e a beneficio dello Stato medesimo; la seconda, si determina un'iniquità sostanziale dal punto di vista dell'applicazione di questa norma, perché siamo al paradosso che chi possiede un'abitazione di 100, 120, 150 metri quadri, ma sta in una Città o in un Comune che ha applicato una quota non superiore al 4, non paga nulla, e chi ha un alloggio di 60,70, 80 metri quadri, ma sta in un Comune o in una Città che ha applicato un'aliquota superiore al 4, è chiamato a pagare. Tra l'altro, secondo i legali dell'ANCI, questa cosa si espone immediatamente ad un ricorso in sede costituzionale e ad un possibile accoglimento di vizio di incostituzionalità; quindi, noi in queste ore stiamo insistendo con il Governo affinché si cerchino le coperture per garantire anche quel 40% che invece, sulla base del Decreto, verrebbe caricato sulle spalle dei cittadini. Come ANCI, abbiamo chiesto audizione a tutti i Gruppi parlamentari che dovranno provvedere all'esame del Decreto nei prossimi giorni. Io domani pomeriggio sarò a Roma, perché sono programmati gli incontri con i Presidenti dei Gruppi parlamentari principali, a cui farò presente esattamente questa situazione. Quindi, come ANCI, ci battiamo perché si stia a quello che il Governo annunciò il 28 agosto, cioè che si superava l'IMU e che i contribuenti non avrebbero più dovuto pagarla e che, peraltro, i Comuni non avrebbero sofferto alcuna penalizzazione di questa decisione. Questi sono due principi che per noi non possono essere modificati, quindi ci batteremo fino alla fine perché sia così. Mentre ho la parola, io vorrei informare il Consiglio di un'altra criticità, che non è delle prossime settimane, ma è dei prossimi mesi, perché, nel momento in cui il Governo ha sostituito l'IMU con la Service Tax, si è congegnato un meccanismo della Service Tax che in realtà non garantisce quello che il Governo ha detto che sarebbe stato garantito, e cioè che la Service Tax avrebbe garantito ad ogni Comune un introito pari a quello che i Comuni avrebbero percepito qualora avessero ancora a disposizione IMU e TARES. Perché non è così? Perché la Service Tax è congegnata, nella parte patrimoniale, in ragione tale che sulla prima casa l'aliquota massima che si può applicare è il 2,5, sulla seconda casa era 11,6, ma il Senato l'ha abbassata a 10,6. Ammettiamo che si ritorni anche a 11,6; qualora si ritornasse a 11,6, questo vuol dire che, siccome mediamente tutte le Città capoluogo di Provincia e di Regione - tutte - erano ad un'aliquota media sulla prima casa con l'IMU che è del 5, passare dal 5 al 2,5 vuol dire che dimezzano il loro introito, che non è compensato, avendo tutti i Comuni portato sulla seconda casa il massimo - il 10,6 -, dal fatto che c'è l'1 in più. Se poi viene confermato che quell'1 è tolto, come il Senato ha deciso, il buco è evidente. E il miliardo di fondo compensativo, che era stato introdotto, non pareggia, non consente un saldo. E non è consentito il saldo neanche aggiungendo i 500 milioni che sono stati aggiunti dal Senato per le detrazioni, perché in realtà, se si vuole garantire un'equivalenza tra quello che i Comuni introitavano tra IMU e TARES e quello che la Service Tax dovrebbe garantire, con il meccanismo 2,5-10,6 e 1 miliardo di fondo compensativo e 500 milioni per le detrazioni, siamo ad una situazione in cui manca ancora 1 miliardo e mezzo per parificare, per dare una copertura totale. Lo dico perché questo è un punto ancora più rilevante rispetto all'IMU. Se non si dà soluzione a questo problema, la sofferenza nella quale si troveranno tutti i Comuni italiani nel 2014 diventa drammatica, perché 1 miliardo e mezzo in meno per i Comuni è una condizione di particolare criticità. Io lo dico perché, siccome saremo poi tutti a chiamati a fare dei Bilanci, a decidere delle cose, eccetera, è evidente che, se non si trova una soluzione a questa criticità, ci troveremo tutti in una grande sofferenza. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La parola al Consigliere Bertola. BERTOLA Vittorio Ringrazio il Sindaco per la risposta. Noi abbiamo anche creduto che fosse opportuno chiedere questa comunicazione non soltanto per il Consiglio, ma proprio per i cittadini, perché in questi ultimi due o tre giorni hanno letto sui giornali tutto e il contrario di tutto. Quindi, adesso quello che forse può essere più chiaro riguarda la situazione attuale, perché, da quanto ho capito, magari domani o dopodomani cambierà per l'ennesima volta, e questo purtroppo devo dire che è un pessimo segnale, perché, anche più in generale, i cittadini continuano a chiedere - anche a noi che siamo dentro la macchina - quali saranno le tasse di quest'anno, del prossimo anno e come saranno, e noi non siamo in grado di rispondere, perché vengono cambiate continuamente - quasi ogni giorno - le carte in tavola. Questo è anche un pessimo segnale proprio per la credibilità e la solidità dello Stato, nel senso che poi sembra che lo Stato sia ormai incapace di fare una qualunque programmazione finanziaria che vada al di là di due settimane forse, due mesi, proprio a dire tanto. Per cui dà proprio la sensazione di chi non ha più una Lira in tasca e sta cercando disperatamente di recuperarla dove possibile. Però, vorrei anche far notare la sostanziale assurdità intanto di chiedere alla gente di pagare un'altra quota, però di pagarla magari il 16 di gennaio, come se molti poi non avessero anche magari un box, un qualcos'altro per cui dovranno pagarne un pezzo a dicembre, un pezzo a gennaio, ma non si sa quanto. Poi, magari, dobbiamo anche considerare il costo operativo, per il Paese, di andare tutti a pagare magari 10,00 Euro, 20,00 Euro - se sarà quella la cifra, speriamo che sia di 20,00 Euro e che non siano 200,00 - al 16 gennaio, quindi il fatto di mettere in moto una macchina amministrativa che forse alla fine costerà di più di quello che si riuscirà ad incassare. Comunque, la sensazione è che, se il Governo promette di abolire l'IMU e giura di aver abolito l'IMU, poi alla fine forse dovrebbe abolirla davvero. Questa è una cosa che riguarda forse voi, cioè i partiti che sono al Governo attualmente. Io ricordo di essere stato addirittura in una trasmissione televisiva con un Collega qui del Partito Democratico, dove abbiamo discusso dell'epoca, a settembre, in cui dicevo: "No, ma vedrai che alla fine non la aboliranno" e lui diceva: "No, sicuramente la aboliremo, abbiamo sempre mantenuto le promesse". Adesso non tirerò fuori il video per gentilezza, però alla fine dei conti si scopre che, almeno per quanto risulta finora, l'IMU in realtà non è stata abolita. Quindi, forse sarebbe il caso di cercare di mantenere le promesse, almeno su queste cose, perché se no veramente tutti hanno paura anche solo a tirare fuori 20,00 Euro, perché magari domani verrà messa un'altra tassa, per cui serviranno quei 20,00 Euro per riuscire a pagarla. Quanto al discorso, più in generale, dell'anno prossimo, condivido che si tratta di un grosso problema e condivido anche che alla fine le Città sono sempre le vittime di questa cosa, perché lo Stato, piuttosto che tagliare, tagli i trasferimenti agli Enti Locali e poi manda gli Enti Locali ad incassare. Però attenzione anche su questo, perché è buono il tentativo di abbassare la pressione sulla prima casa, ma non è che le seconde case sono tutte di miliardari o che sono villoni; purtroppo - forse "purtroppo", a questo punto -, una gran parte della ex classe media italiana ha investito, magari, in un secondo appartamento, in un box, in una casa al mare, in montagna, cioè, non è che le tasse patrimoniali sulle seconde case si possono aumentare all'infinito, perché tanto sono tutti ricchi. Anzi, in realtà si andrebbe ancora a deprimere il mercato immobiliare e a creare una serie di ulteriori problemi. Per cui, spero che il problema segnalato dal Sindaco non si risolva aumentando al 15 o al 20 le tasse sulle cosiddette "seconde case", nelle quali peraltro poi spesso finiscono anche delle prime case, per tutta una serie di questioni burocratiche legate a come sono scritte le norme. Credo che il problema vero sia che la pressione fiscale, comunque, in questo Paese è arrivata ad un limite che non si può più superare e sta ammazzando, ormai da tempo, l'intera economia. Quindi, forse è giunto il momento di guardarsi negli occhi - credo che purtroppo lo dovrà fare anche il Comune - e di arrivare a dei tagli ancora più dolorosi a quello che si spende, perché temo che alla fine sul fronte delle entrate non si possa continuare così, aumentando le tasse continuamente, ogni volta che c'è bisogno di soldi. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La parola al Consigliere Marrone. MARRONE Maurizio Io riconosco l'onestà intellettuale del Sindaco nella sua relazione, che non ha risparmiato critiche alla situazione, però mi tocca anche richiamarlo a quella che è la compagine politica che sta determinando questa cornice normativa. Finché c'era una larga intesa, che era veramente larga, era anche comodo, tutto sommato - e lo dico io che sono esponente di un partito che è nato separandosi da Silvio Berlusconi -, poter scaricare tutte le colpe su di lui. Ora che le intese sono diventate da larghe a larghine, siete voi a determinare, sostanzialmente, questa cornice. È necessario che ci sia anche un'assunzione di responsabilità. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). No, ma infatti, però ormai è il centrosinistra più una parte sempre più risicata di PdL che sostiene questo Governo. Ora, oggettivamente, è possibile andare ad annunciare degli abbattimenti di pressione fiscale e continuare ad illudere tutti, con segnali di ripresa che non vede nessuno, quando poi in realtà le politiche fiscali, le non politiche fiscali sono solo rimescolamenti di carte che procrastinano le scelte strutturali, che vanno a dismezzare tutti gli aggravi tra accise, aliquote, proroghe, slittamenti temporali e quant'altro, dare un affidamento, anche in sede europea, a delle entrate che non si confermano. Io vorrei solo ricordare che erano state fatte delle promesse, rispetto all'eliminazione dell'IMU, nei primi tempi in cui si discuteva, prospettando le entrate miliardarie - vorrei sottolineare "miliardarie" - che dovevano arrivare dalla pressione fiscale, portata poi, però, in contenzioso da parte dei gestori delle slot-machine. Pressione miliardaria che poi era stata patteggiata a 600 milioni di Euro, che, finiti anch'essi in contenzioso, si sono ridotti, al momento, a nulla. Ora, io mi chiedo: ma noi dobbiamo andare a spiegare - perché questo dovremo fare - che questo Stato, tramite i Comuni, reintroduce un pezzo di IMU, facendo pagare addirittura contribuenti che erano stati esentati, perché questo Stato, la classe politica, la compagine governativa che lo sta amministrando, non ha la credibilità di esigere dei crediti dovuti e pacifici dai gestori delle slot-machine? Perché di fatto è questo il messaggio politico. Quindi, guardate, visto che, purtroppo, più si approfondiscono queste dinamiche - e lo si fa con serietà, come riconosco ha fatto il Sindaco -, più, però, all'orecchio dell'uomo della strada arrivano come scuse di scaricabarile tra le diverse articolazioni dello Stato, o si riesce ad arrivare ad una programmazione, per quanto cruda, ma realistica, e poi mantenuta e rispettata, di una politica fiscale, o se no la poca credibilità che rimane non solo alla classe politica, ma alle istituzioni che questa classe politica, anche territoriale e, credo, poco assimilabile alla casta, assolutamente si ritrova a fronteggiare, sarà persa. Anche il minimo residuo che rimane. Perché, oggettivamente, si continuano a cambiare le carte in tavola e il cittadino recepisce e percepisce solo continui rincari da tutti i fronti e non vede un relativo e corrispettivo aumento della qualità dei servizi. Questa è una percezione istintiva che noi non potremo andare a modificare con nessuna azione di comunicazione, di spiegazione istituzionale o di approfondimento. Lo si potrà fare solo con delle politiche reali, comprensibili, che diano ad ogni italiano la possibilità di programmare quello che è il suo Bilancio familiare. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Non ho altri iscritti ad intervenire. Consideriamo conclusa questa comunicazione. |