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FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Passiamo alla comunicazione iscritta all'ordine del giorno, per la quale interviene l'Assessore Mangone, relativamente al mercato coperto di corso Racconigi 51. In Conferenza dei Capigruppo abbiamo stabilito i seguenti tempi di intervento: cinque minuti per un Consigliere per ogni Gruppo e tre minuti per gli altri Consiglieri. La parola all'Assessore Mangone. MANGONE Domenico (Assessore) Le comunicazioni riguardano la ormai nota vicenda del mercato coperto di corso Racconigi 51, già oggetto in passato di comunicazioni al Consiglio. Nel frattempo le situazioni si sono evolute, ma io intendo riferire oggi al Consiglio la storia, dalla nascita di tale questione sino allo stato dell'arte attuale. Inizierei, con l'aiuto degli appunti che gli Uffici mi hanno trasmesso, a raccontare la vicenda legata alla ristrutturazione del mercato, che inizia con una deliberazione della Giunta del dicembre del 2000, attraverso la quale veniva approvata la concessione alla Società Cooperativa Consortile Mercato Coperto di corso Racconigi (l'immobile è quello di corso Racconigi 51), alle condizioni specificate nello schema di convenzione approvato con il provvedimento di cui sopra. Il relativo atto è stato stipulato in data 30 maggio 2001; con deliberazione n. 101 del Consiglio Comunale del 28 marzo 2001 è stato approvato il rilascio di una fideiussione decennale, solidale da parte del Comune di Torino, a favore della Banca Cassa di Risparmio di Savigliano, per Euro 933.799,00. Questo mutuo riguardava il completamento della ristrutturazione dell'area mercatale. Con deliberazione n. 151 del Consiglio Comunale del 15 novembre 2004 è stato approvato il prolungamento da dieci a quindici anni della fideiussione solidale, a garanzia del mutuo di Euro 933.799,00. Con nota in data 10 aprile 2006, la Società Cooperativa Consortile Mercato Coperto di corso Racconigi ha presentato il progetto preliminare relativo alla riqualificazione degli accessi pedonali del mercato, sul quale il Settore Infrastrutture per il Commercio, con nota integrata nella stessa data, ha espresso parere favorevole. Quindi questo è un primo passaggio importante. Nel 2006 la cooperativa presenta un progetto assentito dalla Città. Questo progetto riguardava la ristrutturazione dell'ingresso pedonale di corso Racconigi, angolo via Vigone. Vi risparmio tutto il dettaglio dei lavori per i quali la cooperativa si era impegnata, la ristrutturazione degli accessi pedonale centrale e verso la via Moretta, la ristrutturazione dei due corpi emergenti sul plateatico, comprendenti le scale attualmente adibite a uscita di sicurezza del mercato coperto, per un importo complessivo di cui al mutuo di 900.000,00 Euro. La società cooperativa ha successivamente richiesto alla banca di estinguere il precedente contratto di mutuo, stante un debito residuo stimato, alla data aprile 2006, di Euro 637.888,00 per accenderne uno nuovo da destinarsi sempre, per Euro 637.000,00, alla predetta estinzione, per ulteriori 900.000,00 Euro quale nuovo finanziamento per i lavori di adeguamento funzionale degli ingressi pedonali del mercato coperto, per un totale complessivo stimato in Euro 1.537.000,00 da garantire nuovamente con fideiussione da parte del Comune di Torino, previa estinzione della fideiussione prestata in precedenza, regolamentata con le citate deliberazioni del Consiglio Comunale del 28 marzo 2001 e del 15 novembre 2004. Quindi c'è un primo mutuo di 900.000,00 Euro da pagarsi in dieci anni; successivamente viene prolungato il pagamento del mutuo da dieci a quindici anni; nella terza fase invece viene integrato, con ulteriori 900.000,00 Euro, il mutuo che era stato prima contratto. Ma il mutuo complessivo a quel punto era di 1.500.000,00 Euro, parte dei quali hanno estinto il primo mutuo, per farne praticamente uno di 1.500.000,00 Euro, sempre garantito dalla Città di Torino. Con deliberazione n. 203 del Consiglio Comunale del 23 ottobre, è stato approvato quindi il rilascio di fideiussione solidale da parte del Comune di Torino a favore della Banca Cassa di Risparmio di Savigliano, a garanzia del nuovo mutuo di Euro 1.537.000,00 per il finanziamento dei lavori di adeguamento degli accessi all'area mercatale, previa estinzione del contratto di mutuo esistente in precedenza, garantito sempre con fideiussione della Città. In data 6 febbraio 2008 la società cooperativa presenta un nuovo progetto da parte del progettista incaricato, che modificava il progetto precedente. Tale progetto prevedeva due fasi di attuazione. Una prima fase (lavori eseguiti nel periodo di fine agosto 2007 -novembre 2007) che riguardava il rifacimento della pavimentazione, nuova realizzazione di impianto fognario, tinteggiatura e quant'altro. Nella seconda fase, il nuovo progetto di riqualificazione degli accessi prevedeva una serie di lavori del tipo demolizione della struttura di copertura attuale e di parte della muratura interna, sostituzione di serramenti d'ingresso ed altro. Ovviamente questa documentazione è a disposizione dei Consiglieri, che potranno richiederla per maggiori dettagli. Anche qui il quadro economico ammontava per totale di 548.000,00 Euro. Con nota del 26 marzo 2008, mentre il Settore Infrastrutture per il Commercio stava procedendo nella verifica del nuovo progetto presentato, il professionista incaricato comunicava l'avvenuta revoca del proprio mandato da parte della società cooperativa. L'esame del progetto veniva temporaneamente sospeso anche su indicazione della stessa società cooperativa. Nel mese di luglio 2008 la società cooperativa consortile presentava all'Assessorato competente un terzo progetto, a firma questa volta di un altro professionista. Tale progetto prevedeva la modifica del primo progetto preliminare, presentato nel mese di aprile 2006, una nuova soluzione dei tre ingressi al mercato e un ampliamento dei medesimi sulla piazza prospiciente il fabbricato ex FIP, in modo tale da recuperare tre locali a destinazione para-commerciale. Il computo metrico allegato al progetto di cui sopra prevedeva una spesa complessiva per le sole opere pari a 325.000,00 Euro. Con nota in data 5 agosto 2008, la Direzione della Divisione Commercio, preso atto che il progetto presentato era difforme rispetto al progetto preliminare, per il quale era stato espresso parere favorevole in data 10 aprile 2006 dal Settore Infrastrutture, ha richiesto alla società cooperativa di voler certificare che i lavori proposti costituissero normale esecuzione del progetto preliminare originario presentato alla Città per l'ottenimento del finanziamento da quest'ultimo garantito. Tale richiesta trovava fondamento nel fatto che il progetto da ultimo presentato, quindi terza versione, prevedeva per la riqualificazione degli ingressi un importo lavori pari ad Euro 325.000,00, di gran lunga inferiore all'importo di Euro 759.000,00 oggetto della prestazione fideiussoria della Città a garanzia del mutuo previsto. In risposta alla richiesta di cui sopra, la società cooperativa consortile, con nota del 14 agosto 2008, precisava che il finanziamento concesso alla medesima, garantito da fideiussione della Città, prevedeva oltre alla riqualificazione degli ingressi pedonali, anche altri investimenti di sistemazione non completati a suo tempo come da progetto di massima presentato dal loro professionista, il cui preventivo era allegato. In riferimento alla nota della società cooperativa di cui vi parlavo, il Settore Infrastrutture per il Commercio, con lettera datata 14 novembre 2008, faceva presente alla società suddetta che non era stato chiarito, né tanto meno certificato, che il progetto da ultimo presentato costituisse esecuzione del progetto preliminare precedentemente presentato dalla Città per l'ottenimento del finanziamento da quest'ultimo garantito. Inoltre è sembrato opportuno specificare che secondo la relazione ed il computo allegato al progetto preliminare a suo tempo depositato presso gli Uffici tecnici e per il quale il Settore Infrastrutture per il Commercio aveva espresso in data 10 aprile 2006 parere favorevole, la parte di estensione del finanziamento garantito dalla fideiussione del Comune era destinata alla ristrutturazione degli ingressi e delle opere di finitura derivanti da tali interventi, per un ammontare complessivo lordo pari a Euro 900.000,00. Infatti la deliberazione del Consiglio Comunale del 23 ottobre 2006, esecutiva del 6 novembre 2006, aveva approvato il rilascio della fideiussione solidale a favore della Cassa di Risparmio a garanzia del mutuo di Euro 1.537.000,00 da perfezionarsi tra la banca e la società cooperativa del mercato coperto, per il finanziamento dei lavori di adeguamento degli accessi pedonali, nonché per l'estinzione del contratto di mutuo esistente in precedenza. Veniva altresì fatto presente che ogni variazione al progetto, e conseguentemente agli importi previste a garanzia del succitato provvedimento deliberativo, necessitavano di una corrispondente modificazione del provvedimento deliberativo medesimo. Alla luce di quanto sopra, non essendo il progetto presentato nel mese di luglio 2008, terza versione, a firma dei progettisti, conforme a quanto previsto nella deliberazione del Consiglio Comunale del 23 ottobre 2006, il Settore Infrastrutture per il Commercio e la Divisione hanno ritenuto di esprimere, sempre con la sopra citata nota del 14 novembre 2008 e per quanto di competenza, parere negativo al progetto medesimo. Posto che durante alcuni incontri, il Consiglio d'Amministrazione della società medesima ha più volte fatto riferimento al pagamento di rate di mutuo, il Servizio Mercati ha ritenuto di fare opportuni approfondimenti sulla reale attivazione dello stesso, stante il parere negativo a suo tempo espresso. Dalle verifiche effettuate è emerso che il mutuo era stato comunque attivato dalla cooperativa e sono stati effettuati da parte della Cassa di Risparmio di Savigliano i pagamenti in sedici acconti, a fronte di presentazione allo stesso istituto di credito di fattura. Quanto sopra è stato attestato dall'atto di quietanza di mutuo ottenuto dall'Ufficio Finanziamenti della Città. Da tale atto si evince oltretutto una rinegoziazione del mutuo in riduzione di circa 15.000,00 Euro, con un prolungamento del medesimo a tutto l'anno 2031. Alla luce di quanto sopra, verificato da parte del competente Servizio Tecnico che i lavori oggetto del mutuo, e quindi della relativa fideiussione, non erano stati materialmente effettuati, si è richiesto all'istituto di credito copia delle fatture presentate dalla Società Cooperativa Consortile Mercato Coperto di Corso Racconigi, per giustificare l'erogazione degli acconti di mutuo. Dall'esame della documentazione consegnata dall'istituto bancario emergono in particolare le fatture allegate alle richieste di versamenti del 2 maggio 2008 e dell'11 febbraio. Entrambe sono riferite ad anticipi sui lavori di riqualificazione degli ingressi del mercato che nel concreto non sono stati effettuati, non essendo peraltro stati autorizzati dalla Città come sopra descritto. Alla luce di quanto sopra, si è provveduto con nota del 19 aprile 2013 a trasmettere gli atti alla Procura della Repubblica per i provvedimenti di competenza. Si arriva poi alla parte relativa al canone, che è una delle altre questioni che è stata più volte dibattuta anche in questo Consiglio. La vicenda del canone ha inizio nell'anno 2011, stante il mancato versamento del canone di concessione del mercato. Anche in questo caso ho ritenuto di essere molto puntuale con tutte le date, per ricostruire in maniera dettagliata tutto quello che si è verificato in questo periodo. La convenzione, all'articolo 4, prevedeva il pagamento a favore della Città da parte della cooperativa di un canone di locazione. In data 11 marzo 2011 il Presidente della Società inviava una lettera con la quale, pur riconoscendo quanto previsto dalla convenzione in termini di canone, si chiedeva all'Assessore competente di trovare una soluzione per non "appesantire" la già difficile situazione economico-finanziaria che ha colpito negli ultimi anni la cooperativa. Il piano di rientro, nonostante solleciti vari, non perveniva, per cui in data 15 dicembre 2011 e in data 30 gennaio 2012 il CdA veniva nuovamente convocato presso gli Uffici Comunali. Il Consiglio di Amministrazione veniva anche informato delle conseguenze del perdurare della situazione debitoria, che avrebbe inevitabilmente portato al pronunciamento della decadenza della concessione, oltre all'avvio dei sistemi ordinari di riscossione del debito. In data 30 marzo 2012 veniva ancora richiesto per iscritto il piano di rientro. In data 7 maggio 2012 perveniva una e-mail da parte del consulente della cooperativa, con la quale si prendeva atto dei numerosi solleciti da parte della Città, ma si ribadiva la difficile situazione finanziaria della cooperativa. In data 3 agosto 2012 l'Assessore convocava il Presidente della Cooperativa del Mercato e l'incontro avveniva in data 6 settembre 2012, ma non veniva presentato alcun piano di rientro. Veniva comunicato da parte del Presidente della cooperativa che in occasione di una prossima assemblea dei soci si sarebbe discussa la questione e presentato il piano di rientro. In data 13/11/2012 il commercialista della cooperativa, nonché vicepresidente, presentava presso l'Assessorato una proposta di piano di rientro di Euro 50.000,00/anno, in parte da computarsi a rientro del debito e in parte per il pagamento annuale del canone. Valutata l'inaccettabilità della proposta che avrebbe aggravato la situazione debitoria della cooperativa, in data 25 gennaio 2013 veniva ratificata l'intimazione a versare per complessivi Euro 625.274,00, interessi arretrati, utenze comprese. La cooperativa veniva diffidata a pagare entro il 25 febbraio 2013. La cooperativa chiedeva un incontro all'Assessore competente, e il 22 febbraio, in presenza del loro legale e del vicepresidente, veniva discussa la situazione, ma nessun versamento veniva corrisposto. Successivamente, senza che venisse sollecitato, perché c'era già stata una proposta nei termini che dicevo prima, perviene alla Città una proposta di fatto dello stesso tenore, questa volta attraverso lettera inviata dall'avvocato della cooperativa. In data 26 marzo 2013 veniva notificata la comunicazione di avvio del procedimento di decadenza, dando ulteriori quindici giorni per l'eventuale presentazione di memoria o documenti a difesa. In data 5 aprile 2013 il legale della cooperativa inviava memoria difensiva e in data 23 aprile 2013 si intimava il pagamento di Euro 94.671,00 (che corrispondevano ai primi due trimestri del 2013), che si andavano a sommare con quella che era già stata notificata di 625.000,00 Euro. In data 14 maggio 2013 veniva notificato il provvedimento di decadenza della concessione, dando contestuale ordine di sgombero dei locali entro sessanta giorni, pertanto entro il 14 luglio 2013. In data 29 maggio 2013 veniva inviata lettera alla Cassa di Risparmio di Savigliano S.p.A. per l'escussione della fideiussione a garanzia del pagamento dei canoni, per un importo di Euro 51.645,00. Escussione che andava a buon fine con il versamento da parte dell'istituto bancario. In data 11 giugno 2013 veniva notificata ingiunzione di pagamento per il procedimento di riscossione coattiva, ex Regio Decreto n. 639/1910. Mentre in data 28 giugno 2013 veniva notificato alla Città il ricorso al TAR, con l'istanza di sospensiva contro il provvedimento di decadenza. Nel frattempo siamo al 1 agosto 2013, il sottoscritto convocava i professionisti e i rappresentanti della cooperativa, che nel frattempo erano cambiati, sia l'uno che l'altro, e sollecitavo ovviamente una proposta transattiva che arrivava il giorno dopo attraverso PEC per un importo di Euro 320.000,00 meno i 50.000,00 Euro già pagati dalla banca. In data 12 settembre il TAR aveva fissato udienza per la discussione dell'istanza cautelare, ma veniva rinviata per consentire ai nuovi legali di costituirsi in giudizio. In data 25 settembre presso gli Uffici dell'Assessorato veniva presentato, ma non consegnata, una controproposta da parte della Città. Cioè nell'ambito di una discussione avvenuta presso l'Assessorato, abbiamo definito i termini di una proposta, di cui adesso vi parlerò e vi riferirò in maniera dettagliata. Nel frattempo riferivo alla Giunta qual era la situazione e il punto di equilibrio che era stato trovato, e in data 2 ottobre 2013 la Città inviava ufficialmente la proposta per il pagamento dei canoni pregressi e futuri, condizionata all'approvazione dei competenti organi. Quindi, abbiamo definito nella discussione quali potevano essere i termini della transazione, ne ho parlato, riferito in Giunta e il 2 ottobre gli Uffici hanno inviato la proposta, condizionata ovviamente al fatto che la Giunta approvasse la deliberazione. In data 7 ottobre io e i dirigenti ci siamo recati presso il mercato coperto in assemblea pubblica e abbiamo riferito quali erano i termini della transazione, che avevamo in qualche modo già concordato nella riunione di cui vi ho parlato. In data 14 ottobre 2013 l'assemblea ordinaria della cooperativa approvava la proposta della Città di Torino in merito alla definizione dei canoni pregressi e futuri con alcune condizioni legate alle garanzie. Qual era la condizione legata alla garanzia? Era data dal fatto che attualmente tutti i soci della cooperativa sono obbligati in solido e invece vorrebbero essere obbligati quota parte, cioè cambiare l'impostazione data alla fideiussione prestata da tutti i soci. Nella fideiussione oltre a essere garante la Città di Torino per l'importo che vi dicevo prima, sono anche garanti tutti i soci della cooperativa che all'epoca erano interessati alla questione. Qual era la proposta che la Città aveva formalizzato e che la cooperativa aveva poi approvato in assemblea condizionata a quello che vi dicevo prima? Primo punto: creazione di una nuova cooperativa che subentra all'attuale, assumendosi tutte le pregresse obbligazioni verso la Città. Perché abbiamo messo al primo punto questa condizione? Perché la cooperativa attualmente è in una fase per cui il Ministero dell'Economia ha avviato una procedura nei confronti della cooperativa che potrebbe portare allo scioglimento della cooperativa stessa. Ragion per cui abbiamo provato a stimolare i soci alla costituzione di un nuovo soggetto giuridico per avere un rapporto con un soggetto privo dei problemi che ha l'attuale cooperativa. Al punto n. 2 c'è il debito pregresso, i cui canoni sarebbero partiti da gennaio 2002, che è la data del verbale di consegna dei locali, fino all'anno 2012, per un importo di 474.000,00 Euro per capitale e 45.000,00 Euro di interessi, detratti sempre i 50.000,00 già versati dalla banca alla Città. Questo importo avrebbe dovuto essere pagato in dieci rate annuali a partire dal 2013. Il nuovo canone da corrispondersi annualmente a partire dal 2013 - calcolato sulla superficie commerciale di 2.712 metri quadrati complessivi, che è praticamente la parte di area destinata alla vendita da parte dei commercianti, e non della superficie complessiva di 3.852, che comprende anche gli spazi comuni - è stato definito per un importo di Euro 91.513,00, pagabili in rate trimestrali anticipate come da convenzione. Revisione del canone legato a ISTAT e incremento PIL. La nuova cooperativa - questo è un altro punto estremamente importante per la Città - avrebbe dovuto estinguere il vecchio mutuo, con relativa fideiussione, e ne avrebbe dovuto aprire uno nuovo. Questa volta però la Città non avrebbe fatto da garante del mutuo della nuova cooperativa. Ovviamente questo avrebbe comportato una deliberazione di Consiglio Comunale, perché modificava vecchie deliberazioni del Consiglio Comunale. Ovviamente l'accordo (vi ho letto solo i punti che abbiamo inviato) era sempre condizionato al fatto che la Giunta e poi il Consiglio approvassero la deliberazione. In data 23 ottobre il legale della cooperativa, nonostante le trattative in stato avanzato, non chiedeva rinvio, perché - come riferivo prima - c'era un ricorso al TAR pendente che chiedeva la sospensiva del provvedimento di sgombero dei locali. Il 23 ottobre quindi si tiene udienza; tenete conto che al 23 ottobre avevamo praticamente definito la questione in termini transattivi, che doveva passare dagli organi competenti. L'idea della Città era quella di abbandonare la causa davanti al TAR, i legali invece della cooperativa hanno insistito che il giudice decidesse sulla sospensiva. Il Tribunale amministrativo con un'ordinanza decideva di sospendere gli effetti del provvedimento del 10 maggio 2013 (che era quello relativo allo sgombero, limitatamente alla decadenza della concessione e al rilascio dell'immobile). Inoltre, il Tribunale subordinava la sospensione cautelare alla condizione dell'integrale pagamento da parte della cooperativa ricorrente dei canoni concessori, già maturati e scaduti, che dovrà avvenire entro il 31 dicembre 2013. E fissava per la trattazione del merito ricorso per la prima udienza nel mese di maggio 2015. Quindi il TAR fa espresso riferimento all'ordinanza di sgombero, che conteneva ovviamente le somme che la cooperativa doveva dare alla Città, e decide di sospendere l'esecuzione fino al 31/12 (quindi in questo momento, anche volendo, non potremmo ordinare lo sgombero), a condizione che venga pagato tutto il pregresso. C'è stato poi l'incontro con la cooperativa, alla quale ovviamente abbiamo sottolineato la nostra sorpresa per il fatto che in pendenza di una trattativa ormai definita, abbia chiesto al giudice di decidere sulla sospensiva. Dopodiché (a quest'ultima riunione era presente anche l'avvocato della banca), in data 4 novembre la banca però fa pervenire alla Città di Torino e a tutto un elenco di persone garanti di quel mutuo, la diffida ad adempiere, perché ad oggi vi è un insoluto per il mutuo da parte della cooperativa di circa 40.000,00 Euro. Ad oggi questo provvedimento emesso dal TAR non ci risulta essere stato impugnato; nei prossimi giorni incontrerò di nuovo la cooperativa per capire che cosa hanno intenzione di fare, e intanto la Città sta studiando quali possono essere le vie d'uscita da questa situazione, perché è evidente, e non sfuggirà sicuramente a nessuno, l'interesse della Città in questa vicenda. L'interesse della Città in questa vicenda riguarda evidentemente un numero di lavoratori consistenti ospitati in questa struttura, circa sessanta lavoratori, tra dipendenti e imprenditori. Inoltre c'è un ulteriore elemento, che l'eventuale sgombero evidentemente metterebbe in serio pericolo il credito della Città, per una somma di una certa consistenza, come vi ho prima riferito. Quindi ci stiamo muovendo per riuscire a recuperare tutto il pregresso, dando continuità alle attività lavorative che sono ospitate in quel mercato. È evidente che tutto questo non può verificarsi se da parte della cooperativa non viene dato un segno evidente di voler risolvere il problema. Cosa che, devo dire, nell'ultima fase, cioè quella relativa al TAR, evidentemente noi non abbiamo colto. Spero che nei prossimi incontri, invece, ci possa essere maggiore disponibilità, ad iniziare dal fatto che comincino a pagare il debito pregresso che hanno con la banca, che non si tratta di somme enormi, ma che comunque sono già reclamate dall'istituto bancario. Io mi fermerei qui, poi nel dibattito se saranno necessari chiarimenti o documenti… (INTERVENTO FIORI MICROFONO). Non è una relazione, Consigliere Cassiani, è un insieme di relazioni. Ho messo insieme più pezzi. MAGLIANO Silvio (Vicepresidente Vicario) Grazie Assessore. Ricordo all'Aula che un Consigliere per Gruppo ha cinque minuti a disposizione, mentre gli altri Consiglieri hanno tre minuti. La parola al Consigliere Marrone. MARRONE Maurizio Io vorrei dare un primo contributo all'Aula, che ha ascoltato (mi verrebbe da dire "non ascoltato") la relazione minuziosa dell'Assessore con un generale disinteresse. Capisco che la relazione dovesse essere dettagliata, perché è una vicenda complicata e ringrazio l'Assessore per la scansione cronologica, perché questa scansione mi facilita il tentativo di tirare le somme. Questa è una vicenda che nasce male, sta continuando peggio e vediamo come finirà. In estrema sintesi, ci troviamo rispetto a una cooperativa di commercianti che stipula una convenzione con la Città di Torino nel 2001, che non versa mai i canoni pattuiti nei confronti della Città, che per inteso erano già abbattuti rispetto ai lavori che si impegnavano a completare su questo immobile Comunale, che è il mercato coperto. È questo il punto che mi lascia basito: ad anni di distanza di questo inizio morosità - quindi nel 2004 e 2006 - la Giunta e il Consiglio Comunale, che evidentemente stavano dimostrando un'analoga attenzione alla problematica, deliberano le fideiussioni bancarie per delle cifre veramente importanti. Al Sindaco Fassino chiedo se secondo la sua opinione è la nostra solita cultura del sospetto da beceri strumentalizzatori dell'opposizione, o è un po' strano che il proprio affittuario - che non paga per quattro anni i canoni per circa 200.000,00 Euro (importo stimato al momento della prima fideiussione bancaria) - chieda alla Città di essere garante per 2.500.000,00 Euro nei confronti di una banca, per dei lavori che deve realizzare, e la Giunta firmi a occhi chiusi il prestito - nonostante l'affittuario non abbia pagato i canoni d'affitto per centinaia di migliaia di Euro per due anni - e proponga al Consiglio Comunale di votare un atto simile. Oggettivamente c'è qualcosa di strano, signor Sindaco. Io sento un po' di puzza; sento puzza di dinamica Murazzi, sinceramente. Non ho gli elementi per poterlo dire, però mi limito a sottolineare quello che invece c'è di sicuro, cioè il fatto che la trattativa che coraggiosamente l'Assessore Mangone (e prima di lui so che aveva mosso i primi passi l'Assessore Tedesco) ha cercato di intavolare con la cooperativa, per sbloccare questa situazione, sia tramontata per effetto del provvedimento della Giustizia Amministrativa, fa arrivare a una conseguenza, cioè che la cooperativa non pagava alla Città il canone, anche se a me risulta che alcuni commercianti hanno pagato, ma pagava le rate dei mutui. Inizia il contenzioso e questi a maggio smettono di pagare. Le rate si sommano e si arriva a 40.000,00 Euro. La trattativa si blocca e si arena e continua - da quello che mi sembra di capire - inevitabilmente a carte bollate. E verosimilmente continueranno a non pagare il mutuo. Morale: grazie a questa fideiussione noi ci ritroviamo ancora esposti per un 1.500.000,00 di Euro di garanzia. Intendiamoci, Sindaco, è vero che per adesso la cifra è di 40.000,00 Euro, pari alle rate non pagate, che magari per la Città non è una cifra ancora ingente, ma per un istituto di credito di sicuro può esserlo. Infatti la banca ha fatto partire non una comunicazione bonaria, ma una lettera di diffida datata 4 novembre, che dava quindici giorni di tempo prima che la banca adisse le vie legali. I quindici giorni stanno scadendo in questi giorni. Per cui, l'elemento che dobbiamo sottolineare è che la Cassa di Risparmio di Savigliano inizia, evidentemente dando seguito alla lettera di diffida, le azioni legali nei confronti anche della Città, in qualità di garante, per 1.500.000,00 di Euro di mutuo non pagato. Ora, io auguro all'Assessore Mangone, e auspico che continui a tenere informato il Consiglio degli sviluppi, di trovare una soluzione che tuteli il diritto e l'interesse di queste famiglie di commercianti e tuteli anche la Città da una desertificazione commerciale, che già purtroppo avanza anche senza questi casi, però bisogna tutelare anche l'interesse erariale della Città. Non possiamo fingere che questo problema non esista. Questo problema lo si tutela anzitutto facendo chiarezza, perché io esigo, e penso che lo dovrebbe esigere la Sala Rossa, di capire come sia possibile che per dieci anni non sia successo niente, come sia possibile che la Città abbia firmato delle fideiussioni milionarie a un soggetto che non pagava già da anni. Gli Assessori successivi, compreso l'Assessore Mangone, si sono ritrovati a dare corso a un'operazione iniziata prima, nel periodo dell'estasi preolimpica, neanche olimpica, e a raccoglierne i cocci, in particolare l'Assessore Mangone. Ma visto che in realtà l'operazione convenzione prima fideiussione, le cui deliberazione successive hanno solo continuato la proroga, è firmata Assessore Tessore, e visto che l'ex Assessore Tessore, al di là di tutti gli psicodrammi di dimissioni annunciate, ritirate, lettere ai Consiglieri e quant'altro, rimane al momento ancora ai vertici dei carrozzoni olimpici a nome e per conto della Città di Torino, all'Assessore Mangone chiaramente lascio la competenza quantomeno di cercare delle soluzioni concrete per il futuro, ma per il passato io formulo una richiesta formale al Presidente della Commissione Controllo di Gestione affinché l'ex Assessore Tessore, che evidentemente reca la firma su tutta l'operazione, sia convocata in Commissione Controllo di Gestione a rendere conto di quello che è successo. Perché non è possibile che una Città - che ha già dei conti disastrati, in profondo rosso - per un determinato periodo abbia evitato di far pagare alcuni soggetti (e la cerchia di questi soggetti si sta allargando: Murazzi, Racconigi, chissà quanti altri ne salteranno fuori), che guarda caso recano, come al solito, la bandierina dell'ex Sindaco Sergio Chiamparino. E nel caso di Racconigi addirittura prestasse garanzia nei confronti delle banche, perché le scelte dissennate di allora e prive di una qualunque motivazione sensata, oggi le paga la Città. Quindi io spero che la Città trovi il modo di non pagare. Ma visto che al momento esiste un'azione legale intentata, o quantomeno minacciata, e uno scoperto di 1.500.000,00 di cui la Città si trova a garantire, su questo noi, quantomeno come opposizione, pretendiamo risposte e le pretendiamo dall'ex Assessore Tessore, che ha firmato l'operazione e l'ha avviata, scaricandola poi sulle spalle dei predecessori, e che in ogni caso si ritrova ancora - nella medesima logica della ricollocazione dei "dinosauri estinti" - ai vertici di fondamentali società di sottogoverno di questa Città. Quindi, chiudendo con questa richiesta, che formalizzerò anche per iscritto, auspico che ci siano ulteriori approfondimenti e non solo quelli relativi alle soluzioni concrete per l'avvenire, ovviamente fondamentali. MAGLIANO Silvio (Vicepresidente Vicario) La parola al Consigliere Cassiani. CASSIANI Luca Innanzitutto volevo esprimere un apprezzamento all'Assessore per avere ricostruito la vicenda, che ovviamente non è semplice, anche perché sono passati dodici anni dal momento in cui abbiamo iniziato questo rapporto convenzionale con i gestori di questa cooperativa, di cui abbiamo anche visto la successione delle figure giuridiche che l'hanno gestita nel corso degli anni. Chiedo all'Assessore di continuare, con la stessa attenzione e puntualità, a capire se su questa vicenda ci siano state leggerezze e omissioni, anche da parte degli Uffici dell'Amministrazione, perché credo sia giusto che ci sia un chiarimento. E ritengo che la sede nella quale riportare queste valutazioni sia rappresentata dalle Commissioni competenti. Parallelamente, credo che anche il Direttore Generale abbia le capacità, le competenze e anche le caratteristiche per avviare un'indagine interna, per capire se vi siano state delle responsabilità o quantomeno delle omissioni, delle "culpa in vigilando", da parte degli Uffici dell'Amministrazione. Due cose soltanto per capire. Forse noi non ci dobbiamo fare sviare da due vicende. Una riguarda il pagamento del mutuo e tutto il discorso relativo a quali e quanti lavori sono stati realizzati; l'Assessore Mangone l'ha spiegato bene. Cioè bisogna capire se i lavori sono confacenti a quanto promesso, se il mutuo erogato è superiore a quello che in realtà è stato impiegato. Quindi, capire eventualmente dove è finita la parte residua di questi denari, perché credo che la Città sia parte lesa. Inoltre bisogna capire anche se qualcuno della cooperativa, all'epoca, abbia... non voglio accusare nessuno, ma sicuramente è necessario verificare se vi sono state delle responsabilità e anche degli ammanchi, di cui qualcuno dovrà risponderne. L'altra vicenda riguarda il canone, che, come ci ha spiegato bene l'Assessore Mangone, è stato inizialmente calmierato, giustamente, proprio alla luce anche del fatto che c'erano questi investimenti onerosi. Però è anche vero che tra coloro che hanno subito un pregiudizio potrebbero esserci anche gli stessi commercianti, perché se costoro pensavano di pagare la quota di mutuo di canone e poi l'amministrazione di quella cooperativa lo ha impedito, distraendo questa somma non si sa in quale modo, andiamo a verificarlo. Perché è vero che loro ne risponderanno in solido, ma è anche vero che qualcuno probabilmente li ha turlupinati. Quindi chiedo all'Assessore di continuare quel fondamentale lavoro che aveva fatto in precedenza l'Assessore Tedesco, e che ha continuato l'Assessore Mangone, per cercare di trovare una soluzione transattiva e concordata, perché è evidente che il TAR non può mettere la parola fine alla vicenda, con lo sgombero coattivo di coloro che non hanno pagato per responsabilità o no - vedremo - i canoni e il mutuo, e di conseguenza tutti a casa. Io credo che invece noi dobbiamo salvare un centro commerciale e tante famiglie che ci lavorano, ovviamente nell'ambito della piena legalità. Quindi, l'appello è al Direttore Generale affinché si assuma questa responsabilità, lo dico al Sindaco e all'Assessore, eventualmente anche con la convocazione in Commissione, nella quale si verifichi cosa è successo dal punto di vista amministrativo, se vi sono responsabilità della politica, ma anche dei funzionari e dei dirigenti. Perché questa Città non è fatta solo di Assessori che devono ovviamente controllare quotidianamente tutti gli atti, ma ci sono anche dei funzionari, dei dirigenti e dei direttori di Settori importanti dell'Amministrazione che, visto che giustamente sono lautamente pagati, devono prendersi delle responsabilità. Sapete come la penso sulla Legge Bassanini, alla quale mi sento di fare qualche critica, però se c'è la separazione chiarissima tra gli atti amministrativi dei dirigenti e gli atti della politica, i dirigenti devono rispondere dei loro atti. Quindi, la prima questione riguarda il Direttore Generale. La seconda riguarda il lavoro che le Commissioni competenti dovranno fare fin da domani mattina, in collaborazione con l'Assessore, anche attraverso la ricostruzione puntuale dei fatti e dei loro protagonisti, perché credo che tutti quanti dobbiamo capire. Desidero fare un invito personale all'Assessore, ma ne abbiamo parlato anche come Gruppo del Partito Democratico, affinché l'Amministrazione non perda la volontà e la capacità di trovare una soluzione che, nel pieno rispetto della legalità, consenta a quella struttura commerciale di andare avanti e alla Città di recuperare quanto deve recuperare. Inoltre, se la Città dovrà pagare per colpa di qualcuno che non ha pagato il dovuto, chiedo formalmente che vengano avviate tutte le azioni per il recupero di quanto paghiamo indebitamente. Queste sono le cose che volevo dirvi. Una cosa che mi preoccupa ancora di più è capire se gli interventi di cui parlava l'Assessore (le porte d'ingresso e una serie di altri interventi) sono stati realizzati e quanto sono confacenti al progetto. Soprattutto se sono idonei per la sicurezza di quel luogo, perché anche in questo caso vorrei capire chi ha certificato questi interventi, quali Commissioni Consiliari o Commissioni tecniche degli Uffici del Comune hanno fatto le verifiche. E come mai una così grave discrepanza tra il chiesto a rigore di mutuo e lo speso sia così palese e sia venuta fuori, purtroppo, soltanto grazie all'attività svolta dagli Uffici dell'Assessore competente. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La parola al Consigliere Greco Lucchina. GRECO LUCCHINA Paolo Ringrazio anch'io l'Assessore Mangone per la ricostruzione puntuale, cronologica di questa vicenda. Però, Assessore, io mi ritrovo nella ricostruzione del Consigliere Marrone. Secondo me questa vicenda va ricostruita in una maniera molto semplice. Questa cooperativa risulta inadempiente nei confronti di un contratto stipulato con la Città. Rivolgo due domande all'Assessore: la prima riguarda il concetto di inadempienza e la seconda riguarda il credito, cioè vorrei sapere se questo credito è esigibile o è eventualmente prescritto. Faccio riferimento all'esigibilità, perché mi pare di capire che il mutuo è sicuramente esigibile, perché peraltro sorretto dalla fideiussione del Comune di Torino in maniera solidale nei confronti dei soci della cooperativa. Ma mi risulta, ed è per questo che parlo di inadempienza, che fosse previsto contrattualmente che gli Uffici del Comune dovessero mandare un bollettino trimestrale che dovesse vantare il credito nei confronti della cooperativa; cosa che pare non essere stata fatta. Perché non è stato fatto? E chi non l'ha fatto? Perché di fronte a un eventuale ricorso, che come sappiamo c'è stato, i ricorrenti, cioè la società cooperativa, dicono che inadempiente è la Città, non loro. Allora si innesca evidentemente la prescrizione, perché ai sensi delle sentenze della Corte di Cassazione che fanno riferimento al problema dell'esigibilità, si fa ricorso alla prescrizione quinquennale. Quindi può darsi che questa Amministrazione prenda le botte due volte, perché è solidale nella esigibilità dei canoni di mutuo e può non avere il corrispettivo di tutti i canoni, perché il canone potrebbe anche essere prescritto. Pertanto condivido la richiesta del Consigliere Marrone di approfondire decisamente la vicenda in Commissione Controllo di Gestione e chiedo al Presidente Carbonero che calendarizzi quanto prima questa richiesta, che le verrà formalizzata e, se il Consigliere Marrone lo riterrà opportuno, sottoscritta anche da me personalmente. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La parola, per una breve replica, all'Assessore Mangone. MANGONE Domenico (Assessore) Ringrazio l'Aula per la discussione che c'è stata, perché evidentemente incoraggia sulla strada della risoluzione della controversia. Credo che alla fine siano stati condivisi gli obiettivi della Città di evitare di far perdere il lavoro a una sessantina di persone e di evitare di perdere somme di una certa consistenza che la Città vanta nei confronti della cooperativa. È evidente che quello a cui accennava il Consigliere Greco Lucchina, una delle questioni che sono state poste dalla cooperativa, ma che alla Città appare assolutamente infondata, che è quella relativa alla prescrizione, è oggetto di un giudizio in corso, perché in seguito all'ingiunzione di pagamento vi è stata una opposizione all'ordinanza di ingiunzione della Città. Il TAR non si è pronunciato in maniera specifica sulla questione relativa alla prescrizione; comunque sia nel ricorso avanti al TAR, sia nel ricorso in opposizione all'ingiunzione di pagamento, vi è questa eccezione di cui prima parlava il Consigliere, perché la Città ritiene che la prescrizione sia decennale e che il credito vantato sia ancora attuale. Quindi noi tenteremo di recuperare l'intero credito, ma ovviamente il recupero del credito si inserisce nel quadro di una volontà della Città di definire la vertenza. È evidente che l'ordinanza del TAR ha particolarmente complicato la vicenda, perché evidentemente fra due parti che trovano un punto d'accordo e aspettano solo il momento per la formalizzazione, è assolutamente ovvio che le cause pendenti si abbandonino. Questo non è stato, non capiamo le ragioni di questa scelta, ma è evidente che avendo trovato l'accordo, si abbandonano le cause. Noi oggi saremmo qui a discutere della bontà della transazione, non a discutere di come definire una transazione. Dopodiché che ben vengano gli approfondimenti in Commissione, perché saranno occasione anche per me di darvi tutte le informazioni che nel frattempo matureranno. Perché diciamocelo con chiarezza, queste sono situazioni che in ogni caso prestano il fianco a interpretazioni, critiche e quant'altro. Allora credo che sia interesse della maggioranza e dell'opposizione salvaguardare sia i posti di lavoro sia il credito che vanta la Città, perché il rischio in questi casi può essere quello di eseguire, ma dopo avere difficoltà a recuperare il credito. Dopodiché l'ulteriore conseguenza è che la banca (ovviamente anche in questo caso la Città è pronta a difendersi) cercherà di escutere la garanzia fideiussoria, ed è evidente che la Città dovrà poi eventualmente rivalersi sui soci della cooperativa. Quindi tutta la partita è talmente complicata che la Città ha dimostrato di avere interesse a definire transattivamente la vicenda. Io mi auguro che ci sia la stessa volontà da parte della cooperativa e di tutti i soci della cooperativa a definire transattivamente questa partita, ammesso che ad oggi e con l'attuale situazione si possa ancora fare. Altrimenti al 1 gennaio, per quanto mi riguarda, impartirò l'ordine di sgomberare, perché è evidente che nessuno qui vuole violare le norme di diritto. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Le comunicazioni sono state effettuate. |