Interventi |
LEVI Marta (Vicepresidente) Passiamo alla discussione dell'interpellanza n. mecc. 201304648/002, presentata in data 8 ottobre 2013, avente per oggetto: "Cartelli delle agenzie immobiliari: 5,00 Euro di tassa, 500,00 Euro di sanzione" LEVI Marta (Vicepresidente) La parola, per la risposta, all'Assessore Passoni. PASSONI Gianguido (Assessore) In questa interpellanza si dà notizia della copia di un verbale elevato ad un cittadino titolare di un'agenzia immobiliare, relativo all'affissione di un cartello sulla facciata di un immobile, recante i contatti dell'agenzia e la scritta "VENDUTO", per indicare che un alloggio, precedentemente in vendita nell'immobile in questione, era stato venduto. Questi sono i fatti. Secondo il verbale, l'affissione di tale cartello avrebbe richiesto il pagamento alla Città di un diritto di affissione di importo pari a 5,64 Euro, pagamento che non è stato effettuato; quindi, la Polizia Municipale l'ha sanzionato per 514,22 Euro. Viene citato l'articolo 17 del Decreto n. 507/93, che norma le affissioni CIMP, si fa riferimento al Regolamento Comunale e, infine, si chiede per quale motivo l'affissione del cartello "VENDUTO" violi il Regolamento Comunale, cioè i nuovi canoni di esenzione, quanti siano i verbali relativi al mancato pagamento della tassa in questione, se i verbali elevati negli ultimi mesi derivino da una specifica indicazione dell'Amministrazione di procedere ad un controllo sistematico della regolarità di questi cartelli e/o da una nuova interpretazione dell'esenzione di cui sopra, come siano stati determinati gli importi delle spese postali e se, ad ogni modo, l'Amministrazione ritenga congruo l'ammontare della sanzione. Già la previgente disciplina dell'imposta di pubblicità e affissioni, il n. 639/72, contemplava, in aggiunta alle esenzioni, gli avvisi al pubblico riguardanti l'allocazione, la compravendita e ogni altro negozio concernente gli immobili sui quali sono affissi; esenzione confermata dal D.L. n. 507/93 e sottolineata dalla circolare esplicativa n. 10/94 del MEF. Peraltro, rispetto al quadro normativo così delineato, appare evidente come nel caso in esame non possa trovare applicazione la citata disciplina dell'articolo 17 comma 1, giacché i cartelli che recano la dicitura "VENDUTO" non costituiscono un avviso al pubblico relativo ad un immobile ancora disponibile per la vendita, quindi la previsione normativa, ma integrano una forma pubblicitaria del nome e del marchio dell'azienda, esclusivamente diretta ad enfatizzare la capacità tecnico-organizzativa della stessa a riuscire a concludere con successo trattative di compravendita immobiliare, forma disciplinata dall'articolo 19. Quindi, in sintesi, l'interpretazione dell'Ufficio, che io condivido, è che, quando uno dice "venduto" o dice "fatto", per citare una nota formazione politica che lo diceva in termini propagandistici, sta propagandando l'efficienza della sua attività, non sta rendendo un'informazione tecnico-organizzativa utile alla compravendita stessa, che è il caso invece delle forme di esenzione. Al 18 ottobre 2013 i provvedimenti sanzionatori sono stati i seguenti: zero nel 2009, quattro nel 2010, uno nel 2011, due nel 2012, 67 nel 2013. A dispetto dei numeri, che lascerebbero sottintendere la tesi che il Consigliere Bertola articolava nel punto n. 2, cioè che ci fosse un particolare dispositivo di attenzionamento alla casistica, non esiste alcuna specifica indicazione dell'Amministrazione nel senso dell'intensificazione dei controlli in ordine alla regolarità dei cartelli delle agenzie immobiliari, né tanto meno, alla luce delle considerazioni precedentemente esposte, esiste una nuova interpretazione delle esenzioni previste dalla normativa, che è la stessa da trent'anni e non ha subito attualmente revisioni in senso repressivo. Piuttosto, viene spontaneo domandarsi se l'elevato numero di accertamenti nell'anno in corso non sia invece da imputarsi ad un diverso atteggiamento del mercato, cioè delle aziende, che evidentemente - almeno si presume -, per la difficoltà che oggi hanno nel collocare immobili sul mercato, abbiano in realtà immaginato una forma nuova di pubblicità - chiamiamola così -, riferita proprio all'affissione dei cartelli con scritto "VENDUTO". Questa considerazione naturalmente non è oggettivabile ed è una sensazione derivante dal fatto che l'attenzione degli Uffici è stata sempre molto alta, ma è cambiato il comportamento oggetto di sanzionamento, nella quantità e nella qualità. Circa la richiesta di diritti di notifica, si deve precisare che l'Amministrazione non applica alcun diritto per la notificazione di atti sul proprio territorio Comunale, viene sempre fatto esclusivamente a mani, mentre la notificazione degli atti in un altro Comune ha luogo tramite il servizio postale secondo le vigenti tariffe. Per la defissione dei manifesti e cartelli abusivamente affissi, alla Città compete un rimborso spese in base alle tariffe approvate con deliberazione quadro sulle tariffe Comunali, che sono 16,99 Euro per ogni foglio, fino a 20 fogli defissi; 14,14 Euro per ogni foglio dal 21° al 50° compreso; 8,49 Euro per ogni foglio oltre il 50° foglio defisso. Infine - punto n. 5 -, per la fattispecie in questione si applica la sanzione prevista dall'articolo 24, comma 2, del Decreto n. 507/93, quantificata in relazione al tipo di violazione commessa, da un minimo di Euro 210,00 ad un massimo di Euro 1.549,00. Sul punto, l'articolo 8, comma 1, del Regolamento delle procedure sanzionatorie amministrative sancisce, tra l'altro, che il pagamento della sanzione in misura ridotta, nei casi previsti dalla Legge, consiste nel versamento di una somma di denaro pari al doppio del minimo o a un terzo del massimo delle sanzioni pecuniarie previste, nella misura meno gravosa per l'obbligato. Peraltro, il Servizio competente, in considerazione delle accennate difficoltà in cui le agenzie immobiliari operano, sta procedendo a numerose audizioni con soggetti verbalizzati, allo scopo di addivenire, ex articolo 23 del Regolamento, a soluzioni transattive che diano luogo ad accertamenti con adesione, concordati, per la composizione della pretesa accertativa dell'Ufficio in contraddittorio con il contribuente. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La parola al Consigliere Bertola. BERTOLA Vittorio Questa vicenda ha sollevato la nostra attenzione proprio perché ci è stata girata direttamente anche copia del verbale ed effettivamente uno legge che, semplicemente per l'affissione della scritta "VENDUTO" sull'immobile che si è appena venduto, uno dovrebbe cominciare a pagare l'imposta per la pubblicità. Posso capire che l'interpretazione possa essere questa, perché anch'io mi rendo conto che, se sul palazzo c'è scritto "VENDESI", è un'informazione, perché si cerca un compratore; se sul palazzo si scrive "VENDUTO", questo fa fare bella figura all'agenzia, quindi posso capire che possa essere interpretato come una pubblicità. Però, onestamente, sembra piuttosto strano, dato che oltretutto la Legge non dice che devono riferirsi ad immobili in vendita, dice che devono riferirsi alla compravendita degli immobili su cui sono affissi; per cui, francamente, come si possa sostenere che scrivere "VENDUTO" su un alloggio che si è appena venduto, non sia un riferirsi alla compravendita dell'immobile su cui è affisso il cartello, già mi lascia qualche perplessità. Quindi, onestamente, anche l'incremento nel numero di multe da zero a 67, o giù di lì, è probabile, perché poi anche nella pubblicità e nella promozione ci sono dei trend, quindi magari qualche agenzia ha cominciato a farlo, altre hanno cominciato a vedere che quell'agenzia lo faceva, allora hanno cominciato anche loro, cioè è possibile che ci sia stato un improvviso aumento, per cui tutte le agenzie di Torino nel 2013 hanno cominciato ad avere questa pratica di scrivere "VENDUTO" sugli immobili, però comunque fa un po' strano che improvvisamente, da un anno all'altro, il numero di multe sia passato da uno, due, tre, a 67. Naturalmente io mi fido del fatto che non ci sia stata alcuna specifica indicazione di tenere un occhio sulle affissioni delle agenzie immobiliari, però l'intera situazione mi sembra un po' kafkiana, visto che, oltretutto, sappiamo che qualunque attività, comprese le agenzie immobiliari, in questo momento fa fatica a tirare avanti, quindi dire: "Ti castagno ogni volta che scrivi 'VENDUTO'" senza saperlo, perché poi in molti casi le agenzie non sapevano di dover pagare questa tassa, "Ti faccio la multa da 500,00 Euro invece dei 5,00 Euro che dovevi pagare", sembra veramente un comportamento un po' vessatorio; perlomeno ci si sarebbe potuti accertare prima che la cosa fosse condivisa e fosse nota. Quindi, può esserci l'agente immobiliare che non sa fare il suo mestiere e che non sa che, se vuole scrivere "VENDUTO" quando ha venduto l'appartamento, deve pagare 5,64 Euro di tassa ed è una sua responsabilità, ma se improvvisamente le multe diventano 60, mi viene il dubbio che questa ignoranza del tributo sia diffusa. Quindi, forse sarebbe opportuno fare prima una campagna di informazione con le associazioni di categoria, con le agenzie immobiliari, per spiegare loro che il Comune di Torino richiede il pagamento di questa tassa, interpretando in quel modo lì la Legge, e alla fine dicendo loro: "Quindi, per favore, pagate la tassa, se no vi multiamo"; ma cominciare da un giorno all'altro a mandare alla gente che lavora multe magari per 1.000,00, 1.500,00, 2.000,00, 3.000,00 Euro per sei cartelli, mi sembra veramente un atteggiamento… Oltretutto - mi perdoni -, è anche stupido in termini economici, perché se l'agenzia immobiliare, che magari è già lì che sopravvive a malapena, poi chiude, perché alla fine si becca migliaia di Euro di multa e getta la spugna, ne perde anche il Comune, che l'anno prossimo non avrà più il pagamento non soltanto di quei 5,00 Euro, ma di niente, di alcuna tassa. Per cui, francamente, forse ci vorrebbe un po' più di attenzione prima di cominciare a bersagliare di multe. Detto che, se un comportamento è illegittimo, va multato, noi siamo sempre favorevoli a far rispettare le regole, comunque siano. Però il rispetto delle regole deve essere fatto in maniera ragionevole, senza voler punire o vessare le persone in maniera francamente un po' fuori luogo. Adesso non so se questa informativa sia stata fatta, se ci sia un modo di comunicare. Magari, anche solo con la nostra interpellanza, adesso faremo girare in rete anche questo video e questo episodio, così magari tutti sapranno che bisogna pagare questi 5,00 Euro, li pagheranno e le cose andranno a posto. Però è sembrato veramente un episodio un po' particolare: forse, prima di agire, ogni tanto bisognerebbe veramente pensare un po' a quello che si sta facendo. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La parola, per una breve replica, all'Assessore Passoni. PASSONI Gianguido (Assessore) Devo dire che il Consigliere Bertola non mi ha convinto, nel senso che alla fine il tema del rispetto delle regole comporta necessariamente la conoscenza delle regole, e io sinceramente non credo che uno possa fare l'operatore nel mercato immobiliare senza conoscere il sistema delle affissioni in questa città, così come non può affiggere manifesti senza sapere la differenza tra una bacheca politico-ideologica e una di affissioni commerciali. Se uno prende la patente, dovrà almeno sapere la differenza tra una striscia bianca e una gialla, per esempio. Onestamente, io non sono qui a dire che bisogna castagnare chi viola le regole, però del resto non c'è una pianificazione per la quale i controlli sono orientati in una direzione, qui c'è la Polizia Municipale che vigila sulla città e sanziona comportamenti che sono considerati irregolari. Io capisco che in tutto il sistema delle affissioni c'è una non proporzione tra sanzione e costo dell'omissione, cioè è evidente che anche affiggere un manifesto costa quasi 1.000,00 Euro, se è abusivo, contro pochi Euro di diritti di affissione, qualora fosse regolare, però questo sistema sanzionatorio è conosciuto agli operatori del settore e credo che non sia colpa - perché è la norma che lo dice - della Città di Torino l'entità del sistema sanzionatorio. Condivido il fatto che un'informazione preventiva possa essere effettuata, però bisogna anche dirsi che ad un certo tipo di mercato, che nelle affissioni, nella CIMP ultimamente sta cercando delle soluzioni che io definirei borderline e a volte irregolari, come in questo caso, per indurre in realtà attività che probabilmente - non mi permetto di giudicare - hanno caratteristiche di pubblicità, bisogna però spiegare che le regole sono uguali per tutti, quindi se tutti si comportassero in questo modo, violerebbero la cosiddetta "par condicio" della concorrenza, anche nella comunicazione. Quindi, naturalmente la Città avrà cura di veicolare, nei mezzi necessari con le categorie rappresentative, l'informazione corretta, ma non penso che questo possa mai essere addotto a giustificazione di comportamenti illegittimi. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) L'interpellanza è discussa. |