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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 4 Novembre 2013 ore 10,00
Paragrafo n. 19

Comunicazioni del Sindaco su: "Iniziativa Scuola Faa di Bruno".
Interventi

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
Passiamo alle comunicazioni del Sindaco.
La parola all'Assessore Curti.

CURTI Ilda (Assessore)
Ringrazio il Presidente e i Consiglieri. Vorrei sottolineare il fatto che parlo a nome della
Giunta, perché ho ricevuto un mandato dal Sindaco e dall'Assessore Pellerino, quindi
non parlo a titolo personale, e mi dolgo che la minoranza non stia sentendo la posizione
della Giunta.

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
Per cortesia, Consiglieri, lasciamo…

CURTI Ilda (Assessore)
Perché quanto dirò è frutto del pensiero della Giunta nella sua collegialità e non del
singolo Assessore.
La Città di Torino fin dal 2001 ha definito un insieme di politiche, servizi, azioni e
progettualità finalizzate a contrastare ogni genere di discriminazione, in particolare
quelle relative al genere e all'orientamento sessuale. Il divieto di discriminazione è uno
dei doveri e delle responsabilità di un'Istituzione laica, plurale, capace di rappresentare
e di sostenere tutti i suoi cittadini, indipendentemente dai loro comportamenti, credo
religiosi, origini nazionali, stili di vita, orientamenti sessuali e di genere.
Non è un optional contrastare la discriminazione, ma un preciso atto di responsabilità
che nutre e orienta le nostre politiche pubbliche. Si richiama a dei principi universali
che velocemente richiamo, dalla Dichiarazione dei diritti dell'uomo nel 1948,
all'articolo 2 e all'articolo 3 della Costituzione della Repubblica italiana, al Trattato di
Amsterdam ratificato dall'Italia, che all'articolo 13 afferma e sostiene il principio di non
discriminazione sulla base dell'orientamento sessuale, nonché numerose
raccomandazioni del Parlamento europeo e del Consiglio d'Europa.
Dal 2001 ad oggi la Città di Torino ha attuato politiche e progettualità trasversali,
interassessorili e aperte alla collaborazione con la società civile torinese, comprese le
associazioni LGBT che la fanno essere punta avanzata e riconosciuta nel panorama
italiano.
Tra le iniziative più recenti, ricordo che Torino ha promosso e coordina la rete
RE.A.DY., più di 60 Amministrazioni Locali, Province e Regioni, contro la
discriminazione LGBT; l'assemblea annuale si è tenuta lunedì scorso qui a Torino, e
Torino ne ha la Presidenza.
Torino ha appena firmato un protocollo d'intesa con l'UNAR ed il Dipartimento Pari
Opportunità del Ministero del Lavoro, nel quale si indica questa città come Segreteria
nazionale per l'implementazione e la realizzazione della strategia nazionale contro le
discriminazioni LGBT, strategia che coinvolge il Ministero dell'Istruzione, dell'Interno,
del Lavoro, nonché tutte le Regioni italiane e tutte le Città che aderiscono alla rete
RE.A.DY.
Nelle sue politiche locali la Città di Torino è attiva per promuovere occasioni di
prevenzione, dialogo e confronto su temi che riguardano il rispetto di genere, la pluralità
delle famiglie, la non discriminazione. A questo proposito, sono moltissime le iniziative
che coinvolgono il sistema delle scuole, le agenzie educative, la Città nel suo
complesso. La collaborazione e la complementarietà delle azioni della Giunta con quelle
del Consiglio, anche in materia di modifiche di Regolamenti, azioni positive contro la
discriminazione ne sono esempio in Italia.
Alla luce di quanto descritto, è evidente che il contenuto delle conferenze ospitate nella
scuola Faà di Bruno sarebbe stato, qualora si fosse tenuta, in contrasto con le politiche
pubbliche promosse dalla Città e con il sentire della società civile torinese.
Lo stesso comunicato della Diocesi di Torino invita a mantenere ferme le posizioni di
dialogo, interlocuzione e rispetto, pur invitando a garantire la libertà di espressione di
tutti. È di oggi la notizia di una lettera degli studenti del liceo della Faà di Bruno che
non condividono e chiedono di poter avere occasioni di dialogo e confronto sul tema.
La mobilitazione promossa dall'associazionismo LGBT, la posizione espressa dalla
richiesta di comunicazioni del Sindaco promossa dal Consiglio Comunale, la presa di
posizione di ampi settori sociali e civili della Città, ivi compresi la F.I.S.M. che si è
dissociata dall'iniziativa, hanno indotto i promotori a sospendere l'iniziativa.
Credo però sia opportuno richiamare alcuni aspetti della vicenda, che non sono di poco
conto. Il primo, l'organizzazione dell'iniziativa è in capo ad un'associazione di genitori
del liceo della Faà di Bruno, promossa quindi da un'associazione all'interno dei locali
della scuola e non dalla scuola stessa. Se si affronta il tema in punta di diritto ed
esclusivamente per via amministrativa, è difficile affermare che c'è stata una violazione
della convenzione, o si è determinato un accesso discriminatorio alle famiglie o agli
allievi della scuola. Naturalmente se si dovessero verificare episodi del genere,
discriminazione e non accesso universale, sarebbe indispensabile rivedere i termini della
convenzione che riguarda - lo rammento - la scuola dell'infanzia e non gli altri gradi di
istruzione.
L'iniziativa del Consiglio Comunale per ribadire il diritto alla non discriminazione
all'accesso nelle scuole convenzionate può o potrebbe costituire una base giuridica
amministrativa rilevante, che pensiamo possa vedere nella F.I.S.M. un interlocutore
interessato e disponibile.
Ciò nonostante il ciclo di conferenze e i conferenzieri, noti per altre iniziative simili,
rappresenta la punta più intransigente e radicale di una parte del mondo cattolico,
affermano una teoria riparativa dell'omosessualità, che contrasta non solo con le teorie
scientifiche e psicologiche del diritto, ma è anche minoritaria rispetto alle sensibilità
laiche e a quelle religiose di ampia diffusione. Lo stesso Pontefice Francesco I ha
recentemente affermato che la Chiesa accoglie e riceve, tenendo le porte aperte, aprendo
in tal senso al dialogo e al riconoscimento dei diritti universali e alle libertà di scelta.
Il tema della libertà di opinione sancito dalla Costituzione è un tema molto serio,
talvolta, però, abusato per affermare una cultura della discriminazione, dell'odio e del
non riconoscimento dell'altro come portatore di diritti individuali e collettivi. Rischia di
essere un humus nel quale proliferano atteggiamenti discriminatori, che impediscono di
fatto ad altri di godere della stessa libertà di espressione.
Non si può neanche ignorare, inoltre, che anche nella nostra Città, che pure ha un
patrimonio e una cultura che si fonda sul rispetto della pluralità e della diversità, sono
avvenuti episodi gravi di aggressione ai danni di cittadini gay, segno di una subcultura
omotransfobica che non può essere minimizzata.
L'ultimo in ordine di tempo è di qualche giorno fa, la vittima Davide Betti, a cui va la
nostra solidarietà, è il collaboratore di un Consigliere Regionale di Fratelli d'Italia e
coordinatore nazionale dell'Associazione GayLab, ed ha subito un'aggressione
omofoba. Episodi di questo genere impongono un atteggiamento responsabile e attento
da parte delle Istituzioni e delle agenzie educative tutte, perché i messaggi di rispetto
della diversità siano patrimonio condiviso, anche se non si concorda necessariamente su
alcuni aspetti di riconoscimento dei diritti civili.
Per concludere, ritengo che la scelta della scuola di sospendere l'iniziativa, su
sollecitazione delle prese di posizione della società politica e civile, nonché della
F.I.S.M. stessa, sia da accogliere positivamente auspicando che successive iniziative del
genere possano vedere il confronto tra posizioni diverse e plurali.
Rivolgo un invito a me stessa, alla Giunta e al Consiglio Comunale, però, le prese di
posizioni radicali, intransigenti ed intolleranti non si contrastano soltanto in punta di
diritto o con azioni amministrative, vietando che possano esprimersi, ma necessitano di
un allargamento dell'azione positiva di contrasto alla discriminazione, in modo da
prosciugare l'humus nel quale cresce una cultura omofobica e non rispettosa delle
differenze.
In ogni caso, le prese di posizione politiche devono distinguere il terreno della legittima
battaglia culturale e politica contro le discriminazioni dalla responsabilità
dell'Amministrazione, che nello stipulare una convenzione si assicura che sia garantito
l'accesso universale con l'obiettivo di ampliare l'offerta per le famiglie torinesi.
Questa Città, questa Amministrazione, la scelta di promuovere una cultura del dialogo,
del rispetto e del riconoscimento dei diritti di tutti i suoi cittadini, l'ha fatta da tempo e
continuerà a farlo.

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
La parola al Consigliere Levi.

LEVI Marta
Ringrazio il Presidente e l'Assessore. Mi ritengo assolutamente soddisfatta della
risposta data dall'Assessore.
In Aula vorrei solo richiamare quello che, dal mio punto di vista, è il fatto grave di
questa vicenda, mi ha indotto a firmare la richiesta di comunicazioni. Il volantino
dell'iniziativa propone: "una riflessione complessiva sulla bellezza della famiglia
naturale", su questo ovviamente non ho nulla da dire, anzi, avrei da dire delle cose a
titolo personale, ma in un confronto in cui legittime opinioni si possono confrontare.
Il problema, però, è che in questo ciclo di interventi sul tema della bellezza della
famiglia naturale, il primo incontro: "Omosessualità: domande e risposte", viene
invitata a parlare la dottoressa Chiara Atzori. La dottoressa Chiara Atzori è sostenitrice
del fatto che l'omosessualità è una patologia, testualmente dice che: "In quel tipo di
orientamento sessuale si riscontra, ed è oggettiva, una tendenza alla promiscuità, a
comportamenti autodistruttivi, narcisistici, all'abuso di droghe, eccetera, che è legato
intrinsecamente a quell'orientamento". Sulla normalizzazione dell'omosessualità dice:
"Quella che è una patologia, considerata come normalità, è chiaro che verrà ad essere
una trappola".
Credo che questo sia il fatto rilevante ed il fatto grave, perché tutto questo avviene
all'interno di una scuola ed è un incontro rivolto a dei genitori e purtroppo noi spesse
volte leggiamo in cronaca nera, sui giornali, di ragazzi, adolescenti omosessuali che si
tolgono la vita.
Penso che il tema dell'omosessualità vada affrontato nelle scuole, con i genitori, ma
vada affrontato con cautela e possibilmente mettendo a disposizione anche uno spettro
un pochino più largo di opinioni e di teorie, chiamiamole così.
Pertanto credo che sia il fatto grave di questo convegno, di questo ciclo di incontri, che
peraltro è ciò che immagino, ha portato lo stesso Presidente della F.I.S.M., come
ricordava l'Assessore, a chiedere alla scuola Faà di Bruno la sospensione di questo ciclo
di incontri; che è quello che ha portato gli studenti del liceo Faà di Bruno a scrivere una
lettera alla preside, in cui richiamano esattamente questi punti, dicendo: "Noi
desideriamo esprimere il nostro dissenso e porgere le nostre scuse a chi si sia sentito
giustamente ferito e offeso, ben consci che alcune delle idee propugnate dai relatori
della conferenza, circa la presunta natura patologica dell'omosessualità, corrispondono
a direttive che l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha abbandonato da quasi
trent'anni".
Credo che questo sia il tema - se posso aggiungere, purtroppo - di grandissima attualità,
in cui c'è in gioco la vita delle persone e la vita dei ragazzi, in particolare dei ragazzi
adolescenti.
In conclusione, voglio solo dire che, come dicevo, credo che sia cosa buona e giusta che
nelle scuole si affronti il tema dell'omosessualità e spero che la scuola Faà di Bruno
abbia voglia di riprendere in mano il tema e di affrontarlo in modo più aperto, in modo
un po' più plurale, magari mettendo a confronto idee e punti di vista differenti. Questo
credo che farebbe il bene della scuola, dei genitori e dei ragazzi che quella scuola
frequentano.

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
La parola al Consigliere Marrone.

MARRONE Maurizio
Io, con i miei Colleghi, non ritenevo il caso di svolgere un dibattito simile, perché sono
anch'io dell'idea che non svolgendosi più l'incontro, l'obiettivo dei censori che hanno
voluto impedirlo, sia stato già di fatto conseguito, però do ragione al Capogruppo del
PD, non ha più senso parlare dell'incontro, ha senso parlare di questo ignobile teatro
che è stato messo su sulla base di un copione evidentemente diffuso da quotidiani o da
un quotidiano in calo di vendite. E questo teatrino non solo apre il precedente in questa
Città che - come si ricordava - è un grande laboratorio di civiltà e di libertà, il
precedente di una censura preventiva su un incontro che non si è svolto, il cui titolo era
"Omosessualità: domande e risposte", in cui è stata, di fatto, invitata una infettivologa,
di cui non abbiamo la minima idea, a meno che non si voglia agire per presunzioni, di
cosa sarebbe andata lì a parlare, e penso che non lo potremo nemmeno sapere, visto che
l'incontro, grazie a queste pressioni, è stato annullato.
Però a me quello che ha dato più fastidio, non è stato l'oggetto dell'incontro, ma è stata
l'intimidazione contenuta all'interno della richiesta di comunicazioni, di chiedere - e
alla fine, in realtà, era una minaccia di avvertimento - non una richiesta al Sindaco, di
sospendere la convenzione, quindi i finanziamenti, nei confronti di una singola scuola.
E inoltre anche la proposta, che non so se poi abbia trovato sviluppo concreto o invece
non l'abbia fatto, come spesso accade, quando si parla di Sinistra Ecologia e Libertà, di
un atto di indirizzo nei confronti della Sala Rossa, nei confronti di tutte le paritarie,
peraltro partendo da questo tema.
Io in questo dibattito voglio approfittare del poco tempo a disposizione solo per ribadire
un concetto. Io capisco che voi, in assenza del Sindaco e dell'Assessore all'Istruzione
che sono in questo momento a New York, come Totò e Peppino, a cercare di vendere la
Mole agli americani, in loro assenza voi adesso vi sentiate liberi di "giocare". Io questo
lo capisco, avete approfittato dell'assenza del "padre padrone" abituato a mettervi in
riga ogni volta che uscite dai ranghi, però vorrei cercare di capire se avete realizzato che
avete preso il Vescovo, e non solo una sola scuola, ma tutta la Federazione delle
paritarie, e li avete trascinati in una specie di Tribunale, mettendo sotto giudizio il
Magistero della Chiesa sul tema omosessualità, indignandovi del fatto se poi il Vescovo
si ritrova a sottolineare che la Chiesa non è favorevole all'omosessualità, e voi siete tutti
stupiti indignandovi.
Io non so in che mondo vivete sinceramente, però, questo penso, che non fosse
necessario scomodare il Vescovo, e sollevare questo polverone per sentirvelo dire.
Io vi dico questo, l'unica utilità che può avere questo dibattito, è sottolineare e ribadire
che se esiste in questo Paese il riconoscimento alle paritarie non statali, è proprio
affinché il programma educativo, il modello educativo che viene proposto in queste
scuole, non debba passare dall'approvazione preventiva di commissari politici di
qualunque fazione siano, della sinistra estrema o di altre fazioni. È questo il senso, non
è che esistono altre motivazioni per cui esiste una scuola paritaria. Il senso è solo
questo.
Io non credo, neanche, che esistano strumenti giuridici, mi spiace per il Collega Curto
che si metterà il cuore in pace, per costringere delle scuole non statali ad applicare un
orientamento educativo che loro non condividono. Questo, credo, che non sia proprio
possibile, e lo auspico, perché se così non fosse, evidentemente non ci troveremmo più
in un Paese libero.
Io, però, non voglio concludere sul Capogruppo Curto e il Vicepresidente Levi, perché
io ritengo che, dal loro punto di vista, abbiano sollevato una polemica politica che io
non condivido assolutamente, perché, lo ricordo ancora, non si tratta solo di censura
preventiva di un evento che forse poteva anche essere opinabile in certe sfumature, ma
si è trattato soprattutto di mettere sotto giudizio in una specie di Tribunale ideologico - e
guardate, non lo dico io, lo dice il periodico della Diocesi di Torino che è la "Voce del
popolo" - un intero pensiero che è quello cattolico.
Io mi limito solo, invece, a rilevare un vero problema. Il vero problema di questo
dibattito non è il convegno organizzato alla Faà di Bruno, non è la F.I.S.M., ma è il fatto
che a sollevare questa polemica con minacce ed intimidazioni di rappresaglie
economiche, sia stato il Presidente della Commissione che si occupa della convenzione
in Comune. E io, sapete che c'è? Mi unisco ai miei Colleghi nel rammaricarmi
dell'assenza del Sindaco e dell'Assessore all'Istruzione, ma non c'è problema, perché io
ne riproporrò un'altra di richiesta di comunicazioni urgenti, in cui chiederò di togliere
dal banco degli imputati la F.I.S.M. per questo convegno, o il Faà di Bruno, e metterci il
Consigliere Cassiani. Assolutamente. Perché, guardate, avremo così una settimana di
tempo per recuperare tutti i commenti con la bava alla bocca, con offese al limite
dell'ingiuria, e anche, in questo caso, della diffamazione che su social network, su
interventi mediatici, su comunicati stampa, addirittura nel testo…

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
Per cortesia, lasciamo terminare il Consigliere.

MARRONE Maurizio
...della richiesta di comunicazione…

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
Consigliere Marrone, si rivolga alla Presidenza.

MARRONE Maurizio
Presidente, io mi rivolgo a chi mi pare. Non si preoccupi, tanto questi schiamazzi li
copro con la mia voce senza alcun problema.

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
Abbia pazienza, Consigliere Marrone. C'è un dibattito, evitiamo di polemizzare e
facciamo terminare gli interventi.

MARRONE Maurizio
Presidente, non lo dica a me, lo dica ai suoi Colleghi.

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
No, lo dico a tutti e due.

MARRONE Maurizio
Io porrò al Sindaco l'estrema inopportunità che a presiedere una Commissione, quindi a
rivestire un ruolo di garanzia, per quel che riguarda le scuole paritarie ci sia qualcuno
che le scuole paritarie le odia. Perché di questo stiamo parlando. Che quanto meno…

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
La invito a concludere, Consigliere Marrone.

MARRONE Maurizio
Presidente, se la smette di interrompere, magari riesco a concludere. Per cui, di fatto il
vero problema è che ci sia un personaggio a cui è stato dato un ruolo di garanzia di
Presidente di una Commissione, che ha il compito delicatissimo di mettere in pratica e
decidere i contorni di una convenzione con tutte le scuole paritarie di Torino, che invece
si permette, sulla base di un episodio simile, di chiedere, come rappresaglia isolata nei
confronti di una scuola, la sospensione dei contributi. Perché questo non solo sottolinea
che il personaggio in questione non rispetta il proprio ruolo solo per elemosinare un
briciolo di visibilità sui quotidiani, ma il vero problema è che non dà garanzie per il
futuro. Non dà garanzie di essere veramente una figura seria e conscia del proprio ruolo
istituzionale, quando si relazionerà in futuro con il Faà di Bruno o con altre scuole che
appartengono alla Federazione delle paritarie.
Per cui, io non credo che questo tema meriti poi di essere ulteriormente continuato,
tanto il fine censorio è stato raggiunto. Il caso con addirittura, l'ha citato anche
l'Assessore Curti, e non mi stupisce, l'aggressione ad una persona notoriamente attiva
nell'associazionismo gay che è avvenuta due settimane fa, perché anche questo
diciamolo, viene recuperato mediaticamente solo ieri per montare un bel polverone
mediatico, perché evidentemente dieci giorni fa, prima dell'episodio della F.I.S.M., non
era ritenuto meritevole di essere citato.

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
La invito a concludere, Consigliere Marrone.

MARRONE Maurizio
E anche questo forse è frutto di questo clima veramente di odio che state seminando. Io
concludendo, mi limito solo a dire…

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
La invito a concludere, Consigliere Marrone.

MARRONE Maurizio
Concludendo, mi limito solo dire che state riuscendo con queste polemiche ideologiche,
avanzate anche in altissime sedi istituzionali, per esempio quelle del Ministro Kyenge, a
trasformare in razzista un popolo come quello italiano che nemmeno ha razza, e ci stata
comunque riuscendo.
Tanti auguri, evidentemente avete deciso di mettere lo stesso impegno nel trasformare il
popolo italiano e torinese addirittura in omofobo, senza che ce ne siano minimamente i
presupposti.

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
La parola al Consigliere Magliano.

MAGLIANO Silvio
Innanzitutto mi piacerebbe, ma per la stima, la conoscenza umana che in questi due anni
di Consiglio Comunale ho potuto intraprendere con alcuni Consiglieri, penso per prima
a Marta Levi…
Io chiederei al mio Vicecapogruppo, però, se mi ascoltasse anche lui, perché sto
intervenendo anche a nome del Gruppo. Consigliere Liardo, le chiedo scusa.
Presidente, ricomincio. Il mio intervento nasce anche per la stima e per quello che ho
potuto imparare in questi due anni, anche su questo tema, da Consiglieri come Marta
Levi, da Michele Curto e da tanti altri che in questi anni mi hanno insegnato che la
diversità è sempre un'opportunità e non è mai una possibilità di scontro.
Nello stesso tempo, mi spiace anche vedere come si prova a tirare per la giacchetta Papa
Francesco, non Papa Francesco I (essendo non avvezzi all'oggetto, è facile sbagliare il
nome), come si cerca di portare sulle proprie tesi personaggi che nelle loro tesi, e in
quello che hanno detto, non quello che ha riportato "Repubblica" rispetto al loro testo, e
vi invito, invito l'Assessore, il Vicesindaco, il Sindaco e l'Assessore che dovrebbe
discutere di questo, a leggere con attenzione i documenti, non ad usare in modo
strumentale un fatto.
Io sono il primo, ma ve lo dico con chiarezza, perché in una discussione con un amico
omosessuale mi ha detto: "ma se non piangi, perché uno di questi ragazzi perde la vita,
non potrai difendere la famiglia". Uno di quei ragazzi discriminati. Discriminati, perché
con un orientamento sessuale diverso, hanno fatto un gesto inconsulto, si sono tolti la
cosa più preziosa che avevano, la vita.
Per cui, vi chiedo di non usare il fatto che un ragazzo giovane, io non parlo dell'ultima
aggressione che, per carità, è capitata due settimane fa, non intervengo su questo, ma
che un ragazzino di ventun anni, di vent'anni, perché magari la famiglia non lo capiva o
il suo contesto non lo capiva, ha deciso di farsi un viaggio che non sapeva dove
l'avrebbe portato, e su questo sono il primo a dire che questo non deve capitare mai più.
Ma che nello stesso tempo, su questo tema, si applichi una polemica di questo tipo,
secondo me, io vi chiedo, e lo chiedo a Michele, non dico neanche Curto, perché
abbiamo fatto delle battaglie, il terzo punto della tua richiesta di comunicazioni è un
ricatto bello e buono, non è il tuo stile. Non è questo il modo con cui ho imparato a fare
politica con te durante la Consulta Provinciale degli studenti.
Non è che se qualcuno la pensa diversamente, lo tocco sulle risorse, risorse sulle quali
una settimana fa - lo sapete tutti - abbiamo fatto una battaglia perché rimanessero lì.
Abbiamo fatto una battaglia perché ci fosse un valore. Non esiste che noi ci abbassiamo
a quel livello lì.
Io sto dicendo, e lo dico da persona che ha una fede, che quello che ho imparato, anche
se è una delle poche cose che ho imparato dall'Illuminismo, Voltaire, "Non condivido la
tua idea, ma darei la vita perché tu la potessi esprimere". Sarà una convinzione assurda,
strana quella di quella dottoressa, io non la conosco così a fondo, sono andato, grazie a
Marta, a leggere, a capire quello che quella persona sosteneva, ma se iniziamo con
questa deriva, i buoni propositi che nascono dalla Legge sull'omofobia, cioè quei buoni
propositi, ma chi è che nel centrodestra può pensare che sia giusto che una persona sia
discriminata per la sua inclinazione sessuale? Ma nessuno! Chiunque di noi difenderà
chiunque viva una sua condizione rispettabile, perché uomo. Ma per me rispettabile
perché uomo, prima ancora che di un partito, perché voluto da qualcuno di più grande,
per me. Perché nato, per chi non crede.
Ma io non voglio pensare che l'omofobia venga gestita così, che se uno non è d'accordo
con te su quel tema, tu ti puoi permettere di chiudere la sua possibilità di esprimersi.
Per cui lo dico, ma lo dico anche da persona che si rende conto, io negli occhi non ho
quell'incontro lì, ho quel ragazzino che ha deciso di farla finita. Ma nello stesso tempo
chiedo a chi ha fatto della libertà di espressione, della libertà di pensiero di non pensare
di usare una richiesta di comunicazioni come questa, per chiudere la bocca a chi pensa
dentro una società variopinta. Io quando ero in Circoscrizione, mi ricorderò sempre il
mio Presidente di allora che impedì ad un brigatista di venire a parlare in
Circoscrizione, perché era un uomo che si era macchiato di efferati crimini, lo proibì. Io
non capisco perché oggi, su una cosa di questo tipo, noi andiamo a dire ad una scuola:
voi quell'incontro non lo fate.
Ma lo dico, perché se prendiamo questa deriva - e ho veramente finito, Presidente - noi
invece che anteporre le giuste ragioni e la possibilità di provare a capire, tutti insieme,
dove sta il vero, soprattutto, tutti insieme, dove sta la diversità, il dramma di una vita, la
misericordia, ad esempio, parola che capisco non faccia parte del dialogo politico, non
inizieremo a dare a quella Legge che parte da un principio buono, cioè che se io ho un
certo tipo di inclinazione, non posso essere discriminato per quello. Inizieremo a
mettere su quella Legge, invece, un tasso di ideologia che ci porterà allo scontro, uno
scontro che non fa bene, né a me, né a voi, né ai figli che avremo, né ai figli che
abbiamo, né tanto meno a quei ragazzini lì, che in questo momento vivono una
condizione difficile.
Su questo, Presidente - e vado veramente alla conclusione - mi pare che il comunicato
che l'Istituto Faà di Bruno ha provato a diramare dopo questo attacco e anche la
preoccupazione del Vescovo, il nostro Vescovo ha chiesto a loro di fare un passo
indietro per non destare scandalo. La mia domanda è: ma lo scandalo qual è? Che queste
persone dessero voce ad una professoressa, una dottoressa che sostiene tesi che alcuni di
noi non condividono? O che alcuni di noi condividono assurde? Lo scandalo è che noi
laici, perché quest'Aula è laica, chiediamo a questa scuola di non celebrare
quell'incontro e nello stesso tempo di dire: guarda che se lo fai, la tua convenzione con
la F.I.S.M. salta?
Io penso che ogni posizione, anche la più estrema, abbia una dignità, se ci sono un
popolo e una democrazia capaci di dire che alcune posizioni sono estreme. Io rifuggo
dallo Stato etico, perché arrivo dalla scuola di Don Sturzo e non quella di Dossetti,
rifuggo dallo Stato etico, ma penso anche che per il rapporto umano e per la capacità
che abbiamo di pensare al nostro Paese, operazioni come queste non facciano il bene
dell'oggetto di cui stiamo discutendo, creano soltanto - e ho concluso, mi scusi
Presidente - creano soltanto un'ulteriore divisione, quando insieme dovremmo porci il
tema su come si può convivere nel 2013.

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
La parola al Consigliere Cassiani.

CASSIANI Luca
Innanzitutto volevo ringraziare il Consigliere Magliano, perché credo che questo modo
di affrontare la questione, sia sicuramente diverso da quello degli altri Consiglieri, non
voglio qui fare polemica, utilizzare anche questa platea per fare cose che nulla
c'entrano.
Il tema è serio, quindi chiedo a tutti di essere seri, come lo è stato il Consigliere
Magliano, e come non lo sono stati alcuni altri Consiglieri. Non la ritengo una questione
di carattere personale, poi tanto spetta al Consiglio Comunale decidere chi fa il
Presidente di Commissione e non al Sindaco, quindi avete tutta la possibilità di
esprimervi senza chiedere al Sindaco, che ovviamente non vota il Presidente delle
Commissioni. Lo farete voi, ed è giusto così come debba essere fatto. Spero di essere
valutato dai Consiglieri per quello che penso, per quello che ho fatto, quindi anche
ovviamente da chi non la pensa come me, utilizzando questa vicenda per in qualche
modo regolare dei conti che nulla hanno a che vedere con la questione stessa.
Io non querelo nessuno, tanto meno minaccio le querele, credo che la discussione
politica debba essere in quest'Aula seria e debba confrontarsi nel merito. Quando si
hanno argomenti, e il Consigliere Magliano li ha esposti, possiamo essere d'accordo o
meno, però è un conto. Quando si utilizzano invece le questioni per provare a fare
battaglia politica, a minacciare, a cercare di criminalizzare chi c'è dall'altra parte,
probabilmente ci siamo capiti male.
E lo dico anche perché, volevo che mi ascoltasse anche il Consigliere Magliano, perché
è a lui che mi volevo rivolgere in modo particolare. Insieme a lui, al Presidente Ferraris
e al Consigliere Genisio, facciamo parte della Commissione di coordinamento previsto
dalla convenzione tra la Città di Torino e la Federazione Italiana delle Scuole Materne
(F.I.S.M.), con la quale abbiamo un rapporto convenzionale da molti anni, in modo
assolutamente positivo va avanti, e con il quale il dialogo, il confronto, la discussione ed
il dibattito sono assolutamente franchi, e qui ci sono dei testimoni che arrivano da
esperienze politiche e culturali diverse dalla mia. Io in quella sede, come altri, possono
giudicare qual è stata la mia posizione. Non devo giustificarla al Consigliere Marrone,
tanto meno all'Aula.
Io ritengo che il sistema misto che questa Città ha costruito, pubblico, privato
convenzionato, sia una delle risorse, delle ricchezze di questa società, quindi per quanto
mi riguarda, ho difeso pubblicamente, su Facebook, negli interventi, sui giornali e qui in
Aula, a verbale, l'importante e fondamentale e ineludibile ruolo che hanno le scuole
legate alla F.I.S.M., quindi alla Federazione Italiana delle Scuole torinesi insomma in
qualche modo, con la nostra Città, e dell'insostituibilità di queste nel nostro panorama
nel sistema educativo torinese.
Non c'è bisogno di ribadirlo, ma lo faccio, perché così almeno può evitare di speculare.
Il fatto che si discuta e si debba continuare a discutere in tutte le sedi, Consiglio
Comunale, Commissione di coordinamento, di quelli che sono i rapporti tra la Città e
questa Federazione, credo che sia un importantissimo segnale di democrazia e di
confronto inalienabile, tanto meno ineludibile, perché non possiamo pensare che le
convenzioni rimangano in eterno in quel modo, che non siano possibili da valutare, che
sia un rapporto di carattere etico e culturale, politico che deve esserci tra noi, che siamo
la Città e rappresentiamo in quella Commissione la Città e chi rappresenta, come
giustamente il Presidente Vico ci ha ricordato in questi giorni, quell'associazione.
E guardate, non lo dico io, lo dice il Presidente Vico che la F.I.S.M. si è dissociata da
quel comportamento, da quel volantino, lo dicono gli studenti che hanno sconfessato le
idee della loro Preside. Io a questi faccio riferimento, non a quello che penso io.
Attenzione, io come il Consigliere Magliano, e anche più di lui, dico che chiunque può
dire ciò che vuole nelle sedi che ritiene; ho detto, e ribadisco dell'opportunità di
convocare una riunione, un'assemblea o un convegno, opportunità, ho detto
opportunità, non divieto, censura, impedimento, non avrei mai impedito a nessuno di
parlare, non andrei lì a fare manifestazioni, perché ritengo che sia corretto che un
Consiglio Comunale faccia le sue battaglie in altre sedi, ma ritengo che fosse, e non lo
dico io, l'ha detto il Vescovo di questa Città, il Presidente della F.I.S.M. e centinaia di
studenti che hanno sottoscritto un documento pubblicato sui giornali. Decine, cinque,
quindici, tutta la scuola superiore di quell'importante punto di riferimento di carattere
educativo scolastico, educativo di questa Città, scuola che io rispetto, del quale porto
rispetto, perché molte di quelle persone che sono state lì, anche nel passato, sono miei
amici, conosco come lavorano in quella scuola e non ho nulla da obiettare sul sistema
educativo che viene veicolato da quella scuola.
È evidente che non mi sarei mai permesso, inventato una polemica, se non ci fosse stato
chi in qualche modo, secondo me, sbagliando, in modo anche improvvido, perché quel
volantino è improvvido, perché si possono dire e fare le cose in tanti modi, quello è il
modo sbagliato. Ma non ho detto che è un modo da censurare o da impedire, o in
qualche modo dobbiamo fare una battaglia, perché lì dentro non ci possa entrare
nessuno.
L'ha detto bene il Consigliere Marta Levi, l'ha detto molto bene l'Assessore, il cui
intervento sottoscrivo completamente. Attenzione, quando noi diamo spazio - e diamo
in qualche modo sostegno, senza dire che ci sono delle cose che riteniamo opportune e
delle cose che riteniamo meno opportune - a certe iniziative, a certe manifestazioni, ci
prendiamo una grave responsabilità.
E ha detto bene il Consigliere Magliano, se noi abbiamo un problema con le famiglie di
questa Città, ma in generale del Paese, è quello che i ragazzi omosessuali di questo
Paese purtroppo oggi, per il rifiuto della famiglia, della società, dei propri compagni di
scuola, oltre ad essere picchiati, si devono buttare dal balcone. Questo è il tema vero.
Quello che mi preoccupa, pensare che qualcuno possa dire a quei ragazzi: guardate che
voi non siete normali come gli altri, voi siete malati. Voi in qualche modo potete - sto
dicendo quello che penso io, Consigliere Magliano - voi in qualche modo non siete
come gli altri, voi potete guarire. E c'è qualcuno che pensa, addirittura, che si possa
guarire - cosa che ormai la comunità scientifica internazionale, da decenni, ormai
rivendica come sciocchezze scientifiche, culturali, sociologiche - che nemmeno la più
oltranzista delle persone che ha idee politiche, culturali e religiose, può in qualche modo
portare in nessuna aula, tanto meno un'aula di scuola.
È questo il tema che mi preoccupa, che qualche genitore possa pensare di avere un figlio
malato. È questo che io ritengo sia inaccettabile. Poi ci saranno quelli che la pensano
così. Guardate, ci sono i negazionisti, ci sono quelli che ritengono che il Ku Klux Klan
sia una organizzazione importante, ci sono quelli che pensano che la Shoa non sia mai
esistita e che fosse giusto in qualche modo fare quello che si è fatto. Tutto c'è in questo
Paese. Ma un conto è dargli copertura, un conto è dargli in qualche modo sostegno, un
conto è denunciare il fatto che è sbagliato, perché la politica deve poter dire liberamente
ciò che, secondo me, è giusto e sbagliato. In questa sede io lo posso dire.
Poi, la signora Atzori ha sedi, libri, commenti, articoli, ha una lunga tradizione di
attività di carattere non scientifico, perché non c'è nulla di scientifico, ma di carattere
didattico e, secondo lei culturale, per poter dire quello che pensa. Però io ritengo che sia
inopportuno che una persona che abbia quel tipo di opinioni, possa andare, senza nessun
tipo di confronto e senza nessun tipo di, in qualche modo, secondo me, contraltare, in
una scuola a parlare con genitori di bambini della scuola materna convenzionata, della
scuola elementare, della scuola media o del liceo.
Per fortuna, quei ragazzi ci hanno dato una lezione, a tutti, di maturità e di assoluta
adeguatezza ai tempi che corriamo. E non devo citare Papa Francesco I, come dice il
Consigliere Magliano, non ne ho l'autorevolezza, tanto meno non è il mio mestiere, e
poi soprattutto è giusto…

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
Concluda, Consigliere Cassiani.

CASSIANI Luca
Ho finito. Dico soltanto che basta citare quello che ha detto, secondo me saggiamente, il
Vescovo, che ha detto che per motivi di opportunità quella roba lì è una sciocchezza e
va evitata, nonostante sia giusto rivendicare le posizioni, perché ognuno deve
rivendicare le posizioni proprie, ma attenzione a non confonderle con quello che è il
rischio di cadere nell'omofobia.
L'omofobia guardate che è una cosa, è come la calunnia che è un venticello, in ogni
angolo può annidarsi e bisogna smascherarla. E siccome l'abbiamo smascherata e lo era
veramente, perché se no, né la F.I.S.M., né i ragazzi, né i genitori, né tanto meno il
Presidente dell'associazione che racchiude tutte le scuole materne torinesi, si sarebbero
espressi in quel modo, forse abbiamo fatto bene e nessuno qui sta dicendo che bisogna
revocare nulla, mettere in discussione nulla, togliere i soldi, finanziamenti, ricattare.
Nessuno assolutamente, io sono per ribadire la grande e importante attività che svolge la
F.I.S.M. in questa Città, e l'ho detto e l'ho scritto su Facebook a quelli che dicevano:
dovete revocare. No, è insostituibile quella presenza e bisogna ragionare con queste
persone e quella sede, quel coordinamento di quella Commissione nella quale il
Consigliere Magliano, il Consigliere Genisio, il Presidente sono seduti; sono la sede per
discutere e dibattere anche di queste cose con la Città, con rispetto e confronto, senza
però doverla utilizzare per farci una bandiera politica.
Consigliere Marrone, la polemica politica mi piace e mi diverte anche, però facciamola
su cose più serie.

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
La parola al Consigliere D'Amico.

D'AMICO Angelo
Cari Colleghi, intendo iniziare il mio intervento esprimendo quello che è il mio pieno
rispetto verso la comunità omosessuale, profondo rispetto tale da estendere anche la mia
solidarietà a quelle persone che vengono, per questa loro inclinazione, vessate o, in casi
ancora peggiori, vengono malmenate. Quindi era necessaria questa premessa.
Però, al di là di questo aspetto, la cosa che non condivido, continuo a non condividere in
merito a queste comunicazioni, sono due aspetti che sono, secondo me, fondamentali.
Intanto qua si è fatto un processo alle intenzioni, perché di questo si tratta, perché
questo convegno organizzato, e poi non più fatto per questioni di opportunità, che poi le
opportunità, caro Consigliere Cassiani, sono opportunità quasi spintanee, io ritengo
questa una cosa gravissima, cioè il fatto che non sia stata concessa ad una persona, ad
una comunità, ad un gruppo di persone di esprimere un pensiero, giusto o sbagliato che
questo sia. Se questa dottoressa afferma che l'omosessualità è una malattia o, ancora
peggio, possa diventare una malattia infettiva, vista la sua delega come dottore, secondo
me dice una grandissima fregnaccia, però questa persona non ha avuto modo di potersi
esprimere.
Chiedo silenzio, per cortesia. Anche se non vi interessano queste cose, però io ci tengo a
ribadirle.
A questa persona qua è stato vietato, a lei di dirle, ad altre persone di ascoltarle, un loro
pensiero, e quindi questa non è democrazia, caro Consigliere Cassiani, cara
Vicepresidente Levi. Questa non è democrazia, questa è dittatura.
Dopodiché all'interno di queste comunicazioni, il terzo punto non nasconde, perché non
la nasconde, il terzo punto è una minaccia di una rappresaglia, rappresaglia che - come
ho detto anche nella Conferenza dei Capigruppo - sono rappresaglie che a me ricordano
il ventennio fascista o, se preferite, le rappresaglie partigiane del dopoguerra, e quando
si usano le rappresaglie per far tacere il nemico, signori, non funziona in questo modo
qui. Perché utilizzare questo strumento dicendo: signori, se voi andate avanti, noi vi
togliamo i finanziamenti, come la vogliamo chiamare questa? La vogliamo chiamare
democrazia? Consigliere Cassiani, leggiti bene le comunicazioni, il terzo punto.

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
Consigliere D'Amico, si rivolga alla Presidenza.

D'AMICO Angelo
Da qui chiaramente nasce l'inopportunità recitata dal Vescovo, in merito a questo
convegno. Dopodiché nella lettera firmata da questi centinaia di migliaia di studenti
della scuola Faà di Bruno, chiedono scusa per tutti coloro che si sono sentiti feriti e
offesi. Feriti e offesi da che cosa? Noi stiamo parlando di una cosa: a) che non è
avvenuta, di parole; b) che non sono state dette; come fa una persona a sentirsi offesa o
ferita dal nulla? Perché noi oggi qua parliamo del nulla, assolutamente.
Secondo me, invece, sarebbe stato molto più corretto non portare avanti questa fase
censoria da parte di una parte - scusatemi il bisticcio di parole - di alcuni Consiglieri,
ascoltare, andare ad ascoltare e se fosse successo quello che loro pensano che sarebbe
accaduto, cioè quindi le affermazioni di questa dottoressa fossero state così gravi, allora
in quel caso lì, sì, prendere immediatamente dei provvedimenti anche sulla scuola,
anche sulla Presidenza di quella scuola. Ma tutto ciò non è stato possibile, perché
chiaramente per una questione di opportunità spintanea - io tengo a sottolineare - tutto
ciò non è accaduto.
Non avete dato segno di democrazia, perché democrazia qui in tutto questo non esiste, e
non crediate di aver fatto una bella figura nei confronti della comunità omosessuale o
sperando di raccattare qualche voto per le prossime votazioni, perché non è questo il
modo di tutelare le comunità, quel tipo di comunità. Assolutamente. Non è con il "Gay
pride" che si tutelano queste comunità. Si tutelano con azioni differenti da quelle che
voi continuate a portare avanti fino ad oggi.

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
La parola al Consigliere Viale.

VIALE Silvio
Confido in un po' di tolleranza, come il Consigliere Cassiani, anche se non sono
Presidente. Io sono intervenuto pubblicamente, mentre ero anche indaffarato in altre
cose, quando ho sentito parlare di linee di indirizzo sul tema. Io non voglio più sentir
parlare che dal Consiglio Comunale su temi di aspetti morali e culturali, c'è una linea di
indirizzo. Ci sono opinioni, confronti, ci sono situazioni, spero che questo non capiti e
spero che non capiti in nessun modo. Dopodiché l'episodio si presta a tantissimi aspetti
ed è difficile intervenire senza cercare di fare confusione o strumentalmente sovrapporli.
Il primo aspetto è sicuramente quello, basta pensare come anche il riferimento del
Consigliere Levi ai suicidi mi sembra completamente inopportuno, questo è un Paese in
cui i suicidi dei giovani negli ultimi vent'anni si sono dimezzati e sono sporadici. Dietro
ogni suicidio di un giovane c'è sempre una storia personale di difficoltà oggettiva, che
più che la propria condizione, molte volte è dovuta ad altro. Noi dovremmo evitare di
farci condizionare da episodi di cronaca e su questo trarre conclusioni affrettate.
Su singoli episodi si può dire, collegare il suicidio di un ragazzo a Roma con la
difficoltà di adattamento, per quanto riguarda la propria omosessualità, di cui la
responsabilità è sicuramente della società, è collettiva, con il dibattito del Faà di Bruno è
una operazione scorretta, non ha nessun collegamento. Poi lo si può fare in un comizio,
ma spero che quando si ragioni, non lo si faccia.
Il punto è molto semplice. C'è un dibattito organizzato: se io dovessi criticare quel
dibattito, non è perché si svolga, piuttosto che non si svolga, che sarebbe peggio. Il fatto
che è stato fatto un ciclo di conferenze tutte a senso unico, non c'è un contraddittorio.
Se invece di avere il professor Ronco e gli altri avessero invitato esponenti della
comunità GLBT torinese o persone che la pensano in maniera differente, anche avendo
l'uditorio contrario, diventava un'altra cosa, perché io credo che giustamente sul diritto
di parola non si può transigere. Ma anche chi pensa che Dio non esista, chi pensa che le
camere a gas non siano mai esistite, nel senso che il dibattito se organizzato in una
scuola privata, lo scandalo credo, sarebbe, perché magari non l'hanno organizzato
adeguatamente le scuole pubbliche. È proprio il contrario, al limite. Quindi su questo io
sono davvero molto preoccupato.
Sul tema specifico, io non voglio eludere il fatto che noi discutiamo di questo, perché
c'è la dottoressa Chiara Atzori, infettivologa, che ha delle opinioni estremamente
originali e sbagliate, sull'omosessualità, le ha dette pubblicamente, insieme ad altri è
diventata quasi la portavoce, ed essendo malattie infettive, ha collegato un po' la sua
professione con questo, ma che dica sciocchezze è evidente, e che, da un punto di vista
sanitario le dica, è evidente. Qualcheduno ci crede? Sì, qualcheduno ci crede.
Però qualcheduno ci crede anche, dico alle sirene, perché vedo qui il Consigliere
Bertola, ma noi non possiamo metterci in qualche modo in una posizione, in cui
andiamo dietro ai pazzoidi di turno, senza renderci conto delle conseguenze e dei rischi
che questo può avere.
Ad esempio, in questi giorni abbiamo scoperto che Carlo Vichi, che, chi non lo sa, è
industriale proprietario della Mivar, una delle grandi industrie italiane, l'altro giorno ha
detto che le camere a gas servivano per disinfettare. Cosa facciamo, vietiamo di
comprare i televisori Mivar - che peraltro sono falliti - in tutte le scuole del Regno e
colonie? Oppure, non so, davvero io credo su queste cose, eppure Mivar ha vissuto,
ormai è novantenne, va a merito, tutti ne parlano benissimo a destra e a sinistra, perché
ha sempre evitato di dire pubblicamente più di tanto come la pensasse, però l'avesse
detto, gliel'hanno sempre chiesto, ne ha dette su Fini, sul Consigliere Marrone
figuriamoci cosa non direbbe, e via dicendo.
Quindi credo che il punto qual è? E arrivo a chiudere, a concludere. Io dico solo alcuni
dati, che mi sembrano, sulla malattia degli omosessuali nemmeno discuto, nel senso che
sono malati come gli eterosessuali. Se dovessi pensare poi agli omicidi in famiglia, a
come gli eterosessuali reagiscono nella società e via dicendo, sono molti di più i delitti
compiuti da eterosessuali che da omosessuali. Poi, non è che la tendenza sessuale dia
diritto ad una posizione giusta o sbagliata in astratto. Questo vale per tutto.
Però l'ultima ricerca dell'Eurispes, proprio dopo le dichiarazioni di Barilla, Vichi,
recentissima, dice che in questo Paese l'82% degli italiani non ha atteggiamenti diversi,
lo dichiara, poi… però dichiara di non avere atteggiamenti diversi nei confronti degli
omosessuali, degli omosessuali che si dichiarano, perché se quello accanto me, se il
Consigliere Bertola non si dichiara, io lo considererò sempre un latin lover di quelli
della maggior capacità alla Rocco Siffredi, però questa è un'altra questione. Il 9,4%
dichiara di essere imbarazzato, e quindi c'è già un 9,4%, vuol dire uno su dieci, un 5,4
ostile, il 4,5 proprio dice che con questi non vorrebbe averci a che fare, e l'1,3 è
fortemente ostile.
C'è una minoranza che è soltanto il 10% di gente che ha una ostilità, è quello il
problema, non è la Atzori. Quel problema è che quel 10%, se non c'è l'altro 82% che
interviene e dice, fa presente che quando li vede al bar, fa qualche battuta del cavolo,
eccetera; è convinta che la maggioranza la pensi come loro. È questo l'errore di fondo.
Come anche un altro sondaggio sempre di questi, però per capirci, perché poi i sondaggi
dipendono dalle domande: il 51% degli italiani dichiara che non c'è differenza
nell'amore omosessuale ed eterosessuale, però è il 51%, una maggioranza risicata; il
35% dice che la tollera purché non sia ostentata, quindi una posizione molto simile ad
alcuni Consiglieri qua dentro magari che possono esprimerla; e il 9% la ritiene
immorale. Anche qui, chi ha un'ostilità di immoralità è una minoranza, ma il problema
rispetto al Faà di Bruno (dico Faà di Bruno per abbreviare; sono d'accordo con
l'Arcivescovo in questo caso) non è tanto il dibattito: è che io avrei chiesto a quei
genitori di usare la stessa sede, ma di discutere anche con omosessuali, con persone che
la pensano diversamente da me, di discutere con quell'80-90%, o 50% o 70% che è la
maggioranza che la pensa diversamente da loro, proprio per avere una questione di
contraddittorio e di ottimismo.
Ecco perché chiudo, con un colpo al cerchio e un colpo alla botte, ricordando, chiedo
scusa, ma perché i Colleghi del PDL mi hanno solleticato in qualche modo stamattina,
quando ho letto una dichiarazione, riportata ovviamente parzialmente sui giornali, dei
Consiglieri Comunali del PDL…

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
Consigliere, la richiamo…

VIALE Silvio
Ho finito.

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
Lo so, però…

VIALE Silvio
Ho finito, scusi. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Come il Consigliere
Cassiani. L'omofobia è certa…

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
Scusi, Consigliere Viale. Non come il Consigliere Cassiani, perché il Consigliere
Cassiani ha parlato per cinque minuti. Un Consigliere per ogni Gruppo ha cinque
minuti.
Abbia pazienza, Consigliere, lo abbiamo stabilito in funzione della sua richiesta.

VIALE Silvio
Presidente, lei è bravissimo a far perdere tempo a tutti, a quest'ora avevo già finito. Ho
solo detto che l'omofobia è, certo, da contrastare, ma non è pensabile che possa farsi
spazio l'idea che sia un reato esprimere una visione positiva sulla famiglia.
Essendo questo l'argomento che discutiamo, una famiglia naturale attaccata
dall'ideologia gender, come la mia, come quella loro, io chiedo al Consigliere
Tronzano, chiedo al Consigliere Ambrogio, chiedo al Consigliere Liardo, chiedo al
Consigliere Magliano: ma voi che avete una famiglia naturale, vi sentite in questo
momento attaccati, assediati dall'ideologia gender? Sì o no. Perché, se è sì, allora ditelo.
Se è no, ma perché mai bisogna sempre difendere la famiglia naturale in astratto, come
se ci fosse un nemico dall'altra parte in chi ha altre tendenze, altre scelte. È questo il
punto. Ecco perché capisco il Consigliere Curto, capisco chi ha fatto questi attacchi,
perché non aveva presente la Faà di Bruno, aveva presente questa ambiguità che anche
qua dentro molti di voi rappresentate, nonostante io e voi abbiamo lo stesso tipo di
famiglia tranquilla, io non mi sento assediato dagli omosessuali. Se voi vi sentite
assediati dagli omosessuali, ditelo, dopodiché ne parliamo.

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
La parola al Consigliere Genisio.

GENISIO Domenica
Mi impegno a stare nei tempi. Intanto ringrazio il Vicesindaco per le comunicazioni,
che mi sembrano serene, equilibrate e hanno tenuto conto delle diverse sensibilità e che
hanno inquadrato gli incontri organizzati nella sede dell'Istituto Faà di Bruno, siano
come incontri organizzati da un'associazione di genitori e non dalla scuola, dall'Istituto
Faà di Bruno che, non lo ripeto, ha diversi livelli dalla scuola di formazione, scuola
materna, liceo. Intanto cominciamo a chiarirlo, perché credo sia di particolare
significato. Secondo, gli incontri erano rivolti a genitori di ragazzi per le scuole
superiori.
Io non ho personalmente condiviso le modalità di organizzazione di quell'incontro, i
relatori invitati, perché credo che se si voglia affrontare questi argomenti così sensibili e
importanti - specie per i genitori che sicuramente possono vivere momenti di difficoltà,
e di disorientamento nei confronti dei loro figli, con i quali tante volte non si riesce a
comunicare pienamente - penso sia inopportuno dare una visione unica, perché i nostri
ragazzi vivono sensibilità, come hanno vissuto i ragazzi del passato. Non è la prima
volta, io ricordo il volume del testo della copertina di un libro scritto da un giornalista
omosessuale, la cui mamma aveva avuto difficoltà, lo dico, perché era un libro
pubblicato che è stato molto utilizzato non soltanto dai laici, ma anche dai cattolici
proprio per aiutare le famiglie a comprendere i loro figli, a comprendere alle volte i loro
coniugi, perché abbiamo visto cosa sta succedendo, ci sono orientamenti e tendenze
sessuali che si scoprono con il passare degli anni.
Ma per stare sull'argomento, visto il tempo, io credo che sia importantissimo
distinguere i due livelli. Non mi è piaciuto il metodo con cui è stato sollevato il
problema, come è stato portata all'opinione pubblica. Questo mi è dispiaciuto e
ringrazio il Consigliere Magliano per il tono, per l'elaborazione del pensiero che mi
sento pienamente di condividere.
Noi dobbiamo approfondire, ma approfondire il tema con serenità in un dibattito che sia
finalizzato ad aiutare a comprendere che cos'è la sessualità nelle scuole, far trasmettere
il pensiero in modo corretto. Io attendo con serenità il nuovo modello che il Ministro
dell'Istruzione ha predisposto proprio per la formazione sessuale nelle scuole di ogni
ordine e grado, cominciando dalle scuole superiori, e anche le linee di indirizzo che
vogliono dare per ragionare sempre, nelle scuole di secondo livello, sull'omosessualità.
E credo, mi auguro, che le sperimentazioni, anzi, chiedo ai rappresentanti della Giunta,
se è possibile, che facciano partire delle sperimentazioni anche dalla nostra Città,
tenendo conto che Torino è la Città dei diritti, la capitale dei diritti. Io ho appreso dagli
organi di stampa di questo progetto sperimentale che stanno elaborando, e mi auguro
che possa essere uno strumento positivo che smetta di mettere in contrapposizione
cattolici e laici su questo argomento, perché io, che sono cattolica, condivido la
contestazione fatta sui docenti invitati a quel corso, non condivido che si attacchi la
scuola e non ho condiviso, e non lo condivido, il punto n. 3 della richiesta di
comunicazioni, perché l'ho visto veramente come un atto strumentale che metteva in
discussione la scuola paritaria, il contributo alla scuola paritaria e non credo che la Città
possa lanciare questi segnali, né tanto meno il Partito Democratico, perché è un
argomento sensibile, ma noi dobbiamo essere aperti a confrontarci con tutti e a non
giudicare in modo significativo e pesante senza confrontarci, non giudicare a priori che
quegli incontri non vadano assolutamente bene.
Avevamo, io credo, la possibilità di incontrare, di chiedere motivazioni ai responsabili
dell'associazione.
Io sono stata - e lo dico, perché ci tengo a dirlo - in quella scuola questa mattina e ho
vissuto l'amarezza degli studenti e di genitori, che non sarebbero neanche andati agli
incontri organizzati, ma si sono sentiti messi di fronte all'opinione pubblica come una
scuola che in qualche misura condivideva il percorso omofobo. E questo noi non ce lo
dobbiamo dimenticare, non è stato un atto, il nostro, positivo condotto in quei termini lì.
Mi scuso di aver affastellato un po' di argomenti, però chiedo e lo propongo sia al
Presidente della Commissione Cultura, sia al Presidente della IV Commissione, perché
si tratta anche di argomenti che riguardano la salute - mi prendo un minuto ancora -
delle persone, la serenità di vita, la qualità della vita che poi ha ripercussioni sulla
salute, con le Pari Opportunità, di fare in Commissione dei ragionamenti seri che
vadano ad aiutare le persone, non strumentalizzando mai e poi mai momenti difficili
come sono stati la morte di quel ragazzo e anche il ruolo dell'Amministrazione, degli
amministratori pubblici, perché se diventiamo noi coloro che in qualche misura
rifiutano il dialogo, io credo che sia difficile chiamarci sia Partito Democratico sia Città
dei diritti di tutti e di tutte.

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
La parola al Consigliere Grimaldi.

GRIMALDI Marco
Intanto vorrei fare una precisazione. Come è venuta fuori questa cosa? Semplicemente,
dei cittadini hanno fotografato questo annuncio, questo dibattito e hanno chiesto ad altri
cittadini - fra i quali anche molti Consiglieri che erano presenti su un social network,
quindi su una rete semipubblica, in cui molti di noi hanno la possibilità di accedere,
sociale - se fosse normale, se noi ritenevamo fosse normale che in una scuola della città
di Torino, lasciamo perdere se convenzionata, pubblica, paritaria, in una scuola della
città di Torino - poi abbiamo indagato dopo che era una scuola convenzionata - fosse
normale affrontare il tema delle famiglie e dell'omosessualità in questo modo.
Consiglieri, mi dispiace, anche se condivido i toni pacati di molti Consiglieri, però,
guardi Consigliere Magliano, non è che qui eravamo davanti ad una conferenza in cui si
discuteva una posizione, anche legittima, contraria al riconoscimento delle coppie civili,
dei matrimoni omosessuali, dell'adozione. No, non stavamo parlando di questo tema,
stavamo parlando di una cosa che le descrivo così: "La paura e l'avversione nei
confronti dell'omosessualità e di persone gay, lesbiche, bisessuali, transessuali basate
sul pregiudizio". Si chiama pregiudizio e si chiama omofobia. E si chiama omofobia, in
quanto l'Unione Europea la considera analoga al razzismo e alla xenofobia, Consigliere
Magliano, e la invito ad ascoltarmi dai suoi banchi, come io l'ho ascoltata.
E guardi, continuate a non capire la differenza, perché spesso, a differenza del
razzismo… (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Sì, credo che non la capiate, e lo
dico al Consigliere Magliano. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). No, guardi, noi
avremo idee diverse sui matrimoni omosessuali, sulle adozioni, sulle coppie civili, ma
in un Paese democratico non dovremmo avere idee diverse sull'omofobia. E per
intenderci, accettare che in una scuola qualcuno parli di legalizzazione della
omosessualità, legalizzazione, oppure sostenga, come sostiene la dottoressa Atzori,
credo non sia ragionevole negare che nei Paesi dove è avvenuta la normalizzazione
dell'omosessualità, e quindi in qualche modo la depatologizzazione intesa così come
equiparazione, un modo di essere con un altro, i risultati sanitari sono stati devastanti.
Anzi, si dice che normalizzare l'omosessualità, non ha fatto altro che incrementare le
malattie e addirittura i comportamenti cosiddetti esplorativi.
Guardate, se questa professoressa fosse stata invitata in un panel con altri interlocutori,
in cui si ragionava sulle varie posizioni in campo, probabilmente in effetti non ci
sarebbe stato questo grande ostruzionismo e questa stigmatizzazione e la richiesta di
sospendere. Ma guardate che la relatrice era unica, e in più in un dibattito in cui si
spiegava che l'ideologia gender era quella che attaccava i presupposti della famiglia,
con lo stesso spirito della dottoressa Atzori, che dice che è quella che contagia
nell'Occidente democratico la famiglia tradizionale.
Consiglieri, non prendiamoci in giro, la verità è che l'omofobia, a differenza del
razzismo e del sessismo, oggi in Italia spesso è travestita da valori tradizionali, perché -
diciamoci la verità - ma se in una scuola ci fosse un dibattito sul non superare la Bossi-
Fini, e come unico relatore un professore che ci spiega che quel tipo di etnia è non solo
minoritaria, ma è patologica, genera malattie, che quel tipo di etnia genera in qualche
modo infezioni e attacca i valori della famiglia tradizionale o della comunità
occidentale, che cosa avremmo detto? E se al posto dell'etnia avessimo messo, che ne
so, facciamo un esempio, la comunità ebraica? Ma come mai sul razzismo o sul
sessismo non è più accettato questo tipo di discriminazione e sull'omofobia sì? Lo è,
perché c'è ancora una parvenza di valori tradizionali, che cercano di non mettere in
campo delle risposte alternative a questo odio che, secondo me, dovrebbe essere
irrazionale, ma che se professori, quindi persone che tra l'altro stanno dentro delle Asl
pubbliche razionalizzano, non solo si chiamano fuori dall'ordine, ma credo che in
qualche modo non facciano del bene alla comunità che pensa, legittimamente, di non
riconoscere i diritti a quelle famiglie. Quindi cosa ancora diversa dal tema che abbiamo
affrontato. E credo che in qualsiasi scuola pubblica, laica, plurale, paritaria e non
paritaria, questo tipo di argomento deve essere preso come primo punto, perché la
Costituzione vale per tutti, a prescindere da una convenzione.

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
La parola al Consigliere Centillo.

CENTILLO Maria Lucia
Anch'io, brevemente, voglio portare all'attenzione dell'Aula alcune riflessioni e
l'argomento, che, così come è stato trattato dall'Assessore Curti, è dal mio punto di
vista assolutamente condivisibile. Ritengo che affrontare la questione soltanto parlando,
però, di un episodio, per quanto sia sgradevole ed inaccettabile che in una scuola, che ha
determinate caratteristiche, si possa pensare di avere incontri che hanno, per certi versi,
un approccio antistorico, antiscientifico, a mio parere è necessario intervenire affinché
ciò non succeda; non succeda in quel modo, non succeda in quei termini e con quelle
caratteristiche. Quindi, ha fatto bene chi ha voluto sollevare questo problema, la cui
informazione, come ricordava poc'anzi il Consigliere Grimaldi, nasce da Facebook.
Io, però, vorrei invitare tutti a riflettere sul fatto che Torino, Città dei diritti, capitale dei
diritti, strutturata da anni in modo che la Città sia in grado di promuovere iniziative
positive, sia una Città che consideri l'omofobia una cosa contraria al suo DNA,
insomma, la Città di Torino si ritrova ormai in più circostanze non scevra da problemi
di tipo omofobo.
Anch'io voglio esprimere solidarietà alla persona che solo ieri, l'altro ieri mi sembra, ha
voluto denunciare cosa le è successo; io so che è un militante della destra, non per
questo non mi riguarda, ma anzi, voglio assolutamente esprimere solidarietà.
Voglio ricordare a tutti che questo Paese ancora non ha una Legge contro l'omofobia,
ancora non ha una legislazione a tutela delle unioni civili, cioè abbiamo una situazione
in cui c'è ancora molta strada da fare, e Torino, ripeto strutturata contro l'omofobia, sia
all'interno delle politiche della Città, sia nella rete delle associazioni, del mondo di cui
fa parte la nostra Città, si ritrova a fare i conti con una serie di episodi che saranno
anche numericamente inferiori a quelli di altre grandi Città, però evidenziano la non
immunità di Torino da questi problemi.
Per cui, siccome io credo che spesso per nostro modo di fare politica, conti certe volte
più il titolo di giornale, più la notizia, più l'immagine del contenuto, io credo sarebbe
bene non continuare ad accendere i riflettori su questa vicenda, che mi pare si sia nei
fatti dibattuta e risolta, ma non spegnere i riflettori sul problema, trovando nei lavori
delle Commissioni Consiliari quegli approfondimenti che permettano di audire le
associazioni, di audire tutti coloro che riterremo di poter audire, per lavorare affinché
quelli che sono gli atti di indirizzo, le mozioni che questa Città ha votato, quelli che
sono anche gli strumenti che questa Città si è data, tutti quelli che operano all'interno,
piuttosto che; addirittura il Festival del cinema gay è il secondo al mondo. Io credo che
questa caratteristica la Città la debba conservare come una risorsa per tutti e non cadere
in un livello, che è quello dell'affrontare una singola questione, per quanto questa
questione sia stata sbagliata, io credo che abbia rischiato di procurare molti danni anche
a chi crede nella necessità di una politica contro l'omofobia. Credo che questa vicenda,
così come è stata gestita, non abbia aiutato tutti ad andare in quella direzione, quindi io
chiedo che si possa approfondire in Commissione.

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
La parola al Consigliere Appendino.

APPENDINO Chiara
Intanto mi unisco a molti interventi, a partire da quello del Consigliere Grimaldi e del
Consigliere Centillo; non li ricordo tutti, però molte cose sono state dette e mi unisco
anche a quanto ha detto l'Assessore Curti, e ripartirei proprio da lì, cioè dal fatto che
tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla Legge, senza
distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinione politica, di condizioni
personali e sociali, e in parte rispondo ad un quesito che poneva il Consigliere Marrone:
è pleonastico dirlo, ribadirlo? Io credo e temo di no. Come anche tanti Consiglieri
hanno detto prima di me, penso di poter, in qualche modo, anche ribadire quello che
esprimevano anche loro, lo dico con estrema tristezza e amarezza e anche - forse lo
diceva anche il Consigliere Centillo - facendo riferimento a quello che oggi non è stato
fatto, con una sorta di senso di impotenza verso un Paese che ad oggi è ancora non
indietro, ma indietrissimo, sia culturalmente, sia politicamente, su un tema che è tanto
importante. Se guardiamo gli altri Paesi, anche solo quelli europei, noi siamo anni luce
indietro.
Quindi, sono contenta del fatto che Torino - e non parlo tanto della politica, bensì
proprio anche grazie agli strumenti che ci sono oggi, tipo Facebook, e ed altri strumenti
che sono accessibili a tutti - si è ribellata a quello che, come l'ha definito anche il
Consigliere Grimaldi,- secondo me è l'ennesimo - e qui parlo a titolo personale -
episodio di omofobia ammantato di cultura. Di questo stiamo parlando.
Il Consigliere Grimaldi parlava di valori, di tradizioni; io, invece, dico proprio che è un
valore, in qualche modo un episodio di omofobia ammantato di cultura. E lo dico
perché lo sappiamo tutti - l'hanno detto anche altri Consiglieri prima di me - che
l'omofobia non è solamente un episodio di violenza fisica nei confronti di qualcuno, ma
è la costruzione sociale di pregiudizi pseudo scientifici - anche il Consigliere Viale
faceva riferimento a questo - che portano a considerare l'omosessualità una patologia
medica, o forse anche sociale, poco importa, la differenza in realtà è molto sottile.
Quindi da questo ragionamento poi discende che possa essere in qualche modo curata, e
la cosa che a me fa più effetto, è che comunque molto spesso si sente dire che esistono
coppie, amori di serie A, quelli delle coppie eterosessuali, e invece amori e coppie di
serie B, gli altri, che il massimo che possiamo fare, se siamo bravi, è tollerarli.
Io sinceramente, come ha detto anche l'Assessore Curti, ringrazio in particolare gli
studenti del liceo Faà di Bruno che hanno avuto il coraggio - l'ho letto oggi sui giornali
- di distinguere il vero e il giusto dal falso e dal pregiudizio. Ho apprezzato molto la
loro lettera.
E personalmente, a differenza di quanto hanno detto alcuni Consiglieri
dell'opposizione, mi sento di dire che non è censura preventiva e secondo me non è
assolutamente in discussione la libera espressione del pensiero. Ma questi sono - e io
sono contenta, ribadisco, che sia partita dalla società civile - gli anticorpi di una società
viva, e ne sono contenta, che combatte tutte le discriminazioni, in qualsiasi forma esse si
mostrino. E su questo devo dire che Torino ha dato un'ottima risposta.
Però, fatte queste premesse, io vorrei fare un ragionamento con voi, in particolare con i
Consiglieri di maggioranza e fare uno sforzo di fantasia, e tornare indietro di qualche
settimana, per non dire qualche mese. Facciamo finta che tutto ciò fosse accaduto nel
mese di settembre. Veramente pensate, io mi sono posta la domanda, poi ovviamente è
facoltà vostra porvela e se volete rispondere oppure no, voi pensate veramente che se
questo fosse accaduto una settimana fa, due settimane fa, un mese fa, quel milione e
mezzo, io non voglio ricordare qui la discussione che è stata fatta in Aula, penso, anzi,
sono certa di essere l'unico Consigliere, con il mio Gruppo, che è intervenuta in
dissenso rispetto all'emendamento, voi pensate veramente che senza alcuna discussione
con così tanta leggerezza, senza grandi rancori, quell'emendamento che integrava per
un milione e mezzo quel fondo, sarebbe passato?
Nessuno di voi si sarebbe posto - pongo le domande, non è provocazione la mia, è solo
un ragionamento, l'avevo fatto anche in quella sede - nessuno di voi si sarebbe posto il
problema di andare a finanziare un sistema, e qui non parlo della scuola Faà di Bruno,
parlo in generale del sistema, questo l'abbiamo posto anche in altre situazioni, un
sistema che comunque nei comunicati ufficiali sta di fatto difendendo delle posizioni
che non sono né laiche, evidentemente non sono laiche, e a mio avviso non sono
neanche di accoglienza. Questo evidentemente è un mio pensiero personale.
Quindi io sinceramente penso che la domanda ce la dovremmo porre. Non so con che
tempi, mi rendo conto che non si possa pensare dall'oggi al domani di passare da un
sistema in qualche modo misto ad un sistema interamente pubblico, però penso che la
domanda ce la dovremmo porre. E il ragionamento sarebbe lungo. E questa
evidentemente non è la sede, magari lo faremo in Commissione.
Ma io spero, sinceramente, che questo episodio insegni a tutti noi che il ruolo dell'Ente
pubblico non è solamente quello di finanziare chi fa la voce più grossa - e vi ricordo
quanto detto in Aula - ma evidentemente di perseguire gli interessi e i valori generali,
tra i quali - e qua mi sembra che siamo tutti d'accordo - l'omofobia evidentemente non è
compresa.
È fondamentale che le Istituzioni, quindi, prevengano e contrastino la discriminazione
ad ogni livello e con ogni mezzo, anche attraverso la concessione di contributi
economici. Quindi io concludo facendo ovviamente un appello, mi auguro che questa
discussione non finisca qui con i titoli di giornale; io ritengo che non sia un caso isolato,
nel senso che se ci si deve porre - in questo senso non condivido quanto scritto nelle
comunicazioni del Sindaco - la domanda che io vorrei l'Aula si ponesse del sistema
misto o pubblico, si facesse evidentemente fuori dai titoli di giornale, nelle
Commissioni apposite e si potesse riprendere la discussione.

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
La parola al Consigliere Curto.

CURTO Michele
Io vorrei cominciare con il ringraziare la Giunta. Chi oggi ha parlato a suo nome, lo ha
fatto per il Sindaco, lo ha fatto per le diverse deleghe che sono affidate agli Assessori, lo
ha fatto, secondo me, benissimo nella voce e nelle parole dell'Assessore Ilda Curti,
perché questo secondo me fa recuperare alla nostra Città quel ruolo che a fatica si è
conquistata in questi anni, nel cercare quotidianamente al di fuori dei titoli dei giornali,
nell'attività quotidiana di costruzione di relazioni con tutti i mondi, non solo con i
mondi dell'associazionismo LGBT, ma anche con i mondi che possono pensarla
diversamente, di costruire dei punti di avanzamento.
Poi vorrei ringraziare anche questo Consiglio Comunale nelle diverse sfaccettature,
perché è chiaro che questa richiesta di comunicazioni al Sindaco voleva generare una
reazione, perché questo deve essere. Di fronte al razzismo - lo diceva prima il
Consigliere Grimaldi - di fronte al sessismo e a maggior ragione di fronte all'omofobia
che non ha strumenti legislativi per ora previsti, è chiaro che deve essere la comunità
civile, la comunità politica e la comunità sociale a reagire, perché se no chi reagisce?
E io non posso che dire di essere soddisfatto dalla reazione complessiva, non solo da chi
è stato d'accordo con me in questa reazione, ma da chi, anche, non è stato d'accordo
con me. Anzi, forse a maggior ragione.
Ringrazio lo scomposto, disordinato, direbbe la Preside del Faà di Bruno, Consigliere
Viale, ringrazio soprattutto il Consigliere Magliano, che mi ha ricordato anche
discussioni vecchie di anni, ma che secondo me ha centrato il punto.
Allora, partiamo dal dirci su cosa verteva questa discussione. Verteva sul sistema
convenzionato della F.I.S.M.? Io penso di no, anzi, penso che il sistema della F.I.S.M., e
lo voglio dire qui, ho provato a dirlo in questi giorni, è stato il primo a rispondere con
precisione e puntualità. Io non sono d'accordo al finanziamento alle scuole private, non
lo sono da oggi, il Consigliere Magliano lo sa, ci siamo conosciuti e confrontati e
scontrati a partire da questo; non lo ero quando il Ministro Berlinguer introdusse il
finanziamento alla scuola paritaria, ed era un Ministro del centrosinistra, e gli protestavo
contro; non lo ero quando il centrodestra in Consiglio Regionale propose il buono
scuola, e non sono particolarmente d'accordo neanche al sistema integrato di cui parlava
prima il Consigliere Cassiani. Ma non posso non riconoscere due cose.
La prima, che quel sistema oggi ci permette di fornire posti a tutti i bambini di Torino,
cosa che, diversamente, non potremmo fare. La seconda, che non è questo il momento
di discuterne, perché se ne discutessimo oggi, sì, creeremo una strumentalità a sfavore
di un soggetto che legittimamente agisce nella nostra Città e lo fa dignitosamente, anzi,
bene. Anche vista la reazione che immediatamente questo soggetto ha messo in campo
di fronte a quello che era un episodio omofobo, che si insinuava nelle pieghe delle
proprie vesti, anche se in questo caso si tratta di vesti clericali.
A rispondere bene, secondo me, è stato anche, devo dire, il mondo cattolico. L'ha fatto
l'Arcivescovo Nosiglia, e io non lo devo né parafrasare, né richiamare, non ho bisogno
di richiamare papi e a papismi, ma devo riconoscere che il mondo cattolico sta
segnando, anche se faticosamente e chiaramente con un travaglio nella discussione
interna, un costante avanzamento su questi temi.
Io mi auguro un avanzamento che li porti ad un disallineamento diverso da quando, nel
1974, la Democrazia Cristiana e la Chiesa italiana si schierarono contro l'istituto del
divorzio, e poi scoprirono che il Paese era già da un'altra parte. Mi sembra che ci sia
uno sforzo serio da questo punto di vista. E anche questa volta c'è stata una presa di
posizione seria.
Non stiamo, secondo me, parlando - e lo dico con chiarezza, Colleghi - neanche
dell'Istituto Faà di Bruno, di cui peraltro io sono stato anche uno studente negli anni
delle medie. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). …sembra incredibile, posso
esibire l'attestato, non ci posso fare niente. Posso esibire l'attestato. Ma poco importa.
Non lo è stato, perché guardate che i genitori della Faà di Bruno a poche ore dall'aver
essi stessi scoperto di essere stati usati ed utilizzati in quella che era un altro tipo di
discussione, hanno capito che veniva messo a repentaglio il loro modello educativo che
non finisce qui, e non è iniziato qui, perché il modello educativo, e per chi lo conosce,
lo sa, che affonda nella storia di questa Città, nella storia dei cosiddetti santi sociali, il
cui beato Francesco Faà di Bruno è uno degli illustri rappresentanti. E non lo è, e devo
dire li cito per ultimi, perché sono quelli che in questa discussione meritano
probabilmente il plauso generale, per gli studenti...
No, Presidente, sono quattro e cinquanta, mi permetta di intervenire...

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
I Consiglieri del suo Gruppo sono già...

CURTO Michele
Guardi, è successo per tutti i Gruppi, Presidente, per tutti i Gruppi, per cui non faccia...

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
Ma io la invito a concludere lo stesso.

CURTO Michele
E io vado avanti. Abbia pazienza. Credo che questa argomentazione non valga neanche
soprattutto per gli studenti della Faà di Bruno, che hanno dato a tutti quanti noi, se era
necessario, una grandissima lezione di libertà, di indipendenza di pensiero e di forza
d'animo, perché hanno spiegato come l'omofobia si combatte con la relazione, la
costruzione di corpo sociale e la costruzione di senso.
Allora chi riguarda questo argomento? Perché se no staremmo veramente facendo solo
un teatrino. Dico solo, perché c'è sicuramente un elemento, Consigliere Marrone,
almeno questo gliene devo dare atto, riguarda chi invece ha deciso di costruire una
strumentalità. Sono stati gli scriventi Consiglieri Comunali? No! Io non penso.
Guardate, non è neanche, e parto da qui, la dottoressa Atzori. La dottoressa Atzori sta
alla comunità medica come gli storici revisionisti stanno alla comunità degli storici. E
questo lo sanno tutti. Tutti i suoi colleghi.
Io ricordo qualche anno fa, ne discutevamo proprio con il Consigliere Magliano, ricordo
allora, c'era uno storico di Torino, un insegnante di storia, si chiamava credo
Pallavidini, sono andato a recuperarmi il nome, del Cavour; era un revisionista aperto,
alcuni dicevano una parafascista, altri dicevano un estremo comunista, io penso fosse
semplicemente un razzista, chiarissimo, e insegnava nella scuola pubblica, il soggetto, e
ricordo che il movimento studentesco di questa Città chiese che quel soggetto non
potesse più insegnare nella scuola pubblica. Io sì, a partire da un convincimento, che la
libertà d'espressione va sempre tutelata, ma che esiste uno spazio pubblico che è la
scuola, e quello spazio pubblico va tutelato da chi vuole violare i diritti fondamentali, e
in questo caso i diritti delle persone. E quei diritti fondamentali delle persone, che voi lo
accettiate o no, che siate arrivati al punto o non ancora, riguardano sicuramente il diritto
di scelta e orientamento sessuale, e l'omofobia è la negazione di questo diritto
fondamentale. E finché la signora Atzori verrà invitata in una scuola ad intervenire
senza contraddittorio, questo violerà i diritti fondamentali di una parte significativa di
questa Città. E a tutte le scuole private, pubbliche, convenzionate, finanziate o meno,
deve essere chiesto non solo di accogliere tutti i bambini, ma di essere accoglienti per
tutti i bambini e per tutte le loro famiglie.
Questo è stato il punto che noi abbiamo sottolineato, e questo punto finisce chiaramente
in una strumentalizzazione politica che riguarda la Preside... (INTERVENTO FUORI
MICROFONO). No, non riguarda voi, non riguarda la Chiesa di questa Città, non
riguarda le F.I.S.M., non riguarda noi, non riguarda il Comune di Torino, riguarda chi
ha voluto abusare del proprio ruolo; la Preside di quella scuola, suo marito che non
viene mai citato, quella sì è la vera coppia di cui dovremmo discutere, e la
strumentalizzazione che si sta cercando di fare di questo caso. Torino non ci sta, e io
ringrazio la nostra Giunta e il nostro Comune per avere dato oggi una risposta
autorevole.

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
La parola al Consigliere Bertola.

BERTOLA Vittorio
Cercherò di essere il più breve possibile, partendo comunque dalla considerazione ovvia
che le teorie della dottoressa Atzori non hanno alcun fondamento scientifico e non sono
accettabili. Non so se derivino da un suo pregiudizio, dalla sua omofobia, ma senz'altro
un ambiente che le propone e che le spinge, ha un pregiudizio e ha una omofobia di
fondo che purtroppo si riscontra spesso, in una parte, però, del mondo cattolico, perché
io credo che il Cattolicesimo sia, come tutte le religioni, una religione che insegna
l'amore ed il rispetto per gli altri, e non insegna l'odio e la discriminazione. Almeno
così dovrebbe essere.
Però penso che sia sbagliato anche che la politica intervenga e cerchi di dire che cosa si
può e che cosa non si può dire in un incontro pubblico. Quando la politica entra a piedi
uniti, peggio ancora, cerca di entrarci la Legge nella libertà di espressione delle persone,
di solito fa male, ma fa male anche perché di solito è controproducente rispetto agli
obiettivi che si vogliono ottenere, nel senso che poi si crea, in quelli che si sentono
censurati, un vittimismo che ci porta a dire: ecco, c'è sicuramente un complotto, un
qualcosa che ci vuole impedire di esprimerci, allora vuol dire che la nostra condizione
in realtà è importante e vera, eccetera. Si crea un vittimismo, un complottismo che alla
fine rinforza queste convinzioni; io l'ho visto spesso, fra l'altro anche in alcune
discussioni nel mio ambiente, per cui io sono assolutamente contrario. Credo che le
uniche cose che debbano essere illegali e non si debbano dire siano le minacce vere e
proprie, l'istigazione alla violenza diretta, e questo sicuramente non è ammissibile, ma
credo anche che la stessa scienza procede, per ipotesi successive ed è persino successo
tante volte che teorie che sembravano completamente antiscientifiche e completamente
infondate, si siano poi rivelate vere, e abbiano sovvertito completamente le credenze
scientifiche fino alla sovversione successiva. Quindi, sarei molto preoccupato di un
mondo in cui non si potesse dire nulla che non sia già dato per assodato da tutti.
Però credo che invece lo scenario proprio, dove la politica si debba confrontare, sia un
altro: sia quello proprio delle decisioni amministrative. Allora, credo, che questo sia
effettivamente un problema, perché il problema di fondo sia il fatto che noi comunque
abbiamo un sistema che finisca per spedire, inviare, incoraggiare una parte dei nostri
bambini ad andare in questo sistema scolastico gestito, che non è tutto così, perché non
è che tutte le scuole cattoliche insegnino queste cose, anzi, probabilmente questo è un
caso particolarmente eccezionale, però sicuramente è un sistema che ha un'educazione
che non è laica.
Allora io vorrei ritornare a quello che prevede l'articolo 33 della nostra Costituzione,
che saggiamente dice che chiunque può creare un istituto educativo, ma questo deve
avvenire senza oneri per lo Stato. Invece, qui tutta l'Aula, tranne noi sostanzialmente,
soltanto una settimana fa votava un emendamento che ha assegnato un milione e mezzo
di Euro a queste scuole, dicendo: lo facciamo per dare ai bambini la possibilità di avere
un posto, visto che nelle scuole pubbliche non ce n'è abbastanza. Ma forse se quel
milione e mezzo di Euro invece di darlo alle scuole private, lo investissimo
nell'educazione pubblica, in un'educazione moderna, laica che invece sta morendo per
mancanza di risorse, allora avremmo la possibilità di dare a tutti i bambini
un'educazione che non sia dipendente dalle credenze, ma che sia garantita dallo Stato
nell'essere rispettosa di tutte le diversità e rispettosa dei diritti di tutti.
Allora credo che sia questa la riflessione che io chiedo, in particolar modo alla
maggioranza, ma comunque a tutto il Consiglio Comunale, cioè che una cosa sia la
libertà di espressione e una cosa sia l'educazione. Una cosa è l'educazione privata, che
deve avvenire senza oneri per lo Stato, liberamente; se una famiglia decide di impartire
una educazione di un certo genere, ma senza che questo sia sovvenzionato dalle casse
pubbliche, e una cosa è l'educazione pubblica; quella sì, è tenuta a garantire il rispetto
dei diritti di tutti, delle opinioni di tutti e delle credenze di tutti.
Allora forse è qui che si è creato questo problema, perché credo che ci sia comunque
un'incoerenza di fondo nell'aver votato una settimana fa uno stanziamento così
consistente, trovando questi soldi dopo che c'era stato detto che nel Bilancio non c'era
più niente per nessuno, e poi una settimana dopo venire a lamentarsi che i bambini che
abbiamo inviato lì, potrebbero, con questa stessa decisione, poi subire un'educazione
che non è quella laica.

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
La parola al Consigliere Tronzano.

TRONZANO Andrea
Guardi, il mio intervento non vuole partire dalla questione omosessualità, omofobia,
perché credo che questo sia un tema che questa sera sarebbe stato da escludere, in
quanto le situazioni che si verificavano all'interno di questo convegno, sono tutte ancora
da verificarsi. Quindi noi abbiamo parlato di una situazione, che preventivamente noi
abbiamo censurato, di una situazione che preventivamente noi abbiamo definito,
abbiamo predeterminato secondo il normale concetto di Stato etico dei comunisti che
albergano in questa Sala, e abbiamo avuto l'improntitudine di costringere una parte a
dover... Presidente, parlo con lei, visto che lei rappresenta tutti, parlo con lei, perché non
voglio parlare, perché non capiscono. Loro non capiscono! Il Consigliere Grimaldi non
capisce quello che noi diciamo e noi non capiamo la sua lingua, pertanto non voglio
neanche parlare con il Consigliere Grimaldi.
Io voglio parlare con lei, voglio parlare con il Gruppo dei Moderati, che vorrei capire se
sono in quest'Aula e se ogni tanto esprimono una posizione su concetti fondamentali
della nostra società; voglio parlare con le persone moderate all'interno di quest'Aula
che fanno parte del PD, che magari vogliono esprimere una posizione che non sia
sempre quella soltanto dell'assediamento, dell'arroccamento sul potere e sulla divisione
dei poteri o sull'interesse individuale, ma finalmente sull'interesse collettivo di una
società che forse dipende anche dalle nostre azioni. Io parlo a loro, perché ai Consiglieri
Grimaldi, Curto e Cassiani, quelli che hanno firmato questa lettera, non voglio parlare.
Non mi interessa, tanto non capiscono. Allora voglio parlare a queste persone.
Non voglio neanche parlare all'Assessore Curti, non voglio parlare a Marta Levi.
Voglio parlare invece all'Assessore Tisi, che rappresenta una parte importante di questa
Città. Non so se a voi - la parte a cui voglio parlare, e non ai Consiglieri Grimaldi e
Curto - sfugge il tema che a questi comunisti, o chiamiamoli nazisti della
mobilizzazione minoritaria, sono nazisti, non so se non vi sfugge il fatto che non basta
mai...

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
La invito a moderare i termini.

TRONZANO Andrea
Sì, perché lei non ha... (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Sì, lo dico a lei!
Perché lei non ha avuto la capacità...

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
Invito a moderare i termini.

TRONZANO Andrea
Presidente, sto parlando. Lei non ha avuto la capacità, caro Consigliere Grimaldi, di
ascoltare quello che le ha detto il Consigliere Magliano. Lei non ha avuto la capacità di
ascoltare quello che le ha detto il Consigliere Magliano. Lei è un nazista!

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
Consigliere Tronzano, la invito a moderare le parole.

TRONZANO Andrea
Presidente, lui non ha avuto la capacità di ascoltare il messaggio del Vicepresidente
Magliano.

CASSIANI Luca
Tu sei un cretino, invece!

TRONZANO Andrea
E a loro non basta mai. A loro non basta mai! D'accordo?!
Questo primo atto, Presidente, che è quello di non aver capito il messaggio del
Consigliere Magliano, è un fatto assolutamente grave. Voi, che siete professionisti della
libertà, della eleggibilità democratica, voi, che siete i professionisti del confronto
democratico, voi SEL: io, infatti, non voglio parlare a voi, voglio parlare agli altri, a
quelli moderati. Presidente, voglio parlare ai signori moderati, ai signori che ragionano
come noi, nel senso che si possono confrontare su dei temi sensibili...

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
La invito a concludere, Consigliere Tronzano.

TRONZANO Andrea
Le volevo ricordare che le posizioni - lo dico ai Moderati - che non convincono, le
posizioni che sono al limite delle cose che sono importanti per questa società, sono
censurate preventivamente. E poi, lo dico sempre ai Moderati e a coloro che del PD
sono attenti a queste convinzioni, il fatto che abbiamo purtroppo costretto, ed è questo il
fatto grave, Presidente, abbiamo costretto un'associazione a non fare un convegno sulla
presunzione che si sarebbe parlato contro l'omosessualità, si sarebbe parlato
dell'omosessualità come malattia. In realtà abbiamo soltanto presunto questo fatto, ma
abbiamo costretto e abbiamo insegnato o inculcato il terrore nei confronti di queste
persone che sono state costrette, ed è per questo che li definisco nazisti, sono state
costrette...

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
La invito di nuovo a mantenere un contegno.

TRONZANO Andrea
Presidente, lo dico perché loro dicono di tutto. Queste persone sono state costrette a
rinunciare a fare il loro convegno. Questo che cos'è, secondo lei, se non
veterocomunismo o nazismo? Me lo spieghi lei. Se voi ci dite che noi siamo delinquenti
va tutto bene; se ci dite che siamo fascisti va tutto bene; se noi vi diciamo che siete
nazisti o comunisti non va più bene. Due pesi e due misure, come al solito.
Poi, Presidente, lo sfascio della politica sa da cosa è determinato? Dall'incapacità da
parte di questi signori, che sono i moderati della sinistra, di indignarsi di fronte alla
situazione che si è verificata oggi, perché con l'ammanto della parola omofobia, della
parola drammatica dell'omofobia che oggettivamente è da contrastare in assoluto,
abbiamo impedito la libertà di espressione, la libertà di aggregazione che sono sancite
dalle convenzioni universali, che sono sancite dalla nostra Costituzione e abbiamo fatto
una censura preventiva, Presidente.
Lo sfascio della politica deriva proprio da questo, dal fatto che questo dibattito è stato
ancora una volta monopolizzato dai comunisti e i moderati del PD o i moderati di questa
Sala non sono in grado, non hanno detto nulla. Hanno parlato di omosessualità o di
omofobia, ma sul fatto che siano state costrette delle persone, per paura, a rinunciare a
fare un convegno, di questo non ha parlato nessuno. Ed è questa la forza che noi
dobbiamo avere e che non rinunceremo, perché noi sappiamo di essere maggioranza in
questo Paese nei confronti della libertà di espressione, e lo sappiamo con nettezza e non
ci faremo annichilire da coloro che continuano a dire che la censura preventiva è giusta,
perché in questo convegno si sarebbe forse parlato di omofobia. Forse.
Non ci arrenderemo a queste cose. Noi la libertà di espressione la difenderemo fino in
fondo, Presidente, perché siamo convinti che questa sia una democrazia e non saremo
noi ad essere atterriti dalle parole.
Noi, se fossimo una Città intelligente, Presidente, concederemmo la possibilità e
diremmo a queste persone: fate il convegno, e un'altra associazione organizzi pure un
convegno all'interno della Faà di Bruno che parli delle cose di cui loro vogliono parlare,
ma non costringere queste persone, per paura, Presidente, cose che si verificavano solo
in tempi che non vorremmo più vedere, per paura, a rinunciare a fare questo convegno.

LEVI Marta
Per fatto personale, Presidente.

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
Procediamo a pagina 15...

LEVI Marta
Presidente, per cortesia! Per fatto personale!

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
No, scusate, fatto personale a chi?

LEVI Marta
A me, Presidente.

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
Abbiate pazienza, le comunicazioni...

LEVI Marta
Presidente, dà il fatto personale per qualsiasi cosa...

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
La parola al Consigliere Levi.

LEVI Marta
Porca miseria! Certo che intervengo per fatto personale, perché non so se vi è chiaro...

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
Prima per fatto personale, e poi il Consigliere Liardo potrà intervenire.

LEVI Marta
Io non so che cosa passa per la testa al Consigliere Tronzano, ma il nazista, per me,
Marta Levi, è un insulto, ed è l'insulto più grave, caro Consigliere Tronzano, e glielo
posso dire? Lei è una testa di cazzo!

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
Abbiate pazienza, io comprendo tutto, però non si usa questo linguaggio!
(INTERVENTI FUORI MICROFONO).

LEVI Marta
Presidente, mi sbatta fuori dall'Aula!

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
Dichiaro concluse le comunicazioni.

ORATORE
Presidente, io voglio acquisire il verbale delle cose che ha detto il Consigliere Tronzano.
Subito, però!

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