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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 23 Settembre 2013 ore 10,00
Paragrafo n. 28
DELIBERAZIONE (Giunta: proposta e urgenza) 2013-03524
INDIRIZZI PER L'ESERCIZIO 2013 DEL SISTEMA TARIFFARIO DEI SERVIZI EDUCATIVI ED APPROVAZIONE QUOTE E TARIFFE PER L'ANNO SCOLASTICO 2013/2014.
Interventi

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
Passiamo all'esame congiunto della proposta di deliberazione n. mecc. 201303524/007,
presentata dalla Giunta Comunale in data 6 agosto 2013, avente per oggetto:

"Indirizzi per l'Esercizio 2013 del sistema tariffario dei Servizi Educativi ed
approvazione quote e tariffe per l'anno scolastico 2013/2014".

della proposta di mozione n. mecc. 201304289/002, presentata dal Consigliere Marrone
in data 23 settembre 2013, avente per oggetto:

"Accompagnamento alla deliberazione mecc. 201303524/007. Borsellino elettronico
subito anche in scuola d'infanzia e primaria".

e della proposta di mozione n. mecc. 201303444/002, presentata dai Consiglieri
Appendino e Bertola in data 15 luglio 2013, avente per oggetto:

"Sfiducia all'Assessore Pellerino"

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
Comunico che in data 13/09/2013 la competente Commissione ha rimesso il
provvedimento in Aula.
Prego, Assessore Pellerino. Vi sono anche i suoi emendamenti. Se vuole già illustrarli.
(INTERVENTO FUORI MICROFONO). Viene chiesto di discutere congiuntamente gli
emendamenti. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Allora, per quanto riguarda le
proposte di mozione siamo d'accordo, perché era già deciso. Riguardo agli
emendamenti, se c'è l'accordo... (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Intanto,
continuiamo così, perché alcuni sono accorpati e per il resto vedremo.
La parola all'Assessore Pellerino.

PELLERINO Mariagrazia (Assessore)
Intanto, si tratta di un provvedimento deliberativo, che viene proposto oggi all'Aula, che
è stato anche oggetto di ampia discussione nella Commissione Consiliare competente,
oltre che discussione partecipata ed allargata anche alle forze sociali; infatti, come
sapete, abbiamo anche incontrato i rappresentanti dei sindacati confederali, con cui,
comunque, sempre, in occasione dell'approvazione dei nuovi tariffari, ci confrontiamo.
Quello che mi preme dire, come premessa e introduzione a questo provvedimento
deliberativo, è che questa è una delle tante decisioni necessitate e che questa
Amministrazione non avrebbe certamente voluto intraprendere, cioè quella di andare a
rincarare - sia pure di poco e anche, ovviamente, rispettando quelli che sono i criteri di
progressività nell'imposizione tariffaria, ma che comunque non avremmo voluto ancora
proporre come intervento - dei servizi verso una città che, sappiamo, presenta sempre
più numerose condizioni familiari e soggettive di disagio economico.
È un intervento, purtroppo, necessitato dalle necessità di quadratura del Bilancio
comunale e necessitato dalla riduzione ulteriore di risorse, anche a causa - come sapete -
del mancato gettito dell'IMU, che ha duramente colpito i Comuni d'Italia. In questi
giorni, è stato anche denunciato dal nostro Sindaco quale sia la condizione dei Comuni
d'Italia senza l'apporto dell'IMU, o quantomeno il trasferimento compensativo, che era
previsto per Legge, ma che finora è rimasto sulla carta.
Quindi, per le Amministrazioni Comunali, sia per quella di Torino, sia per quelle delle
altri grandi città - dove l'offerta dei servizi educativi, da sempre e storicamente, è
un'offerta significativa, forte e di qualità -, essendo diventato davvero difficile
continuare a mantenere questo sistema di servizi, il ricorso all'aumento tariffario è stato
un intervento necessitato proprio per mantenere questo servizio.
Vorrei, però, ricordare che questa Amministrazione Comunale e questa Giunta ha
sempre posto e ha continuato a porre, in sintonia con quello che è stato l'impegno di
questa Amministrazione Civica anche negli anni passati, la centralità dei servizi
educativi per l'infanzia; in questi due anni, abbiamo esteso l'orario di apertura delle
ludoteche, prevedendo la loro apertura anche al mattino; a settembre, abbiamo aperto un
nuovo nido in corso Bramante e c'è un altro nido in corso di realizzazione nell'area
dell'ex Incet. Abbiamo previsto l'assunzione di personale educativo secondo
quell'accordo sindacale che abbiamo firmato prima dell'estate e, quindi, arriveranno,
dal prossimo anno, nuovi insegnanti, nuove educatrici e anche nuovi assistenti
educativi.
Abbiamo promosso quel percorso partecipativo sui servizi per l'infanzia, che ha proprio
l'obiettivo di andare ad individuare e a condividere degli indicatori di qualità dei servizi
per l'infanzia, e anche una nuova proposta di organizzazione di questi servizi, che sia
più rispondente a quelle che sono le esigenze delle famiglie della nostra città. In molte
altre città d'Italia, ad esempio, c'è un'articolazione di orario, una flessibilità di orario
che certamente rende questi servizi più a misura di quelle che sono le esigenze anche
legate ad un modo di lavorare che oggi è diverso.
Dicevo, quindi, un percorso di condivisione con la Commissione Consiliare. La
deliberazione, rispetto alla sua proposta iniziale, è stata rivisitata. Ci sono due
emendamenti che proponiamo come Assessorato, che sono proprio il frutto di questo
confronto con la Commissione Consiliare e che vanno a tenere in considerazione i
criteri di progressività negli aumenti, ma anche a tener conto di quelli che sono gli
addensamenti nelle varie fasce ISEE. Questo perché, quando la prima proposta di
deliberazione è stata scritta, cioè a fine luglio, voi sapete che è stata approvata da una
seduta di Giunta del 7 agosto, non avevamo a disposizione i dati ISEE necessari e,
quindi, la collocazione nelle rispettive fasce degli utenti, per poter poi valutare quale
sarebbe stato il gettito di questi aumenti.
Verificata la collocazione nelle fasce ISEE, a seguito dell'iscrizione ai servizi (che è
avvenuta in questi mesi e, sostanzialmente, è terminata, anche per quanto riguarda la
scuola dell'obbligo, proprio nei primi giorni di settembre), abbiamo potuto rivedere la
proposta, che è quella che trovate negli emendamenti depositati.
Per quanto riguarda la tariffa dei nidi, vorrei ricordare che quest'anno sono state
introdotte delle nuove fasce ISEE, proprio in omaggio a quel criterio di progressività.
Oggi, abbiamo ben 24 fasce ISEE e la tariffa minima è 53 Euro e la massima è 540
Euro, quindi più di dieci volte tanto.
Quindi, come si vede, credo che questa Amministrazione si sia preoccupata perlomeno
di lanciare un segnale forte ed inequivocabile nella direzione per cui la solidarietà, in
questo caso, viene richiesta a chi ha una disponibilità maggiore.
Ricordo che i nostri nidi sono aperti dalle ore 7.30 alle ore 17.30 o dalle ore 8.30 alle
ore 16.30; anche nei nidi, come nelle scuole dell'infanzia, chi, per ragioni di lavoro,
chiede di poter accedere al servizio sin dalle ore 7.30 del mattino e sino alle ore 17.30
ha questa possibilità. Questo lo dico, perché in altre città d'Italia vi è un'articolazione
del tariffario per fasce orarie di mezz'ora in mezz'ora, secondo cui chi arriva prima, o
esce dopo, arriva a pagare fino a 40 Euro per ogni mezz'ora in più, a partire dalle ore
12.45. Questo avviene, per esempio, a Reggio Emilia, a Bologna e a Firenze, insomma
in molte altre città che con noi condividono la scelta storica, per fortuna, di aver messo a
disposizione dell'infanzia numerosi servizi.
Volevo anche ricordare - e questa occasione mi è gradita anche per fornire delle
informazioni che credo siano preziose anche per la discussione - che questi aumenti,
comunque, portano, come dicevo prima, le tariffe per i nidi da 53 Euro di minima a 540
Euro per coloro che hanno oltre 38.000 Euro di ISEE, che vuol dire più di 76.000 Euro
di reddito. Mentre, invece, in altri Comuni, ad esempio a Reggio Emilia o a Firenze,
andiamo ben oltre, perché si parte da 56 Euro, in un caso, e 65 Euro, nell'altro, e si
arriva a 580 Euro, però con un orario più contenuto rispetto al nostro.
L'aumento va da 5 Euro al mese per la prima fascia a 19 Euro per la fascia massima.
Avremmo voluto non prevedere degli aumenti per le fasce più basse per quanto riguarda
i nidi; non abbiamo potuto farlo perché, come sapete, nelle due fasce più basse si
colloca circa il 33% dell'utenza e questo in ragione dei criteri di accesso al nido, che
vedono il criterio economico come ultimo criterio, perché è privilegiata la famiglia
monogenitoriale, oppure i genitori che non hanno un'attività lavorativa.
Questo fa sì che chi accede ai nostri servizi - parlo del nido - abbia un gettito ISEE
molto ridotto; lì si concentra la maggior parte della nostra utenza e, necessariamente,
quindi, occorre intervenire anche in quella direzione, seppure in misura più modesta, per
poter garantire a questo aumento di coprire quelle che sono le necessità di Bilancio.
Vorrei, però, ricordare al Consiglio Comunale - l'ho già fatto in altre occasioni e in
Commissione - che, attualmente, le tariffe che vengono pagate dai genitori coprono
neanche il 15%, per l'esattezza il 14,7%, di quello che è il costo del servizio.
Occorrerà, quindi, come abbiamo già detto in Commissione, riparlare e riproporre,
anche attraverso quelle che saranno le indicazioni che verranno da questo percorso
partecipato, delle modalità orarie e dei criteri di accesso al servizio che ci consentano,
per il prossimo anno, di non fare manovre come questa.
Per quanto riguarda la scuola dell'infanzia, abbiamo previsto un aumento - come avrete
visto - della tassa di iscrizione annuale; questa quota, però, che, essendo annuale, si
paga una volta l'anno, aumenta per la fascia più bassa di 2 Euro per l'anno e per
l'ultima fascia aumenta di 18 Euro, ma sempre per coloro che hanno un reddito
superiore ai 32.000 Euro. Quindi, io credo che sia un aumento davvero molto contenuto.
Per quanto riguarda il servizio di ristorazione, da quest'anno è entrato in vigore il nuovo
capitolato d'appalto che ci consente di ottimizzare delle risorse; questo perché, avendo
richiesto prodotti di filiera corta, c'è una migliore possibilità per le aziende di
ristorazione di rifornirsi direttamente da produttori locali, accorciando la catena
distributiva e, con ciò, provocando dei risparmi.
Dall'altra parte, abbiamo introdotto anche una serie di altri miglioramenti, che voi
conoscete perché ne abbiamo discusso in Commissione.
In questi giorni, parte anche il "borsellino elettronico" (lo dico perché questo tema è
oggetto anche di una proposta di mozione di accompagnamento presentata dal
Consigliere Marrone), che consentirà il pagamento dei servizi. Anche in questo caso, è
un'efficienza che andiamo a fare, perché speriamo che questo generi dei flussi di cassa
più regolari e, soprattutto, dei maggiori controlli nell'effettivo pagamento del servizio.
Il "borsellino elettronico" parte da subito, questo mese, per tutti i servizi educativi, dal
nido, scuola dell'infanzia e servizio di ristorazione per la scuola dell'obbligo.
Invece, il servizio di prenotazione digitalizzata dei pasti attraverso tablet e il servizio di
pagamento puntuale, cioè soltanto nel caso del pasto consumato (ovviamente, le due
azioni sono connesse tra di loro, perché, nel momento in cui c'è la prenotazione digitale
attraverso i tablet, il device invia questo input sia al "borsellino elettronico" sia al centro
di cottura e questo consente alle famiglie e ai genitori di verificare effettivamente quali
siano i pasti che sono stati caricati e se corrispondano a quelli consumati e, dall'altra
parte, consente anche alla nostra Amministrazione di corrispondere ai fornitori
effettivamente quelli che sono i pasti che sono stati prodotti nel servizio), inizia in via
sperimentale con la scuola secondaria di primo grado da quest'anno, ma - come
abbiamo già detto nel capitolato - sono in atto tutte le azioni e gli atti amministrativi per
estendere questo tipo di intervento (che crediamo sia fortemente innovativo e con una
ricaduta in termini di efficienza) per tutti i gradi della scuola per quanto riguarda il
servizio di ristorazione.
Quindi, il contenuto della proposta di mozione del Consigliere Marrone trova, dal
nostro punto di vista, ampio favore, perché è corrispondente a quanto già stiamo
facendo.
Per quale motivo iniziamo con una sperimentazione nella scuola media, sia sulla
prenotazione che sul pagamento puntuale? Perché, come voi sapete, accedono al
servizio di ristorazione 60.000 utenti e, quindi, muovere tutta la macchina insieme, non
avendo ancora una sperimentazione che ci dica quali sono i perfezionamenti da fare, ci
sembrava poco prudente. Nei prossimi mesi, porteremo a regime questa innovazione.
Ne approfitto anche per dire che da quest'anno il servizio di ristorazione per la scuola
media è a disposizione di tutti coloro che ne faranno richiesta e non soltanto più per
quegli studenti che hanno dei rientri curricolari. Questo perché vogliamo favorire e
invogliare le attività nelle scuole, sia curricolari che extracurricolari, anche al
pomeriggio, come elemento di valore anche di contrasto alla dispersione scolastica.
D'altra parte, con il nostro progetto "Scuola dei compiti" abbiamo proprio attuato
un'azione in favore del successo scolastico e formativo che si svolge nelle scuole al
pomeriggio.
Anche qui, vorrei far notare come, comunque, si tratta di aumenti che sono
assolutamente contenuti, che, per quanto riguarda la scuola primaria, vanno da 2 Euro al
mese, per la fascia più bassa, a 7 Euro per coloro che hanno più di 32.000 Euro di ISEE.
Come vedete, si tratta, al massimo, di qualche decina di centesimo per ogni singolo
pasto.
Vorrei anche ricordare a coloro che si esercitano nel confrontare le tariffe della Città di
Torino, per quanto riguarda questo servizio, con quelle delle altre città, che, in molte
altre città, si è fatta la scelta di chiedere all'utenza di corrispondere, accanto al costo del
pasto consumato, una quota fissa, che viene corrisposta indipendentemente dal fatto che
il pasto venga consumato o meno, anche perché l'organizzazione del servizio,
chiaramente, presenta dei costi fissi che ci sono in ogni caso. Ora, certo che, se si guarda
soltanto la tariffa del pasto, è inferiore alla nostra, ma se al costo del pasto che pagano
quei genitori di Firenze, di Bologna, di Reggio o di Genova, si aggiunge il costo fisso,
che non è mai meno di 1 Euro per ogni pasto, ottengono dei valori che superano quelli
che noi oggi proponiamo con questa deliberazione.

LEVI Marta (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Marrone.

MARRONE Maurizio
Noi di Fratelli d'Italia avevamo già esternato chiaramente la nostra disapprovazione,
non tanto nelle politiche di merito, quanto sull'atteggiamento generale, non
dell'Assessorato, ma, evidentemente, di tutta la Giunta, di rincarare le tariffe, perché
effettivamente si tratta di un rincaro a 360 gradi, che, oggettivamente, va a colpire un
canale delicato per il bilancio familiare di ciascuna famiglia, che è proprio una voce
dell'istruzione, soprattutto per chi ha bambini piccoli.
Concediamo che averlo rivisto su una graduazione quantomeno di ISEE di reddito vada
a rendere meno iniqua questa misura. Chiaramente, avremmo preferito che non fosse
stata adottata in toto.
Però, nel dettaglio, ne approfitto per illustrare anche la proposta di mozione di
accompagnamento, per quel che riguarda, in particolare, il servizio di ristorazione.
Si tratta di un servizio che, in diverse situazioni, non è neanche considerato eliminabile
o evitabile, perché viene ritenuto - a mio avviso ingiustamente, perché effettivamente
non c'entra, a prescindere dall'orario - parte dell'offerta di ricezione e di istruzione dei
bambini, quindi, di fatto, le famiglie si trovano a doverlo pagare, a prescindere poi dalla
volontà di approfittarne o meno.
Almeno, il borsellino elettronico e, in particolare, il sistema che passa da forfettario a
consumo possono garantire che una famiglia si limiti a pagare solo quello che
oggettivamente consuma, evitando le spese dovute ai periodi di assenza del bambino
dalla scuola, per assenza personale, o per periodi proprio di mancata frequenza in
generale delle classi. Questo è un correttivo che può andare incontro alle famiglie,
almeno per evitare spese che, per quanto non siano gradite, non siano addirittura del
tutto inutili e ingiustificate.
La richiesta della proposta di mozione è quella di abbreviare i tempi il più possibile.
Chiaramente capiamo, perché sono ragioni non politiche, ma di diritto, che rispetto ad
un anno scolastico già iniziato, con un quadro giuridico rispetto a determinate società di
mensa che si muovono all'interno di una convenzione, non si possa andare già a
modificare nell'anno in corso, ma già siamo contenti se questa mozione verrà approvata,
perché, comunque, fornirà uno strumento per verificare in itinere con l'Assessore il
rispetto di questo indirizzo e il fatto che si possa sin dall'inizio subito del prossimo anno
costringere, in senso buono, indurre le società che gestiscono questo servizio, anche
magari a proprio onere, ad attivare questa modalità che permetta quantomeno alle
famiglie di non pagare quello che non consumano.
Sono contento e do atto che l'Assessore abbia dato un parere positivo, nonostante il
nostro parere sulla deliberazione per i rincari, chiaramente, sia negativo, però riteniamo
che, se passerà questa mozione, almeno si cercherà di trovare un correttivo che vada
incontro alle necessità delle famiglie nel concreto.

LEVI Marta (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Appendino.

APPENDINO Chiara
Inizio con una premessa che, probabilmente, è pleonastica, però penso che sia giusto
ricordare quello di cui stiamo parlando, cioè dell'istruzione, che è un diritto
fondamentale della persona - lo sa benissimo anche lei, Assessore -, anche perché il
diritto all'istruzione riveste un ruolo che ha un'importanza di particolare rilievo, in
quanto, oltre ad essere un diritto in sé, costituisce la via maestra all'esercizio di tutti gli
altri diritti. Questo lo sappiamo tutti in quest'Aula, però - Assessore, mi rivolgo a lei - il
dubbio che, forse, non sia pleonastico a me sorge, per come è stata gestita questa
deliberazione. Mi sorge, perché, a differenza di quanto ha raccontato lei - le dico come
ho percepito io questa deliberazione, e lo sa perché ero presente anche in Commissione
-, è stata blindata, è stata forzata, non è stata condivisa e ci sono stati litigi addirittura
all'interno della sua maggioranza. E il tempo che noi avevamo chiesto, senza voler fare
ostruzionismo, per poter accedere a dei dati e fare delle analisi più approfondite, non ci
è stato dato, Assessore.
Ancora peggio, mi sento di dire, e l'hanno detto anche i genitori, è stata derisa dal
nostro Sindaco, che ha sminuito l'impatto di una deliberazione del genere sulle
famiglie.
Ricordo bene che cosa ha detto ai giornali - lo ricordiamo tutti -, il che da un lato non
mi stupisce, perché io percepisco un Sindaco che continua a negare l'esistenza della
crisi e che è totalmente distaccato da quello che accade in città, quindi, forse, non mi
dovrei stupire, anzi mi sbaglio a stupirmi ancora, però mi chiedo davvero come si faccia
a dire che 10 Euro (perché, in certi casi, si parla anche di 10 Euro) non sono poi tanti
con un aumento di quelle proporzioni e si riferisce a fasce ISEE che partono da 9.400
Euro. Forse, ci vorrebbe un po' più di sensibilità e anche un po' più di empatia con la
città.
Però, visto che anche lei ha fatto un breve excursus della storia di questi due anni di
Amministrazione, lo faccio anch'io, perché io ho visto un film e lei, probabilmente,
evidentemente dal suo ruolo, ne ha visto un altro.
Oggi, secondo me, è solo l'ennesimo momento di tensione e di scontro, dopo quasi due
anni e mezzo di sua gestione, di cui io, personalmente, ho ben pochi ricordi positivi.
Quindi, mi sento di dire che per me, dal mio punto di vista, sono due anni fallimentari,
Assessore Pellerino.
Tra l'altro, non lo diciamo solo noi Consiglieri di opposizione; mi risulta che oggi sia
stata anche mandata una lettera da parte del Coogen - probabilmente, molti Consiglieri
l'hanno ricevuta - e anche loro mostrano evidentemente delle forti perplessità.
Ma facciamo un passo indietro. Le prime tensioni - ce lo ricorderemo tutti - si hanno nel
2011, che - come non ricordarlo - si chiude con la protesta di genitori ed insegnanti
precari, ai quali il Comune non voleva rinnovare il contratto. Genitori, insegnanti e
buona parte della politica denunciò allora che il mancato rinnovo avrebbe causato una
forte discontinuità didattica nelle classi alla ripresa dopo le festività natalizie.
Alla fine, i contratti furono rinnovati. Ben venga che furono rinnovati, anche perché,
evidentemente, visto quanto è accaduto con il Patto di Stabilità, si sarebbe creata una
situazione veramente disastrosa. Però, evidentemente, questo rinnovo del contratto è
stato solo una piccola pezza, che non ha evitato una fine d'anno disastrosa. Penso che lo
ricorderanno tutti. Le assenze che si sono verificate a partire da quella data non sono
state sempre sostituite, facendo gestire le scuole al limite della sicurezza. Se non
sbaglio, si ricordano, anche dal punto di vista giornalistico, almeno due casi in cui i
genitori hanno dovuto chiamare i Vigili per la mancanza di insegnanti all'interno delle
strutture.
Procediamo. Arriviamo a fine stagione. Dopo aver temporeggiato un po', caro
Assessore, decidete in fretta e furia di esternalizzare 9 asili nido, un patrimonio della
città - l'abbiamo detto in tanti -, e nello stesso tempo di svendere i precari su cui la Città
stessa aveva investito e grazie ai quali aveva offerto il servizio alla cittadinanza.
Come non ricordare - è inutile che lo faccia io qui in Aula, ce le ricordiamo tutti - le
proteste sotto il Comune, ripetutesi più volte di lunedì, di insegnanti e genitori che
hanno provato fino all'ultimo a difendere questo patrimonio cittadino.
Ma non finisce qui. Sempre nel giugno 2012 arriva la deliberazione di Giunta, proposta
da lei, Assessore, con la quale viene sancita la novità concernente i nidi che sarebbe
entrata in vigore da settembre: per usufruire della fascia oraria 7.30-8.30 e 16.30-17.30,
le famiglie devono presentare un'autocertificazione che attesti i motivi di carattere
lavorativo per poterne usufruire, quindi di fatto viene ridotto il servizio.
Poi, 2011/2012; l'ha detto anche lei, il primo pesante aumento delle rette. Vengono
aumentate tutte, dall'asilo a quelle della scuola secondaria. Le rette 2012/2013 rispetto a
quelle 2011/2012 hanno aumenti che si aggirano sui 10 Euro per le fasce più deboli
(redditi ISEE fino a 5.000 Euro) e a quasi 20 Euro per le fasce con redditi fino a 15.000
Euro.
Non solo - e ce lo ricordiamo, perché se n'è dibattuto qui in Consiglio - viene inserita
una vera e nuova tassa, l'ha citata anche lei, chiamata "quota di iscrizione" per le scuole
materne, da pagare in un'unica tranche ad inizio anno.
Ora siamo nel 2013/2014 a parlare nuovamente di aumenti riferiti alle quote di
iscrizione dei nidi, alla tassa d'iscrizione per la materna e alla quota mensa per materne,
primaria e secondaria. Sentiamo parlare di proposte eque e progressive. Non condivido,
non è così, secondo me, e lo dicono i numeri, perché le fasce a partire da 9.400 Euro
fino a 32.000 Euro subiscono tutte in pratica lo stesso aumento, cioè di 10 Euro in valori
assoluti.
La retta della mensa aumenta inspiegabilmente a fronte di un risparmio del 10%, un
aumento che ricade su chi fa fatica oggi, ogni giorno, ad arrivare a fine mese.
Mi chiedo, Assessore, a fronte di cosa? Perché io ritengo che sia giusto pagare un
servizio, ci mancherebbe, non è che si può erogare gratis. Ma a fronte di cosa? Di un
servizio che è drammaticamente peggiorato. Il personale è diminuito, i fondi di
funzionamento sono stati tagliati, non ci sono soldi per il materiale didattico e quello
igienico (situazione a cui hanno sopperito i genitori, ne abbiamo parlato già altre volte
in Consiglio); le strutture cadono a pezzi, ci era già stato detto in Commissione; è stata
ridotta l'accessibilità alle attività curricolari ed extracurricolari, per non parlare della
mensa, che è stato un tema caldo degli ultimi giorni.
Le prime reazioni sono sconcertanti e ne leggo qualcuna, perché magari non tutti
accedono a Facebook e leggono i commenti dei genitori. "Ciao a tutti, io sono appena
tornata dalla Rubatto e mi è stata detta la stessa cosa. Il pane l'anno scorso era in
filoncini, così che ricavavano anche fette per il pomeriggio. Adesso arriva un panino per
ognuno da dividere a metà. Il manzo oggi non è arrivato neanche da noi".
Altro commento: "Vedo quotidianamente le razioni e la qualità del cibo al nido e alla
scuola dell'infanzia dei miei bimbi mi hanno riferito la stessa cosa, razioni mignon.
Chissà come sarà il pasto alle elementari? Alla faccia del cibo di qualità tanto
pubblicizzato".
Terzo commento: "Ho chiesto due giorni fa (materna via Plana), perché ho saputo che
in meno di una settimana dall'inizio del servizio mensa hanno mangiato per due volte
pasta in bianco e una volta riso in bianco. Inoltre, ho avuto conferma anche della
diminuzione delle porzioni. So con certezza il motivo della prima pasta in bianco del
secondo giorno di materna, perché gli alimenti per la cucina sono arrivati in ritardo".
Quindi, io sinceramente pongo una domanda, Assessore: veramente pensa di aver
gestito nel migliore dei modi possibili questo servizio? Veramente pensa in questo
modo di averlo valorizzato e di puntare al meglio? O forse le intenzioni sono diverse?
Mi ricordo il mio intervento di quasi un anno e mezzo fa. Non è che forse, in realtà,
volete davvero tendere a quel modello a gestione mista a cui tanto aspira, o aspirate, non
so chi della Giunta?
Voglio ricordare, e mi scuso per l'enfasi, che qui stiamo parlando di un servizio
essenziale, di bambini, di un patrimonio della città, che, a mio avviso, tutto state
facendo, tranne difenderlo e valorizzarlo.
Poi, chiudo con un punto interrogativo che io mi pongo, non so lei Assessore e non so
se l'Aula se lo pone. Lei pensa davvero, Assessore, di avere ancora la fiducia dei
cittadini nelle sue politiche di gestione delle risorse educative? Lei pensa davvero di
avere ancora la fiducia dei dirigenti del suo Settore, dopo che in una Commissione,
prima della pausa estiva, ha fatto ricadere su di loro colpe che non avevano?
Lei pensa davvero di avere ancora la fiducia dei Sindacati, dopo che in Commissione ha
dichiarato a verbale che era stato chiuso un accordo quando non era vero, mettendo
lavoratori e Sindacati l'uno contro l'altro? Io, sinceramente, penso di no. Ma
ovviamente la riflessione la faccio fare anche a lei.

LEVI Marta (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Viale.

VIALE Silvio
Il discorso è che, quando si parla delle scuole, mense, eccetera, spesso si discute del
sesso degli angeli. Lo dico con molta franchezza, perché la deliberazione a me non
piace, ma non la conclusione o le tariffe, non mi piace come è sviluppata, perché, in una
deliberazione in cui si parla di fasce, affinché i Consiglieri possano decidere e
soprattutto quando si parla di soldi, io mi sarei aspettato di avere in modo chiaro quante
sono le persone per ogni fascia.
Se io dovessi chiedere qui ad un Consigliere qualunque di quante persone stiamo
parlando complessivamente, credo che pochissimi saprebbero rispondere.
Quante siano le persone per ogni fascia di reddito (la prima, la seconda, la terza, la
quarta e quella superiore) nessuno lo sa. E sono fondamentali per stabilire quali sono. Il
Consigliere Grimaldi lo sa, è uno dei pochi.
Io stesso annuncio la mia ignoranza, perché ho potuto sbirciare occasionalmente alcune
tabelle. Noi non le abbiamo avute, non sono state allegate, per cui parliamo in teoria di
fasce di reddito. Cambia moltissimo se una è il 10% o il 40% complessivo; cambiano i
calcoli e cambiano i nostri ragionamenti.
L'intervento del Consigliere Appendino mi ha ricordato moltissimo gli interventi dello
scomparso e compianto Consigliere Contu, che, anni fa, in quest'Aula ci raccontava
spesso del panino, del salame e di tutto il resto, con molta convinzione e molta
partecipazione. Vedo che non è cambiato molto, siamo ancora a discuterne. È cambiato
qualcosa, perché nel frattempo mia figlia è diventata maggiorenne, quindi ho superato
tutte le varie fasi, facendo le scelte che ogni famiglia fa, di fronte alle regole, valutando
se farla mangiare a scuola o meno, ma penso che questo riguardi tutti quelli che hanno
figli.
Quindi, mi aspetto che la prossima volta, proprio perché, altrimenti, la discussione è
molto teorica, invece di prendere posizione e discutere vuoi per attaccare l'Assessore,
vuoi per far finta di difenderlo, vuoi per difenderlo davvero sulle cifre un po' più in su o
un po' più in giù per questa fascia, si faccia veramente un ragionamento complessivo di
quello che la Città ci mette.
Dico ancora una cosa molto semplice. Io ho insistito, anche con alcune battute, sul fatto
che la fascia più alta, che comunque è oltre il 30% della popolazione... (INTERVENTO
FUORI MICROFONO). No, perché sembrerebbe che questo è un Paese in cui l'80% sta
nelle fasce più basse. No. La fascia più alta, quella oltre i 32.000 Euro, è circa il 36%
degli utenti, tenendo presente che qualche maligno potrebbe dire che quelli veramente
più ricchi non vanno nemmeno nelle nostre scuole, ma vanno in quelle private.
Però, credo che la fascia più alta non debba superare il costo del servizio. Dopodiché, la
logica non è che c'è una tariffa e viene aumentata, come molti Consiglieri in questo
Consiglio Comunale dicono, perché questa è puramente demagogia. Noi abbiamo una
tariffa, che è sui 7 Euro, e la Città, cioè la collettività, fa uno sconto, cioè abbassa la
tariffa alle varie fasce (a chi del 30%, a chi del 40%, eccetera) e nella fascia più bassa
abbassa del 100%, perché c'è una fascia di esenzione che è abbastanza consistente, che
credo sia il 2% degli utenti (che è consistente, con il 2% si è quasi Consigliere
Comunale), che ha il 100% di sconto.
Alla fascia dei 5.000 Euro, di cui si è discusso molto politicamente e che tutti citano,
che credo corrisponda al 10% degli utenti (vado a spanne, perché non ricordo), la Città
fa uno sconto dell'80% ed è lo stesso dell'anno scorso. Questo bisogna dirlo, altrimenti
sembra che un Consiglio Comunale di dementi aumenti la mensa per le fasce più
povere, mentre, in realtà, mantiene lo stesso sconto, cioè la paga con i soldi di tutti e la
paga sia a coloro che hanno davvero 5.000 Euro di ISEE, sia a coloro che per motivi
professionali dichiarano quello, ma hanno un altro tipo di reddito, perché i controlli che
facciamo sono molto difficili.
Se non diciamo questa cosa semplice e non l'abbiamo chiara noi, perdiamo la
dimensione che c'è un Bilancio dove noi mettiamo dei soldi per tutte le altre fasce. Ed è
una cosa giusta, solidale, sono d'accordissimo. Si può discutere più o meno, ma, lo dico
con molta franchezza, per quanto riguarda la fascia più bassa, il pasto per il bambino
costa 1,17 Euro, o 1,40 Euro, e mi viene da ridere, perché, se quel bambino un giorno
non va a scuola, a casa il pasto gli costa sicuramente di più. Per cui, veramente, ogni
tanto ci prendiamo su alcune cose simboliche.
Dico un'ultima cosa. Oggi, ho letto su un giornale cittadino un articolo che dice che a
Grugliasco la fascia massima paga 7,10 Euro. Me l'hanno assicurato, perché è la stessa
nostra, eccetera. Però, qui si pone il problema che avevamo posto in passato (poi, non so
come si è risolto), relativo a coloro che sono residenti in altri Comuni, ma che vengono
a scuola da noi. Chi paga? Perché 250 torinesi vanno nelle scuole di Grugliasco e
l'Assessore, o chi per esso, giustamente ha detto (e mi è piaciuto): "Pagheremo noi, a
seconda delle fasce" (peraltro, in base al Regolamento di Grugliasco, che potrebbe
essere diverso). Collegno ha detto la stessa cosa.
Quanti sono i bambini degli altri Comuni che vengono da noi e noi, come Città, diamo
il contributo per questo sconto? Sono il 10% o il 15%. Più o meno, siamo lì.
Allora, a me sembra normalissimo che, in un Paese civile, se io, come Comune, prendo
il bambino di un altro Comune, l'eventuale sconto, o l'eventuale contributo di
solidarietà, lo diano i suoi cittadini di quel Comune. Se no è troppo facile fare... Lo dico
non senza polemica, anche se domani qualcuno andrà a dire che Viale vuole fare pagare
di più quelli che vengono da fuori Torino. Certo, perché non è giusto che i cittadini di
Torino, con la loro fiscalità, paghino lo sconto del bambino di Alpignano, o del
bambino di un Comune che non ha una scuola.
Dopodiché, saranno 1.000, 2.000, 3.000, 4.000 Euro, però se noi dobbiamo dare 40.000
Euro o 30.000 Euro al Comune di Grugliasco, perché 250 nostri bambini vanno là - dico
una cifra -, credo che il Comune di Grugliasco ci debba dare una cifra analoga, perché
probabilmente molti bambini del Comune di Grugliasco vengono nelle scuole torinesi.
Anzi, probabilmente, alla fine, ci guadagniamo pure.
Allora, in tempo di vacche grasse, la solidarietà è complessiva e chi se ne frega, ma, in
tempi di vacche magre, credo che su questo occorra un ragionamento. Non chiedo che
quest'anno si faccia questo, ma mi piacerebbe che fosse già annunciato per il prossimo
anno, ma non per allertare le famiglie, le quali poi si troveranno a dovere decidere, ma
per i Comuni di loro appartenenza, perché (anche se c'è il principio della Città
Metropolitana, di cui sono il massimo fautore e dove sarà un calderone unico), al
momento, se un bambino fa parte di una comunità e di una città, i cittadini di quella
città pagano l'eventuale integrazione rispetto alle cose.
Mi scuso con il Consigliere Cassiani se gli ho rubato un po' di tempo, ma confido nella
clemenza del Presidente.

LEVI Marta (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Tronzano.

TRONZANO Andrea
Il ragionamento del Consigliere Viale è, oggettivamente, serio. Però - adesso, io non
vorrei dire delle sciocchezze - mi sembra che, più o meno, già succeda così. Ovvero,
Consigliere Viale, non c'è una mobilità attiva e passiva come nella sanità. Non è che il
Comune di Torino paga Grugliasco e viceversa. Quindi, chi viene da fuori Torino vede
già incrementarsi la tariffa (non so di quanto, l'Assessore mi pareva dicesse che chi
viene fuori da Torino paga il massimo). Lo stesso accade nei punteggi di accesso. Chi
arriva da fuori Torino ha sicuramente un punteggio inferiore rispetto a chi è di Torino.
Quindi, per quanto riguarda il ragionamento serio del Consigliere Viale, in questo caso,
è già una cosa operativa.
Vorrei, poi, fare un ragionamento, che è di tipo filosofico. Innanzitutto, quello che
volevo capire, nel prossimo futuro (perché oggi è oggi, ma nel prossimo futuro, invece,
possiamo ancora agire per migliorare eventualmente o, a seconda dei punti di vista,
magari peggiorare), anche avendo le tabelle sulle quali ragionare, che chiedeva lo stesso
Consigliere Viale, è se noi usiamo gli asili (in questo caso, parlo di asili nido) per la
socializzazione dei bambini, o per il sostegno alle famiglie che hanno genitori che
lavorano e quindi hanno più difficoltà nella gestione del bambino.
Perché, se è per la socializzazione, allora è possibile investire una buona parte delle
risorse nelle fasce anche più basse, da zero a 6.000 Euro e - mi pare - da 6.000 Euro a
11.000 Euro (quindi, investire la maggior parte delle risorse su quelle fasce che sono
circa il 33%); se, invece, è un discorso anche di sostegno alla famiglia, bisognerebbe
valutare (sarebbe una valutazione da fare, non è la verità quella che sto dicendo) se
investire più sulle fasce intermedie, che, da quello che ho sentito dai dati che
snocciolava il Consigliere Viale, sono circa il 40%, in modo che abbiano uno sgravio
maggiore sulle tariffe di accesso e sui buoni mensa.
Questo è il primo ragionamento che pongo in essere per valutare nel prossimo futuro
come muoverci.
Secondo aspetto: l'appalto mensa. A mio giudizio, l'appalto mensa è stato finalmente
un appalto giusto. Ma qui io voglio distinguere le funzioni di governo - quindi gli
Assessori - e le funzioni di gestione, che sono poi coloro che materialmente gestiscono
l'indirizzo politico.
Mi rivolgo anche al Consigliere Appendino, che, a mio giudizio, ha fatto un ottimo
intervento, però vorrei ragionare anche con lei. Se l'indirizzo politico - che finalmente è
stato adottato - era quello di aprire alla concorrenza e cercare un maggiore sconto (per
dirla male), e siamo riusciti ad avere il 10%, non è detto che le funzioni di gestione
abbiano fatto il massimo per poter ottenere la stessa qualità dello scorso anno - o un
miglioramento della qualità - e la stessa capacità di avere delle imprese capaci di fare
tutto quello che si faceva l'anno scorso. Parlo del panino, del mezzo panino, invece che
il filoncino.
Io non so se l'Assessore facesse polemica contro i suoi dirigenti, non credo, ma penso
che sicuramente un'attenzione tra funzioni di gestione e funzioni di governo sia
indispensabile. Io vedo in Sala Rossa il dottor Nota e naturalmente non è una critica nei
suoi confronti, ma è sicuramente una valutazione che nel futuro dobbiamo fare, perché
questi sono i dati di fatto, cioè gli indirizzi della politica vanno in una direzione e poi
chi gestisce materialmente l'appalto, magari anche per questioni oggettive e di
necessità, fa quello che può e non è detto che applichi completamente gli indirizzi che la
politica gli dà.
Però abbiamo spazio per ragionare, perché quest'anno, oltre alle cose che ha detto il
Consigliere Appendino, abbiamo avuto anche un ritardo nella mensa, cioè l'asilo è
iniziato ai primi di settembre e la mensa inizia soltanto da oggi, cioè dal 23 settembre;
l'Assessore ha spiegato in Commissione, ma non sono del tutto convinto di quello che
ha detto. A mio giudizio, questo è un lasso di tempo che non possiamo permetterci,
anche perché nel frattempo i bambini che frequentano devono portarsi il mangiare da
casa. Allora, forse, su questo possiamo migliorare.
L'altra questione, sempre di principio, che volevo sottolineare riguarda le
esternalizzazioni. A differenza di quello che pensano alcuni genitori, il Coogen e altre
organizzazioni di categoria, nonché gli stessi Consiglieri di una parte dell'Aula, io
penso che purtroppo, o per fortuna, le esternalizzazioni siano ineludibili, nel senso che,
anche se le Leggi recenti hanno consentito di fare più o meno anche quello che la Città
di Torino cercava di fare da tempo, cioè con queste nuove Leggi lo Stato si farà carico
di una serie di spese che in realtà fino all'altro giorno erano in capo al Comune,
purtroppo io credo che le esternalizzazioni siano un processo indifferibile all'interno del
sistema educativo.
Per poter raggiungere quello che, secondo me, è il nostro obiettivo, cioè dare la
capienza per tutti i bambini che fanno richiesta - perché purtroppo oggi queste
graduatorie escludono ancora troppi bambini -, sarebbe necessario un connubio tra
privato e pubblico, con maggioranza di privato, che gestisca questi asili con grande
capacità. Io non ho nulla da dire contro la gestione dei privati, perché oggettivamente,
dalle cooperative alle società private, gestiscono bene questi servizi. Occorre che questo
connubio sia sempre maggiore e che ci si renda conto - anche se so che è difficile
rendersene conto o, comunque, fare questo ragionamento - che tale traguardo è
indispensabile per ottenere sia la possibilità di dare aiuto a tutte le famiglie che lo
richiedono, dal punto di vista dei posti, sia per cercare di diminuire un po' le tariffe.
Non è detto che sia così, ma dico questo perché, nel momento in cui si esternalizza, il
Comune risparmia dei soldi.
Se noi manteniamo gli indirizzi pubblici sulla questione degli asili nido e delle scuole
materne, ma al tempo stesso usiamo queste risorse che abbiamo risparmiato da queste
esternalizzazioni per incidere sulle fasce di cui dicevo all'inizio del mio ragionamento,
cioè socializzazione oppure sostegno alla famiglia, secondo me lì abbiamo gli spazi per
poter diminuire le tariffe a carico dei genitori, non tanto quelle della mensa, perché
quelle dipendono dall'appalto (10% di sconto, lo ripeto), quanto quelle del costi mensile
dell'asilo nido, da quei 30-50 Euro famosi, fino ai 500 Euro al mese.
Questi tre ragionamenti - che spero di aver espresso in maniera ordinata o, comunque,
spero di essermi spiegato nei confronti dell'Assessore -, secondo me sono il pane
quotidiano per il prossimo anno, perché quest'anno noi vediamo questa proposta di
deliberazione che, a nostro giudizio, potrebbe essere migliorata con questi suggerimenti.
Invece ritengo giusta l'introduzione del borsellino elettronico all'interno di questo
meccanismo, poiché consente di pagare per quanto uno consuma; questa è una delle
richieste che noi abbiamo sempre fatto, già nella precedente tornata amministrativa con
l'ottimo Assessore Borgogno.
Anche per quanto riguarda l'appalto, come già detto, il nostro giudizio è positivo,
mentre è negativo su altre questioni che ho appena elencato.
Tengo a precisare un'altra cosa, perché purtroppo non tutti lo sanno: i bambini sono
bambini, non si possono fare discriminazioni fra quelli regolari e quelli irregolari,
voglio dirlo con molta chiarezza, perché all'interno degli asili nido devono poter entrare
tutti, anche i bambini che sono figli di genitori irregolari. (INTERVENTO FUORI
MICROFONO). È già così, certo Assessore, è già così. Non è così sulle case popolari, e
meno male che non è così. Invece, per quanto riguarda i bambini, siccome ci sono le
convenzioni internazionali e si tratta comunque di bambini, bisogna farli entrare tutti.
Allora, il compito della Pubblica Amministrazione, cioè il nostro, è quello di cercare di
non dare la sensazione di privilegiare gli extracomunitari irregolari a scapito delle
famiglie torinesi, perché purtroppo la sensazione è quella, Assessore, glielo garantisco.
A questo punto, il ragionamento che ho fatto - spero di essere stato chiaro
precedentemente, in questo mio intervento - potrebbe aiutare ad eliminare questa
sensazione, che poi potrebbe essere anche una verità, da quello che posso conoscere io
dei meccanismi di graduatorie degli asili, ma non a livello illegale o illecito, bensì
proprio perché si tratta di persone che probabilmente hanno maggiormente diritto
rispetto ad altre che sono di Torino, che magari sono cittadini italiani; ma questo non
dipende da nessuno.
Possiamo, però, lavorare per arrivare ad eliminare quella sensazione, per la
maggioranza, o quella certezza, per l'opposizione che sta parlando in questo momento,
attraverso quei due o tre suggerimenti che ho cercato di dare, che spero possano aiutare
il dibattito in un prossimo futuro.
Il nostro voto sarà contrario a questa proposta di deliberazione. Abbiamo visto dei passi
in avanti, ma non ancora sufficienti per poter dire che questa potrebbe anche essere una
nostra proposta di deliberazione.

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
La parola al Consigliere Cassiani.

CASSIANI Luca
Sarò un po' più rapido dei Colleghi che si sono espressi precedentemente.
Io parlerò esclusivamente della vicenda che ci riguarda, cioè parlerò delle tariffe e del
lavoro che, come maggioranza, abbiamo fatto insieme all'Assessore, condividendolo.
Devo dire che il lavoro svolto ha portato dei risultati che sono stati riconosciuti - credo -
da tutti: abbiamo cercato di togliere qualcosa a chi ha di più e darlo a chi ha di meno,
cercando, per quanto possibile, di riuscire a tenere in equilibrio il sistema, a conti
invariati, quindi a variazione di bilancio costante, senza dover aggiungere altri denari
pubblici.
Cosa significa questo? Come vedete, utilizzando come metodo di paragone la scuola
primaria, che è quella che riguarda la maggioranza dei nostri bambini, quindi oltre il
50% dei bambini torinesi (dei 60.000 bambini ai quali la Città fornisce la mensa, 30.000
circa sono della scuola primaria), vedete che le prime due fasce ISEE sono quelle che
abbiamo toccato meno di tutte. Mi permetto di ricordare a verbale che l'ISEE non è il
reddito, ma è un parametro indicatore che non ha alcun riferimento rispetto al reddito,
tant'è che un parametro ISEE oltre i 30.000 Euro indica un reddito annuo che può
andare anche oltre i 65.000 Euro, per cui si tratta di famiglie che hanno una certa
disponibilità.
Passare da 29 a 31 Euro al mese, equivale a circa 1,30, 1,40 Euro per pasto, ed è vero
quello che dice il Consigliere Viale rispetto al fatto che la Città, da questo punto di
vista, destina una quota ingente, significativa di quel pasto. Mentre è vero che le fasce di
reddito più alte pagano il pasto praticamente in modo completo, cioè è come se i
genitori pagassero quel pasto con i costi indotti, quindi tutto ciò che gira attorno alla
preparazione del cibo, oltre al costo vero e proprio del pasto.
Dico questo perché quello della mensa non è soltanto un momento di carattere
economico al quale dobbiamo fare riferimento per le tariffe, ma è un momento di
carattere educativo, socializzante ed importante per la classe. Quindi, tenere un bambino
fuori, perché i genitori non riescono a pagare la mensa, è un fatto di una gravità
inaudita, questo ci teniamo a dirlo. Tant'è che l'Assessorato, gli Uffici e tutte le scuole
torinesi, da questo punto di vista, fanno un'operazione di monitoraggio per cercare,
come si può, all'interno della scuola di farvi fronte anche per quelle famiglie che
purtroppo, anche con bassissimi redditi, anche con bassissime tariffe, non possono
permettersi di pagare per quei bambini.
Noi non vogliamo vedere nessuno escluso, da questo punto di vista. La mensa non è una
facoltà, non è neanche un indicatore del ceto, ma deve diventare un diritto per tutti. Tutti
i bambini che frequentano la scuola da zero a 14 anni, ai quali noi forniamo la mensa,
devono poter avere questa possibilità. Possibilità che, dal punto di vista educativo,
sanitario e dietologico, ha tutto un sistema di persone che monitorizzano le diete e
l'evoluzione dei bambini e studiano quelli che sono i loro percorsi, e credo che questo
sia un valore aggiunto che la nostra Città dà.
Tra l'altro, siamo quelli che, a livello nazionale, da questo punto di vista, hanno una
storia e una tradizione tra le migliori.
Quindi, io credo che il lavoro che abbiamo fatto, come Consiglio Comunale - che spero
possa essere condiviso da tutte le forze politiche -, insieme agli Uffici, all'Assessorato e
all'Assessore, di modificare la proposta iniziale della Giunta, vada in questa direzione.
Poi le polemiche politiche ci stanno, Consigliere Appendino, è evidente che si può dire
tutto quello che si vuole, però io guardo la sostanza.
Guardate, a me non interessa tanto la polemica politica dei 10 Euro in più o in meno tra
la maggioranza e l'opposizione, tra il Sindaco e alcune forze politiche, a me interessa
che le famiglie torinesi possano dire: "Bene, nell'ambito degli aumenti, siamo riusciti a
contenerli al minimo, soprattutto per le fasce meno abbienti".
Questo è un risultato politico. Lo voglio rivendicare a nome della maggioranza.
Il lavoro è stato fatto e credo che dobbiamo essere tutti soddisfatti del fatto che,
nonostante i tempi di crisi, possiamo dare un servizio ancora così capiente e numeroso
per tutti i bambini.

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
La parola al Consigliere Bertola.

BERTOLA Vittorio
Intendo semplicemente mettere a verbale la posizione del nostro Gruppo sugli atti in
discussione. Ovviamente non ripeterò l'intervento che ha già fatto il Consigliere
Appendino a nome di tutto il Gruppo, ma ribadisco che noi voteremo in maniera
contraria alla proposta di deliberazione.
Ovviamente voteremo favorevolmente alla nostra mozione di sfiducia all'Assessore e
crediamo di aver illustrato anche bene tutta una serie di motivazioni, quindi speriamo
che i Consiglieri vogliano associarsi.
Voteremo favorevolmente anche in merito alla proposta di mozione di
accompagnamento presentata dal Consigliere Marrone.

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
La parola al Consigliere Grimaldi.

GRIMALDI Marco
In queste settimane abbiamo discusso tanto di questo argomento e credo che abbia
ragione chi sostiene che, in un momento di crisi, andare sempre di più verso la
progressività è l'unica risposta che possiamo avere.
Devo dire la verità, e lo diceva anche l'Assessore in precedenza: quando si aumentano
le tariffe - e l'abbiamo fatto lo scorso anno -, forse bisognerebbe dare un attimo di
pausa, almeno di due o tre anni, prima che si rivedano le stesse tariffe.
Quindi, c'è stata una scelta politica, che mi pare sia stata fatta dalla Giunta.
Come abbiamo detto all'inizio di questa discussione, noi avremmo preferito rivedere
solo in termini ISTAT quel tipo di discussione.
Devo dire la verità, purtroppo abbiamo rincorso la discussione, che è stata prima di tutto
mediatica e poi politica; questo è, forse, l'errore di fondo di questa discussione.
In Commissione abbiamo rivisto con l'Assessore qual era il dato che, in qualche modo,
strideva rispetto al progressivo e credo che il dato più emblematico fosse quella prima
fascia dai zero ai 5.000 Euro di ISEE, che passava dai 20 Euro, più o meno, del
2011/2012, ad un progressivo aumento che passava da 29 fino ai 35 Euro.
Quel dato che abbiamo rivisto, abbassando di 3 Euro quella prima fascia e rivedendo
l'ultima, con uno slittamento che passa da 130 Euro a 138 Euro, soprattutto nella quota
annuale di iscrizione alle scuole dell'infanzia - ma poi possiamo vedere la stessa
discussione delle mense -, ci ha visto in un ragionamento molto semplice, cioè che le
ultime fasce potevano, in qualche modo, prendere una parte consistente in più (vedete la
quota annuale di iscrizione nelle scuole dell'infanzia, ma idem possiamo vedere su
quello che è accaduto nella ristorazione, dove siamo passati dai 142 Euro iniziali ai 147
Euro finali e dove, nella parte nella ristorazione, si è passati dai 34 Euro iniziali della
prima fascia ai 31 Euro).
Quei 3 Euro che oscillano nelle prime fasce e quei 6-7 Euro che oscillano nelle ultime,
però, non rappresentano bene questa discussione.
Credo che l'uscita del Sindaco sui 10 Euro sia stata, come minimo, infelice, perché è
vero che forse, per un reddito che è sopra i 32.000 Euro di ISEE, 10 Euro al mese non
cambiano la vita. Credo che, invece, per una famiglia che rientra nella fascia da zero ai
5.000 Euro di ISEE, quei 10 Euro cambiano la vita, e lo dico per tutti coloro che
partecipano alle Commissioni di Emergenza Abitativa.
Come sapete, prima di iniziare a non pagare questo tipo di tariffe, si inizia con altro e
spesso la casa è uno dei primi segnali che ci arrivano.
Quindi è vero che, come diceva l'Assessore, c'è una forte sensibilità, da parte dei
direttori scolastici, ad ascoltare e, tra l'altro, abbiamo visto da poco un bellissimo
racconto positivo di "Presa diretta", che purtroppo non ha valorizzato un servizio che è
nato, anche grazie ai Servizi Educativi della Città, che è stato fatto in Barriera di
Milano. Però abbiamo visto che, per quanto uno possa avere un'attenzione, c'è anche un
livello di pudore, da parte di chi non ce la fa, che è molto difficile da analizzare e
indagare, anche quando ci sono servizi alternativi.
Quindi voglio dire che, secondo me, c'è stato un secondo errore da parte nostra e io me
ne assumo la responsabilità. Io credo che la stessa operazione che abbiamo fatto lo
scorso anno sui nidi, si poteva fare, in termini di fasciazione, anche quest'anno, sia sulla
tariffa di iscrizione alla scuola dell'infanzia, sia sulle fasce ISEE sulle mense.
Lo scorso anno abbiamo aggiunto delle fasciazioni; tra l'altro, l'ha fatto l'Assessorato
guidato da Mariagrazia Pellerino. Io credo che questo sistema, che è stato introdotto
qualche anno fa all'Università, cioè di aumentare progressivamente il numero di fasce,
sia un sistema che possa portare grandi risultati per due motivi: uno è quello
dell'evasione. Come sapete, moltissime famiglie, che stanno nelle ultime fasce,
preferiscono non fare l'ISEE. Alcuni lo faranno per pudore, alcuni lo faranno perché è
una perdita di tempo. Io credo che, però, se le ultime fasce sono quelle che pagano il
100% del servizio, se uno non ha un reddito sopra i 38.000 Euro di ISEE, va al CAAF e
si fa quel tipo di analisi; se non la fa, non è responsabilità del Comune, se ne assumerà
la responsabilità. Io non so se sia un evasore o meno, come ho letto sui giornali, ma so
solo che se ne assumerà le responsabilità. Io credo che la Città debba andare verso
quella direzione.
Devo dire la verità, non mi è piaciuta questa discussione da parte di alcuni soggetti - sia
di maggioranza che di minoranza -, che hanno continuato a dire: "Ma cosa vuol dire
pagare il 100% del servizio? Il costo reale è stato ribassato". Guardate, io credo che
questo meccanismo di solidarietà esista in questa Città. E non ci diciamo che chi ha più
di 38.000 Euro di ISEE non può contribuire pagando il 100% del servizio, quando
sapete benissimo che il 100% del servizio è meno di quanto quel soggetto pagherebbe in
un qualsiasi supermercato per dare quel pasto, che è un pasto che vale il primo, il
secondo, il contorno e il servizio stesso.
Io credo che abbiamo fatto bene ad integrare il costo effettivo, dato dalla società, con i
costi di gestione. Non credo che sarebbe stato uno scandalo, invece, vedere 147 Euro,
148 Euro, o 150 Euro, non credo che avremmo avuto ricorsi al TAR. Se li avessimo
avuti, io credo che le avremmo anche vinti.
Spero, però, che i Consiglieri che hanno voluto gettare benzina sul fuoco, la prossima
volta analizzino un po' meglio la situazione reale di questa Città, che vede, in quei
soggetti più deboli, che abbiamo cercato di preservare fino in fondo, delle persone che
spesso non ci chiedono cose strane, ci chiedono un po' di rispetto e di non indagare
troppo su quelli che sono i loro stili di vita e le loro possibilità, perché, se loro
potessero, in qualche modo quei servizi li pagherebbero. E se non lo fanno, se ci sono
dei meccanismi che, in qualche modo, avete visto bene - non c'è bisogno di vedere
"Presa diretta" per capirli, basta vivere un po' nella realtà di Torino -, su quelli c'è poco
da scherzare.
Quindi, chiederei anche di non mettere in discussione i meccanismi di solidarietà, che
comunque esistono, e sono di più di quanto... Chiamatela "tassa di solidarietà", ma io
credo che la gran parte dei cittadini torinesi che guadagnano più di 38.000 Euro, quella
solidarietà sono disponibili a versarla, certo, se non li si prende in giro e se non li si
tratta come dei bancomat, ma mi pare che la discussione nelle nostre Commissioni non
sia stata in questi termini.

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
La parola al Consigliere Curto.

CURTO Michele
Sul merito molto ha detto il mio Collega Grimaldi. A me interessa, invece, il fatto
politico più generale.
Provo a spiegarmi. Proviamo a metterci d'accordo. Se noi diciamo che stiamo
chiedendo all'ultima fascia di contribuire per l'interezza del servizio - poi il Consigliere
Grimaldi ha articolato e anch'io credo che ci sia la necessità di aumentare il numero di
fasce, soprattutto verso l'alto -, sostanzialmente stiamo dicendo che siamo arrivati alla
massima contribuzione mutualistica da parte della parte più ricca della città.
Se invece - e io penso che sia questo il caso, l'ho detto in Commissione, l'ho detto nel
dibattito pubblico - noi stiamo chiedendo alle fasce più basse di contribuire al di là di
quella che è la disponibilità dei loro redditi in questo momento, questi due dati
incrociati vogliono dire una cosa semplice: che siamo arrivati all'osso del sistema, cioè
che stiamo incidendo la carne viva talmente tanto, che oramai siamo arrivati ad un
punto in cui di più non si può andare.
Se poi a questo affianchiamo il fatto che, nell'ultima settimana - non so se è capitato
anche a voi, Colleghi -, personalmente ho ricevuto decine e decine di segnalazioni sul
problema della qualità del servizio che viene offerto dalle mense (dagli insegnanti, dai
genitori, dai bambini no, perché almeno loro non possono, non arrivano direttamente a
noi, Consiglieri Comunali, per adesso), è chiaro che siamo arrivati ad un punto in cui
rischiamo di delineare il collasso di un sistema educativo.
Aprire questo Consiglio parlando di GTT e chiudere questo Consiglio parlando dei
Servizi Educativi è particolarmente significativo, perché io non vorrei che seguissimo
una china che è sempre la stessa. Questo lo dico anche al nostro Assessore, perché, vede
Assessore, è chiara la posizione che ha Sinistra Ecologia e Libertà rispetto a quelli che
sono dei servizi pubblici fondamentali, cioè la difesa complessiva di questi servizi e la
difesa del sistema pubblico rappresentato da questi servizi.
Allora, laddove ci si rende conto che si è arrivati oltre l'accettabile, laddove ci si rende
conto, come abbiamo fatto negli scorsi giorni, che non si può continuare a garantire un
servizio se non ci sono i fondi per le supplenze, laddove ci si rende conto che la
discussione in una maggioranza sta arrivando ad un punto che è politicamente
insostenibile, bisogna prima lanciare un grido d'allarme chiaro, evitando magari di
contrapporsi a tutti i soggetti sociali della città che si occupano di queste cose, che siano
gli insegnanti, che siano i comitati dei genitori, o che siano i sindacati, e poi ci si rivolge
verso il proprio schieramento politico e si dice: "Da qui in poi, non nel mio nome. Da
qui in poi, non più io. Da qui in poi, noi non siamo più d'accordo".
Questo non è strettamente il tema delle mense scolastiche, anche se ci siamo molto
vicini, ma penso che siamo arrivati ad un punto generale di sistema sui servizi educativi.
Prima il Consigliere Appendino ha fatto la cronologia di questi due anni in Consiglio
Comunale sul tema dei servizi educativi, una cronologia sicuramente bollente, ma la
discussione che cominciammo due anni fa oggi è ora di rimetterla sul tavolo per capire
dove voglia andare la Città e dove voglia andare questa Amministrazione.
Per esempio, faccio notare che ormai un mese e mezzo fa il Governo (che non ci è
particolarmente simpatico, possiamo dirlo, Assessore) ha approvato un Decreto Legge
per la stabilizzazione dei precari e alcune Città italiane hanno aperto una discussione
importante sulla stabilizzazione di queste figure, facendo una scelta molto chiara. Penso
alla Città di Napoli, dove ho visto una Giunta, un'Amministrazione e un sindacato
festeggiare splendidamente insieme; penso anche alla Città di Milano. Hanno fatto delle
scelte coraggiose. Ma noi, la nostra Amministrazione, lei, che scelte facciamo?
Aspettiamo che, come una candela, si consumi quello che è un patrimonio di questa
Città, o proviamo a dire in che direzione intendiamo andare?
Io provo imbarazzo rispetto alla mozione di sfiducia presentata dal Gruppo del
Movimento 5 Stelle, perché da un lato vorrei veramente dare una sferzata alla nostra
maggioranza, perché finalmente si entri in questa famosa fase 2, a meno che qualcuno ci
abbia preso in giro; dall'altro lato, però, devo anche dire - e secondo me è stato un
errore, mi permetteranno di dirlo ai Consiglieri del Movimento 5 Stelle - che, mentre era
chiaro il giudizio molto critico a cui era ancorata quella mozione di sfiducia, cioè, per
capirci, il tema delle insegnanti di sostegno, in cui veramente abbiamo raggiunto un
punto di gestione amministrativa intollerabile (non dell'Assessore, perché secondo me
poi le cose si personalizzano), in cui ad un certo punto non si capiva di chi stessimo
facendo l'interesse, rispetto a queste insegnanti e soprattutto rispetto a quelli che sono i
casi più difficili di questa città, di cui io penso che noi dobbiamo farci carico fino in
fondo, dall'altra parte, invece, poi, l'abbiamo legata a questa discussione sulle mense.
Sicuramente si è sbagliato il facile, perché, in presenza di poche risorse, solitamente
cosa si fa? A saldo invariato, si fa pagare di più a chi ha di più, e si fa pagare di meno a
chi ha di meno. Questo vale per la carità cristiana e, per la mia vecchia cultura di
sinistra, è facile, non si può sbagliare. Se si sbaglia anche su questo, è veramente da
esame di riparazione.
Poi, però, ci si è messa una toppa, c'è stata una discussione pubblica anche dura e i vari
soggetti della Città hanno preso una posizione forte e autorevole. Si è provato a mettere
insieme un percorso, che delineava prima il Consigliere Grimaldi, e oggi arriviamo ad
una deliberazione che - succede spesso - è radicalmente cambiata rispetto alla
deliberazione iniziale. Ha ragione il Consigliere Viale a dire che sarebbe stato meglio
avere dei dati; noi, però, quei dati ce li siamo costruiti, li abbiamo distribuiti e questo è.
Dall'altra parte, però, devo anche dire che a me interessa poco il tema della fiducia o
della sfiducia. Io posso dire - e questo lo dico con chiarezza - che il tempo è scaduto.
Bisogna capire qual è il sistema educativo di questa Città, dove questa Città vuole
andare. Se la direzione è quella di Milano e di Napoli, Assessore, secondo me, tanto il
sindacato, quanto i lavoratori, quanto noi Consiglieri Comunali, e soprattutto la sua
forza politica, non potremo che essere contenti.
Se la direzione, però, è un'altra, evitiamo la consunzione, diciamolo con chiarezza,
almeno noi potremo assumerci le nostre belle responsabilità politiche, fare le nostre
scelte e dire con chiarezza che noi su quel percorso non siamo d'accordo.

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
La parola, per una replica, all'Assessore Pellerino.

PELLERINO Mariagrazia (Assessore)
Innanzitutto volevo chiarire che i dati sono stati diffusi a tutti i Consiglieri Comunali
che hanno partecipato, come è stato richiesto, ma naturalmente erano a disposizione -
come sono a disposizione tutti gli atti dei nostri Uffici - di tutti i Consiglieri che hanno
partecipato alla V Commissione e che ne hanno fatto richiesta.
Io accolgo - accolgo nel senso dell'attenzione, ovviamente - le considerazioni di tutti i
Consiglieri e le Consigliere, che indubbiamente sono state molto preziose e, in effetti,
per usare la metafora del Consigliere Curto, siamo agli esami di riparazione, perché in
effetti la deliberazione è stata rivista a settembre.
Vorrei però far notare al Consigliere Curto che questa deliberazione è stata votata dalla
Giunta il 7 agosto in una situazione di emergenza, perché l'Assessorato ai Servizi
Educativi aveva predisposto una bozza di deliberazione, che era stata iscritta all'Ordine
del Giorno, e questo vorrei che lo sapessero anche gli altri Consiglieri, che forse non
hanno altrettanto visto gli atti con attenzione su questo tipo di argomento; la
deliberazione era stata proposta ed iscritta all'Ordine del Giorno all'inizio di luglio e
non prevedeva alcun aumento che non fosse l'aggiornamento ISTAT.
Poi, ad un certo punto, non soltanto l'Assessore ai Servizi Educativi, ma anche
l'Assessore ai Servizi Sociali e tutti gli altri Colleghi ci siamo trovati in una situazione
di Bilancio che ci veniva segnalata dall'Assessore - e naturalmente ne abbiamo discusso
in Giunta - e, in una riunione che c'è stata il 31 luglio, ciascuno di noi ha dovuto
apportare, in qualche modo, delle risorse, per evitare che questo Comune non fosse più
gestito da una maggioranza politica, ma in via tecnica amministrativa.
Credo che di questo la Città debba essere consapevole, e che di questo tutte le forze
politiche che intendono governare se ne debbano fare carico, fintanto che ritengono di
condividere l'esercizio del governo di una Città, perché nessuno di noi fa proposte di
rincari a cuor leggero, in una situazione così delicata, e anche proprio di povertà, di una
parte significativa di questa città, credo nessuna maggioranza, men che meno una
maggioranza che esprime al suo interno la sinistra.
Come ho detto nella mia premessa introduttiva, è stata una scelta necessitata. Io credo
che proprio in questa settimana "Torino Spiritualità", che inauguriamo come intervento,
come manifestazione culturale, ha come titolo "Il valore della scelta". Io credo che il
valore della politica e che giustifica la politica dovrebbe essere quella di proporre delle
scelte che sono giuste, eque, equilibrate e adeguate.
Mi pare che, in questo momento, molto spesso noi ci troviamo a dover amministrare
delle scelte alla meno peggio, scelte che sono assunte altrove, dal nostro Governo
nazionale, piuttosto che assunte a livello europeo, e su cui noi cerchiamo, in qualche
modo, di intervenire e che, guarda caso, vanno a toccare proprio i servizi della Città, i
servizi che sono gestiti direttamente dalla Città.
Quindi questo, sia, da una parte, con la diminuzione delle risorse finanziarie che
derivano dai trasferimenti, e sia, dall'altra parte, con una normativa che tutti
conosciamo sul personale e sul tema della stabilizzazione dei precari - che pure è un
tema che credo la Città, attraverso l'Assessore al Personale, stia trattando -, non sono di
così facile soluzione, perché comunque, stabilizzazione o meno, rimane il doppio
mandato: da una parte, giustamente, si dice che le Pubbliche Amministrazioni devono
smettere di avere personale precario, cosa su cui credo siamo tutti d'accordo; dall'altra
parte, si dice però che non si può assumere del personale a tempo indeterminato oltre
una certa soglia, perché abbiamo i vincoli che tutti conosciamo del turnover, piuttosto
che della spesa complessiva del personale, che comunque non può superare il 50%.
Quindi, da una parte mi si dice: "Stabilizza i precari", dall'altra parte mi si dice: "Non
assumere". Credo che sia un po' difficile.
Allora, è evidente che, chi sceglie di stare al governo di una Città (e ovviamente è una
scelta che certamente va discussa e politicamente rinnovata in sedi che non sono,
evidentemente, quelle del Consiglio Comunale, perché si tratta di una vera e propria
discussione politica e non amministrativa), deve anche farsi carico di quelli che sono i
binari, sempre più stretti, dell'esercizio del governo, che sta diventando davvero un
esercizio di stile.
Detto questo, anche per quanto riguarda quel famoso aumento di 10 Euro al mese, che
qualcuno qui ha ricordato, voglio soltanto dire per chiarezza che nel mese di luglio,
cioè, torno a dire, il 1° agosto, quando c'è stata questa riunione, e il 7 agosto, quando
abbiamo approntato in tutta fretta una bozza di deliberazione, non avevamo i dati ISEE,
che abbiamo avuto poi a settembre, e sulla base di quei dati ISEE abbiamo verificato
che nel servizio di ristorazione nelle ultime fasce c'era il 33% di utenti, molti dei quali -
come dice giustamente il Consigliere Grimaldi -, la stragrande maggioranza dei quali
non presenta la dichiarazione ISEE. Attraverso questa indicazione siamo riusciti ad
andare a modificare quella che era la proposta iniziale, ovviamente con il lavoro della
Commissione e con il lavoro delle organizzazioni confederali sindacali.
Voglio, però, dire che anche nella proposta originaria, comunque, per le fasce più basse
l'aumento era di 5 Euro al mese e questo aumento, che oggi andiamo a proporre con
questa deliberazione, consente comunque di contenere il costo del pasto per le fasce più
basse ad 1,60 Euro, che credo sia comunque un costo inferiore a quello che la famiglia
sosterrebbe se il figlio usufruisse di questo pasto a casa.
Credo che il tema dei residenti sia sicuramente già all'Ordine del Giorno, nel senso che
abbiamo programmato una riunione nella prossima settimana con i Colleghi dei Comuni
verso i quali ci sono studenti torinesi che vanno e viceversa, insomma, dove c'è
comunque uno scambio. Già oggi i non residenti nella città comunque pagano la tariffa
massima.
Vorrei anche ricordare che, oltre al fatto che, da un lato, il tasso di copertura del servizio
dei nidi è pari al 14,7%, dall'altra parte il tasso di copertura del servizio di ristorazione è
pari al 79%, anche alla luce di quest'ultimo incremento.
In merito alle fasce tariffarie, come ho detto prima, abbiamo 24 fasce ISEE per quanto
riguarda i nidi e abbiamo aumentato di tre fasce ISEE anche il tariffario del servizio di
ristorazione; questo proprio per andare a fare quella progressività che qui viene
invocata. È sempre stata fatta. L'Assessorato si è regolato in questo modo, anche perché
credo che sia semplicemente di buonsenso o, se vogliamo chiamarlo in un altro modo,
di equità sociale andare ad applicare quello che è un principio costituzionale, che è
quello della progressività. E la progressività c'è, perché, se una tariffa, passando per 24
fasce, va da 53 Euro a 540 Euro, sfido chiunque a dire il contrario.

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