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FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. mecc. 201303374/009, presentata dalla Giunta Comunale in data 16 luglio 2013, avente per oggetto: "Variante parziale n. 255 al P.R.G., ai sensi dell'articolo 17, comma 7 della Legge Regionale 56/1977 e articolo 89 Legge Regionale 3/2013 concernente l'integrazione normativa all'articolo 21 delle N.U.E.A. di P.R.G.. Approvazione". FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La parola, per l'illustrazione, all'Assessore Lo Russo. LO RUSSO Stefano (Assessore) Consigliere Ricca, noto che lei è sempre molto sul merito delle proposte di deliberazione; ovviamente, questo fa parte del consueto atteggiamento. La risposta è molto semplice ed è in ambito giuridico e sul piano della continuità amministrativa dell'Ente: una proposta di deliberazione non deve essere riadottata dal medesimo organo esecutivo, a prescindere da chi la presenta. Il secondo argomento è che io e l'Assessore Curti, per delega del Sindaco, siamo sostituto l'uno dell'altro, quindi abbiamo queste due grandi motivazioni, che spero risolvano la sua curiosità. La proposta di deliberazione in oggetto, che è la Variante parziale n. 255, è di grande rilevanza ed attiene all'approvazione di una modifica delle norme generali del nostro Piano Regolatore, che, in particolar modo, riguarda l'allocazione funzionale di alcune destinazioni d'uso di alcuni interventi, che, a causa di un evolversi della normativa ambientale (che ovviamente è intercorsa, nell'arco degli anni, tra la creazione delle imprese e poi tutti i successivi atti programmatori), oggi si trovano ad essere localizzati in porzioni di territorio che, per ragioni di carattere prettamente ambientale, non sarebbero più compatibili con la destinazione d'uso in oggetto. Traduco in termini forse più intuibili e semplici. In virtù del fatto che, nell'arco degli anni, il nostro Piano Regolatore è stato oggetto di modifiche connesse ad atti di programmazione e di pianificazione sovraordinata, aventi carattere prevalentemente ambientale e di tutela delle sponde fluviali, ci siamo trovati nelle condizioni di avere delle attività produttive in essere, esistenti, in porzioni che oggettivamente risultano non più compatibili con l'attuale quadro normativo. Questo elemento ha fatto sì che, nell'arco degli anni, le operazioni di modifica edilizia e di adeguamento edilizio, piuttosto che di riallocazione di funzioni nell'ambito delle imprese in oggetto, fossero sostanzialmente impedite dalle norme di attuazione del Piano Regolatore, che fondamentalmente, non prevedendo quel tipo di destinazioni d'uso in quelle porzioni, di fatto non rendevano compatibili gli utilizzi con i rilasci dei permessi di modifica strutturale ed edilizia dei medesimi interventi. Il Consiglio Comunale, con deliberazione n. 38 del 26 marzo 2012 (quindi, quasi un anno e mezzo fa), in realtà adottò la Variante n. 255, che - lo ricordo - è una Variante parziale e, sostanzialmente, andava a colmare un vulnus normativo nelle nostre norme di attuazione, basandosi sul seguente principio: atteso che oggi, sulla base delle norme in essere, alcune destinazioni d'uso a carattere produttivo non sarebbero in alcun modo più localizzabili in porzioni di territorio lungo le sponde fluviali, si è valutato di individuare una procedura che consentisse a queste aziende, qualora ponessero in essere azioni atte a limitare il loro impatto ambientale, a cambiare la loro produzione in ordine alla minimizzazione delle emissioni inquinanti, piuttosto che alla rifunzionalizzazione di alcuni processi produttivi atti a migliorare la condizione ambientale in essere, se - e solo se - queste condizioni migliorative venivano ad essere presenti, di ottenere dal Comune di Torino l'autorizzazione per questi lavori. Trattandosi di disciplina generale e non puntuale ed essendo una Variante normativa e non localizzata su un singolo intervento, tutto questo complesso di operazioni di carattere progettuale e migliorativo, relativamente alla produzione di beni e servizi, andava normato - e fu questo l'indirizzo del Consiglio Comunale e nella deliberazione di adozione del marzo 2012 - attraverso uno specifico atto, questo sì, invece, di natura puntuale, che gestiva, caso per caso, ogni singolo intervento, a seconda di quelle che erano le caratteristiche di proposta fatte dall'impresa. Questo atto, che veniva in qualche modo codificato con la denominazione "Protocollo d'Intesa", avrebbe dovuto - e così dovrebbe capitare - normare tutto quello che è il comparto di miglioramento edilizio e funzionale in una negoziazione non bilaterale tra impresa e Comune, ma in una negoziazione che metta intorno al tavolo, con obbligo di sottoscrizione del medesimo Protocollo d'Intesa, tutti gli enti di controllo sanitario ed ambientale che, in qualche modo, davano il via libera all'operazione di miglioramento del processo produttivo e/o del corpo edilizio. Ovviamente, questo elemento, che è da intendersi come una misura di miglioramento ambientale, andrà ad agire, qualora l'Aula lo approvasse, su un numeroso (ancorché non infinito) insieme di imprese che, per tipologia funzionale e per caratteristiche strutturali, sono in condizioni molto diverse e che, evidentemente, hanno esigenza di avere atti deliberativi dedicati e, in qualche modo, specifici, che, di volta in volta, devono trovare intorno al tavolo, oltre che alla Città di Torino, agli Uffici dell'Edilizia privata, agli Uffici dell'Urbanistica, una pluralità di soggetti che di per sé è variabile. Davamo per scontata la presenza a questo tavolo, anche in fase di sottoscrizione, dell'Autorità Regionale di Protezione Ambientale (ARPA), dell'ASL, dei controlli sanitari e di tutti quei soggetti (a partire dall'Ente Parco, che, come avranno modo di leggere i Consiglieri, è sempre chiamato a sottoscrivere il Protocollo d'Intesa) che, evidentemente, possono esprimere valutazioni di carattere tecnico in ordine alle questioni specifiche sollevate. Nell'ambito dell'illustrazione e, poi, della proficua discussione - credo che sia stata una bella discussione - che abbiamo fatto in II Commissione Consiliare e che ovviamente ha messo in evidenza quali sono le criticità ed i nodi politici sottesi a questa Variante, oggi siamo nelle condizioni di avere delle industrie che hanno esigenza reale ed impellente di miglioramenti di qualità ambientale ed il paradosso delle nostre norme d'attuazione del Piano Regolatore è che non possiamo autorizzarli. Il paradosso è che, per una ragione ambientale, queste imprese non possono adottare quegli atti di miglioramento della qualità ambientale ed oggi, approvando questo atto, di fatto saneremo questa situazione. Come ho avuto modo di dire in Commissione, alla luce della discussione, che è stata veramente di alto livello, ho predisposto due emendamenti, che sono due semplicemente perché agiscono su porzioni diverse della proposta di deliberazione (ma, dal punto di vista sostanziale, vanno intesi come un unico emendamento), che prevedono - al di là di tutto quello che ho già elencato, cioè la sottoscrizione di un Protocollo d'Intesa, che, di volta in volta, verrà sottoscritto dagli enti diversi - un passaggio diretto nella Commissione Consiliare per l'illustrazione del Protocollo, onde favorire, in una sede che sia pubblica (ricordo che, ai sensi del nostro Regolamento, le sedute di II Commissione sono pubbliche), la discussione e l'illustrazione alla cittadinanza di quelli che sono gli interventi di miglioramento dell'impresa. Quindi, credo che questo atto ponga un buon punto di sintesi delle diverse istanze, anche territoriali. Lo dico come auspicio politico: auspico che le aziende che verranno coinvolte da questa Variante normativa quanto prima si manifestino e si palesino presso i nostri Uffici, onde poter attivare, a cura e spese delle medesime aziende, un corposo intervento di miglioramento della qualità e della funzionalità delle medesime aziende, nell'ottica della tutela della salute dei cittadini e del miglioramento della qualità ambientale nelle zone rivierasche della città di Torino. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La parola al Consigliere Bertola. BERTOLA Vittorio Come diceva l'Assessore, questa è una Variante di tipo generale e normativo, quindi non riguarda alcuno specifico punto della città, anche se poi nel testo si va abbastanza a lungo a dimostrare che, in realtà, si tratta di una Variante parziale, per cui le aree affette sono comunque limitate. Sostanzialmente, è però una Variante che permette alle attività produttive ed industriali già insediate nei parchi di restarci e anche di fare l'adeguamento degli impianti, che, altrimenti, non potrebbero fare, dato che la logica del Piano Regolatore era quella di dire che, finché si è nell'area che dovrebbe diventare parco si può andare avanti con la propria produzione, e poi, una volta finito, non si ristruttura o non si fa un nuovo impianto per andare avanti altri vent'anni, ma l'area viene ceduta alla Città per essere trasformata a parco, perché quella è la destinazione prevista nel Piano Regolatore. Dopodiché (per carità, capisco e sono pienamente comprensibili le preoccupazioni occupazionali e tutto il resto), sostanzialmente questa Variante, invece, autorizza questa industria a restare lì indefinitamente, previo l'adeguamento degli impianti. Questo mi sembra comunque da sottolineare, in quanto è una scelta che rappresenta la sconfitta della pianificazione pubblica del territorio, causata, probabilmente, dalla mancanza di risorse, in quanto, in questo momento, la Città non avrebbe i soldi per comprare i terreni. Di fatto, vuol dire che noi, come Città e come collettività, abbiamo deciso che lì (fra l'altro, spesso si tratta di aree di pregio, sulla riva dei fiumi) ci dovrebbe essere un parco, ma sostanzialmente non abbiamo alcun modo per ottenere questo risultato. Detto questo, è chiaro che questa Variante ha sostanzialmente un nome, perché, come peraltro è stato chiarito anche durante la discussione, la principale azienda interessata da questa Variante è la Rockwood, ex Silo, di via Reiss Romoli. Ci sono sicuramente delle cave, delle attività di estrazione ed altre cose, però la Rockwood è quella più particolare perché è un'attività storicamente contestata anche da chi abita lì vicino, in quanto si tratta di un'attività chimica che produce vernici e che spesso - secondo chi abita da quelle parti - ha causato condizioni di pesante invivibilità, se non proprio di inquinamento ambientale pericoloso, in quanto i balconi delle abitazioni attigue un giorno erano gialli, un giorno erano rossi e così via. Chiaramente, l'atto si può anche fare e poi la Città può anche decidere che è strategico continuare ad avere questa fabbrica di pigmenti (che, nel frattempo, vuole riconvertirsi e tante belle cose), però, di fatto, forse ci vorrebbero delle garanzie un po' più precise prima di dare il via a questa cosa. La Rockwood è storicamente un'azienda cosiddetta a RIR - cioè, a Rischio Incidente Rilevante - proprio per la pericolosità delle lavorazioni (inevitabilmente, essendo lavorazioni chimiche). Ci è stato detto che la Rockwood è uscita da questo elenco RIR, però non ho ancora visto un atto che spieghi esattamente come e perché. Ci è stato detto che vuole riconvertire gli impianti, proprio per renderli ambientalmente più compatibili e meno rischiosi, però, in sostanza, questo viene demandato ad un Protocollo d'Intesa che è ancora da fare e, quindi, si tratta di un'approvazione un po' al buio. Sicuramente ci fidiamo di questa derubricazione da impresa a RIR, ma ci sarebbe piaciuto avere dei dettagli (al momento non ne disponiamo) e chiaramente rimane un po' di preoccupazione, perché un conto è sapere esattamente che cosa verrà fatto, mentre un altro conto è dire di cominciare a far passare la Variante e, poi, vedere che cosa succederà nel Protocollo d'Intesa. Anche perché, tra l'altro, mi risulta che, ormai dal dicembre del 2011, sia ferma quella che invece è una Variante obbligatoria per Legge - che è strutturale - sul riconoscimento delle aziende a RIR all'interno del nostro Piano Regolatore. Forse la logica avrebbe voluto che, prima, si finisse l'adeguamento di Legge per le aziende a Rischio di Incidente Rilevante e, poi, a valle di quello si facesse una Variante, che magari permetta ad alcune di continuare, previa l'uscita da questo elenco delle imprese a RIR. Speriamo che anche quella Variante, prima o poi, si possa ridiscutere. È anche interessante il parere della Provincia, che è vero che è favorevole, però, come è riportato a pagina 4 della proposta di deliberazione, fa una serie di osservazioni, in particolare sul fatto che alcune di queste aziende - sempre la stessa di cui stiamo parlando - insistono su aree di valore dal punto di vista naturale e della biodiversità, e prescrive una serie di prescrizioni aggiuntive, relative al fatto che dovrebbero essere consultati gli Uffici competenti. Dopodiché, nella proposta di deliberazione si cita la Legge Regionale n. 3/2013, che è la nuova Legge Urbanistica Regionale (recentemente approvata dal Consiglio Regionale), nella quale un articolo dice sostanzialmente che quello che si era iniziato a fare prima si può concludere con le vecchie procedure, quindi noi lo concludiamo con le vecchie procedure. Si dice addirittura "anche per evitare aggravi procedurali", per cui si fa prima così, per evitare di fare la procedura completa, quella nuova, si usa quella vecchia. Il fatto che la Legge Urbanistica preveda la possibilità di completare una procedura iniziata con la Legge Urbanistica precedente, vorrei capire però se permette anche di non andare ad occuparsi delle discipline delle Leggi Regionali in materia di tutela delle aree naturali, della biodiversità, eccetera, che sono un altro settore, per cui non credo che la Legge Urbanistica possa validare il fatto di non occuparsi di quello. Naturalmente, ci fidiamo della correttezza tecnica degli Uffici, sperando che, prima o poi, non vi sia nuovamente una verifica da parte di qualche Tribunale Amministrativo che, in seguito, dica che le nostre Varianti non sono corrette. Tornando alla questione di sostanza, intanto la cosa non si chiude qui, nel senso che poi ci vorranno questo Protocollo d'Intesa ed un progetto, a fronte dei quali saranno date le opportune autorizzazioni da parte degli Uffici Comunali; inoltre, mi piacerebbe capire se tutti questi lavori saranno soggetti alle autorizzazioni ambientali previste dalla Legge e se, in qualche modo, sarà risolto il rischio di esondabilità, perché comunque questa azienda è sulla riva della Stura, per cui alcune delle sue aree a me risultano essere nelle zone esondabili. Spero che, nell'ambito dei lavori di ristrutturazione, verranno tolti gli impianti dalle parti esondabili, ma anche su questo mi sarebbe piaciuto avere delle garanzie migliori. L'ultimo punto, altrettanto importante, è che spesso - è una discussione che è avvenuta qualche tempo fa in II Commissione con il neo Assessore - si creano, almeno secondo la Giunta, delle polemiche sul nulla o, comunque, si tratta di preoccupazioni che non sono legate alla sostanza degli atti, ma a delle voci che si spargono e così via. Credo che questa sia anche un po' l'idea - mi corregga se sbaglio - che la Giunta ha della preoccupazione che c'è tuttora nel quartiere per questa Variante e, in generale, per il fatto che questa azienda (di cui tutti speravano onestamente di liberarsi, perché è trenta o quaranta anni che sta lì ed ha creato dei problemi) sia destinata a rimanere lì all'infinito. Proprio per ovviare a queste cose era stata promessa dal Presidente della Circoscrizione (che, peraltro, è l'ex segretario del suo Partito ed attualmente parlamentare della Repubblica) un'assemblea pubblica nel corso della quale le Istituzioni, il Comune e la Circoscrizione, avrebbero illustrato nel dettaglio che cosa intende fare la Rockwood, avrebbero parlato nel dettaglio della Variante con i cittadini e, quindi, avrebbero rassicurato pubblicamente la cittadinanza sul fatto che, in realtà, l'approvazione di questa Variante non è un via libera ad ulteriori anni di problemi di convivenza con questa azienda. Ovviamente, questa assemblea non è stata fatta prima dell'adozione della Variante e non è stata fatta, nonostante le promesse, prima dell'approvazione della stessa. Perlomeno sarebbe stato un gesto di coinvolgimento nei confronti delle persone che abitano lì di fronte e che magari sarebbero state veramente rassicurate e, quindi, a questo punto sarebbero contente e non avrebbero problemi nel vedere questo atto. Ovviamente, non essendosi realizzata questa assemblea, in questo momento non possono essere rassicurate. Vorrei un impegno da parte dell'Amministrazione ad andare sul territorio ed a parlare di quello che intende fare la Rockwood, spiegandolo a tutti; in questo modo, magari poi saremo tutti contenti, perché avremo una nuova azienda che sarà veramente compatibile con l'ambiente, non sarà più a rischio di incidenti e darà lavoro ed occupazione. Penso, però, che sia necessario che l'Amministrazione spieghi queste cose e non si basi semplicemente su un atto di fede che dovremmo fare noi - appunto, approvando la Variante -, fidandoci del fatto che il resto di questa procedura andrà, poi, in quella direzione. Per questo motivo, allo stato attuale delle cose, il nostro voto non può che essere contrario a questa Variante. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La parola al Consigliere Ricca. RICCA Fabrizio Per entrare - così come chiedeva l'Assessore Lo Russo - nel merito della proposta di deliberazione, sono un po' stupito dalla celerità con cui si è dibattuto di questo importante atto, vista la sua delicatezza. Ricordo che, un anno fa, impiegammo circa un mese per analizzarla, sviscerarla e modificarla, perché la deliberazione, così come era stata presentata dall'Assessore Curti in fase di adozione, non era quella che poi è stata adottata, esattamente come la proposta di deliberazione che l'Assessore Curti ha tentato di presentare (prima che perdesse le deleghe) e che lei oggi ci propone sarà diversa da come era inizialmente, quindi probabilmente non era così perfetta. Detto questo, è rimasta nel cassetto per più di un anno e mezzo e, nel giro di neanche due ore (forse ci abbiamo impiegato un'ora), ci siamo trovati a liberarla, quasi con degli escamotage politici all'interno della Commissione, perché, prima, si era tutti contrari e, poi, magicamente si è diventati tutti d'accordo, senza poter capire se era possibile andare a verificare direttamente in loco quali erano gli esiti della proposta di deliberazione. Questo non è stato fatto e non è stato neanche preventivato, perché abbiamo chiesto un sopralluogo in tutti i luoghi della Variante (e non un sopralluogo ad hoc per la Rockwood, perché bisogna anche dare un nome alle questioni di cui discutiamo) per poter poi entrare nel merito. La ringrazio per aver prodotto degli emendamenti, perché, altrimenti, oggi l'ostruzionismo sarebbe stato molto diverso rispetto a quello che poi è stato (molto lieve), perché con questa nostra azione ci tenevamo a dare risalto ad una proposta di deliberazione che è nata male e che si è cercato di correggere. Prendiamo in considerazione l'oggi, senza pensare a quello che sarà il domani. Infatti, quelli che sono gli interventi che si possono fare su questa proposta di deliberazione poi rimangono vincolati a questo atto. Dato che con questa proposta di deliberazione è la duecentocinquantacinquesima volta che cambiamo il Piano Regolatore, ci troveremo di nuovo costretti, nel momento in cui un'azienda... Capisco il momento di difficoltà, che bisogna incentivare le aziende a rimanere sul nostro territorio e fare di tutto affinché l'occupazione rimanga stabile, però bisogna trovare una quadra. Hanno chiuso l'Ilva e c'erano delle situazioni ancora diverse, ma una cosa è cercare di salvaguardare l'occupazione e un'altra cosa è tutelare la salute dei cittadini, che, secondo me, in questo momento non è stata prioritaria, mentre è stato prioritario far passare la proposta di deliberazione e rientrare dopo un anno e mezzo, ma mi permetto di dire che, dopo un anno e mezzo, la situazione economica e sociale è completamente cambiata. Ci ricordiamo tutti le discussioni di un anno e mezzo fa e quella che abbiamo fatto, in maniera molto breve, in Commissione. Ho avuto la sensazione che, magari, questa brusca accelerazione sia stata fatta per mettere a tacere dei malumori all'interno della maggioranza e per evitare che la Circoscrizione 5 - come ricordava il Consigliere Bertola prima - insorgesse nuovamente, perché, un anno e mezzo fa, cambiammo la deliberazione anche su quelle che erano le indicazioni dell'ex Presidente di Circoscrizione, che non ha mantenuto gli impegni - questo è giusto ricordarlo, come ha detto prima il Consigliere Bertola -, perché si parlava di coinvolgere la cittadinanza sul tema e non è mai stato fatto (è un'altra delle chiacchiere a cui ci ha abituato la maggioranza che ci governa). È per questo motivo che non posso che essere contrario, a causa dell'impostazione e del fatto che non mi è stata data la possibilità di entrare nel merito, perché chiedevamo solo un piccolo approfondimento. Chiedo all'Assessore - chiaramente lo faccio come ultima istanza, ma probabilmente non la accoglierà - di riportare la proposta di deliberazione in Commissione, di poter fare un sopralluogo e di poter lavorare insieme, senza alcun tipo di forzatura, perché il tema è davvero sensibile. Ci sono dei comitati, a mio parere molto attendibili, che hanno dato un parere negativo, mentre, spesso, abbiamo la possibilità di condividere un percorso con loro. A questo punto, chiedo all'Assessore di riportarla in Commissione per poter effettuare un approfondimento, perché non è stato fatto. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La parola al Consigliere Carretta. CARRETTA Domenico Il mio intervento sarà brevissimo. Vorrei chiedere all'Assessore di rallentare l'iter procedurale di alcuni provvedimenti, perché, a quanto pare, un anno e mezzo è una brusca accelerazione. Da un anno e mezzo a questa parte, so che gli elementi che sono stati sollevati sono stati analizzati in Commissione ed abbiamo fatto un sopralluogo; Consigliere, il sopralluogo lo abbiamo fatto in una realtà privata, perché bisogna anche stare a quella che è la disponibilità di un privato. L'altro sopralluogo a cui si fa spesso riferimento sarebbe nel perimetro del cancello della Rockwood; lo possiamo fare tranquillamente, ma lo possiamo anche organizzare in maniera privata. L'altro elemento che mi è sfuggito nella discussione - chiedo lumi al Consigliere Bertola - riguardava il fatto che quindi la soluzione era di chiudere la Rockwood? Un passaggio è stato quello: eliminare la Rockwood, facendo passare in secondo piano la riconversione sostenibile e la salvaguardia dei posti di lavoro. Ma l'obiettivo qual era? Era quello di rispondere alla protesta: quindi, andare lì con i cartelli - modello Simpson - e chiudere la Rockwood. Però, questo modo di fare non ci appartiene. Abbiamo cercato di approfondire e l'abbiamo fatto anche mettendo nero su bianco, perché l'altro elemento che viene spesso evidenziato da parte della minoranza è che nella narrativa viene spesso citata la Rockwood, ma viene citata chiaramente anche perché è un segnale di trasparenza. Secondo me, citare quello che è l'elemento emblematico che riguarda questa Variante è un fatto di una trasparenza inaudita. Sarebbe stato peggio portare avanti un'operazione di questo tipo non citando quello che è il caso emblematico che viene chiamato in causa. Nonostante questo, il fatto di averlo citato porta a pensare a qualcosa di losco, ma provate ad immaginare se la Rockwood non fosse comparsa all'interno della narrativa. Ritengo che ci saranno passaggi ulteriori, ad esempio (sulla base dell'emendamento che è stato proposto ed annunciato dall'Assessore) un'analisi del Protocollo che verrà fatta in Commissione. Detto questo - mi rivolgo al Consigliere Ricca -, sono disponibile a fare ulteriori passaggi, ma sono anche consapevole del lavoro che è stato fatto finora. Vi chiedo di portare avanti il lavoro, di dire "sì" ad una riconversione ambientale, anche perché in quest'Aula non ho sentito altre ricette che, in un certo senso, vadano nella direzione di salvaguardare dei comparti produttivi importanti. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La parola, per fatto personale, al Consigliere Ricca. RICCA Fabrizio Il fatto che sia intercorso un anno e mezzo tra l'adozione e l'approvazione non significa che in Commissione se ne sia parlato, né in altre sedi istituzionali. Mi vorrei rivolgere a 360 gradi a quelle che sono le sedi istituzionali che possono ragionare sul merito. La Circoscrizione 5 non è stata più coinvolta, perché, se prima chiamavate il vostro segretario di Partito per chiedere di poter liberare la Commissione, chiaramente poi, non essendoci più vincoli in quella porzione di città, siete andati diritti senza alcun problema. Il sopralluogo è stato fatto all'interno di una stanza chiusa. Lo sappiamo che era privato e che è un'azienda privata, però, dato che l'okay lo dobbiamo dare noi, ritengo che sia fondamentale che, nonostante sia privato, possiamo andare a vedere per capire, perché non mi permetto di votare per qualcosa che non vedo e che non conosco soltanto perché è privato e non posso entrare. Di solito, le Varianti si fanno perché vengono chieste. Probabilmente... FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Le chiedo solo di... RICCA Fabrizio Sto concludendo, Presidente. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Vorrei capire qual è il fatto personale, perché, altrimenti, le devo togliere la parola. RICCA Fabrizio Ho risposto sul fatto personale. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Il fatto personale è una cosa che interessa lei. RICCA Fabrizio Il fatto personale, Presidente... FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Se viene meno, le tolgo la parola. RICCA Fabrizio Mi permetto di dire che, se avesse ascoltato gli interventi, probabilmente... FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Allora, concluda gentilmente. RICCA Fabrizio Dato che devo votare una cosa che non ho visto e che non conosco, perché... FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Questo è un fatto politico, non personale. RICCA Fabrizio Non è un fatto politico, Presidente. Sto rispondendo ad una critica che ho ricevuto a verbale, perché il Presidente della II Commissione, il Consigliere Carretta, si è rivolto a me dicendo questa cosa. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La ringrazio. RICCA Fabrizio Concludo il mio intervento, Presidente. Non mi permetto di votare una cosa che non ho visto e che non conosco e nell'anno e mezzo che è intercorso tra l'adozione e l'approvazione non vi è stata alcuna Commissione che si è interessata di questo argomento. Di conseguenza, non facciamo dell'ironia, perché la cosa è davvero seria. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La parola, per fatto personale, al Consigliere Bertola. BERTOLA Vittorio In genere non mi preoccupo di rettificare quello che mi viene messo in bocca da esponenti della maggioranza, però, in questo caso, inviterei il Consigliere Carretta a riascoltare quanto ho detto. Il mio intervento si è concluso dicendo che speriamo tutti - noi compresi - che si possa arrivare ad una situazione in cui questa fabbrica possa lavorare in piena compatibilità ambientale, alla fine a garanzia del quartiere, di chi ci abita davanti e di chi ci lavora dentro. Dopodiché, la nostra posizione di opposizione è legata al fatto che, al momento, non riteniamo di avere le informazioni necessarie per concludere che quello sarà l'esito di una procedura avviata con questo atto ed avremmo voluto che, prima, si facesse il resto e che si arrivasse alla discussione del Protocollo d'Intesa e che, poi, si pensasse, eventualmente, di mandare avanti gli atti necessari per un cambiamento, che, comunque, è radicale e profondo nelle norme stesse del Piano Regolatore. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La parola al Consigliere Levi-Montalcini. LEVI-MONTALCINI Piera Mi sembra che il Presidente Carretta non fosse presente a questa Commissione, presiedeva il Consigliere Grimaldi, e quindi non ha potuto seguire la discussione che... (INTERVENTO FUORI MICROFONO). C'era? Va bene, allora... (INTERVENTO FUORI MICROFONO). No, io c'ero, perché sono intervenuta più di una volta in Commissione. Ribadisco quanto ho detto in Commissione. Questa deliberazione ci è arrivata in adozione un anno e mezzo fa, con la dicitura: "Questa è ritagliata per la Rockwood, ma l'abbiamo adattata anche per gli altri nelle stesse condizioni". Siccome è passato un anno e mezzo (e vorrei dire che un anno e mezzo è lunghissimo con i tempi odierni di crisi), vorrei sapere (l'Assessore in Commissione ha detto che non lo sa e, quando oggi gliel'ho richiesto, mi ha detto di nuovo che non lo sa) se la Rockwood è interessata o meno alla trasformazione di cui si parlava un anno e mezzo fa; chiedo soltanto se vale la pena votare questa approvazione senza aver verificato se la Rockwood ne ha ancora urgenza (ma, se fosse così, probabilmente avrebbe premuto in altro modo e l'Assessorato ci avrebbe ripresentato questa approvazione molto tempo prima), ma soprattutto di rivederla nella chiave globale di tutte le attività che sono paragonabili a quella della Rockwood, perché ci era stato detto che questo atto - infatti nella deliberazione viene citata più volte questa azienda - è stato fatto ad hoc per loro ed adattata per gli altri. Mi piacerebbe, invece, che fosse una cosa più generalizzata. Io ho chiesto questo. Non vogliamo fermare - come sembra insinuare il Consigliere Carretta - della gente che vuole investire, perché mi sembra che ci siano molte persone, anche nell'edilizia privata, che vogliono investire e che vengono bloccate per anni per delle cavolate; scusate il termine, ma è così. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La parola al Consigliere Grimaldi. GRIMALDI Marco Per debito d'ufficio e loro norma, vorrei intervenire non per fatto personale. Intanto, vorrei ricordare che, essendo una Variante normativa, la localizzazione puntuale del P.R.G. non ha senso e vorrei che questo fosse chiaro in questa discussione. Non capisco - e spero che venga rigettata al mittente - questa idea per cui, se l'Amministrazione si prende un po' più di tempo, vuol dire che qualcuno non ha premuto sull'acceleratore. Non so che cosa intendesse il Consigliere Levi-Montalcini, ma spero che non sia questo l'oggetto della discussione. Vorrei che ritornassimo un po' alla concezione di quel Piano Regolatore, che, di fatto, insisteva su un dato, cioè che alcune aziende, come quelle che hanno richiesto anche la modifica del 5 bis con il 5 ter, nel tempo non dovessero essere più inserite in quel contesto ambientale, perché quelle erano sponde fluviali, perché erano sponde di parchi e perché, almeno secondo la concezione degli anni Novanta, quel tipo di fabbrica avrebbe deturpato e, in qualche modo, continuato ad insistere su un terreno che non era adatto. Allora, si preferiva dire che non erano autorizzati ampliamenti, ristrutturazioni di tipo industriale, eccetera. Dall'altra, secondo me, l'abolizione di quel comma sarebbe stata sbagliata per i tempi, perché il problema non è solo riorganizzare le funzioni e ripensare parte di quel settore, ma rigenerare un'intera filiera. Per questo motivo, secondo me, siamo arrivati ad un compromesso virtuoso, che dice esplicitamente che quel Protocollo d'Intesa va fatto solo se si pensa al piano industriale dell'azienda, se si guarda a quel piano industriale in termini di innovazione e produzioni innovative che rispettano il contesto ambientale e se si parla, di fatto, di una rivoluzione di prodotto e di processo ed è quello che abbiamo chiesto in primis alla Rockwood, che ritengo sia giusto citare, nel senso che è stato il soggetto che ci ha fatto notare che quel comma, il 5 bis, era limitante per uno sviluppo che andasse sia nel versante della ricerca, che nel versante dell'innovazione di prodotto e di processo. Consigliere Ricca, potevamo fare dei sopralluoghi in questo anno? Secondo me, sì. Si poteva chiedere al soggetto privato in questione di fare degli approfondimenti prima del Protocollo d'Intesa? Secondo me, sì, perché non c'è nulla di strano in questa vicenda. Devo dire la verità - in questo ha avuto ragione il Consigliere Levi-Montalcini -, il Protocollo d'Intesa potrà essere fatto solo dopo l'approvazione, perché il soggetto può anche essere interessato, ma, finché non c'è l'approvazione, non ci potrà essere quel Protocollo d'Intesa. E che cosa dice? Per esempio, Assessore Lo Russo, una questione importante è la restituzione alla Città di Torino di una parte bonificata dell'area dove la Rockwood insiste. Credo che debba essere questo l'oggetto della discussione. Puoi ampliarti? Sì, ma nei tuoi confini. In tutti i tuoi confini? No, perché una parte di quei confini verranno restituiti alla collettività sotto forma di parco pubblico. È questo che dovrà essere scritto nel Protocollo. In questa proposta di deliberazione non è scritto perché - ve lo ricordo - è normativa, per cui non può essere scritto in questa proposta di deliberazione. Credo che il compromesso che abbiamo trovato, cioè di vedere quel Protocollo in Aula, in Consiglio e soprattutto in Commissione, sia il vero oggetto della discussione. Ritengo che, nelle prossime settimane, il Presidente Carretta e anche le altre Commissioni Consiliari che lo riterranno opportuno potranno svolgere quei sopralluoghi, come richiesto dai Consiglieri, ma soprattutto potranno iniziare ad interloquire con le nostre Direzioni, per far sì che quel Protocollo abbia esattamente questo oggetto di fondo, cioè un'azienda che ha voglia di rinnovarsi, di rigenerarsi e di continuare a produrre in termini di innovazione in questo territorio e, soprattutto, una zona nuova della città che verrà restituita a tutti i cittadini. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La parola, per una replica, all'Assessore Lo Russo. LO RUSSO Stefano (Assessore) Sostanzialmente, gran parte delle repliche le ha già fatte il Consigliere Grimaldi nel suo brillante intervento. Mi limito unicamente ad evidenziare alcuni elementi che, a mio modo di vedere, sono un po' paradossali, perché, sulla base del ragionamento che è stato sviluppato dal Consigliere Bertola e poi ripreso dal Consigliere Ricca, noi non dovremmo fare nulla. Nonostante sia ferma da un anno e mezzo, loro chiedono di fermarla ulteriormente, mentre mi sarei aspettato che incalzassero l'Amministrazione chiedendo come è possibile metterci così tanto tempo quando c'è una Variante che, attraverso alcuni progetti specifici, consente di migliorare la qualità ambientale, di innovare il prodotto e di rendere più compatibile la presenza delle industrie. Questa discussione assume un secondo connotato surreale se si prescinde da quello che è il contesto economico in cui ragioniamo, cioè un contesto economico in cui un'Amministrazione come la nostra dovrebbe essere solo contenta che imprese private presentino progetti di miglioramento tecnologico, di bonifica ambientale - come diceva il Consigliere Grimaldi -, di messa in sicurezza delle sponde e di messa in sicurezza delle emissioni; Consiglieri Bertola e Ricca, questo è esattamente il contenuto del provvedimento che l'Aula si accinge a deliberare. Anche perché sufficiente leggere il contenuto degli emendamenti, che, in realtà, non sono sostitutivi, ma integrano - e lo trovate in grassetto - il passaggio in Commissione del Protocollo d'Intesa. Introduciamo una fattispecie che va proprio nella direzione di rendere caso per caso, sottoscritto da tutti gli Enti di controllo, la valutazione dei singoli interventi. Questo elemento del passaggio in Commissione, che ritengo molto rilevante, consente la più ampia partecipazione e, se la domanda è questa, è mia intenzione (nel momento in cui arriverà non il protocollo Rockwood, ma il protocollo Rockwood più altri protocolli) rendere il più trasparente possibile il processo decisionale in ordine alle valutazioni tecniche ed in ordine al tema del coinvolgimento della cittadinanza. Peraltro, nell'ambito della Circoscrizione 5, la cittadinanza è stata determinante nell'individuare la formulazione proposta, che già in sede di adozione della Variante ha previsto, attraverso una serie di paletti (che non mi sembrano irrilevanti), l'esigenza di avere un ampio e partecipato confronto e, soprattutto, la valutazione di un ente terzo ed estraneo all'Amministrazione Comunale di Torino (cioè l'Ente Parco e tutti gli enti di controllo ambientale) che - lo segnalo - ha l'obbligo, se vogliamo dare le autorizzazioni edilizie, di sottoscrivere il Protocollo. Sinceramente, la logica è logica e credo che sia difficilmente spiegabile ai cittadini la ragione per cui il Movimento 5 Stelle e la Lega Nord si oppongono ad un provvedimento che va esattamente nell'ottica delle sollecitazioni da loro proposte. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Passiamo all'analisi dell'accorpamento degli emendamenti dal n. 1 al n. 66 (escluso il n. 57), presentati dalla Lega Nord e dal Consigliere Marrone. La parola, per l'illustrazione, al Consigliere Ricca. RICCA Fabrizio La domanda reale che poi uno si fa è: voi, in un anno e mezzo, cosa avete fatto? Perché, Presidente, ci viene presentata la stessa e identica deliberazione e poi arriva il professore, neanche in Commissione, in Aula... FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Le chiedo solo di intervenire sugli emendamenti. RICCA Fabrizio Sto parlando degli emendamenti, Presidente. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Sì, ma sui suoi. RICCA Fabrizio Sto intervenendo sui miei, però mentre parlo mi rivolgo alla Presidenza. Presidente, c'è stato un anno e mezzo di silenzio in Circoscrizione 5 e in II Commissione, dove non si è mai parlato di questa Variante. Si arriva in Aula, dove ci viene spiegato, in maniera anche abbastanza veloce, che verranno presentati in Aula alcuni emendamenti; quindi, viene liberata dalla Commissione all'Aula, sperando che ci siano degli emendamenti (perché potevano anche non arrivare) e, in Aula, il professore ci fa la lezione e ci dice: "No, ma come mai rallentate questa delibera?". Cosa è stato fatto in questo anno e mezzo? Perché avete aspettato un anno e mezzo dall'adozione all'approvazione? Per quale motivo non vi siete interessati di coinvolgere la Commissione in questo anno e mezzo? Io la risposta ce l'ho: perché non ve ne frega niente; perché non ci avete neanche pensato. Probabilmente, qualcuno sarà venuto a bussare alla vostra porta dicendo: "Dov'è la Variante? Perché non va avanti?". La cosa brutta è che, nonostante non abbiate fatto niente per un anno e mezzo, venite pure qui a farci le lezioni di velocità, quando - ripeto - ve ne siete fregati, perché la Variante era esattamente identica e gli emendamenti li abbiamo scoperti oggi, perché, quando abbiamo discusso in Commissione, Presidente, la Giunta non aveva presentato alcun tipo di emendamento. La Commissione, che tanto faceva la paladina dell'ambiente, della legalità, con alcuni suoi componenti che, davvero, sembrava si strappassero i vestiti talmente era importante il fattore ambientale, oggi, senza neanche aver letto gli emendamenti, dicono: "Sì, mandiamola in Aula". Poi, arrivano in Aula sperando di vedere degli emendamenti. Quindi, non venite a farci delle lezioni, perché siete anche abbastanza patetici. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Qual è il parere della Giunta? LO RUSSO Stefano (Assessore) Il parere della Giunta è negativo. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Non essendoci altre richieste di intervento, pongo in votazione l'accorpamento degli emendamenti dal n. n. 1 al n. 66 (escluso il n. 57): presenti 22, favorevoli 1, contrari 21. L'accorpamento degli emendamenti dal n. n. 1 al n. 66 (escluso il n. 57) è respinto. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) L'emendamento n. 57, presentato dall'Assessore Lo Russo, recita: FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Non essendoci richieste di intervento, pongo in votazione l'emendamento n. 57: presenti 22, favorevoli 22. L'emendamento n. 57 è approvato. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Passiamo all'analisi dell'accorpamento degli emendamenti dal n. 67 al n. 71, presentati dalla Lega Nord e dal Consigliere Marrone. Qual è il parere della Giunta? LO RUSSO Stefano (Assessore) Il parere della Giunta è negativo. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Non essendoci richieste di intervento, pongo in votazione l'accorpamento degli emendamenti dal n. 67 al n. 71: presenti 20. Avendo risposto 20 Consiglieri ed avendo constatato l'assenza del numero legale, procediamo ad una nuova verifica del numero legale. |