Cittą di Torino

Consiglio Comunale

Cittą di Torino > Consiglio Comunale > VERBALI > Torna indietro

Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 23 Settembre 2013 ore 10,00
Paragrafo n. 17

Comunicazioni del Sindaco su: "Nuovo orario dei voli Alitalia dall'aeroporto di Caselle e sul ridimensionamento della base Alitalia di Caselle".
Interventi

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
Procediamo con la prima comunicazione del Sindaco. Ricordo che ogni Gruppo ha
cinque minuti a disposizione.
La parola all'Assessore Tedesco.

TEDESCO Giuliana (Assessore)
Alitalia rappresenta storicamente la principale compagnia che opera sullo scalo di
Torino e copre, ancora oggi, quasi un terzo del volume dei passeggeri che sono in
transito nell'aeroporto di Caselle.
Per quanto, dal 2008 ad oggi, il traffico Alitalia, è progressivamente diminuito, infatti
noi registriamo, dal 2008 al 2012, circa meno 24% dei passeggeri in transito e questo
anche in considerazione del fatto che la vecchia Alitalia, così come la conoscevamo, nel
2010 è fallita. Va sottolineato comunque che il gruppo ha trasportato, solo lo scorso
anno, almeno un milione e cento passeggeri, con oltre 14.500 voli da e per Torino, molti
dei quali sono relativi alla direttrice di Roma.
Quindi, attualmente il network di collegamenti operato da Alitalia (giusto per darne un
quadro) è questo: ci sono su Roma nove voli al giorno; su Napoli quattro al giorno, tre
da questo inverno; su Catania un volo al giorno, operato da Airone; Lamezia un volo al
giorno; Palermo un volo al giorno; Bari un volo al giorno; Reggio Calabria tre voli a
settimana.
Io vorrei dire, anche se immagino che i Consiglieri ne siano perfettamente a
conoscenza, che Alitalia oggi è una compagnia fortemente in crisi, ma in questo
momento - ma è sulle pagine di tutti i giornali economici nazionali e stranieri - si sta
immaginando un aumento di capitale. Si sono sondate diverse compagnie; al momento,
quella che sembra più probabile per un possibile aumento della partecipazione in
Alitalia è Air France KLM. Quindi, è un momento di ripensamento della sua struttura
societaria.
Proprio in questo contesto, a marzo del 2013, in ragione non solo della crisi economica
della compagnia, ma anche dell'andamento generale del mercato del trasporto aereo,
Alitalia ha presentato un piano industriale che comportava la necessaria
riorganizzazione di tutto il network di voli sugli scali italiani e che prevedeva, in quella
fase, un pesante ridimensionamento della presenza del vettore sullo scalo di Torino.
Proprio alla luce della presentazione di questo piano di riorganizzazione da parte di
Alitalia, SAGAT ha avviato un tavolo di trattative riservate con Alitalia e ha presentato
un'offerta tecnica ed economica di particolare attrattiva, con l'obiettivo di sostenere il
traffico domestico, garantendo, da un lato, la massima flessibilità di questo piano
industriale; dall'altro, cercando di mantenere e accrescere il traffico su Torino, anche
magari con rotte internazionali.
Questa offerta, che è stata solo presentata, non è ancora stata discussa nel merito; ci sarà
un aggiornamento di questo tavolo di trattative a metà di questa settimana. Quindi,
siamo ancora alla fase molto ideologica in cui si è in una fase di trattativa con Alitalia.
È bene precisare, però, che ogni decisione da parte del vettore, proprio sulla
programmazione dei propri voli su un aeroporto si basa esclusivamente su logiche e su
valutazioni di carattere industriale, oltre che, ovviamente, sulla previsione di
riempimento degli aerei.
Quindi, in questa fase, per quanto siano fisiologiche le pressioni e anche le proteste
politiche, è opportuno ricondurle tutte nell'alveo di questa situazione.
Oltre tutto, qualsiasi forma di incentivazione, che deve essere condotta da SAGAT,
quindi dal gestore dell'aeroporto, necessariamente deve essere accompagnata dal
sostegno delle Istituzioni locali, proprio per garantire il riempimento dei voli. Questo si
deve attuare sia attraverso un riposizionamento strategico della Città di Torino, che ne
possa mettere in risalto - come già si sta facendo - tutte le migliori vocazioni, sia
attraverso delle specifiche operazioni di comunicazione, che possono essere attuate
anche grazie al supporto delle associazioni e delle agenzie di promozione del territorio.
In conclusione, il raggiungimento dell'accordo economico tra SAGAT e Alitalia, volto
a garantire il mantenimento, ai livelli attuali, della presenza del vettore sullo scalo è
condizionato, prima di tutto, dalla garanzia del ciclo economico del vettore, derivante
dall'auspicato aumento di capitale di cui parlavo prima e successivamente
dall'accettazione della proposta tecnica ed economica che ha formulato SAGAT.

LEVI Marta (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Scanderebech.

SCANDEREBECH Federica
Ringrazio l'Assessore. Ovviamente permangono delle perplessità, perché l'Assessore ha
accennato che SAGAT, a metà settimana, instaurerà questa trattativa con Alitalia e
presenterà questo piano, però che cosa faranno il Comune, la Provincia di Torino e la
Regione Piemonte?
Io sono molto preoccupata, perché poche ore fa è uscito, ad esempio, uno studio di un
noto osservatorio torinese, che ha evidenziato il fatto che negli ultimi tre anni le visite al
Museo Egizio sono aumentate. Noi viviamo in un territorio dove se adesso non
puntiamo sul turismo, non so bene su che cosa bisogna ancora puntare, visto che
comunque le fabbriche stanno chiudendo, non abbiamo più una struttura come un tempo
per quanto riguarda tutto il mondo edile e il mondo dell'automobile, allora mi chiedo
come possiamo attivarci ancora di più, il Comune insieme alle altre Istituzioni. Perché
io non voglio che il Comune e le altre Istituzioni facciano finta di niente, quando
Alitalia ridimensiona i voli sulla nostra città.
Mi preoccupa e vorrei capire, anche in Commissione, se è possibile, come Il Comune
intende fare sinergia con altri Enti per far sì che ciò non avvenga. Già abbiamo avuto lo
smacco per quanto riguarda la Ryan Air, che inizialmente sembrava voler porre una
base e invece poi così non è stato. In più, adesso, sentir dire che Alitalia ridimensiona i
propri voli sulla nostra città, non solo è sintomo di come la nostra città sia molto meno
competitiva, ma avrà sicuramente una ricaduta economica e spero che ciò non accada.
Quindi, chiedo come possa essere affrontato questo problema in sinergia con le altre
Istituzioni, come il Comune possa far fronte a questa situazione, magari elaborando un
piano; non lo so, non so neanche io che cosa si possa fare. Però, se è possibile, vorrei
approfondire questo tema.

LEVI Marta (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Ricca.

RICCA Fabrizio
Io sono un po' polemico, perché abbiamo venduto le quote di SAGAT per cercare di
rafforzare, con un partner privato, il sistema aeroporto di Torino e quando era arrivato
l'ormai ex amministratore delegato Winteler, che con la sua esperienza doveva provare
a risollevare le sorti dell'aeroporto, io quasi ci speravo. Poi, pochi mesi dopo, è
scappato a gambe levate. Adesso mi sorge qualche dubbio sulla gestione di SAGAT.
Magari questo lo approfondiremo.
Non vorrei che Alitalia, vedendo come è stata gestita GTT fino a ieri (nell'ultimo
Consiglio Comunale abbiamo visto qual era il sistema di gestione di GTT, che aveva
come amministratore delegato Barbieri), e magari il Tesoro fa anche un bell'intervento
all'interno di GTT, Alitalia vede che lo stesso amministratore delegato adesso è andato
in SAGAT e dice: "Forse è meglio andarsene, perché non sappiamo che fine facciamo
qui dentro".
Questa è chiaramente una provocazione, ma è una provocazione che spero venga
raccolta per capire cosa è successo in SAGAT. Portiamo qui l'amministratore delegato
per chiedergli anche conto di questo allontanamento di Alitalia e di questa non crescita,
perché per quanto comunque si stiano avvicinando delle nuove compagnie, vanno a
sostituire quelle che già c'erano prima e probabilmente non andiamo ad assolvere quel
compito che avevamo chiesto al partner privato al momento in cui gli abbiamo venduto
le quote. Noi abbiamo venduto le quote per permettere al partner privato di rendere più
competitivo, facendo anche del business, ma rendere più competitivo il nostro
aeroporto.
Questo oggi non lo si sta facendo; anzi, guardando le medie dei passeggeri, Caselle
scende sempre di più e probabilmente bisogna interrogarsi sia sulla gestione passata, ma
anche quella attuale, dove ancora qualcosa contiamo, con un uomo che non abbiamo
espresso noi, ma probabilmente esprimiamo noi, perché è lo stesso che amministrava
un'altra partecipata del Comune fino all'altro ieri. A questo punto, forse, è arrivato il
momento di andare a chiedere conto.

LEVI Marta (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Bertola.

BERTOLA Vittorio
Già più volte ho avuto occasione in Consiglio Comunale di far notare ai Colleghi anche
i numeri del tracollo dello scalo di Caselle. Nella discussione che abbiamo avuto a
luglio parlando del tunnel di corso Grosseto, raccontavo come la proiezione per Caselle
di arrivare a fine anno con tre milioni di passeggeri, che è una cifra in calo, che risale
più o meno a dieci anni fa. Erano dieci anni che non si scendeva così in basso, quando
lo scalo di Bologna, città molto più piccola, con un'area di riferimento che non è certo
più grande della nostra, farà probabilmente il doppio.
Per cui, questa notizia non potrà che peggiorare ancora questa situazione. Però, non mi
si dica che si tratta semplicemente di una scelta industriale, legata al traffico e alla
domanda, perché la scelta di non avere una base a Torino Caselle vuol dire
sostanzialmente posticipare la partenza dei primi voli del mattino, perché la base, tra le
altre cose, serve ad avere gli aerei pronti per partire al mattino direttamente da Torino
per andare a Roma, a Napoli, eccetera.
La fascia del mattino presto, peraltro, è forse l'unica in cui, ad esempio, il volo Torino-
Roma, che comunque è il principale che fa Alitalia, è più competitivo col treno, perché
permette di arrivare in centro a Roma prima di quanto lo permetta il primo treno che
parte al mattino. Quindi, se magari per il resto della giornata si potrebbe sostenere che
l'alta velocità porta via il passeggero all'aereo, proprio in questo caso servirebbe,
invece, avere la base per l'unico orario dove l'aereo è veramente competitivo.
Quindi, non si capisce, onestamente, questa scelta di Alitalia, se non come una volontà
di penalizzare Torino. Va ricordato anche il fatto che Alitalia, negli ultimi anni, ha
avuto un atteggiamento forse peggiore di quello di Ryan Air, nel senso che Ryan Air
sappiamo che ha il modello low-cost, chiede i soldi agli Enti locali per finanziare,
eccetera; Alitalia, pur avendo prezzi da major e presentandosi come una compagnia
aerea a prezzo pieno, però, di fatto, ha avuto lo stesso atteggiamento: ha portato a
Torino dei voli per Amsterdam, Mosca, Berlino, Istanbul soltanto quando gli Enti locali
gli hanno dato i soldi; appena sono finiti i soldi, anche Alitalia è completamente sparita,
senza aver fatto quello che era necessario per mantenere questi voli nel tempo, dopo il
periodo iniziale.
Sembra che veramente Alitalia abbia verso Torino un atteggiamento del peggio delle
low-cost. Francamente questo diventa ancora più inaccettabile se si pensa che Alitalia è
una compagnia che è stata di nuovo, per l'ennesima volta, salvata, poco tempo fa, con i
soldi dei contribuenti. Quindi, è una compagnia che è stata abbondantemente sostenuta
dalle casse pubbliche, a differenza di altre compagnie, anche delle low-cost, che magari
vengono sostenute sui voli, ma non vengono sostenute in generale.
Quindi, a maggior ragione, diventa inaccettabile che una compagnia del genere, che è
pur sempre la nostra compagnia di bandiera, non abbia un atteggiamento di
valorizzazione del territorio di quella che comunque è una delle maggiori città italiane.
A questo punto, credo che forse tutto il mondo della politica che ha sostenuto
l'operazione di salvataggio e che ha rapporti anche molto stretti con i capitani
"coraggiosi" che si sono fatti carico di Alitalia - coraggiosi tra virgolette -, forse
potrebbe richiamarli alle loro responsabilità e fare in modo che a Torino la compagnia
di bandiera continui a mantenere un servizio decente. Cosa che, peraltro, già in passato
non ha fatto: ad esempio, i voli Alitalia verso le destinazioni del sud Italia hanno sempre
lasciato molto a desiderare.
Anch'io credo che sarebbe opportuno un approfondimento, magari sentendo
l'amministratore delegato di SAGAT, ammesso che, visto che ormai la nostra quota è
minima, si senta in dovere di rispondere alla Città di Torino, ma se potessimo avere un
incontro con i nuovi vertici SAGAT sarebbe sicuramente interessante per verificare
questo tema.
Però, l'atteggiamento non deve essere quello di dire: "Eh, ma è il mercato, è la loro
scelta industriale", ma è quello di richiamare la compagnia italiana alle sue
responsabilità e pretendere che dia a Torino il servizio di cui ha diritto e anche la
ricaduta occupazionale di cui il nostro aeroporto ha molto bisogno, perché se non la
garantisce la compagnia di bandiera, con tutti gli aiuti che ha ricevuto, non si capisce
chi la debba fare.

LEVI Marta (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Marrone.

MARRONE Maurizio
Io sento il dovere di unirmi a quanto già detto dai Colleghi che mi hanno preceduto, più
che altro come giusta, conseguente, coerente e inevitabile continuazione di quello che è
stato il dibattito che ha visto questa Sala Rossa esprimersi sulla cessione del pacchetto
che garantiva il controllo pubblico su SAGAT.
Ricordo che allora il Sindaco (purtroppo oggi assente, come spesso accade nei momenti
fondamentali di dibattito per la vita di questa Città), lo stesso Sindaco che si vanta in
giro della dimensione internazionale che questa Città avrebbe raggiunto e del respiro,
diciamo, di connessione alle grandi tratte turistiche e culturali del mondo, e questo sta
avvenendo in un momento in cui la porta di accesso fisica per il mondo, nei confronti di
Torino, invece, vive la sofferenza che stiamo commentando. Dicevo che in questa fase
non possiamo non ricordare quando il Sindaco Fassino ci dava lezioni di libero mercato,
dicendoci che vendere la quota di controllo e quindi aprire a un ingresso di privati,
senza alcun vincolo rispetto al servizio, che in ogni caso veniva offerto in termini di
mobilità internazionale aerea, avrebbe solo giovato alla Città, avrebbe solo giovato alla
gestione dell'aeroporto, avrebbe solo comportato un rilancio dell'aeroporto di Caselle.
Adesso abbiamo la dimostrazione veramente plastica che è così ed è a maggior ragione
doloroso che il maggior colpo mortale a Caselle venga inferto proprio dalla compagnia
di bandiera nazionale, quindi di sicuro quella che tra tutte le compagnie che hanno un
rapporto con Caselle, meno si potrebbe permettere un atteggiamento simile, se ci fosse
ancora un forte protagonismo della Città nella gestione dello scalo stesso.
Per cui, adesso diciamo la verità, possiamo anche accusare Caselle, possiamo e
dovremmo accusare i parlamentari piemontesi che, continuando a decantare una loro
opera di lobbying territoriale nei confronti del Governo, dimostrano, ogni volta, se non
la scarsa attenzione, quantomeno lo scarso peso nei processi decisionali. Ma dobbiamo
accusare anzitutto l'Amministrazione di questa Città, dal momento che per far cassa e
raccogliere due Euro, ha deciso di rinunciare al protagonismo sulla gestione dello scalo
di Caselle.

LEVI Marta (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Altamura.

ALTAMURA Alessandro
Mi dispiace che venga chiamato in causa il Sindaco in sua assenza. Credo che, invece,
la discussione, se vogliamo farla - Consigliere Marrone e Consigliere Bertola -, debba
partire da due presupposti. Uno, fra l'altro, che il Consigliere Bertola ha toccato nel suo
intervento iniziale, che è oggettivamente condivisibile. Quando noi discutiamo di una
compagnia di bandiera, che è stata salvata con i soldi pubblici, noi sappiamo
perfettamente, non dobbiamo assolutamente fare demagogia, non è nel mio stile, e lei ha
fatto un intervento che, obiettivamente, ha ripercorso quel pezzo di strada che ha
riguardato il trasporto aereo nazionale, che ovviamente ha lasciato l'amaro in bocca a
molti, anche sulle dinamiche che hanno portato a smontare lentamente gli hub su
Malpensa, per riportare e rafforzare il concetto del trasporto su Fiumicino, con una
dinamica, ovviamente, accentratrice, che è sotto gli occhi di tutti.
Uno degli elementi su cui noi abbiamo discusso in questi anni - in particolare ricordo un
dibattito di questo tipo con un Consigliere Tronzano - era proprio il fatto che
l'intervento di compagnie straniere puntasse da un lato a entrare dentro Alitalia con
quote maggiori e ancora oggi si discute: "Il Sole 24 Ore" di una settimana fa discuteva
proprio di un aumento rispetto a Air France dentro le quote di Alitalia.
Se noi vogliamo discutere, io ribadisco anche all'Assessore che ha fatto l'intervento,
ovviamente per la Giunta, che il tema vero non è la questione legata alla dismissione di
quote a titolo oneroso della società SAGAT, che ha una dinamica, lo ripeto per il
Consigliere Marrone, che spesso dimentica quali sono le motivazioni, che invece, per
esempio, il Consigliere Tronzano ha sempre molto chiare, per cui noi siamo andati a
dismettere le quote di SAGAT l'anno scorso. Ricordo che, tra l'altro, il Comune era
fuori dal Patto di Stabilità. Uno degli elementi oggettivi non era solamente una
dinamica legata all'entrata di un grosso partner privato e tanto meno legata alle scelte di
quel partner privato rispetto agli amministratori delegati, che devono gestire la parte
privata.
Io credo che, però, bisognerebbe analizzare, con un po' più di suggestione strategica,
l'aspetto legato agli investimenti che sono stati fatti, anche dal Comune, ma sicuramente
molto di più dalla Regione, dalla Provincia, dalla Camera di Commercio, sugli accordi
di co-marketing che sono stati fatti con Alitalia.
Proprio il Consigliere Bertola ha citato questo aspetto, che non era marginale. Le
famose rotte Istanbul, Atene, Mosca, Bruxelles, per citarne solo alcune, erano pagate
attraverso un accordo che costava circa quattro milioni agli Enti Locali, e costava anche
alla Camera di Commercio. Inoltre, come ha detto correttamente il Consigliere Bertola,
gli accordi di co-marketing servono per attrarre l'investimento necessario per potenziare
le rotte in entrata e in uscita, quindi in incoming e in outgoing.
Dal momento che questo tema che abbiamo affrontato per quattro anni mal si è spostato
con una crisi del trasporto aereo pesantissima, che ha colpito tutto il Paese e
sicuramente, a livello internazionale, l'Europa e il resto del mondo, e le cause sono sotto
gli occhi di tutti. è altrettanto evidente che riportare queste dinamiche a una debolezza,
che può essere evidente, del sistema Caselle, rispetto agli investimenti fatti, per
esempio, dalla Regione ancora adesso. Io chiederei alla Regione e al centrodestra, che in
Regione amministra, per quale motivo dobbiamo sostenere, così pesantemente, gli
investimenti sull'aeroporto di Levaldigi, che ogni anno perde un milione di Euro.
Allora, se queste sono le dinamiche, è evidente che c'è non una contrapposizione, ma
potremmo definirla, eufemisticamente, un sistema di trasporto aereo piemontese che in
questo momento vede un rafforzamento degli investimenti della Regione sul sistema
Levaldigi.
Questo assolutamente non ci vieta - come è stato detto nell'intervento della Giunta - di
auspicare che l'incontro, che non potrà essere solamente di ragionevole confronto sulla
diminuzione delle rotte, ma anche sulla strategia. La strategia di Alitalia in questo
momento, soprattutto rispetto allo scalo di Malpensa, è quella di cannibalizzare tutti gli
scali minori. Se voi andate a leggere i dati, sono inconfutabili i numeri: Verona,
Bologna, Bergamo, stanno perdendo voli, perché lentamente vengono cannibalizzati
dallo scalo di Malpensa, che a sua volta perde gli hub pesanti, quelli internazionali, a
vantaggio di Fiumicino.
Il disegno industriale di Alitalia oggi, in questo Paese, è di potenziare Fiumicino come
unico grande scalo internazionale rispetto a Malpensa ed è evidente che Caselle, rispetto
a Malpensa, diventa una piccola provincia dell'impero. Se noi vogliamo ridisegnare una
dinamica per cui questa Città non abbia solo - come ha detto il Consigliere
Scanderebech - un attrattore molto forte e importante, che non è solo quello turistico o
culturale, ma io sono convinto che avremo ancora la possibilità di attrarre non
solamente visitatori, ma anche operatori economici, aziende e imprese. Mi auguro che il
Governo, da questo punto di vista, con il lavoro che sta facendo per attrarre nuovi
investimenti, porti anche la presenza di maggiori operatori internazionali.
Tutto questo passa attraverso un tavolo di confronto che il Sindaco Fassino ha
ufficializzato come impegno delle prossime settimane. Tutto ciò non vieta né al
sottoscritto, né ai Consiglieri di maggioranza e minoranza - cosa auspicabile d'altronde
- di invitare in Commissione l'amministratore delegato neo nominato in SAGAT,
proprio per avere un'idea di quali sono le dinamiche, anche a fronte delle dichiarazioni
fatte proprio dall'amministratore delegato rispetto al prossimo incontro che dovrà avere
con i sindacati, che sono l'altro punto critico emerso dalla discussione e sui giornali,
dove i sindacati stessi hanno sottolineato come il coinvolgimento, rispetto a questa
dinamica e soprattutto a queste informazioni, non c'era stato.
Credo che il tema sia complesso e articolato e non possa essere affrontato
semplicemente ed esclusivamente in modo demagogico o strumentale.

LEVI Marta (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Tronzano.

TRONZANO Andrea
Intervengo senza aver approfondito adeguatamente il tema, ma andando a memoria,
anche in relazione all'intervento che ha fatto il Collega Altamura.
Io credo - forse controcorrente - che la rotta su Roma, Assessore, non sia determinante
per Alitalia. Credo che su Roma ci si possa arrivare molto meglio e molto bene, anche
risparmiando, attraverso il Frecciarossa. Quindi, su questo non sono tanto preoccupato o
agitato.
Mi premerebbe, invece, che la Giunta - e forse anche il Consiglio - spingesse sul
Parlamento, attraverso un ordine del giorno, affinché il Parlamento se ne occupi
adeguatamente, come aveva fatto il Governo Berlusconi (in questo caso, ma non è una
polemica, è soltanto un dato di fatto), che mi pare di ricordare che non avesse messo
grandi quantità di denaro pubblico, ma aveva creato un pool di imprenditori che
avevano consentito alla compagnia di bandiera, Alitalia, di rimanere in mano italiana.
Pertanto, il fatto che mi preoccupa di più è che Air France sia interessata alla parte di
Alitalia, e su questo vorrei un'azione politica adeguata da parte della Giunta e del
Consiglio, sui nostri parlamentari affinché questo non avvenga. In secondo luogo, mi
piacerebbe che venissero potenziate alcune rotte, anche estere, che oggi sono mal
servite. Tipo, se Levaldigi oggi serve alla maggior parte della comunità rumena, questa
comunità, per Alitalia, può essere un business. Naturalmente se inizia a partire da
Torino e non da Levaldigi. Allora, su questo mi concentrerei.
Per quanto riguarda la rotta di Roma, forse ha ragione il Collega Bertola, che dice che
alla mattina (alle ore 06.00/07.00) è giusto che ci sia un volo, ma non credo che sia
determinante per il trasferimento delle persone da Torino a Roma il volo alle ore 09.00/
10.00/11.00; in questo caso, il Frecciarossa va bene.
Sugli altri temi, invece, vorrei che la Giunta si esprimesse e facesse azioni di lobbying
vera, in modo che si possa mettere un argine a eventuali interventi prenditori, invece che
generosi, da parte di altre compagnie estere, in particolare Air France.

LEVI Marta (Vicepresidente)
Non ho altri iscritti a parlare. Quindi, le comunicazioni sono terminate. In realtà, più di
un intervento ha proposto un approfondimento in Commissione; sarà la Commissione
competente a valutare se procedere oppure no.

Copyright © Comune di Torino - accesso Intracom Comunale (riservato ai dipendenti)