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FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Procediamo con la prima comunicazione del Sindaco. Ricordo che ogni Gruppo ha cinque minuti a disposizione. La parola all'Assessore Tedesco. TEDESCO Giuliana (Assessore) Alitalia rappresenta storicamente la principale compagnia che opera sullo scalo di Torino e copre, ancora oggi, quasi un terzo del volume dei passeggeri che sono in transito nell'aeroporto di Caselle. Per quanto, dal 2008 ad oggi, il traffico Alitalia, è progressivamente diminuito, infatti noi registriamo, dal 2008 al 2012, circa meno 24% dei passeggeri in transito e questo anche in considerazione del fatto che la vecchia Alitalia, così come la conoscevamo, nel 2010 è fallita. Va sottolineato comunque che il gruppo ha trasportato, solo lo scorso anno, almeno un milione e cento passeggeri, con oltre 14.500 voli da e per Torino, molti dei quali sono relativi alla direttrice di Roma. Quindi, attualmente il network di collegamenti operato da Alitalia (giusto per darne un quadro) è questo: ci sono su Roma nove voli al giorno; su Napoli quattro al giorno, tre da questo inverno; su Catania un volo al giorno, operato da Airone; Lamezia un volo al giorno; Palermo un volo al giorno; Bari un volo al giorno; Reggio Calabria tre voli a settimana. Io vorrei dire, anche se immagino che i Consiglieri ne siano perfettamente a conoscenza, che Alitalia oggi è una compagnia fortemente in crisi, ma in questo momento - ma è sulle pagine di tutti i giornali economici nazionali e stranieri - si sta immaginando un aumento di capitale. Si sono sondate diverse compagnie; al momento, quella che sembra più probabile per un possibile aumento della partecipazione in Alitalia è Air France KLM. Quindi, è un momento di ripensamento della sua struttura societaria. Proprio in questo contesto, a marzo del 2013, in ragione non solo della crisi economica della compagnia, ma anche dell'andamento generale del mercato del trasporto aereo, Alitalia ha presentato un piano industriale che comportava la necessaria riorganizzazione di tutto il network di voli sugli scali italiani e che prevedeva, in quella fase, un pesante ridimensionamento della presenza del vettore sullo scalo di Torino. Proprio alla luce della presentazione di questo piano di riorganizzazione da parte di Alitalia, SAGAT ha avviato un tavolo di trattative riservate con Alitalia e ha presentato un'offerta tecnica ed economica di particolare attrattiva, con l'obiettivo di sostenere il traffico domestico, garantendo, da un lato, la massima flessibilità di questo piano industriale; dall'altro, cercando di mantenere e accrescere il traffico su Torino, anche magari con rotte internazionali. Questa offerta, che è stata solo presentata, non è ancora stata discussa nel merito; ci sarà un aggiornamento di questo tavolo di trattative a metà di questa settimana. Quindi, siamo ancora alla fase molto ideologica in cui si è in una fase di trattativa con Alitalia. È bene precisare, però, che ogni decisione da parte del vettore, proprio sulla programmazione dei propri voli su un aeroporto si basa esclusivamente su logiche e su valutazioni di carattere industriale, oltre che, ovviamente, sulla previsione di riempimento degli aerei. Quindi, in questa fase, per quanto siano fisiologiche le pressioni e anche le proteste politiche, è opportuno ricondurle tutte nell'alveo di questa situazione. Oltre tutto, qualsiasi forma di incentivazione, che deve essere condotta da SAGAT, quindi dal gestore dell'aeroporto, necessariamente deve essere accompagnata dal sostegno delle Istituzioni locali, proprio per garantire il riempimento dei voli. Questo si deve attuare sia attraverso un riposizionamento strategico della Città di Torino, che ne possa mettere in risalto - come già si sta facendo - tutte le migliori vocazioni, sia attraverso delle specifiche operazioni di comunicazione, che possono essere attuate anche grazie al supporto delle associazioni e delle agenzie di promozione del territorio. In conclusione, il raggiungimento dell'accordo economico tra SAGAT e Alitalia, volto a garantire il mantenimento, ai livelli attuali, della presenza del vettore sullo scalo è condizionato, prima di tutto, dalla garanzia del ciclo economico del vettore, derivante dall'auspicato aumento di capitale di cui parlavo prima e successivamente dall'accettazione della proposta tecnica ed economica che ha formulato SAGAT. LEVI Marta (Vicepresidente) La parola al Consigliere Scanderebech. SCANDEREBECH Federica Ringrazio l'Assessore. Ovviamente permangono delle perplessità, perché l'Assessore ha accennato che SAGAT, a metà settimana, instaurerà questa trattativa con Alitalia e presenterà questo piano, però che cosa faranno il Comune, la Provincia di Torino e la Regione Piemonte? Io sono molto preoccupata, perché poche ore fa è uscito, ad esempio, uno studio di un noto osservatorio torinese, che ha evidenziato il fatto che negli ultimi tre anni le visite al Museo Egizio sono aumentate. Noi viviamo in un territorio dove se adesso non puntiamo sul turismo, non so bene su che cosa bisogna ancora puntare, visto che comunque le fabbriche stanno chiudendo, non abbiamo più una struttura come un tempo per quanto riguarda tutto il mondo edile e il mondo dell'automobile, allora mi chiedo come possiamo attivarci ancora di più, il Comune insieme alle altre Istituzioni. Perché io non voglio che il Comune e le altre Istituzioni facciano finta di niente, quando Alitalia ridimensiona i voli sulla nostra città. Mi preoccupa e vorrei capire, anche in Commissione, se è possibile, come Il Comune intende fare sinergia con altri Enti per far sì che ciò non avvenga. Già abbiamo avuto lo smacco per quanto riguarda la Ryan Air, che inizialmente sembrava voler porre una base e invece poi così non è stato. In più, adesso, sentir dire che Alitalia ridimensiona i propri voli sulla nostra città, non solo è sintomo di come la nostra città sia molto meno competitiva, ma avrà sicuramente una ricaduta economica e spero che ciò non accada. Quindi, chiedo come possa essere affrontato questo problema in sinergia con le altre Istituzioni, come il Comune possa far fronte a questa situazione, magari elaborando un piano; non lo so, non so neanche io che cosa si possa fare. Però, se è possibile, vorrei approfondire questo tema. LEVI Marta (Vicepresidente) La parola al Consigliere Ricca. RICCA Fabrizio Io sono un po' polemico, perché abbiamo venduto le quote di SAGAT per cercare di rafforzare, con un partner privato, il sistema aeroporto di Torino e quando era arrivato l'ormai ex amministratore delegato Winteler, che con la sua esperienza doveva provare a risollevare le sorti dell'aeroporto, io quasi ci speravo. Poi, pochi mesi dopo, è scappato a gambe levate. Adesso mi sorge qualche dubbio sulla gestione di SAGAT. Magari questo lo approfondiremo. Non vorrei che Alitalia, vedendo come è stata gestita GTT fino a ieri (nell'ultimo Consiglio Comunale abbiamo visto qual era il sistema di gestione di GTT, che aveva come amministratore delegato Barbieri), e magari il Tesoro fa anche un bell'intervento all'interno di GTT, Alitalia vede che lo stesso amministratore delegato adesso è andato in SAGAT e dice: "Forse è meglio andarsene, perché non sappiamo che fine facciamo qui dentro". Questa è chiaramente una provocazione, ma è una provocazione che spero venga raccolta per capire cosa è successo in SAGAT. Portiamo qui l'amministratore delegato per chiedergli anche conto di questo allontanamento di Alitalia e di questa non crescita, perché per quanto comunque si stiano avvicinando delle nuove compagnie, vanno a sostituire quelle che già c'erano prima e probabilmente non andiamo ad assolvere quel compito che avevamo chiesto al partner privato al momento in cui gli abbiamo venduto le quote. Noi abbiamo venduto le quote per permettere al partner privato di rendere più competitivo, facendo anche del business, ma rendere più competitivo il nostro aeroporto. Questo oggi non lo si sta facendo; anzi, guardando le medie dei passeggeri, Caselle scende sempre di più e probabilmente bisogna interrogarsi sia sulla gestione passata, ma anche quella attuale, dove ancora qualcosa contiamo, con un uomo che non abbiamo espresso noi, ma probabilmente esprimiamo noi, perché è lo stesso che amministrava un'altra partecipata del Comune fino all'altro ieri. A questo punto, forse, è arrivato il momento di andare a chiedere conto. LEVI Marta (Vicepresidente) La parola al Consigliere Bertola. BERTOLA Vittorio Già più volte ho avuto occasione in Consiglio Comunale di far notare ai Colleghi anche i numeri del tracollo dello scalo di Caselle. Nella discussione che abbiamo avuto a luglio parlando del tunnel di corso Grosseto, raccontavo come la proiezione per Caselle di arrivare a fine anno con tre milioni di passeggeri, che è una cifra in calo, che risale più o meno a dieci anni fa. Erano dieci anni che non si scendeva così in basso, quando lo scalo di Bologna, città molto più piccola, con un'area di riferimento che non è certo più grande della nostra, farà probabilmente il doppio. Per cui, questa notizia non potrà che peggiorare ancora questa situazione. Però, non mi si dica che si tratta semplicemente di una scelta industriale, legata al traffico e alla domanda, perché la scelta di non avere una base a Torino Caselle vuol dire sostanzialmente posticipare la partenza dei primi voli del mattino, perché la base, tra le altre cose, serve ad avere gli aerei pronti per partire al mattino direttamente da Torino per andare a Roma, a Napoli, eccetera. La fascia del mattino presto, peraltro, è forse l'unica in cui, ad esempio, il volo Torino- Roma, che comunque è il principale che fa Alitalia, è più competitivo col treno, perché permette di arrivare in centro a Roma prima di quanto lo permetta il primo treno che parte al mattino. Quindi, se magari per il resto della giornata si potrebbe sostenere che l'alta velocità porta via il passeggero all'aereo, proprio in questo caso servirebbe, invece, avere la base per l'unico orario dove l'aereo è veramente competitivo. Quindi, non si capisce, onestamente, questa scelta di Alitalia, se non come una volontà di penalizzare Torino. Va ricordato anche il fatto che Alitalia, negli ultimi anni, ha avuto un atteggiamento forse peggiore di quello di Ryan Air, nel senso che Ryan Air sappiamo che ha il modello low-cost, chiede i soldi agli Enti locali per finanziare, eccetera; Alitalia, pur avendo prezzi da major e presentandosi come una compagnia aerea a prezzo pieno, però, di fatto, ha avuto lo stesso atteggiamento: ha portato a Torino dei voli per Amsterdam, Mosca, Berlino, Istanbul soltanto quando gli Enti locali gli hanno dato i soldi; appena sono finiti i soldi, anche Alitalia è completamente sparita, senza aver fatto quello che era necessario per mantenere questi voli nel tempo, dopo il periodo iniziale. Sembra che veramente Alitalia abbia verso Torino un atteggiamento del peggio delle low-cost. Francamente questo diventa ancora più inaccettabile se si pensa che Alitalia è una compagnia che è stata di nuovo, per l'ennesima volta, salvata, poco tempo fa, con i soldi dei contribuenti. Quindi, è una compagnia che è stata abbondantemente sostenuta dalle casse pubbliche, a differenza di altre compagnie, anche delle low-cost, che magari vengono sostenute sui voli, ma non vengono sostenute in generale. Quindi, a maggior ragione, diventa inaccettabile che una compagnia del genere, che è pur sempre la nostra compagnia di bandiera, non abbia un atteggiamento di valorizzazione del territorio di quella che comunque è una delle maggiori città italiane. A questo punto, credo che forse tutto il mondo della politica che ha sostenuto l'operazione di salvataggio e che ha rapporti anche molto stretti con i capitani "coraggiosi" che si sono fatti carico di Alitalia - coraggiosi tra virgolette -, forse potrebbe richiamarli alle loro responsabilità e fare in modo che a Torino la compagnia di bandiera continui a mantenere un servizio decente. Cosa che, peraltro, già in passato non ha fatto: ad esempio, i voli Alitalia verso le destinazioni del sud Italia hanno sempre lasciato molto a desiderare. Anch'io credo che sarebbe opportuno un approfondimento, magari sentendo l'amministratore delegato di SAGAT, ammesso che, visto che ormai la nostra quota è minima, si senta in dovere di rispondere alla Città di Torino, ma se potessimo avere un incontro con i nuovi vertici SAGAT sarebbe sicuramente interessante per verificare questo tema. Però, l'atteggiamento non deve essere quello di dire: "Eh, ma è il mercato, è la loro scelta industriale", ma è quello di richiamare la compagnia italiana alle sue responsabilità e pretendere che dia a Torino il servizio di cui ha diritto e anche la ricaduta occupazionale di cui il nostro aeroporto ha molto bisogno, perché se non la garantisce la compagnia di bandiera, con tutti gli aiuti che ha ricevuto, non si capisce chi la debba fare. LEVI Marta (Vicepresidente) La parola al Consigliere Marrone. MARRONE Maurizio Io sento il dovere di unirmi a quanto già detto dai Colleghi che mi hanno preceduto, più che altro come giusta, conseguente, coerente e inevitabile continuazione di quello che è stato il dibattito che ha visto questa Sala Rossa esprimersi sulla cessione del pacchetto che garantiva il controllo pubblico su SAGAT. Ricordo che allora il Sindaco (purtroppo oggi assente, come spesso accade nei momenti fondamentali di dibattito per la vita di questa Città), lo stesso Sindaco che si vanta in giro della dimensione internazionale che questa Città avrebbe raggiunto e del respiro, diciamo, di connessione alle grandi tratte turistiche e culturali del mondo, e questo sta avvenendo in un momento in cui la porta di accesso fisica per il mondo, nei confronti di Torino, invece, vive la sofferenza che stiamo commentando. Dicevo che in questa fase non possiamo non ricordare quando il Sindaco Fassino ci dava lezioni di libero mercato, dicendoci che vendere la quota di controllo e quindi aprire a un ingresso di privati, senza alcun vincolo rispetto al servizio, che in ogni caso veniva offerto in termini di mobilità internazionale aerea, avrebbe solo giovato alla Città, avrebbe solo giovato alla gestione dell'aeroporto, avrebbe solo comportato un rilancio dell'aeroporto di Caselle. Adesso abbiamo la dimostrazione veramente plastica che è così ed è a maggior ragione doloroso che il maggior colpo mortale a Caselle venga inferto proprio dalla compagnia di bandiera nazionale, quindi di sicuro quella che tra tutte le compagnie che hanno un rapporto con Caselle, meno si potrebbe permettere un atteggiamento simile, se ci fosse ancora un forte protagonismo della Città nella gestione dello scalo stesso. Per cui, adesso diciamo la verità, possiamo anche accusare Caselle, possiamo e dovremmo accusare i parlamentari piemontesi che, continuando a decantare una loro opera di lobbying territoriale nei confronti del Governo, dimostrano, ogni volta, se non la scarsa attenzione, quantomeno lo scarso peso nei processi decisionali. Ma dobbiamo accusare anzitutto l'Amministrazione di questa Città, dal momento che per far cassa e raccogliere due Euro, ha deciso di rinunciare al protagonismo sulla gestione dello scalo di Caselle. LEVI Marta (Vicepresidente) La parola al Consigliere Altamura. ALTAMURA Alessandro Mi dispiace che venga chiamato in causa il Sindaco in sua assenza. Credo che, invece, la discussione, se vogliamo farla - Consigliere Marrone e Consigliere Bertola -, debba partire da due presupposti. Uno, fra l'altro, che il Consigliere Bertola ha toccato nel suo intervento iniziale, che è oggettivamente condivisibile. Quando noi discutiamo di una compagnia di bandiera, che è stata salvata con i soldi pubblici, noi sappiamo perfettamente, non dobbiamo assolutamente fare demagogia, non è nel mio stile, e lei ha fatto un intervento che, obiettivamente, ha ripercorso quel pezzo di strada che ha riguardato il trasporto aereo nazionale, che ovviamente ha lasciato l'amaro in bocca a molti, anche sulle dinamiche che hanno portato a smontare lentamente gli hub su Malpensa, per riportare e rafforzare il concetto del trasporto su Fiumicino, con una dinamica, ovviamente, accentratrice, che è sotto gli occhi di tutti. Uno degli elementi su cui noi abbiamo discusso in questi anni - in particolare ricordo un dibattito di questo tipo con un Consigliere Tronzano - era proprio il fatto che l'intervento di compagnie straniere puntasse da un lato a entrare dentro Alitalia con quote maggiori e ancora oggi si discute: "Il Sole 24 Ore" di una settimana fa discuteva proprio di un aumento rispetto a Air France dentro le quote di Alitalia. Se noi vogliamo discutere, io ribadisco anche all'Assessore che ha fatto l'intervento, ovviamente per la Giunta, che il tema vero non è la questione legata alla dismissione di quote a titolo oneroso della società SAGAT, che ha una dinamica, lo ripeto per il Consigliere Marrone, che spesso dimentica quali sono le motivazioni, che invece, per esempio, il Consigliere Tronzano ha sempre molto chiare, per cui noi siamo andati a dismettere le quote di SAGAT l'anno scorso. Ricordo che, tra l'altro, il Comune era fuori dal Patto di Stabilità. Uno degli elementi oggettivi non era solamente una dinamica legata all'entrata di un grosso partner privato e tanto meno legata alle scelte di quel partner privato rispetto agli amministratori delegati, che devono gestire la parte privata. Io credo che, però, bisognerebbe analizzare, con un po' più di suggestione strategica, l'aspetto legato agli investimenti che sono stati fatti, anche dal Comune, ma sicuramente molto di più dalla Regione, dalla Provincia, dalla Camera di Commercio, sugli accordi di co-marketing che sono stati fatti con Alitalia. Proprio il Consigliere Bertola ha citato questo aspetto, che non era marginale. Le famose rotte Istanbul, Atene, Mosca, Bruxelles, per citarne solo alcune, erano pagate attraverso un accordo che costava circa quattro milioni agli Enti Locali, e costava anche alla Camera di Commercio. Inoltre, come ha detto correttamente il Consigliere Bertola, gli accordi di co-marketing servono per attrarre l'investimento necessario per potenziare le rotte in entrata e in uscita, quindi in incoming e in outgoing. Dal momento che questo tema che abbiamo affrontato per quattro anni mal si è spostato con una crisi del trasporto aereo pesantissima, che ha colpito tutto il Paese e sicuramente, a livello internazionale, l'Europa e il resto del mondo, e le cause sono sotto gli occhi di tutti. è altrettanto evidente che riportare queste dinamiche a una debolezza, che può essere evidente, del sistema Caselle, rispetto agli investimenti fatti, per esempio, dalla Regione ancora adesso. Io chiederei alla Regione e al centrodestra, che in Regione amministra, per quale motivo dobbiamo sostenere, così pesantemente, gli investimenti sull'aeroporto di Levaldigi, che ogni anno perde un milione di Euro. Allora, se queste sono le dinamiche, è evidente che c'è non una contrapposizione, ma potremmo definirla, eufemisticamente, un sistema di trasporto aereo piemontese che in questo momento vede un rafforzamento degli investimenti della Regione sul sistema Levaldigi. Questo assolutamente non ci vieta - come è stato detto nell'intervento della Giunta - di auspicare che l'incontro, che non potrà essere solamente di ragionevole confronto sulla diminuzione delle rotte, ma anche sulla strategia. La strategia di Alitalia in questo momento, soprattutto rispetto allo scalo di Malpensa, è quella di cannibalizzare tutti gli scali minori. Se voi andate a leggere i dati, sono inconfutabili i numeri: Verona, Bologna, Bergamo, stanno perdendo voli, perché lentamente vengono cannibalizzati dallo scalo di Malpensa, che a sua volta perde gli hub pesanti, quelli internazionali, a vantaggio di Fiumicino. Il disegno industriale di Alitalia oggi, in questo Paese, è di potenziare Fiumicino come unico grande scalo internazionale rispetto a Malpensa ed è evidente che Caselle, rispetto a Malpensa, diventa una piccola provincia dell'impero. Se noi vogliamo ridisegnare una dinamica per cui questa Città non abbia solo - come ha detto il Consigliere Scanderebech - un attrattore molto forte e importante, che non è solo quello turistico o culturale, ma io sono convinto che avremo ancora la possibilità di attrarre non solamente visitatori, ma anche operatori economici, aziende e imprese. Mi auguro che il Governo, da questo punto di vista, con il lavoro che sta facendo per attrarre nuovi investimenti, porti anche la presenza di maggiori operatori internazionali. Tutto questo passa attraverso un tavolo di confronto che il Sindaco Fassino ha ufficializzato come impegno delle prossime settimane. Tutto ciò non vieta né al sottoscritto, né ai Consiglieri di maggioranza e minoranza - cosa auspicabile d'altronde - di invitare in Commissione l'amministratore delegato neo nominato in SAGAT, proprio per avere un'idea di quali sono le dinamiche, anche a fronte delle dichiarazioni fatte proprio dall'amministratore delegato rispetto al prossimo incontro che dovrà avere con i sindacati, che sono l'altro punto critico emerso dalla discussione e sui giornali, dove i sindacati stessi hanno sottolineato come il coinvolgimento, rispetto a questa dinamica e soprattutto a queste informazioni, non c'era stato. Credo che il tema sia complesso e articolato e non possa essere affrontato semplicemente ed esclusivamente in modo demagogico o strumentale. LEVI Marta (Vicepresidente) La parola al Consigliere Tronzano. TRONZANO Andrea Intervengo senza aver approfondito adeguatamente il tema, ma andando a memoria, anche in relazione all'intervento che ha fatto il Collega Altamura. Io credo - forse controcorrente - che la rotta su Roma, Assessore, non sia determinante per Alitalia. Credo che su Roma ci si possa arrivare molto meglio e molto bene, anche risparmiando, attraverso il Frecciarossa. Quindi, su questo non sono tanto preoccupato o agitato. Mi premerebbe, invece, che la Giunta - e forse anche il Consiglio - spingesse sul Parlamento, attraverso un ordine del giorno, affinché il Parlamento se ne occupi adeguatamente, come aveva fatto il Governo Berlusconi (in questo caso, ma non è una polemica, è soltanto un dato di fatto), che mi pare di ricordare che non avesse messo grandi quantità di denaro pubblico, ma aveva creato un pool di imprenditori che avevano consentito alla compagnia di bandiera, Alitalia, di rimanere in mano italiana. Pertanto, il fatto che mi preoccupa di più è che Air France sia interessata alla parte di Alitalia, e su questo vorrei un'azione politica adeguata da parte della Giunta e del Consiglio, sui nostri parlamentari affinché questo non avvenga. In secondo luogo, mi piacerebbe che venissero potenziate alcune rotte, anche estere, che oggi sono mal servite. Tipo, se Levaldigi oggi serve alla maggior parte della comunità rumena, questa comunità, per Alitalia, può essere un business. Naturalmente se inizia a partire da Torino e non da Levaldigi. Allora, su questo mi concentrerei. Per quanto riguarda la rotta di Roma, forse ha ragione il Collega Bertola, che dice che alla mattina (alle ore 06.00/07.00) è giusto che ci sia un volo, ma non credo che sia determinante per il trasferimento delle persone da Torino a Roma il volo alle ore 09.00/ 10.00/11.00; in questo caso, il Frecciarossa va bene. Sugli altri temi, invece, vorrei che la Giunta si esprimesse e facesse azioni di lobbying vera, in modo che si possa mettere un argine a eventuali interventi prenditori, invece che generosi, da parte di altre compagnie estere, in particolare Air France. LEVI Marta (Vicepresidente) Non ho altri iscritti a parlare. Quindi, le comunicazioni sono terminate. In realtà, più di un intervento ha proposto un approfondimento in Commissione; sarà la Commissione competente a valutare se procedere oppure no. |