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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 22 Luglio 2013 ore 10,00
Paragrafo n. 30
DELIBERAZIONE DI NOMINA 2013-03516
SURROGAZIONE DEL CONSIGLIERE COMUNALE LO RUSSO STEFANO E CONVALIDA DEL SURROGANTE.
Interventi

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
Passiamo all'esame congiunto della proposta di deliberazione n. mecc.
201303516/002, presentata dal Presidente e dai Vicepresidenti del Consiglio
Comunale in data 22/07/2013, avente per oggetto:

"Surrogazione del Consigliere Comunale Lo Russo Stefano
e convalida del surrogante".

e della proposta di deliberazione n. mecc. 201303517/002, presentata dal Presidente
e dai Vicepresidenti del Consiglio Comunale in data 22/07/2013, avente per oggetto:

"Surrogazione del Consigliere Comunale Mangone Domenico
e convalida del surrogante".

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
La parola al Consigliere Appendino.

APPENDINO Chiara
Credevo che i primi interventi arrivassero dai banchi della maggioranza; quindi, farò
il primo intervento del dibattito e spero che non sarà l'unico.
Come sapete, io ho sempre votato a favore delle deliberazioni di surroga, l'ho fatto in
altre occasioni e lo farò anche con le deliberazioni di oggi, ad eccezione della surroga
che riguarda Giuseppe La Ganga.
So bene che la surroga è una formalità, una semplice presa d'atto del voto popolare
che sancisce l'ingresso di un Consigliere, in base alle preferenze, che subentra a uno
uscente.
Questo atto, però, per me in particolare (penso anche per altri Consiglieri, in
particolare il mio Collega Vittorio Bertola), assume un significato diverso. Qui c'è
qualcosa di più. Questa proposta di deliberazione ha un alto valore simbolico e
politico. In tutta la campagna elettorale il Consigliere che subentra è stato oggetto di
accesi dibattiti tra tutte le parti politiche, non solo noi, ma anche all'interno dello
stesso PD.
Non si tratta, infatti, di accogliere semplicemente in quest'Aula una persona. È infatti
impossibile non giudicare sul piano politico, ovviamente, non certo sul piano penale,
un'epoca storica dell'Italia, e di Torino in particolare, chiamata "Tangentopoli", dalla
quale il neo Consigliere è uscito patteggiando un anno e otto mesi per finanziamento
illecito ai partiti.
Vi ricordo che quasi un anno fa quest'Aula ha votato un ordine del giorno in cui si
invitavano i partiti a non candidare soggetti condannati. Non è passato neanche un
anno e siamo di nuovo qui ad affrontare il tema. Certo, non è lo stesso, però è simile.
E non riguarda un ordine del giorno, un invito, riguarda proprio la nostra Sala
Consiliare, la nostra Istituzione, la nostra Città.
Sappiamo bene, che ciò che non è penalmente rilevante, non è per forza moralmente
buono e politicamente opportuno. Sono profondamente convinta che questo ingresso,
oggi, in questo momento storico, non sia opportuno.
Queste sono le ragioni per cui non parteciperò al voto di questa deliberazione.
Torino, come ho già avuto modo di dire più volte, ha bisogno di aria nuova, di
cambiamento, di discontinuità.
È triste, Sindaco, dover ammettere che la principale novità di questo rimpasto (ma ne
parleremo dopo) sia l'ingresso che l'Aula voterà oggi di una vecchia conoscenza
della nostra politica, che ritorna in modo attivo nella Sala Consiliare di questa Città.

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
La parola al Consigliere Grimaldi.

GRIMALDI Marco
Come pochi di voi ricorderanno, ho deciso di sottoscrivere la piattaforma di Libera
per le elezioni Comunali, chiamata "L10". E così ha fatto anche Sinistra Ecologia e
Libertà. Purtroppo, nel 2011, la Direzione Provinciale del PD, nonostante avesse
risposto positivamente alla prima proposta di non candidare persone rinviate a
giudizio o condannate, e nonostante la contrarietà di molti militanti e dei giovani
democratici, ha deciso di inserire nella rosa dei nomi persone che hanno avuto
precedenti penali per reati legati alla sfera pubblica.
Su questo punto in particolare mi fermo qui. L'errore politico e culturale, se mi
permettete, perché per noi si tratta di questo, è da ricercare laggiù. Per questo saranno
delusi chi da giorni specula su una nostra interdizione o non voto le sostituzioni.
Come diceva un indimenticabile interprete della Prima Repubblica, noi non lanciamo
invettive contro nessuno, non ci piace scagliare gli anatemi, perché sono espressione
di fanatismo e purtroppo in questo Paese ce n'è già abbastanza. Per questo, non
ritenete di facciata i nostri migliori auguri per un buon nuovo inizio agli Assessori Lo
Russo e Mangone e ai neo Consiglieri La Ganga e Cuntrò.
Vorremmo però sottoporre alla riflessione politica una considerazione più profonda
sulla fotografia di oggi. Ha ragione chi dice che c'è chi ha pagato e c'è chi è andato
nelle vicine spiagge del sud del Mediterraneo, chi ha saldato il conto con venti mesi
di carcere e la restituzione all'Erario di mezzo miliardo di lire, e chi ancora oggi nega
la deriva corruttiva di quegli anni.
Il secondo problema è proprio questo eterno ritorno al passato, che non è un buon
segno per il Paese. Questa discussione, come ricorda un noto editorialista, tra l'altro
torinese, perpetua all'infinito il fantasma degli anni Ottanta. Siamo incagliati lì, come
un veliero di pirati sommerso dalle alghe.
Se parliamo solo di soldi facili e di feste volgari, è perché siamo governati da gente
che anche allora aveva quarant'anni e intende continuare ad averli per sempre sulla
nostra pelle. Ma la colpa non è dei sopravvissuti socialisti, comunisti, democristiani;
la colpa è di chi negli anni Ottanta aveva vent'anni, o anche meno, eppure continua a
eternare i sopravvissuti sulle loro poltrone, non avendo l'energia di prenderne il
posto e forse neppure la voglia.
Vorrei proporvi un'ulteriore riflessione. Molti di noi hanno iniziato a fare politica in
un Paese pieno di rovine, quello delle stragi di cosa nostra e delle macerie della cosa
pubblica, ottenute da quelle macchine di poteri e di clientela (non so se vi ricordate la
frase) che erano diventati i partiti della Prima Repubblica.
Sono tempi di pacificazione, almeno così dicono; di sicuro c'è qualcuno che vuole
pacificare l'Italia, rimuovendo dalla memoria nazionale vent'anni di berlusconismo,
di leggi ad personam, di Parlamenti piegati alle esigenze giudiziarie del premier più
inquisito dalla storia.
Nulla di nuovo. Pure su Tangentopoli, dal 1994 in poi, furono tentati colpi di spugna,
amnistie, revisioni storiche, riletture capziose in cui le guardie diventavano ladri e i
ladri diventavano vittime. Gli anni Ottanta e quei drammatici primi anni Novanta
dovremmo averli ormai passati alle spalle. Dovremmo. Qui in Comune, invece, gli
anni Ottanta tornano a ruggire, dentro e fuori la Sala Rossa. Ma oggi c'è
qualcos'altro nell'aria e noi non faremo finta di non sentirlo.
Sono cresciuto in un partito che aveva l'ossessione di dimostrare che c'erano e ci
saranno sempre due sinistre. Oggi c'è qualcuno che non ne vorrebbe neanche una.
Voglio tranquillizzarvi, però, non ce la faranno. Anche noi siamo resistenti. Non
siamo piante da giardino come i garofani. Noi siamo come i papaveri. I papaveri
nascono ovunque, nei campi di grano, sui bordi delle strade, delle ferrovie, a fianco
ai migliori viaggi della nostra vita e se cerchi di fermarli, poi ritornano. È così che
immagino la sinistra, diffusa e testarda.
Come avrete capito, noi non vogliamo chiudere la Prima e la Seconda Repubblica
con un condono tombale e vogliamo rassicurare tutti, e forse anche me stesso, che la
sinistra è ancora qui e non permetteremo di trasformare Torino in un ennesimo
esperimento sulle larghe intese.
Appartiene alla natura della sinistra non considerare irreparabili le sconfitte. Per
questo, per quanto continuiamo a non vedere il bel tempo, si accomodi chi pensa che
ci siamo rassegnati.

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
La parola al Consigliere Marrone.

MARRONE Maurizio
Sinceramente non intendevo intervenire, però il testamento politico del Consigliere
Grimaldi mi ha sollecitato, ma solo per ribadire un paio di elementi. Io ripeto ancora
una volta, anche magari in dissenso con i Colleghi dell'opposizione, che non ritengo
che nelle Aule Consiliari si debbano portare elementi o ragionamenti di carattere
giudiziario, o etico rispetto a procedimenti giudiziari. Più che altro partendo dal fatto
che se rispettiamo le Istituzioni, rispettiamo anche il ruolo che l'Ordinamento
giuridico assegna alle diverse Istituzioni. E se è così, vale per tutti e non deve fare
eccezioni come ragionamento di base e generale.
In realtà, voglio fare un riferimento (perché è stato citato anche dall'amico della
maggioranza) sul passaggio storico, ovvero sulla completa divergenza che dimostra
questa surroga dei banchi della maggioranza tra le nuove generazioni e il
centrosinistra di Torino, che è un problema non solo e tanto del Partito Democratico,
piuttosto che del centrosinistra, non è di sicuro colpa dei Colleghi La Ganga e
Cuntrò. Il problema, al limite, è di una classe dirigente che evidentemente non sa
porre nuove energie fresche all'Amministrazione della Città e non ha che da
riproporre i soggetti che erano già protagonisti della Prima Repubblica, perché se
vista l'invettiva contro la Seconda Repubblica berlusconiana, evidentemente la
soluzione del centrosinistra ritorna alla Prima Repubblica, anziché provare ad
arrivare alla Terza di Repubblica.
Sarò più esaustivo e puntuale durante il dibattito sulla composizione della nuova
Giunta e sulle deleghe; per ora mi limito semplicemente a dire che queste surroghe,
in particolare, e la mancanza invece di surroghe di nuovi Consiglieri, giovani,
rappresentativi di una nuova generazione che vive la crisi di Torino, evidentemente
dipende anche dal trattamento che hanno avuto le politiche giovanili (tornerò su
questo punto) all'interno del rimpasto di Giunta del Fassino bis, non valorizzate
come patrimonio strategico rispetto a quello che ci aveva detto il Sindaco Fassino,
ma evidentemente strumentalizzate, banalizzate come bilancino e riequilibrio tra le
varie deleghe dei diversi Assessori.

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
La parola al Consigliere Paolino.

PAOLINO Michele
Presidente, cari Colleghi, io pensavo che stessimo per votare una deliberazione di
surroga, una presa d'atto di un provvedimento amministrativo che deve verificare
che le norme in materia di eleggibilità siano state rispettate, che i documenti richiesti
siano stati depositati e che le condizioni dell'eletto non siano mutate dalla
candidatura al momento della surroga.
Io pensavo stessimo per votare tutto ciò, ossia per confermare un atto dovuto. Tra le
altre cose, proprio dopo Tangentopoli e proprio in virtù di quelli che in quella
stagione si sono esposti in prima persona, non tutti, queste leggi sono tra le più
severe d'Italia e chiedono degli atti, delle conferme: le chiedono al momento della
candidatura, e queste c'erano, e le chiedono oggi, e queste ci sono. Quindi, il
Consiglio Comunale deve prenderne atto.
Si tratta di una deliberazione che non ha e non deve avere nessuna valenza politica,
perché noi non abbiamo il potere di sindacare la volontà dei cittadini. Noi dobbiamo
avere un alto senso istituzionale anche in questa occasione. Però, non ci sottrarremo
al dibattito, comprendendo il significato che si vuole dare a questo atto. Quindi, farò
anche delle considerazioni di natura politica; in particolare, in merito a quello che
succede sempre in questo nostro strano e amato Paese, dove il passato non passa,
dove i conti rimangono sempre in sospeso, dove le ferite non vengono mai
rimarginate, anzi periodicamente non si perde tempo e ci si butta un po' di sale sopra.
In una parola, noi continuiamo a guidare guardando perennemente lo specchietto
retrovisore.
Invece, io voglio invitarvi a guardare avanti, essendo stato, nel mio piccolo,
protagonista anche di quella stagione, in contrapposizione con un'idea, un sistema,
un modo di concepire la politica in quella stagione.
Ci sono persone che hanno scelto di esporsi. Io ero in prima fila insieme a un
compagno di classe del Consigliere Bertola; lui era da un'altra parte a vivere la sua
giovinezza. Ognuno sceglie in quale stagione esporsi e come e quando gli conviene.
Noi, in quella stagione, pensavamo fosse opportuno cambiare e ci siamo battuti per
questo cambiamento. Non per questo rimaniamo ostaggi di quel passato, né da una
parte, né dall'altra.
A noi interessa il presente, non ci interessa l'oblio, non ci interessa dimenticare, ci
interessa lavorare con tutte le persone che ne hanno titolo e legittimità. Attraverso un
voto, ci interessa lavorare per questa Città, in questa stagione.
Io credo che bisogna superare questa idea delle tifoserie contrapposte. Noi dobbiamo
fare in modo che alla logica delle tifoserie contrapposte subentri la logica della
riconciliazione, del dialogo, dell'attenzione, del cercare in tutti i motivi per cui,
soprattutto in Italia facciamo sempre fatica a metterci nelle condizioni del dialogo e
della riconciliazione. Questo è un invito che rivolgo innanzitutto a me e non solo agli
altri componenti di questa Aula.
Guardiamo quello che è successo in altri Paesi, in situazioni anche ben più
drammatiche: dopoguerra, unificazione, terrorismo. Hanno saputo chiudere il
capitolo e ripartire. Noi manteniamo un dibattito costantemente aperto sul nostro
passato, non risolviamo le questioni, ce lo trasciniamo dietro. Io chiedo - con le
persone che ne hanno legittimità - di poter vivere il presente, di poter fare politica nel
presente.
Oggi il Consigliere La Ganga chiede di poter rappresentare la tradizione e il pensiero
socialista. Nient'altro. Chi dà altre valenze, altri simboli, è qualcuno che si ostina a
non voler chiudere un capitolo della nostra storia, pesante, ma che è necessario
finalmente vivere dal punto di vista della riconciliazione.
Io penso che quella tradizione, quel pensiero abbiano la dignità di essere
rappresentate in questo Consiglio, più che mai in questo Consiglio. I cittadini lo
hanno ritenuto tale, quindi la deliberazione stabilisce soltanto che il Consigliere La
Ganga ha facoltà a rappresentare quel pensiero e quella tradizione.

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
La parola al Consigliere Viale.

VIALE Silvio
Io non sono per niente imbarazzato di avere il Consigliere La Ganga accanto, come
non sono per niente imbarazzato ad avere chiunque di voi in questo Consiglio,
compreso il Consigliere Liardo, per sdrammatizzare.
Il punto non è come si è arrivati a questa situazione, il punto politico è quando
Consigliere La Ganga è stato messo in lista, tutto il resto è conseguente. Per dirla
tutta, quando parliamo del Consigliere La Ganga, non può non venire in mente
l'onorevole Vito Bonsignore, protagonista della stessa vicenda, altra parte politica,
altre vicende.
Io capisco in questo momento che ci sia la voglia di espellere dalla vita politica
partiti o persone. Sarebbe il più grosso errore, perché questo Consiglio Comunale,
ma la politica in generale, non è condizionata dalle singole persone. Ognuno può
dare il suo contributo e per questo viene giudicato dalla storia e dal presente. Il
Consigliere La Ganga darà il suo contributo in questo Consiglio e sarà valutato per
quello che dirà.
Credo sia profondamente sbagliato ritenere che il passato debba impedire di
esercitare i propri diritti politici. Io non ho la cultura del colpevolismo a tutti i costi e
dell'espulsione dalla vita politica. Il Consigliere Grimaldi ha detto di identificarsi nel
papavero; a me piacciono quei campi, ma più che nel papavero io mi identifico nel
campo di grano, che dà la vita, il lavoro, il mangiare, eccetera, non soltanto la
ciliegina sulla torta. Credo che questo sia il concetto di una sinistra che si confronta.
Ricordo che le liste del PD, due anni e mezzo fa, furono fatte con molta discussione,
la mia stessa candidatura fu messa in discussione per molto tempo da alcuni. Dopo
questi due anni mezzo, credo che - nonostante tutto, poi sentiremo il Sindaco - chi
fece quelle liste abbia avuto ragione, anche inserendo il Consigliere La Ganga.

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
La parola al Consigliere Onofri.

ONOFRI Laura
Vorrei fare un intervento in parziale dissenso dal mio Capogruppo. La pacificazione,
la riconciliazione, che per me è un alto valore, è giusto praticarla, mettendo da parte
quelle che possono essere storie, differenze, conflitti, riportando una situazione di
pace fra più parti che sono state in lite, ma che sono sempre sullo stesso piano.
Quando con il termine pacificazione si intende, o si vuole sottendere, revisione della
storia, minimizzazione di fatti che hanno minato la democrazia della nostra
Repubblica, oblio, no, non la condivido.
Un forte valore della storia è quello di educare. Cerchiamo di trasmettere ai nostri
giovani i valori del Risorgimento, della Resistenza o, al contrario, sottolineiamo
periodi bui della nostra storia del nostro Paese (il fascismo, le brigate rosse), perché
possano imparare anche dagli errori.
Non vorrei che in nome della pacificazione si stenda un velo su un periodo oscuro e
ancora inquietante della nostra Repubblica, di cui ancora oggi le Istituzioni pagano
un prezzo in termini del necessario rispetto e di carenza di fiducia da parte dei

BERTOLA Vittorio
Io non pensavo di intervenire, però il Capogruppo Paolino mi ha chiamato
direttamente in causa direttamente. Ritengo che l'ingresso del Consigliere La Ganga
in quest'Aula sia un atto dovuto, previsto dalla Legge e pienamente legittimo, dato
che non ci risultano cause ostative alla sua eleggibilità. Quindi, d'ora in poi il
Consigliere La Ganga, come tutti noi, parteciperà alle riunioni e verrà ascoltato, per
quanto ci riguarda, esattamente allo stesso modo in cui ascoltiamo le argomentazioni
di tutti gli altri.
Però, crediamo che vada sollevato il problema politico della scelta che i partiti
compiono nel momento in cui selezionano le persone che devono amministrare la
cosa pubblica, che poi i cittadini, bene o male, votano. Tra l'altro, in una lista come
quella del Partito Democratico, dove ci sono talmente tanti candidati e tanti seggi,
prima o poi quasi tutti quelli che vengono candidati, per il semplice fatto che sono
candidati, riescono a entrare in Consiglio Comunale.
Noi ovviamente non avremmo mai candidato il Consigliere La Ganga,
semplicemente perché, per le nostre regole, una persona che ha una condanna passata
in giudicato è incandidabile, non può proprio essere inserito nelle nostre liste.
Onestamente, crediamo che non ci possa essere nessuna pacificazione tra la classe
politica di quegli anni, tra quel modo di fare politica e il popolo italiano. È acclarato
che in quel periodo storico la classe politica, nel suo complesso, ha spolpato il Paese;
le vicende giudiziarie riguardano tutti i partiti, per cui è difficile trovare forze
politiche di quel periodo che siano rimaste immuni.
Dopo vent'anni, visto che vicende simili emergono ancora anche nella politica della
cosiddetta "Seconda Repubblica", i cittadini si chiedono se non sia cambiato niente.
Proprio per questo, forse sarebbe stato il caso che il PD, che presiede anche la
Commissione Legalità, desse un segnale nella composizione delle proprie liste,
evitando di candidare persone che hanno sicuramente la piena dignità di cittadini,
avendo pagato il proprio conto con la giustizia, per cui possono fare tutto quello che
vogliono liberamente nella propria vita privata, ma che secondo noi - e credo
secondo la grande maggioranza degli italiani - non sono adatte ad amministrare la
cosa pubblica, perché chi ha un passato giudiziario di questo genere, ha perso le
proprie opportunità di servire la comunità attraverso una carica pubblica.
Quindi, è importante che sia chiaro il punto politico. Questa vicenda forse avvierà
una riflessione all'interno del Partito Democratico e noi speriamo che in futuro tutte
le forze politiche, non solo a parole, ma che poi nei fatti, escludano dalle proprie liste
le persone che abbiano reati passati in giudicato.

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
La parola al Consigliere D'Amico.

D'AMICO Angelo
Intendo esordire facendo un augurio di buon lavoro ai due nuovi Assessori Lo Russo
e all'Assessore Mangone.
Per quanto riguarda il voto di questa deliberazione, mi chiedo se vi rendete conto di
cosa stiamo parlando oggi in Consiglio Comunale. Anch'io non intendevo
intervenire, ma dopo l'intervento del Consigliere Onofri, credo che stiamo
rasentando il ridicolo.
Si tratta di un problema politico, come ha ben detto il Consigliere Viale, che questa
maggioranza avrebbe dovuto porsi nel momento in cui ha presentato le liste. Una
volta superato quello scoglio, tutti gli eletti rappresentano i cittadini di Torino e per
questo devono essere rispettati.
Se c'è una questione politica, il PD la deve risolvere al proprio interno, ma non è
ammissibile che oggi, in una seduta pubblica, dove dobbiamo affrontare problemi
ben più importanti per i cittadini torinesi, si perda tempo a fare la gogna mediatica a
due Consiglieri che sono entrati all'interno di questo Consiglio Comunale in maniera
legittima. Quindi, sarebbe opportuno terminare qui il dibattito.
Detto questo, il Gruppo Progett'Azione dà il benvenuto ai Consiglieri Cuntrò e La
Ganga.

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
La parola al Consigliere Carretta.

CARRETTA Domenico
In realtà non volevo intervenire, ma è sufficiente un minuto per esprimere il mio
pensiero. Voglio solo consigliare a tutti i Consiglieri, o almeno a una parte dei
Consiglieri, la lettura del libro "Hanno tutti ragione", scritto da Sorrentino. È un libro
semplice, da leggere tutto d'un fiato. All'inizio c'è un prologo interessantissimo,
dove un novantenne inizia a mandare un'invettiva contro tutto e tutti. Tre pagine di
invettive che non hanno un obiettivo, in realtà, però bisogna farle quelle invettive
contro i vecchi e contro i giovani, contro i moralisti, contro tutto. È veramente una
sequenza incredibile che lascia senza fiato.
In realtà, quell'invettiva è un'autoanalisi dell'invecchiamento del Paese,
commisurata alla sua decadenza. Però, alla fine di questo prologo, c'è una frase,
secondo me, interessante. Naturalmente, tutto il prologo è incentrato sulla ripetizione
di "io non sopporto, non sopporto, non sopporto, non sopporto", ma alla fine dice:
"Solo una cosa sopporto, le sfumature".
Le sfumature sono estremamente importanti, ma io non le ho colte all'interno di
questo dibattito. Invece, ho sentito solo giudizi tagliati con l'accetta.

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
La parola al Consigliere Tronzano.

TRONZANO Andrea
Noi non condividiamo minimamente il giudizio storico espresso dal Consigliere
Grimaldi e sarà la storia a stabilirlo. Credo che il Partito Comunista più forte
d'Europa abbia creato un Paese dove ci sono solo diritti e pochi doveri. Questa è la
conseguenza vera che personalmente penso dell'esperienza del Partito Comunista
Italiano, che è stato il Partito Comunista più forte in Europa.
In secondo luogo, credo sia giusto sottolineare che oggi l'ingresso in Aula del
Consigliere La Ganga e del caro amico Cuntrò, già Consigliere nella precedente
tornata amministrativa, non sia un ritorno al passato, ma soltanto un elemento
obbligato della democrazia rappresentativa. Queste persone oggi entrano in
Consiglio Comunale, perché sono state democraticamente eletto dagli elettori di
Torino. Condivido al 100% le parole del Capogruppo D'Amico: sono cittadini e
vanno rispettati.
Inoltre, invito tutti i Consiglieri a non accendere fuochi giustizialisti, perché è di oggi
la notizia di un volantino di sedicenti brigate rosse diretto al Vicesindaco della Città
di Milano. Quindi, invito tutti a misurare le parole, perché le parole sono pietre. Se
vogliamo veramente uno scatto culturale in questa Italia benedetta, dobbiamo
superare il passato, imparando quello che il passato ci ha insegnato, escludendo le
cose negative che il passato ci ha dato e comprendendo le cose positive, quanto di
buono c'è stato nella Prima Repubblica.
Soprattutto cerchiamo di uscirne evitando sempre di guardare al complotto
plutocratico, ipermassonico, giustizialista dietro a qualunque decisione in questo
Paese. Questo sarebbe il vero salto culturale, che però la sinistra radicale non vuole
ancora ammettere di poter fare, o di voler fare. Questo è il vero salto culturale che
chiedo ai giustizialisti presenti nella maggioranza, altrimenti questo Paese va a
catafascio.
Dopo quarant'anni non è stato ancora chiuso quel periodo storico e qui possiamo
partire per chiuderlo, non dimenticando il passato, ma guardando al futuro e a quello
che i nostri giovani, la nostra Italia deve poter avere, per poter essere nuovamente un
Paese alla pari con i paesi europei più moderni, più industrializzati, che hanno
veramente nel proprio intimo lo Stato di diritto, parola sconosciuta di cui la sinistra si
riempie la bocca, parla a vanvera, ma nei fatti concreti non capisce che quando la
persona è stata giudicata dalla giustizia ed è stata giudicata non colpevole e ha pagato
le proprie colpe, questo chiude i rapporti con il passato e apre una visione nel futuro.
Questo è il vero salto culturale che dobbiamo fare, Consigliere Grimaldi e
Consiglieri della sinistra radicale della vostra maggioranza.

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