| Interventi |
FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Passiamo all'esame congiunto della proposta di deliberazione n. mecc. 201303516/002, presentata dal Presidente e dai Vicepresidenti del Consiglio Comunale in data 22/07/2013, avente per oggetto: "Surrogazione del Consigliere Comunale Lo Russo Stefano e convalida del surrogante". e della proposta di deliberazione n. mecc. 201303517/002, presentata dal Presidente e dai Vicepresidenti del Consiglio Comunale in data 22/07/2013, avente per oggetto: "Surrogazione del Consigliere Comunale Mangone Domenico e convalida del surrogante". FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La parola al Consigliere Appendino. APPENDINO Chiara Credevo che i primi interventi arrivassero dai banchi della maggioranza; quindi, farò il primo intervento del dibattito e spero che non sarà l'unico. Come sapete, io ho sempre votato a favore delle deliberazioni di surroga, l'ho fatto in altre occasioni e lo farò anche con le deliberazioni di oggi, ad eccezione della surroga che riguarda Giuseppe La Ganga. So bene che la surroga è una formalità, una semplice presa d'atto del voto popolare che sancisce l'ingresso di un Consigliere, in base alle preferenze, che subentra a uno uscente. Questo atto, però, per me in particolare (penso anche per altri Consiglieri, in particolare il mio Collega Vittorio Bertola), assume un significato diverso. Qui c'è qualcosa di più. Questa proposta di deliberazione ha un alto valore simbolico e politico. In tutta la campagna elettorale il Consigliere che subentra è stato oggetto di accesi dibattiti tra tutte le parti politiche, non solo noi, ma anche all'interno dello stesso PD. Non si tratta, infatti, di accogliere semplicemente in quest'Aula una persona. È infatti impossibile non giudicare sul piano politico, ovviamente, non certo sul piano penale, un'epoca storica dell'Italia, e di Torino in particolare, chiamata "Tangentopoli", dalla quale il neo Consigliere è uscito patteggiando un anno e otto mesi per finanziamento illecito ai partiti. Vi ricordo che quasi un anno fa quest'Aula ha votato un ordine del giorno in cui si invitavano i partiti a non candidare soggetti condannati. Non è passato neanche un anno e siamo di nuovo qui ad affrontare il tema. Certo, non è lo stesso, però è simile. E non riguarda un ordine del giorno, un invito, riguarda proprio la nostra Sala Consiliare, la nostra Istituzione, la nostra Città. Sappiamo bene, che ciò che non è penalmente rilevante, non è per forza moralmente buono e politicamente opportuno. Sono profondamente convinta che questo ingresso, oggi, in questo momento storico, non sia opportuno. Queste sono le ragioni per cui non parteciperò al voto di questa deliberazione. Torino, come ho già avuto modo di dire più volte, ha bisogno di aria nuova, di cambiamento, di discontinuità. È triste, Sindaco, dover ammettere che la principale novità di questo rimpasto (ma ne parleremo dopo) sia l'ingresso che l'Aula voterà oggi di una vecchia conoscenza della nostra politica, che ritorna in modo attivo nella Sala Consiliare di questa Città. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La parola al Consigliere Grimaldi. GRIMALDI Marco Come pochi di voi ricorderanno, ho deciso di sottoscrivere la piattaforma di Libera per le elezioni Comunali, chiamata "L10". E così ha fatto anche Sinistra Ecologia e Libertà. Purtroppo, nel 2011, la Direzione Provinciale del PD, nonostante avesse risposto positivamente alla prima proposta di non candidare persone rinviate a giudizio o condannate, e nonostante la contrarietà di molti militanti e dei giovani democratici, ha deciso di inserire nella rosa dei nomi persone che hanno avuto precedenti penali per reati legati alla sfera pubblica. Su questo punto in particolare mi fermo qui. L'errore politico e culturale, se mi permettete, perché per noi si tratta di questo, è da ricercare laggiù. Per questo saranno delusi chi da giorni specula su una nostra interdizione o non voto le sostituzioni. Come diceva un indimenticabile interprete della Prima Repubblica, noi non lanciamo invettive contro nessuno, non ci piace scagliare gli anatemi, perché sono espressione di fanatismo e purtroppo in questo Paese ce n'è già abbastanza. Per questo, non ritenete di facciata i nostri migliori auguri per un buon nuovo inizio agli Assessori Lo Russo e Mangone e ai neo Consiglieri La Ganga e Cuntrò. Vorremmo però sottoporre alla riflessione politica una considerazione più profonda sulla fotografia di oggi. Ha ragione chi dice che c'è chi ha pagato e c'è chi è andato nelle vicine spiagge del sud del Mediterraneo, chi ha saldato il conto con venti mesi di carcere e la restituzione all'Erario di mezzo miliardo di lire, e chi ancora oggi nega la deriva corruttiva di quegli anni. Il secondo problema è proprio questo eterno ritorno al passato, che non è un buon segno per il Paese. Questa discussione, come ricorda un noto editorialista, tra l'altro torinese, perpetua all'infinito il fantasma degli anni Ottanta. Siamo incagliati lì, come un veliero di pirati sommerso dalle alghe. Se parliamo solo di soldi facili e di feste volgari, è perché siamo governati da gente che anche allora aveva quarant'anni e intende continuare ad averli per sempre sulla nostra pelle. Ma la colpa non è dei sopravvissuti socialisti, comunisti, democristiani; la colpa è di chi negli anni Ottanta aveva vent'anni, o anche meno, eppure continua a eternare i sopravvissuti sulle loro poltrone, non avendo l'energia di prenderne il posto e forse neppure la voglia. Vorrei proporvi un'ulteriore riflessione. Molti di noi hanno iniziato a fare politica in un Paese pieno di rovine, quello delle stragi di cosa nostra e delle macerie della cosa pubblica, ottenute da quelle macchine di poteri e di clientela (non so se vi ricordate la frase) che erano diventati i partiti della Prima Repubblica. Sono tempi di pacificazione, almeno così dicono; di sicuro c'è qualcuno che vuole pacificare l'Italia, rimuovendo dalla memoria nazionale vent'anni di berlusconismo, di leggi ad personam, di Parlamenti piegati alle esigenze giudiziarie del premier più inquisito dalla storia. Nulla di nuovo. Pure su Tangentopoli, dal 1994 in poi, furono tentati colpi di spugna, amnistie, revisioni storiche, riletture capziose in cui le guardie diventavano ladri e i ladri diventavano vittime. Gli anni Ottanta e quei drammatici primi anni Novanta dovremmo averli ormai passati alle spalle. Dovremmo. Qui in Comune, invece, gli anni Ottanta tornano a ruggire, dentro e fuori la Sala Rossa. Ma oggi c'è qualcos'altro nell'aria e noi non faremo finta di non sentirlo. Sono cresciuto in un partito che aveva l'ossessione di dimostrare che c'erano e ci saranno sempre due sinistre. Oggi c'è qualcuno che non ne vorrebbe neanche una. Voglio tranquillizzarvi, però, non ce la faranno. Anche noi siamo resistenti. Non siamo piante da giardino come i garofani. Noi siamo come i papaveri. I papaveri nascono ovunque, nei campi di grano, sui bordi delle strade, delle ferrovie, a fianco ai migliori viaggi della nostra vita e se cerchi di fermarli, poi ritornano. È così che immagino la sinistra, diffusa e testarda. Come avrete capito, noi non vogliamo chiudere la Prima e la Seconda Repubblica con un condono tombale e vogliamo rassicurare tutti, e forse anche me stesso, che la sinistra è ancora qui e non permetteremo di trasformare Torino in un ennesimo esperimento sulle larghe intese. Appartiene alla natura della sinistra non considerare irreparabili le sconfitte. Per questo, per quanto continuiamo a non vedere il bel tempo, si accomodi chi pensa che ci siamo rassegnati. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La parola al Consigliere Marrone. MARRONE Maurizio Sinceramente non intendevo intervenire, però il testamento politico del Consigliere Grimaldi mi ha sollecitato, ma solo per ribadire un paio di elementi. Io ripeto ancora una volta, anche magari in dissenso con i Colleghi dell'opposizione, che non ritengo che nelle Aule Consiliari si debbano portare elementi o ragionamenti di carattere giudiziario, o etico rispetto a procedimenti giudiziari. Più che altro partendo dal fatto che se rispettiamo le Istituzioni, rispettiamo anche il ruolo che l'Ordinamento giuridico assegna alle diverse Istituzioni. E se è così, vale per tutti e non deve fare eccezioni come ragionamento di base e generale. In realtà, voglio fare un riferimento (perché è stato citato anche dall'amico della maggioranza) sul passaggio storico, ovvero sulla completa divergenza che dimostra questa surroga dei banchi della maggioranza tra le nuove generazioni e il centrosinistra di Torino, che è un problema non solo e tanto del Partito Democratico, piuttosto che del centrosinistra, non è di sicuro colpa dei Colleghi La Ganga e Cuntrò. Il problema, al limite, è di una classe dirigente che evidentemente non sa porre nuove energie fresche all'Amministrazione della Città e non ha che da riproporre i soggetti che erano già protagonisti della Prima Repubblica, perché se vista l'invettiva contro la Seconda Repubblica berlusconiana, evidentemente la soluzione del centrosinistra ritorna alla Prima Repubblica, anziché provare ad arrivare alla Terza di Repubblica. Sarò più esaustivo e puntuale durante il dibattito sulla composizione della nuova Giunta e sulle deleghe; per ora mi limito semplicemente a dire che queste surroghe, in particolare, e la mancanza invece di surroghe di nuovi Consiglieri, giovani, rappresentativi di una nuova generazione che vive la crisi di Torino, evidentemente dipende anche dal trattamento che hanno avuto le politiche giovanili (tornerò su questo punto) all'interno del rimpasto di Giunta del Fassino bis, non valorizzate come patrimonio strategico rispetto a quello che ci aveva detto il Sindaco Fassino, ma evidentemente strumentalizzate, banalizzate come bilancino e riequilibrio tra le varie deleghe dei diversi Assessori. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La parola al Consigliere Paolino. PAOLINO Michele Presidente, cari Colleghi, io pensavo che stessimo per votare una deliberazione di surroga, una presa d'atto di un provvedimento amministrativo che deve verificare che le norme in materia di eleggibilità siano state rispettate, che i documenti richiesti siano stati depositati e che le condizioni dell'eletto non siano mutate dalla candidatura al momento della surroga. Io pensavo stessimo per votare tutto ciò, ossia per confermare un atto dovuto. Tra le altre cose, proprio dopo Tangentopoli e proprio in virtù di quelli che in quella stagione si sono esposti in prima persona, non tutti, queste leggi sono tra le più severe d'Italia e chiedono degli atti, delle conferme: le chiedono al momento della candidatura, e queste c'erano, e le chiedono oggi, e queste ci sono. Quindi, il Consiglio Comunale deve prenderne atto. Si tratta di una deliberazione che non ha e non deve avere nessuna valenza politica, perché noi non abbiamo il potere di sindacare la volontà dei cittadini. Noi dobbiamo avere un alto senso istituzionale anche in questa occasione. Però, non ci sottrarremo al dibattito, comprendendo il significato che si vuole dare a questo atto. Quindi, farò anche delle considerazioni di natura politica; in particolare, in merito a quello che succede sempre in questo nostro strano e amato Paese, dove il passato non passa, dove i conti rimangono sempre in sospeso, dove le ferite non vengono mai rimarginate, anzi periodicamente non si perde tempo e ci si butta un po' di sale sopra. In una parola, noi continuiamo a guidare guardando perennemente lo specchietto retrovisore. Invece, io voglio invitarvi a guardare avanti, essendo stato, nel mio piccolo, protagonista anche di quella stagione, in contrapposizione con un'idea, un sistema, un modo di concepire la politica in quella stagione. Ci sono persone che hanno scelto di esporsi. Io ero in prima fila insieme a un compagno di classe del Consigliere Bertola; lui era da un'altra parte a vivere la sua giovinezza. Ognuno sceglie in quale stagione esporsi e come e quando gli conviene. Noi, in quella stagione, pensavamo fosse opportuno cambiare e ci siamo battuti per questo cambiamento. Non per questo rimaniamo ostaggi di quel passato, né da una parte, né dall'altra. A noi interessa il presente, non ci interessa l'oblio, non ci interessa dimenticare, ci interessa lavorare con tutte le persone che ne hanno titolo e legittimità. Attraverso un voto, ci interessa lavorare per questa Città, in questa stagione. Io credo che bisogna superare questa idea delle tifoserie contrapposte. Noi dobbiamo fare in modo che alla logica delle tifoserie contrapposte subentri la logica della riconciliazione, del dialogo, dell'attenzione, del cercare in tutti i motivi per cui, soprattutto in Italia facciamo sempre fatica a metterci nelle condizioni del dialogo e della riconciliazione. Questo è un invito che rivolgo innanzitutto a me e non solo agli altri componenti di questa Aula. Guardiamo quello che è successo in altri Paesi, in situazioni anche ben più drammatiche: dopoguerra, unificazione, terrorismo. Hanno saputo chiudere il capitolo e ripartire. Noi manteniamo un dibattito costantemente aperto sul nostro passato, non risolviamo le questioni, ce lo trasciniamo dietro. Io chiedo - con le persone che ne hanno legittimità - di poter vivere il presente, di poter fare politica nel presente. Oggi il Consigliere La Ganga chiede di poter rappresentare la tradizione e il pensiero socialista. Nient'altro. Chi dà altre valenze, altri simboli, è qualcuno che si ostina a non voler chiudere un capitolo della nostra storia, pesante, ma che è necessario finalmente vivere dal punto di vista della riconciliazione. Io penso che quella tradizione, quel pensiero abbiano la dignità di essere rappresentate in questo Consiglio, più che mai in questo Consiglio. I cittadini lo hanno ritenuto tale, quindi la deliberazione stabilisce soltanto che il Consigliere La Ganga ha facoltà a rappresentare quel pensiero e quella tradizione. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La parola al Consigliere Viale. VIALE Silvio Io non sono per niente imbarazzato di avere il Consigliere La Ganga accanto, come non sono per niente imbarazzato ad avere chiunque di voi in questo Consiglio, compreso il Consigliere Liardo, per sdrammatizzare. Il punto non è come si è arrivati a questa situazione, il punto politico è quando Consigliere La Ganga è stato messo in lista, tutto il resto è conseguente. Per dirla tutta, quando parliamo del Consigliere La Ganga, non può non venire in mente l'onorevole Vito Bonsignore, protagonista della stessa vicenda, altra parte politica, altre vicende. Io capisco in questo momento che ci sia la voglia di espellere dalla vita politica partiti o persone. Sarebbe il più grosso errore, perché questo Consiglio Comunale, ma la politica in generale, non è condizionata dalle singole persone. Ognuno può dare il suo contributo e per questo viene giudicato dalla storia e dal presente. Il Consigliere La Ganga darà il suo contributo in questo Consiglio e sarà valutato per quello che dirà. Credo sia profondamente sbagliato ritenere che il passato debba impedire di esercitare i propri diritti politici. Io non ho la cultura del colpevolismo a tutti i costi e dell'espulsione dalla vita politica. Il Consigliere Grimaldi ha detto di identificarsi nel papavero; a me piacciono quei campi, ma più che nel papavero io mi identifico nel campo di grano, che dà la vita, il lavoro, il mangiare, eccetera, non soltanto la ciliegina sulla torta. Credo che questo sia il concetto di una sinistra che si confronta. Ricordo che le liste del PD, due anni e mezzo fa, furono fatte con molta discussione, la mia stessa candidatura fu messa in discussione per molto tempo da alcuni. Dopo questi due anni mezzo, credo che - nonostante tutto, poi sentiremo il Sindaco - chi fece quelle liste abbia avuto ragione, anche inserendo il Consigliere La Ganga. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La parola al Consigliere Onofri. ONOFRI Laura Vorrei fare un intervento in parziale dissenso dal mio Capogruppo. La pacificazione, la riconciliazione, che per me è un alto valore, è giusto praticarla, mettendo da parte quelle che possono essere storie, differenze, conflitti, riportando una situazione di pace fra più parti che sono state in lite, ma che sono sempre sullo stesso piano. Quando con il termine pacificazione si intende, o si vuole sottendere, revisione della storia, minimizzazione di fatti che hanno minato la democrazia della nostra Repubblica, oblio, no, non la condivido. Un forte valore della storia è quello di educare. Cerchiamo di trasmettere ai nostri giovani i valori del Risorgimento, della Resistenza o, al contrario, sottolineiamo periodi bui della nostra storia del nostro Paese (il fascismo, le brigate rosse), perché possano imparare anche dagli errori. Non vorrei che in nome della pacificazione si stenda un velo su un periodo oscuro e ancora inquietante della nostra Repubblica, di cui ancora oggi le Istituzioni pagano un prezzo in termini del necessario rispetto e di carenza di fiducia da parte dei BERTOLA Vittorio Io non pensavo di intervenire, però il Capogruppo Paolino mi ha chiamato direttamente in causa direttamente. Ritengo che l'ingresso del Consigliere La Ganga in quest'Aula sia un atto dovuto, previsto dalla Legge e pienamente legittimo, dato che non ci risultano cause ostative alla sua eleggibilità. Quindi, d'ora in poi il Consigliere La Ganga, come tutti noi, parteciperà alle riunioni e verrà ascoltato, per quanto ci riguarda, esattamente allo stesso modo in cui ascoltiamo le argomentazioni di tutti gli altri. Però, crediamo che vada sollevato il problema politico della scelta che i partiti compiono nel momento in cui selezionano le persone che devono amministrare la cosa pubblica, che poi i cittadini, bene o male, votano. Tra l'altro, in una lista come quella del Partito Democratico, dove ci sono talmente tanti candidati e tanti seggi, prima o poi quasi tutti quelli che vengono candidati, per il semplice fatto che sono candidati, riescono a entrare in Consiglio Comunale. Noi ovviamente non avremmo mai candidato il Consigliere La Ganga, semplicemente perché, per le nostre regole, una persona che ha una condanna passata in giudicato è incandidabile, non può proprio essere inserito nelle nostre liste. Onestamente, crediamo che non ci possa essere nessuna pacificazione tra la classe politica di quegli anni, tra quel modo di fare politica e il popolo italiano. È acclarato che in quel periodo storico la classe politica, nel suo complesso, ha spolpato il Paese; le vicende giudiziarie riguardano tutti i partiti, per cui è difficile trovare forze politiche di quel periodo che siano rimaste immuni. Dopo vent'anni, visto che vicende simili emergono ancora anche nella politica della cosiddetta "Seconda Repubblica", i cittadini si chiedono se non sia cambiato niente. Proprio per questo, forse sarebbe stato il caso che il PD, che presiede anche la Commissione Legalità, desse un segnale nella composizione delle proprie liste, evitando di candidare persone che hanno sicuramente la piena dignità di cittadini, avendo pagato il proprio conto con la giustizia, per cui possono fare tutto quello che vogliono liberamente nella propria vita privata, ma che secondo noi - e credo secondo la grande maggioranza degli italiani - non sono adatte ad amministrare la cosa pubblica, perché chi ha un passato giudiziario di questo genere, ha perso le proprie opportunità di servire la comunità attraverso una carica pubblica. Quindi, è importante che sia chiaro il punto politico. Questa vicenda forse avvierà una riflessione all'interno del Partito Democratico e noi speriamo che in futuro tutte le forze politiche, non solo a parole, ma che poi nei fatti, escludano dalle proprie liste le persone che abbiano reati passati in giudicato. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La parola al Consigliere D'Amico. D'AMICO Angelo Intendo esordire facendo un augurio di buon lavoro ai due nuovi Assessori Lo Russo e all'Assessore Mangone. Per quanto riguarda il voto di questa deliberazione, mi chiedo se vi rendete conto di cosa stiamo parlando oggi in Consiglio Comunale. Anch'io non intendevo intervenire, ma dopo l'intervento del Consigliere Onofri, credo che stiamo rasentando il ridicolo. Si tratta di un problema politico, come ha ben detto il Consigliere Viale, che questa maggioranza avrebbe dovuto porsi nel momento in cui ha presentato le liste. Una volta superato quello scoglio, tutti gli eletti rappresentano i cittadini di Torino e per questo devono essere rispettati. Se c'è una questione politica, il PD la deve risolvere al proprio interno, ma non è ammissibile che oggi, in una seduta pubblica, dove dobbiamo affrontare problemi ben più importanti per i cittadini torinesi, si perda tempo a fare la gogna mediatica a due Consiglieri che sono entrati all'interno di questo Consiglio Comunale in maniera legittima. Quindi, sarebbe opportuno terminare qui il dibattito. Detto questo, il Gruppo Progett'Azione dà il benvenuto ai Consiglieri Cuntrò e La Ganga. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La parola al Consigliere Carretta. CARRETTA Domenico In realtà non volevo intervenire, ma è sufficiente un minuto per esprimere il mio pensiero. Voglio solo consigliare a tutti i Consiglieri, o almeno a una parte dei Consiglieri, la lettura del libro "Hanno tutti ragione", scritto da Sorrentino. È un libro semplice, da leggere tutto d'un fiato. All'inizio c'è un prologo interessantissimo, dove un novantenne inizia a mandare un'invettiva contro tutto e tutti. Tre pagine di invettive che non hanno un obiettivo, in realtà, però bisogna farle quelle invettive contro i vecchi e contro i giovani, contro i moralisti, contro tutto. È veramente una sequenza incredibile che lascia senza fiato. In realtà, quell'invettiva è un'autoanalisi dell'invecchiamento del Paese, commisurata alla sua decadenza. Però, alla fine di questo prologo, c'è una frase, secondo me, interessante. Naturalmente, tutto il prologo è incentrato sulla ripetizione di "io non sopporto, non sopporto, non sopporto, non sopporto", ma alla fine dice: "Solo una cosa sopporto, le sfumature". Le sfumature sono estremamente importanti, ma io non le ho colte all'interno di questo dibattito. Invece, ho sentito solo giudizi tagliati con l'accetta. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La parola al Consigliere Tronzano. TRONZANO Andrea Noi non condividiamo minimamente il giudizio storico espresso dal Consigliere Grimaldi e sarà la storia a stabilirlo. Credo che il Partito Comunista più forte d'Europa abbia creato un Paese dove ci sono solo diritti e pochi doveri. Questa è la conseguenza vera che personalmente penso dell'esperienza del Partito Comunista Italiano, che è stato il Partito Comunista più forte in Europa. In secondo luogo, credo sia giusto sottolineare che oggi l'ingresso in Aula del Consigliere La Ganga e del caro amico Cuntrò, già Consigliere nella precedente tornata amministrativa, non sia un ritorno al passato, ma soltanto un elemento obbligato della democrazia rappresentativa. Queste persone oggi entrano in Consiglio Comunale, perché sono state democraticamente eletto dagli elettori di Torino. Condivido al 100% le parole del Capogruppo D'Amico: sono cittadini e vanno rispettati. Inoltre, invito tutti i Consiglieri a non accendere fuochi giustizialisti, perché è di oggi la notizia di un volantino di sedicenti brigate rosse diretto al Vicesindaco della Città di Milano. Quindi, invito tutti a misurare le parole, perché le parole sono pietre. Se vogliamo veramente uno scatto culturale in questa Italia benedetta, dobbiamo superare il passato, imparando quello che il passato ci ha insegnato, escludendo le cose negative che il passato ci ha dato e comprendendo le cose positive, quanto di buono c'è stato nella Prima Repubblica. Soprattutto cerchiamo di uscirne evitando sempre di guardare al complotto plutocratico, ipermassonico, giustizialista dietro a qualunque decisione in questo Paese. Questo sarebbe il vero salto culturale, che però la sinistra radicale non vuole ancora ammettere di poter fare, o di voler fare. Questo è il vero salto culturale che chiedo ai giustizialisti presenti nella maggioranza, altrimenti questo Paese va a catafascio. Dopo quarant'anni non è stato ancora chiuso quel periodo storico e qui possiamo partire per chiuderlo, non dimenticando il passato, ma guardando al futuro e a quello che i nostri giovani, la nostra Italia deve poter avere, per poter essere nuovamente un Paese alla pari con i paesi europei più moderni, più industrializzati, che hanno veramente nel proprio intimo lo Stato di diritto, parola sconosciuta di cui la sinistra si riempie la bocca, parla a vanvera, ma nei fatti concreti non capisce che quando la persona è stata giudicata dalla giustizia ed è stata giudicata non colpevole e ha pagato le proprie colpe, questo chiude i rapporti con il passato e apre una visione nel futuro. Questo è il vero salto culturale che dobbiamo fare, Consigliere Grimaldi e Consiglieri della sinistra radicale della vostra maggioranza. |