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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 22 Luglio 2013 ore 10,00
Paragrafo n. 21
INTERPELLANZA 2013-03198
"ESAURIMENTO DELLA GRADUATORIA DEI TECNICI RELATIVA AL CONCORSO PER LA PROGRESSIONE VERTICALE" PRESENTATA DAL CONSIGLIERE PORCINO IN DATA 3 LUGLIO 2013.
Interventi

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
Passiamo alla discussione dell'interpellanza n. mecc. 201303198/002, presentata in
data 3 luglio 2013, avente per oggetto:

"Esaurimento della graduatoria dei tecnici relativa al
concorso per la progressione verticale"

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
La parola, per la risposta, all'Assessore Passoni.

PASSONI Gianguido (Assessore)
Con riferimento alla procedura del 2009 per le progressioni verticali dei tecnici,
profilo D1, constatato che ci sono ancora 56 dipendenti inseriti in graduatoria,
l'interpellanza chiede sostanzialmente quali impedimenti eventualmente ci siano per
rendere impossibile l'esaurimento della graduatoria e, in caso contrario, come si
intenda attivare l'Amministrazione in tal senso.
Il tema, ovviamente, è stato costantemente trattato, specialmente nelle ultime
settimane, anche per effetto della discussione "trattativa sindacale".
Nel luglio del 2009 la procedura aveva previsto alcune selezioni pubbliche, tra cui
anche le progressioni verticali per area amministrativa e tecnica.
Nel 2010 l'Ente aveva provveduto alle conseguenti assunzioni e all'inquadramento
nelle categorie superiori dei vincitori di queste procedure e, naturalmente, in
riferimento a queste, sono state esaurite le graduatorie per l'area amministrativa,
mentre sono ancora in attesa di inquadramento quelle per l'area tecnica, circa 55
candidati della categoria D e 55 candidati della categoria C.
Va segnalato che dal 2010 la possibilità di effettuare progressioni verticali viene ad
essere fortemente limitata, in quanto è stato dettato dalla Legge n. 150/2009, uno dei
provvedimenti delle cosiddette "discipline Brunetta".
Le progressioni verticali possono essere utilizzate solamente sotto forma di riserva
non superiore al 50% dei posti messi a concorso; devono svolgersi come concorso
pubblico e il dipendente può partecipare solo se in possesso del titolo di studio per
l'accesso dall'esterno.
Appurata, quindi, l'impossibilità di indire nuove procedure di progressione al di fuori
dei nuovi limiti introdotti, permangono dubbi sulla possibilità di utilizzare le
graduatorie delle procedure espletate anteriormente alla modifica normativa.
In tal senso è stata firmata e inviata una richiesta di chiarimento al Ministero,
Dipartimento della Funzione Pubblica, richiedendo espressamente se fosse corretto
inserire nel Piano del fabbisogno 2013 ulteriori assorbimenti di posizioni in
graduatoria, riferite a procedure espletate prima della Legge citata e attualmente la
risposta non è ancora pervenuta.
Si osserva, peraltro, che naturalmente, in surroga di un pronunciamento ufficiale,
l'Ufficio segue il dibattito, ricco e interessante, dottrinale, nonché gli interventi della
Corte dei Conti delle Sezioni regionali di varie parti d'Italia, che, naturalmente,
sembrano mettere in discussione l'essenza stessa delle graduatorie in ambiti di
progressione, quindi con pronunciamenti molto differenti.
In tal senso, quindi, l'Ente non ha proceduto di sua iniziativa e, devo dire
onestamente, non intende farlo di sua iniziativa, se non previo un pronunciamento.
La notizia è - ed è stata data comunicazione anche a mezzo stampa - che, nell'ambito
dell'accordo sindacale stipulato l'altra settimana, in riferimento al comparto, è stata
concertata con le Organizzazioni Sindacali (almeno con quelle che hanno sottoscritto
l'accordo sindacale) una particolare procedura di richiesta di parere all'Aran,
finalizzata a sollecitare la soluzione del problema, auspicando che sia positiva
naturalmente, nell'interesse delle persone, ma non prescindendo da pronunciamenti
che riguardino la possibilità di chiedere risposte ai quesiti ufficiali e, in tal senso,
adeguare il comportamento dell'Ente, supportato da un tale pronunciamento.
Nel frattempo, pertanto, la soluzione al problema non è stata trovata e le graduatorie,
finché non scadenti, rimangono in essere, in attesa di pronunciamenti definitivi.

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
La parola al Consigliere Porcino.

PORCINO Giovanni
Ringrazio l'Assessore per aver ripercorso in maniera analitica, attraverso la propria
relazione, i termini della questione.
Come rilevato anche dall'Assessore, la presentazione di questo atto scaturisce dalla
necessità di avere un quadro chiaro sugli intendimenti dell'Amministrazione,
compatibilmente con il quadro normativo, posto che, in seguito all'espletamento
della procedura, datata ormai 2009, la scadenza della graduatoria stessa è prevista per
il termine di quest'anno, quindi c'è una certa urgenza di capire con sollecitudine
quale sia la possibile via d'uscita per giungere ad una soluzione positiva della
vicenda.
Assessore, non vorrei che la mia apparisse come una crociata. La considero una
battaglia di equità e di giustizia, in considerazione del fatto che c'è un numero
significativo di dipendenti che già oggi, per spirito di servizio, di responsabilità e di
senso del dovere - personale, tra l'altro, qualificato, spesso anche laureato e
specializzato - svolge mansioni che sono di livello superiore rispetto a quelle previste
dalla propria qualifica di appartenenza. Sono dipendenti che spesso occupano
posizioni centrali e strategiche all'interno delle proprie Divisioni, anche a stretto
contatto con gli Assessori di riferimento e con una competenza e una professionalità
che sono riconosciute direi quasi unanimemente.
Detto questo, è chiaro che il tutto deve essere analizzato in relazione a due elementi
principali, che io ho cercato di richiamare nei due quesiti posti nell'interpellanza,
ovvero l'elemento dell'inquadramento normativo di riferimento, evidentemente, e in
subordine, nel caso di soluzione favorevole al primo quesito, visto che mi pare si
tratti di un potere discrezionale, gli intendimenti da parte dell'Amministrazione
rispetto a questo tema.
Assessore, io, ovviamente senza pretesa di avere la verità in tasca, anche
successivamente alla presentazione di questo atto, ho maturato un convincimento in
seguito ad approfondimenti che ho svolto, credo anche corroborati dalla
giurisprudenza prevalente, oltre che più recente. Potrei citare, in questo senso, un
parere della Corte dei Conti, se non erro, della Campania, all'Aran di pochi mesi fa,
in cui sostanzialmente si evince che, data anche l'oscurità del dettato normativo
rispetto a questo punto, in particolare - le procedure potremmo definirle in itinere -,
si evince un potere discrezionale dell'Amministrazione in relazione all'esaurimento
della graduatoria, non ovviamente arbitrario, ma subordinato ad una valutazione in
relazione ai criteri di economicità dell'Ente, ai vari criteri che informano l'attività
dell'Amministrazione, cercando di contemperare le esigenze di non discriminazione
dei dipendenti di non vedere frustrate le proprie legittime aspettative con le esigenze
di non eludere - mi sembra anche pleonastico sottolinearlo - le norme vigenti
attualmente.
Mi sembra di aver capito che, in questo senso, sostanzialmente, c'è un potere
dell'Amministrazione di valutare, nell'obbligatorietà, credo, almeno del titolo di
studio, se esaurire la graduatoria o meno, in relazione alle esigenze che si
ravvisassero opportune.
Detto questo, l'Assessore ha chiarito in maniera molto chiara quali sono i termini
della questione e qual è la sua posizione sul tema. Io non so, oggettivamente, se la
richiesta che è stata fatta al Dipartimento della Funzione Pubblica presso la
Presidenza del Consiglio dei Ministri rappresenti uno scrupolo ulteriore, oppure sia
un atto dovuto da parte dell'Amministrazione e in questo senso non so neanche - ma
mi riservo di approfondirlo - se rappresenti un fatto usuale che ci sia un tempo così
lungo, visto che mi consta che siano passati già diversi mesi, quasi 6 mesi, dal
momento della richiesta di parere al Dipartimento della Funzione Pubblica. Non so
se questo sia un tempo normale tra Uffici per ricevere comunicazioni in questo
senso, oppure se ci sia stato un rallentamento e se, a questo punto, sia possibile
sollecitare una risposta in tempi utili, dato che si tratta di tempi stretti.
Nonostante questo, io ovviamente prendo per buone - e non posso fare altrimenti - le
parole dell'Assessore e i suoi intendimenti.
Compatibilmente con quelle che sono le mie prerogative di Consigliere Comunale,
nel pieno rispetto di quelle altrui, dalle sue, quelle dell'Amministrazione e quelle
delle Organizzazioni Sindacali, mi riservo di approfondire il tema, eventualmente
anche attraverso atti di indirizzo, per capire se sia possibile giungere ad una
soluzione positiva della vicenda.
Nel frattempo, data anche l'evoluzione costante della vicenda, se l'Assessore è
concorde su questo, chiedo che la discussione sia aggiornata ad una futura
Commissione, dopo la pausa estiva, per un ulteriore approfondimento.

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
La parola, per un'integrazione, all'Assessore Passoni.

PASSONI Gianguido (Assessore)
Colgo l'occasione dell'interpellanza - e ringrazio il Consigliere Porcino - per
collocare sinteticamente questa vicenda dentro una questione un po' più generale.
Quello che sta succedendo, da alcuni anni a questa parte - da due o tre anni, per la
verità - è che nel cambiamento delle norme dello Stato, in particolare da quando è
arrivato il Ministro Brunetta, che ha introdotto alcuni criteri, a mio modo di vedere
poco condivisibili, ma sostanzialmente comunque diventati Legge dello Stato, con
cui ha modificato lo spazio di azione dell'autonomia dell'Ente Locale in materia
assunzionale di personale, succede che spesso categorie di lavoratori, che sono
colpite dalla modifica normativa, abbiano intuito e inteso che l'Ente Locale possa, in
qualche modo, sopperire, userei una parola più forte, riscattare, con il suo
comportamento, quella che è una grave ingiustizia patita da una Legge dello Stato.
Io faccio questo mestiere tutti i giorni, faccio l'Assessore al Personale e percepisco
questa cosa tutti i giorni; tutti i giorni ci sono dipendenti che dicono: "Non posso fare
scatto di carriera. Mi hanno segato la carriera a vita. Mi danno la liquidazione dopo
anni", eccetera. Sono tutte cose vere.
Quello che purtroppo bisogna dirsi è che l'Ordinamento ha fatto questo sgarbo - se
posso dirla in termini più chiari - non solo al lavoratore, ma anche all'Ente, perché
l'Ente non ha la possibilità di sopperire o di riscattare le legittime aspettative di
queste persone in totale autonomia. Prova ne è il fatto che il nostro Ente è stato
chiamato più volte - penso ai servizi educativi, agli assistenti educativi, alle vicende
delle maestre a tempo determinato - anche in causa, certe volte, per ripristinare
legittimi diritti di parte e di controparte, pensando, in realtà, di aver agito bene, cioè
di aver prodotto un'iniziativa che magari avrebbe creato anche un incremento
occupazionale o il mantenimento della funzione che aveva sempre adottato, come il
tempo determinato sulla scuola.
Questa contraddizione è irrisolvibile. Allora, perché l'Ente è prudente nel rispondere
a questa istanza? E ribadisco - e questo lo posso dire -, l'Ente non ha una contrarietà
politica a questa progressione, ma ha molta prudenza tecnica nell'attuarla, perché
viviamo in un Ordinamento in cui troppo spesso nei chiaroscuri dell'Ordinamento
sembra di trovare una modalità per poter procedere e poi scopriamo, in un ambito
giurisdizionale, che magari si è sbagliato o che si è interpretato scorrettamente.
Quindi, devo dire amaramente che negli ultimi mesi, le ultime normative poco chiare
non hanno aiutato a risolvere i problemi, in realtà hanno aiutato a rinviarli.
Non li rinvieremo. Abbiamo posto il quesito come una questione seria, si è posta in
trattativa sindacale come una questione seria, rifaremo il quesito all'Aran come
questione seria e useremo ogni strumento, ogni norma, ogni possibilità per avere un
chiarimento. Però, se tale chiarimento non dovesse arrivare e gli Uffici non
ritenessero sufficienti i presupposti per dare corso alla graduatoria, non sarà la
politica a decidere al posto degli Uffici.

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
L'interpellanza è discussa.

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