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FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Passiamo alla discussione dell'interpellanza n. mecc. 201303198/002, presentata in data 3 luglio 2013, avente per oggetto: "Esaurimento della graduatoria dei tecnici relativa al concorso per la progressione verticale" FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La parola, per la risposta, all'Assessore Passoni. PASSONI Gianguido (Assessore) Con riferimento alla procedura del 2009 per le progressioni verticali dei tecnici, profilo D1, constatato che ci sono ancora 56 dipendenti inseriti in graduatoria, l'interpellanza chiede sostanzialmente quali impedimenti eventualmente ci siano per rendere impossibile l'esaurimento della graduatoria e, in caso contrario, come si intenda attivare l'Amministrazione in tal senso. Il tema, ovviamente, è stato costantemente trattato, specialmente nelle ultime settimane, anche per effetto della discussione "trattativa sindacale". Nel luglio del 2009 la procedura aveva previsto alcune selezioni pubbliche, tra cui anche le progressioni verticali per area amministrativa e tecnica. Nel 2010 l'Ente aveva provveduto alle conseguenti assunzioni e all'inquadramento nelle categorie superiori dei vincitori di queste procedure e, naturalmente, in riferimento a queste, sono state esaurite le graduatorie per l'area amministrativa, mentre sono ancora in attesa di inquadramento quelle per l'area tecnica, circa 55 candidati della categoria D e 55 candidati della categoria C. Va segnalato che dal 2010 la possibilità di effettuare progressioni verticali viene ad essere fortemente limitata, in quanto è stato dettato dalla Legge n. 150/2009, uno dei provvedimenti delle cosiddette "discipline Brunetta". Le progressioni verticali possono essere utilizzate solamente sotto forma di riserva non superiore al 50% dei posti messi a concorso; devono svolgersi come concorso pubblico e il dipendente può partecipare solo se in possesso del titolo di studio per l'accesso dall'esterno. Appurata, quindi, l'impossibilità di indire nuove procedure di progressione al di fuori dei nuovi limiti introdotti, permangono dubbi sulla possibilità di utilizzare le graduatorie delle procedure espletate anteriormente alla modifica normativa. In tal senso è stata firmata e inviata una richiesta di chiarimento al Ministero, Dipartimento della Funzione Pubblica, richiedendo espressamente se fosse corretto inserire nel Piano del fabbisogno 2013 ulteriori assorbimenti di posizioni in graduatoria, riferite a procedure espletate prima della Legge citata e attualmente la risposta non è ancora pervenuta. Si osserva, peraltro, che naturalmente, in surroga di un pronunciamento ufficiale, l'Ufficio segue il dibattito, ricco e interessante, dottrinale, nonché gli interventi della Corte dei Conti delle Sezioni regionali di varie parti d'Italia, che, naturalmente, sembrano mettere in discussione l'essenza stessa delle graduatorie in ambiti di progressione, quindi con pronunciamenti molto differenti. In tal senso, quindi, l'Ente non ha proceduto di sua iniziativa e, devo dire onestamente, non intende farlo di sua iniziativa, se non previo un pronunciamento. La notizia è - ed è stata data comunicazione anche a mezzo stampa - che, nell'ambito dell'accordo sindacale stipulato l'altra settimana, in riferimento al comparto, è stata concertata con le Organizzazioni Sindacali (almeno con quelle che hanno sottoscritto l'accordo sindacale) una particolare procedura di richiesta di parere all'Aran, finalizzata a sollecitare la soluzione del problema, auspicando che sia positiva naturalmente, nell'interesse delle persone, ma non prescindendo da pronunciamenti che riguardino la possibilità di chiedere risposte ai quesiti ufficiali e, in tal senso, adeguare il comportamento dell'Ente, supportato da un tale pronunciamento. Nel frattempo, pertanto, la soluzione al problema non è stata trovata e le graduatorie, finché non scadenti, rimangono in essere, in attesa di pronunciamenti definitivi. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La parola al Consigliere Porcino. PORCINO Giovanni Ringrazio l'Assessore per aver ripercorso in maniera analitica, attraverso la propria relazione, i termini della questione. Come rilevato anche dall'Assessore, la presentazione di questo atto scaturisce dalla necessità di avere un quadro chiaro sugli intendimenti dell'Amministrazione, compatibilmente con il quadro normativo, posto che, in seguito all'espletamento della procedura, datata ormai 2009, la scadenza della graduatoria stessa è prevista per il termine di quest'anno, quindi c'è una certa urgenza di capire con sollecitudine quale sia la possibile via d'uscita per giungere ad una soluzione positiva della vicenda. Assessore, non vorrei che la mia apparisse come una crociata. La considero una battaglia di equità e di giustizia, in considerazione del fatto che c'è un numero significativo di dipendenti che già oggi, per spirito di servizio, di responsabilità e di senso del dovere - personale, tra l'altro, qualificato, spesso anche laureato e specializzato - svolge mansioni che sono di livello superiore rispetto a quelle previste dalla propria qualifica di appartenenza. Sono dipendenti che spesso occupano posizioni centrali e strategiche all'interno delle proprie Divisioni, anche a stretto contatto con gli Assessori di riferimento e con una competenza e una professionalità che sono riconosciute direi quasi unanimemente. Detto questo, è chiaro che il tutto deve essere analizzato in relazione a due elementi principali, che io ho cercato di richiamare nei due quesiti posti nell'interpellanza, ovvero l'elemento dell'inquadramento normativo di riferimento, evidentemente, e in subordine, nel caso di soluzione favorevole al primo quesito, visto che mi pare si tratti di un potere discrezionale, gli intendimenti da parte dell'Amministrazione rispetto a questo tema. Assessore, io, ovviamente senza pretesa di avere la verità in tasca, anche successivamente alla presentazione di questo atto, ho maturato un convincimento in seguito ad approfondimenti che ho svolto, credo anche corroborati dalla giurisprudenza prevalente, oltre che più recente. Potrei citare, in questo senso, un parere della Corte dei Conti, se non erro, della Campania, all'Aran di pochi mesi fa, in cui sostanzialmente si evince che, data anche l'oscurità del dettato normativo rispetto a questo punto, in particolare - le procedure potremmo definirle in itinere -, si evince un potere discrezionale dell'Amministrazione in relazione all'esaurimento della graduatoria, non ovviamente arbitrario, ma subordinato ad una valutazione in relazione ai criteri di economicità dell'Ente, ai vari criteri che informano l'attività dell'Amministrazione, cercando di contemperare le esigenze di non discriminazione dei dipendenti di non vedere frustrate le proprie legittime aspettative con le esigenze di non eludere - mi sembra anche pleonastico sottolinearlo - le norme vigenti attualmente. Mi sembra di aver capito che, in questo senso, sostanzialmente, c'è un potere dell'Amministrazione di valutare, nell'obbligatorietà, credo, almeno del titolo di studio, se esaurire la graduatoria o meno, in relazione alle esigenze che si ravvisassero opportune. Detto questo, l'Assessore ha chiarito in maniera molto chiara quali sono i termini della questione e qual è la sua posizione sul tema. Io non so, oggettivamente, se la richiesta che è stata fatta al Dipartimento della Funzione Pubblica presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri rappresenti uno scrupolo ulteriore, oppure sia un atto dovuto da parte dell'Amministrazione e in questo senso non so neanche - ma mi riservo di approfondirlo - se rappresenti un fatto usuale che ci sia un tempo così lungo, visto che mi consta che siano passati già diversi mesi, quasi 6 mesi, dal momento della richiesta di parere al Dipartimento della Funzione Pubblica. Non so se questo sia un tempo normale tra Uffici per ricevere comunicazioni in questo senso, oppure se ci sia stato un rallentamento e se, a questo punto, sia possibile sollecitare una risposta in tempi utili, dato che si tratta di tempi stretti. Nonostante questo, io ovviamente prendo per buone - e non posso fare altrimenti - le parole dell'Assessore e i suoi intendimenti. Compatibilmente con quelle che sono le mie prerogative di Consigliere Comunale, nel pieno rispetto di quelle altrui, dalle sue, quelle dell'Amministrazione e quelle delle Organizzazioni Sindacali, mi riservo di approfondire il tema, eventualmente anche attraverso atti di indirizzo, per capire se sia possibile giungere ad una soluzione positiva della vicenda. Nel frattempo, data anche l'evoluzione costante della vicenda, se l'Assessore è concorde su questo, chiedo che la discussione sia aggiornata ad una futura Commissione, dopo la pausa estiva, per un ulteriore approfondimento. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La parola, per un'integrazione, all'Assessore Passoni. PASSONI Gianguido (Assessore) Colgo l'occasione dell'interpellanza - e ringrazio il Consigliere Porcino - per collocare sinteticamente questa vicenda dentro una questione un po' più generale. Quello che sta succedendo, da alcuni anni a questa parte - da due o tre anni, per la verità - è che nel cambiamento delle norme dello Stato, in particolare da quando è arrivato il Ministro Brunetta, che ha introdotto alcuni criteri, a mio modo di vedere poco condivisibili, ma sostanzialmente comunque diventati Legge dello Stato, con cui ha modificato lo spazio di azione dell'autonomia dell'Ente Locale in materia assunzionale di personale, succede che spesso categorie di lavoratori, che sono colpite dalla modifica normativa, abbiano intuito e inteso che l'Ente Locale possa, in qualche modo, sopperire, userei una parola più forte, riscattare, con il suo comportamento, quella che è una grave ingiustizia patita da una Legge dello Stato. Io faccio questo mestiere tutti i giorni, faccio l'Assessore al Personale e percepisco questa cosa tutti i giorni; tutti i giorni ci sono dipendenti che dicono: "Non posso fare scatto di carriera. Mi hanno segato la carriera a vita. Mi danno la liquidazione dopo anni", eccetera. Sono tutte cose vere. Quello che purtroppo bisogna dirsi è che l'Ordinamento ha fatto questo sgarbo - se posso dirla in termini più chiari - non solo al lavoratore, ma anche all'Ente, perché l'Ente non ha la possibilità di sopperire o di riscattare le legittime aspettative di queste persone in totale autonomia. Prova ne è il fatto che il nostro Ente è stato chiamato più volte - penso ai servizi educativi, agli assistenti educativi, alle vicende delle maestre a tempo determinato - anche in causa, certe volte, per ripristinare legittimi diritti di parte e di controparte, pensando, in realtà, di aver agito bene, cioè di aver prodotto un'iniziativa che magari avrebbe creato anche un incremento occupazionale o il mantenimento della funzione che aveva sempre adottato, come il tempo determinato sulla scuola. Questa contraddizione è irrisolvibile. Allora, perché l'Ente è prudente nel rispondere a questa istanza? E ribadisco - e questo lo posso dire -, l'Ente non ha una contrarietà politica a questa progressione, ma ha molta prudenza tecnica nell'attuarla, perché viviamo in un Ordinamento in cui troppo spesso nei chiaroscuri dell'Ordinamento sembra di trovare una modalità per poter procedere e poi scopriamo, in un ambito giurisdizionale, che magari si è sbagliato o che si è interpretato scorrettamente. Quindi, devo dire amaramente che negli ultimi mesi, le ultime normative poco chiare non hanno aiutato a risolvere i problemi, in realtà hanno aiutato a rinviarli. Non li rinvieremo. Abbiamo posto il quesito come una questione seria, si è posta in trattativa sindacale come una questione seria, rifaremo il quesito all'Aran come questione seria e useremo ogni strumento, ogni norma, ogni possibilità per avere un chiarimento. Però, se tale chiarimento non dovesse arrivare e gli Uffici non ritenessero sufficienti i presupposti per dare corso alla graduatoria, non sarà la politica a decidere al posto degli Uffici. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) L'interpellanza è discussa. |